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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 53.3

By 22 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Nota:
i capitoli dall’1 al 12 sono stati modificati e corretti grazie al contributo di una lettrice cui ringrazio calorosamente. Lisa.

Vi invito a rileggerli.

Sequenza di
Mia sorella Giuseppina corretti da Lisa.
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i miei racconti
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Leggete i capitoli precedenti che fanno parte della stessa giornata.
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https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=14973

Domenica Pomeriggio Cap.50.3

Quando Giuseppina ha ritrovato il lume della ragione, Tonino stava viaggiando. L’unico movimento che ha fatto, è stato quello di appoggiare il gomito alla portiera e di sorreggersi la testa. Fermata la macchina sul bordo della strada, lo sente parlare e vede che ha la telecamera accesa.

“Fatti vedere bene. Sbottonati il vestito e scosta i lembi… Fatti vedere bene.”

Con il cuore in tumulto e le guance rosse, ha esitato. Le vibrazioni erano cessate, ma si vergognava. Poteva passare qualcuno sul marciapiede e non sapeva neppure dove fossero. Si sentiva stanca e senza forze. La sua vita era cambiata tanto che le pareva di aver raggiunto gli abissi.

Visto che Giuseppina esitava, Tonino ha ripreso a guidare e si è infilato in uno spiazzo con alcune auto e furgoni parcheggiati. Per paura della punizione, per non aver obbedito immediatamente, le mani di Giuseppina volano lungo il vestito e lo sbottonano completamente rimanendo nuda.

“Hai esitato. Più tardi sarai punita per questo. Ora scosta completamente i lembi e lasciati guardare. Resterai così fino a nuovo ordine. ”

Non era la prima volta che la obbligava a fare una cosa del genere. Doveva essersi abituata alle sue stravaganze oramai, ma Giuseppina si sentiva stanca. Non vedeva l’ora che arrivasse martedì.
‘Ancora due giorni.’ Si dice fra sé per farsi coraggio.

Quando sono arrivati nel parcheggio del grande magazzino, lo stato d’ansia è cresciuto a dismisura. Pur notando diversi parcheggi, Tonino continuava a guidare lentamente come se stesse cercando qualcosa. Nel mentre, Giuseppina ha riconosciuto un paio di vicini di casa e alcuni ragazzi della scuola con i loro genitori vergognandosi e sperando che non l’avessero notata.

Tonino la guarda sorridente. “Abbottonati il vestito e lascia sbottonati i primi e gli ultimi due.”

Quando Tonino la guardava in quel modo, doveva ammettere con se stessa che era molto, ma molto bello anche se le sue richieste erano inaspettate. Giuseppina conosceva la differenza tra esitante ed esitatoHa sentito la prima, ma ha avuto il pensiero per la seconda. Le dita hanno corso lungo il vestito ed era grata almeno una volta di avere in dosso gli slip. Non si era ancora abituata a tenerli dopo quasi quattro settimane che non le indossava più, ma era sempre una novità piacevole anche se i due aggeggi le davano un certo fastidio. Tonino ha preso il piccolo telecomando dal cruscotto e come Giuseppina l’ha visto, il viso si è acceso di una tonalità di rosso fuoco.

Lungo le gallerie hanno camminato a braccetto come una qualsiasi coppia anonima.

Specchiatasi nelle vetrine, le sembrava strano essere vestita in quel modo. Le pareva di essere tornata quella che era una volta. Un velo di tristezza compare sul volto.
‘Non sarò mai più quella di una volta.’ Si dice a sé stessa osservandosi. Non vedeva la vecchia e brava Giuseppina con il vestito in dosso della domenica, ma bensì, osservava quella che solo qualche giorno prima camminava davanti alla stessa vetrina con i tacchi alti e la minigonna eccessivamente corta.

Passando davanti al negozio di scarpe, hanno salutato l’anziano proprietario che affabile come sempre, li ha ricambiati abbracciando Giuseppina con trasporto. Sembrava quasi che la stesse aspettando con ansia al punto che presa per il braccio non voleva quasi più lasciarla andare. Per poter uscire, hanno dovuto promettere che sarebbero passati al ritorno.

Stavano camminando normalmente come una coppia qualsiasi e per lei, era certamente una novità; camminare vestita in quel modo senza doversi preoccupare di far vedere troppo il sedere o la figa.

Preso il carrello della spesa, sono entrati nel supermarket.
“Sbottonati un bottone in alto e uno in basso.”

A quelle parole, Giuseppina ha ingoiato un grumo di saliva amaro. Le mani tremanti hanno eseguito prontamente e gli occhi sono caduti a terra. Sapeva bene che ogni movimento da li in avanti, le sarebbe costato un certo controllo e molta attenzione.

In mezzo a due navate di scaffali, Giuseppina si è sentita chiamare e come si è voltata di scatto, ha visto la sua amica Paola insieme a sua madre. Spontaneo è venuto l’abbraccio e i baci proprio in concomitanza con l’inizio delle vibrazioni. L’abbraccio da parte di Giuseppina si è prolungato più del dovuto a causa dell’inaspettata sorpresa che l’ha lasciata mezza boccheggiante e con le guance di fuoco.

