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Racconti di Dominazione

PadronVale e la sedia- cesso

By 12 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale e la sedia- cesso
di Tom Tom2075@hotmail.it

La Padrona aveva invitato alcune amiche per far sperimentare loro le qualità della sedia- cesso recentemente acquistata ed i risultati del tirocinio da WC umano a cui la schiava era stata sottoposta. Per prima cosa la serva fu fatta sdraiare sul pavimento e la sua testa fu inserita sotto il vano del sedile- cesso, quindi la Padrona legò la sottoposta in modo che essa non potesse muoversi. Le calò forte il piede fra i seni.
-‘Oggi ti sottoporrò alla verifica di fine tirocinio’- disse la Dea ”Le mie amiche stanno venendo per pisciarti in bocca. Farò loro provare anche a defecarti in gola, così una volta tanto ti renderai utile’-
-‘Si, Padrona’-
Vale salì con tutti e due i piedi sul corpo della schiava. Calzava delle ciabatte infradito e la sua pressione era più che sopportabile per la schiava ben avvezza a torture più pesanti.
-‘Mi raccomando, fammi fare bella figura. Ti ho tenuta a pipì e popò per un mese al solo scopo di prepararti a questo giorno’-
-‘Si, Padrona’-
In quel momento il campanello suonò. Vale scese dalla pancia dell’inferiore dopo essersi pulita le suole delle infradito sulla maglia di Alex e si diresse alla porta.
C’erano Silvia, Francesca ed Erica.
-‘Ciao, Vale, è pronta la schiava?’- chiese subito Francesca.
-‘Non vedo l’ora di liberarmi!’- esclamò Erica.
-‘Tutto a posto. La serva è di là che ci aspetta’- annuì sorridendo la Dea.
Accompagnò le amiche nella stanza nella quale la serva era stata legata alla sedia- cesso.
-‘Ah, così sarebbe questa la sedia- gabinetto che ci avevi descritto’- disse Silvia, che già si stava facendo scendere i pantaloni ”Vorrei essere la prima a provarla’-
-‘Prego, accomodati’- disse Vale.
-‘Grazie’si, è proprio comoda, potrei star seduta qui per ore intere’-
Alex vide le splendide natiche di Silvia sopra di se. La luce che filtrava dal foro del gabinetto si fece fioca e scomparve. D’un tratto avvertì una pressione dolorosa sui seni. Riconobbe le suole delle scarpe da ginnastica di Silvia. Un terzo piede si posò sul suo stomaco. Calzava scarpe col tacco, stivali, non poteva essere di Vale.
Si trattava infatti di Francesca.
Senza preavviso Silvia iniziò ad orinare nella sedia- cesso. Il liquido colò lungo il tubo e si riversò sulla faccia della schiava. Alex conosceva bene il sapore dell’orina di Silvia, l’avrebbe riconosciuto fra mille. Soltanto la Padrona aveva usato più volte la sua bocca per pisciarvi dentro.
Bevve ogni goccia senza esitazione. Ma all’ultimo scorse che dal sedere della padrona stava scendendo un cilindretto di cacca, diretto verso la sua faccia.
Si preparò. A parte quella di Vale non aveva mai mangiato la cacca di nessuno.
-‘Assaggia questa’- disse Silvia, aggiustandosi una ciocca di capelli e sorridendo alle compagne.
La sua cioccolata precipitò in bocca ad Alex, la centrò esattamente fra le labbra e la soffocò. La schiava fece mulinare la lingua, spezzò quel cilindretto disgustoso e masticò. Ma la merda di Silvia era ben diversa da quella della Dea, era cattiva e la serva ne fu schifata.
-‘Vatti a pulire in bagno’- disse Vale, una volta che Silvia si fu scaricata ”Di solito impiego la sua lingua come carta igienica, ma ora non conviene toglierla dalla sedia. Sai che puzza!’-
Silvia annuì, si alzò in piedi gravando interamente sul petto di Alex, scese e andò in bagno. Subito
