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Racconti di Dominazione

sex sex sex la setta del sesso

By 25 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano passati circa tre mesi dall’ultima volta che l’aveva sentito, respirato, amato, si sinsomma che si era fusa con lui..

A dire il vero per un po’ di tempo non le è mancato, era come si sentisse sazia, tanto da vivere di rendita.

Ora la primavera era alle porte, e sentiva come dire…un certo languorino!

Come daccordo lei non lo cercò, fu lui a deciderlo, le disse che si sarebbe fatto vivo lui di aspettarlo, che quando sarebbe stato il momento, non si sarebbe pentita.

Non osava pensare cosa le stesse preparando, solo che a volte aveva anche dei dubbi, paure..

E se lui nel frattempo stava con qualcunaltra?

E se in questo momento preciso è in paradiso con lei?

E se lei fosse più brava di me?

E se…

Cercò di concentrarsi di più sulla pratica che aveva davanti, quando le arrivò l’avviso di una mail.

Era lui…….. ERA LUI!!!

Con l emani che tremavano la aprì, poche parole precise : fammi sapere quando hai il mestruo.

Stop, tutto li.

Cliccò su rispondi, lo inondò di paroline dolci, domande, precisazioni, ma poi cancellò tutto e rispose con un semplice: Ok!

Ma perchè mai voleva sapere del suo mestruo? Stava preparandole una sorpresa? Una vacanza? Voleva avere un figlio da lei? Oppure non lo voleva affatto percui si premuniva??

Tra l’altro Angelica non era mai stata regolarissima, per cui non poteva dargli una risposta precisa, e poi il suomestruo durava poco ma era abbondantissimo.

Boh!..

Passò le successive settimane in attesa del ciclo che propio in quel mese sembrava non arrivare mai, cercò di ricordare il ciclo precedente quando le fosse arrivato, Prima o dopo carnevale??

Dunque cera la festa in maschera, e si ricordò che dovette inserire un tampax per entrare meglio nel costume da cat woman, ma poi il tampax non bastò percui si mise anche un assorbente di quelli mini…

Ora era già passata la metà di marzo, sarebbe dovuto arrivare? No no era toppo presto, chissà quando arriverà..

Invece non si fecero attendere troppo.

Quel lunedì mattina quando si pulì dopo la minzione vide la tanto attesa macchia marroncino.

Subito si precipitò a mandare la mail: Ora, mi è arrivato ora.

Stette li ad aspettare la risposta m anon arrivò subito, lei era già pronta a telefonare in ufficio che non sarebbe andata, avrebbe trovato una scusa anche quelle del mestruo sarebbe andata bene.

Ma dovette recarsi al lavoro perchè non le rispose.

Nel primo pomeriggio verso la una ricevette la risposta.

“Prenditi una settimana di ferie a partire da ora, Indossa un tampax e recati a questo indirizzo, è un po’ fuori metti il navigatore, arriverai in una radura, in campagna lascia l’auto li, poi entra nel boschetto a destra e segui il sentiero fino ad arrivare ad un vecchio casolare bussa e di chi sei, ti stanno aspettando vai ora”.

Angelica con una scusa che stava poco bene uscì dall’ufficio, al resto dei giorni ci avrebbe pensato in seguito.

Si recò all’indirizzo, fornito le, con il navigatore, che però non conosceva molto la zona. Ssese dall’auto e si diresse nel boschetto scorse il sentiero, lo seguì speranzosa di trovare presto il casolare, ma la strada fu più lunga del previsto, temette di essersi persa e poi cominciava ad imbrunire.

Finalmente una lucina fioca da lontano capì che era arrivata a destinazione.

Si slacciò i jeans, e mise furtivamente una mano nelle mutandine per staccare l’assobente che come di abitudine metteva col tampax perchè soprcava lostesso. Se lo mise nella tasca dei jeans alla prima aoccasione la’vrebbe buttato.

Bussò alla porta.

Le venne ad aprire una signora dai modi affabili e materni, la fece entrare, dicendo che l’aspettava.

Si presentò si chiamava Sophia, era alta più o meno come lei, e bionda, i capelli erano ricci, e scordinati, avrà avuto almeno sessantanni ma ne dimostrava meno, la raggiunsero altre due donne una più giovane sui trenta una bella ragazza mora, e un altra sulla quarantina molto simpatica si presentò come Morgana ma il suo nome era Deborah, Sophia invece era il nome reale, la ragazza giovane sipresentò come Brida, ma il suo mome era Francesca.

Le dissero che i loro nomi le eranostati dati dai sacerdoti.

:- Sacerdoti? Chiese Anelica incuriosita.

:-Si siamo streghe Wicca, ci conosci?

Angelica ebbe un sussulto, balbettò che aveva letto qualcosa qua o la, ma in realtà non sapeva nulla.

Si sedettero sul divano di fianco al camino e le diedero un infarinatura di ciò che erano e ciò che rappresentavano. Poi le spiegarono il perchè di lei li.

Seppe così che quando era saint morritz fu adocchiata da un sacerdote, il quale chiese al suo compagno il permesso di farle fare la prescelta per la festa del solstizio di primavera, e che il suo compagno accettò con piacere.

Angelica cadde dalle nuvole, e in cosa consisteva? Questo era un segreto che le si sarebbe svelato piano piano durante l’inziazione del nuovo adepto, che ovviamete era Lui.

Angelica fu colta dla panico, voleva uscire scappare da li.