“Dove sei stata Venerdì? Ti aspettavamo. Eri malata? Abbiamo sentito la tua mancanza!”

Dopo un’ulteriore stretta affettuosa l’amica si discosta.

Giuseppina arrossisce nel ricordare cosa era accaduto nella serata di venerdì.
‘No. Non ero ammalata. Avevo un impegno inderogabile.’

‘Si. Era con me. Scusa se mi intrometto. Sono Tonino. Piacere.- Allunga la mano e la stringe alla giovane compagna di Giuseppina.- Venerdì abbiamo fatto incontrare i nostri genitori e sai… Era una presentazione ufficiale.- Stringe la mano anche alla madre che con fatica cerca di non guardare nella scollatura e di fissarla negli occhi languidamente e prosegue indirizzandosi alla graziosa figlia.- Intendiamo andare a vivere assieme e se vorrai venire a farci visita, la porta è sempre aperta per gli amici.- Guardando poi alla madre.- Anche ai genitori se vogliono venire a trovarci…’

L’invito ha piacevolmente colpito la madre e il discorso è caduto poi sul gossip di come è andata la serata. Tonino a raccontare la cena al ristorante alla madre e Giuseppina ad ascoltare le chiacchiere sulla serata e sulle amiche. Impegnata nella conversazione, era inconsapevole che stava dando spettacolo. La scollatura si era aperta e abbondanti porzioni di seno erano in piena vista.

Stava cercando di comportarsi normalmente anche se le vibrazioni l’avevano fatta sussultare al principio. Tutta l’attenzione era indirizzata alle parole della sua amica e non alle sensazioni che provenivano dal suo corpo. Non ha notato lo sguardo incredulo e un poco arrossato dell’amica, quando questa ha notato parte di un capezzolo spuntare dalla scollatura.

Come si sono salutati, ognuno è andato per la sua strada. Tonino si è divertito a guardare il volto dell’amica che si allontanava con il volto arrossato e incredula. L’ha vista girarsi alcune volte prima che scomparissero fra un’altra fila di scaffali. Giuseppina non le ha più guardate, stringeva con forza la maniglia del carrello a causa delle vibrazioni. Dopo pochi istanti si era quasi dimenticata dell’amica. Le vibrazioni erano tali che la stavano facendo impazzire e se non fosse stato per Tonino che raccontava su quello che piaceva mangiare a lui e a suo padre, avrebbe quasi goduto. Non poteva credere che da li a poco si sarebbe trasferita in casa di lui. Voleva piangere, urlare. Non sapeva come uscire dalla situazione in cui si era cacciata da sola. Uscita dal negozio, la leggera brezza le ha ricordato che fra le gambe era bagnata. Poteva percepire i propri umori colare fin quasi al ginocchio.

Arrivati alla macchina, Tonino l’ha obbligata a sbottonare completamente il vestito. Ai capezzoli sono stati applicati gli infernali macchinari che poco dopo, hanno iniziato a succhiare e a vibrare. Ora le sensazioni erano complete. Giuseppina non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto resistere senza che un nuovo orgasmo avesse il sopravvento. Come il motore della macchina si è spento, si è accorta che Tonino aveva parcheggiato. Conosceva la zona e non era la meglio frequentata. Troppi stranieri e troppi nord africani bazzicavano l’area.

‘Togliti il vestito e passamelo.’

Era incredula. Giuseppina senza pensare troppo ha eseguito.

‘Rimani in macchina finché non tornerò.’

Come l’ha visto chiudere la porta e allontanarsi, è rimasta ad osservarlo con gli occhi sgranati. Con lui in un sacchetto, vi era il suo vestito della chiesa e lei rimaneva lì mezza nuda, con gli strani tiracapezzoli vibranti e il vibratore nelle mutandine trasparenti.

La sensazione che stava sperimentando, non era più di godimento, ma di puro terrore. Non si ricorda di aver mai avuto una tale paura in tutta la sua giovane vita. Era sola, seduta in macchina in luogo pubblico con nulla con cui si potesse coprirsi e ha iniziato a tremare. Altre volte Tonino le ha fatto fare cose strane, ma vi era sempre la sua presenza a rassicurarla e invece ora, era sola. Era nuda e senza possibilità di chiamare aiuto nella zona più brutta della città.

Ben presto ha perso la cognizione del tempo. Ha seguito con gli occhi ogni persona che vedeva controllandola attentamente anche con gli specchietti retrovisori. Chiunque capitasse vicino alla macchina, lo seguiva costantemente con lo sguardo terrorizzato.

Le prime persone che hanno notato Giuseppina, non si aspettavano di vederla mezza nuda e hanno proseguito imbarazzati per la loro strada. Altri tornavano indietro increduli per vedere meglio. Dopo pochi minuti, la voce si è sparsa e il dehor del bar vicino si è presto riempito di gente interessata alla macchina e alla sua occupante.

Giuseppina a sua volta li osservava notando che qualcuno si stava toccando il pacco nei pantaloni con fare sempre più evidente, quando Tonino ha aperto la porta facendo sussultare Giuseppina e facendola urlare di paura.

Per tutto il tempo che l’aveva lasciata sola, aveva registrato le reazioni dei passanti e non aveva mai dimenticato di imprimere anche il volto di Giuseppina e il mezzo busto che poteva vedere, lasciava intendere che era nuda.

