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Racconti 69Racconti di Dominazione

M’s story. Capitolo 22. Britney!

By 9 Novembre 2022No Comments
[Riprendo dal precedente. Ercole: “Bene, vediamo chi fa che cosa. Per Marta: entro giovedì servono due abiti da sera per M., sexy e insieme elegantissimi. Ricordati che M. è piccola e c’è poco tempo per una sarta. Come facciamo?”].

Marta riflette, poi: “Se vi ricordate, 3 anni fa Flavia ha lasciato il servizio per aver raggiunto i 60 anni. Disse che avrebbe aperto un negozio di abiti dello star system usati. Io non ho il numero, ma Max lo ha sicuramente tenuto. E sono sicura che a Max non negherà nulla… [tono un bel po’ ironico e geloso]”.
Max. “Vado di la’ e chiamo Flavia, lo faccio ora. State qui”.

Si allontana e quando torna annuncia: “Forse siamo fortunati: Dice che ha un Donatella Versace come nuovo, indossato solo una volta nel 2002 da Britney Spears… che per giunta è piccola, circa come la nostra novizia. Fulvia mi ha fatto scrivere: abito per serata importante, ma per giovani o giovanissime, coloratissimo ma toni tenui, semi trasparente” [Potete vederlo su YouTube].
Ercole: “Sembra perfetto, ma quanto costa?”

Max è in difficoltà. “Dice di non poter scendere sotto i 6.000… ma solo se vado anche io a ritirarlo”. Guardo Marta: ha gli occhi da tigre che sprizzano fuoco… La invidio. Dopo 25 anni, ancora innamoratissima e gelosa!
Ercole: “Claudio, li abbiamo?”
Claudio: “Sì, con gli acconti dei nuovi affitti ne possiamo anche prendere 10”.
Ercole: “Vedete quando sarete la’ se ce ne è un altro. Ora dovete volare. Se quell’abito non va bene, siamo nei guai. Un’ultima cosa: stasera alle 18:30 le due giovani hanno la prima lezione di ginnastica artistica: ho recuperato il prof di educazione fisica andato in pensione l’anno scorso: Naspisi. Quindi vi servono anche abiti e scarpe da balletto. Andate ora, correte che io devo tornare a ragioneria”.

Voliamo tutte e tre e, una volta in auto con Max, direzione centro, zona vecchia. Claudio ed io vestiamo da troiette adolescenti; Marta è un insieme di eleganza, classe ed erotismo. Ma ora Marta tace, ha i pugni stretti. Immagino cosa prova… intuisco che c’è stata una lunga storia di concorrenza poco leale dell’altra ai danni della mia amica. Vorrei consolarla e dirle 100 cose, ma non ho un carattere così forte… non so fare altro che poggiare il viso sulla sua spalla e mettere le mie mani nelle sue.
Siamo nel centro storico, un tratto a piedi, tutti si voltano a guadarci, qualche fischio… sorridiamo contente di quegli apprezzamenti… ed ecco il negozio di questa Fulvia.
È una signora sfiorita, dai tratti un po’ volgari: a confronto di Marta è una cessa: ma Marta ha 10 anni meno.

Appena Fulvia ci vede, chiede preoccupata quanti anni abbiamo (uffi!) poi, rassicurata, mi prende in simpatia. Una carezza sul viso, un sorriso calorosissimo… Poi mi fa spogliare completamente proprio davanti alle vetrine che danno sulla elegante via… capisco che sa benissimo come devono essere trattate quelle come noi. Mi aiuta a indossarlo, commenta:
Fulvia: “Incredibile… quasi perfetto… sei una Miss Mondo in miniatura. C’è solo da accorciare e riprendere qua e la’… Marta, tu sei sempre stata brava in cucito, lo fai tu? Per piacere, lascia la piccina in mostra per tutti, mi serve come pubblicità: per dare questo vestito a voi io non guadagno niente… ecco, qui c’è tutto; forbicine, ago, filo, eccetera. Io devo far vedere una cosa al tuo signore, torniamo subito”.

