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Racconti di Dominazione

Moglie da ladra a schiava

By 1 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Le cose le piacevano, prese il vestito a tubino bianco e lo nascose sotto al cappotto. Lo stesso fece con le mutandine e le autoreggenti, io sorvegliavo che non fosse vista.
Era un’amante dei furti per divertimento e gli abbigliamenti provocanti che tanto le piacevano difficilmente li comprava. Io facevo il palo.
Quando, alla cassa, fece per pagare le poche confezioni di alimentari, le si avvicinarono 2 guardie e le intimarono di seguirla.
Lei:’Cosa volete da me!’ urlò cercando di divincolarsi!
I due non si fecero assolutamente e come fosse un pacco la sollevarono e ci portarono nell’ufficio del capo della sicurezza.

Il responsabile era un uomo enorme, una faccia che esprimeva grande determinazione ed un ghigno divertito. A fianco a lui una guardia femmina, alta, capelli rossi, lineamenti spigolosi, minigonna e stivali. Affusolata nel completo di pelle nera sorrideva sadica come in attesa del suo boccone.
Lei era rimasta senza parole ma subito le si avvicinò la femmina che le aprì il cappotto ed estrasse la refurtiva.
Io rimasi in un angolo, passivo.
Capo: ‘Bene bene bene’.
Capo: ‘Ci siamo divertiti eh! Da ora ci divertiremo noi! Abbiamo il filmato di tutte le cose di cui vi siete appropriati da mesi e, se non volete essere denunciati e finire male, dovrete sottometterti a TUTTI i nostri ordini!’

Lei scoppiò in lacrime: ‘Ma cosa dovrei fare???!’
Capo: ‘innanzi tutto spogliati completamente così verifichiamo che non habbia altra refurtiva addosso. Poi ti daremo i primi ordini’.
Piano piano cominciò a spogliarsi rimanendo in mutande, scarpe e reggiseno. Sulla donna sadica un ghigno sempre più soddisfatto. Aveva capito che, una volta completamente nuda, sarebbe stata completamente sottomessa ed obbediente ai loro voleri.
Capo: ‘TUTTO! Devi toglierti tutto!’
Rimase nuda. Sulla figa una bella peluria bionda, curata. I seni pieni e sodi con i capezzoli rivolti all’insù.
Presto la sadica le si avvicino e le palpò tette, figa e culo. Tutto era sodo e vellutato. Sembrava fatta per dare piacere. Sul suo viso cominciarono a scendere lacrime.
Sadica: ‘mettiti subito a gambe aperte e mani dietro la nuca! Devo verificare che non abbia nascosto altra refurtiva!’
Singhiozzò. Capì che la avrebbe intimamente perquisita e le lacrime scesero più copiose.
La sadica le intimò di aprire di più le cosce, si unse la mano destra e cominciò a penetrarle la figa con il dito medio. Una volta in profondità aggiunse anche l’indice e cominciò a spingerle sulle pareti interne. Voleva sentisse la dilatazione e per aiutarsi spingeva, con l’altra mano, sul ventre.
Piangeva sempre di più e dopo diversi minuti di quel trattamento cominciò a sentirsela indolenzita. Finalmente la tortura alla figa finì e la sadica estrasse violentemente le dita.
La sadica continuò ispezionandola analmente: lubrificò dita e buco del culo ed iniziò infilandole il medio. Lei si lamentava e la vergogna la dominava. Le fu infilato anche l’indice e le dita le furono infilate in profondità e ruotate ripetute volte. Le furono infilate diverse volte e sempre, sfilandole, la sadica ebbe cura di metterle ad uncino per potere pizzicare, aiutata dal pollice, l’anello dello sfintere.
Tutti i presenti: capo, le guardie, la sadica, guardavano con soddisfazione quella femmina ormai completamente in loro potere.
La sadica ebbe cura di ispezionare accuratamente anche la bocca infilandole le dita in bocca e facendole assaporare i succhi vaginali ed anali.
Sadica: ‘nei tre orifizi non nasconde nulla! Ma dovreste sentire come è stretta! Dovremo fare un grande lavoro!’