Fra le gambe aveva il sacchetto con il suo vestito e ha osservato la macchina ripartire e fattasi coraggio, ha chiesto: ‘Stiamo andando a casa adesso?’

‘Non ancora. Abbiamo ancora un posto dove fermarci.’

Il sorriso, che le ha dato, le ha lasciato una sensazione di sconforto. Aveva tutti i nervi tesi e una voglia di piangere che non sapeva per quanto ancora poteva reggere quella giornata strana. Odiava i tiracapezzoli che le facevano male. Tremavano e succhiavano al tempo stesso e li odiava, come detestava se stessa per essere caduta così in basso. Quando la macchina si è fermata, ha riconosciuto immediatamente il posto e ha trattenuto a stento le lacrime. Erano giunti al parco. Il luogo dove si era sverginata con un vibratore.

Come Tonino ha spento la macchina è sceso e al contempo le ha detto: ‘Scendi.’

Non poteva credere che volesse farla scendere mezza nuda in un parcheggio con molte auto parcheggiate e in prossimità del parco. Luogo frequentatissimo da chi voleva prendere il sole o, al contrario, a stare al fresco o a fare solo delle passeggiate. Non sapendo cosa fare, l’ha guardato in attesa che le passasse il sacchetto con il suo vestito, ma l’ha visto scendere e passare dal suo lato della macchina. Come i loro sguardi si sono incrociati, immediatamente si è dimenticata di tutto. Si è sentita gelare il sangue e le vibrazioni del piccolo vibratore nelle mutande e dei tiracapezzoli sono spariti.

‘Sei ancora lì?’ Le ha detto dopo aver aperto la portiera. Tonino ha visto l’espressione confusa e stordita e si è rabbuiato ancor di più.

Giuseppina, stordita e spaventata, sperava in cuor suo che non l’avrebbe punita per l’esitazione nello scendere dalla macchina. Nel muoversi sul sedile, il piccolo vibratore nelle mutande ha sfregato contro il clitoride accentuando le vibrazioni e facendola ansimare. Sconvolta nei sensi, le forze le sono venute meno e per non cadere, ha fatto letteralmente un salto. Le tette hanno sobbalzato con i tiracapezzoli che non avevano mai smesso di vibrare e succhiare e con tutti i nervi allo spasimo pronti a portarla al godimento.

‘Troppo tardi, Giusy. Questa è la seconda volta che hai esitato su qualcosa che di ho detto di fare. Vedremo di trovare qualche posto un poco tranquillo per il tuo castigo. Ora vestiti. Lascia sbottonati i primi 2 e gli ultimi due bottoni.’

Impossibilitata ad indossare il vestito a causa dei tiracapezzoli e incapace di muoversi, osserva Tonino interrogativamente. Dopo aver avuto conferma da parte sua con un accenno affermativo della testa, ha preso un tiracapezzolo e lo ha stretto nel suo pugno. Sapeva bene cosa si aspettava e con coraggio e forza, l’ha tirato di scatto. Mugola stringendo i denti e gli occhi e una volta aperti questi, si osserva la tetta in cui spicca il bottoncino di carne lungo e durissimo. Effettuata anche la seconda dolorosa operazione, finisce di vestirsi e segue Tonino a braccetto lungo i viali del parco.

Camminando sul ciottolato sconnesso, si dice fra se che è fortunata a non aver indosso le scarpe con il tacco alto. Poteva godersi la fresca brezza che spirava fra gli alberi e si stava godendo quell’angolo di pace e serenità. Dopo quella giornata convulsa, i nervi avevano bisogno di essere distesi. L’unico neo, era la presenza nelle mutandine di quel piccolo vibratore e di quel ovulo inserito nella vagina che non aveva quest’ultimo ancora smesso di funzionare.

Ogni tanto lo sguardo le cadeva in basso, sulle tette. Non poteva non accorgersi dei duri capezzoli che spiccavano attraverso il leggero tessuto del vestito e camminando, poteva percepire chiaramente come le tette dondolassero libere. Lo sfregamento dei capezzoli ancora doloranti con il vestito, le procurava piccole scosse di piacere e causando il perenne indurimento ai capezzoli.

Tonino nota che vi sono poche persone nel parco. Solo sporadici anziani seduti sulle panchine e in lontananza, voci di chiassosi bambini probabilmente intenti a giocare o a fare pic-nik con i genitori.
‘Quando ci sediamo tieni le ginocchia divaricate di due pugni.- Non la guarda. Si limita a fissare la panchina che ha scelto per sedersi.- Sbottona un altro bottone sia in basso che in alto.’

Giuseppina non ha esitato ad eseguire il movimento con la sola mano libera. Non ha riflettuto sulle possibili conseguenza. Era il volere di Tonino e doveva eseguirlo. Le restavano solo altri due giorni e non voleva credere che sarebbe andata a casa sua a vivere.

Davanti a lui, due anziani avevano interrotto i loro discorsi e si erano incantati a fissarli. Tonino sapeva benissimo che i loro sguardi erano concentrati alle tette di Giuseppina e alle mutandine che si potevano chiaramente vedere. Fra se si maledice. Che occasione sprecata per effettuare delle riprese fantastiche. Era meglio se si fosse cambiata. La minigonna con la cerniera era molto meglio di quel vestitino da santerellina domenicale.