C’è una folla a guardarmi dalla vetrina. Sono nuda sui tacchi alti in pubblico e muoio di vergogna. Ma c’è chi sta peggio di me: mentre mi sistema il vestito Marta ha il viso coperto di lacrime e sussurra: “porco… che porco, lo odio… e di nuovo quella troia immonda tra noi”. Max, infatti, sta facendo tremare le pareti: ha la potenza di un caterpillar e ruggisce. So che quelle come noi non possono essere gelose, che i padroni non hanno obblighi di fedeltà verso di noi. Ma non oso pensare a come starei io se Leòn facesse lo stesso.
Max esce, ma non è tronfio come al solito. Poi esce Flavia, è felice e soddisfatta ma, con un tono un po’ triste, si rivolge a Marta e le porge una strana frusta, nera, con 9 cordicelle che cadono: “Marta so che mi odi e so di essere una stronza, ma non puoi immaginare come si sta quando sei piena di soldi, non ti manca niente ma… non hai padrone. Per piacere puniscimi e, un giorno, se puoi perdonami”.

Max tira le tende delle vetrine, ci fa rivestire svelte e uscire subito, chiudendo bene la porta.
Dopo un quarto d’ora esce Marta, è sudata, il viso tirato, ma più calma. Con tono freddissimo chiede a Max: “Ho fatto mio signore… C’è un negozio di abiti da ballo poco lontano”: io mi spavento solo a pensare cosa può aver fatto a Flavia. Capisco che la vita che ho scelto non è tutto oro… prometto a me stessa di diventare proprio umile e ubbidientissima.

Alle 18:00 siamo alla villa: ho messo una mia manina in quella di Marta per tutto il tempo: ora è più calma e mi ringrazia. Mi fa provare di nuovo il vestito e poi mi manda con Claudio nella sala delle lezioni di ballo a cambiarmi. Arriva Naspisi, me lo ricordo: anche perché era l’unico professore maschio per noi ragazze. Non molto alto, mezzo calvo, una giusta pancetta… ma mi mangia con gli occhi mentre ci parla:
N.: “Ah! Ma tu sei Miss ragioneria, giusto? Vi dico subito che posso usarvi sessualmente senza liniti, perché pagate metà. Comunque, qui manca la sbarra allo specchio lungo, ditelo voi al responsabile. Cominciamo con i rotolamenti, cioè le capriole in avanti, indietro e laterali: vi serve per imparare i passaggi di peso dalla testa ai piedi. Arriveremo presto alla spaccata, ponte, passo sciasse, qualche salto e i giri”.

Eseguiamo, lui ci è sempre vicinissimo quasi addosso, soprattutto a me. E, come avevo immaginato, dopo mezz’ora: “Ragazze, togliete il body che mi sembra vi impacci, tenete solo scarpette”. Mi vergogno ma ubbidisco, almeno mi sento molto meglio con questo sport e dopo poche decine di minuti. Siamo nude come ha chiesto e commenta rivolto a Claudio: “Ah ma sei un maschietto… complimenti, sei proprio carina… bella. Ora attente: peso sulla gamba destra, portate il piedino sinistro sulla spalla destra l’una dell’altra. Busto eretto più che potete. Sorridere sempre, specialmente nei movimenti più faticosi”.

A star nuda davanti un uomo mi sono bagnata come al solito: ora, aperta così, ho la fessurina che mi cola ed è aperta. Stiamo ferme, lui si avvicina, me la accarezza e poi va ad accarezzare il buchino del sedere di Claudio: noto che al centro dei suoi pantaloni ha qualcosa di teso, che spinge per uscire.
N. “Cambio: piedino destro sulla spalla sinistra dell’altra […] brave, bravissime. L’ora è quasi finita. Busto eretto, ho detto! E sorridete! […] Brave. Ora l’ultimo esercizio. Claudio in piedi, metti i piedini il più distanti possibile e chinati per toccare toccati la punta dei piedi. M. vai sotto a Claudio in ginocchio e rivolta verso di me: ginocchia le più distanti possibile… ecco, così, la più aperta possibile. Ora apri anche la bocca”.

