Skip to main content
Racconti di Dominazione

Neofita..in palestra (2° parte)

By 13 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Neofita in ‘ palestra! (2’parte)
Di Master E.


e-mail: master_master_40@yahoo.it

Fantasie, solo fantasie, ma’.
Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e critiche

_________________________________

Nervosa, tesa, arrabbiata, chiudi alle spalle la porta dello spogliatoio. Lampi d’odio nella tua mente, odio verso me, per il mio distacco improvviso, per il mio disinteresse dopo averti .. usata.
Usata, forse così ti senti ora,
no, non &egrave vero, lo sai, hai voluto ciò che &egrave successo, lo hai desiderato con tutta te stessa, ti sei sentita femmina, puttana, viva.
Ecco perché l’odio anche verso te stessa, per l’imbarazzo che ora senti, per esserti abbandonata, per aver finalmente vissuto quelle fantasie che da troppo negavi, scacciandole dalla mente.
Lentamente, chiusa nello spogliatoio, sfili il top della tutina, lo senti accarezzarti il seno, i capezzoli ancora tesi, eccitati; abbassi il pantaloncino aderente, senti violento il tuo odore assalirti,

la doccia bollente sferza il tuo corpo, cercando di lavar via quelle sensazioni, che tornano, improvvise, violente, eccitanti.
Ti rivesti uscendo quasi di corsa, sfuggendo ogni sguardo
Giurando a te stessa che mai più rimetterai piede in quella palestra.
La giornata scorre tra i tuoi impegni, ma la mente torna a quella palestra, a ciò che &egrave accaduto, rivivendolo, ed ogni volta, ossessivamente; scacci quelle immagini quasi con furia
Porco! Arrogante! Stronzo!
Ecco le parole che ti bruciano in mente ripensando a me, giurando e rigiurando a te stessa che mai più accadrà nulla di simile, che mai più tornerai in quella palestra.
‘. Sera, l’abbraccio con il tuo ragazzo, i suoi baci,
momenti d’intimità, le sue carezze, la sua voglia di te, mentre le sue mani scivolano sulla tua pelle, accarezzandoti, mentre bacia il tuo seno, succhiando i tuoi capezzoli, mentre schiude le tue gambe cercandoti.
Ed ora, ora non puoi più mentire a te stessa; provi vergogna, provi imbarazzo e pentimento per come lo hai tradito, sensi di colpa che ti attanagliano il ventre, ma’
Ma improvvise quelle immagini, il ricordo di quella mattina torna, violento, e scopri, con un brivido, che &egrave quel pensiero ad eccitarti, a risvegliare il tuo corpo, non le carezze ed i baci di Marco, il tuo ragazzo, non le sue dita che ti frugano.
Il ricordo di te, esposta a quell’uomo di cui neppure sai il nome, esposta a me, usata
Riecco quella parola, ma stavolta il brivido che provi al pensarla non &egrave di rabbia, ma di desiderio, eccitazione, eccitazione che ti spinge a frugare tra le gambe di Marco, a stringere il suo sesso, a sentirlo inturgidirsi tra le tue dita, ricordando un altro membro, a chinarti su di lui, offrendogli la tua bocca, succhiandolo con foga,
ma non &egrave a lui che ti doni, non &egrave lui che viola la tua bocca, non sono le sue mani a portarti al piacere soffocato da gemiti, colando saliva sul suo sesso, non &egrave il suo seme che bevi.
Ti rialzi, rossa in viso, piena di vergogna per ciò che tu sola sai, che, anche stavolta, non ti sei donata a lui, ma a me, che ancora una volta lo hai tradito, sia pure con la mente, ritrovandoti preda di sensi di colpa ancora più violenti, che contrastano con il piacere stupefatto di Marco per la tua disinibita disponibilità, per la tua foga ed il tuo abbandono nel donarti.
Ti chiudi in un silenzio cupo, che lui non capisce, mentre ti riaccompagna a casa, che persiste mentre, raggiungi la tua camera, ti spogli con gesti affrettati, ti prepari per la notte, cercando di scacciare quei fantasmi che ti tormentano, decisa a scordarmi, a non tornare mai più in quella palestra.
‘Notte, notte agitata da sogni perversi, da desideri violenti, nel dormiveglia continuo, eccitazione che risveglia il tuo corpo, mentre forzi le tue mani a negarti, a restare immobili, mentre vorrebbero stringere il tuo seno, mentre vorrebbero aprirti, prenderti, come le mie mani ti hanno presa quella mattina.
Per un momento ti abbandoni, lasci che le tue dita scivolino sulla tua pelle, frughino tra le tue cosce scoprendoti umida, si muovano ansiose, per portarle poi al viso, arrossendo a quella dolce perversione, lasciando che l’eccitante odore del tuo sesso ti colmi la mente, sfiorando le dita umide di umori con la lingua’.

