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Racconti di Dominazione

Samanta continua 6

By 7 Maggio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci fu un lungo momento di silenzio in cui l’unico rumore era il fiato grosso di Samanta. La ragazza aveva obbedito agli ordini. Stando a quattro zampe si era strusciata la figa contro lo spigolo del divano, fino all’orgasmo. Un orgasmo incredibilmente forte che l’aveva vista accettare il suo ruolo di cagna prima ancora di quello di schiava.
‘ Sei stata molto brava.’
Alberto l’aveva presa tra le sue braccia quando l’orgasmo aveva privato la ragazza di ogni forza e si era accasciata a terra e la stava accarezzando dolcemente i lunghi capelli castani.
‘ Grazie padrone.’
Sam allungò il viso strisciando una guancia sulla coscia del ragazzo, proprio come se fosse stata una cagnolina.
‘ Adesso bisogna trovarti un nome da schiava.’
Sam rimase un attimo immobile, poi si alzò e si mise a cuccia.
‘ Padrone’?’
‘ Dimmi.’
‘ Posso essere la sua cagna invece che schiava?’
Alberto la guardò perplesso e sorpreso da quella domanda.
‘ Perché?’
Sam sentì le guance diventare rosse, complice anche il recente orgasmo.
‘ Perché’ perché mi sento cagna più che schiava.’
‘ D’accordo. Però dovrai essere obbediente.’
Samanta sorrise, felice di aver avuto quel riconoscimento. Si fece avanti a quattro zampe, strofinando la guancia contro la gamba di Alberto.
‘ Bau! Bau!’
‘ Decisamente più cagna. Forza, fai il giro della sala. Fammi vedere come ti muovi a quattro zampe.’
‘ Bau!’
Sam abbaiò con entusiasmo e poi si mise a fare il giro della sala, come ordinato. Ad ogni passo, se così si poteva dire, cercava di muovere il culo per invogliare il padrone. E, a ogni passo, le tette dondolavano impietose. Per quanto si vergognasse, tuttavia, Sam trovava tutto questo eccitante. E vedere lo sguardo con cui Alberto la fissava era la ricompensa migliore.
‘ Molto, molto bene. Sei davvero un’ottima cagna.’
Alberto si piegò davanti a lei e la baciò. In un attimo le loro lingue si intrecciarono. Sam chiuse gli occhi e si abbandonò a quel bacio. Era stranamente felice. Poi, d’un tratto, Alberto l’afferrò per i lunghi capelli castani, tirandoli e facendole male.
‘ Ah!’
Sam si lasciò scappare un grido per il dolore.
‘ Così non va bene”
‘ Padrone’ mi fai male”
‘ Stai parlando. Non va bene.’
Perché le faceva così? Perché le stava facendo male? Non aveva fatto nulla di sbagliato. Restò in silenzio. Si sentì prendere dal panico. Cosa doveva fare? Dopo alcuni istanti di silenzio in cui la stava fissando, Alberto aumentò la forza, costringendola a stendere le braccia e tirare indietro la testa. Aveva male, tanto male, avrebbe voluto gridare e dirgli di smettere, ma non poteva parlare. Sul viso della ragazza comparve una smorfia di dolore e schiuse le labbra, respirando forte. Alberto la stava fissando come incantato. In quell’istante Sam capì. Non era tanto il farle male che gli piaceva, ma il suo viso, la sua espressione di dolore, la sua sofferenza. Il suo essere cagna e accettare tutto. Il suo essere cagna.
‘ Bau”
Lo disse piano, molto piano, quasi un sussurro. Il solo sentire la sua voce dire quella stupida parola mentre era nuda a quattro zampe e un ragazzo le stava tirando i capelli tanto da farle male fu un nuovo gradino di umiliazione per Sam. E una nuova frontiera di piacere.
‘ Bau”
Sussurrò di nuovo. Alberto la fissava con quella luce negli occhi e le parve di esistere solo lei per lui. In quel momento Sam, ne era certa, era il centro del mondo di Alberto. E per lei non ci fu pensiero più bello. Non aveva bisogno di metterci le dita per sapere che il suo sesso si stava bagnando ancora. Un momento di riposo e poi Alberto tirò ancora. Sam soffrì. Fece per urlare, ma all’ultimo istante si corresse.
‘ Bauuuuuuuuuuu”
‘ Sei quasi perfetta.’
Sam aprì un occhio. Aveva male. Troppo. Doveva capire cosa voleva da lei. Se non voleva che abbaiasse… cosa?
‘ Padrone’ mi stai facendo male”
‘ Lo so.’
