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Racconti di Dominazione

Senzazioni e racconti della mia schiava

By 10 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto inizia quando incontri una persona capace di leggerti dentro, capace di farti vedere cose che prima non volevi neanche sentir nominare, come ‘Il dolore’, il dolore che hai sempre detestato, dal più minimo al più lacerante da toglierti il respiro, da farti contorcere, scavando e dividendo la tua mente a metà, ma che scoprirai presto, che quello stesso soffrire e regalarsi, diventerà la tua rivincita contro te stessa, ti renderà sicura di te e colmerà tutti i buchi del tuo cuore.

Quel giorno arriva, per alcuni mai, rimane solo una fantasia un po’ cruda ripensando a qualche lungometraggio, per altri, come me &egrave diventata una realtà.
Ho un padrone, che decide tutto per me, ha l’assoluto dominio sulla mia vita, che cosa intendo?
Intendo che sono Sua!, Lui decide del mio corpo e della mia mente’Lui decide per me!!!

Essendo solo l’inizio, non so bene cosa aspettarmi, ma voglio diventare una bellissima schiava, voglio renderlo orgoglioso e contento di avermi scelta, farà male?
Lo so!, a lui regalerò il mio dolore e il mio piacere, le mie gioie e i miei dispiaceri, Lui ci sarà sempre, Lui mi ascolterà, mi proteggerà, mi sosterrà, Lui’.mi farà diventare una Donna.

Una Donna di 27 anni che non avrà più paura del mondo che la circonda, non avrà più paura di se stessa, non correrà più alcun pericolo, se non quello di mettersi in gioco e giocare fino in fondo, concederò il dolore al il mio padrone, con tutta la paura e il timore che possa esserci, ma sempre con la consapevolezza che Lui non vorrà mai il mio male.

SABRINA VUOI ESSERE UNA SCHIAVA?

Una mattina come molte altre mi sveglio, ma oggi ho un padrone, un signore esigente, che aspetta il “Buongiorno Padrone’ mentre faccio un selfie sotto la doccia, questi sono gli ordini’
Li eseguo senza fiatare, mi piace compiacerlo, mi piace avere delle cose da fare a determinati orari.
Suona la sveglia, un po’ assonnata mi trascino in bagno mentre sento lo scrociare dell’acqua che mi accarezza la schiena e mi bagna il viso svegliandomi del tutto!

Aspetto che trilli il telefono, per avere istruzioni sulla giornata’arriva un messaggio del mio padrone: ‘ Ti aspetto alle 14, stai un po’ con me. voglio continuare ad educarti per essere una schiava perfetta’.

Voi vi chiederete, Sabry perché lo fai?, vi rispondo subito, dovete sapere che una volta ho fallito, ho rinunciato, un po’ per il dolore, un po’ per l’idea di non avere più la mia libertà mentale e sessuale, e per cosa? per un ragazzo gentile, si esatto, avevo abbandonato il mio padrone per un ragazzo mesi fa’ma poi, dopo aver conosciuto L.M. un uomo subdolo e bugiardo che mi ha presa in giro, promettendomi un cambiamento, giocando sulle mie debolezze, buttandomi tanto fumo negli occhi, con allodole fasulle per tenermi con se, professando amore, ma lui non ha amore neanche per se stesso, la persona più spregevole che abbia mai incontrato, ma il suo gioco non &egrave durato molto, una volta liberatami di lui, sono tornata dal mio padrone che mi ha ripresa con se’.

Ci sto lavorando duramente, devo riuscire a superare il dolore, il mio padrone mi ha appena detto che sarò’ una bravissima Slave :).
Quest’esperienza mi servirà per tanti motivi, ma il più profondo &egrave quello di riuscire a colmare i vuoti che ho dentro, farà male? molto, ma urla di più la mia voglia di misurarmi con me stessa, senza più scappare, potendo dire basta a tante situazioni che ora devo subire e mi tagliano dentro. Finalmente, grazie al mio Padrone sarò’ una donna completa!
Ed eccolo lì, sempre puntale il messaggio del mio Padrone che mi dice: Il week end ti fermi da me, preparati per me, ti voglio liscissima!

Vado in bagno, mi lavo bene, prendo il rasoio e definisco bene la mia bellezza, ora sono liscissima e bellissima, lavo i miei lunghi capelli biondi, esco dalla doccia e vado in camera, se solo sapessero cosa faccio per sentirmi bene, una lacrima nascosta scende e il pensiero già non c’&egrave più, torno serena e penso a cosa mettere per il mio Padrone, a lui piace che mi vesta da bimba, sempre in gonna, devo sempre essere raggiungibile al suo sfiorarmi, ovunque lui voglia.

Ecco sono pronta! Lo raggiungo, salgo in macchina e andiamo verso casa sua, oggi &egrave un giorno molto importante’ Un suo messaggio diceva:’ Penso che in poco tempo sarai pronta’, non avrei mai immaginato che sarei diventata una schiava, io, con il mio carattere orgoglioso e fiero e i miei valori, la mia etica, e allora cosa mi sta succedendo?’ Semplice, ho riconosciuto questo mio bisogno di sentire dolore per essere più forte, per non piangermi mai più addosso, per costruire il mio futuro, ma non come tutte le altre persone, io ho bisogno di sensazioni forti, perché forte &egrave stato il mio vissuto.
Arriviamo a casa sua, entro e chiudo la porta, mi spoglio completamente, non devo vergognarmi della mia nudità, la mia pelle bianca, i miei seni e il mio pube al cospetto del mio Padrone.

Mi fa inginocchiare vicino al suo divano con un cuscino, per non farmi male alle ginocchia, il mio Padrone non vuole il mio male, lui mi farà male ma per il suo piacere o se dovrà punirmi!

Mi da degli ordini, come togliergli le scarpe e massaggiargli i piedi io eseguo, ogni tanto lo guardo e sorrido, sento che questa volta non scapperò’, mi usciranno le lacrime ma resterò, &egrave questo che vuole il mio Padrone.

Mi dice di alzarmi, di sdraiarmi sopra di lui per il lungo, in modo che con le sue mani possa raggiungere ogni centimetro del mio corpo a suo piacimento, mentre lui guarda un film.

Quando devo andare in bagno o a prendere un bicchier d’acqua, devo chiedere il permesso, per poi tornare alla mia posizione di schiava. Finito il film andiamo sul letto, mi fa mettere a cavalcioni sopra di lui e mi ordina di iniziare a leccarlo dal collo in giù, devo fargli sentire bene la lingua, vuole che mentre assaggio la sua pelle lo accarezzo, fino a farlo eccitare, si fa fare molte cose, oltre al rapporto sessuale in s&egrave, ma sempre come piace a lui, per me sensazioni tutte nuove, posizioni che a letto non avevo mai fatto, ne mai mi erano state richieste da nessuno, ha un modo tutto suo, compreso il dolore che mi provoca quando mi stringe i capezzoli fino a farmi urlare e piangere, se mi ribello mi punisce con delle sculacciate, essendo bianca come il latte mi diventa subito il sedere tutto rosso, &egrave vero che mi fa piangere, e che in alcuni momenti vorrei sparire ma poi mi coccola, mi stringe e mi consola con tanto affetto, un affetto per me nuovo, o provato troppe poche volte per sentirmi accettata in questo mondo. Il pensiero più ricorrente quando sento dolore &egrave quello che lui smetta da un secondo all’altro, per dire dentro di me: Sabry ce l’hai fatta!.

Ma lui non smette vuole il mio dolore, vuole sentirmi sua, come non lo sono mai stata di nessun altro, mi dice sarai più mia di quanto tu sia stata anche di M.P. il ragazzo che &egrave stato il mio grande amore, ma con lui ero abituata e mi risultava facile, controllare la situazione, intesa perfetta a letto, ma ero io a dettare le regole del gioco mai lui. Il mio Padrone dice che quando avrà finito con me sarò’ sua come mai lo sono stata di nessun altro , neanche di M.P. Con questo dolore lavo via anche quell’amore impossibile che rimane incancellabile, diventato un segreto del mio cuore piangente. Quanti momenti, quanti ricordi, quanti sogni diventati il passato, e adesso sto diventando una schiava, per colmare anche quella delusione.