Aveva scelto bene il luogo. Sotto al grande albero, erano all’ombra e i due anziani signori erano sempre più intenti ad osservarli. Tonino si volta e inizia a baciarla sul collo. Piccoli rapidi baci cui Giuseppina risponde tenendo le labbra semi aperte e gemendo sommessamente. Quando le labbra giungono su quelle di lei, si suggellano in un lungo bacio passionale. Le vibrazioni non avevano cessato e incapace di trattenersi, geme nella bocca di lui con tutti i sensi sconvolti.
Tonino sapeva bene cosa stava facendo. Giuseppina muovendosi, aveva permesso agli spettatori della panchina davanti a loro di vedere distintamente un seno. Prossima a godere, resta incredula nel vederlo alzarsi. Poteva vedere benissimo come il bozzo deformava i pantaloni e poteva intuire l’erezione che si era formata. ‘Resta immobile e nella posizione che ti avevo detto.’

Lo vede andare via e ne resta sconcertata.

Tonino si è mosso velocemente come se avesse dimenticato qualcosa, ma fatto un largo giro, ha potuto tornare sui suoi passi non visto e registrare con la videocamera tutto quello che stava accadendo nei pressi. Un signore apparentemente ancora giovanile si siede vicino a Giuseppina e inizia a parlarle.

Tonino non immaginava di venir disturbato, non erano questi i suoi piani. Può vedere come questi indirizzi lo sguardo senza celarlo verso la scollatura. Di fronte invece, uno dei due anziani accavalla le gambe e con fare signorile d’altri tempi, inizia a toccarsi la patta dei pantaloni.

Decide che ha visto abbastanza e si avvicina alla coppia. Si ferma e li saluta cordialmente. ‘Siete interessati ad un certo divertimento che coinvolge la mia ragazza?’ Perplessi lo guardano entrambi per poi parlottare fra di loro brevi frasi. Non impiegano molto a decidere e seguono il giovane ragazzo che li precede. Raggiungono Giuseppina e Tonino ripete la stessa domanda anche al signore seduto sulla panchina con lei.

Questi perplesso e preoccupato li guarda. Mille domande corrono dubbiose nella testa…

‘Sapete che la signorina ha un vibratore nelle mutande?’

Giuseppina era in imbarazzo e le guance già rosse per la forte eccitazione raggiunta, diventano ancor più violacee e abbassa lo sguardo.

A questo punto, anche il terzo anziano sconosciuto accetta l’invito offerto da Tonino. Si incamminano come se fosse la cosa più naturale del mondo, senza scambiarsi convenevoli. Si infilano in un passaggio fra una siepe e raggiungono un area del parco dove Giuseppina riconosce immediatamente. Era lo stesso luogo dove si era sverginata non molto tempo addietro.

‘Se non vi dispiace io vorrei filmarla. Poi a casa noi ci eccitiamo a rivedere i filmati.’

I tre anziani sono sempre più incerti, quasi preoccupati.

‘Avanti… Fagli vedere come sei fatta!’

Notano Giuseppina iniziare a sbottonare i pochi bottoni del vestito e in breve restare completamente nuda. I loro dubbi e perplessità non sono ancora scomparsi del tutto. Osservano il ragazzo distendere un telo da mare a terra e successivamente posizionarla sulle ginocchia. L’accarezza e insinuata una mano nelle mutandine trasparenti, la estrae e mostra le dita umide.

‘Vedete? è tanto eccitata che gronda.- Si porta le dita al naso e poi in bocca.- Mmmmhhhh… Sai di buono porcellina mia.’ La bacia e le palpa il seno e i capezzoli turgidi.
Alzatosi in piedi guarda i signori. ‘Se volete divertirvi è ha vostra disposizione ma! Non le togliete di dosso le mutande e i vibratori.’

I due più anziani sono titubanti mentre il più giovane, allunga immediatamente le mani e inizia a palparla tutta. L’aveva riconosciuta perché assomigliava alla sua piccola nipotina e già in passato con abiti succinti l’aveva vista camminare per il parco. Era incredulo ad avere una tale giovane bella ragazza a disposizione. Si sentiva eccitata come non gli capitava da tempo. Le mani l’accarezzano dolcemente i capelli per poi giungere i seni. Titilla i capezzoli e ne soppesa i duri giovani seni. ‘Come sono diversi da quelli dell’ultima prostituta con cui mi sono appartato. Piccoli e veri. Giovani!’ Strizza fra le dita il capezzolo e Giuseppina geme distogliendolo dai suoi pensieri.

I due anziani signori sono ancora perplessi. Di tanto in tanto si guardano attorno per vedere se fosse uno scherzo preparata ad arte da qualche loro amico. Vedono le mani percorrere il corpo della giovane e insinuarsi nelle mutande. Queste sono tanto trasparenti che possono vedere chiaramente che ella è depilata e le dita di lui insinuarsi nella calda vagina. La mano viene estratta e dopo aver controllato lo strato di umido che vi si era posato sulle dita, le lappa guastandole.