‘ Perché?’
‘ Perché mi piace.’
Sam sentì un fremito arrivarle dritto al sesso. Un fremito di piacere e di paura.
‘ Anche a te piace. Altrimenti ti saresti ribellata.’
‘ Bau”
‘ Altrimenti ti saresti alzata. Te ne saresti andata. Avresti fatto qualcosa.’
‘ Bau”
‘ Sei terribilmente eccitante, lo sai? Non credo che esista al mondo una persona più eccitante di te.’
‘ Bau..’
Sam sapeva di essere un lago tra le gambe. Come faceva Alberto a trasformarla in quel modo vergognoso? Come riusciva a umiliarla e sottometterla e a farle persino provare un tale piacere? Cercò di scondinzolare felice, ma il dolore ai capelli era tanto.
‘ Sei una cagna per davvero. Tuttavia”
‘ Bau’?’
Alberto avvicinò il proprio viso al proprio e le diede un bacio si una guancia.
‘ Cosa fa una cagna quando guaisce?’
Silenzio.
Sam guaì.
Alberto le mise la lingua in bocca e la baciò come mai aveva fatto prima. La presa si allentò, Sam riuscì a tornare a respirare.
‘ Ora io ti fotterò. Ad ogni affondo voglio sentirti abbaiare. Sempre più forte.’
‘ Bau”
Sam scodinzolò e cercò di alzare il culo per porgerlo al suo padrone. E, senza perdere tempo, Alberto si portò dietro di lei, si svestì e appoggiò il membro alla fessura di Sam.
‘ Lo vuoi?’
‘ Bau”
‘ Davvero?’
‘ Bauuuu.’
Più che abbaiare questa volta Sam emise qualcosa di simile a un lungo gemito carico di lussuria. Non potendo più resistere Alberto affondò dentro di lei con un solo movimento sicuro e deciso. Sam era una lago.
‘ Dimostralo.’
Sam sorrise, aveva davvero voglia di essere finalmente posseduta. Tutte quelle parole, tutti quei giochi, nonostante l’orgasmo già avuto, la stavano tenendo eccitata e sentiva il bisogno, perché questo era diventato, di essere presa. Non importava come. Voleva essere scopata. Come dimostrarlo? Spinse il bacino indietro. Alberto, però, che forse si era aspettato una mossa simile, fece lo stesso, impedendole così di essere penetrata.
Sam tornò avanti, ripeté l’operazione, ma il risulta fu lo stesso. E le venne quasi spontaneo guaire. La mano di Alberto le accarezzò la schiena, dal collo al culo e poi al contrario. Un brivido le attraversò la schiena, tanto che la inarcò.
‘ Brava cagna, ci sei quasi. Manca solo un dettaglio per farmi capire quanto cazzo vuoi.’
Sam girò la testa indietro, mostrandosi incuriosita. Guaì, facendosi indietro, ma ancora Alberto non le diede soddisfazione.
‘ Forza cagna, forza, impegnati.’
Abbassò la testa e continuò a guaire languidamente ma smise di spingersi indietro, iniziando a muovere il bacino come se stesse scodinzolando, lentamente, sfregando la punta del proprio sesso contro il membro di Alberto. E anche così, dovette constatare, riusciva a trarne un certo piacere.
‘ Hai proprio bisogno di coda…’
Disse con un’inflessione un po’ maligna il suo padrone.
‘ Bau…’
Sam ci provò ancora, sperando di coglierlo finalmente impreparato. Si sentiva talmente bagnata che quel cazzo le sarebbe entrato senza alcuna difficoltà. Ma nulla ancora una volta.
‘ Sai cosa manca? Le cagne, quando vogliono essere montate, alzano il culo per essere prese più facilmente e far sapere al maschio che sono pronte per la monta. E tu?’
Sam capì. Invece di stare appoggiata sulle mani, si abbassò, posando i gomiti i terra. In questo modo il bacino era più in alto della testa. Si girò indietro sorridendo, convinta di aver fatto finalmente la scelta giusta.
‘ Bau…’
‘ Dillo. Cosa sei tu?’
‘ Bau…’
Disse ancora, scodinzolando.
‘ Dillo. Dillo cosa sei.’
Sam si sentì diventare rossa come un pomodoro. Nonostante il solo pensiero la facesse morire di vergogna, perché lo trovava tremendamente eccitante? Perché’ il piacere del suo padrone era il suo stesso piacere.
‘ Sono’ sono una cagna’ pronta per la monta.’
Fu in quel momento che Alberto cominciò a fotterla, a fondo, a lungo. Ad ogni affondo Samanta abbaiava. E quando Alberto si faceva indietro guaiva.
L’appartamento si riempì degli abbai di Samanta, la cagna.

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