Il capo le ridette il vestito a tubino bianco, le autoreggenti e un paio di scarpe con tacco altissimo: ‘tieni di aspettiamo domani sera dopo le 22. dovrai presentarti con il tubino, le autoreggenti e le scarpe. Ovviamente non dovrai indossare la biancheria né il reggiseno. Ti dovrai depilare completamente avendo cura di non lasciare neanche un pelo intorno alla figa ed al buco del culo. Inizieremo il trattamento e ricordati sempre dei filmati e della fine che faresti se li usassimo contro di te. E voi datemi la rubrica del telefono! Per il lavoro di domani voglio invitare un po’ di persone giuste. Ci divertiremo! Siete sposati vero?’
Lei: ‘Sì’
Capo: ‘dovrete venire tutti e due così anche tuo marito potrà vedere di persona i trattamenti a cui ti sottoporremo!’
Lei disperata si rivestì e si avviò verso casa. Si sentiva svuotata, un oggetto che sarebbe stato usato in tutti i modi. Lui non riuscì a fiatare. Aveva capito che non avevano più nessuna possibilità di rifiutare e si preparò a vedere la moglie umiliata e sottomessa ai loro desideri più perversi.
Il giorno dopo ore 22
Si presentarono al corpo di guardia come gli era stato ordinato.
Lei, vestita solo con il tubino bianco, le autoreggenti, le scarpe con il tacco era molto provocante. Veniva evidenziata ogni sua curva ed i capezzoli svettavano durissime sulle grandi tette.
La sadica la prese subito. La spogliò e la lasciò solo con le autoreggenti e le scarpe.
La fece sistemare su una specie di sedia ginecologica e le fece allargare per bene le cosce affusolate.
Intorno vi erano circa 30 maschi, uno più massiccio dell’altro e la guardavano vogliosi: nuda, con figa e culo bene esposti e le tette completamente scoperte.
La donna sadica disse che avrebbe fatto sì che non vi fosse alcun pelo sulla figa ed intorno al buco del culo.
La femmina aveva lasciato qualche peluzzo intorno alle labbra della figa ed al buco del culo per paura di sentire dolore. La sadica, una volta appurato che il lavoro non era completo le legò polsi, caviglie e ginocchia alla poltrona ginecologica. Prese una pinza e cominciò a strapparle ad uno ad uno i peli rimasti. Lei urlò per tutto il trattamento ed alla fine figa e culo apparivano rossi ed irritati da quella spietata depilazione.
Sono le 22:30 ora la sadica si rivolge ai 30 maschi: ‘ora potete usare la sua bocca per svuotarvi le palle’.
Subito arrivò il primo: volle che lei si inginocchiasse davanti a lui, le disse di succhiarglielo tutto. Lei iniziò una timida pompa ma lui le prese la testa e le impose un buon su e giù. Dopo circa 20 minuti esplose nella sua bocca. Volle che lei ingoiasse tutto. Lei con molta vergogna eseguì.
Altri si alternavano nella sua bocca e lei ingoiava sempre più sborra e cominciò al quinto bocchino a perdere qualche coccia ai lati della bocca.
Per punizione la sadica la fece sdraiare e chiamò un nero dal cazzo grossissimo.
Lui le si mise a gambe larghe sopra le tette e dopo averla bloccata le infilò tutto il suo enorme cazzone in bocca. La scopava con violenza il bocca e dopo poco lei era una maschera di lacrime e di sofferenza, il trucco completamente disfatto. La chiavata animalesca durò per 30 minuti. Per lei che subiva la violenza in bocca un tempo infinito. L’uomo aveva palle grossissime e sicuramente avrebbe riversato presto un fiume di calda sborra direttamente nella gola di lei.
La sadica la minacciò che, se non avesse ingoiato fino all’ultima goccia la punizione sarebbe stata terribile.
Lei vedendo a cosa era sottoposta e a come era stata depilata poco prima pianse ancora ma si convinse ad eseguire l’ordine.
Lui accelerò il ritmo, affondo ancora di più il cazzone nella bocca di lei. La sua bocca conteneva a fatica quel palo di carne che la stava letteralmente chiavando in bocca. Lui esplose in un getto potentissimo direttamente in gola, lei strabuzzò gli occhi dallo sforzo di ingoiare quel fiume di sborra ma ce la fece, neanche una goccia uscì dalle sue labbra. Non contento lui le impose di tenerlo in bocca e succhiarlo obbligandola ad ingoiare anche le ultime gocce.
La lasciarono sdraiata ed arrivò un altro: il cazzo lunghissimo ed arcuato verso l’alto. Usò lo stesso sistema del nero ma grazie al suo cazzo storto poteva spingere la cappella verso l’alto del palato.
Anche lui la lavorò a lungo e quando esplose con un prolungato getto, due fiotti di sborra le uscirono dalle narici e colarono sulle palle. La sadica pretese che leccasse ogni goccia: non doveva perdere neanche un grammo di sborra!
La tortura proseguì, lei aveva leccato numerosi cazzi ed ingoiato almeno un litro di sperma. Il suo volto era sfigurato, le labbra gonfie, la sadica esultava.
Ora continuarono ad abusare del suo corpo: lei doveva strizzare le tette intorno al membro dell’uomo, il lui di turno le avrebbe arrotato e tirato i capezzoli; solo poco prima di sborrare glielo avrebbe infilato inesorabilmente in bocca.
I fiotti di sborra continuarono a riempirle per un tempo interminabile e la lavorazione delle tette e della bocca di mia moglie proseguì fino alle 5 di mattina quando la congedarono: i capezzoli erano gonfi, allungati, le tette ammorbidite dal troppo lavoro e la bocca indolenzita dai troppi cazzi ricevuti. Aveva un senso di nausea causa l’enorme quantità di crema ingoiata e barcollando a fatica si rivestì.
La sadica disse: ‘ti verremo a trovare ogni mattina e fra 3 giorni, stessa ora dovrai ripresentarti! Puntuale e’. pronta!’
Raggiungemmo casa, ambedue eravamo senza parole. Un unico pensiero: come avrebbero proseguito negli abusi della povera femmina?
– La prima mattina.