Giuseppina non sa cosa fare. è immobile alla mercé del signore che ora l’abbraccia fortemente. ‘Ooohhhh… Lisa amore mio.’ Le sussurra nell’orecchio abbracciandola ancora più forte.

Non sapendo cosa fare, le mani sono all’altezza della patta dei pantaloni dell’anziano e con il dorso della mano inizia ad accarezzarlo. Lo sente gemere e poco dopo le da un lungo bacio passionale cui non si sottrae. Con gli occhi chiusi, lo vede discostarsi un poco e sente ancora pronunciare quel nome. ‘Lisa…’

In ginocchio e con tutti i sensi sconvolti dalle carezze e dalle vibrazioni, è pronta a godere. Può percepire chiaramente il calore spandersi dalla vagina per tutto il corpo. Un primo spasmo la percorre tutta e senza forze si ritrova seduta sui talloni.

L’anziano si è alzato in piedi e sbottonando i pantaloni, denuda un cazzo di tutto rispetto.

Giuseppina vede comparire davanti alla faccia il membro dello sconosciuto e sa cosa fare. Prende la cappella stringendola fra le dita e lentamente spinge all’indietro la pelle denudandola e vedendo comparire il violaceo e grosso glade. Constata che non era ancora del tutto eretto, ma la consistenza è tale che serra la mano completamente con difficoltà. Inizia a segarlo stringendo il pugno in un avanti e indietro lentamente.

Una scossa di piacere si dipana dalla vulva e Giuseppina trema tutta mugolando. Stringe ancor più forte la mano attorno al cazzo, per poi muoverla velocemente per alcuni istanti. Voleva assaggiare la consistenza della cappella e dopo averla lappata, la succhia e l’aspira nella sua calda bocca.

‘OOOHHHH…. Lisa.’ Geme l’anziano fortemente.

Giuseppina prosegue a lungo fintanto che lui non le esplode riempiendole la bocca e con le mani strette attorno alla nuca.
‘Lisa! OOOHHHH… Lisa!’ Urlando di piacere sentendo la propria forza sgorgare ritmico nella bocca di lei.

Anche Giuseppina non più trattenendosi, mugola e sbuffa fortemente dalle narici. Gode e trema facendo sussultare maggiormente l’anziano. Lei continua a bere e a succhiare avidamente scossa dalle ondate di piacere provocate dai vibratori e che da tanto la stavano eccitando.

Liberata alla presa alla testa, Giuseppina si lascia cadere sui gomiti ansante. Il cazzo ora libero dondola ancora umido di saliva e l’anziano osserva la giovane ragazza a terra. Nota che è ancora scossa da forti tremori di piacere e ne è sollevato. Non era un sogno quello che che ha vissuto. Era reale e si sentiva euforico e ancora eccitato.

Soddisfatto per la ripresa fatta, Tonino le si avvicina. Per Giuseppina la giornata non era ancora finita. Consegnata la videocamera all’anziano vicino, si avvicina e la mette in ginocchio. Nota che la pelle era imperlata di sudore e le guance erano ancora rosse per il piacere provato poc’anzi. Senza dire nulla, le ha messo una palla di gomma in bocca e gliel’ha allacciata dietro alla nuca. Poco dopo le ha alzato le braccia e le ha legato i polsi attorno ad un ramo in alto ben più sopra la testa.

Giuseppina si ritrova quasi appesa per i soli polsi. Terrorizzata per quello che le stava facendo avverte appena le vibrazioni al clitoride e nella vulva che ancora continuavano.

Senza una parola Tonino le copre la testa con il vestito, le allarga le gambe eccessivamente e Giuseppina si ritrova appesa per i polsi al ramo. Le sole mutandine le coprono ancora il pube e per la posizione, può percepire i propri succhi vaginali colare e inumidirle.

Per la posizione assunta, le tette sono sollevate e sotto lo sguardo vigile e avido degli anziani, Tonino inizia a toccarla in ogni dove. Sui seni che palpa e martorizza i capezzoli; sul pube, strofinando il clitoride e percependo lui stesso la forte intensità delle vibrazioni.

Con tonino lei non sapeva cosa aspettarsi. Ora aveva una paura folle e tremava. Sapeva di essere un un’area del parco semi nascosta, ma era nuda e chiunque poteva passare in cerca di refrigerio e vederla.

Dallo zaino Tonino estrae due piccoli oggetti metallici e dopo averli fatti vedere ai signori e alla videocamera, li ha mostrati a Giuseppina. Sollevata per il fatto che ha potuto vedere solo per qualche istante, si è subito pentita. La vista dello sguardo sadico di Tonino e quei piccoli oggetti luccicanti le hanno fatto venire i brividi. Le ricordavano oggettivamente i cavi che aveva visto usati una volta dal padre per ricaricare la batteria della macchina.

‘Ancora non hai capito che per te le cose sono cambiate.- Le sussurra all’orecchio Tonino.- Ti avevo detto che mi aspettavo da te totale ubbidienza e velocità di esecuzione ogni volta che ti avrei chiesto qualcosa. Eri stata avvertita che saresti stata punita. Per due volte oggi hai esitato a muoverti. Quindi verrai punita… E ho intenzione di farti molto male.’

