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Maria aveva condotto una vita tranquilla, incanalata su immaginari binari di ordinarietà e consuetudine.

Fidanzata con Luca da quando aveva 16 anni, si era sposata a 23 anni, primo figlio, Matteo, concepito 2 anni dopo e dopo un ulteriore anno veniva al mondo Martina. Lavorava come impiegata part-time in un’azienda orafa, mentre il marito lavorava in uno studio di progettazione.

Il sesso con Luca era stato sempre ordinario, inizialmente spinta dalla passione lo trovava splendido, ma ora, all’età di 43 anni, lo trovava noioso e ripetitivo. Maria era una donna semplice, ma di una notevole bellezza. Non aveva bisogno di abiti vistosi per essere notata: era alta 1.70, occhi azzurri, seno abbondante, ma sodo che attraeva sempre gli sguardi maschili. A quegli sguardi Maria non aveva mai risposto, sempre fedele al marito ed anche molto timida nei rapporti con l’altro sesso.

Matteo e Luca non erano più certamente bambini, ormai erano ragazzi alla ricerca della propria indipendenza e Maria avvertiva oramai la mancanza del ruolo di mamma che l’aveva occupata a tempo pieno da quando erano nati.

Luca per il ventesimo anniversario di matrimonio le aveva regalato un vestito estivo con gonna corta sopra il ginocchio e scollatura che lasciava intravedere il suo seno abbondante. Maria non si sentiva a suo agio con l’abito ma Luca insistette:

  • Avanti Maria, sei vestita sempre come una suora! E’ un abito normale, non è così volgare, almeno indossalo una volta!

Maria non era convinta, ma alla fine cedette alle insistenze del marito:

  • Va bene! Solo per oggi però, mi vergogno, lo sai.

  • Ma di cosa ti vergogni, mamma! Sei bellissima! (disse la figlia Martina)

  • Maria: Non è vero, tu sei bellissima, io ormai sono vecchia.

  • Martina: Ma quale vecchia, sei fantastica, quando passeggi per strada tutti si voltano per guardarti!

  • Maria: Va bene lo metto! Solo per oggi però.

  • Martina: Finalmente!

Il vestito le stava benissimo, dovette ammetterlo guardandosi allo specchio. Però si sentiva sporca…..non riusciva a capire il sentimento che provava ammirandosi allo specchio…..si vergognava, ma allo stesso tempo provava un’eccitazione che non riusciva a comprendere….non le era mai successo.

Maria al lavoro ricevette complimenti ripetuti da colleghi maschi e anche le colleghe le dispensarono apprezzamenti:

  • Wow Maria!! Per poco non ti riconoscevo! Stai una meraviglia! (le disse Fabiana)

  • Maria: Grazie Fabiana, è un regalo di Luca, non mi lasciava uscire di casa se non lo mettevo…però mi sembra eccessivo, tu che dici?

  • Fabiana: Ma quale eccessivo? Sei uno schianto! I nostri maschietti stanno tutti sbavando!

Maria si sentiva strana, si vergognava al pensiero che i colleghi continuassero a fissarla, ma al contempo……provava ancora quella strana sensazione…..di eccitazione. Non voleva ammetterlo, ma le piaceva sapere che i maschietti sbavassero per lei……lei che era sempre stata seria e morigerata si sentiva osservata……e le piaceva, non poteva più negarlo.

A metà mattina Maria ricevette la telefonata di Martina che l’avvisava che a pranzo sarebbe andata da una sua amica. A questo punto Maria decise di non tornare a casa, ma di pranzare  (una insalatona per restare in forma, si disse) in un locale vicino al luogo di lavoro.

Maria ordinò il suo pranzo e per ingannare l’attesa consultò i messaggi, facebook e ultime notizie sullo smartphone. Quando alzò lo sguardo vide un uomo molto attraente, doveva avere all’incirca la sua età, che la stava guardando. L’uomo vestiva un abito elegante che lasciava intravedere un fisico atletico, folti capelli castani e occhi verdi……magnetici.

Maria lo fissò con l’intenzione di fargli distogliere lo sguardo, ma l’uomo la fissava comunque, con fare disinvolto e deciso. Maria avrebbe voluto urlargli:

  • Falla finita! Guarda il tuo giornale o quel cazzo che vuoi, ma non me!