Le tre donne le offrirono una tisana per calmarla e le fecero compagnia nel berla, si sentì subito strana era chiaro che la sua era drogata.

Era lucida completamente, ma non riusciva a ribellarsi, eracome soggiogata iprnotizzata.

L’accompagnaranono attraverso una porta che si affacciava su si un grande salone, dove campeggiava al centro una pietra tipo altare circondato da ceri spenti, cera un odore di cera e incenso, non pasarono oltre, continuarono attraverso il salone e si trovò in un altra piccola stanza, molto spoglia dove cera un tavolo coperto da una tovaglia di cerata, di quelle lavabili in fantasia di limoni gialli.

La fecero spogliare, lei avrebbe voluto rifiutarsi ma come un automa si lasciava fare inerme.

Presero tutte le sue cose le piagarono inordine poi assieme alla sua borsa il cellulare e le chiavi dell amacchina, li riposero in un cassetto dicendole che nessuno avrebbe mai osato toccarle e quaella è statal’ultima volta che le rivolsero la parola tutti ciò che seguì fu in religioso silenzio.

POi qualcuno stese sulla tavola sopra la cerata un enorme aciugamano bianco, dopo loro sparirono nella stanza da dove erano arrivate.

Angelica voleva fuggire ma si sentiva stranamente pesante.

Poco dopo, ritornarono e avevano una espressione solenne serissime in volto, ognuna diloro indossava una tunica colorata, Sophia Rosa pastello, Morgana Azzurro cielo Brida Verde prato.

sophia la sacerdotessa più anziana recava una tunica uguale ma bianca piegata e in ordine e la posò su di u n mobile di fianco mormorando litanie sottovoce.

Morgana la vestale azzurra sia vvicinò con un catino e una spugna, e incominciò a lavare Angelica che sussultò al contatto della spugna bagnata.

La lavarono partendo dalla fronte dall’attacatura dei capelli, e piano piano scesero sul collo, sul seno, girando bene con la spugna attrono alle aureule dei capezzoli, scese, fino al pube, prima lo accarezzò con la mano, e si rese conto che Angelica non si era depilata, da qualche giorno così Brida le portò un rasoio, e del sapone poi ne prese uno anche lei e incominciarono adepilarla.

Iniziarono dal pube, Angelica sussultava per il freddo e per il solletico,le aprirono le gambe, indugiarono sull apassera e poi fino al buco del sedere., la depilarono per bene anche sulle gambe.

Ripresero a lavarla meticlosamente, ogni anfratto specialmente nell’intimo, Sophia volle controllare di persona il cordino del tampax ma non lo tolse.

La girarono prona, ripresero illavaggio a partire dalla nuca, scesero insinuando con la spugna in mezzo alle chiappe, giù fino ai piedi.

Asciugarono tamponando con un asciugamano.

Seguì qualche momento di pausa, dopo sentì delicatamente aprire le chiappe, lei per riflesso condizionato cercò di stringerle, ma glele riaprirono un po’ più determinatamente, sentì qualcosa di rigido entrarle dentro poi uno spruzzo freddo.

Venne girata, di nuovo supina sia spettò a quando le venne un crampo alla pancia, poi l’accompagnarono in bagno.

Quando ebbe finito, la riportarono sul tavolo, e la corsparsero di oli profumati, alla fine le fecero indossare la tunica immacolata.

La aiutarono a scendere di nuovo dal tavolo, e l’accompagnarono di nuovo in quel grande salone, adesso, il monolite altare era coperto da un grande tappeto del tipo persiano, dietro a questo altare un trespolo che reggeva una specie di ceppo dove penzolavano due manette.

Lei venne fatta sdraiare, le braccia le furono rivolte all’indietro e ammanettate al ceppo.

Ora era li lunga e distesa, gambe unite, coperta dalla tunica fino alle caviglie solo i piedi erano allo scoperto.

Aveva freddo, e tremava, fu lasciata sola al buio prima di raccomandarle di non alzare mai assolutamente la testa, per nessun motivo doveva guardare solo il soffitto. NOn sapeva quanto tempo fosse passato, non aveva mai amato i tempi lunghi, avrebbe voluto assopirsi, ma era troppo agitata non ci riusciva.

Si sentirono dodici rintocchi, si aprì un enorme portone dal fondo del salone lei guardava dritto in alto una folata le alzò un po’ la tunica si sentì gelare.

Entrarono dieci uomini vestiti in tuniche nere e incappucciati, la testa china e le mani infilate nelle maniche.

Si posizionarono ai suoli lati, cinque a destra e cinque a sinistra.

Nessuno diloro fiatava, si sentilva solo il fruscio delle tuniche, il portone venne richiuso il locale ripiombò nell buio, vennero accese le candele.

Ci furono ancora lunghi e interminabili momenti di silenzio, Angelica tremava.

Il primo alla sua destra intonò una nenia solenne fatta di parole incomprensibili. Gli alri lo seguirono a ruota, la nenia andò avanti per parecchi minuti, e ebbe il potere di rilassare Angelica, a dir eil vero, più che rilassata sembrava ancora più ipnotizzata.

Poi la nenia cessò. fu silenzio di nuovo, dalla sua posizione Angelica poteva solamente sentire il fruscio delle tuniche.

Il più anziano dei sacerdoti, si avvicinò all’altare dalla parte dei piedi, si nginocchiò mormorando qualcosa in sottovoce, tirò fuori dalla manica un grosso coltello da macellaio.

