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Racconti di Dominazione

PadronVale e la tortura del cesso

By 28 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale e la tortura del cesso
di Tom

La sottomissione di Alex era giunta ad un punto tale che, a separarla per più di due giorni dalla sua sublime Proprietaria, la ragazza sarebbe sicuramente impazzita.
La Dea poteva disporre di lei a suo piacimento, torturarla, umiliarla, farla lavorare al posto suo, e tutto senza doverla mai ringraziare.
Venne il giorno in cui la Padrona volle far superare un altro livello di sottomissione alla serva. L’avrebbe usata come cesso. Certo, Alex era già abituata a bere l’urina della Dea, ma a quest’ultima venne l’idea di usarla come tazza del gabinetto nel più generale dei sensi.
Alex avrebbe dovuto imparare ad adorare anche la popò della Padrona.
Fu al termine di un giorno di noia che Vale si decise. Il pomeriggio era stato piatto e a poco era servito il massaggio labiale che la serva aveva operato sulle divine estremità della Dominatrice. Ci voleva un’idea nuova.
Vale era al gabinetto e chiamò la schiava.
-‘Serva, vieni subito qui!’-
-‘Si, Padrona’- Alex arrivò di corsa e si inchinò di fronte alla tazza, dove Vale era seduta.
La Padrona si alzò in piedi.
-‘Mi devi pulire’- disse.
Alex si sporse verso il sesso della Dea e lo leccò.
-‘No, non lì, puttana!’- gridò Vale.
Afferrò Alex per i capelli e la scosse avanti e indietro.
-‘T’ho forse detto di pulirmi lì?’-
-‘No, Pa’Padrona, ma”-
La Dea si voltò, dando al volto di Alex il suo mirabile posteriore.
-‘E’ lì che ho sporco. Pulisci’-
-‘Ma Padrona”-
Incredibile, la schiava faceva resistenza. Vale rinculò leggermente andando a sfiorare con le natiche il viso di Alex. La schiava era ancora trattenuta per i capelli dalla mano della Dominatrice e non avrebbe potuto in ogni caso sottrarsi a quella presa. Avvertì l’odore delle feci di Vale.
-‘Sei una cagna! E una cagna disobbediente! Muoviti o invece che farmi solo pulire il culo la prossima volta ti cacherò direttamente in bocca!’-
Ma siccome la schiava esitava ancora, Vale le strinse con forza i capelli e cominciò a pulire lo spazio fra le sue belle natiche con quelli.
Alex avrebbe voluto reagire, allontanarsi ma non poteva disobbedire più di così alla Divinità. Avrebbe solo voluto più tempo per prepararsi adeguatamente a leccare la merda di Vale.
Quando la Padrona lasciò la presa Alex aveva un arazzo di sfumature marroni e nere fra i capelli.
-‘Che schifo, sei una schiava di merda!’- disse Vale con disprezzo.
-‘Metti la testa nel cesso, subito’-
Alex si sporse con il viso al di sopra della tazza e guardò in basso. La Padrona non aveva ancora tirato lo scarico dopo essersi servita dei servizi e nell’acqua galleggiava diversa roba.
-‘Chinati’- ordinò la Dea.
La schiava sentiva le lacrime scendergli lungo le guance. Troppo improvvisa era stata questa tortura. La ragazza si attendeva di trascorrere una normale serata leccando i piedi della sua Signora, magari di essere calpestata con i tacchi a spillo o fatta vittima di qualche innocente punizione come tante volte era già accaduto.
-‘Chinati, ho detto, merdosa che non sei altro’-
Alex si chinò fino ad appoggiare il busto sul margine della tazza. La sua faccia era a pochi centimetri dal pelo dell’acqua ed in quella zona l’odore era consistente.
Vale abbassò la tavoletta sulla schiena della serva e vi si sedette sopra con tutto il suo peso, impedendo alla bastarda di muoversi. La lasciò così per qualche minuto, insensibile all’ansimare della bestia sotto di se ed al dolore che doveva provocarle l’essere schiacciata fra il margine della tazza e la tavoletta.
A quel punto Vale tirò lo sciacquone, sempre restando seduta sulla serva. Alex vide un turbine marrone venirgli incontro e schiaffeggiarla violentemente, sentì dei corpi solidi che la colpivano in faccia e sul naso. Serrò le labbra perché niente di tutto ciò potesse entrarle in bocca.
