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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 47

By 26 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
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Un consiglio, leggete prima i capitoli precedenti che ricadono nelle vicende della stessa giornata.
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=11307
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=12765
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=12824
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=12881

Cap 47

Una volta vestita. Si sente avvampare ancora più le guance. Il micro vestito che Tonino le ha imposto ad indossare, le lascia scoperte completamente la parte inferiore delle chiappe. è obbligata a camminare sporta un poco in avanti per coprire il pube che, come è obbligata a fare, non può indossare nessun tipo di intimo. Si sente fortunata che la parte alta del vestito le copra completamente le tette anche se queste ballano libere e i capezzoli duri spiccano attraverso il leggero tessuto.

Si sentiva lo stomaco sottosopra per tutto lo sperma che è stata costretta a bere. Quattro ragazzi l’avevano palpata e masturbata, mentre lei ha dovuto svuotare le palle a ognuno di loro. Il risultato di tutte le loro manipolazioni sono che ora si sentiva calda ed eccitata. Poteva percepire chiaramente la figa palpitare per la voglia che aveva pronta ad esplodere. Sentire la leggera brezza dell’aria accarezzare le calde e umide labbra vaginali, la faceva fremere di desiderio.

Si vergognava a camminare così eccitata nel piazzale della scuola, pensava di sentire l’interno della cosce umide e si domandava quanta stoffa del vestito la copriva. Malediceva Tonino e il Sig X di averla obbligata a camminare senza mutande. Cerca di osservare in basso senza dare troppo nell’occhio e l’unica cosa che riesce a vedere sono i capezzoli duri e le tette che dondolano libere. Si morde il labbro inferiore per cercare di sopprimere le vampate che infiammano le guance.

Si blocca una volta sopraggiunta davanti alle scale. Non poteva affrontarle vestita in quel modo. Il vestito era troppo corto. Cerca di sistemarsi come può l’orlo inferiore del vestito tirandolo in basso. Tentenna cercando di ritardare l’inevitabile, quando si sente chiamare alle sue spalle. Si volta lentamente a causa delle gambe che le tremano e una volta riconosciuta, la saluta a sua volta. ‘Ciao Sara.’

‘Sai che mi sento tutta frizzante per oggi? Dai andiamo, che voglio parlare con Tonino.’

Sara, la sua amica di sempre. Ultimamente il loro rapporto si era raffreddato a causa del suo modo di vestire e ora, era tutta arzilla grazie al lavoro che dovevano fare assieme.
‘Ecco… Io…’ Non ha potuto terminare la frase, che la sua amica le ha preso la mano obbligandola a seguirla dentro la scuola.

Al loro passaggio, tutti i ragazzi si fermavano per ammirare le due bellezze. Vuoi per la stagione calda, vuoi per la fine dell’anno scolastico, lei come molte ragazze avevano incominciato a togliere ed accorciare i vestiti mostrando il meglio di loro stesse.

Nell’atrio dell’ingresso, mentre Sara scambia alcune parole con Tonino, Giuseppina cerca di non incrociare gli sguardi degli altri studenti che passano di fianco a loro. Tiene lo sguardo basso e le labbra serrate per la rabbia e l’umiliazione, di dover stare ferma ed essere osservata da tutti. Voleva disperatamente correre in classe o chiudersi nei bagni.
Nel caotico vociare, riesce a distinguere alcune parole e frasi che ritiene indirizzate a lei.
‘…Che troia…’
‘…Che grandissima troia…’
‘…Bona e troia…’

Finalmente, quando i due anno finito di parlare, si avviano, ma una seconda prova aspetta Giuseppina.
Delusa e sconfortata, affronta la seconda rampa di scale che portano alle sezioni del piano superiore.
Non ha voluto vedere cosa stava accadendo dietro di lei, anche se sentiva chiaramente che c’era baruffa per chi poteva stare in prima fila e chi voleva raggiungerla per poter assistere e vedere lo spettacolo che stava offrendo.

Finalmente in classe, sospira sentendo tutta la tensione svanire. Nel mettere a terra lo zaino si piega un poco in avanti e un fischio alle sue spalle la obbliga a rizzarsi di scatto. Si volta e vede un suo compagno seduto al suo posto dietro al banco, che la guarda con gli occhi sgranati. Piena di vergogna, Giuseppina si sente le guance avvampare e si siede disperata. Quasi resta senza respiro nel sentire la fredda superficie aderire completamente al sedere e alle labbra caldissime della figa. Serra le gambe e nasconde la faccia fra le mani. Vuole piangere, ma non desidera attirare su di sé più sguardi del necessario.