Prese l’orlo della tunica indossata da angelica e gli fece un taglio, poi la strappò fino a lacerarla tutta fino al collo, e poi la scostò dai due lati in maniera che angelica giacesse nuda sopra la tunica aperta.

La guardò dall’alto poi col coltello le sfiorò i seni e l’ombelico, scendendo fino al pube, da li indugiò inclinando un po’ la lama per aprirgliela un po.

Le piegò le gambe aprendogliele, poi afferrò il cordino del tampax e glielo estrasse, alzò un poco il capuccio nero per annusarlo, poi lo alzò quel pezzo di ovatta sporca di rosso mostrandola algi altri.

Inugiò ancora col coltello infilandoglielo dentro per almeno unpaio di centimetri, Angelica terrorizzata tratteneva il fiato.

Lo estrasse sporco di sangue fresco, alzò di nuovo il cappuccio e leccò la lama poi la scagliò in terra conficcandola nelle assi sconnesse del pavimento.

Tornò al suo posto e riprese la litania e gli altri lo seguiroino in coro.

Andaronoa vanti parecchio, poi di colpo cessò.

L’ultimo della fila di sinistra si mosse arrivò ai suoi piedi che nel frattempo le erano stati di nuovo uniti, e si inginocchiò a mani giunte, poi sia lzò le prese i piedi e se li appoggiò sull es palle, salì sull’altare in ginocchio si alzò il capuccio all’altezza del naso mise le mani a coppa sotto le chiappe della ragazza, e appoggiò la bocca sulla fica per bere il prezioso nettare.

Angelica lo sentì succhiare e leccare avido, andò avanti per qualche minuto poi, la riappoggiò tolse le mani a coppa dal sedere, si riabbassò il cappuccio, mise le mani giunte si alzò e tornò al suo posto.

La litania riprese.

Dopo ancora parecchi minuti, cessò, si mosse l’ultimo della fila di destra, anche lui arrivò ai suoi piedi, e si inginocchiò, poi le aprìle gambe appoggiandole i piedi sulle sue spalle, anche lui si tirò su il capuccio fino al naso, e anche lui si appoggiò alla fica per bere.

Questo aveva la barba incolta e pizzicò per parecchiminuti le grandilabbra, era fastidioso, e poi aveva un risucchio potente, tutte le volte che aspirava sembrava che le portasse via pur el’utero.

Dopo altri interminabili minuti di litanie.

Fu la volta del terzo, il secondo della fila di sinistra, Questo aveva i baffi e solleticava in maniera fsatidiosissima il clitolide.

SEguirono di nuovo le litanie.

Il secondo della fila di destra, fu più delicato, sembrava avsse ribrezzo, gliene fu grata, ma qualcuno se ne accorse, e gli abbassò la testa affondandogli la bocca nel sangue costringendolo abere, Angelica sentì i suoi denti che comrimevano con forza, il poveretto allora incominciò aleccare come un gatto ma qualcuno lo spinse di nuovo allora angelcia lo sentì aspirare, sentì uscire un grosso coagulo, quando finì questo corse fuori sicuramente avomitare.

Di nuovo litanie, Angelica non capiva perchè dovevano essere così lunghe, sicuramente, pensava, era per permettere al suo mestruo di riformarsi.

Ora toccò Al terzo della fila di sinistra, questo fu avido di brutto nonsi voleva staccare più anche lui quando aspirava sembrava volere le sue viscere…

Di nuovo litanie, queta volta Angelica si assopì.

Si risvegliò di colpo quando il quarto della fila di sinistra fu sopra di lei, questo però oltre a succhiare con ipollici cercava di invadere il suo buchetto dietro, Angelcia avrebbe voluto dirlo gridarlo ma era terrorizata..

Si rilassò durante la successiva litania, Il quarto della fila di destra invece la leccò solo sui linguini, si vede che fu bravo perchè nessuno se ne accorse.

POi segiì una litania ancor apiù lunga.

Fu la volta del tizio che per primo la esplorò col coltello.

Anche la bevuta fu più lunga delle altre, durò almeno il doppio, tanto che Angelica fu sicura di aver terminato tutto il sangue adisposizione.

Seguì una litania lunghissima.

***

Anche la bevuta fu più lunga delle altre, durò almeno il doppio, tanto che Angelica fu sicura di aver terminato tutto il sangue adisposizione.

Seguì una litania lunghissima. Poi un silenzio solenne dove nessuno fiatava qualche colpo di tosse ogni tanto ma nulla più.

Scorse arrivare le vestali, Sophia, aveva in mano una scatoletta lunga tipo medicinale, nuova la svuotò del contenuto ne uscì un tubetto di crema, gli tolse il tappo e lo girò per bucare la mebrana di potezione, poi estrasse dallo scatolino un affare a forma di supposta che lo avvitò al tubetto poi si avvicinò, alla povera Angelica le sollevò le gambe divaricandogliele leggermente, lei ignara di tutto sentì solo quella cosa picola e rigida penetrarla e riempirla di qualcosa.

Quando Sophia ebbe finito il tubetto era svuotato e tutto arrotolato, il suo contenuto una pomata lubrificante, era tutto nel sedere di Angelica.

Le vennero slegate le mani e fatta girare prona, poi le rimisero le manette.

Le venne consigliato di tenere appoggiatala fronte sul tappeto, e non muoversi per nessun motivo.

Lei obbedì sempre per terrore.