Quando lo scarico fu andato Vale si alzò e tirò fuori la testa della serva. I suoi capelli erano ora un po’ più puliti, completamente bagnati, ma qualche screzio di merda era ancora attaccato qua e là. Vale assestò un calcio nel fianco della ragazza inginocchiata.
-‘Ora me lo vuoi leccare?’-
-‘S’si, Padrona’- singhiozzò Alex.
Vale rise, si voltò e mostrò alla schiava il suo culetto divino. La schiava leccò fra le natiche con passione. I primi colpetti furono i più duri, poi gran parte del disgusto fu superato ed allora la sua lingua fluttuò dolcemente avanti ed indietro, bene come non mai.
-‘Vedi che se vuoi sai come fare? Sbrigati, che non voglio stare col sedere nudo tutta la notte!’-
La schiava continuò ancora un poco.
-‘Basta! Rimetti la testa nel cesso!’- ordinò Vale.
-‘Si Padrona’-
La schiava sapeva già cosa stava per accadere ma non provò a disubbidire. Vale abbassò la tavoletta del water e premette sul pulsante dello scarico ancora una volta.
-‘Apri la bocca, mentre tiro lo sciacquone così ti si ripulisce quella merda
di lingua che ti ritrovi!’-
‘Merda di lingua’, pensò fra se Vale, ridacchiando. Mai metafora fu più azzeccata. Ora la schiava aveva davvero una lingua di merda.
Sempre con la testa di Alex nel cesso e la tavoletta abbassata su di lei, la Padrona chiese ”Hai la bocca aperta?’-
-‘Si Padrona’-
-‘Tieni fuori la lingua’-
-‘Si Padrona’-
Vale tirò lo scarico una terza volta e dopo un po’ sollevò la tavoletta e tirò fuori la testa gocciolante della schiava.
-‘Lecca ancora, fa il bidè al mio sederino’-
La serva leccò ancora per qualche minuto, poi Vale le fece rimettere la testa nel cesso e ritirò lo scarico.
Di nuovo fuori Alex asciugò il sedere della Dea con la propria camicia (Vale avrebbe voluto farglielo fare con i capelli ma quelli erano più bagnati del suo culetto) quando la Dea vide che sopra la tavoletta del water c’era una macchiolina marrone.
-‘E’ dove mi sono seduta, vedi?’- disse ”Lecca anche li’-
La schiava eseguì finché il cesso della Padrona non fu di nuovo lucido.
Vale, all’inizio, volle vedere con i suoi occhi la lingua della serva che rimuoveva la materia marrone, ormai incrostata, dalla superficie liscia del cesso, ma quando la puttana iniziò davvero a leccare la merda, la Signora ritrasse il viso con un’espressione disgustata, la lasciò terminare e poi la guardò.
-‘Adesso però hai di nuovo la bocca sporca di merda’-
-‘Si Padrona’-
-‘Dovresti fare un altro tuffo nel water per rischiararla ma ho in mente qualcosa di più divertente’-
Andò al cassetto sotto la lavandino e prese l’imbuto.
-‘Non mi sei piaciuta per niente, oggi. Non sei ancora capace di fare una cosa semplice come leccare il mio culetto. Per questa volta passi ma ti avverto che da oggi la tua lingua mi servirà anche come carta igienica. Vedi di prepararti perché presto mi dovrai leccare di nuovo il sedere’e non passerà molto che non avrò neppure bisogno del water!’-
-‘Si’Si Padrona’-
Vale mise l’imbuto in bocca alla schiava, poi la fece sdraiare con la schiena rivolta verso terra e si sedette con il bacino sopra l’apertura dell’oggetto di plastica.
Liberò la vescica ed una cospicua quantità d’orina finì nella bocca di Alex. La schiava, passivamente, bevve tutto senza lasciarne cadere una sola goccia.
-‘Almeno a bere piscio hai imparato’-
Vale si alzò in piedi e con le mani appoggiate ai fianchi attese che la serva si fosse sciacquata la lingua al bidè
-‘Ora puliscimi’-
Alex obbedì.
-‘Questo lo sai fare. Ma con la cacca hai qualche problemino. La cacca ti fa più schifo?’-
-‘Be’si Padrona’-
-‘A si? Bene, perché domani inviterò Silvia e tutte le mie amiche padroncine e dirò loro di usarti come carta igienica a loro piacimento. E da dopodomani inizierà il tuo nuovo tirocinio da cesso umano, non appena avrò trovato un imbuto adatto a farti scivolare in gola anche la mia cacchina’-
La prospettiva gelò il sangue nelle vene di Alex.
-‘Non passerà molto tempo che tu vivrai bevendo unicamente la mia urina e mangiando soltanto le mie feci. Allora sarai la mia schiava, completamente e indissolubilmente’-

Tom2075@hotmail.it

tom

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