Mi ritrovo l’uccellino del prof spinto tutto in bocca. Mi tiene ferma la testa con poco riguardo. Si muove velocissimo, mi sta usando nella bocca. Rimango ferma, remissiva: so che per me è giusto essere usata anche così. Mi umilia spruzzandomi poco dopo tantissimo seme in bocca. Me lo fa leccare un po’ per pulirglielo, mentre ci dice: “Siete due brave ragazze, Claudio avvisami quando potrete avere un’altra lezione”.

Se ne va e arriva Marta. “Son le 19:30, mi serve aiuto per la cena, venite per piacere”.
Poco dopo entra Max: Marta si inchina, ma è freddissima… e lui viene lo sguardo triste: “Ho liberato i cani, non uscite che può esser pericoloso. Appena ci siamo tutti, ve li faccio conoscere. Ercole sta parcheggiando e cena qui”.
Entra Ercole: si cena che poi deve andare, loro a tavola noi tre nelle rispettive ciotole a terra. Marta deve essere furibonda: una schiava di ghiaccio, ma impeccabile. Non sbaglia niente, esegue ogni cerimoniale alla perfezione. Max la guarda spesso… stasera ha occhi solo per lei, ma non ha fame e non tocca cibo.
Mentre cena, Ercole ci dà altre istruzioni: “Per giovedì sera è tutto confermato: la cena è a Imola. Max, se puoi, dopo averla accompagnata, resta nei dintorni… dopo l’inaugurazione del teatro restaurato la loro serata non finirà. Secondo: il nuovo vestito di M. tu lo hai già visto, vorrei vederlo ora”.

Mi alzo, corro a mettermelo. Ercole riprende: “Terzo, M. deve riposare, non può essere montata per 1 o 2 giorni. Se hai bisogno, puoi montare Claudio oltre a Marta. Claudio ti ubbidirà”.
Max: “Ho già fatto abbastanza cagate per il vestito alla piccola. Ho solo voglia di giocare alla lotta con i nostri cani”.
Ercole: “Quarto, dopo devo valutare la situazione di M., Marta mi aiuterai”. Marta è freddissima ma anche ubbidientissima.
Marta: “Questa schiava è felice di servirla mio signore”, non una parola di più. Occhi bassi.

Ercole: “Nessuna notizia per il greco, suo figlio e la Fondazione istruzione-Lavoro. Resta il ballo delle debuttanti di domenica. M. ha un solo vestito, rimetterà quello del teatro. Max, per te: abbiamo il numero di un Generale di Divisione a Modena che si occupa della formazione ufficiali. Ha 55 anni e la figlia andrà anche lei al ballo delle debuttanti. È disponibile per un passaggio. Chiami tu e ti accordi, ok?”.

Max annuisce, si alza, si rivolge a Marta con voce ferma: “Ho sbagliato, scusami. Per favore non fare così… l’ultima volta sei stata un pezzo di carne fredda per 15 giorni!”. Marta trema, le vengono gli occhi luci. Porta il viso contro il pavimento, risponde quasi sottovoce.
Marta: “Il mio signore ha ragione… mi aveva inutilmente frustata per 15 giorni… mi ha fatta prostituire… e io lo amavo nonostante tutto questo. Poi mi aveva fatto una promessa… che mi sembra non abbia mantenuto. Anche oggi il mio signore ha ragione: può frustarmi di nuovo, battermi… può persino togliermi il suo collare e scacciarmi. Forse resterò anche io una schiava senza padrone, come Flavia. O forse no”.
Max risponde, con la voce rotta dal dolore: il guerriero sembra invecchiato. E le enormi spalle flosce mentre dice: “Ti toglierai tu quel collare. E solo quando sarò morto”.