Dopo un lungo silenzio, ci fu un altro rintocco e le litanie riprsero.

Angelica rassegnata era certa diciò che l’aspettava.

Si avvicinò di nuovo il sacerdote anziano, di nuvo ai suoi piedi prese il coltellaccio conficcato nel pavinmento e l’orlo della veste, Angelica senti sollevare il tessuto dal suo corpo e l’aria sull echiappe, un brivido la percorse, intanto questo le strappò di nuovo la veste per la unga di nuovo laposizionò ai suoi finachi.

Le divaricò le gambe facendo appoggiare i piedi per terra come se fosse a cavallo, poi con la lama del coltello indugiò fra le natiche, questa volta spinse un poò di più nel suo intenro riuscendo aprocurar le un taglietto nella parete sotto del suo ano.

Angelica tremò dal dolore ma non osò emettere alcun lamento.

Il coltello fu di nuoco conficcato nel pavimento, sentì sollevare le anche tenendola con le mani acoppa sul pube il gran sacerdote la penetrò.

Iniziarono le litanie, mentre lui simuoveva, dentro dilei, le faceva un male cane, ma silasciò fare buona piangendo sommesamente.

La litania fu lunghissima e lui smise solo al suo termine.

NOn sapeva se era venuto dentro si sentì appoggiare e alzare le gambe chiudendole ancora in posizione prona.

Di nuovo silenzio, la vestale sophia, si avvicinò con un ampolla contenente un olio profumato, fece scendere qualche goccia nell’incavo delle chiappe e con le dita lopassò sull’ano massagiandoglielo unpochino da darle sollievo.

Si alontanò abbassando la testa indietreggendo senza mai dare le spalle all aprescelta.

Il silenzio regnava solenne, simosse l’ultimo della fil adi sinistra che ora si trovava a destra di Angelcia. Si avvicinò ai suoi piedi, si inginocchiò le litanie ripresero prese a leccarle i piedi, si dedicò meticoloso, fece un lavoro sopraffino, non smise mai finchè la litania cessò.

Arrivò il primo della fila di destra che ora era alla snistra.

Si inginocchiò le litanie ebbero inizio, questo le allargò di nuovo le gambe e prese aleccarle il sedere, lo leccò per bene entrando con la lingua più e più volte finchè il canto cessò.

Li rimeise le gambe a posto e dopo essersi ginuflesso, tornò al posto.

Silenzio.

Arrivò il quarto, che fu più brutale le fece scendere le gambe anche lui poi la sollevò con le mani a coppa e la penetrò con violenza. Forte, forte, sempre pù forte…

La litania sembrava infinita, ma poi anche questa cessò, e dovette uscire, e ricomporla come gli altri.

Anche questa volta la vestale sia vvicinò con l’ampolla dell’olio, e le massaggiò l’ano.

Ci fu silenzio.

POi si avvicinò quello che prima fu costretto abere il sangue.

Anche lui scelse di penetrarla, aveva ilpene molto grande, e lungo, sentì malissimo specie alla ferita …

Ma poi anche per lui la litania cessò.

Di nuovo la vestale, di nuovo angelica si sentì delliquido scivolare dentro e un lieve massaggio.

Questa voltas però la vestale se scostò unpo’ di più i glutei, poi tolsela mano armeggiò sul carrelo dove aveva le ampolle con gli oli sacri, e prese unaltra scatolina con un alto tubetto nuovo, di nuovo lo introdusse tutto nel sedere di Angelica, che anche stavolta si accorse solamente di quel cosino rigido e di un qualcosa di untuoso che le veniva introdotto.

Poi arrivò un altro adepto che le leccò i piedi fino alle caviglie.

Poi un altro scelse di succhiare di nuovo da davanti, gli fu concesso in via del tutto eccezzionale a patto che poi per ripristinare le energie dovette leccargli anche l’ano per un bel po’ forse la durata di due litanie.

Alla fine silenzio totale, si avvicinò di nuovo il gran sacerdote che la rimise agambe aperte ancora a cavallo del monolite, ancora la prese conl emania coppa sotto il pube dopo aver ecitato qualcosa, e la penetrò di nuovo lelitanie ripresero e stavolta lui venen dentro lo sentì.

Poi silenzio totale.

Dopo alcune preghiere sommesse, con un fragore di fruscii gli incappucciati dopoaverspentole candele uscirono da dove erano entrati, sentì l’aria fredda entrare dal portone, quando fu chiuso si ritrovò di nuovo da sola inquell’immenso salone vuoto e buio.

La lasciarono così almenope runo retta o due buone, avevaperso la cognizione del tempo, poi entrarono di nuovo le vestali, che la liberarono dalle manette l’aiutarono a sollevarsi, e a togliere quel che restava della tunica sorreggendola la riportarono nella stanzina dove l’avevano preparata.

Le diedero da bere una tisana per ristorarla.

L’adagiarono sopra la brandina e la coprirono conuna coperta, prima però le venne inserito un tampax.

Lei stremata mentre un nuovo giorno nasceva si addormentò. La vennero a svegliare le vestali all’imbrunire, aveva fame ma le dissero che non poteva mangiare per adesso, poi siccome erano già in tunica le fecero segno di fare silenzio e nessuno più parlò.

Lei aveva tanto cose da chiedere dovera lui perchè non l’aveva ancora visto? Ma temeva che loro non sapessero nulla e infatti era così.