Durante le ore di lezione, ogni tanto Sara le faceva qualche domanda o esprimeva qualche dubbio su quello che avrebbero dovuto fare. Giunto l’intervallo ha seguito la sua amica nei bagni e il discorso non è cambiato. Giuseppina odiava stare in piedi e non sopportava le occhiate che le altre compagne le davano. Sara era eccitatissima del programma pomeridiano e non vedeva l’ora di andare alla spiaggia, mentre lei non lo era per niente. Già si aspettava una qualche sorpresa. Mille domande si rincorrono dettate da una sempre più eccitata Sara.

Alla ripresa delle lezioni, Giuseppina ha sentito alcuni compagni di classe che le apostrofavano con il nome di troie. Indispettita non ha voluto creare scompiglio, soprattutto ora che l’insegnante era già in aula. Si chiede se anche la sua amica li abbia sentiti, ma apparentemente è intenta ad ascoltare il ripasso che il professore sta effettuando. Riflette che deve stare attenta e concentrata perché fra meno di un mese avrà la maturità.

Sentita la campanella della pausa pranzo, la testa si abbatte in avanti. Sapeva cosa le aspettava. L’ora che sarebbe seguita, era una fotocopia di sempre. Raggiunto l’atrio laterale, ha indossato gli occhiali scuri e ha aspettato. Pochi secondi dopo e, la voce del giorno prima la guidata lungo la parete della scuola e giù, lungo le scale. è sempre più sicura, a causa dell’odore di nafta, di essere nel locale caldaia. Percepisce dei movimenti attorno a lei e dei bisbigli, ma resta immobile. Attende che qualcuno le dica cosa fare.

‘Spogliati al ritmo della musica.’

Lei esegue lentamente, cercando di essere seducente, ma anche per ritardare quello che crede sarà la giornata fotocopia del giorno prima. Al solo pensiero, le sembra di sentire già il gusto di sperma in bocca e un rigurgito proveniente dallo stomaco, le fa cambiare espressione al viso. Sta male e deve assolutamente andare dal dottore si dice fra sé, mentre il vestito scivola a terra..

Presa per un braccio, viene guidata per alcuni passi. ‘Inginocchiati.’ Le ordina lo sconosciuto.

Sente sotto di se, la consistenza di un materasso e si posiziona nella classica posizione cui era stata abituata.

‘Prima godi e prima avrai finito.’ Le dice la voce proveniente alla sua destra. è ceca e non vede nulla. Percepisce solamente un movimento davanti a lei e il materasso che si piega sotto il peso dello sconosciuto.

Presa per la testa, lascia che la persona di fronte a lei le infili il cazzo in bocca. Scatta leggermente all’indietro, come la cappella le colpisce il fondo della gola. Posizionatasi alla meglio, cerca di lavorarlo con la lingua, ma sorpresa, un altro paio di mani la prendono per i fianchi. è spinta all’indietro e sente che qualcosa le accarezza fra le labbra della figa. Cerca di respirare e di divincolarsi, ma è costretta a tenere la cappella in bocca, mentre è certa, che quello che si è infilato nella sua carne, è un cazzo e non un vibratore come è abituata a ricevere. Percepisce chiaramente i peli ricciolini sfregare sul sedere, mentre ora che è spinta in avanti, il naso colpisce il pube dello sconosciuto che le ha messo il cazzo in bocca.

Pochi movimenti avanti e indietro e il ritmo è preso. Come viene tirata in avanti, il cazzo in bocca la penetra, mentre quando poco dopo viene spinta all’indietro, il cazzo affonda nella figa e il cazzo in bocca esce fino alla cappella.

Pochi rapidi e veloci movimenti e, dopo un gemito che sovrasta la musica, si ritrova con la bocca piena di sperma. è al limite e vuole godere pure lei, ma i due ragazzi si sono fermati. Non le resta che ingoiare il liquido caldo e salato che le continua a zampillare in bocca e farlo scendere inesorabile fino alla stomaco. Il cazzo dietro di lei è al limite di saltare fuori e lo sente distintamente stringendo la muscolatura pelvica.
Fuoriuscito il cazzo dalla bocca, respira e ansima liberamente, ma poco dopo un altro cazzo prende il posto del primo. Non ne è sconvolta. Si augura che tutto finisca presto.

