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Racconti di Dominazione

Neofita in … palestra (3° parte)

By 9 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Neofita in ‘ palestra! (3’parte)

Di Master E. e-mail: master_master_40@yahoo.it Fantasie, solo fantasie, ma’. Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e critiche

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Corri verso casa, quasi fuggissi da qualcosa, la mente in subbuglio, il viso in fiamme al ricordo di ciò che &egrave appena accaduto Ancora una volta “usata” Ancora una volta abbandonandoti Ancora una volta scoprendo che questa &egrave la vera te stessa Scoprendo il piacere di lasciarsi andare e vivere Corri verso casa, ma non fuggi, corri verso ciò che ora sai di essere. Senti sul viso il mio seme asciugarsi, quel getto che ti ha colpito come uno schiaffo, da cui non hai potuto ne voluto ritrarti … fuggendo da quella palestra ti sei ripulita alla meglio, ed ora, incrociando passanti, temi quasi che loro possano accorgersi, vedere, sapere. Finalmente casa tua, la tua camera, chiudi la porta alle tue spalle, finalmente sola con te stessa, con i tuoi dubbi, le tue paure, le tue emozioni, ma, tra tutto ciò, una certezza, stasera ci sarai, sarai li, davanti a quella palestra, come io ti ho chiesto; ed il solo pensiero di tutto ciò fa contrarre spasmodicamente il tuo ventre, in sussulti di eccitante desiderio. La mente vuota, piena solo di sensazioni vissute e desiderate, mentre le tue mani frugano i tuoi armadi, cercando gli abiti che ti ho chiesto di indossare, mentre ti chiudi in bagno, lasciandoti colpire dal getto violento della doccia, che toglie odori, sudore, ma sai bene che nulla e nessuno li potranno ormai togliere da te.

Il tempo sembra non passare mai, mille pensieri nella mente, mille piccoli compiti, telefonare a Marco, inventare una nuova scusa per non vederlo la sera, una scusa con i tuoi per non pranzare con loro, come potresti mangiare qualcosa con lo stomaco contratto dalla tensione? Inventarsi una serata da una amica senza poter dire se tornerai a dormire oppure no, non sai Non sai cosa vorrò da te, cosa ti chiederò, dove ti condurrò Sai che stringerai la mia mano e ti lascerai guidare, sai che &egrave ciò che vuoi, sai che &egrave ciò che sei. Le 21 Sei già pronta per uscire, &egrave presto, molto presto, risenti la mia voce: “Se &egrave questo che sei Erica, se &egrave questo che vuoi, stasera, alle 22, puntuale, davanti alla palestra; indosserai una semplice camicetta, una gonna sopra il ginocchio,scarpe con un poco di tacco e solo un filo di trucco” nervosa tesa agitata, lo sguardo che corre continuamente all’orologio, poi allo specchio, osservandoti, giudicandoti, pensando a come ti guarderò io ed a come ti vedrò. In auto percorri le strade che conosci, le vie che portano a quella palestra, che nel buio della notte sembrano diverse, strane, opprimenti quasi, o forse &egrave l’attesa che ti opprime, il desiderio che senti premere nel ventre, che ti mozza il respiro. parcheggi, le 21,30, sei in anticipo, vedi le luci della palestra, si spengono, resti un attimo interdetta, non avevi pensato che la palestra chiude a quell’ora, ed allora perch&egrave ti ho dato appuntamento qui alle 22? timori che tagliano il respiro, fantasmi che danzano nella mente, ma sai che nulla ti farà allontanare da li. Vedi uscire gente dalla palestra, dopo un poco buio e silenzio. Le 21,45, il corpo teso, la mente in subbuglio, i minuti che sembrano eterni mentre continui a cercare di guardarti allo specchio nella penombra dell’auto, mentre ti chiedi se sarai come io ti voglio. 21,55 scendi dall’auto, il rumore dei tuoi passi rompe il silenzio, davanti alla palestra vuota e buia, sul ciglio della strada, auto che passano, rallentano, guardandoti. Arrossisci di colpo, sai cosa potrebbero pensare di te, un movimento in fondo alla via, forse io, guardi con attenzione e…. il cuore pare fermarsi. Una ragazza, in minigonna sfacciata e top aderente, una prostituta certamente, che occhieggia alle auto, e tu…. tu che puoi essere scambiata per…. Un auto rallenta, ti guardi attorno, speri che sia io, ma… una voce sconosciuta ti apostrofa pesantemente, ti invita a salire, ti offre dei soldi. Senti le lacrime bruciarti sul viso mentre gli dai le spalle, paura ora, paura ed umiliazione, vuoi scappare, fuggire, ma… non puoi, qualcosa ti trattiene, ciò che sei, che ora sai di essere, cio che hai iniziato a vivere e vuoi vivere ancora.

