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Racconti di Dominazione

PadronVale e la scuola di karate

By 23 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale e la scuola di karatè
di Tom

Quel giorno Vale e Silvia avevano davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno. Quella trascorsa all’Università era stata una giornata molto pesante. Occorreva trovare un passatempo divertente in grado di scaricare i nervi. Da un po’ di tempo le due ragazze si erano iscritte ad un corso di arti marziali in una piccola palestra non lontana dalla casa di Silvia. Il karatè era uno sport rilassante ma quella sera si era già fatto buio pesto e l’ora era tarda. Non rimaneva più il tempo per andare in palestra.
-‘Vieni a casa mia’- propose Vale.
-‘A far che?’- chiese Silvia
-‘Ci alleniamo un po”-
-‘Scherzi? E con cosa? Non abbiamo il sacco e neppure i materassini’-
-‘Non ti preoccupare. Dormirai da me, nella camera degli ospiti’-
-‘Purché possa tenermi la serva a fianco del letto, come tappetino’- disse Silvia.
Vale rise ”Staremo a vedere se stasera sarà in grado di fare da tappeto’-
-‘Perché?’-
-‘Lo vedrai’-
Le due ragazze giunsero a casa della Padrona. Erano sole. Nella casa c’erano solo loro due ed Alex. Le padroncine s’accomodarono in salotto.
-‘Schiava!’- chiamò la Padrona. Alex accorse davanti alle due, s’inginocchiò al loro cospetto e baciò le loro scarpe.
-‘Alzati immediatamente, grandissima puttana!’- ordinò Vale ”Adesso stai ritta in piedi e rimani ferma’-
-‘Si, Padrona’-
Vale si tolse le scarpe.
-‘Non ti unisci a me?’- chiese a Silvia.
-‘A far cosa?’- chiese l’altra.
-‘A far questo!’- esclamò la Sovrana, sollevando con eleganza la gamba destra in una perfetta esecuzione di calcio circolare alto. La punta del piede colpì la gola di Alex. La schiava vacillò, gemette stupita e piombò a terra, tenendosi la gola dolorante con le mani.
Silvia scattò in piedi ”Una palestra in casa! Vale, come sei fortunata ad avere questa puttana al tuo servizio!’-
-‘Si, è proprio vero’- rispose lei ”Allora, vuoi allenarti un po’ al sacco anche tu oppure preferisci riposare?’-
-‘No, no, mi unisco volentieri a te. Prima però le scarpe. Io me le faccio togliere dalla serva’- disse Silvia. Poi, rivolgendosi ad Alex ”Hai capito, stronza? Toglimi le scarpe, e veloce’-
Alex, ancora boccheggiante per il calcio subito, strisciò ai piedi della padrona e le tolse dolcemente le scarpe. Silvia strofinò i suoi piedi sul viso di Alex.
-‘Massaggiameli un pochino sotto le piante. Ho i piedi stanchi da morire, oggi ho corso come una maratoneta’- ordinò.
Alex massaggiò con cura i piedi di Silvia e quando la padrona ne ebbe a iosa le assestò un calcio a piedi uniti in pieno stomaco.
Alex cadde con la faccia in avanti sui piedi di Silvia ma la giovane sovrana sollevò le gambe un istante prima che la faccia dell’inferiore sbattesse contro le proprie caviglie.
-‘Che fai, reagisci?’- chiese Silvia, fra il divertito ed il sorpreso. Vale saltò con tutti e due i piedi sulla schiena di Alex e la serva avvertì le vertebre che scricchiolavano sinistramente.
-‘Questo con un sacco non lo puoi fare!’- esclamò Vale.
-‘Già! Oltre che sacco potremmo usarla come sparring partner’- propose Silvia.
-‘Si, però mi sembra già un po’ rotta’-
Le padrone risero.
Vale ballava sulla schiena e sul collo della sottomessa, ruotando i piedi ed affondando le punte nei punti più sensibili. Silvia, al fianco del tappeto umano, si divertì soprattutto a calpestare la testa della schiava.
-‘Ora facciamo sul serio’- disse Vale ”Proviamo le tecniche che abbiamo imparato in palestra’-
-‘Si’- rispose Silvia con entusiasmo.
-‘Serva, alzati in piedi. Anzi, prima toglici i calzini’- ordinò la Padrona. Vale e Silvia i sedettero sul divano. Attesero che Alex avesse tolto loro le calze, rinfrescando anche le piante dei piedi con la lingua, poi fecero mettere in posizione la serva e le si affiancarono. Vale era a destra e Silvia a sinistra.
La Padrona fu la prima a colpire. Un calcio investì Alex nello stomaco e la piegò in due. Mentre si abbassava Silvia le allungò un calcio in viso. Vale la prese per i capelli e la tirò su.
-‘Non ti abbassare! Non cercare di parare i colpi! E non urlare! Devi stare ferma ed immobile!’- gridò.
-‘Si, Pa’Padrona’-
Un altro calcio da parte della Dea dritto in un fianco. Alex resistette senza muoversi, ma il dolore le attraversò il corpo come una freccia. Silvia la colpì ancora violentemente col dorso del piede su una spalla. Toccò di nuovo a Vale, che la centrò in pieno viso con la pianta del suo bellissimo piede.
Alex barcollò stordita. I suoi occhi videro per un attimo le stelle. Silvia la raggiunse con una ginocchiata nel ventre e a quel punto Alex non poté fare a meno di piegarsi in avanti. Proprio in quel momento il piede di Vale, salendo come un lampo, la colpì di nuovo al viso. Per Alex calò il buio. Si ritrovò sdraiata a terra, le luci si fecero nebulose, i suoni ovattati. Gli occhi le lacrimavano.
Udì Vale e Silvia ridere e parlare ma non distinse le loro parole.
Poi avvertì dolore sulla testa ma non vide più i piedi della Padrona. Evidentemente la Dea le stava in piedi sulla testa. Silvia le mise un piede in bocca e salì con l’altro sul braccio destro, steso senza forza sul freddo pavimento.
Per un istante la pressione dei piedi di Vale sulla sua testa venne meno, poi un dolore acutissimo le esplose sulla nuca e sull’orecchio destro. La Padrona le stava saltellando sulla testa. Il piede di Silvia affondava sempre più nella sua bocca, la sensazione dell’unghia dell’alluce che giocava con la lingua e le gengive era fastidiosa più che dolorosa.
Ancora una volta i piedi della Padrona calarono sulla sua testa e per Alex tutto divenne buio e silenzio.