Il mio Padrone &egrave molto severo, ho trovato un uomo che pretende una schiava ubbidiente e docile, una schiava che vuole il dolore, che glie lo chiede, che vuole regalargli le sue lacrime’ mi lega, prende le manette e mi imprigiona i polsi, l’ansia sale ma per un istante, devo farcela!, poi mi lega le caviglie e unisce le due estremità per immobilizzarmi definitivamente. Adesso non posso muovere nulla se non il collo, oggi non mi toccherà i seni se non per baciarli, quel dolore &egrave passato nella parte delle punizioni, insieme alle sculacciate. Usa il mio corpo, mi morde poi mi accarezza, poi mi morde fortissimo la mano e tanto dolore, resisto? Sì anche perché questo &egrave solo l’inizio, lui può usarmi, scambiarmi, cedermi ma sempre decidendo lui per me, ed io mi fido del mio Padrone. Tiene conto dei miei limiti e me li farà superare, questa &egrave l unica certezza che ho’
Grazie Padrone!

QUALCHE GIORNO DI PROVA

Eccomi sono arrivata qualche minuto in anticipo, aspetto il mio Padrone, vedo tante macchine passare ma lui non arriva, gli mando un sms con scritto:’ Io sono arrivata Padrone’ dieci minuti dopo vedo la sua macchina che accosta e mi fa salire, accavallo subito le gambe, lui mi da un schiaffo nell’interno coscia, &egrave vero non devo mai accavallare le gambe, devo sempre tenerle socchiuse, questa &egrave una regola di una slave, arrivati a casa sua io mi spoglio subito e mi metto in ginocchio sul mio cuscino, ignara di ciò che mi aspettava ritrovo la mia tranquillità, una tranquillità che trovo quando esco dalla mia realtà del momento, le amiche non capirebbero questo mio bisogno, ma io seguo il mio cuore anche se non c’&egrave amore!.

Una slave non deve amare il suo master, gli deve totale e assoluta obbedienza, lasciargli le redini della sua vita, ha solo una volontà: Quella di andare via e di lasciarlo, come già vi ho raccontato, una volta l ho fatto, ma questa volta resterò, mi sento pronta a imparare ad amare il dolore’ Questa volta non scapperò.

Il mio addestramento consiste nella sottomissione, superare le piccole torture fisiche sempre più intense, ma il mio traguardo sarà la frusta. Arriverò a conoscere tutto il dolore di una schiava, Il mio padrone dice che &egrave ancora presto, per me &egrave solo l’inizio ma &egrave contento ed orgoglioso della sua schiava e dei suoi progressi, adoro quelle parole’ e quando mi coccola riesce a sciogliere tutte le tensioni, mi sento libera nella mia prigionia. Aggiunge ogni tanto una nuova sottomissione, fisica o mentale, lui non mi dice mai cosa sta per farmi fare, mi fa trovare direttamente nella situazione e posso solo accettare o andare via, ma fallire miseramente non &egrave nei miei piani quindi continuerò. Il pensiero più ricorrente che ho, &egrave che questo percorso che ho appena intrapreso ha già cambiato molto la Sabrina di soli 30 giorni fa, prima vedevo la libertà come la vede la gente comune, e il mio corpo come un tempio, che andava onorato e rispettato, ma adesso mi sento schiava e mi ci sentirò sempre di più.
Il mio corpo &egrave il tempio del mio Padrone non più il mio, io ci metto solo le lacrime.

DENTRO DI ME

Un leggero silenzio pervade la mia mente, sento tante voci, che disturbano la mia quiete ma ho bisogno di esprimermi, non permetterò a nessuno di far tacere i miei pensieri’Ho un tamburo al posto del cuore, tum tum tum, se qualcuno mi chiedesse: Sabrina ma che aspettative hai? Cosa pensi di raggiungere facendo la slave? La mia risposta sarebbe: Tutto il dolore che farà parte di me, lo ricorderò in quei momenti dove la vita sarà bastarda, e riuscirò a misurarmi con me stessa e con gli altri, conoscerò una nuova Sabrina, per tutte le volte che ho incontrato persone che poi sono andate via, fregandosene della mia sensibilità o del bisogno che avevo di loro. Questo accadrà!’ scoprirò cosa vuol dire lottare e non solo a parole.

Qualcuno potrebbe dirmi che in più di un’occasione sono stata forte, molto forte, che ho superato situazioni e avvenimenti spiacevoli che hanno segnato il mio cuore, ma a quelle persone risponderei: Indossavo una maschera, sbagliando nelle azioni, non rispettando me stessa e le persone che mi vogliono bene, forse riuscirò un giorno a far capire perché sono diventata una schiava, spiegherò che dovevo rinascere in una donna nuova, e se non lo capiranno’. beh non &egrave un problema mio.

Dentro di me un turbinio di emozioni, paure e obiettivi, so cosa voglio diventare, e mi servono esperienze che annullano ogni centimetro del mio essere, ma che poi sanano tutte le mie ferite, le stesse che mi impediscono di imparare, di crescere, di amare, di guardarmi allo specchio senza odiare nessuno, il mio padrone conosce la vera Sabrina, mi conosce come non mi conosce nessun altro, ho dovuto avere una faccia falsa, con un make up perfetto &egrave vero ma pur sempre falsa, che mi permetteva di vivere un qualcosa di fittizio, perfetto al momento, ma che prima o poi mi avrebbe sempre fatta tornare al punto di partenza, io invece voglio andare avanti, voglio darmi degli obiettivi e raggiungerli, ingrandirli e arrivare alla mia vera natura, sfidare il mondo intero e urlare: ‘IO SONO QUì’.

Dovrò dire delle bugie, anche alle persone alle quali voglio più bene, mi dispiace ma &egrave inevitabile, nessuno capirebbe, perché nessuno sa chi sono, nessuno tranne il mio padrone, in lui ho trovato un profondo confidente, lui non mi giudica, mi parla, anche duramente ma senza giudicarmi, più volte faccio viaggi dentro la mia anima, e più volte mi rendo conto che sto facendo la cosa giusta, ne ho bisogno per rinascere ed essere la vera me stessa.

VILLA MARCHESE parte prima.

Il mio padrone sceglierà per me un abito speciale, per una serata speciale, domani ci sarà il mio debutto da schiava. Devo dire che fa un certo effetto, pensavo che questo giorno fosse ancora molto lontano, e invece mi arrivò una lettera da parte del mio padrone, c’era scritto che era molto orgoglioso di me, del suo gioiellino, &egrave così che mi chiama mentre mi coccola, che voleva far vedere anche agli altri, la mia totale sottomissione, rendendomi la punta di diamante della serata.

La leggo e sono contenta, ogni singola parola mi riempiva di entusiasmo, ritornavo con la mente al film erotico Histoire D’ò, dove lei alla fine, fa il suo ingresso con una maschera rappresentativa, e si prosta al cospetto degli invitati nella sua nudità, con sguardo fiero e mente sottostante a chi l’aveva resa così meravigliosa.

Domani, penso che dentro di me sarò un impazzata di fuochi d’artificio, dove si mischieranno tutte le emozioni, perché una schiava ha emozioni, e ne ha anche molte, non pensiate che sia un essere amorfo e vuoto, al contrario signori, una schiava &egrave capace di provare e guidare dentro di sé, dubbi e gioie, da vivere situazioni estreme ma con estrema docilità e obbedienza al suo unico padrone.

E’ sera. ed io ho passato tutto il giorno, a farmi domande su quello che accadrà domani, &egrave sera e tra poco arriverà la persona alla quale devo tutto questo, sento bussare alla porta, &egrave il mio padrone con il mio abito. Sono molto curiosa, di scoprire cosa ha scelto per me’ma più che la scelta, volevo capire se con quell abito lui mi volesse rappresentare.

Un scatola grande con un fiocco nero di seta, lo scarto ed eccolo lì, davanti ai miei occhi increduli, tanta bellezza’ dall’entusiasmo lo tiro fuori velocemente, voglio solo provarmelo, e vedere come mi stà, ma il mio padrone mi ferma’ mi dice che solo domani un’ora prima della cerimonia potrò indossarlo, un velo di tristezza sul mio volto, mi sento come una bambina che non riesce ad arrivare alle caramelle messe dalla mamma sul davanzale più alto, pazienza, mi passa subito la delusione vado dal mio padrone e lo abbraccio ringraziandolo con un bacio sulla guancia.

Lui sta un po’ con me, gioca con il mio corpo ma senza lasciarmi segni, vuole che domani sia tutto impeccabile, vuole lasciarmi candida, poi ceniamo mi saluta e va via.