fu la volta di Francesca, la padrona con i tacchi, perché Alex avvertì la pressione delle calzature dalle punte affilate premere contro i propri seni.
Anche Francesca iniziò pisciando sulla faccia della schiava e, in rapida successione, defecò sulla sua bocca.
Alex non aveva ancora consumato i frutti di Silvia che fu subito inondata dagli escrementi solidi e liquidi di Francesca.
Mentre le sue labbra lavoravano, mentre la sua lingua mulinava, udì ridere la Padrona e le sue amiche.
D’un tratto la luce tornò ad illuminare la cavità della sedia. Francesca si era alzata. Toccava ad Erica. Questa fu la più veloce delle dominatrici. Orinò abbondantemente e defecò una cospicua quantità di cacca. Alex ne fu letteralmente sommersa. Avvertì il liquido che le penetrava nelle orecchie e nelle narici. I suoi occhi iniziarono a bruciare. Bevve per non soffocare ed inghiottì grossi pezzi tutti assieme, rischiando di strozzarsi. Quando anche Erica si sollevò dalla sedia la serva tirò un sospiro di sollievo (solo emotivo, la sua faccia si trovava ancora sotto un dito di orina e feci solide!) nella speranza che la tortura fosse terminata. Al contrario Vale rivelò di avere altri progetti. Saltò con tutte e due i piedi sul petto della sguattera, togliendogli l’aria dai polmoni, poi si voltò e si sedette sulla sedia, sempre tenendo i piedi sul petto di Alex. La schiava cercò di riprendere aria, non vi riuscì, bevve piscio e si sentì soffocare. Altra orina giunse in quel momento dall’alto, quella della Padrona e subito dopo altre feci solide.
Quando anche la Dea ebbe lasciato la sedia Alex prese con la forza della disperazione ad ingoiare e bere. La sua faccia era completamente coperta, i suoi sensi attutiti. Senza concederle respiro avvertì una dolorosa pressione sulla pancia. Erano le scarpe di Silvia. A turno le padrone si erano andate a pulire il sedere ed erano tornate per calpestare la sguattera, al fine di farla strozzare e mandarle di traverso i loro stessi escrementi.
Tuttavia Alex resistette, la Padrona l’aveva ben addestrata anche a deglutire durante un violento calpestamento inferto da due persone contemporaneamente. Ed inoltre le aveva dato ordine di non farle fare brutta figura. Rischiò di soffocare solo un paio di volte.
Poi, quando ebbe terminato di bere tutta l’orina e di mangiare ogni traccia di feci, le padrone si allontanarono.
Vale si affacciò disgustata sul foro della sedia, dal quale proveniva un tanfo nauseante di merda e piscio (e si immaginò quale odore vi dovesse essere sul fondo della tazza) ed ordinò alla sguattera di darsi una ripulita. Quindi raccolse un grumo di saliva e lo sputò in bocca ad Alex, la quale, con gratitudine, lo ingoiò.
La Padrona rise e se ne andò soddisfatta. La festa era stata un successo. Quando la stanza fu silenziosa e vuota Alex uscì dalla sedia e se ne andò in bagno. Si lavò la testa, la faccia, poi pulì il pavimento della stanza in cui Vale e le sue amiche si erano tanto divertite ad umiliarla e diede un po’ d’aria alla camera. Infine ripulì anche la sedia, pronta per un’altra seduta.
La Sovrana fu di ritorno dopo venti minuti.
Le amiche della Padrona erano già andate via.
-‘Schiava’-
-‘Si, Padrona’-
-‘Oggi sei andata abbastanza bene’-
-‘Grazie infinite, Padrona’-
Vale si guardò attorno.
-‘Dov’è la sedia?’-
-‘L’ho lavata e messa ad asciugare’-
La Padrona le tirò un violento ceffone.
-‘Te l’ho forse chiesto? Portala subito qui. Mi scappa di nuovo e indovina un po’ dove ho intenzione di scaricarmi’.’-

tom

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