Vuoi appartenere Erica, ancora tra le mie mani, ancora la mia mente in te. un altra auto rallenta, si ferma. Trattieni il respiro, senza voltarti, lunghi istanti di silenzio, poi… ‘sali Erica’ le gambe ti cedono per un istante, riconoscendo la mia voce, ed assurdamente un senso di gioia e gratitudine mentre giri attorno all’auto salendo. in silenzio la macchina parte, non ti guardo, non osi guardarmi, senti il trucco leggero colato sul volto per le lacrime di poco prima. L’auto nel buio della notte, strade via via più affollate, ed il silenzio che incombe, la tensione che cresce in te, spasmodica ormai, l’attesa…. finalmente la mia voce, secca, decisa ‘solleva la gonna erica’ hai un sussulto improvviso, chini il capo e posi, lentamente, le tue mani sulla gonna, lentamente la lasci scivolare sulle cosce, scoprendoti,

senti il mio sguardo bruciare sulla pelle, senti il viso in fiamme, senti…..desiderio, voglia, eccitazione. il tessuto accarezza la tua pelle, lento, brividi nella tua anima, mentre scivoli piano in avanti sul sedile, schiudendo le gambe, mostrando, impudicamente, il leggero perizoma che ti copre, mentre sai che non puoi nascondermi ciò che senti in te. Il seno teso dalla voglia, i capezzoli turgidi a premere contro la camicetta leggera, a disegnarla, la mia mano leggera, su quella stoffa, a sfiorare il tuo seno, strappandoti un muto gemito che muore in gola, facendoti stringere d’improvviso le cosce, colta da uno spasmo violento di desiderio, scoprendo i tuoi seni, mostrando i tuoi capezzoli, la tua voglia

la mia mano tra i tuoi capelli leggera come una carezza d’improvviso severa, stringendoli costringendoti a voltare il volto verso me, guardandomi per un attimo, sentendomi entrare nella tua mente lo sguardo perso nel vuoto, la bocca schiusa, il viso segnato da righe di trucco sciolto da lacrime un gesto brusco, la mia mano che ti guida piegandoti verso me, sul mio ventre, il viso schiacciato contro il miei pantaloni, la mia eccitazione che preme contro le tue guance.