Driiinn’. Sabrina &egrave ora di alzarsi, la sveglia mi dice che devo andare a fare la foto in bagno per il mio padrone e attendere i suoi ordini, mentre mi sto vestendo arriva il messaggio:’ Oggi per te sarà un giorno molto importante, cerca di fare del tuo meglio, io so che ne sei capace, rendimi ancora più orgoglioso di te, sei il mio gioiellino e da stasera tutti lo sapranno e ti ammireranno, ci vediamo alle 21.00′.

II mio padrone vuole che tutto sia perfetto, io, l’abito, la mia obbedienza, benissimo lo renderò fiero di avermi scelta, un sorriso si apre sul mio viso, sono serena e sento che niente potrà andare per il verso sbagliato.

VILLA MARCHESE parte seconda.

Un viale tutto illuminato facendo da cornice ad un secondo viale alberato, pini profumati regalavano note di menta, mi inebriavamo i sensi, era tutto perfetto, la nostra macchina avanzava, non potevo non notare quella strana fontana al centro dello spiazzato, rappresentava una figura femminile ad occhi bassi, un corpo nudo incatenato, e l’acqua che sgorgava raffigurava il sangue delle sue ferite.

Arrivati all’ingresso, un maggiordomo e una donna ad accoglierci, la donna mi squadra dalla testa ai piedi, poi chiede al mio padrone se può portarmi al piano superiore, doveva prepararmi, per il mio grande debutto, dopo il permesso andiamo di sopra.

Una strana eccitazione pervadeva tutto li mio essere, la seguo, la donna si fa chiamare Madame Jiuliette, mi porta al piano superiore in una camera con grandi tende rosse in velluto intrecciate tra di loro con cordone Barocco, mi chiede di spogliarmi, io non sono abituata a ricevere ordini da nessuno se non dal mio padrone, mi ripete di spogliarmi, io obbedisco, al suo cospetto il mio corpo nudo, si avvicina mi passa ovunque un unguento alla Melissa, mi rende la pelle lucida, e ancora più candida, poi mi pettina, mi raccoglie i capelli in una lunga lisca di pesce, mi dice che sono bellissima e per tranquillizzarmi, mi fa bere un bicchiere di vino, per alleggerire la tensione, e mi dice di rivestirmi. Sono pronta, scendiamo al piano inferiore, mi riporta dal mio padrone, lui ha una sorpresa per me “Un collare d’oro’, me lo mette e mi dice ‘Adesso sei pronta Sabrina’.

Mi porta al centro della sala, ci saranno stati 50 invitati, signori e signore, ragazze più giovani, schiave che non ancora avevano avuto quel privilegio di protagonismo, mi guardavano, avrebbero voluto essere al mio posto, mi veneravano, con il mio vestito in seta scollato sia davanti che dietro, che lasciava poco spazio all’immaginazione, mi lasciava scoperta parte dei miei seni, e parte del mio fondo schiena, ero molto sensuale, e con quel unguento ero diventata come di porcellana, una bambola preziosa, che solo il mio padrone poteva avere e comandare.

Diventando una schiava ho detto addio alla mia vita, ho detto addio alla normalità, ho detto addio all’amore, ma io non sono più adatta a quelle cose, a quei sentimenti che mi rendevano debole e malneabile, diventando schiava potevo essere molto di più, mi sentivo viva, anche se vivevo per il piacere del mio padrone. Tutti gli invitati mi scrutavano, avevo la sensazione di poter leggere nelle loro menti, e tutti mi volevano, si mordevano le labbra e invidiavano colui che mi aveva portata li.

Con un gesto Madame Jiuliette mi fece cadere l’abito di dosso, ero completamente nuda, mi era rimasto solo il collare al quale due secondi dopo si aggiunse un guinzaglio, ii mio padrone mi fece sfilare a quattro zampe, c’era un silenzio solenne, e un forte odore di incenso che inebriava la mia mente, mi fece fare un giro completo, in modo che passassi davanti a tutti quegli sguardi che mi mangiavano con gli occhi.
Poi mi disse di alzarmi e di mettermi in ginocchio con i palmi delle mani ben in vista,
mi sgancia dal guinzaglio, Madame Juliette, porta un cofanetto di media grandezza, in pelle di coccodrillo battuto, con le mie iniziali S.S. Quello era un’altro segnale, che quella serata era esclusivamente in mio onore. All’interno c’erano una morbida benda in seta doppia, in modo che una volta indossata, non potessi vedere niente, e delle manette d’oro, destinate ai miei delicati polsi, pensai: Ma una schiava più essere delicata? io lo sono, e avrò molti segni sulla mia pelle, ma riuscirò a controllare il dolore, mi concentrerò sul mio doloroso vissuto, penserò al disprezzo della mia famiglia, una famiglia assente nella mia vita, che non conosce neanche le mie amicizie, una famiglia che avrebbe portato chiunque altro al suicidio, ma non a me, io sono forte nella mia fragilità, e questo mio essere schiava, mi aiuterà a superare anche questo. Sarà follia? No, solo solitudine, e nessuno si accorgerà di tutto questo, nessuno tranne chi mi conoscerà come ‘SCHIAVA!!!’.
I miei polsi sono imprigionati, i miei occhi bendati, sento delle braccia che mi alzano e mi portano su un divano, il contatto con la pelle fredda mi fa venire un brivido, potrei andarmene, ma voglio dimostrare a tutti la mia totale convinzione di accettazione ed uscirne vittoriosa, alienando la vecchia Sabrina e abbracciando la mia voluta schiavitù.

Mi fanno sdraiare a pancia in su, le braccia portate sopra la testa, con i polsi ammanettati e il mio intimo in bella vista. Sento le mani del mio padrone che massaggiano il mio corpo, &egrave un modo per dirmi: Rilassati e lasciati andare a me!, faccio un profondo sospiro e rilasso gli arti, il collo, le spalle, il mio corpo viene solleticato da una piuma, intanto penso che tutti mi stanno guardando, tutta la loro concentrazione &egrave dedita a me, penso che dopo il piacere arriva il dolore, quindi mi aspettavo che da un momento all’altro avrei sentito qualcosa che mi avrebbe fatta gridare. La piuma continuava a percorrere il mio corpo, ancora ancora e ancora, su e giù, ad un tratto non la sentii più, il mio padrone mi diede un bacio e poi sentii un pizzicotto acuto al capezzolo, mi fece male ma ero lì, inerme, docile e sottomessa.
I pizzicotti seguenti, erano sempre più forti, poi si aggiunsero pizzicori alla vagina, mi faceva male, ma il mio padrone non vuole farmi del male, vuole farmi superare delle prove, la schiava supera sempre delle prove per il piacere del suo padrone, il dolore continuava, e i miei pensieri, si moltiplicavano, pensavo alle litigate a casa, alle cattiverie della mia famiglia, o quella che avrebbe dovuto essere la mia famiglia, pensavo alle delusioni in amore, in amicizia, il dolore era sempre più forte, avevo iniziato a sudare, il mio corpo si contorceva, ma restavo, lo volevo, lo desideravo, volevo il dolore per vincere il dolore che avevo dentro il mio cuore, pensavo ad alcuni momenti, ad alcuni discorsi fatti con diverse persone, pensavo a progetti a inganni, menzogne, a traguardi mai raggiunti, o solo in parte’ Quel divano era il mio calvario ma era anche il mio giardino dell’Eden, di colpo il dolore scompare, le torture si sono placate, il mio viso &egrave segnato dalle lacrime e ritorno con l’anima in quel salone, il mio padrone mi fa seder sopra di lui, mi penetra e chiama un secondo uomo, sento solo i loro respiri, non posso guardarli, sono impossibilitata, posso solo usare la fantasia, questo uomo mi accarezza, il collo i seni, mi bacia e sento il suo profumo maschile che mette in secondo piano l’odore d’incenso che avevo sentivo fino a quel momento.

Mi stringe i capezzoli, mentre il mio padrone continua a possedermi, dei gemiti escono dalla mia bocca, piacere e dolore, quell’uomo voleva farmi male, voleva sentirmi urlare, voleva sovrastare il piacere del sesso che mi stava dando il mio padrone, voleva che piangessi, il mio padrone lo ferma e lo rimanda nella folla.
Poi sento un rumore di tacchi a spillo che si avvicinavano a me, era una ‘Misstres’.

VILLA MARCHESE terza parte.

