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Racconti di Dominazione

Nelle sue mani, sotto i suoi Piedi

By 19 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

NELLE SUE MANI, SOTTO I SUOI PIEDI

Quando uscii dal bagno fresca e profumata, con i capelli ancora umidi ed una mano sugli occhi per scacciare la folla di pensieri che mi tormentava, ascoltai oltre la porta della camera di Giulia un suo dialogo, probabilmente telefonico.

Mi soffermai un istante, ma certamente stava parlando con Andrea e l’argomento era un qualche film da andare a vedere.

Sorrisi scioccamente, forse perché mi piaceva l’idea di sentirla felice, poi andai nella mia stanza ed accesi la TV, trovando un documentario interessante.

Il tifone Giulia entrò nella mia camera verso le undici spalancando la porta senza nemmeno bussare e facendomi prendere un colpo.

‘ecco la mia sorellona preferita! Che fai?!’

‘Giulia! Mi hai spaventato accidenti, bussa prima d’entrare!’

‘hai la coda di paglia che ti spaventi?’

Sorrise richiudendo la porta ed avvicinandosi con passo arzillo.

‘allora senti, ho grandi notizie sei pronta?’

‘se centra Andrea non voglio sentire…’

‘si invece che ascolti, e centra proprio lui ovviamente; domani gli ho detto di venire a vedere un film da noi, mamma ha già detto che va bene e che probabilmente tornerà sul tardi dall’ufficio’.

‘e quindi?’

‘quindi, domani tu ed io lo facciamo impazzire, che ne pensi?’

Spostai una mano sulla faccia e sugli occhi per mettere in fila le idee non sapendo più come fare…

‘Giulia, allora, tu hai qualche problema… ed io lo accetto perché ormai non posso fare altro, ma non tirarmi in mezzo a certe tue fantasie, capito? Andrea ha la tua età lo capisci?’

‘veramente è un anno più piccolo, io sono ripetente te lo sei scordata?’

‘ecco! Peggio ancora! Io ho ventidue anni, secondo te mi posso mettere a fare la cretina con lui?’

‘per fare felice la tua sorellina si che potresti… eddai!’

‘no Giulia… e poi che dovrei fare scusa?’

Sorrise per il mio effimero interesse e si sedette sul letto.
Indossava i soliti shorts, era scalza e stava solo in reggiseno, cosa che più volte aveva causato il cadere del mio sguardo dove non doveva.

‘noi vediamo il film da te ok? Tu hai la TV più bella escludendo il salotto che è dispersivo e mi fa schifo, senza considerare che stando al piano terra, mamma potrebbe entrare e vedere qualcosa’

‘ma cosa deve vedere?!’

‘nulla, nulla… comunque ti dicevo, noi vediamo il film qui da te, lo mettiamo molto naturalmente al centro tra di noi e ci togliamo i calzini ad un certo punto’

‘il letto è stretto per tre persone…’

‘meglio. E dopo aspettiamo.’

‘aspettiamo cosa?’

‘di vedere le sue reazioni’

‘solo questo?’

‘che cosa volevi fare? Violentarlo?’

Spalancai gli occhi dandole un colpetto sulla testa che prese senza obbiezioni, per poi scattare in avanti e darmi un abbraccio.

‘allora?! Me lo fai questo piacere? Dai che sarà divertente…’

‘n-non lo so…’

La vidi scendere con la testa abbassandosi fino al cavallo dei jeans che presero a gonfiarsi poco dopo.
Per quella sfrontata dimostrazione mi irrigidii serrando i denti, anche per quel dannato affare legato intorno alla carne, quindi restai ferma a guardarla mugugnando versi indistinti.

‘se mi fai contenta poi domani ti faccio contenta io, va bene?’

I suoi baci mi fecero presto eccitare perdutamente, ma i jeans indossati spingevano il pene verso il basso quindi cercai di sistemarlo, ma lei lo impedì.

‘prima dimmi che va bene sennò lo lascio piegato’

‘guarda che mi fa male!’

‘questa frase l’ho già sentita…’

Si poggiò con il peso delle braccia sui miei fianchi da vera stronza, spingendo in basso il bacino e chiaramente il pene si contrasse ritrovandosi ancora più schiacciato verso il basso.
Spalancai la bocca allungando una mano per farla togliere, ma qualche suo saltello accantonarono ogni mia resistenza godendo schifosamente di quel trattamento.

