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Racconti di Dominazione

Samanta continua

By 20 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo quello che era successo al pub Samanta si era tenuta lontana dagli amici, facendo persino fatica a rispondere ai messaggi. La sola idea di incontrarli la faceva morire di vergogna. Alberto l’aveva spinta troppo oltre, rendendo pubblica la loro relazione e il suo perverso risvolto. Ora tutti sapevano di loro due del tipo di legame che li univa. Ovvero il suo essere cagna. Come poteva quindi presentarsi davanti a tutti come se nulla fosse? No, non poteva e non l’avrebbe fatto. Lo stesso Alberto non si fece sentire e la povera Samanta decise di dedicarsi allo studio, immergendosi completamente nei libri. Almeno finché, una domenica mattina, di buon ora, qualcuno suonò al campanello. Ancora a letto non si rese subito conto di cosa l’avesse svegliata e il campanello arrivò una seconda volta.
‘ Arrivo arrivo’, disse sbuffando come se qualcuno l’avesse potuta sentire. Guardò l’ora, non erano nemmeno le sette. Sì abbandonò ad uno sbadiglio.
‘ Chi &egrave?’
‘ Sono Alberto, mi fai salire?’
Alberto? Cosa ci faceva lì a quell’ora? E cosa voleva da lei? Aveva i capelli in disordine, era tutta in disordine, e indossava solo una lunga maglia che le arrivava a metà coscia. Senza contare che, se non stava attenta, avrebbe mostrato i seni. Era proprio fuori luogo.
‘ &egrave domenica mattina Al”
‘ Lo so lo so, ti chiedo scusa, ma ti prego, devo parlarti.’
Samanta si passò una mano sugli occhi, assonnata e con ben poca voglia di parlare. Specialmente con lui.
‘ Senti dai, vediamoci oggi pomeriggio.’
‘ Dai Sam tuo prego. Hai tutte le ragioni del mondo per non volermi vedere, lo so, ma ti prego, lasciami salire.’
La ragazza sospirò. Non avrebbe dovuto farlo ma’
‘ Con chi sei?’
‘ Da solo.’
‘ Come faccio a fidarmi?’
‘ Non ho motivo per farti del male.’
‘ A parte ricattarmi, scoparmi e umiliarmi davanti a tutti i nostri amici’
‘ Sam”
‘ Sam un cazzo, Alberto.’
‘ Dammi una possibilità di spiegarti”
La voce del ragazzo era incrinata, forse era davvero dispiaciuto e addolorato. Sospirò.
‘ D’accordo, ma ad una condizione.’
‘ Quale?’
‘ Devi salire per le scale, così posso vedere se sei davvero solo o chiuderti la porta in faccia.’
‘ Va bene, come vuoi tu.’
Alberto fece proprio così, quattro piani a piedi, gradino dopo gradino, e Samanta riuscì a sincerarsi che era solo davvero. Ma la ragazza non lo fece entrare subito, lo fermò sul pianerottolo.
‘ Ciao Sam.’
‘ Ciao Alberto. ‘
‘ &egrave un po’ che non ci vediamo.’
Pareva davvero dispiaciuto, aveva l’espressione di un cane bastonato.
‘ Era un gioco tra me e te, tu l’hai reso pubblico e mi hai rovinata.’
‘ L’abbiamo fatto insieme, non &egrave stata tutta colpa mia.’
A Samanta non piacquero quelle parole, deve per chiudere la porta. Alberto fece un passo avanti, allungando una mano.
‘ No no aspetta scusa!’
Lei lo guardò male.
‘ Fammi entrare un attimo, ti prego.’
‘E poi?’
‘ Poi parleremo e alla fine me ne andrò.’
‘ Come quando dovevi venire solo tu per il pompino e siete venuti in due?’
Alberto fece per dire qualcosa, ma si fermò, si guardò attorno e ricominciò.

‘ No, non come quella volta.’
‘ Sentiamo cos’hai da dire.’
Samanta si fece da parte e lo lasciò entrare. Ecco il suo appartamento. Ecco il divano di cui Simone si era fatto fare un bel servizio mentre Alberto giocava col corpo della ragazza. &egrave quello era il pc.. il mouse’ che lei aveva usato per masturbarsi. Al solo pensiero Alberto sentì un certo formicolio tra le gambe. Peccato non essere stato presente quella sera’
‘ Allora?’
La voce della ragazza, in piedi che lo fissava con sguardo severo, lo riportò alla realtà.
‘ Senti Sam’ mi dispiace”
‘ Tutti qui?’
‘ No aspetta fammi parlare”
La ragazza fece una smorfia poco convinta. Le faceva così strano che fosse lui a essere quello bastonato.
‘ Hai ragione, ho sbagliato.’
‘E fin qui”
‘ Per favore però, fammi parlare.’
Samanta si sedette alla scrivania del pc, incrociò le braccia e accavallò le gambe. Con quel gesto buona parte delle cosce rimase scoperta. Ad Alberto cadde l’occhio.
‘ Il fatto &egrave che’ io non mi aspettavo che tu reagissi come hai fatto e”
Lei fece per parlare, ma Al la fermò subito con un gesto delle mani.
‘ Te l’ho detto, ho sbagliato. Ho sbagliato a ricattarti all’inizio, ho sbagliato a giocare con te, ho sbagliato a non rispettarti.’
Anche Alberto si sedette, sul divano, intrecciando le dita.
‘ Tu mi piaci, capisci? Ma sapevo di starti sul cazzo, così non mi sono mai avvicinato. Poi &egrave successo quell’episodio al bar, tu eri bagnata, davanti a tutti e io”
Samanta si guardò attorno per un attimo prima di riportare lo sguardo su di lui.
‘ Tu cosa?’
Alberto era visibilmente in imbarazzo. Dove era finito quello stronzo, spietato aguzzino che godeva a umiliarla? Era davvero pentito? Forse sì, forse no.
‘ E io non ho saputo resistere. Ho visto la possibilità di averti e non sono riuscito a dire di no.’
Samanta non era molto convinta di quelle parole, ma doveva riconoscere che forse, avevano un senso.
‘ Bene. E Simone? &egrave tutto il resto? Mi hai rovinata Alberto. Non posso più uscire di casa senza sentirmi dare della puttana o della troia.’
L’uomo sembrava davvero affranto e pentito.
‘ Lo so, hai ragione. Ho fatto un casino. Ma ho visto che più ti umiliavo più godevi’ come con il mouse’ e non mi sono fermato, ho calcato la mano sempre di più.’
Aveva forse torto? Per quanto fosse stato imbarazzante la sera al pub aveva goduto come poche volte in vita sua. E aveva scoperto che le piaceva essere dominata e umiliata.
‘ E pensi che sia disposta a perdonarti?’
Ci fu un attimo di pesante silenzio.
‘ Non lo so Sam. Però penso che potremmo trovare un accordo.’
Sam lo guardò sorpresa. Che cosa mai voleva dire?
Alberto parve ritrovare un tono e la guardò dritto negli occhi.
‘ Io metto a posto la situazione con i ragazzi e tu continui a essere la mia schiava.’

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