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Racconti di Dominazione

Sadico del piacere

By 21 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono le 23 in punto, come da indicazioni sono sotto casa tua, indosso tacchi vertiginosi che slanciano le mie gambe, poi ogni curva è coperta da un lungo cappotto, come da indicazioni. Suono al citofono e per risposata mi apri il portone, non proferisci parola. Giungo fino alla tua porta di casa che si apre in uno spiraglio, dentro c’è buio, totale; i tuoi occhi che mi scrutano dall’oscurità, illuminati dalla luce soffusa che c’è qui fuori. Spalanchi la porta e mi lasci entrare nel regno delle torture, del sadismo, del piacere. Ho paura, ti conosco e ti desidero, sono stata tante volte con te, ma oggi è tutto freddo, tutto spettrale, eppure una strana sensazione di caldo pervade il mio ventre, è il mix di ansia e eccitazione che ti piace scorgere nelle tue vittime, in me. Mi afferri la mano come fossi una principessa, in fondo so di esserla, la tua. Ma ora schiava, oggetto dove sfogare le tue perversioni, e io non vedo l’ora di accontentarti. Non una parola e mi conduci fino alla tua camera da letto, indossi solo un paio di boxer, a che servirebbero altri vestiti? Solo inutili apparenze. Infatti una volta raggiunta la nostra destinazione mi sfilo il cappotto leggero e lo sento scivolare sulla mia pelle nuda, completamente nuda, come mi hai chiesto di fare. Scendo dai trampoli e senza dire una parola con lo sguardo fisso sulla tua sagoma, ti porgo i polisi, in attesa delle mie catene. Ora tua principessa prigioniera. Avverto l’ombra di un sorriso, ma forse è solo una mia impressione.
Mi prendi per mano e mi conduci sopra al materasso ora completamente nuda davanti ai tuoi occhi bramosi, così a quattro zampe, i capelli lisci che cadono attorno al viso, gli occhi chiari che si chiudono. Ti sento inginocchiarti dietro di me, si accendono le luci, ma tutto per me è buio: una benda mi copre gli occhi, non potrei vedere nulla nemmeno volendo, è seta nera ed io mi sento una vittima da sacrificare.
“Apri la bocca”
Un sussuro di fianco al mio orecchio, la mia bocca improvvisamente piena con una palla, due strisce di cuoio vanno a legarsi attorno alla nuca. Sento il tuo fiato sul collo, sospiri contro la mia pelle che si ricopre di brividi al tuo passaggio. Sento le tue labbra giungere alla curvatura della schiena, tiri fuori la lingua e da lì scendi. è bollente e mi taglia come una lama, la mia pelle si scioglie attorno a te. Arrivi al solco del mio culo, lo percorri fino ad arrivare al mio buchino, lecchi piano, bagnato, giri intorno a poi risali al mio collo, rubandmi dalle labbra spalancate un primo gemito. Ora lo baci, raggiungi il lobo, lo lecchi, poi ancora il collo, la pelle morbida e sensibile, la tua lingua è di velluto.
Ti allontani da me, dal letto, ti sento trafficare con vari oggetti ma non capisco cosa siano, nemmeno sforzando l’udito, rimango ferma, come una statua di marmo sul tuo letto, posizione esposta e pronta a te. La tua mente a volte sadica, la mia inesperienza, la mia voglia, bisogno di te, di soddisfarti e di essere tua, ho paura… Mi fido, ma ho paura mentre i secondi passano e non avverto rumori, cosa mi vuoi fare?
Una goccia cade tra le mie scapole, un urletto di sorpresa. è calda, brucia per poco tempo e poi si normalizza, la sento prendere solidità sulla mia pelle. Attendi ancora, molto, troppo tempo per un’altra goccia, era solo un avvertimento.