‘slaccia i miei pantaloni erica’ un sussulto mentre le tue mani tremanti si muovono verso me, subito bloccate dalla mia voce e da uno strappo più violento ai tuoi capelli ‘ti ho forse permesso di usare le mani erica?’ deglutisci a vuoto mente, stretta tra i sedili, schiudi la bocca, cerchi la mia zip, a fatica la stringi tra i denti, ti sfugge, ti odi, ti odi per ciò che stai facendo, ti odi per non riuscire a farlo come vorrei, come vorresti; il freddo della zip sulle tue labbra, muovi la lingua cercandola, la ritrovi….lentamente la muovi, la senti finalmente scorrere. Il tuo viso fruga affondato tra le mie gambe, abbassa il bordo dei boxer, il mio odore di uomo ti provoca spasmi urlanti di desiderio nel ventre e, finalmente, le tue labbra mi stringono, una sensazione di orgoglio ti riempie mentre muovi le tue labbra su di me, coprendo il mio sesso di lucida e calda saliva, lasci scivolare piano la tua lingua lungo la mia asta tesa, avvolgendo il prepuzio, scaldandolo della tua saliva calda, lasciando che spinga nella tua gola ed esca, bagnandoti il mento. Nulla più importa ora erica, non importa dove l’auto ti sta portando, non importa se dal finestrino altri vedono e capiscono, non importa quanto il tuo orgoglio sia piegato. E’ ciò che vuoi erica, &egrave ciò che sei. La mia mano di colpo solleva il tuo capo, la tua bocca aperta, le labbra umide di saliva ed umori, il mio sapore ed il mio odore in te, eccitanti, vorresti chinarti ancora, vorresti ancora sentirmi scivolare nella tua bocca, frugarla piano, affondarci con forza, scavarti nell’anima, ma…. aspetti. Solo ora realizzi che l’auto &egrave ferma….un brivido di scuote, timore dell’ignoto, ma nel contempo desiderio di continuare, ancora ed ancora. ti sollevo sul sedile, guardi dal finestrino, una via buia..un casolare e null’altro. ‘scendi’ una scossa violenta mentre senti il tuo corpo obbedire, aprendo la portiera, io accanto a te mentre, tenedoti per mano ci avviamo verso quel casolare, la porta si apre, una stanza vuota, solo una sedia impagliata, un tavolo e null’altro. NOI… con un cenno ti invito a sedere su quella sedia, siedi rigida, le gambe accavallate .. in attesa, il capo chino mentre mi muovo accanto a te, dietro te, le mie mani a sfiorare i tuoi capelli, a scostarli piano dal collo; le mie dita sulla tua pelle, leggere, sul tuo collo, sulla tua gola.

scendendo a slacciare quella camicetta, a mostrare la tua pelle, ad offrirmi i tuoi seni eccitati, i capezzoli tesi e svettanti. Trattieni il respiro al mio tocco, mentre inconsciamente i muscoli delle tue cosce si contraggono premendo il tuo sesso, si rilassano per subito contrarsi ancora, mentre spasmi di voglia dilaniano il tuo ventre fradicio di umori, mentre quasi puoi sentire il tuo odore di femmina eccitata spandersi intorno a te. La mia voce, dolce ora, suadente ‘&egrave questo che ami erica, lo so, sentirti creta da plasmare, sentire il tuo corpo modellato verso ciò che sai di essere, sentirti femmina come non mai, come altri non sanno…’ ti abbandoni alle mie parole, sai, sai bene che ora sei pronta a seguirmi. La camicetta ormai aperta, scivola a terra, il tuo seno davanti a me, tra le mie dita, che lo sfiorano stringendo i capezzoli Voglia, ecco cos’&egrave ora il tuo corpo, l’essenza della voglia ‘in piedi erica, davanti a me, SPOGLIATI, ORA’ ti alzi di scatto, il capo chino mentre le tua mani fanno scivolare la gonna a terra, mentre lentamente sfilano il tuo slip pregno di umori, lo senti sotto le dita, umido di te, lo senti scivolare sulla pelle mentre sollevi un piede, poi l’altro, mentre lo stringi tra le dita e… inconsciamente me lo porgi, stupendoti tu stessa di quel gesto. La mia mano, ancora la mia mano che ora ti costringe a chinarti, prona a 4 zampe davanti ai miei piedi e la mia mano che preme sul tuo volto quello slip, sulle tue labbra costringendoti ad aprirle vincendo un attimo di repulsione, sentendo l’asprigno sapore dei tuoi umori sul tessuto, stringendolo tra i denti.