La donna avvicinatasi, mi accarezza il viso, mi fa un complimento, dice che sono ‘gustosa”, sento la sua lingua sulla mia guancia, era un suo modo di dirmi che mi voleva.
Ebbe inizio un gioco, dove la vittoria era determinata dalla mia nuova libertà, una libertà sottostante in tutto, anche per quanto riguarda i lividi che il mio corpo avrebbe presentato l’indomani.
Sentivo il bisogno di regalare tutta me stessa, il mio padrone si sposta, ma sentivo la sua presenza, lui non mi avrebbe mai lasciata sola, sarebbe stato li, anche se in disparte ma sempre vigile e con unico potere decisionale su di me. La Mistress alla quale non potevo dare un nome, veniva chiamata padrona, e tra Master e Mistress si davano del tu, senza dire i propri nomi, si capivano con uno sguardo, parlavano la stessa lingua, facevano parte dello stesso parallelo d’universo.

Rimasi con lei, sentivo costantemente gli sguardi degli invitati sulla mia pelle, e il loro bramoso desiderio sulle emozioni che avrei loro regalato. Non avevo limiti, regalavo le mie fantasie già vissute e quelle che neanche sapevo di avere, avevo dei limiti, ma tanta voglia di superarli, volevo il dolore, volevo le mie lacrime, volevo i singhiozzi e la voce balbuziente, tutto per il mio padrone e per le situazioni che voleva farmi assaporare, l’agrodolce sapore dell’umiliazione faceva parte di me. ‘Inginocchiati”, mi ordina bruscamente la Mistress, spintonandomi, mi fa quasi perdere l’equilibrio facendomi scendere dal divano, ora mi trovo inginocchio, nuda davanti a lei, “Leccami le scarpe e parti dal tacco”, mi dice con voce squillante ma suadente, abbasso la testa e con la lingua percorro l’altezza di quei 12 cm d’altezza, mentre sto eseguendo l’ordine, sento un ghigno da parte sua, pensavo sempre ai miei limiti, ma anche alla voglia di rendere orgoglioso il mio padrone, continuo.

Lei mi ordina di continuare, a leccare, e salire su per la coscia, fino ad arrivare ai suoi slip, io eseguo, la mia lingua umida arriva fino a in mezzo alle sue cosce, lei prontamente, sposta quel tessuto che faceva da barriera al suo piacere, e mi ordina di essere molto brava, perché lei &egrave molto esigente e se non dovesse piacerle il mio servizio, mi avrebbe punita, cerco di impegnarmi il più possibile, avevo solo la lingua e le labbra per farla godere, le mie mani erano ancora legate, mi facevano male ma cercavo di non pensarci, dovevo essere una schiava PERFETTA!, inizio a leccarla, aveva le grandi e piccole labbra molto lisce, completamente depilate, doveva avere massimo 35 anni, sentivo che piano piano si bagnava, e i suoi umori li sentivo sulle mie papille gustative’ cercavo di darle colpetti sul clitoride con la punta della lingua, per farla arrivare all’orgasmo, continuavo e continuavo, e ancora ancora, mi piaceva come sensazione, forse perché avevo già avuto esperienze con delle donne, e avevo ricordi piacevoli e rilassanti al riguardo, sentivo i suoi gemiti, che diventavano la mia soddisfazione, immaginavo il viso compiaciuto del mio padrone che sicuramente mi stava guardando mentre leccavo la figa della mistress, mi ero lasciata completamente andare, poi ebbe il suo primo orgasmo, io non potevo guardare ma potevo sicuramente sentire,poi all’improvviso si il suo piacere si unisce al mio.