Inizi ad accarezzarmi il buchino con un dito lubrificato, sento il profumo dolce dell’olio, mi piace e mi rassicura. Mi penetri con due dita spingendo le delicatamente fino in fondo, le giri, ruoti e poi scavi leggermente, inizio a gemere senza controllo, non so se per dolore o piacere, ma una cosa è certa, nulla è sensibile come il mio ano. E in questo momento ogni fibra del mio corpo è tesa a captare le sensazioni che la tua bellissima mente perversa è in grado di regalarmi. Una punta tonda e fredda preme sul mio sfintere, lo rilasso e permetto al plug di entrare, sentendo appena un po’ di fastidio. Mi lascio scappare un mugolio desiderando di non avere una ballgag in bocca e di poter esprimere ciò che provo. è il plug di medie dimensioni, necessita solo di un po’ di attenzione per essere infilato nel mio intestino, ma le tue mani sono abili. Interrotto il contatto mi concentro su me stessa, ho i brividi nello stomaco e la fica grondante manda piccole scosse verso la pancia. Sono fremente e desiderosa di attenzioni, qualunque attenzione.
Avverto la tua presenza sopra di me, una cascata di cera bollente mi invade la schiena, dalle scapole al solco tra i glutei
“Aaaaaahhhh”
Tutto brucia, dolore, inarco paurosamente la schiena. stringo i denti attorno alla pallina di plastica, un po’ di saliva cola ai lati della bocca. Poco a poco tutta la cera si solidifica, mentre una lacrima scende dai miei occhi e una tua mano mi accarezza rassicurante la testa, i capelli. Riprendo fiato per quanto mi è possibile. Lascio andare un lamento roco di rimprovero, che cosa hai fatto alla mia pelle? Deve essere calda e rossa…. Ti posizioni nuovamente dietro di me, sento il glande che passa in mezzo alle mie labbra madide di umori, schiva l’apertura del mio sesso per poi tornare a strofinarsi sul clitoride rigido e dritto. Premi, sfreghi, strofini la cappella che non vedo, ma che immagino violastra a lucida di desiderio. Prendimi, vorrei urlartelo, ma esce solo un altro breve lamento roco. Appoggi la punta del pene sul mio sesso, lo penetri di qualche millimetro, poi esci, entri appena, esci. Dio quanto ti desidero dentro, sono un lago, ho la fica sciolta.
All’improvviso me lo sbatti dentro in tutta la sua virilità, rimango senza fiato, non respiro per il breve tempo dell’affondo, ti sento dentro fino ai coglioni, ancora, ancora ti prego. Estrai il cazzo quasi completamente, poi lo infili ancora con forza, no mi infilzi con rabbia. Colpi duri, lenti e precisi nel mio lago, ad aprirmi, sconvolgermi. Appoggi i pollici sul plug ancora un po’ infilato nel mio culo, lo spingi dentro tutto, lasciandomi nuovamente senza aria. Mi scopi e mi spingi la plastica nel culo, lo spazio è poco e mi sento così piena, cieca vittima del tuo sadico piacere gemo incontrollata mentre la saliva continua a colare ai lati, ho perso coscienza di me, sei il mio carnefice, il mio padrone, il mio tutto. Provo un piacere incontrollato, tremo da testa a piedi, le braccia cedono e cado sprofondando il viso sudato nel cuscino, mi sento quasi soffocare mentre un bollente orgasmo invade il mio corpo, lasciandomi vulnerabile, esposta e dilatata. Non ho il tempo per riprendermi, sfili il tuo poderoso sesso dal mio, sfili il plug, sono vuota, tremo ancora, dura poco questa sgradevole sensazione, perché il tuo cazzo torna a piantarsi in me, nel mio culo fino in fondo, i testicoli sbattono contro la fica bagnata e devastata sotto i tuoi duri colpi. Sempre più veloce, fino a allargarmi il culo, il mio buchino che cede a te, alla tua forza, al tuo incularmi con violenza. Le mani forti mi serrano i fianchi e rientrano nella carne, una sculacciata forte, un’altra, urlo come posso, lacrime scendono dai miei occhi chiusi, troppe emozioni, sensazioni, mi sento oppressa, drogata, Libera in una miriade di contraddizioni. Stringi, affondi nei fianchi morbidi come affondi nel mio culo indifeso, pura carnalità, una furia che non conosco ti divora, fino alla tua esplosione nel mio intestino, lunga e bollente, meravigliosa in me. Ti sfili e poco dopo lo sperma mi cola sulle cosce… Che bella visione deve essere per te, che dietro di me mi accarezzi il culo dolcemente, dandomi rapidi baci, rapido amore. Ora tua vera schiava.

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