Il viso rosso porpora per l’umiliazione di mostrarti così, di accettare tutto ciò, ma il pulsare violento del tuo sesso, le emozioni che stai provando, l’essere te stessa ti ripaga di tutto. Silenzio intorno a te

solo silenzio, improvvisamente rotto da un ticchettio inatteso, per un attimo non capisci, poi…. tacchi di donna sul cemento del pavimento trattieni il fiato, paonazza d’imbarazzo, sollevando di scatto il volto e… trovandoti di fronta Cinzia, si Cinzia, l’istruttrice della palestra, che ora ti vede così, umiliata, impudicamente preda delle tue perversioni, del tuo imbarazzo. ti alzi di scatto cercando di coprirti, furiosa con me, come, come ho potuto mettertri così in mostra, come ho potuto offenderti così, perch&egrave lacrime bruciano nei tuoi occhi furenti, merntre mi cerchi con lo sguardo, incroci il mio, fermo e risoluto nel tuo,: Per un lungo attimo ci fissiamo, poi abbassi lo sguardo, ti chini a raccogliere i tuoi abiti ed allora… solo allora… senti le mie parole parole dure, che temevi… ‘TU sei la mia slave erica, TU, se sei realmente ciò che spero, devi sapermi seguire, incurante di tutto, SCEGLI ERICA, ORA’ non rispondi,, mentre goffamente tenti di infilare la camicetta ‘ancora le mie parole, che ti colpiscono come uno schiaffo ‘capisco erica, sei solo una sciocca bambina che voleva giocare, una slave &egrave ben altro’ ti volto le spalle dirigendomi verso la porta ‘ti aspetto in auto erica, ti riporterò a casa, tutto finisce qui’ lacrime di paura ora bruciano nei tuoi occhi, non senti più umiliazione e vergogna, solo quelle parole che rimbombano nella mente ‘tutto finisce qui’ vuoto nello stomaco, la sensazione di essere sola, di essere nulla, di tornare in un limbo da cui eri uscita stringendo la mia mano, si erica, ammettilo a te stessa, stringendo la mia mano e… senti la tua voce, quasi venisse da altri, sussurrare ‘…nnno..iio ti…. ttti prego’ rotta da singhiozzi ‘ ti prego’ mentre lasci cadere a terra la camicetta, mentre ti prostri in ginocchio, il capo chino, lasciando che lacrime salate righino il tuo volto, cantilenando disperatamente quel ‘…ti prego, …ti prego’ mi fermo sul ciglio della porta, mi volto lentamente ‘GUARDAMI ERICA, sei certa di ciò che vuoi? di ciò che sei?’ un soffio esce dalle tue labbra, inatteso anche per te ‘si Padrone’ e subito chini il capo sentendo la gioia rinascere in te. Per la seconda volta hai implorato, ancora hai pregato che mi rivolgessi a te, ancora ingoiando lacrime ed orgoglio hai chiesto di essere guidata e… ne senti fierezza e gioia, mentre i miei passi tornano verso te, mentre …… cogli il rumore secco di un oggetto gettato a terra, muovi lentamente gli occhi, vedi… un frustino..NO… un rametto di salice, sottile, flessibile… smarrimento nei tuoi occhi mentre senti i passi di cinzia avvicinarsi a te, la sua mano sfiorare i tuoi capelli, severa stringere il tuo seno, strappandoti un gemito

senti.. senti i miei occhi su te, decisi, deglutisci tremando..in attesa mentre cinzia spinge il tuo capo a terra, le natiche sollevate, mostrate senza pudore, la mano di cinzia ad accarezzarle, poi d’improvviso una sculacciata violenta che ti strappa un lungo gemito, una seconda, una terza

sai.. sai che cinzia sta eseguendo i miei voleri, eri pronta ad una punizione da me per la tua ribellione di poco prima, accettarla mediata dalle mani di cinzia &egrave più difficile, più umiliante, ma sai che &egrave per questo che te la infliggo. la mano di cinzia afferra i tuoi capelli, ti guida attraverso la stanza fino a quel rametto di salice, ora &egrave li, davanti al tuo volto la mia voce ‘ora erica, ora se sei pronta a seguirmi, ora la tua bocca lo afferrerà per porgermelo, per donarti a me’ non esiti le tue labbra graffiano il pavimento, si stringono intorno a quel salice, lo afferrano e sollevi il busto, le mani dietro la schiena, davanti a me. offrendomelo