‘sei una bambina! Va bene vediamo questo caspita di film… ora togliti!’

Ricevetti un morso leggero a cui saltai sul posto guardandola alzarsi felice.

‘evvai! Vedrai che sarà divertente, mi raccomando non farti la doccia e non lavarli che a lui piacciono al naturale’

‘Giulia ma sei scema? Non ti darò ascolto su questo…’

‘perchè no? Io è da ieri che non li lavo, farò direttamente la doccia domani sera dopo il film, vuoi sentire?’

Guardai i suoi piedi nelle infradito e mi sistemai il cavallo dopo l’ennesima contrazione. Finalmente dritta potei godermi a pieno la stretta che il laccio mi procurava ed il sangue ormai prigioniero gonfiava il sesso rendendolo estremamente ricettivo, senza contare che gli orgasmi precedenti non mi avevano affatto appagata ma solo fatta soffrire.

‘no! Non voglio sentire un bel niente…’

‘sei sicura? Peggio per te…’

Quando la vidi andarsene scioccamente la fermai di getto, facendola tornare sui suoi passi sorridente.
Si sedette di nuovo sul letto carpendo tutto il mio imbarazzo e non ci fu bisogno di chiedere nulla; si tolse le infradito ed alzò le gambe poggiando i piedi sulle mie restando in attesa.

‘si sente? Profumano?’

‘s-si… forse anche troppo’

‘non ti piacciono?’

‘non ho detto questo…’

Sorrisi senza guardarla con il pene pulsante che mi diceva di avvicinare il viso a quelle estremità e così feci, prendendone una con una mano e portandomela sotto il naso.
Il contatto con il piede provocò una sensazione di piacere indefinibile e lasciai che l’odore penetrasse nel naso delicatamente, poi presi a baciarlo ancora ed ancora.

‘sei come lui… scommetto che più puzzano e più ti ecciti; se li tenessi una settimana che succederebbe?’

‘mhm…’

Feci solo un mugolio indefinito sentendo le contrazioni far salire una nuova ondata di liquido senza neppure essere toccata.
L’immagine di calzini sporchi e maleodoranti schiacciati sulla mia bocca e sul naso mi fece ben presto perdere la testa, chiudendo gli occhi e prendendo ad ansimare come l’animale che ero.

‘ma mi stai ascoltando? secondo me verresti senza essere toccata… per te è possibile?’

‘G-Giulia zitta! n-non lo so… no non credo’

‘vogliamo provare?’

‘no!’

Fui poco credibile immersa con la faccia sotto i suoi piedi a baciarli e pulirli con la lingua delicatamente, poi li ritrasse vedendomi ormai leggermente sudata.

‘qui sotto la situazione è esplosiva… oggi è martedì giusto? Facciamo così, arriviamo a sabato, tu non ti tocchi ed io non mi lavo i piedi, ti va?’

‘Giulia… ma che stai dicendo?’

‘proviamo se davvero non puoi schizzare senza essere toccata, tanto a te cosa cambia?’

Mi stesi sul letto ansimante sentendo il pene turgido strusciare da dentro i pantaloni sul materasso, chiuso nella costrizione che per fortuna bloccava il liquido che già di suo forse sarebbe uscito.

‘tu non capisci… mi costa tanto non venire’

‘che cosa ti costa?’

‘… divento diversa, più strana’

‘più strana di così si muore Nadia… comunque non importa, voglio provare questa cosa e tu alla fine mi dirai di si, perché sei la sorella più bella e brava del mondo vero?’

Non aggiunsi altro sospirando l’improbabile scelta, poi si mosse un poco venendomi sopra sulla schiena a cavalcioni. Sentii una sua mano farsi strada da sotto le mie cosce trovando come obiettivo la sagoma del pene pulsante e chiusi gli occhi quando mi sbottonò e fece scendere sotto i glutei i jeans.
Tremante di ansia ed eccitamento come pure di imbarazzo per non essere in grado di fermarla, la lasciai fare finché le dita non raggiunsero il sesso tirandone giù la pelle esterna con un gesto secco e poco gentile.