Pochi movimenti e il ritmo torna ad essere accelerato e veloce. Un altro urlo che sovrasta la musica e sente il caldo e bollente sperma riempirle l’utero. Trema pensando che potrebbe essere scopata senza preservativo da uno sconosciuto. Questo pensiero le fa venire i brividi lungo la schiena facendo rallentare al contempo l’orgasmo che era prossimo ad esplodere in lei.
Il ritmo non si ferma e pochi istanti dopo, si ritrova con la bocca nuovamente piena. Cerca di ingoiare velocemente, ma le ripetute violente spinte fin contro la gola del cazzo, la obbligano a far fuoriuscire la sborra.

Tonino e un altro volontario registrano come dalla bocca fuoriescono lunghe bave di bianco sperma, mentre attorno alla figa e lungo il cazzo duro, si forma una schiuma che lascia chiaramente intuire cosa possa essere. Come entrambi i ragazzi si discostano, altri due prendono il loro posto. Anche questi ultimi erano già nudi e con i cazzi duri ed eccitati per lo spettacolo a cui hanno assistito interessati. Giuseppina stava respirando pesantemente essendo lei stessa al limite del godimento.

I due nuovi ragazzi trovano presto il ritmo e la sbattono duramente, mentre i gemiti di lei si fanno sempre più intensi. è lei stessa che si dona lungo i due cazzi dando il ritmo alla doppia penetrazione e non aspetta che i due la guidino. L’orgasmo tanto atteso esplode. Gode ansimando e contorcendosi tutta. Le onde di piacere tanto intense, la fanno tremare tutta e vorrebbe urlare, ma il suono gutturale è strozzato in gola a causa della presenza fastidiosa del cazzo.

Il ragazzo sente i denti di lei stringere e urtare lungo la pelle delicata, ma il tremolio e le vibrazioni tanto intense, lo fanno godere a sua volta. Con estremo piacere libera il suo carico nella bocca di lei senza fermare il ritmo del movimento. Le contrazioni uterine dovuto all’orgasmo, portano in breve anche il ragazzo dietro a Giuseppina a godere e a riempirle a sua volta l’utero già pieno. I gemiti dei tre amanti, sovrastano la musica e i mormorii di quelli che stanno assistendo compiaciuti.

I due ragazzi oramai soddisfatti l’abbandonano e Giuseppina si accascia appoggiando la fronte alle braccia. Resta involontariamente con il culo in aria, ma ciò che vuole è solo un poco di calma e di aria per respirare liberamente.

Lo spettacolo che sta offrendo è fantastico. Tonino filma come una lunga bava di sperma bianca fuoriesca dalla vulva aperta di lei e come le cosce siano umide anch’esse. I primi piani fatti dalle due videocamere si susseguono, immortalando ogni centimetro del suo corpo.

Sente il materasso muoversi e qualcuno davanti a lei che la solleva. Altri due ragazzi prendono il posto rimasto libero da chi prima di loro aveva goduto. Il cazzo la penetra in figa con irruenza facendola gemere nuovamente, mentre il cazzo in bocca le procura un certo fastidio, perché le impedisce di respirare liberamente. Il lavorio continuo dei due cazzi la portano in breve a godere nuovamente e lungamente. Non si accorge neppure che il cazzo dentro di lei, svuota il suo carico nell’utero quasi simultaneamente al proprio godimento. Per lungo tempo i due cazzi proseguono l’opera facendola gemere finché anche il ragazzo davanti a lei non le riempie la bocca di sperma. Solo una parte riesce a ingoiare, mentre il resto si riversa lungo il mento e sopra a quello precedente.

Usciti i due cazzi e rimasta libera dalle prese delle loro mani, si sente sfinita e si allunga distesa sul materasso. Ansima e geme per il piacere provato tanto intensamente. Percepisce l’odore dello sperma e il gusto in bocca. Chiude la bocca e ingoia un poco di saliva misto a sborra, mentre le contrazioni provenienti dalle labbra vaginali la fanno fremere e sospirare di piacere.