Non dormimmo un gran che quella notte lei era umiliata e intimorita da cosa le avrebbero fatto le volte successive.
Mi chiese di scoparla perché disse:
‘Non si sa mai dove arriveranno, voglio darti piacere fino a che mi è concesso.’
La chiavai per circa un’ora e volle che le sborrassi tutto in figa; da come si comportava sembrava diventata molto più puttana, forse il trattamento che subiva aveva il suo effetto.
Verso le 11 si presentò la sadica con due grosse guardie al seguito.
Entrarono senza inibizioni, le intimarono di spogliarsi e si spogliarono a loro volta.
La sadica le ispezionò la figa e notò che aveva avuto un rapporto ed urlò:
‘Chi ti ha dato il permesso di farti scopare?’ E poi indirizzata a me:
‘E tu? Come ti sei permesso di montarla e soprattutto sborrarle in figa? Ora verrete puniti tutti e due!’

Lei venne presa e bloccata a pancia basso e la sadica estrasse una paletta in legno scuro con dei rilievi sulla faccia piatta.
Dichiarò che le avrebbe inferto 50 colpi.
Iniziò a colpire le chiappe di mia moglie con forza, dopo circa 10 colpi la pelle, da bianchissima che era, era già arrossata. Mia moglie si divincolava ma le due guardie muscolose la bloccavano senza problemi. Mia moglie dava segnali di maggiore sofferenza con l’aumento dei colpi.
25: colpi il culo è completamente arrossato e le lacrime solcano il viso della povera femmina.
40 colpi: le chiappe sono praticamente viola e lei urla con tutto il fiato che ha in gola.
50 colpi: il culo è di un colore viola scuro e lei, spossata, ormai non urla più.
La lasciarono così, senza energie e la sadica venne da me.