Cercò di ribellarsi, le venne proposta di nuovo la tisana che lei rovesciò sul pavimento, venne immobilizzata a letto, senti pungere una chiappa e un liquido bruciarle dentro, dopo unpo’ era di nuovo lucida ma totalmente alla mercè delle sue aguzzine.

Venne preaprata ancora sul tavolo della sera prima, sopra il quale qualcuno aveva steso un asciugano grande, venne lavata con cura, asciugata.

Mentre era supina le venne praticato un clistere, e poi fatta svuotare sul tavolo.

Sophia le tastò la pancia e decise di praticarle unaltra peretta Angelica sentì di nuovo quel beccuccio rigido insinuarsi dentro di lei e spruzzare liquido freddo.

Dopo qualche minuto butto di nuovo fuori quella roba.

Non erano feci ma le sborre della notte precedente, Sophia si assicurò che fu svuotata di tutto, per sicurezza decise per una terza peretta.

Se angelica non era preparata alla seconda figuriamoci alla terza si dimenò appena sentì il beccuccio puntare nel suo buchetto ma la immobilizzaronoall’istante, e sentì suo malgrado di nuovo quel liquido, poi si svuotò.

La misero in piedi a gambeleggermente divaricate, le lavarono la schiena, e l’asiugarono poi la rifecero sdraiare sul tavolo dove qualcuno aveva provvedutoa cambiare il vecchio asciugamano con uno che sapeva di bucato fresco.

la cosparsero di oli profumati in ogni suo anfratto e poi le misero di nuovo una tunica bianca.

Venne condotta di nuovo in quel salone sopra a quella pietra scomoda coperta solo da un tappeto rosso.

Venne di nuovo legata con le manette al ceppo e venne sistemata come una sposa lunga edistesa coperta solo da quella tunica immacolata.

E venne lasciata sola al buio, come la sera prima.

Aveva freddo tremava, dopo un eternità si aprì il portone e l’aria fredda della tarda serata, entrò a sferzarla.

Sentì i dodici rintocchi..

Entrarono di nuovono i dieci incappucciati, Angelica non se ne accorse subito ma erano altri diversi da quelli della sera prima.

Si posizionarono ai suoi lati, in maniera solenne, e gli unici rumori il frusciare delle tuniche.

Silenzio.

Angelica si preparò mentalemte al suo suplizio.

Di nuovo un sacerdote più anziano diede inizio alla cerimonia.

Guardò quella povera ragazza tremante, inclinò il capo, chiamò una vestale e le sussurrò qualcosa ll’orecchio, e quest’ultima si precipitò fuori.

Nel frattempo tirò fuori anche lui un coltellaccio enorme, e stappò come da rito la veste.

La sistemò ai suoi fianchi poi la con la lama indugiò ancora sul seno e sull’ombelico.

Lo passò anche sul pube infierendo sul clitolide, spingendo unpo’ poi scorse il cordino del tampax e glielo sfilò, anche lui lo annusò e poi lo alzò pe rmostrarlo algi altri.

Con quella lama entrò per un paio di centimetri, Angelica sentì il freddo dell’acciaio tra le sue carni vive, e pure lui lo estrasse sporco di sangue freddo e come da rito lo leccò.

Nel frattempo erano arrivate le vestali con uno strano trespolo ad arco che posizionarono sopra la prescelta le alzarono le gambe e le legarono divaricate a quell’aggeggio, inmaniera che lei fu già in posizione da calice, appoggiata all’altare rimasero solo le spalle e la testa.

Diedero inizio alle litanie.

Di nuovo iniziò il primo della fila di sinistra e dopo le varie genuflessioni si alzò il cappuccio fino al naso e incominciò a succhiare ed aspirare per berla come la sera prima.

Via via di nuovo tutti i dieci fecero la stessa cosa, Aspirarono avidi lis entì risucchiare questa volta avevanoquasi tutti le barbe incolte e le fecero male grattando col mento sulla fica e sul perineo.

Poi arrivaronole vestali, le slegarono le mani e le gambe la girarono prona e glile legarono di nuovo, ora giaceva lunga edistesa fronte appoggiata ad aspettare il seguito dei riti.

Dopo un canto silimilgregoriano lunghissimo il sacerdote anziano si decise a prender eil coltello e a squarciargli la tunica, e a infierire con la lama sull’ano pure lui, ma per fortuna questo non la ferì.

Tornò al suo posto e ci fu di nuovo silenzio.

Sentì il frusciare della vestale addetta al suo buco, che di nuovo estrasse da una scatolina un tubetto che aprì e vi posizionò il beccuccio a forma di supposta, Angelica sentì solo divaricare le chiappe conun po’ più di forza rispetto a prima e sentì il beccuccio entrare e riempirla ancora di quell’unguento pastoso e fastidioso, cercò di respingerlo fuori, ma accortasi la vestale le infilò un dito e lo tenne finchè la prescelta non si rassegnasse ad ammorbidirsi.

Infatti Angelica fu più per sfinimento che per rassegnazione che cedette e stette li buona.

Silenzio.

Sembrava che la seconda parte della cerimo0nia non potesse iniziare per manacanza di qualcosa, evidentemene questo secondo gruppo di incapucciati aveva un organizzazione diversa.

Di li a un po’ le vestali le sia vvicinarono alzandola in posizione pecorina.

Posizionandole uno sgabello di quelli che una volta servivano per mungere le mucche sotto la sua pancia in maniera che nonsi stancasse e che fosse una posizione comod aper gli adepti.

