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Racconti di Dominazione

Pompino? però comando io!

By 14 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Qualche settimana fà, sono uscita con un mio amico molto intimo.
Uno di quei ragazzi con cui puoi parlare di tutto, delle tue fantasie piu spinte o dei tuoi segreti più intimi e di cui sai di poterti fidare ciecamente.

Quella sera ci siamo incontrati a casa sua e tra una birra e quattro chiacchiere, stavamo guardando un film alla tv.
Stavano passando un film d’azione e in quel momento, come succede ormai in tutti i film, la co-protagonista, dopo aver tirato fuori le tette, si apprestava a fare un pompino al suo compagno di sventure.
Il discorso tra noi, a quel punto, finì sul sesso. Giorgio, il mio amico, mi confessa che è molti anni che non riceve più pompini dalle ragazze con cui esce e in effetti un po gli manca questa pratica.
Iniziamo a scherzarci sopra e senza farlo apposta, parte una scommessa tra di noi.
Punta il dito verso di me, e mi dice :
– Se tu avessi il coraggio di farmelo,in cambio ti giuro che per una settimana, puoi chiedermi tutto quello che vuoi!
Io non capendo più fino a che punto stesse scherzando veramente, gli rispondo comunque a tono :
– Ok, sarei anche disposta a fartelo, ma alle mie condizioni. Comando io e dovrai fare tutto quello che ti dico, altrimenti non si fa.
La mia frase si conclude con una risata e il discorso sembra morire li.
La serata prosegue scherzando come al solito e finito il film, lo saluto con i soliti 3 baci sulle guance e me ne vado a casa.