Eccitato allo spasimo, Tonino si pone dietro di lei con il cazzo già in tiro. La prende per un fianco e con una mano, la guida a porsi nuovamente nella posizione consueta. Lubrifica il cazzo inserendolo nella vagina, trovando l’ambiente caldissimo ed eccitante. Il rumore che ne esce, come di gorgoglio, indica quanto possa essere piena di sperma. Le contrazioni che percepisce sono tali che potrebbe godere lui stesso in pochi istanti. Estratto, appoggia la cappella nel piccolo foro del sedere e con una lieve spinta, entra lentamente tutto in lei. Vuole che le riprese vengano effettuate alla perfezione e rallenta spasmodicamente l’ingresso, lasciando vedere come il cazzo tutto sia luccico e viscido di umori.

Per l’inaspettata penetrazione, Giuseppina resta senza fiato, finché il cazzo non è entrato tutto in lei. Quando se lo sente uscire, riesce a respirare alzando la testa e restando con la bocca aperta come se stesse aspettando un cazzo in bocca. Il ritmo è presto dato da lui, che presa per i fianchi la sbatte velocemente. Geme ad ogni affondo e urla poco dopo quando lo sperma si riversa nell’intestino portando nuovamente anche lei a godere. Anche un ragazzo, che pur avendo goduto non ha mai smesso di masturbarsi ed è pronto a godere, si inginocchia davanti a lei e non fa in tempo a infilarglielo in bocca, che la cappella erutta schizzi violenti di caldo appiccicoso sperma sulla faccia di una inerme Giuseppina.

Quando il cazzo che la sodomizzata esce dalle sue interiora, è senza forze e si accascia sul materasso. Si era quasi addormenta quando è stata tirata in piedi e dopo che è stata pulita ruvidamente, viene rivestita. Sorretta da due persone è aiutata a salire le scale per poi essere accompagnata all’interno della scuola fino al bagno delle ragazze e lì abbandonata da sola. Quando vi entra si getta sul lavandino e si lava lungamente bocca e faccia. Incurante di alcune compagne che la guardano e ridono nell’uscire, entra nel piccolo cubicolo per urinare. Spossatezza, appagamento, delusione, abbattimento, disperazione, rabbia si susseguono nel suo animo.

A causa del clistere di sperma che ha ricevuto, defeca e anche quando ha finito si sente come se volesse ancora continuare. Sente che le bruciano le piccole labbra della figa e controlla come può. Allarga allo spasimo le gambe e con le dita cerca di tirare un poco la pelle, notando come sia appiccicosa tutta l’area. Piange. è certa che l’abbiamo scopata senza preservativo e quello che vede fuoriuscire dalla vagina non è il suo umore, ma l’abbondante sperma che le hanno riversato dentro.

Nota appena le piccole labbra pendule sottostanti. Il clitoride fuoriesce prominente ed è di un rosso acceso. Si sente in colpa di aver goduto di quella violenza di gruppo tanto umiliante. Non doveva godere. Era tutta colpa di quella piccola escrescenza di carne che vedeva.
‘Ma dov’è il mestruo?’ Si chiede ad alta voce sconfortata, ben ricordando la promessa fatta da Tonino. Aveva bisogno di un poco di pace. Non poteva continuare a lungo di questo passo.

Inumidisce le dita di quella bava biancastra che fuoriesce dalla vagina e annusatele ne riconosce l’odore. Piange e singhiozza per cercare di fermare le lacrime che scendono liberamente sulle guance.

Si pulisce come può, usando la carta igienica e effettua alcuni viaggi fra il lavandino e il bagno inumidendo ogni volta la carta, per poter pulire e rinfrescare le calde labbra. Aveva bisogno di un bidé e voleva scappare dalla scuola. Correre a casa e chiudersi nella sua camera e dimenticare tutto. Nel pulire delicatamente la vagina, sfrega la carta sul clitoride e geme sentendo le ondate di piacere che si dipanano per tutto il corpo. Arrabbiata tira l’acqua del cesso e tornata ai lavandini si guarda allo specchio. Il viso è rigato dalle lacrime e non può nascondere il formicolio che si dipana per tutto il corpo partendo dalla figa. Schifata, si auto affligge chiamandosi: ‘Troia!’

Maxtaxi

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Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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