-‘Te l’avevo detto che sarebbe stato divertente!’- esclamò la Dea.
-‘Si, è un peccato che sia durato così poco’- ammise Silvia.
-‘D’altra parte lo scopo è raggiunto. Io un po’ mi sono sfogata. Purtroppo la resistenza della stronzetta è quella che è. Potremmo ballarle sopra anche se è svenuta ma non sarebbe ugualmente divertente senza i suoi gemiti di dolore’-
-‘Avremmo bisogno di più schiave, sai?’- propose Silvia.
-‘Forse presto me ne cercherò un’altra’- disse Vale.
-‘Dici davvero?’-
-‘Si, certamente’- rise la Padrona.
-‘Fammi sapere. Ed intanto balliamo un po”-
-‘Sulla serva?’- chiese la Dea.
-‘Si. Anche se è svenuta che differenza vuoi che faccia, in fondo? E’ bello muovere i piedi nella pancia di un’altra ragazza, molto più che calpestare del duro marmo’-
-‘E’ vero. Ed immagino che tu voglia averla comunque come scendiletto, questa notte’-
-‘Naturalmente!’- esclamò Silvia ”Gli accordi erano questi!’-
-‘Come vuoi!’- rise Vale ”Ma dovrai trascinarla tu fin in camera tua’-
-‘Fa nulla. Quando si sveglierà le farò pagare anche d’avermi costretta a strascicarla per terra. Le piscerò in bocca! Ora metti un po’ di musica e diamo inizio alle danze!’-

Tom2075@hotmail.it

tom

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