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Racconti di Dominazione

Non sono un……..

By 2 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Io non sono un masochista vero, infatti se sento un dolore troppo intenso durante un gioco erotico, mi si ammoscia. Non ho letto un trattato al riguardo e quindi non saprei come definirmi, sta di fatto che amo la sottomissione nei confronti delle donne in particolare tramite i piedi. Immagino, estasiato, un mondo dove esse siano padrone di tutto e nel quale gli uomini servano solo come schiavi atti ad accontentare tutte le loro esigenze. E alla bisogna dei meri oggetti sessuali sempre pronti a soddisfare i desideri delle loro padrone.
In preda a questi pensieri dolcissimi finalmente mi addormentai anch’io ai piedi del suo letto. Prima però avevo passato parecchio tempo ad ascoltare il suo respiro regolare mentre dormiva, a sentire ogni minimo movimento del suo corpo sotto le lenzuola.
Ero in preda ad una grandissima eccitazione. Non mi pareva vero che una donna meravigliosa come quella mi avesse degnato della sua attenzione. Era bellissima e sensuale come nessun’altra donna mi era capitato di vedere nel corso della mia vita. E poi quel fare altero, quello sguardo che ti dice: puoi solo desiderarmi. Invece ero li ai piedi del suo letto aspettando che si svegliasse e pronto ad esaudire tutti i suoi desideri per l’intero week end e magari per sempre. E finalmente sentii quella voce così intensa intimarmi di avvicinarmi di fianco al letto.
‘ Avvicinati qui di lato – mi disse ‘ che devo scendere dal letto.
Così feci e Lei appoggiò i suoi morbidi piedi sul suo personalissimo zerbino. Scendendo dalla mia schiena e recandosi in bagno mi disse :
‘Mentre mi lavo vai in cucina a preparami la colazione, latte e caffè con i biscotti, muoviti’
Immediatamente obbedii e dopo qualche minuto mi raggiunse.
‘Mettiti a cuccia sotto al tavolo’
Mi sdraiai davanti alla sua sedia cosicché lei potesse appoggiare i suoi piedi su di me. Sentivo la morbida ed indifferente pressione dei suoi magnifici piedi sopra al mio corpo ed inevitabilmente ero in costante erezione. Quando ebbe terminato mi diede alcune istruzioni:
‘Adesso uscirò per un paio di ore, metti a posto qui rifai il mio letto e metti un po’ in ordine in giro. Quando avrai finito prepara il pranzo. Vedi di fare le cose bene, ricorda che sei in prova.’ Così dicendo tornò nella sua camera da letto e si preparò per uscire. Quando fu vestita, bellissima come sempre, volle che le infilassi gli stivali, concedendomi di baciarle i piedi per qualche istante.
Il tempo volò velocemente nell’attesa del suo rientro. Quando fu a casa le tolsi naturalmente gli stivali e dopo aver notato che avevo eseguito con attenzione quanto mi aveva detto di fare, mi concesse di farle il bidé con la lingua. Questo mi procurò uno stato di eccitazione incredibile che faticai a contenere, così le appoggiai una mano sulla gamba meritandomi un sonoro ceffone.
Ci recammo in sala da pranzo dove la servii. Allora mi concesse di accucciarmi di fianco alla sua sedia e mi poggiò davanti un piatto con alcuni dei suoi avanzi.
Appena terminato di pranzare mi disse:
‘Rimetti a posto, portami il caffè e poi torna qui’
Fatto questo mi fece mettere carponi davanti alla poltrona su cui si era adagiata a leggere il giornale ed appoggiò i piedi sopra la mia schiena. Passò così un po’ di tempo durante il quale fece anche qualche telefonata parlando allegramente con alcuni amici. Talvolta si alzava dalla poltrona e si sedeva sulla mia schiena. Ad un certo punto si alzò si tolse calze e mutandine e mi ordinò:
‘Fammi godere un po’ con la lingua’
Iniziai a leccarla come se non avessi mai leccato una figa in vita mia, era pazzesco sentirla provare piacere. Un piacere che le stavo dando io.!
Dopo essersi soddisfatta disse che avrebbe fatto un riposino e mi lasciò li con la mia incredibile eccitazione.
Quando si svegliò mi rese partecipe del programma per la serata:
‘Stasera esco, ho intenzione di scoparmi un tipo che mi sbava dietro da un po’ di tempo. Tu aspettami sveglio perché potrei non essere soddisfatta della serata.’ E così dicendo si preparò per uscire.
Quando uscì di casa era bellissima, avvolta in una pelliccia di visone sembrava una dea.
La serata sembrò interminabile, finché finalmente non sentii la chiave nella serratura. Entrò senza degnarmi di uno sguardo e con un cenno della mano mi indicò di seguirla. Si sedette in poltrona le tolsi le scarpe e Lei mi chiese di massaggiarle i piedi. Prese il telefono e cominciò a parlare con qualcuno ed intanto coi piedi mi spinse a terra e li appoggiò sulla mia faccai:
‘Ciao, si sono a casa’
‘Si è stato bello’
‘Vorresti essere qui ?’ E mentre lo diceva iniziò ad accarezzarsi la figa con la mano sotto i collant.
‘Ehi sei un bel maiale a dire queste cose, si potremmo rifarlo’chissà. Ti stai toccando ? Anch’io’
Sentivo il movimento ritmico dei suoi piedi posati sopra di me e la cosa mi mandava in visibilio.
Ad un certo punto mi fece cenno di mettermi in ginoccho e leccargliela e mentre lo facevo disse al suo amico : ‘Io ho qui il mio schiavo che me la sta leccando’
‘Credimi mi sta facendo un servizietto con la bocca, la prossima volta mi piacerebbe prendere il tuo uccello in bocca mentre lui mi lecca la figa’ E così dicendo ebbe un orgasmo con la mia lingua.
‘Beh adesso ti lascio notte’
Spense il cellulare, si alzo e si diresse in bagno lasciandomi in un penoso stato di eccitazione e frustrazione.
Poi mi disse di seguirla e mi fece mettere carponi in modo da potersi sedere sulla mia schiena per struccarsi.
Quando ebbe terminato mi disse: ‘Adesso puoi metterti a cuccia, se domani sarai bravo forse il mio piede ti concederà un po’ di piacere’forse’
E così dicendo si coricò e spense la luce. Io mi accomodai ai piedi del suo letto fremente di eccitazione in attesa che ricominciasse un nuovo giorno per servire la mia padrona.

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