Ma non lo fece, anzi……abbassò istintivamente lo sguardo e restò immobile sapendo che l’uomo continuava ad osservarla. Si sentiva bloccata, incapace di reagire e allo stesso tempo…….sentiva uno strano calore nel basso ventre…..non riusciva a capacitarsi del suo comportamento. Quell’uomo aveva uno sguardo magnetico ed autoritario. Avrebbe voluto alzarsi ed andarsene, ma le gambe non reagivano……non riusciva ad imporre il proprio volere al proprio corpo. Forse perché in realtà non voleva andarsene……

Arrivò il cameriere con la sua insalatone e acqua naturale. Il cameriere posò sul tavolo anche un calice di prosecco. Maria pensò ci fosse un errore e disse:

  • Maria: Ci deve essere un errore, non ho chiesto vino.

  • Cameriere: Lo ha offerto il signore del tavolo all’angolo signora.

Maria avrebbe voluto rispondere che non lo accettava, ma non lo fece, rimase nuovamente incapace di reagire. Quando il cameriere se ne andò l’uomo la stava fissando ed alzo il calice per un brindisi inatteso. Le sembrò maleducato non ringraziare ed imitò il gesto dell’uomo, lo guardò negli occhi intenzionata a prendersi la propria rivincita. Voleva far capire a quell’uomo che stava solo perdendo tempo con lei. Lei che era sempre stata donna sicura di sé, moglie fedele e madre presente.

Ma quando incrociò lo sguardo dell’uomo……non ci riuscì. Non riusciva a reggere quello sguardo maledetto!

Abbassò nuovamente gli occhi verso il pavimento mantenendo il calice alzato…..si sentiva umiliata dal non riuscire a reagire, ma nel contempo sentiva crescere il calore fra le gambe…..si vergognava di sé stessa, ma non poteva mentire, non riusciva a resistere a quello sguardo. Si sentiva posseduta, soggiogata. Avrebbe voluto alzarsi ed andarsene nuovamente, ma non ci riusciva. 

  • Buon giorno signora, mi presento, mi chiamo Alberto. Posso farle compagnia?

Maria rimase muta, non si aspettava un atteggiamento così sfacciato. L’uomo in realtà non attesa risposta e si sedette al suo fianco.

  • Alberto: Le faccio i miei complimenti, non capita spesso di vedere una donna meravigliosa come lei. Penso che possiamo anche darci del tu, che dici? Come ti chiami?

  • Maria: Mi chiama Maria

  • Alberto: E’ un piacere Maria. Deduco dall’anello che sei sposata, tuo marito è un uomo veramente fortunato, non so se si rende conto di quanto lo sia. Lavori qui vicino?

  • Maria: Sì, due minuti a piedi da qui…..

Mentre parlava Maria continuava a fissare il calice di prosecco, incapace di guardare negli occhi il suo interlocutore e non riusciva più a nascondere una crescente eccitazione che risultava oramai evidente dal capezzolo turgido che spingeva contro la stoffa del reggiseno.

“Perché mi sto eccitando come una zoccola?” Continuava a chiedersi Maria, ma non riusciva a darsi una risposta.

  • Alberto: Complimenti anche per il vestito, mette in evidenza le tue forme. Però non dovresti accavallare le gambe, dovresti mantenerle parallele, offriresti uno spettacolo migliore ai tuoi ammiratori…. 

“Ma come si permette questo stronzo!” pensò Maria. Nella sua mente la sua mano si protese verso il volto di Alberto lasciandogli i segni di uno schiaffo purificatore. Ma il suo corpo in realtà non reagiva, anzi…..aprì leggermente le labbra perché sentire quelle parole l’avevano eccitata ulteriormente. Sentiva crescere il calore nel basso ventre e non si sentiva più in grado di controllare il proprio corpo.

Ed ubbidì, senza proferire parole fece ciò che Alberto le aveva velatamente ordinato, alzò la gamba, offrendo uno spettacolo osservato anche da altri tavoli visto che il vestito arrivava a metà coscia, e le posizionò una vicino all’altra.

Alberto sorrideva soddisfatto.

  • Alberto: Brava Maria, impari in fretta…….adesso voglio che vai in bagno, ti sfili le mutandine, torni qui e le consegni a me. 

Maria trasalì nel sentire quelle parole e non si mosse, questo era troppo, non avrebbe mai fatto una cosa del genere! “Non sono una troia!” pensò. 

Lui però continuava a fissarla con fare sicuro, arrogante e si avvicinò all’orecchio di Maria:

  • Alberto: scommetto che sotto quella gonna c’è un lago, puoi mentire a me, a te stessa, ma il tuo corpo (disse indicando i capezzoli) non mente. Ti piace essere trattata così, devi solo iniziare a rendertene conto. Se avrai fiducia in me ti guiderò verso un mondo che non conosci, ti aiuterò a capire meglio te stessa ed a capire cosa sei. Se vuoi tutto questo devi iniziare ad eseguire quello che ti chiedo senza discutere. Ora vai!