Mi fece legare sdraiato sul tavolo e dichiarò:
‘ora punirò il tuo cazzo per avere sborrato dentro la nostra schiava senza permesso! Ti mungerò ogni goccia di sborra che hai in corpo e ci penserai bene prima di ripetere un gesto simile!’
Estrasse dalla borsa una strumentazione che non era altro che una mungitrice automatica e me la applico al cazzo; collegò i cavi alla rete e fece andare il tubo della mungitrice in un bicchiere. Incredibile, era arrivata con già l’attrezzatura per punirci entrambi, cercava solo una scusa per farlo ed ora eravamo in sua balia.
Ora faremo sbocchinare cazzi a tua moglie e quando l’avrai duro inizierà il trattamento.
I due tornarono da mia moglie e la obbligarono a prenderlo in bocca. Lei stremata dal trattamento precedente ci metteva poca energia ma loro senza problemi la scopavano in bocca. I due avevano bei cazzoni lunghi ma soprattutto larghi e le allargavano completamente la bocca e le labbra. Dopo 5 minuti di quella visione ed il mio cazzino cominciò ad indurirsi; niente a che vedere con i due cazzoni che lavoravano la bocca di mia moglie ma era quello che la sadica aspettava.
Accese la macchina che cominciò a mungermi in cazzo che raggiunse presto la sua dimensione massima.
La mungitrice lavora alla velocità minima: dopo 10 minuti la prima sborrata, godo, non capisco la punizione, la crema viene risucchiata e finisce nel bicchiere; solo quando non escono più gocce viene spenta per pochi secondi ma, prima che il cazzo si ammosci completamente, viene riaccesa.
Velocità medio bassa: 15 minuti di lavorazione. Avendo già goduto serve più tempo ed intensità. Godo ancora ma comincio ad intuire la tortura. Il cazzo è indolenzito, la sborra poca e densa, le palle completamente svuotate.
Velocità medio alta: 12 minuti prima di svuotarmi ancora. Sono distrutto: cazzo e palle mi fanno male; sborrare è diventata una sofferenza; i coglioni si sono praticamente rinsecchiti.
Velocità alta: 10 minuti di mungitura feroce; un’agonia, l’unica coccia che esce sembra lava incandescente; il dolore alle palle insopportabile; mi brucia anche nel culo sotto le palle nella zona prostatica; è come se mi avessero svotato di tutto. Sono quasi svenuto ed in una dimensione di totale sofferenza del mio sesso.
La mungitrice viene finalmente tolta. Mezzo bicchiere è stato estratto ma mi sento cazzo, palle e tutta la zona come prosciugati completamente. Un sorriso maligno e soddisfatto è sul viso della sadica. Io rimango senza forze, sudato, distrutto dalla feroce mungitura.

Mia moglie intanto è presa ad ingoiare sborra che i due le scaricano continuamente e direttamente in gola. Dalle labbra cola un rivolo di sperma ma deve ingoiare tutto e non lasciarsi sfuggire neanche una goccia.

Io comincio lentamente a tornare alla realtà; distrutto comincio ad uscire dallo stato di semisvenimento e vengo slegato.
Mi mettono seduto e mi espongono come mi nutriranno ed idrateranno; dovrò:
Bere tutto il mezzo bicchiere di sborra che mi hanno munto;
Bere un bicchiere di piscio fornito dalla sadica per idratarmi.

Sono svuotato ed incapace di reagire e eseguo mio malgrado ingoiando i liguidi disgustosi. Mi sento nauseato ma l’ordine è stato eseguito.
La sadica: ‘ci vediamo domani schiavi! E mi raccomando: nessuna iniziativa senza chiederci il permesso! Altrimenti per voi saranno guai seri!’

Finalmente ci lasciano; ci trasciniamo a letto distrutti.
Abbiamo perso ogni dignità, il desiderio è solo di riposarci.