Non la vedevo, ma sentivo il profumo dei suoi capelli alle mie spalle ed il suo respiro sul collo; completamente in suo potere gemetti quando iniziò a piegarlo verso la direzione contraria dell’erezione, trovando ovviamente la resistenza dei tendini.

‘Ferma mi fai male!’

Non mi rispose e prese a baciarmi il collo provocandomi forti brividi lungo la schiena, poi pian piano, riprese quel tormento tra gemiti e tentativi di farla smettere, poi, tesa in avanti stremata, percepii il sesso piegato quasi del tutto al contrario tra le mie gambe.
Faceva male, anzi malissimo, una qualsiasi contrazione sarebbe bastata per farmi sussultare e dovetti restare completamente immobile per non urlare.

‘Sei elastica… quindi ti dicevo, resisti fino a sabato per me?’

‘Giulia mi stai facendo male così lo capisci?!’

Un nuovo sussulto mi fece trasalire quando la sua mano accostò la carne dura contro la mia parte femmine sentendone gli umori caldi colare liberi per l’eccitazione ed un nuovo impulso di sangue tornò a gonfiare il sesso.
Strinsi le coperte sollevando gli occhi al cielo per quella tortura. Stavo davvero impazzendo e lo facevo capire in ogni modo, ma se provavo a dimenarmi peggioravo solo le cose.

‘sei un lago Nadia… ti fa male lo so, però sei bellissima’

‘basta ti prego… sto per gridare’

‘ce l’hai lungo abbastanza da infilarlo qui dietro lo sai?’

A quelle parole terrificanti, in un percorso innaturale e perverso, godetti nel dolore ogni centimetro che il liquido corse per uscire da corpo, colando in mezzo alle gambe un orgasmo fittizio che bagnò intimo e jeans assieme, nonché la mano di Giulia che restò a trattenermi.

Non riuscii a chiudere la bocca e rossa in viso mi dimenai contro quel laccio che impediva ulteriormente alla pressione di fare il suo lavoro, bruciandomi; dopo un minuto di lacrime, sospirando e tremando venni rilasciata, ed il pene ferito svettò in avanti unto dell’orgasmo, continuando a colare il possibile.

‘uffa… scusa, non credevo sarebbe successo anche così, hai goduto?’

Non risposi restando concentrata su di me a far cessare il dolore che sentivo, ma a conti fatti la sensibilità mi indicava che dentro c’era molto altro che voleva uscire.
Mi abbracciò da dietro portandomi una mano sulla bocca e solo allora aprii di nuovo gli occhi cercando di allontanarmi col viso.

Giulia fu più abile e con la mano sporca mi afferrò la mascella bagnandomi e passò le dita una dopo l’altra sulle labbra.
L’odore del liquido lo conoscevo bene e non ne andavo pazza; anche con i ragazzi che avevo avuto mi ero sempre rifiutata di farmi venire in bocca, però ora non potevo agire come volevo, anzi non potevo agire affatto; e quando l’indice penetrò oltre i denti, si adagiò sulla lingua come fecero anche le successive tre dita.

Succhiai tornando lentamente dura in mezzo alle gambe in quell’ordalia infinita di piacere. Sembravo incapace di poter smettere di godere e mentre rimuginavo nella bocca la vischiosa sostanza offertami da Giulia, non riuscivo a pensare ad altro che a voler schizzare liberamente.

‘questa non la contiamo ok? Mi fa strano che ti piaccia sentire male qui sotto, però mi fai venire voglia pure a me se sei così… Sabato ci penso io e attenta a non eccitarti anche tu domani con Andrea; sarebbe imbarazzante’

Disse questo attaccata all’orecchio, quasi sussurrando in maniera calda, col suo seno a contatto della schiena, ed estraendo la mano umida ma ripulita dalla bocca.
Poco dopo mi diede un bacio sulla guancia ricordandomi di cambiarmi e che sapevo dei suoi piedi sulla faccia; poi mi lasciò nuovamente da sola, dandomi la buona notte.

Tralascerò i miei pensieri perché sarebbero gli stessi già espressi precedentemente, però iniziavo davvero ad essere assuefatta a mia sorella e la cosa, mi spaventava particolarmente.
Restai forse una mezz’ora a contemplare che per poco quella pazza non mi faceva perdere la verginità con me stessa e desiderosa di godere come mai, presi a toccarmi dietro con insistenza tralasciando il bagnato dell’orgasmo.