I piccoli, oggetti d’argento si sono rivelati essere dei morsetti e Giuseppina ha potuto scoprirlo quando uno di questi è stato applicato sul capezzolo sinistro. Giuseppina ha stretto gli occhi e i denti contro la palla di gomma per il dolore e ha gemuto. Passato il primo istante di sorpresa e di intenso dolore, ha iniziato a respirare con affanno. Tonino le applica anche il secondo e il dolore la scuote facendola tremare tutta e uggiolare e piangere. A differenza della prima volta che le aveva palpato il seno e il capezzolo, il secondo morsetto è stato applicato in modo inaspettato per lei.

Ritrovata un poco di lucidità mentale, l’unico cosa che poteva percepire, era la fredda catena che da questi cadeva lungo il corpo e che sbatteva al ritmo della respirazione. Aveva l’impressione che il piacere prodotto dai due vibratori che poc’anzi la stavano riportando al godimento si fossero fermati e che tutte le terminazioni nervose si fossero concentrate sui dolorosi capezzoli.

Tonino le ha scoperto il capo e in questo modo Giuseppina ha avuto come l’impressione di poter respirare più agevolmente anche se solo attraverso il naso. Ha osservato come dallo zaino estrasse due piccoli cilindri di ottone con dei ganci sulla sommità e glieli ha fatti dondolare davanti al naso.

Notato lo sguardo compiaciuto di lui, è rimasta terrorizzata e ha iniziato a gemere e a piangere pur non sapendo cosa aspettarsi ancora. Cercava in tutti i modi di farsi capire e guardava supplichevole gli anziani spettatori. Vede la mano sollevare una catenella e Giuseppina continua a muovere la testa di lato in segno negativo. Solo mugolii le uscivano dalla bocca, mentre il viso era solcato dalle lacrime.

‘Sei la più depravata porcellina della città. Hai i vibratori che ti eccitano e ti piace essere punita davanti ad estranei. Che ne dite? è la miglior puttana della città?’

Gli anziani signori sono increduli e stanno provando sempre più eccitazione nel guardare la strana coppia giocare in quel modo. Vedevano benissimo come si stava bagnando in mezzo e lungo le cosce.

Tonino non sembrava preoccuparsi dei lamenti della ragazza. Al gancio in fondo alla catenella ha appeso il peso e con un sorriso sadico ha lasciato cadere il peso di colpo.

Giuseppina ha gridato spalancando come meglio poteva la bocca e gli occhi per il dolore tremendo che ha dovuto sopportare. Le sembrava che il capezzolo le fosse stato strappato via. Ha cercato di sollevarsi sulle braccia per liberarsi i polsi, ma inutilmente e peggio, ogni movimento che faceva il peso dondolava dandole nuovi lancinanti e più profondi dolori.

Disperata, si lascia cadere senza forze e dai polsi le arrivano nuovi dolori e non solo. Con le braccia allungate e tirate in alto, i muscoli pettorali erano stati sollevati e questi, avevano sollevato i seni facendo ballare nuovamente il peso e procurandole nuove fitte ai capezzoli. Con gli occhi gonfi dalle lacrime, nota che davanti al viso le dondola ancora un peso. Mugola senza forze e con la morte nel cuore aspetta l’inevitabile.

Il secondo peso è agganciato alla catenella e prima di essere lasciato, Tonino tira a se un poco. I morsetti metallici si insinuano nella carne delicata del capezzolo facendo ansimare e mugolare la povera Giuseppina senza più forze.

A differenza del primo, questi è stato lasciato cadere da un’altezza ancor più alta e Giuseppina ha urlato con tutta l’aria che aveva nei polmoni il suo dolore. Ad ogni respiro che faceva, fitte dolorosissime le percorrevano tutto il corpo facendola ansimare e piangere. Ha cercato di liberarsi dalla corda, ma il solo risultato è stato di muovere eccessivamente i pesi e a procurarsi nuovo insopportabile dolore. Dopo un lungo tempo si è osservata in basso e ha visto che entrambi i morsetti erano ancora agganciati ai capezzoli. Il dolore era tale che non sapeva per quanto avrebbe potuto resistere ad una tale tortura. Pensava che i si potessero strappare da un momento all’altro. Con gli occhi gonfi, osserva Tonino che ha fra le mani una cintura e non si capacita che cosa voglia fare.

‘Ti ho detto che saresti stata punita… Penso che non amerai il marchio che sto per andare a fare sul tuo bel culetto. Sospetto che non godrai molto…’

Tonino le è andato di spalle e le ha coperto nuovamente gli occhi. Le ha abbassato le mutande quel tanto che basta per denudare le chiappe e poi le ha dato un leggero puffetto sul sedere.
‘Venite a vedere che bel sedere abbronzato ha questa cattivella.’

Gli anziani esterrefatti per l’inconsueto spettacolo, osservano bramosi il perfetto sodo sedere.

‘è perennemente nuda in spiaggia e quando non può, usa solo un piccolissimo string che non nasconde nulla.’

Il primo colpo è caduto sul sedere inaspettatamente. Giuseppina si muove e si contorce tutta. Non poteva credere che lui la stesse sottoponendo ad un atto tanto crudele. Non solo aveva male sulla striscia di pelle dove la cintura era atterrata, ma anche i capezzoli gridavano tutto il dolore possibile. Nel muoversi i pesi stavano dondolando e i morsetti pareva che volessero mangiarle i capezzoli entrando nella viva carne.