Volta le spalle, esce, sembra persino strascicare i piedi, dimentica di chiudere la porta. I due cagnoni, gli corrono incontro, abbaiano festosi. Lui siede a terra, li accarezza, a capo chino.
Tutti capiscono che è una situazione drammatica, persino io. Corro nel salone con indosso il nuovo vestito soprattutto per distrarli.
Ercole intelligentemente si mette valutarmi il vestito e cerca di coinvolgere Marta: “Mi sembra perfetto, cosa dici? È un po’ lungo o va bene la caviglia coperta? L’intimo sotto ci va o no?”.
Marta, con la voce rotta dall’emozione: “Sì, ha ragione il mio signore. Così vestita, M. è un angelo di innocenza e una bomba erotica assieme. Accorciamo per mettere in mostra quelle caviglie così sottili e belle. Per l’intimo, non so, non conosco i compiti per quell’evento”.
Passano alla valutazione delle mie parti intime: sto meglio, mi sono richiusa ed Ercole dice che sembro avere i muscoli molto elastici.

Marta, invece, tace. La guardiamo: ha il viso coperto dalle lacrime e trema. Prende fiato e chiede a Ercole: “Mio signore, chiedo il permesso di allontanarmi qualche minuto, la supplico”.
E.: “Ma certo Marta, vai, calmati”.
Marta, con la voce rotta e il corpo che trema: “Grazie mio signore. Questa schiava avrebbe anche bisogno di un gatto a nove code… ne abbiamo qui?”.
Ercole sgrana gli occhi, pensa, e 1 secondo dopo indica col capo, il mobile nel grande salone.

Marta scatta in piedi all’improvviso, corre verso il mobile e grida come una pazza: “Perdonooo!!! Perdonooo!!!”.
Presa una strana frusta, come quella che ha usato oggi pomeriggio, si volta e corre verso Max. È fuori di sé e gli urla di nuovo, disperata: “Perdonooo!!! Perdonooo!!!”.
Giunta davanti a Max che è ancora seduto si butta a terra, il viso contro i piedi di Max, solleva la frusta per offrirla a Max, grida come un’invasata: “Sono la peggiore e più cattiva di tutte le schiave! Sono superba e ribelle! Mi punisca mio signore, mi punisca e poi mi scacci!”.

Max è scosso, guarda l’amore della sua vita: dice qualcosa in una lingua strana e i cagnoni, buoni buoni, si allontanano nel parco. Non lo vediamo in viso, sentiamo dalla sua voce che piange pure lui: “Marta è solo colpa mia, ho sbagliato io. Sono il peggior padrone del mondo. Sono un idiota che ragiona con il cazzo”.
Lei: “Nooo… è tutta colpa mia, sono perfida, sono una schiava che non vale niente, son solo capace di far soffrire chi mi ama”.
Max replica sullo stesso tono. E di nuovo.

Ercole ed io ci guardiamo e sorridiamo. Invece, Claudio tiene stretta convulsamente la mano del suo signore: sembra che non voglia staccarsi più.
Max si alza, sembra tornato il guerriero di sempre, ma tace: solleva sua moglie e poi, con una mano sola, se la carica sulla spalla. Lei singhiozza e continua a ripetere “Perdono, sono cattiva… perdono”. Avanza di qualche passo fermandosi dove il prato è più verde: posa la moglie nell’erba morbida e si spoglia, nudo, all’aperto nel fresco della notte ottobrina. È impressionante, è una specie di Rambo… e lo ha eretto in modo impressionante. Solleva le caviglie della moglie, le apre le gambe: lei ha la bocca aperta e ansima, lui scende.

Si ferma prima dell’ingresso per spingere pianissimo. Quando lo ha dentro tutto… si sente il ruggito del Leone che avverte il mondo intero: “Mia! Sei miaaa!!!”.
Marta non gode sottovoce come me, Marta urla… e ora urla come una bestia, mescolando le proprie grida ai ruggiti di Max. Rotolano nell’erba, si baciano, si graffiano, si stringono… sono meravigliosi… e il mio cuore corre nella Pampa (che non so neanche dove sia) e batte per qualcuno che… non vuole che io mi innamori di lui.

Mi accorgo di essere fradicia. Cerco Claudio e scopro che sta succhiando il sesso di Ercole come se non ci fosse un domani.
Non ho il permesso di toccarmi o godere da sola: mi alzo e risalgo le scale in punta di piedi, fino al secondo piano. Mi inginocchio e bacio la porta della mansarda.
Poi torno di sotto al primo piano, vado nella mia camera, mi stendo sullo scendiletto, mi addormento.

Continua.

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