Ora la cerimonia iniziò.

Si avvicinò ancora il sacerdote anziano, sia lzò la veste, mettendo in evidenza ilsuo pene duro controllò bene divaricò un po’ì le chiappe,della ragazza, fece un segnale lelitanie partirono, e luila penetrò dietro rimase li acantare anche lui, ma non si mosse, e non venne, uscì con uno strattone, poi nel silenzio tornò al suo posto.

Ora anche gli atri come la sera prima ad uno ad uno passarono su di lei, chi aveva scelto di penetrarla sempre senza muoversi e chi dileccargli i piedi, Un tale partì dai piedi leccandogleili per bene poi salì a fare tutte le gambe sempre con la lingua quando ebbe finito coin la seconda gamba arrivò all’ano, ma invece che leccarlgielo come quello della sera precedente, si dedicò di nuovo ad aspirargli il sangue dalla passera, rimase li tantissimo tant’è che dopo la fine della litania ci fu qualche minuto di silenzio dove si sentiva solo il rumore del suo succhiare per cui si diedi inizio ad un altro canto.

Angelica sentiva tutto quel succhiare, e aspirare, quando il sanguie arrivava licquido leccava, quando arrivava un coagolo succhiava avido e ingordo, Angelica si chiese se quella situazione le piaceva, ma non seppe darsi una risposta, non provava alcun piacere, ma nemmeno fastidio solo quando col mento per succhiare meglio sembrava volesse entrare le dava fastidio perchè si sentiva graffiare le pareti della vagina, in effetti questo tale era così affamato del suo sangue che anche i suoi colleghi adepti vedevano il suo viso sparire per metà dentro il corpo della ragazza, e Angelica sentiv ail suo naso che sembrava entrarle nell’ano.

Quando anche la seconda litania finì, il tale sembrò staccarsi di malavoglia e ne aprofittò per dare due lecatine veloci anche all’ano.

Silenzio di nuovo

Sentiva freddo dove era passato il tale voleva tanto chiudere le gambe …

Arrivò un altro a penetrarla, poi la vestale dopo dilui a ungerla.

La vestale si fermò ancora qualche minuto su richiesta del prossimo, Angelica sentì armeggiare e di li apoco di nuovo il beccuccio e di nuovo sis entì riempire di pomata anche se stavolta lei non fece una piega le mise di nuovo dentro un dito per assicurarsi chenon sputasse.

Questo era molto grosso e tutto sudato, Quando sia vvicinò alla ragazza si preparò allargandola con le mani più che potè Angelica silamentò dal male, Il suo pene era larghissimo e il tale sapeva che avrebbe fatto una gran fatica nonostante i passaggi degli altri, per quello voleva sempre essere l’ultimo.

NOn fece caso ai lamenti della ragazza, lei era la prescelta e doveva subire, e poi la moglie era d aun po’ che nonglila dava e lui era molto frustrato aveva bisogno di sentire carne da donna sul suo pisello.

Allargò le chiappe con tutte e due la mani, inginocchiato sull’altare si tirò su la veste mettendo in evidenza il suo largo pene si appoggiò al buchetto fece dei bei respiri e spinse dentro.

Angelica sentiva quel tale armeggiare dietro dilei, poi quandola dilatò con le mani sentì il suo buco aprirsi forzatamente, ebbe paura si lamentò, poi sentì appoggiare un caldo glande nonsapeva ancora che era enorme.

Il tale spinse più che potè, Angelica si sentì quasi lacerare, lanciò un urlo.

Il tale le diede un sberla sonora sulla chiappa, intanto spingeva ma faceva fatica fece segno alla vestale di portare dell’unguento, che obbidì e angelica sis entì colare l’olio poi lui spingeva ma non riusciva aentrare Che male, era talmente largo che le sembrò che le pareti della vagina le si chiudessero ..

Spinse ancora brutalmente, angelica urlava nessuno si mosse in suo soccorso, gli incappucciati erano immobili a testa china non gli era permesso vedere gli altri adepti fare il rito, solo il grande sacerdote di turnoma questo non si mosse dal suo posto, le vestali ogni tanto le versarono dell’olio ma di più non potevano.

Finalmete quel grosso penone entrò per fortuna non era tanto lungo. Le litanie eniziarono.

Tutto sudato rimase li fino alla fine del canto, Mentre angelica cercava di respirare per evitare di sentire meno dolore.

Il canto cessò, ci fu silenzio, lui non uscì subito.

Le vestali si avvicinarono prteoccupate lui fece segno di no.

Prese un respirone e si tirò fuori, tutti fecero un respiro di sollievo, nessuno avrebbe voluto chiamare il 118 per estrarlo da li quel pasticcione.

Dopo di lui arrivò il sacwerdote che come di rito entrò per venire, non gli piacque molto il povero buco della ragazza era dilatato e non si divertì come avrebbe voluto.

Anche quel rito era finito, cantarono un canto lungo a voce altissima, mentre angelica cercava di ricomporsi provando aspostare le gambe per chiuderle ma una vestale glielo impedì.

Finito il canto ne iniziò unaltro, poi vevvero spente le candele, e col buio cadde il silenzio i dieci incappucciati sparirono lei rimase li sola al buio per molto tempo, un poio d’ore come di rito..