sai, sai senza vederlo che un sorriso si dipinge sul mio volto sai, sai senza guardarmi che sono fiero di te, e questo ti riempie di orgoglio ORA SEI MIA creta tra le mie dita pronta a seguirmi, fino in fondo…. tra le mia mani erica….novizia si, ma…. te stessa….. sono davanti a te, ti sollevo lentamente guidandoti attraverso la stanza stesa su quel tavolo spoglio le gambe divaricate io tra le tue cosce, bevendo il tuo sapore la voglia che si riaccende improvvisa dopo l’umiliazione, amplificata dall’umiliazione gemi a bocca aperta mentre la mia lingua ti fruga, mentre spasimi violenti e contrazioni improvvise scuotono il tuo ventre, mentre coli desiderio nella mia bocca, stringendo i pugni per trattenere quell’orgasmo che scuote il tuo corpo, che vorrebbe esplodere, ma.. non ancora, non puoi, non hai il mio permesso erica, e lo sai. Lenta la mia lingua ora, aprendoti, scivolando tra le grandi labbra, scivolando su fino al clitoride turgido, muovendolo, premendolo… abbandonandolo per stringersi e spingere in te, scopata dalla mia lingua erica, mentre il tuo bacino sussulta su quel tavolo, mentre ormai senza pudore dalla tua gola, gemiti e parole safuggono, parole di cui razionalmente ti vergogneresti, implorando di scoparti, di trasformarti nella mia puttana, di farti mia, corpo ed anima.. la mia lingua erica, piena di te, scivola ora sul tuo corpo, sul seno, bagnandolo di umori e saliva, sul tuo viso, sulla tua bocca spalancata guardando i tuoi occhi lucidi di voglia. la mia lingua erica, che spinge nella tua bocca, la fruga intrecciandosi con al tua, salive ed umori che si mescolano e…. il mio sesso che con un colpo deciso entra in te. schiacci il tuo corpo contro il mio, sollevando le gambe, muovendo il bacino al mio ritmo, ansimando nella mia bocca. Piu veloce erica, ancora piu veloce guardando i tuoi occhi piu a fondo erica, fino alla tua anima, la mia femmina, la mia slave, la mia puttana tra i gemiti la tua voce, in un sospiro ‘ti prego..ora ti prego.. dimmi di si… dimmi che posso…’ lunghi istanti cadenzati dai miei colpi, il tuo corpo sbattuto contro il tavolo, gemiti sempre piu sincopati, poi… il mio ‘si, ora piccola cagnetta, ora puoi’ urli il tuo orgasmo, sul mio viso nella mia bocca stringendoti contro me mentre il tuo sesso stringe il mio in contrazioni violente continue che sembrano non finire mi muovo piano, sentendoti godere di ogni minimo movimento persa in noi ancora erica ancora in te muovendomi ancora, ancora a fondo ancora piacere che esplode in te, e… esco da te il mio sesso davanti al tuo volto il mio seme ancora sul tuo viso, tra i tuoi capelli ancora il mio sapore caldo, che si secca sulla pelle mentre aspetti che il tuo respiro torni, che l’aria ancora…. MIA lentamente i contorni della stanza tornano reali, la nebbia del piacere sfuma lentamente con un rossore improvviso, vedi cinzai, accanto a te, vedi dal suo viso che tutto ciò ha risveglaito eccitazione assoluta in lei, un moto d’orgoglio nel realizzare che…. non ho concesso a lei appagamento… lentamente guardi me… un mio cenna a cinzia, un suo sorriso strano mentre si avvicina a te e….. aprendo la borsetta prende una manciata di euro che getta accanto al tuo viso, bagnandoli del mio sperma.

smarrimento vuoto rabbia un pugno violento nello stomaco perch&egrave? si, la mia puttana, ma non per soldi, perch&egrave? lunghi istanti, che riempiono di lacrime i tuoi occhi, non riesci quasi a respirare, singhiozzi, incurante di mostrare il tuo dolore, la tua umiliazione finche… mi avvicino a te, prendo quei soldi, gettandoli a terra NO erica, non per soldi piccolina, solo per ciò che siamo accarezzo piano i tuoi capelli ancora erica, ora lo sai, andremo oltre sorridi, stringendoti a me.. MIA verso i prossimi passi, tenendo la mia mano

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