Seguitai a lungo collezionando due orgasmi femminili bellissimi che almeno in parte mi soddisfarono e permettendomi di tornare a capire che cosa stavo diventando; mi alzai ad un certo punto con un forte capogiro, consapevole di dovermi lavare nuovamente.

Il giorno successivo studiai a casa, sistemai un po’ in giro e mi rilassai preparando insieme a mamma il pranzo aspettando Giulia di ritorno da scuola.
Quel giorno indossavo un altro paio di jeans ed un top dai colori vivaci e purtroppo anche gli stessi calzini del giorno prima su richiesta di quella esaltata.

Arrivò verso le due del pomeriggio, lasciando come al suo solito la cartella al primo posto utile; era vestita di nero, con una gonna lunga e quei dannati anfibi, si sedette e prese a chiacchierare del più e del meno.

Quando salimmo nelle nostre stanze per prima mi prese sottobraccio.

‘allora sei eccitata?!’

‘ma di cosa Giulia?!’

‘fai la finta tonta? Guarda che li ho visti i calzini di ieri’

Non risposi entrando in camera e sedendomi alla sedia della scrivania perplessa.

‘senti prometti di non fare niente di strano…’

‘niente di strano, promesso!’

‘Giulia, dico sul serio… mi stai facendo agitare per uno stupido film’

Rise di gusto spostandosi dietro di me ed abbracciandomi forte.

‘infatti è proprio questo, uno stupido film e niente di più… con la compagnia di un pervertito, anzi due’

‘santo cielo sta zitta! Quando parli non pensi mai?’

‘no. Comunque verrà verso le quattro e mamma uscirà tra poco, è tutto perfetto’

Si allontanò un poco andando verso lo zaino poggiato nel corridoio.

‘senti già che ci siamo mi dai una mano con fisica? Non ci capisco un bel niente’

Le feci segno di passarmi il libro e gli appunti seguendola sedersi sul letto vicino a me.

‘non riesci a fare questo? Ma dici sul serio?’

‘si. Odio questa materia, come pure la chimica e la matematica’

‘beh, l’hai scelto proprio bene il liceo scientifico allora; hai già perso un anno’

‘vorrei cambiare infatti, ma non so che caspita fare’

Mi girai dandole attenzione ora con uno sguardo diverso e pensieroso.

‘sei al terzo superiore, puoi sempre spostarti ad un tecnico’

‘e sopportare le storie di mamma per il resto della mia vita?’

Aveva perfettamente ragione, nostra madre infatti ci aveva quasi imposto di prendere quella via di studio perché secondo lei offriva più possibilità di lavoro, cosa tutta da dimostrare.

‘senti, questi te li faccio io, però stasera ti metti con me e te lo spiego, altrimenti è inutile’

Sorrise contenta sdraiandosi sul letto ancora con gli stivali.

‘brava Nadia che bella idea, facciamo che io mi metto qui a vedere la TV e tu fai i miei compiti’

Detta così sembrava proprio quello che non volevo sembrasse.

‘non penso proprio!’

Ma si apprestò ad accendere la TV ancor prima che finissi di parlare dandomi un bacio al volo. Quel comportamento, volente o nolente mi eccitò e strinsi un poco le gambe prendendo un caldo respiro.
Tempo dopo, con la confusione della televisione, cercai di risolvere quegli esercizi abbastanza semplici per cui non persi più di venti minuti.

‘finito, contenta? Adesso vattene in camera tua sfaticata’

‘già fatto? Sei veramente brava… fai anche quelli delle altre materie?’

‘te lo scordi, mi hai preso per una serva?’

La vidi restare in silenzio a pensare incrociando le gambe senza avere cura di sporcare o meno le coperte e mi fece incazzare un bel po’.

‘potremmo giocare per questa settimana, che ne pensi?’

‘giocare a cosa?’

‘ad essere la mia serva’

‘Giulia, ma che cazzo dici?!’

Alzai la voce in bilico tra l’incredulo ed il nervoso per quella libertà invadente, poi rise tornando a guardare la TV.

‘mamma mia come ti agiti facile sto solo scherzando! Se non ti va, fa nulla’

‘certo che non mi va’

‘però fino a sabato hai deciso di aspettare… perché?’

