Skip to main content
Racconti di Dominazione

Samael

By 28 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Stamattina mi sono svegliata ispirata! Mi siedo alla scrivania ed inizio a scrivere. Scrivo di Samael, di quando ci siamo conosciuti, di come abbia saputo sconvolgermi e coinvolgermi nelle sue perversioni.
Lo squillo del cellulare mi avvisa che ho ricevuto un suo messaggio.
‘Buongiorno tesoro! Che fai oggi?’
Lui non ama che lo faccia aspettare, e subito rispondo
‘Buongiorno caro! Scrivo di te e poi andrò a lezione’
La sua risposta &egrave immediata
‘Di me? E cosa scrivi? Un diario?’
‘Una sorta! Al momento scrivo di martedì notte”
‘Uh! Sono ricordi piacevoli?’
‘Molto!’
Continuo a scrivere. Ho quasi finito quando ricevo un altro suo messaggio
‘Stai ancora scrivendo?’
‘Si, ma fra poco avrò finito!’
‘Fermati!’
‘Spogliati completamente e stenditi sul letto!
‘ &egrave troppo che non fai un po’ la troia per me.’
Gli invio una foto di me completamente nuda, distesa sul letto, e resto in attesa che mi dica cosa fare.
‘Allarga le cosce, lecca il palmo della mano e dai uno schiaffo forte sulla figa. Poi massaggiala con calma.’
‘Ricordo che appena sfioro il clitoride con la lingua mugoli di piacere; lo farò presto di nuovo”
‘ Voglio che tu abbia la figa bella bagnata’
Faccio scorrere un dito fra le labbra e rispondo
‘Il dito scivola già bene’
‘Infilalo dentro assieme ad un altro! Inzuppali! E poi asciugali sul capezzolo e stringilo forte! Sai, ho ancora voglia di venirti in faccia’
Invio un’altra foto, un primo piano delle mie dita che stringono il capezzolo
‘Stringi fino a farti male. E quando non sopporti il dolore lascialo e colpiscilo con uno schiaffo. Ubbidisci!’
‘Adoro scoparti, sai? Hai una figa che leccherei per ore, tutta bagnata e morbida. Ho voglia di legarti e bendarti e fare di te quello che mi pare; scoparti e lasciarti senza piacere…sbatterti come una troia quando mi va ‘
Invio un’altra foto; stavolta ritrae i miei capezzoli rossi dopo aver subito il trattamento che mi era stato ordinato
‘Sono stupendi così rossi, ma ora allarga le cosce come se dovessi invitarmi a scoparti’
Eccitata, apro le gambe e scatto un’altra foto
‘Infila due dita dentro, giusto per bagnarle, tirale fuori e dai un altro schiaffo’
Invio una foto delle mie dita che entrano nella figa, ed in risposta ricevo una foto del suo cazzo completamente eretto
‘Dio! Che voglia di succhiarlo!’
‘Lo farai presto! E berrai anche la sborra! Ogni goccia! Intesi, ragazzina?’
‘ Si, signore! Ne berrò ogni goccia’
‘Ora basta! Rivestiti, ma non indossare le mutandine, e vai a lezione!’
La giornata trascorre lenta. Non riesco a concentrarmi sulla lezione, sono ancora tutta bagnata e i jeans sfregano sulla figa.
Sera. Sobbalzo quando sento suonare il citofono! Finalmente lui!
Lo aspetto sull’uscio, con indosso una lunga vestaglia di seta bianca. Non appena lo vedo mi lancio fra le sue braccia e ci baciamo con tenerezza; mi spinge dentro casa e lo guido in camera mia. Si siede sulla poltrona della scrivania ed io rimango in piedi di fronte a lui.
Slaccio la vestaglia. Indosso solo delle calze tenute su da un reggicalze di pizzo nero e le decollete nere dal tacco vertiginoso.
Lui mi fissa senza tradire alcuna emozione. Passa qualche minuto ad osservarmi, non dice nulla, ed io inizio a temere che la mia mise non lo soddisfi.
Infine si scosta dallo schienale, slaccia la cintura ed abbassa pantaloni e boxer.
‘ Inginocchiati e succhia! E non farne cadere nemmeno una goccia!’
Felicissima di ubbidire, mi inginocchio davanti alla poltrona, raccolgo i capelli di lato ed inizio a leccare il suo cazzo già duro. Faccio scivolare la lingua lungo l’asta, lecco un po’ le palle e poi risalgo; faccio roteare la lingua attorno alla cappella e poi lascio che entri completamente nella mia bocca. Lascio che mi arrivi in gola e poi lo faccio uscire succhiando forte. Muovo la testa su e giù ed i suoi mugolii mi eccitano e mi spingono a prenderlo sempre più a fondo. Sento la sua mano afferrarmi i capelli, e con quella mi impone un ritmo sempre più veloce finch&egrave non si alza in piedi, mi blocca la testa fra le mani e prende a scoparmi la bocca con foga! Mi spinge velocemente il cazzo fino in gola, le lacrime mi riempiono gli occhi e mi sembra di soffocare! Reprimo i conati e cerco di soddisfarlo al meglio. Viene, ma non riesco ad ingoiare tutto; un po’ va di traverso e inizio a tossire.
Mentre ancora sono in ginocchio, sento la sua mano che mi tira i capelli e lui guarda il mio viso rigato dalle lacrime e con la sborra che cola su un lato della mia bocca.
‘Ti avevo ordinato di ingoiare ogni goccia’, dice con calma.
Non aspetta la mia risposta. Mi aiuta ad alzarmi ed esce dalla stanza. Rimango lì in piedi ad aspettarlo.