All’albeggiare, le vestali la vennero a riprendere, le slegarono le mani, le tolsero lo sgabello da sotto la pancia, l’aiutaronoa d alzarsi e sorreggendola la riportarono nella sua stanzetta, adagiandola sopra la branda Le diedoero da bere del te verde, e poi le fecero un altra iniezione, cadde in un sonno profondo e senza sogni. Dormiva ancora, le vestali dovettero svegliarla, scuotendola, oggi era il grande giorno del solstizio e la prescelta veniva preparata un po’ in anticipo pechè avrebbero dovuto oltre che lavarla purificarla per bene, sia all’esterno che all’interno, doveva essere perfetta senza il minimo difetto.

Lei si svegliò contovoglia, lamentadosi, e cercando di ribellarsi, ma era senza forze, anche perchè da due giorni non mangiava. Anche se erano già avvolte nelel loro tuniche di rito le concessero di dirle qualche parola, erano tutte molto eccitate ed emozionate per lei, si comportavano come delle amiche sincere ad una sposa. Angelica non capiva si sentiva confusa, cade il silenzio di rito, accettò di bere la bevanda che le porsero anche se aveva un sapore strano, poi Sophia e Morgana la stesero di nuovo a letto immobilizzandola per sicurezza mentre Brida le praticava un iniezione per indurla a collaboraere meglio. Lei però non oppose resistenza era già drogata dalla bevanda, la portarono sul tavolo del rito delle pulizie senza passare dal bagno per la pipì.La posizionarono supina senza piegarle el gambe, le misero un piccolo lenzuolo sulla parte sopra del suo corpo le coprirono i seni fino ai capelli, Angelica provò aspostare dalla faccia quella stoffa ma Morgana le prese le braccia e glele tenne ferme, Non capiva il perchè era sempre stata buona durante le pulizie. Brida che faceva l’infermiera di professione, le sia vvicinò al suo fianco ed estrasse da un involucro di carta lungo un catetere, da uretra eglelo infilò Angelica sentì quel fastidio, Morgana le diede qualche carezza per rassicurarla, lei anche se non era affatto tranquilla nonsi mosse, e sentì quel cannettino fastidioso entrare piano ad insinuarssi dentro di lei. All’alro capo del catetere venne aplicato unsacchetto che in breve venne riempito di urina, poi venne sfilato il catetere e angelica sentì il fastidio al contrario. Brida ne aprì un altro e glielo infilò di nuovo Angelica non sel’aspettava e si mosse infastidita, mOrgana e Sophia la immobilizzarono all’istante, Sophia le teneva le ginocchia e morgana le braccia. Intanto anche il secondo cannettino stava entrando in lei, fastisdioso, questa volta però all’altro capo del catetere era applicato un altro sacchetto pieno di soluzione salina, che Brida sprizzò tutto dentro la vescica: Angelica sentì quel liquido freddo riempirla di nuovo e bruciare. Si agitò parecchio, le vestali nonsi scomposero aspettarono qualche minuto poi Brida armeggiò sicura sul tubicino e il sacchetto si riempì di nuovo, venne sfilato di nuovo e gettato. Brida prese un altro catetere erifece tutto da capo con un atro sacchetto di soluzione salina, e Angelica che pensava dia ver finito si ritrovò dinuovo a sentrsi pizzicare l’ureta epoi una cosa estranea insinuarle di nuovo, ancora liquido freddo ancora bruciore anche s e meno, qualcheminuto di tortura perchè si sentiva come se le scappasse l apipì poi venen fatta svuotare e di nuovo sentì il tubicino che usciva.

Quando sentì allentare la presa alle ginocchia e anche morgana la lasciò si rilassò un poco. le gambe le venenropiegate e posate tipo visita ginecologica poi leintrodussero il beccuccio del clistere e si la sciò fare rassegnata, quando il liquido freddo la invase provò a spingere ma era senza forze, le vestali premettero sull’addome ma con scarlo risultato. Le venen perciò aplicato un altro tubicino questa volt adietro e questa volta più grossoa lmeno uncentimetro e più rigido aveva un estremità arrotondata per facilitare l’ingresso. Sobbalzò a quel nuovo intruso, e cercò di chiudere le gambe sentiva male come se avesse degli spilli nell’ano, a dire il vero questas ensazione ce l’aveva anche quando dormiva. Venne immobilizzata di nuovo mentre Brida posizionava un catino dall’altra estremità del tubo. Usci del liquido misto a sperma. Le tolsero il tubicino ele praticarono una ltra peretta, e poi di nuovo il tubicino, e di nuovo nel catino arrivò acqua e sborra mista unpo’ a sangue, ritolsero il tubo e rifecero ancora un peretta, questa volta arrivaronoa sei, per essere sicure che fosse purificata bene.

Angelica continuavaa d aver emale all’ano silamentava, la giraronoprona.