Ma ti urli il tuo NO, non vuoi, non devi, BASTA, mai più.
&egrave il passato e devi scordarlo.
..mattina, mattina che ti ritrova assonnata, vedi la tua tuta appoggiata sul borsone da ginnastica, l’istinto di spingerebbe a prenderla, uscire, tornare il quella palestra; ricordi la mia voce, le mie parole “..domattina”.
NO, BASTA, scacci quei pensieri, ti vesti e con un ultima occhiata, esci, lasciando a terra quella borsa.
La giornata scorre lenta, lampi d’improvvisi ricordi illuminano la tua mente, fatichi a negarteli, ad allontanarli da te.
Sai, ora sai che vorresti essere con me, che vorresti risentire le mie mani, ti ritrovi a passare davanti alla palestra, con un tuffo al cuore mi vedi uscire, fresco di doccia, elegante, ti vedo, ed ostentatamente volto lo sguardo dall’altra parte, salendo in auto, scomparendo.
Un senso di vuoto improvviso, il respiro che manca, una lacrima spunta dagli occhi, come se sapessi di aver perso per sempre qualcosa di importante, di profondamente tuo.
Cerchi di scordarlo, di annegare i pensieri in altre faccende durante la giornata, ma il pensiero torna ossessivamente a me, crei situazioni, immagini possibilità;
chiamare la palestra, informarti da Cinzia sul mio nome, su dove trovarmi.
NO, non potresti, la tua timidezza te lo impedirebbe
ma più passa il tempo e più senti la necessità di ‘ rivivere, come hai vissuto quella mattina.
&egrave sera ormai, con una scusa annulli l’appuntamento con Marco, vuoi stare sola, capire, scegliere. Non potresti passare altri momenti con lui, avendo me nella mente. Ma &egrave l’ennesima bugia con te stessa, ormai sai, hai capito, hai scelto.
Prepari con cura il tuo borsone, una lunga doccia, ormai hai scelto, domattina tornerai da lui, da me; ancora sua, mia.
La notte agitata &egrave trascorsa, ora l’urgenza di rivedermi &egrave assoluta,. ti prepari con cura, sfiorando le curve del tuo corpo, sentendo improvviso il risvegliarsi della tua voglia.
Una lunga doccia, sentendo il getto bruciare sul tuo corpo, batttere eccitante sul seno, il calore dell’accappatoio che ti avvolge, desiderio, voglia”
Esci ansiosa di trovarmi, di appartenere.
Entri in palestra con il cuore in gola, guardandoti in giro e .. mi vedi, mentre pedalo annoiato sulla cyclette.
Vincendo la tua timidezza ti avvicini, senza parlare, mi guardi salendo sulla cyclette davanti alla mia, ma ‘ ti ignoro, ostentatamente.
Come se non esistessi, come se nulla mai fosse accaduto, come se fossi infastidito dalla tua presenza, dal tuo ossessivo cercare di farti notare.
Il tempo scorre, seguo con tranquillità il mio programma, qualche battuta con Cinzia ed entro nello spogliatoio.
L’ansia ti prende, non sai che fare, come agire, sai che sono deluso da te, arrabbiato probabilmente per il tuo non esserti presentata ieri, un nodo ti stringe lo stomaco al pensiero di perdermi, e ‘
Una decisione improvvisa, d’impulso, apri la porta dello spogliatoio, il viso paonazzo, il corpo teso, guardandoti intorno, mi vedi, i capelli ancora umidi di doccia, mentre mi sto rivestendo;
ti avvicini, quasi senza respirare, le mani sudate, il cuore i gola, sentendo il mio sguardo fisso su te, senza osare guardarmi.
Davanti a me ora, immobile, il capo chino, lo sguardo a terra ed un filo di voce che sussurra, quasi rotto dalla tensione..
“‘tti .. prego”
solo il silenzio ti risponde, anche se senti il mio sguardo che non ti abbandona, lo senti gelido, glaciale
ti fai forza ancora una volta, una piccola lacrima spunta dagli occhi
“..tti .. prego, ..ho bisogno ‘”
avvampi al pensiero di ciò che hai detto, di come di sei offerta spudoratamente, di come hai trovato il coraggio.
Ma scopri nel contempo che tutto ciò ti da una eccitazione spasmodica, inaspettata.
Le mie mani si posano sulle tue spalle, un lungo brivido sotto la pelle
Sollevo appena il tuo viso, costringendomi a guardarmi negli occhi.
In silenzio le mie dita abbassano la tua tuta, mostrandomi i seni, gonfi di voglia, rivelandomi i capezzoli tesi e turgidi; li sfioro con le dita, li stringo strappandoti un gemito, risvegliando ancor più violenta la voglia che preme nel tuo ventre.
La pressione delle mie mani aumenta, ti lasci guidare, scivolando in ginocchio davanti a me, deglutisci vedendo la mia mano stringere il mio sesso, senza pronunciare una parola, trattieni il respiro vedendo il mio sesso teso davanti a te, eccitato, turgido.
La mia mano lo muove sul tuo viso, sulle tue guance, sui tuoi occhi. Il tuo respiro sempre più affannoso mentre mi poso sulle tue labbra, stringo con forza il tuo capo, premendolo contro gli armadietti e ‘ spingo in te, prendendoti con foga, senza alcun pudore usando la tua bocca.
Ti abbandoni completamente a quelle sensazioni troppo desiderate, anche il timore che qualcuno possa entrare nello spogliatoio passo in secondo piano, ora hai voglia, vuoi vivere, vuoi godere, appartenere.
Colpi decisi a frugare la tua bocca, mentre lava infuocata cola dal tuo sesso, inzuppa la tutina, inumidisce le tue cosce, strette spasmodicamente; colpi violenti, che fanno battere ad ogni spinta il tuo capo contro gli armadietti; il mio sesso in fondo alla tua gola, a soffocarti per un attimo, per ridarti aria, e di nuovo spingere in te, saliva che mi avvolge, calda, densa della tua voglia, sfuggendo dalle tue labbra, colando sul tuo seno strappandoti brividi.
Colpi che ti fanno sentire femmina e puttana, scopata in bocca, usata, ma .. fiera e felice.
Senti il piacere aumentare
Invadere il tuo corpo
L’urgenza di un orgasmo che grida in te
Mentre soffochi gemiti e sospiri sul mio sesso, lasciandoti frugare spudoratamente la bocca.
La mia mano tra i tuoi capelli, allontanando di colpo il tuo viso, uscendo da te.
Sollevi lentamente lo sguardo, senza capire, la bocca dischiusa, le labbra umide, il viso arrossato dal desiderio.
Ti faccio alzare, in silenzio, non una parola &egrave uscita dalle mie labbra da quando sei entrata, ti guido in un bagno, chiudo la porta alle mie spalle spingendoti contro la parete, il viso schiacciato contro le piastrelle lucide,
la mia mano a frugarti tra le cosce, ritrovando i tuoi umori, la tua voglia, abbassando il tuo pantaloncino fradicio, che scivola alle tue caviglie, mentre protendo il bacino verso me, senti il mio sesso sfiorare le tue natiche, le mie mani schiuderle, rivelandoti a me, il glande turgido che scivola sul tuo sesso, tra le grandi labbra pulsanti di voglia, batte sul clitoride, mentre ti mordi le labbra per trattenere i gemiti.
Premo con forza il tuo viso contro la parete, mentre con un colpo deciso scivolo in te, aprendoti