Mi zittii perdendo l’autorità che avevo dimostrato dopo essere stata messa davanti al fatto.

‘scommetto che sei anche eccitata adesso; quando si tratta delle tue porcate ti presti a giocare, ma quando voglio giocare io no… non mi sembra tanto giusto così’

‘allora… cancella la cosa di sabato, non importa’

‘no. Non cancello un bel niente invece, continuerò a tenere gli stessi calzini senza lavare i piedi fino a sabato e tu come promesso non toccherai niente li sotto. Però per fare i compiti scommetto che vai convinta, dico bene?’

‘n-non li farò i tuoi compiti te l’ho già detto’

Giulia a quel punto mi sorrise in modo intimidatorio e si mise seduta stirandosi la schiena e le braccia.

‘lo so ho capito, però posso provare a convincerti no?’

Con quell’ultima frase si alzò dal letto con uno sguardo furbo e mi venne vicino, chinandosi in ginocchio davanti a me che non ebbi la forza di allontanarmi, neppure quando prese a sbottonarmi e tirare fuori il sesso duro e pulsante.

‘Giulia c’è mamma che può venire su in qualsiasi momento, sei pazza!’

‘non mi sembra la sola che possa venire da un momento all’altro… se ti tocco un po’ finisci anche gli altri esercizi?’

‘n-no… smettila dico sul serio’

Con un lento movimento della mano, mia sorella spinse in giù la pelle che ancora copriva la punta mostrando un glande gonfio e arrossato, poi posizionò l’indice sopra le piccole labbra del pene.

‘hai proprio un buon profumo e sei già bagnata anche qui, facciamo che continuo finché non accetti?’

‘mhm…’

‘qui continua a bagnarsi ogni volta che faccio su e giù, ma ricorda che fino a sabato non devi schizzare chiaro?’

‘Giulia ferma non resisto sto per…’

Chiusi gli occhi sentendo la mia resistenza venire meno alla stretta delle sue dita, ma a sorpresa, l’indice posto sopra la punta venne spinto dentro delicatamente fino a far sparire la prima falange.

‘Giuliaaaa!’

‘che c’è?’

‘toglilo sbrigati mi fai male!’

‘li fai i miei compiti? Sennò continuo a scendere, tanto bagnato com’è non fatico nemmeno’

Per dimostrare la verità delle sue parole, guardai con spavento il suo dito farsi ancora più in profondità, fino a fermarsi all’inizio della stretta del laccio.
Restai inarcata e basita osservando la dilatazione raggiunta finché, come temevo, un gettò bollente venne bloccato proprio dalla sua ostruzione facendomi gridare.

‘SI! Li faccio, però leva quel dito ti prego!’

‘con tutte queste contrazioni di sicuro se lo levo schizzerai come facciamo?’

‘sto impazzendo Giulia ti prego levalo!’

Restò così senza fare altro, con il suo indice immerso per metà ed avvolto dalla mia carne calda, finché le contrazioni si stabilizzarono.
Fu una sofferenza incredibile che causarono una forte sudorazione fredda, reggendomi con entrambe le mani alla sedia e stringendo più forte che potei, finché il liquido tornò indietro.
Lentamente, Giulia estrasse il dito portandosi dietro un lungo filamento trasparente, per poi infilarselo in bocca ed assaporarlo.

‘allora è così che vai convinta?’

Non risposi quasi stesa sulla sedia a riprendermi.

‘male? Sarà… ma lui è ancora dritto, perché?’

Constatai l’erezione portata all’estremo, poi mi aiutò a rimettere tutto a posto nei jeans poggiandomi sulla scrivania ansimante.

‘il diario è nella tasca esterna, finiscili tutti ok?’

Non dissi nulla, annuendo umiliata in affermazione e ricevetti un sorriso ed un bacio sulla guancia.

‘sei troppo carina Nadia… allora per questa settimana giochiamo alla serva poi la prossima magari la faccio io a te ok?’

‘s-sei matta… sono già al limite Giulia’

‘mancano solo quattro giorni avanti… forza che tra un oretta viene qui Andrea, per quell’ora devi aver finito, sennò…’

Mi mostrò l’indice con cui mi aveva tormentato turbandomi non poco, poi presi il suo zaino e la lasciai seguire la TV, mentre materia dopo materia i suoi compiti venivano risolti dalla sottoscritta.

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