Un calore improvviso pervade il mio corpo, la mistress, mentre godeva mi aveva penetrata con un fallo, così senza indugio, una volta finito il suo organo sento che si allontana. Si riavvicina il mio padrone e mi slega i polsi, erano rossi e bruciavano, il metallo non aveva fatto bene alle mie ossa indolenzite, ma andava bene così. Mi alza, mi rimette il collare e mi fa fare dei passi, non più a quattro zampe, braccia lungo il corpo, la fighetta bagnata, occhi bendati ma con il collare e il guinzaglio. Volevo parlargli ma sapevo che non potevo, non davanti ad altre persone, avevo un sacco di domande da fargli ma le ho tenute per me, lui sapeva come gestire la situazione, lui sapeva cosa fare e farmi fare, lui sapeva e basta. Un schiava ha fiducia nel suo padrone, &egrave consapevole che lui saprà riconoscere da solo le strade da non percorrere, perché non vuole il mio male, ma attraverso di esso mi vuole far raggiungere uno stato migliore della mia persona.
Seconda stanza, mi alza le braccia, mi lega, ma questa volta con un nastro, stringe molto forte, sento la freddezza di un palo che sfiora il mio ventre, mi avvicina sempre di più e congiunge i nastri che mi tenevano le braccia legate ad alcuni ganci di quello affare freddo e senza vita, con un click mi immobilizza ad esso, gambe divaricate, mi toglie la benda, quella luce soffusa, ha aiutato la mia vista ad abituarsi quasi subito e a ritornare lucida. Il mio sguardo deve sempre essere basso, ero di nuovo legata, braccia in alto, gambe immobilizzate e semi aperte, volevo scoprire cosa mi avrebbe fatto o fatto fare, ero curiosa, ma anche un po’ spaventata, non avevo ansie ma solo tante domande.
Si avvicino’ un uomo, e mi diede subito del dolore electro, non l’avevo mai provato, era un mix tra dolore e godimento, mi piaceva ma allo stesso tempo avevo paura delle sue piccole scosse, il mio corpo si contorceva, giocava con i miei seni, mentre ne torturava uno succhiava l’altro dandomi un piacere e un dolore fastidioso e infinito. Le mie gambe tremavano, mi imbavaglia, e sento che adesso l’ansia inizia a farsi sentire, ero praticamente impossibilitata di muovere, ogni parte di me, avrebbe voluto ribellarsi, alle scosse decisi di chiudere gli occhi, avevo paura che per sbaglio il mio sguardo si alzasse, e se ciò fosse accaduto, sarei stata subito punita!.
Ero stremata, avevo gli occhi gonfi, il viso con il mascara sulle guance, un rossore sulle gote, dovuto allo sforzo fisico e mentale al quale ero stata sottoposta, era tutto nella norma, o almeno così credevo. Il mio padrone si avvicinò mi diede un bacio e mi disse ‘Sei stata brava schiavetta, per stasera può bastare’, mi slega, mi prende in braccio e mi porta al piano di sopra, sotto gli occhi vigili degli spettatori, dove mi riveste, mi asciuga le lacrime e mi porta a casa, dopo una bella doccia, un po’ dolorante mi accuccio vicino a lui, e sentendo il suo calore mi addormento, stanca e fiera di come ho affrontato e trionfato al mio debutto.
Buongiorno Sabrina, finalmente mi sveglio con il sorriso, non ascolto le voci intorno a me, penso solo a cosa mi riserverà questa bellissima giornata.
Mi chiama il mio padrone: ‘Sabrina oggi siamo a pranzo con delle persone che conosco, voglio che non ti trucchi e che metti un abitino a fiori, devi sembrare più piccola’ mi hai capito? Sì padrone! Bene fatti trovare pronta alle 12.00 e per il bene del tuo culetto sii puntuale a dopo!’.
Bene adesso so cosa fare, vado in doccia, iniziamo dal bagnoschiuma, oggi la mia pelle saprà di cioccolato e frutti rossi, tutta da mordere, sorrido e procedo, mi asciugo i capelli e penso a come pettinarli, la fine opto di tenerli sciolti, riga di lato e frangetta, il mio padrone mi ha ordinato di non truccarmi, solo un po’ di burro cacao per dare forma alle mie labbra carnose, deciso il vestito sono pronta!.
Vedo la macchina arrivare, la mente pulsa, ingorda di sapere se succederà qualcosa o sarà solo un pranzo come tanti altri.
Arriviamo al ristorante, non ci ero mai stata prima d’ora’molto grazioso, particolare nel suo stile bon ton, rispecchiava i miei gusti e si intonava alla perfezione con il mio vestiario’ci avviciniamo ad un tavolo al quale erano seduti tre uomini, distinti nei loro abiti di alta sartoria, mi piacevano quelle situazioni, ho sempre cercato di frequentare gente di un certo spessore, per poter avere confronti e imparare qualcosa, l’atmosfera era perfetta.
Il mio padrone, seduto vicino a me, con una mano ogni tanto mi accarezzava la coscia per poi proseguire con il gustare le sue prelibatezze, io facevo finta di niente e continuavo a parlare con Tiziano, Claudio e Andrea, abbiamo affrontato molti temi durante tutto il pranzo, erano compiaciuti nel vedere che ho anche un cervello oltre che delle belle gambe, erano contenti che il mio padrone mi avesse portata. Arriva il momento degli argomenti più piccanti, Tiziano: ‘Allora Sabrina, D. ci ha detto che avete intrapreso un rapporto un po’ particolare, se si può definire così, come ti stai trovando?” Io rispondo: ‘Bene, &egrave un esperienza nuova per me, e cercherò sempre di fare del mio meglio, mi fido del mio padrone’ loro rimangono spiazzati nel sentire quelle parole uscire dalla mia boccai: ‘Del mio padrone’ dalle loro espressioni enigmatiche, avevo capito che non se lo aspettavano, il mio padrone rideva ascoltando e osservando come riuscivo a tenere testa alla situazione. Ad un tratto vedo che il mio padrone scrive qualcosa su un pezzo di tovagliolo e lo passa a Claudio, in un istante Claudio era al posto del mio padrone, passa il cameriere, chiedendo se andava tutto bene e se i piatti erano di nostro gradimento, mentre stavo dando la risposta, sento la mano di Claudio che stava salendo, graffiandomi il polpaccio, arriva al ginocchio ma non va oltre, il mio padrone voleva fargli sentire solo la morbidezza della mia pelle liscia, ma non aveva il permesso di salire più sù, torna al suo posto, una volta finito di mangiare, paghiamo e usciamo.
Una volta in macchina vengo bendata, e sento che qualcuno mi sta abbassando la bretella del reggiseno, mille brividi percorrono il mio corpo, ero disorientata, ma mi piaceva, era eccitante, il calore di una lingua accarezzava la parte laterale di uno dei miei seni e sospiro ma senza emanare alcun suono, sento anche l’altra spallina scivolare giù, avevo il seno completamente nudo, non mi era dato sapere chi mi stesse toccando, sento un’altra mano che mi accarezza l’interno coscia facendomi desiderare che non smettesse, con uno scatto mi ritrovo in posizione sculacciata, sento le mutandine che venivano sfilate e poi il primo colpo’SBAM’SBAM’il terzo il quarto, poi mi rimettono seduta, mi ricompongono e mi tolgono la benda, arriviamo a casa di Andrea, dopo alcuni convenevoli, mi dicono di salire su un tavolo e di sdraiarmi, ero il loro giocattolo, o meglio il mio padrone li avrebbe fatti giocare un po’ con la sua bambola, Tiziano si allenta la cravatta, guardandomi dritto negli occhi, poi la sfila e la da al mio padrone, lui mi lega i polsi, sopra la testa, dal tavolo vedo che si intravedono delle catene con delle cavigliere, mi immobilizza anche i piedi, ora non posso più muovermi, rimasta solo con tacchi a spillo e autoreggenti, ero totalmente ubriaca delle sensazioni che avrei provato. Tiziano inizia a baciarmi il collo facendomi uscire deboli gemiti..poi si avvicina il mio padrone con del ghiaccio, me ne mette un cubetto in bocca, e mi dice: ‘ Prima che si sciolga tu godrai schiava” Erano concentrati sul mio piacere, &egrave un regalo che il mio padrone mi ha voluto fare per premiarmi, mi stava dando un rinforzo positivo, non mi avrebbe torturata, ma mi avrebbe dato piacere, intanto, un altro cubetto di ghiaccio scivolava lungo tutto il mio corpo, collo, seni, ombelico, sento mille brividi, fino ad arrivare al ventre, lo desideravo dentro di me, volevo con tutta me stessa quel cubetto di ghiaccio dentro di me, volevo sentire quella fantastica sensazione di caldo freddo, ma rimase solo un desiderio, ricevetti del sesso orale da Andrea, era molto bravo, mentre il mio padrone forse per abitudine, ogni tanto mi stringeva i capezzoli, sentivo dolore ma il ghiaccio che prontamente gocciolava, lo attutiva, era piacevole anche il dolore, avevo capito che il mio padrone voleva darmi il piacere ma misto ad un po’ di dolore, perché per una schiava il dolore ci deve essere sempre, le serve per rendere orgoglioso il suo padrone. Il cubetto di ghiaccio nella mia bocca stava per esaurirsi, ordinò ad Andrea di sbrigarsi a farmi godere.. Costui inizio a leccarmi più velocemente penetrando anche due dita sfiorando il clitoride e poi spingendole fino in fondo, ma i miei gemiti erano ancora deboli’mentre ero totalmente drogata da quel piacere, sento la voce del mio padrone che mi ordina:’ Godi schiavetta’, un istante dopo, prima che potessi ingoiare l’ultima goccia d’acqua del cubetto morente tra le mie labbra, ‘Vengo!’ sussurro, ‘Più forte schiava’ mi dice con tono autorevole il mio padrone’ L’orgasmo era diventato più travolgente, “Sto venendo’ urlo, tremo, dopo essere venuta, ho tirato un sospiro e non capivo più niente. “Wow &egrave stato bellissimo!!!, GRAZIE PADRONE” esclamo, scendo dal tavolo ma sempre con le catene, li seguo nel salotto della casa, loro si siedono su ingombranti divani epocali ed io, vestita solo di quella ferraglia, gli ho servito da bere dell’ottimo scotch, per poi tornare in ginocchio con i palmi ben in vista, con sguardo soddisfatto ma sottomesso, accanto al mio padrone da brava schiava.
SESSUALMENTE RELAX parte prima
Oggi mi serve un caff&egrave per svegliarmi, il primo selfie del mio corpo nudo coperto da un velo di bagnosciuma, con scritto “Buongiorno padrone!”.
PADRONE: “Buongiorno a te schiavetta sei pronta a soddisfare ogni mio desiderio?’
IO: “Si padrone cosa devo fare?’
PADRONE: “Ti manderò delle istruzioni durante la mattinata, posso solo dirti che mi divertirò molto a torturare il tuo corpo, e solo per il mio piacere’
IO: ‘ Tutto quello che desidera il mio padrone, sono tua’.
Mi lascia con mistero e curiosità, potevo farmi una vaga idea, ma il mio padrone &egrave molto fantasioso, e raramente facevamo le stesse cose o mi portava negli stessi posti’ poi un altro messaggio:
PADRONE: ‘Schiava porta un costume nella borsa ma non indossarlo’.
IO: ‘Si padrone obbedisco’.
Vediamo cosa cucinare?, cos’ho nel frigo? dovrebbe esserci il sushi che non sono riuscita a mangiare ieri, sì mangerò quello e mi rilasserò scrivendo un po’ in attesa che il mio padrone mi chiami
PADRONE: ‘Passo a prenderti per le h.18.00, e ricordati il costume’
IO: ‘ Si padrone, preparerò tutto come mi hai ordinato: a stasera!’.
Passo la giornata a casa, mi rilasso, intanto messaggio con le mie amiche e cercavo i capire, cosa avesse in mente il mio padrone, ma non riuscii a venirne a capo.
Alle h.17:00 inizio a prepararmi, mi depilo, mi vesto, preparo l’occorrente e resto li’ sul mio divano color melograno ad aspettare altri comandi.
Capitava spesso che mentre si avvicinava l’orario concordato, mi saliva un po’ di eccitazione, quella sensazione di non sapere, era tremendamente eccitante,
Mi arriva un messaggio: Sono sotto casa!, era arrivato mio padrone, metto le scarpe e scendo, salgo in macchina sempre rigorosamente in gonna e mai con le gambe accavallate, e inizio a fare domande, ma lui molto severamente mi risponde: “Tra poco capirai’
Scendo quasi correndo, &egrave sempre una gioia vedere il mio padrone, mi trasmette sempre tranquillità, il suo modo di fare pacato, la voce bassa’ salgo in macchina, lo saluto con un bacio e parte.
Dopo un oretta arriviamo in questo posto, da fuori sembrava un oasi del benessere, giardini curatissimi e alberi di Bonsai a dare il benvenuto!, una volta entrati mi tolgo ogni dubbio, era una Spa naturalistica, bevande alla frutta, vasche idromassaggio immerse nella natura, e tanti uomini e donne, come mamma li ha fatti’completamente nudi.
Mi tolgo l’accappatoio, inizialmente avverto un po’ di imbarazzo, penso sia normale, fino a quando ti rendi conto che tutti sono li come te e nessuno noterà la tua nudità, era una regola del posto, il mio padrone era tranquillo, per me errata prima volta in una spa naturalista, ci rilassiamo su un lettino, lontano da sguardi indiscreti, lui mi sfiora il seno per poi stringerlo forte da farmi male, ma non potevo urlare, a pochi metri ci sono altre persone, ignare del fatto che sono una schiava!
Poi andiamo in una delle vasche a disposizione, con l’idromassaggio colorato, mi ordina di allargare leggermente le gambe, in modo che potesse masturbarmi, ma non poteva farlo più di tanto, ecco che arrivano un uomo e una donna, la donna mi si avvicina, era bisessuale, e mi fa un complimento per il mio seno, poi mi dice che volendo potevamo andare al piano superiore dove c’erano delle camere, per dei momenti di dolcezza, così disse’ momenti di dolcezza, mi voleva, ma non aveva capito che li c’era il mio padrone. Sì lui era vicino a me e avrà pensato che fosse il mio fidanzato’ma qualcosa non tornava, non mi era del tutto chiara la situazione, avevo dei dettagli ma non il quadro completo.
Poi il mio padrone, mi sussurra qualcosa all’orecchio: ‘Questa non &egrave solo una spa, questa &egrave un paradiso della perdizione, della lussuria, in tutta la sua sfarzosità.
Qui si scopa come ricci, ecco perché la ragazza &egrave subito venuta da te, lei sapeva che al piano di sopra ci sono delle stanze, dove tra poco ci andremo, tu giocherai con questa cagna, ed io poi ti prenderò per me, capito schiava?”’Sì padrone! rispondo prontamente.
SESSUALMENTE RELAX parte seconda
Esco dall’acqua, il mio corpo &egrave ancora rilassato dall’effetto bollicine, cerco di mantenere la frenesia che ho dentro, e mentre salivo quelle scale trasparenti, mi chiedevo se anche la donna fosse una schiava come me’ . Una volta sopra, l’atmosfera era completamente diversa, era davvero il paradiso della perdizione, c’erano coppie sia di fatto, che formate per l’occasione, e uomini singoli. Il mio padrone mi guarda, mi ordina di lasciarmi andare con la donna, lei mi porta su un letto a forma circolare, inizia a baciarmi sul collo, io la bacio sul collo, poi le massaggio il seno, lei fa altrettanto con me, il mio padrone si avvicina, mi prende per un braccio e mi dice”Ricordati che sei sempre mia!’.
Lei mi sfiora la parte superiore della vagina, il mio padrone mi tappa la bocca con una mano, e dice alla donna di farmi godere, lei inizia a leccarmi più velocemente e con le dita mi penetra, facendomi avvertire un calore sublime. L’uomo della donna mia complice, voleva solo guardare, era abbastanza vicino per potersi godere lo spettacolo ma abbastanza lontano da lasciare la scena e il potere al mio padrone.
Ora era il mio turno, l’eccitazione saliva sempre di più, volevo restituirle quel piacere che lei mi aveva donato con tanto amore. Dopo l’approvazione del mio padrone, mi dedicai alla sua fighetta bollente, ad ogni mio tocco, lei tremava, era anche divertente vedere le sue reazioni, era in mio potere, potevo farla godere come volevo. Il mio padrone mi aveva dato carta bianca, voleva capire se fossi in grado di far godere una donna. Un urlo stridulo uscii dalle labbra della donna, alcune persone si girano, guidati dalla curiosità, i suoi occhi erano socchiusi, le sue labbra leggermente aperte, e la lingua si intravedeva appena, si mordeva il labbro, e gemeva, io continuavo a leccarla, il mio padrone mi da un vibratore e mi ordina di usarlo, la penetro con quel fallo di 22 cm, lei urla, volevo che urlasse più forte, glie lo spingevo fino in fondo, mentre le leccavo il clitoride, nascosto da quelle labbra lisci. Arriva all’orgasmo, un piacere lungo e intenso, una volta ripresa, mi ringrazia con un bacio. Il mio padrone mi chiama accanto a lui, mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra”Adesso ti voglio tutta per me’.