Torna col cestino delle mollette in mano.
‘Mi hai disubbidito. Ed io non amo che tu non faccia quanto ti ordino!’ mi dice.
Mi lega le mani dietro la schiena. Tira fuori una molletta dal cestino, mi afferra un capezzolo fra le dita, lo preme forte, strapazzandolo, e la attacca a quello, avendo cura di metterla proprio sulla punta; lo stesso fa con l’altro. Le mollette stringono forte i capezzoli, e subito inizio a sentirli bruciare.
Sono particolarmente sensibile sui capezzoli, lo sono sempre stata, e ho sempre spinto i miei amanti a mordere, premere e succhiare piuttosto forte. Ma le mollette sono una novità. Stringono, come le dita non riescono a fare, sulle punte sensibilissime che iniziano a farmi male. Mi bagno ed emetto un mugolio di piacere.
Di nuovo si siede sulla poltrona, mi fa mettere di fronte a lui e mi fa allargare le cosce. Mi passa un dito nella figa.
‘ Ma come sei bagnata, ragazzina! Sei proprio una troietta!’
Mi allarga le labbra con le dita esponendo il clitoride e con la punta del dito inizia a tormentarlo. Sono eccitata, ma il tocco poco delicato e continuato &egrave doloroso ed inizio a dimenarmi.
Uno schiaffo mi arriva sul viso.
‘Ferma!
Un brivido percorre il mio corpo e mi bagno sempre di più.
Di nuovo con due dita mi apre le labbra, bagna appena la punta dell’indice dell’altra mano e riprende a tormentare il clitoride. Muove circolarmente il dito, premendo forte, poi lo afferra fra pollice ed indice e lo sfrega fra i due. Avvicina il viso, ci passa sopra la lingua. Gemo. Lo prende fra i denti, lo stringe. Troppo. Urlo, ed uno schiaffo mi colpisce la coscia per intimarmi di stare zitta e ferma. Continua a mordere, lo tiene stretto fra gli incisivi e passa la lingua sulla punta. Mi dimeno e gemo mentre continua la sua dolce tortura, sto per venire, ma lui si stacca, lasciandomi ad un istante dall’esplosione del piacere. Con le dita richiude le labbra in modo che coprano il clitoride, poi prende una molletta e la attacca lì. Urlo e gli chiedo di toglierla, fa male. Ma lui si alza, mi afferra per le spalle e mi colpisce di nuovo il viso.
Si siede, col viso sale all’altezza del mio seno, toglie la molletta attaccata ad uno e ci passa su la lingua. &egrave parecchio sensibile, ed il tocco della lingua &egrave piacevole. Con le mani afferra i seni e li preme con forza; prende in bocca quello da cui ha tolto la molletta ed inizia a succhiarlo, forte, mordendo. Smette di succhiare, guarda il capezzolo gonfio e rosso, ci passa di nuovo su la lingua e riattacca la molletta.
Sento dolore, ma la fitta viene subito compensata da un intenso piacere.
Si sposta sull’altro seno, stacca la molletta e prende in bocca il capezzolo. Lo morde, lo succhia, e con le mani va a stringermi le natiche. Quando anche questo &egrave dolente vi riattacca la molletta.
Resta un secondo a guardarli, poi comincia a colpire l’estremità libera delle due mollette, con sempre più forza, fino ad afferrarle e muoverle su e giù, torcendo ancora i miei capezzoli già doloranti. Stacca le due mollette e prende il righello dalla scrivania; ne blocca un’estremità con una mano e tende l’altra per colpirmi proprio sui capezzoli. Ogni colpo &egrave come una frustata, a cui rispondo mugolando di piacere.
Si alza in piedi e mi fa girare di spalle; con una mano mi prende per i capelli e mi costringe a piegarmi a novanta gradi. Mi infila le dita nella figa, toglie la molletta e inizia a stimolare il bottoncino segreto. Tira fuori le dita, mi colpisce forte fra le gambe, sul culo, di nuovo fra gambe. Urlo, e le mie urla lo incitano a colpirmi più forte.
Si siede ancora, mi allarga le natiche ed inizia a leccarmi. Preme con la lingua, bagna bene il buchetto ed inizia a massaggiarlo. Sento pian piano il suo dito farsi strada nel mio culo; lo muove un po’, mi apre. Mi rilasso ed inizio a sentire il piacere che cresce; lui infila un secondo dito e poi un terzo. Il mio culo &egrave aperto e lui si alza in piedi; strofina il cazzo sulla mia figa per bagnarlo, sputa sul buchetto ed entra.
La penetrazione mi lascia senza fiato, e lui inizia a spingere tenendomi per i fianchi. Il fastidio iniziale si trasforma in piacere ed inarco di più la schiena per invitarlo a spingere più forte.
Ride
‘Eh no, ragazzina! Stasera tu non vieni!’
Viene, inondandomi il culo e lasciandomi ancora grondante ed insoddisfatta.
Mi tiene fra le braccia e mi fa rialzare. Sono ancora sui tacchi ed il mio equilibrio &egrave ora precario; mi bacia, dolce, e mi fa guardare il mio culo allo specchio. Segni rossi, qualcuno già violaceo. Domani sarà faticoso stare seduta. Poi guardo i capezzoli, viola anch’essi, pieni dei segni dei suoi denti e delle mollette. Lo guardo negli occhi mentre mi bacia e mi accarezza il viso.

Leave a Reply