Non penso più al discorso del pompino per circa una settimana, fino a quando mi arriva un suo messaggio che mi fa quasi perdere l’equilibrio mentre stavo camminando.
Faceva all’incirca così :
– Ciao Moni, come stai? Senti, ma per quella scommessa, quando ti va io sono pronto.
Moni è il diminutivo del mio nome : Monica. Il messaggio è strutturato come al solito, come se fosse la cosa più normale che potesse scrivermi.
Rimango di sasso. Subito non rispondo e continuo le commissioni pensando a cosa dovrei dirgli.
Il mio istinto dice di non accettare la proposta ma poi, in un lampo di follia, spinta dalla curiosità e da una certa eccitazione gli rispondo :
– Ciao Giò. Per la scommessa, anche sta sera va bene. Se vuoi passa da me dopo cena, verso le 9! Ti aspetto.
Il suo messaggio di risposta non tarda ad arrivare.
– Ok! Ci vediamo per le 9.
Il cuore mi batte all’impazzata, mai avrei pensato che non stava scherzando.
La mia giornata prosegue come al solito, la sera arrivo a casa e dopo un rapido pasto, mi butto sotto la doccia. Mi lavo con cura e come mio solito passo la lametta per non avere spiacevoli ricrescite. Una volta concluso, mentre mi passo la mano sulla figa ora completamente priva di peli, mi domando, ma perchè dovrei depilarmi se tanto è solo un pompino. Mica deve vedermela!
Eppure è così, anzi, quando è ora di vestirmi, metto il perizoma piu bello che ho, nero, di pizzo. Abbino poi un reggiseno della 3 misura anch’esso nero.
Sopra mi vesto con una semplice minigonna nera di stoffa e una canotta bianca.
I miei capelli biondi li lascio disordinati e ricci al naturale. Rimango scalza e attendo che suoni il campanello.
Le 9 arrivano in un lampo, e quando sento suonare, mi metto le infradito e vado ad aprire.
– Ciao Moni, come va?
Sorrido e mi viene un’idea.. In un baleno voglio metterla in pratica.
– Bene Giò. Vieni con me.
Prendo le chiavi del mio appartamento e dopo aver chiuso dietro di noi la porta, prendo per mano Giorgio e andiamo nell’ascensore.
– Dove mi porti?
Mentre schiaccio il tasto del piano interrato, piazzo una mano sul suo pacco.
– Volevi il pompino? Te lo sto per fare, però alle mie condizioni come da scommessa.
Sorrido. Mentre lo vedo diventare rosso come un peperone e sento la sua erezione avanzare e farsi notare sempre maggiormente. I suoi jeans si stanno gonfiando notevolmente.
Giorgio non risponde, è visibilmente imbarazzato e rimane come pietrificato. Io continuo con il massaggio sul suo pacco, continuando a fissarlo negli occhi per tutto il tragitto dell’ascensore.
Mi fermo solo quando sul tabellino dei numeri segna il piano interrato. Gli prendo una mano e lo trascino fuori dall’ascensore, poi proseguiamo a camminare in direzione della mia cantina.
Una volta arrivati, gli lascio la mano solo il tempo di trovare la chiave e aprire la porta, dopodichè lo trascino dentro e con una spinta lo indirizzo verso il centro della mia cantina. Richiudo la porta, a chiave.
Giorgio mi guarda quasi paralizzato mentre mi sto avvicinando a lui.
– Mi fai quasi paura Moni.
– Io invece mi sto divertendo.
Sorrido e dopo avergli messo la mano sul pacco con una certa violenza, gli ordino :
– Ora ti spogli. Ti voglio completamente nudo.
– Ma, cos.. cosa.. e tu?
Sorrido con un’espressione mista tra il sadico e la porca e dopo essermi portata un dito alla bocca gli rispondo sottovoce :
– Ma.. ma… ma… Ma niente! Zitto… e fai come ti dico. Ora sei mio…. Altrimenti quella è la porta e noi due non faremo mai più scommesse.
Non parla più e inizia a spogliarsi. Si toglie le scarpe, le calze, i pantaloni e poi va alla camicia. Mentre si sbottona la camicia, mi abbasso davanti a lui e gli sfilo i boxer con una certa violenza.
Il cazzo salta fuori impennandosi come l’asta di una bandiera. È già di marmo e dopo che mi sono fermata a guardarlo, sempre accovacciata, alzo lo sguardo e quando incontro i suoi occhi sorrido. Il mio sorriso è poi accompagnato da una mano che va a dare una rapida strizzata al cazzo, dopodichè mi rialzo, lo aiuto a togliersi la camicia e la maglietta e poi indico i suoi boxer ancora alle caviglie :
– Calcia via anche quelli e poi vai al pilastro e appoggiati ad esso con la schiena.
Indico con il dito un pilastro di cemento armato, poco distante da noi.
Dopo aver calciato anche i boxer, si avvicina al pilastro e dopo essersi voltato, si appoggia con la schiena ad esso.
– Ora stai fermo e zitto, penso io a te.
Con lo sguardo vado in cerca di una cassetta rossa che sò di per certo essere qui in cantina. Quando la trovo, la raggiungo e tiro fuori da essa una corda molto lunga.
Giorgio mi guarda con gli occhi spalancati. Io ricambio lo sguardo sorridendo e dopo essermi avvicinata a lui inizio a legarlo.
Lego subito il suo collo al pilastro, con 3 giri molto lenti perchè non vorrei mai strozzarlo. Poi lego le mani sempre dietro la schiena e poi i piedi, larghi, agli angoli del pilastro. Faccio poi ancora un giro di corda sotto le ascelle e la passo sempre attorno al pilastro, dopodichè mi fermo, mi allontano e lo guardo.
– Proprio così ti voglio, tutto legato. Però manca ancora una cosa.
Non aspetto nemmeno che risponda, alzo la gonna e dopo aver preso con le dita dai lati il perizoma, me lo sfilo.
– Cosa vuoi fare con quello?
Me lo domanda con un misto di eccitazione e paura.
– Semplice. Voglio zittirti. Apri la bocca.
Esegue il mio comando e dopo aver appallottolato il perizoma glielo ficco tutto in bocca.
– Ora sei perfetto.
Le mie parole, mentre lo fisso negli occhi, sono accompagnate da una mano che va ad impugnare il suo cazzo che ormai è di marmo, lo strizzo e dopo averlo spinto verso il basso, lo mollo.