Alla seconda scudisciata, trattiene il respiro per non sollevare il petto e dopo la terza dolorosissima che si è abbattuta sul sedere, trema tutta. Il dolore è tale che non riesce più a fermarsi. Si dimena come impazzita procurandosi lei stessa ancor più dolorose fitte ai capezzoli e ai polsi. Cerca in tutte le maniere di liberarsi, ma inutilmente e stremata, si abbatte di peso sospesa al ramo per le braccia.

Calde lacrime le percorrevano le guance. Gemiti e singhiozzi di un pianto che non cessava, davano agli spettatori allibiti la sicurezza che Giuseppina era ancora viva.

Non aveva idea quanti colpi erano caduti sul sedere. L’unica cosa certa era che ogni volta i pesi dondolavano procurandole tutte le volte un dolore vivo e profondo ai capezzoli. Non era capace di stare ferma. Era come se la cintura fosse fatta di ferro rovente e che la spingesse invece che cadere e lasciarla ferma sul posto. Altre volte era stata battuta sul sedere, ma al confronto, le punizioni di suo padre erano delle carezze.

Il sedere tutto le stava bruciando e come Tonino le ha liberato i polsi, lei è caduta fra le sue braccia incapace di reggersi sulle proprie gambe. Sdraiata a terra, le ha messo una mano fra le gambe e poco dopo l’ha estratta.

‘Osservate com’è bagnata la porcellina.- Mostrando le dita umide ai signori anziani.- Le piace essere punita.’

Giuseppina senza forze, si lascia manipolare e poco dopo mugola nel sentirsi violare il piccolo e stretto buco del sedere.

‘Venite anche voi ad assaporare la maialina.’ Tonino ripreso possesso della videocamera, filma i due anziani che allibiti e bramosi di lussuria palpano e accarezzano il corpo di Giuseppina. Lei geme ogni volta che un dito la penetrata nella figa umida e calda o quando viene constatata l’elasticità dell’anello elastico del sedere. Mugola come le tette vengono accarezzate e palpate o quando un morsetto viene sfiorato facendola tremare di dolore. Il piacere e il dolore si accavallano in lei stordendola e facendola ansimare sempre più forte.

Il più intraprendente dei due anziani si sbottona la patta dei pantaloni e guida la testa della ragazza contro il proprio inguine. Capito le intenzioni del compagno, libera la bocca di Giuseppina dalla palla di gomma e questa non ha il tempo neppure di respirare liberamente che immediatamente il cazzo la riempie.

Percepisce l’odore il forte gusto dell’anziano, ma non si sottrae. è totalmente sottomessa al volere e alle voglie lascive di quegli estranei. Si lascia manipolare e guidare fintanto che la bocca non si riempie di caldo sperma e lei come è abituata a fare, ingoia tutto. Anche l’ultimo anziano viene soddisfatto con il medesimo modo e a differenza degli altri due precedenti, i getti di sperma sono più forti e intensi anche se non molto copiosi.

Soddisfatto ed eccitato, Tonino passa la videocamera ad uno degli anziani e si inginocchia vicino a Giuseppina. Lei si lascia guidare e la posiziona in ginocchio e piegata in avanti, in modo che anche le palme delle mani siano messe a terra.

Dopo i primi momenti di panico e dolore, ora è sollevata e può respirare agevolmente. I pesi sono posati a terra e il dolore ai capezzoli si attenua.

Tonino le sposta le mutandine di lato, e si meraviglia dello stato di eccitazione e umido in cui versa Giuseppina. Il cazzo entra nel piccolo buco del sedere senza difficoltà e si ferma solo quando il bacino e contro al suo. Dalla sottile membrana interna, riesce a percepire le vibrazioni al glade. Gli piace a tal punto, che pensa di ripetere l’esperienza ben presto. Presa fortemente per i fianchi, inizia a scoparla con forza e violenza.

Giuseppina cerca di opporsi e di non muoversi. Ad ogni affondo è spinta in avanti o all’indietro e i seni a loro volta dondolano e i pesi, tirano dolorosamente i capezzoli. Urla, geme, mugola il suo dolore a lungo con le ondate di piacere che montano dalla vulva. Non capisce e pensa che stia impazzendo. Quando Tonino le dà radi e violenti colpi e percepisce il caldo seme riversarsi nell’intestino, lei esplode sobbalzando e tremando tutta per l’incredibile orgasmo.

Urla e si dimena, per poi abbattersi sui gomiti con la testa appoggiata alle braccia. Il viso è sconvolto dal piacere e increduli, gli anziani signori continuano ad osservare e a filmare la scena.

Continua a respirare affannosamente, i capezzoli le fanno malissimo e la posizione le allevia il dolore. I pesi sono appoggiati a terra. Vorrebbe sdraiarsi per allungare le gambe, ma resta ansante a respirare con i vibratori che continuano funzionare e a farla restare eccitata.