mugoli contro quelle piastrelle, le copri di saliva, le cerchi con la lingua, le appanni di ansimi violenti, mentre i miei colpi scavano in te, scivolando sui tuoi umori.
Spingi il bacino verso me, oscenamente offerta, la mia mano sul tuo ventre, scivola tra le tue cosce, trovando il clitoride, premendolo, masturbandolo violentemente, accordando il ritmo con i miei colpi, sempre più profondi, sempre più decisi, a farti mia.
Senti il piacere crescere, avvolgerti la mente, stringere il ventre in spasimi violenti, scorrere sotto la pelle troncando il respiro, in attesa.
Il bruciore secco ed inatteso di una sculacciata che arrossa le tue natiche, ti allontana per un attimo dal piacere, una seconda, una terza, e scopri che dolore e piacere possono andare insieme, amplificarsi l’un l’altro, portarti lontana’
Senti le natiche bruciare, le sai arrossate
Temi il prossimo colpo e .. lo desideri
Il piacere, l’orgasmo, eccolo, lo senti giungere, prenderti, e’
Esco di colpo da te, trascinandoti ai miei piedi, il mio sesso davanti al tuo viso
Spinge rabbioso nella tua bocca,
stringo il tuo capo contro me, mentre mi senti gonfiare ancor più contro il tuo palato, nella tua gola, senti il piacere nascere violento in me, scorrere e’. liberarsi su te, in te
Soffocarti la gola, bagnarti il viso, accecarti gli occhi.
Inghiotti, lecchi, bevi, all’affannosa ricerca del tuo piacere ora
La tua lingua impazzita su me, mormorando frasi senza senso, la mente vuota, il ventre in fiamme, e’

Ancora una volta mi allontano da te, ti lascio a terra, in quel bagno, ai miei piedi, rivestendomi
Lorda del mio seme, inappagata nella tua voglia bruciante, rossa in viso per l’eccitazione non appagata e per la vergogna di ciò che ora sei.
E finalmente la mia voce, secca e severa
“Se &egrave questo che sei Erica, se &egrave questo che vuoi, stasera, alle 22, puntuale, davanti alla palestra; indosserai una semplice camicetta, una gonna sopra il ginocchio,scarpe con un poco di tacco e solo un filo di trucco”
Esco da qual bagno, lasciandoti li, preda di sussultanti spasmi di desiderio, vergognandoti, timorosa che altri possano entrare, scorgerti.
Lasciandoti li senza neppure attendere una tua risposta, non serve ora, so la tua risposta.
Mi senti uscire, e ti ripulisci alla meglio il viso, rialzi lentamente il pantaloncino, sistemi il top e guardinga esci, dando occhiate tremebonde allo spogliatoio, coprendo con una mano una macchia umida del mio piacere sul top.
Esci di corsa, rifugiandoti nel tuo spogliatoio.
Stasera
Stavolta nessun dubbio
Nessuna rabbia
Solo desiderio
Voglia
Di vivere
Ci sarai, lo sai, lo so.

Leave a Reply