Ci proponiamo di non prendere iniziative di nessun genere per non incappare nelle terribili punizioni della perversa sadica.

– La seconda mattina

Ci alzammo ancora a pezzi.
Il culo di mia moglie, nonostante le creme lenitive, era ancora molto arrossato; il mio cazzo completamente avvizzito e le palle sembravano due ceci secchi.

Arrivarono: La sadica ispezionò culo e figa di mia moglie poi disse:
‘Ottimo schiavetti cominciate a capire! Ora tua moglie ormai diventata una bocchinara ingoiatrice farà il suo lavoro e io inculerò te; faro di te la mia troietta! Al lavoro!’

Mia moglie inizia a lavorare con perizia i due cazzoni e io vengo fato mettere alla pecorina davanti ad uno specchio in modo che possa vedere cosa farà al mio culo.
La sadica mi viene dietro; si mette un guanto ed inizia ad allargarmi il buco prima con uno poi con due dita. La sensazione è nuova: all’inizio sgradevole ma più mi allarga e meno fastidiosa diventa. Vedo chiaramente tutte le dita affondare nel culo, il buco si schiude.

Dalla solita borsa estrae una mutanda che si lega in vita: vi è infisso un cazzo più grande del mio ma non certo grosso come quello delle guardie. Se lo infila e mi appoggia la cappella al buco, spinge.
Le pareti dello sfintere si tendono ma resiste. Lei non si preoccupa e prosegue l’opera di devastazione al mio povero ano. Entra la cappella.
Il buco ha ceduto! Mi ha sverginato!
Lentamente me lo infila fino all’ultimo millimetro, mi sento completamente aprire e sfondare, dallo specchio ho potuto vedere tutto il cazzo sparire nel mio culo.
Inizia a lavorarmelo, entra in profondità, lo estrae quasi completamente e lo riaffonda. Dallo specchio vedo tutto.
All’inizio la lavorazione è lenta poi, progressivamente aumenta il ritmo fino a diventare furibondo.
Mi sento sfondato, il buco del culo spanato dalla velocità dell’inculata, sono completamente aperto!
A questo punto inizia un’altra tecnica: lo estrae completamente e solo quando il mio buco tenta di richiudersi lo affonda senza pietà allargandomelo sempre di più.
Solo quando il mio povero sfintere risulta incapace di chiudersi si sdraia e mi obbliga ad incularmi sopra di lei con la faccia verso lo specchio. Mi fa rimanere accovacciato e lei da sotto mi incula veloce ed in profondità.
Poi dice:
‘Ora ti farò sborrare ma, visto il trattamento di ieri sarà doloroso, utilizzerò la cappella del mio cazzo per spremerti per bene la prostata e toglierti ogni goccia di sborra!’
Mi vedo e mi sento una troia con quel cazzone che mi stantuffa il culo. Lei prende il mio cazzo rattrappito dal giorno prima e comincia a segarmelo vigorosamente e, quando sente che ha un minimo di vitalità, cambia l’angolazione del suo cazzo e preme in un punto particolare fra le palle e il culo. Dopo poco sborro, l’uscita della crema è ancora dolorosa ma meno delle ultime volte della mungitura; uno spruzzino denso esce e lei prontamente lo raccoglie nel palmo della mano.

Esce col suo cazzone dal mio povero culo allargato. Spalma la mia sborra sul cazzo e mi obbliga a pulirglielo. Lecco tutto con attenzione, voglio che non mi punisca ancora. Divento sempre più troia ed il mio culo rimane aperto ed esposto.

Mia moglie intanto ha ingoiato abbondanti sborrate e le due guardie sono finalmente soddisfatte.

La sadica ci salutò così:
‘Vi aspettiamo domani al solito posto! Sarà una magnifica giornata: sfonderemo la figa di tua moglie completamente! Riposatevi schiavi!’

Ci guardammo rassegnati, ormai gli appartenevamo!

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