Gli passo una mano sul petto e con le dita strizzo un capezzolo, mi avvicino al suo orecchio :
– Il mio salamino, ora ti faccio venire come una fontana.
Le mie parole vengono accompagnate dalla mano libera che va ad impugnare il suo cazzo, iniziando una lenta sega.
Mi allontano e fissandolo negli occhi accellero la mano sul suo cazzo. Inizia ad ansimare e respirare rumorosamente. I suoi mugolii sono tappati con efficacia dal perizoma.
– Bravo, ti voglio fare impazzire.
Mi stacco dal suo cazzo e mi allontano in modo che mi possa vedere bene.
Mi sfilo lentamente la canotta e poi dopo aver sbottonato la gonna, la lascio cadere ai miei piedi. Mi rimane addosso solo il reggiseno. Mi fissa come ipnotizzato, vaga con lo sguardo sul mio corpo fino a che raggiunge la mia figa. A quel punto si ferma e rimane come in trance a fissarla.
Mi avvicino a lui e quando sono a pochi cm dal suo viso, sgancio il reggiseno e me lo tolgo. Lui fa per abbassare la testa a guardarmi le tette, ma lo fermo e posizionata una mano sotto al mento, lo costringo a rialzare lo sguardo. Prendo il reggiseno e lo avvolgo attorno alla sua testa, come fosse una specie di benda.
– Adesso sono quasi sicura che vedrai ben poco. Ti consiglio di chiudere gli occhi e goderti il mio trattamento.
Così dicendo mi avvicino ulteriormente a lui e vado a poggiare i seni sul suo petto. Inizio a strusciarmi su di esso e avvicino anche il mio bacino al suo. Sento il contatto del suo cazzo eretto contro la mia figa e mi eccito a dismisura. Con le mani mi impossesso delle sue chiappe e dopo aver fatto in modo che il cazzo mi finisse tra le gambe, stringo le cosce e inizio ad andare avanti e indietro. In pratica gli sto facendo una sega con le cosce.
Ansima, respira a fatica con il perizoma in bocca ma lo sento che è eccitato come un porco.
Mi fermo e mi stacco da lui, mi giro di schiena e dopo essermi piegata con il busto avvicino il culo al suo cazzo.
Me lo faccio strusciare sulle chiappe, lui piu eccitato che mai , cerca di muovere il bacino, come a cercare di avvicinarsi a me.
– Stai fermo o ti lascio in questo stato e dopo averti slegato ti mando a casa.
Mugola, un mugolio che sa di disapprovazione, di disperazione. Si ferma e lascia che prosegua nella tortura fino a quando mi fermo. Gli prendo il cazzo e lo spingo nel solco delle mie chiappe. Lo avvolgo in esse, con le mani lo affondo nel solco e dopo avergli stretto le chiappe attorno, inizio a muovermi con il bacino.
– Ti piace la sega con le chiappe ? Porco… Maiale… Ti piacerebbe sborrare sulla tua amichetta vero?
Mugola..Mugolii di disperazione, alza il volume dei mugolii, cerca di tirare fuori più fiato possibile. Lo sto eccitando come un maiale.
Dopo poco però mi stacco e dopo essermi toccata tra le gambe, noto che sono un lago.
– Mi hai fatto eccitare, maiale!
Mi inginocchio davanti al suo cazzo. Lo prendo in mano, alzo l’asta e prendo in bocca le palle.Inizio una lenta sega mentre le succhio, faccio sentire i miei denti mordicchiandole delicatamente.
Smetto di segarlo, lascio le palle e percorro tutta l’asta con la lingua. Vado su e giu svariate volte e poi lo imbocco. Avvolgo subito la cappella tra le labbra, mentre la lingua inizia a picchiettarla, poi affondo la bocca sul suo cazzo fino a raggiungere i peli pubici. Lo ingoio in tutta la sua lunghezza.
Pompo a lungo, continuando a saettare con la lingua per tutta l’asta e sopratutto sulla cappella o sul frenulo al quale dedico qualche minuto.
Poi mi fermo, succhio la cappella come fosse un ciuccio e con una mano mi impossesso delle sue palle massaggiandole.
Il suo respiro si fa decisamente piu rumoroso, il suo petto si alza e abbassa all’impazzata, il cazzo sembra stia per scoppiare. Torno a pompargli il cazzo e a leccargli la cappella ed è un’attimo.
Un urlo sempre tappato dal mio perizoma ed ecco la fontana!
Si svuota nella mia bocca, come un fiume in piena. Mando giu, mando giù fino all’ultima goccia e poi continuo a leccarlo, torno a leccargli le palle e poi gli succhio la cappella finchè si ammoscia.
Io sono un fiume tra le gambe. Potrei tornare a pompargli il cazzo e quando è nuovamente duro me lo farei piantare dentro.
Forse è meglio di no.
Gli tolgo il perizoma dalla bocca e me lo rimetto, gli tolgo anche il reggiseno dagli occhi e mi rivesto completamente, dopodichè lo slego.
– Rivestiti che saliamo.
Si riveste continuando a fissarmi. Io rimango in attesa con le mani incrociate e quando è pronto usciamo, saliamo in ascensore e arrivati al piano terra mi fermo.
– Ti andrebbe una pizza domani sera?
– Si certo, ma adesso non mi fai salire?
Sorrido e dopo avergli dato una carezza in viso rispondo :
– Non ti è bastato? vorrei potermi riposare un po perchè è stato provante anche per me.
Sorride e abbassa la testa. Mentre esce dall’ascensore mi dice a bassa voce :
– È stata l’emozione piu bella che abbia mai vissuto. Mi hai fatto impazzire.
Sorrido e mentre aziono l’ascensore gli rispondo :
– Sono contenta. È quello che volevo! Ciao Giò!
Le porte si chiudono e la mia mano si fionda tra le gambe.
3 dita entrano senza alcun problema dentro di me e inizio un ditalino selvaggio.
Mi fermo solo per poter entrare in casa. Il tempo di chiudere la porta e mi denudo li davanti e poi di corsa mi tuffo sul divano a finire quello che avevo iniziato.
Sembro una pazza, penso al suo cazzo duro come il marmo, mi lamento ad alta voce, mi muovo continuamente mentre le dita mi procurano piacere e finalmente vengo anche io con un urlo liberatorio.
Avvicino le dita al mio naso, le annuso e poi gli do una leccata.

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