Ci spostiamo in una camera, il letto questa volta era classico, la stanza era contornata da piante e un piccolo ruscello incastonato ad una delle pareti rocciose, imponenti nella loro bellezza, ci sediamo, lui mi fa sdraiare su di lui, gambe distese e mi tiene per un’istante abbracciata, poi mi dice’ Adesso datti da fare, fammi rilassare, devi usare sia la lingua che le mani, devi imparare ad usare tutto il tuo corpo per il mio piacere’ Inizio, parto dal collo, fino ad arrivare ai capezzoli, al mio padrone piace sentire come glie li succhio, con tanta forza, impegnandomi, per regalargli il massimo beneficio, se lui &egrave contento io sono contenta, arrivo ai piedi, li massaggio sia con le mani che con la lingua, lo guardo sottomessa, non penso mai se mi piace o meno farlo, lo faccio e basta.
Mi dice di prenderlo in bocca, faccio cadere della saliva sulla sua cappella, e obbedisco.
PADRONE: ‘Penetrati, e muoviti su di me”.IO: ‘Sì padrone’.
Voi vi starete chiedendo, perché mi sottometto vero? Beh la risposta &egrave semplice, ho scoperto un’indole di non avere, ho conosciuto questa persona, un Master, che mi ha fatto scoprire il suo mondo, mi ha resa parte del suo mondo, mi ha dato delle motivazioni valide, gli racconto di me, dei miei problemi, delle paure che ho dentro, ma che molto presto riuscirò a superare, mi sta rieducando sessualmente e personalmente, sono una schiava &egrave vero, ma prima cos’ero? Una donna sola, schiava ma schiava della mia fragilità, come se indossavo un mantello di pura seta agli occhi degli altri, ma dentro urlavo, schiaffandomi in faccia un bel sorriso. Chi mi conosceva davvero? Nessuno!, chi mi conosce adesso? Mi conosce il mio padrone, lui non mi giudica, ma mi guida e mi fa crescere attraverso il dolore e le punizioni, mi insegnerà a raggiungere degli obiettivi, prima invece cosa facevo? Bhe, prima mi aggrappavo a false promesse, con l’ingenuità di aver trovato il cambiamento, ma che in realtà alla fine si dimostravano solo prese in giro, per avermi per qualche tempo come un giocattolo a disposizione.
Questa &egrave la mia spiegazione, e questa, &egrave la spiegazione che darò, se un giorno verrò giudicata’ Grazie Padrone per quello che stai facendo’davvero grazie per non avermi abbandonata anche tu.
Mentre mi muovevo su di lui, mi gira e mi mette a pancia in giù, ora &egrave lui che si trova sopra di me, continua a penetrarmi, mentre lo fa mi tiene stretti i polsi dietro la schiena, mi fa male, ma non dico niente, stringe più forte, come se volesse un mio lamento, ma continuo nel mio silenzio, il suo respiro si affanna, mi tiene la nuca ferma, mi immobilizza, mi fa un po’ male il collo, ma continuo a non dire niente, passa un ragazzo, si ferma a guardarci, riesco a leggere nei suoi pensieri, vorrebbe toccarmi e avermi, ma può solo guardare.
Sono sua con l’anima, lui può fare tutto ciò che vuole della mia vita’ lui ci sarà sempre, ci sarà per me.
Tornando a casa ripenso alla serata, alla donna lesbica, a quel posto che avrei solo potuto immaginare fino a quel momento, a quel ragazzo che ci aveva spiati, un sorriso compare sul mio viso e dicevo a me stessa, che la vita ha dei sentieri misteriosi e imperscrutabili, e solo se avremo il coraggio di spogliarci di ogni sentimento etico, capiremo la nostra vera natura, capiremo come essere padroni del nostro destino, e saremo noi a decidere quali carte ci giocheremo.
Avremo la risposta ad anni di domande, ma per il momento’. faccio fare a lui!
Arriviamo sotto casa, lo ringrazio della serata, mi da un bacio, mi guarda fino a quando non apro il portone di casa, per lui sono preziosa, sono la sua schiava!.
Un’indole che rimane intatta ma così nascosta dentro i miei vissuti, nessuno ha mai capito cosa potevo diventare davvero, nessuno tranne il mio padrone, in me, ha visto la schiava perfetta, che con il giusto addestramento, sarebbe stata pronta a soddisfare ogni suo desiderio.
Anche nelle mie storie d’amore, c’era sempre qualcosa che mi riportava ad alcuni comportamenti che io vedevo come conseguenza del momento, un’eccitazione che si trasformava in giochi sessuali più o meno spinti, mai avrei potuto immaginare che avevo un’indole così diversa dal mio punto di vista. Contrastante con il mio carattere forte e orgoglioso, avevo il controllo di tutto, una donna forte? no una donna con la paura che qualcosa andasse male, ed era quindi questa ciò che chiamavo sicurezza? no direi piuttosto il contrario. Gli uomini che mi hanno avuta, posseduta, ma in realtà facevano guidare da quello che volevo fare, esperienze forti, sì anche ma sempre con la consapevolezza che ero io a dettare le regole del gioco e mai gli altri. Se solo avessero capito cos’ero’ Se solo avessero provato a trattarmi con più polso, se solo mi avessero fatta capire, che nel cuore ero una schiava….
Il mio pensiero era sempre stato quello della ragazza che decideva cosa sì e cosa no a letto, ma in realtà era solo una tecnica di autodifesa, non mi fidavo abbastanza per darmi, per regalare la mia mente, il mio corpo ma soprattutto la mia anima’ la stessa che adesso regalo al mio padrone attraverso il dolore, se mi piace? non ho una risposta a questa domanda, ma posso dire che arriverò ad un punto, in cui sarò contenta anche di soffrire, ma non perché sono masochista, perché credetemi non lo sono, anzi ho sempre evitato il dolore fisico’ ma per il fatto che accetterò contenta il dolore, perché sarà il mio modo più profondo per dare me stessa al mio padrone.
Penso che, questa sia la mia natura, e voglio assecondarla, il mio padrone mi chiede se mi sento completamente sua, io rispondo Sì Padrone!, e lui risponde, No! non ancora, ma sono contento del tempo che sto dedicando al tuo addestramento.
La conclusione &egrave che non possiamo contrastare ciò che siamo davvero. Arriva un momento nella vita, nel quale ci troveremo di fronte alla verità, proprio come succede agli eterosessuali, agli omosessuali, o ai transessuali, accade anche per chi vuole essere schiava, essa si spoglierà del proprio passato, guardando lucidamente dentro se stessa, senza l’ombra della minima menzogna, scegliendo giorno dopo giorno il suo padrone
Non &egrave una perversione, non &egrave un reato per il quale vergognarsi, anche se rimane un segreto davvero segreto per non farsi giudicare, &egrave la nostra società che non lo consente, &egrave la nostra cultura che non &egrave in grado di capire che esistono dei bisogni che per troppo tempo sono stati soffocati dentro di noi, nel mio caso &egrave stato proprio il mio percorso di vita, a portarmi fin quì, sarò sempre di più una schiava ubbidiente e dedita a colui che ha permesso tutto questo, &egrave l’unica certezza che voglio.
DOMINA LA MIA MENTE
E’ sera e piove, una pioggia che ha come obiettivo &egrave quello di zampillare per rendere la città uno specchio, era un’abitudine di fine estate. Mi ero accordata per trovarci in un bar, il Padrone aveva ordinato così.
Entrata nel bar non lo vidi subito, si sedette ad un tavolo e ordinò da bere, mi mandò un sms con scritto: ‘ Vai in bagno e togliti gli slip”, era questo il primo ordine della serata. Erano due giorni che non ci vedevamo, mi mancava, quegli ordini per me erano diventati l’aria da respirare.
Dopo un’attesa di trenta minuti lo vedo entrare, elegante nel suo paltò verde muschio, raffinato si siede di fronte a me, mi chiede se ho ubbidito, rispondo Sì padrone!, iniziamo una conversazione, giusto il tempo di bere un cocktail, una volta finito ci alziamo, mi si avvicina e mi mette qualcosa nella pochette, spalanco gli occhi, provando tanta curiosità.