Come lui ha finito di rivestirsi, la libera dai morsetti e Giuseppina in apprensione si osserva. Da entrambi i capezzoli eretti, piccoli forellini indicano dove poco prima vi erano i denti che la martirizzavano. Tenendola dolcemente fra le braccia Tonino le soffia un poco di aria fresca per alleviarle il bruciore. Ha l’impressione che lievi stille di gocce di sangue stiano sgorgando dove prima vi erano i denti dei morsetti. Giuseppina è esterrefatta da dolce e improvviso atteggiamento in cui è cambiato, ma non è durato a lungo.

Tonino le mette un collare al collo. ‘In ginocchio cagna!’ Le allaccia in seguito un guinzaglio e la guida per il sentiero. Strattonata, viene obbligata a camminare a quattro zampe, seguita da presso dagli anziani signori. Giunti al parcheggio, il sole li colpisce in pieno ora che avevano lasciato la parte alberata. L’asfalto le brucia le mani e le ginocchia e pur mugolando e soffrendo terribilmente, Giuseppina affronta con coraggio anche questa parte umiliante. Piange e singhiozza sommessamente, ma continua a camminare in quel modo sentendo come le vibrazioni nelle mutande si stiano facendo sempre più intense.

‘Mi auguro che non sarai più disubbidiente, cagna! Penso che d’ora in poi potrai scegliere fra l’inviare una certa cassetta, o assaggiare la cintura…’ La guarda come se fosse arrabbiato e lei ne ha paura.

Ancora una volta Giuseppina ha avuto la realtà su chi aveva in mano la sua vita. Ha camminato in quel modo con gli occhi che le facevano male per il riverbero del sole, le ginocchia doloranti e il sedere esposto ai tre anziani che sicuramente era rosso per tutte le cinghiate subite.

Una macchina è passata vicino a loro e pur non vedendola, Giuseppina si è vergognata a dismisura con le guance che le bruciavano. Sperava e ne era quasi certa che la presenza di Tonino fra lei e la macchina che era passata ne aveva oscurato la visuale e in cuor suo se lo augurava.

In piedi e di fianco alla macchina, Tonino saluta gli anziani signori che lo ringraziano per l’inconsueto spettacolo. Il più giovane dei tre anziani apre il portafogli ed estrae una banconota. Presto l’esempio è seguito anche dagli altri due anziani e Tonino accetta scambiando con loro il numero di cellulare e invitandoli a contattarlo per organizzare ancora qualche incontro. Anche Giuseppina viene salutata a sua volta dandole baci cordiali sulle guance, ma le loro mani vagano per tutto il corpo facendola ansimare e gemere. Il dolore ai capezzoli ancora eretti è vivo e come questi vengono sfiorati, spasmodicamente geme trattenendo il respiro per il dolore.

Partono con lei seduta al posto del passeggero con il vestito in dosso, ma completamente aperto e sbottonato. Al semaforo la guarda con un malizioso sorriso. ‘Sei stata brava oggi. Complimenti.- Il semaforo scatta e la macchina riparte.- Camminare con te e passare le giornate insieme a te, è sempre un piacere indescrivibile. Non vedo l’ora che vieni ad abitare a casa mia.’

Fermi davanti a casa, stava pensando alle parole che le aveva detto. Non era in grado di capire se si aspettasse una risposta o meno. Voleva urlare. Voleva piangere e picchiarlo per gli abusi sofferti durante la giornata. Voleva…

‘Hai voglia di scendere dalla macchina nuda?’ Le chiede Tonino distogliendola dai pensieri. Solo in quel momento alzando la testa può vedere la sua casa stagliarsi di fronte a loro. Poco distante una signora con il cane, passeggiano sul marciapiede e in quel momento Giuseppina ha compreso in che guaio si era cacciata veramente.

Come la signora li ha superati, sono scesi dalla macchina e si sono diretti verso casa. Giuseppina non si è coperta. è rimasta semi nuda a camminare nel vialetto e su per le scale del palazzo. In casa, Tonino è stato guidato in camera e la spogliata. Spento il vibratore clitorideo, le ha tolto le mutandine umide e zuppe di secrezioni vaginali. Il filo dell’ovulo uterino era tanto viscido che ha fatto fatica a tirarlo fuori. Quando questo è uscito con un rumoroso rumore di risucchio che ha rimbombato per tutta la stanza, Giuseppina ha sospirato con soddisfazione.

Ben presto il posto è stato preso dal caldo e pulsante cazzo e dopo poche spinte, Giuseppina non è riuscita a nascondere il suo piacere e ha goduto urlando e ansimando. Quando poi è stata la volta di Tonino, lei ha goduto ancora al punto che si è appesa con le unghie nella schiena di lui, mentre il seme caldo si riversava nell’utero a ondate continue facendola gemere e godere di lussuria.

Immobile a cosce oscenamente aperte, Tonino e Michele osservano le stille di sperma che sgorgano dalla vagina oramai piena anche dal seme del fratello.

‘Hai una bellissima figa… Sai?- Tonino le accarezza la pancia e le gambe dolcemente.- Sei pronta a trasferirti? Sono certo che ci divertiremo un mondo a casa assieme.’

Giuseppina non risponde. Si limita a guardare il soffitto piangendo sommessamente. ‘Martedì.’ Si continua a ripetere. ‘Martedì e tutto sarà finito.’

Maxtaxi

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Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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