Era un ordine chiaro. Dentro la mente di Maria iniziarono a vorticare frasi come “ti piace essere trattata così”, “conoscere meglio te stessa”,”capire cosa sei”. Senza rendersene conto le sue gambe scattarono dopo le parole di Alberto e si avvio verso la toilette. Entrò e chiuse la porta. Si sedette e si mise la testa fra le mani. Continuava a bisbigliare fra sé: “Cosa sto facendo?? Cosa sto facendo??”.

Doveva controllare, doveva capire se quello sconosciuto aveva ragione. Fece scendere la mano sotto gli slip e trovò un lago……aveva ragione lui…..maledetto! Non riuscì a resistere, iniziò ad accarezzarsi, non ricordava di essere mai stata tanto eccitata. Avrebbe voluto farsi scopare lì in quel bagno come una troia, si sentiva una zoccola….

Cominciava a gemere, probabilmente la sentivano anche fuori dal bagno. Poi un pensiero balenò nella mente di Maria: “Mi sta aspettando al tavolo, cosa faccio?”. Voleva godere, ma non voleva far aspettare Alberto. Non ci pensò ulteriormente strinse gli slip con la mano destra prestando molta attenzione a fare in modo che non si vedesse cosa stringeva nella mano ed uscì dal bagno.

Torno al tavolo, Alberto aprì la mano in attesa di ricevere quanto richiesto e Maria poso le sue mutandine fradicie sul palmo della sua mano. Alberto sorrise nuovamente e disse:

  • Alberto: Brava, sei una donna molto ubbidiente Maria. Scommetto che ti sei toccata in bagno vero zoccola?

Maria si vergognava di come si rivolgeva a lei questo sconosciuto, ma ormai era innegabile, era in suo potere e lui poteva chiamarla come voleva.

  • Maria rispose bisbigliando: Sì…..non ho resistito…..scusa…..

  • Alberto: Sarai punita. Devi imparare a chiedere a me il permesso di poter godere, tu non hai più facoltà di decidere nulla, sarai la mia serva, la mia schiava d’ora in poi. 

Maria non sapeva cosa dire, quelle parole la offendevano, “io non sono la schiava di  nessuno” avrebbe voluto urlare, ma in realtà restò in silenzio e sentiva che in realtà quelle parole la stavano portando verso un’eccitazione che non riusciva più a controllare. Era vero, avrebbe fatto qualsiasi cosa quell’uomo le avesse chiesto, il suo corpo gli apparteneva…..come avrebbe voluta essere punita e poi scopata….

  • Alberto: Non mi hai ancora risposto schiava! Ti lascio il mio numero, quando avrai deciso se vuoi iniziare a seguirmi mi dovrai inviare un messaggio supplicandomi di prenderti come schiava e mi dovrai chiamare Padrone. Ti assicuro che non te ne pentirai, ma voglio essere chiaro, sarai mia e potrò fare di te ciò che voglio, sarai la mia sguattera, la mia serva, la mia cagna e la mia schiava. Verrai costantemente umiliata perché è ciò che meriti.

Alberto si alzò e se andò lasciandola eccitatissima ed incapace di proferire parola. Non aveva più fame, chiese il conto al cameriere, pagò e tornò al lavoro.

Fabiana la vide rientrare accaldata e le chiese:

  • Stai bene Maria? Sembri sconvolta!

  • Maria: Sì, grazie Fabiana…..tutto bene, è solo il caldo, sono andata a piedi.

  • Fabiana: Sicura che non hai un amante? A me puoi dirlo, siamo amiche!

  • Maria: Ma quale amante, lo sai, io solo famiglia e lavoro…..

Maria si avviò in bagno, chiuse velocemente la porta ed infilo subito due dita dentro la vagina…..non ce la faceva più….voleva godere….come la cagna che si sentiva di essere in quel momento.

La sera tornò a casa. Non faceva che pensare all’incontro con Alberto, le sue parole si erano annidiate dentro la sua mente, non riusciva a non pensarci e continuava ad eccitarsi…..continuava a toccarsi in bagno, come una ragazzina……

Era inutile non poteva resistere, aveva ragione Alberto, quella era la sua natura, lui lo aveva capito molto prima di lei. 

Il giorno successivo andò come sempre al lavoro, prese il telefono e scrisse il messaggio:

  • Ti supplico mio Padrone di accettarmi come tua schiava. Sarò la tua cagnolina ubbidiente, ti prego non resisto più…..

Per commenti, suggerimenti o consigli scrivete ad alberto.vic.thi@gmail.com

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