Il gioco era appena iniziato, guardo dentro quel piccolo spazio, e noto un ovetto, proprio come quelli che avevo visto in un sexy shop.
Mi alzo e aspetto che mi dice cosa farne, mi fa segno di uscire dal locale, e così faccio. Una volta fuori, pensando di fare una sorpresa al mio padrone, mi appoggio ad una vetrina due passi più avanti, alzo la gonna, e introducendolo, sento un calore che pervade la mia mente. Ero eccitata, avrei voluto essere presa li, appoggiata a quella vetrina, stava diventando una fantasia costante, ma le cose non sono andate così.
Dopo qualche minuto il mio padrone esce, io ero già bagnata, mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro maliziosamente: ‘Padrone &egrave già dentro’, il suo sguardo aveva fatto trasparire tutto il suo disappunto. Avevo sbagliato, avevo preso l’iniziativa, avevo pensato, e non avevo lasciato a lui il controllo e questo, mi sarebbe costata una severa punizione.
Il rapporto di sottomissione non &egrave mai particolarmente fisico, o almeno quell’aspetto non copriva la maggior parte del nostro rapporto. A volte mi legava, mi frustava, ma era la sottomissione psicologica, quella era il vero focus per creare il tutto.
Non mi prendeva solo per il gusto di farlo o per farmi sentire di sua proprietà, ma il suo volere, legava la mia mente a lui, la mia volontà al suo desiderio, e la mia vita stretta alla sua. Il mio piacere lo definiva lui, i miei progetti, i miei problemi, la mia intimità, non erano più miei, tutto questo mi rendeva viva e felice di essere stata scelta da lui.
Arriviamo da lui, mi spoglio e mi inginocchio, il mio pensiero e il mio desiderio, poteva e voleva essere solo dedito a lui, gli orgasmi, li decideva lui, il mio padrone, quando potevo e quando invece dovevo trattenermi, mi dice che devo essere rieducata sessualmente, vuole una schiava perfetta ma soprattutto, vuole una persona perfetta. Stava per arrivare la mia punizione, per la mia disobbedienza.
Mi prende sulle sue gambe, e inizia a sculacciarmi, il bruciore diventa sempre più acuto, ma non potevo muovermi, ne gridare, altrimenti avrebbe iniziato da capo’
Ma la punizione non finiva li, per ricordarmi del suo possesso su di me, apre il cassetto e prende un plug anale, mi dice di non muovermi e che farà un po’ male, sento del lubrificante che scivola dentro di me, e poi quella oggetto fastidioso ma che poi portava al piacere, le dimensioni erano più grandi, una volta inserito, lo muove, posizionandomi su un lato, faceva male, mi dice di rivestirmi, il padrone vuole uscire. Mi ordina di lasciarlo dentro e di stare attenta a non farmi male, arriviamo in un pub, con una smorfia mi siedo di fronte a lui, intanto ordiamo una birra. Fecciamo due chiacchiere del più e del meno, lavoro, famiglia, era imbarazzante ma allo stesso tempo avevo una sensazione di fervore. Tremavo,cerco di farglielo capire con lo sguardo, ma lui continua a conversare guardandomi sorridendo.
Terminata la birra si alza con un sobbalzo e mi dice che aveva prenotato una stanza, aveva voglia di qualcosa di diverso, l’albergo era poco distante. Alzandomi, sento l’oggetto muoversi e questo mi porta a bagnarmi ancora di più.
Entrati nella stanza, lui mi chiede di spogliarmi, eseguo senza fiatare.
mi fa sdraiare e la lega gambe e braccia divaricate, come spesso faceva. Inizia con l’infliggermi dolore, e quello stesso dolore mi donava piacere, assecondo tutto ciò che lui desidera, ero un’oggetto nelle sue mani. Sono legata, chiude le tende, spegne la luce, lascia solo una finestra aperta, si accende una sigaretta e resta li a guardarmi, inizio ad implorarlo, l’attesa inizia ad essere molto lunga, lo supplico di farmi arrivare al piacere, si avvicina e si spoglia, davanti al mio mascara colato, mi slega le mani, vuole essere accarezzato, sento un brivido dietro la schiena, che accarezza la colonna vertebrale, una sensazione come ghiaccio sulla pelle, inizia a toccarmi, quel plug, mi fa male, avrei tanto voluto che me lo togliesse, facendo la dovuta richiesta, arrivo con la mano alle sue parti intime,lui inizia a masturbarmi, dei mugolio escono dalla mia bocca, con un filo di voce, sento un potente orgasmo salire, ma lui si ferma, quasi immediatamente. Non potevo più resistere, non volevo, ma l’avrei fatto, se il mio padrone voleva così. Era qualche giorno che non avevo il permesso di toccarmi nella mia intimità, un’astinenza vorace, un impulso che faceva parte della mia quotidianità, prima di incontrare lui, che ha cancellato cattive abitudini dandomi un equilibrio interiore. Voleva tenermi lì, eccitata, prima diceva sì poi no, poi alimentava ancora piccole speranze e gestiva tutto.
Si rese conto di non farcela più, e che proprio quel non farcela più era il motivo del suo piacere, del suo fremere di quelle settimane, tutto provocato dall’attesa di questo momento.
Mi slega completamente e mi dice di andare su di lui, siamo uno dentro all’altro, mi da del dolore, mi stringe i capezzoli, mi tiene i polsi stretti dietro la schiena, deve sentirmi completamente sua, sua come non sono mai stata di nessun altro mai nella vita, decideva lui e basta, mi penetra e continua sempre più forte, facendomi male, stringendo sempre di più i polsi, pensando solo a come mi vuole prendere lui, come vuole prendere la sua schiava.
Mi fa sdraiare a pancia in giù, in un attimo &egrave sopra di me, vuole un rapporto anale, ma come io non l’ho mai fatto, fa malissimo, mentre entra, sentivo dolore, brividi, lo sforzo &egrave immenso, non posso niente se non accoglierlo con tutte le lacrime che ho a disposizione. Il mio padrone ha una resistenza notevole, dopo poco smette di fare male, mi abituo, sono una schiava.
Essere schiava non vuol dire aspettare solo un’occasione particolare sapete?, durante i miei racconti vi ho raccontato di giornate particolari, di persone conosciute, di esperienze vissute, ma sentirsi di qualcuno, vuol dire sentirsi tale anche in una giornata tranquilla con il proprio padrone, servirlo e ascoltarlo senza mai lamentarsi, avere solo il pensiero di compiacerlo e di farlo sentire importante.
Oggi &egrave una giornata di quelle, piove, non molto ma si tratta di una di quelle giornate dove si sta a casa, c’&egrave chi sta con il fidanzato, chi con la famiglia, ebbene io sto con il mio padrone e non potrei desiderare di meglio, in casa sono sempre nuda, completamente nuda, in ginocchio vicino a lui o sul divano distesa su di lui, intanto fa cose tipo guardare la televisione, mi tocca mi penetra per poi continuare interessato a fare ciò che sta facendo. Io inerme, sono ferma, sono lì perché lui mi vuole lì, sono lì perché sono stata scelta e ogni giorno gli dimostro con la mia ubbidienza che sono grata della sua presenza.
Andiamo sul letto, mi dice di sdraiarmi su di lui per poi farmi scivolare su un fianco, sento un senso di protezione, forse perché &egrave più grande di me, forse perché quello che ci accomuna non &egrave amore ma possesso, forse perché lui per me c’&egrave sempre o forse perché sono consapevole che lui non mi lascerà sola. Mi spinge sotto al lenzuolo per farmi arrivare con la bocca sul suo membro che si ingrossa e pulsa nella mia bocca, intanto lo accarezzo, vuole che lo masturbi usando sia le mani che la bocca, una lo accarezza, l’altra fa su e giù e la bocca fa il resto.
Dice che non sono brava, dice che non lo so fare come piace lui ma che imparerò alla perfezione.
Risalgo su di lui, e sono consapevole di cosa vuole adesso, vuole che con la lingua lo massaggio dal collo in giù, fino ad arrivare ai capezzoli e leccarli con forza, dice che a lui piace perché ha una parte femminile molto sviluppata, anche se &egrave totalmente etero.
Poi mi fa girare, siamo nella posizione come le due G di Gucci, e mentre si fa fare un orale, lui mi da del dolore, un dolore che salirà sempre di più, un dolore che lui stesso dichiara che sto accettando e che la mia soglia del dolore sta diventando più alta, rispetto all’inizio, ma io lo sento tutto, e la prova sono le mie lacrime, lui vuole le mie lacrime ed io glie le regalo, continua a strizzare i capezzoli più forte ed io mi dimeno piango ma non scappo’.resto!.
Mi da tregua e mi dice di abbracciarlo forte, con tutta la forza che ho ringraziandolo del dolore che ha voluto regalarmi, io piango come una bambina, piango e lo ringrazio, per poi calmarmi e sentirmi sicura tra le sue braccia, mi rimette nella medesima posizione, ma questa volta la sua attenzione la concentra sulla mia patatina, arrivano i pizzicotti, abbastanza forti, come aghi che mi pungono continuamente ma con una morsa stretta, le prime lacrime mi scendono, mi dimeno, mi ribello un po’ ma mi controllo, so che devo ubbidire e sopportare e una volta finito ringraziare, ma accidente se fa male’
Una giornata tranquilla, tra dolore e certezza, certezza di voler restare, all’improvviso, arrivano i primi schiaffi sulla vagina, il mascara che cola, lui continua, devo sopportare e ringraziare, &egrave questo che mi ripeto in mente, devo restare, devo farlo per il mio padrone, devo darmi come vuole lui anche se accidenti se fa male’
Quell’accidenti che però nel mio passato ho vissuto molte volte, con l’unica differenza che prima brancolavo nel buio.
FACCIAMO SUL SERIO
Mi sento una schiava, mi sento in grado di dare tutela mio padrone, voglio lasciare andare al suo volere, senza alcuna remora.
Mi dice che deve sentire un suo amico e che presto m avrebbe esibita nuovamente, sarebbe venuto a trovarlo un suo amico con una schiava a sua volta. Arriva il giorno atteso, il mio padrone mi dice di andare a rinfrescarmi e che tra poco sarebbe arrivato il suo amico.
Mi dice che sarò schiava in tutto, nel servirli, nel farmi usare a suo piacimento e che avrebbe permesso a queste persone di giocare con il mio corpo ma sempre sotto la sua supervisione. Suona il campanello, ho il cuore in gola, per l’occasione il mio padrone mi ha comprato un guinzaglio, ero una gattina docile e mansueta, apro, in tutta la mia nudità e accolgo gli ospiti.
li faccio accomodare, li porto dal mio padrone, poi torno mi metto in ginocchio vicino al mio padrone in attesa di ordini o che succedesse qualcosa’ mi dice di servire da bere mentre la ragazza schiava del suo ospite si stava spogliando, era molto carina: mora, non altissima, con poco seno e con qualche tatuaggio e pearcing, diversa da me, più selvaggia, servo del vino sia al mio padrone che al suo ospite, la ragazza chiede al suo padrone se poteva bere anche lei, il suo padrone gli da il permesso, a me non andava di bere ma avevo ricevuto l’ordine di berne un sorso. Un volta finito torno in ginocchio accanto al mio padrone. Colloquiano per un bel po’, ed io e la ragazza ci guardiamo senza parlare, fino a quando il mio padrone mi prende in braccio, mentre Kristina questo era il nome della schiava, viene presa in braccio dal suo padrone, iniziano a palparci, ma ognuno in modo diverso, poi ci fanno toccare, prima palmo contro palmo, poi avvicinano le nostre teste, vogliono che ci baciamo, poi loro si allontanano e ci lasciano da sole sul divano, iniziamo ad accarezzarci a baciarci a leccarci, dandoci del piacere reciproco, loro ci guardano e ci danno piccoli ordini, continuiamo con piccole e grandi effusioni, ci rilassiamo, ci eccitiamo, poi si avvicinano i padroni e giocano con noi mentre continuiamo a lesbicare, ci palpano, ci baciano, poi ci tirano verso di loro, ognuno la propria schiavetta, ci penetrano, ci muoviamo contemporaneamente facendo del sesso con i nostri padroni, intanto ci stiamo baciando.
Andiamo al piano di sopra, in camera da letto, sul letto ci fanno distendere, ci legano i polsi dietro la schiena e ci penetrano il culetto, dei piccoli gridolini escono dalle nostre bocche, fa malissimo, ma i nostri padroni vogliono il nostro dolore, poi a vicenda ti guadavamo con occhi sottomessi, il dolore piano piano stava diminuendo, ma oltre alla penetrazione, c’erano i pizzicotti e le sculacciate, pizzicotti sia sui seni che sulla vagina, piangevamo, vedere un’altra ragazza che piangeva vicino a me non mi piace, perché il suo dolore arrivava anche al mio padrone ed io sono gelosa, lo so che lui decide, ma io vorrei che solo il mio dolore arrivasse a lui.
Possono esserci scambi di ragazze, ma il dolore &egrave sempre deciso dal mio padrone, come peroni schiava, ma io mi sento speciale, lui mi resa così, mi sento felice, voglio che la mia vita sia sua e che mi guidi per poi permettermi di riempire i vuoti della mia anima.
Dopo averci torturate un po’ ci dicono di andare a fare una doccia, la ragazza si riveste, mi ringrazia sorridendomi, con un bacio dolce sulle labbra e lasciano l’appartamento…

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