Sentiva indugiare ancora nell’incavo delle chiappe in corrispondenza del buco, lei non lo sapeva male vestali erano preoccupate perchè spuntavano due morroidi, sicuramente frutto delgi sforzi dellla notte precedente. Questa cosa minava la perfezione della presclta. Brida allora sicura di se prese una siringa vuota e dopoa ver disinfettatola parte bucò una morroide per aspirarne ilsangue. Brida sentì qualcosa di freddo pressargli dove aveva gli spilli (secondo lei) poi sobbalzò quando sentì l’ago pungerla Morgana da dietro la teneva ferma e Sophia le gambe, Brida estrasse l’ago con la siringa piena, poi ne prese un altra e dopo aver disinfettato prese abucare anche la secondamorroide, La prescelta sussultò di nuovo. Ora era perfetta purificata e senza difetti le morroidi svuotate erano tornate nella loro sede. La fecero alzare e la’ccompagnarono in bagno qui l’aspettava la vasca piena si acqua profumata e piena di petali di rosa. L’aiutarono ad entrare e per la prima volta da quando era li Angelica ebbe una sensazione piacevole. Si rilassò mentre le vestali le lavarono i capelli, le braccia e via via tutto il corpo, poi l’aiutarono ad alzarsi l’asciugarono per bene, le fonarono i capelli intrecciandoli con dei fiori, la riportarono sul tavolo nell’altra stanza e la cosparsero di oli profumati diversi da quelli delle altre sere. Le fecero indosare un’altratunica immacolata, quesataperò aveva dei ricami dorati e argentati e lemisero in mano anche un mazzolino di fiori, poi l’accarezzarono in viso e Sophia la sacerdotessa più anziana le diede un bacio in fronte con fare materno, e le sorrise cercando attraverso il suo mutismo di infonderle coraggio.

Venne di nuovo condotta nel grande salone, venne di nuovo posizionata sull’altare che stavolta era bianco, le vennero di nuovo legate le mani, facendole tenere in mano i fiori, se non fosse per le manil egate alle manette poteva assomigliare alla bella addormentata o a bianca neve prima di essere baciate dai rispettivi principi, e poi dsi nuovo le luci si spensero e lei dovette di nuovo aspettar el amezzanott al buio da sola. Passò il tempo che doveva passare, Angelica aspettava al buio,non aveva pensieri, non più. dentro si sentiva vuota, non le importava più null anche se adesso dopo averla stuprata di nuovo l’avessero squarciata e i suoi resti seppelliti nel bosco a formare una stella a cinque punte non le importava nulla..nulla… Si accesero le candele e Angelica scoprì che gli adepti erano già li,(ma dadove sono entrati? Prima era sicura il salone eravuoto, si dev’essere assopita, senza accorgerserne.).

Arrivò la mezzanotte preceduta dai soliti dodici rintocchi.

Cala silenzio come sempre, ma gli adepti invece di dieci erano venti, si, erano tutti li i porci In religioso silenzio mani infilate nelle maniche delle tuniche, dieci a destra , cinque seduti su panche e basse e cinque dietro seduti su panche più alte, e dieci a sinistra in ungual modo seduti. la cosa diversa era che le sere precedenti erano in piedi. Le vestali erano dietro di lei indossavano delle nuove tuniche, sempre nei loro colori di rito ma ricamate di oro e di argento, si erano truccate e anche nei loro capelli vi erano fiori intrecciati.

Angelica lasciò cadere il mazzolino di fiori, ma la vestale Sophia si affrettò a rimetterglilo in mano e a stringeli delicatamente le dita come per fale capire che era importante che lei lo tenesse. Ci fu silenzio. I due sacerdoti si alzarono pe riniziare il coro. Alla fine della prima litania che era diversa dalle sere precedenti, si avvicinarono entrambi alla prescelta, uno d adestra euno da sinistra sfilarono dalle maniche i loro coltelli, e li alzarono in alto. Si avviciaronole vestali e le arrotolaronola tunica ordinatamente finoal mento, ora la prescelta si trovava col corpo nudo sopra al tappeto immacolato, i due sacerdoti calarono i coltelli sopra il suo corpo, sfiorandole i seni, arrvivando al l’ombelico e al pube, uno diloro sle scostò le grandi labra per estrarle il tampax che come al solito alzò pe rfalro vedere agli altri e poi lo gettò, continuarono con quei coltelli con le punte che si toccavano aformare una “V” li introdussero nella vagina Angelica sentì il freddo delle lame penetrarla e spingere a fondo, trattenen il respiro si sirrigidì ma ad un cennole vestali accorsero per allargargli gambe e tenerle ferme, i coltelli continuavanoa entrare, dovettero entrare finbo in fondo perchè la prescelta aveva poco sangue ormai, quando si sporcarono li estrassero e ognuno leccò il suo. Tornarono aposto e si sedettero continuando a tenere in mano i coltelli, mentre le vestali le ricomposero il corpo.

Ripartirono le litanie. Poi ci fu di nuovo silenzio, si sentì un frusciar elieve da lontano fu l’arrivo del nuovo adepto nel silenzio, la prescelta da l suo punto di vista non poteva vederlo, e non sapeva nulla ma era alto, molto alto e magro la punta del suo cappuccio sovrastava tutti, Testa china mani infilate nellel maniche si fermò davanti ai pied della prescelta.

Si avvicinarono alui di nuovo gli anziani e lo fecero inginocchiare, ognuno di loro appoggiò il coltello sulle spalle, e mormorarono parole incomprensibili sottovoce. Lo fecero di nuovo alzare poi ognuno di loro prese una gamba della prescelta e la alzarono in maniera d afacilitare l’avvicinamento del nuovo adepto, lui era stato erudito in merito e sapeva che doveva inginocchiarsi sull’altare mettere le mani sotto ai glutei della ragazza ma prima alzarsi il capuccio fino al naso, a abbassarsi asucchiare il liquido prezioso e sacro che sgorgava dalei.

Provò dapprima ad annusare, l’odore era pungente e per nulla invitante, provò a leccare ma leccò fuori dove era pulita, visto che non si decideva un anziano lo prese pe ri capelli da sopra il cappuccio e lo spinse afaccia in giù dentro più che potè nel corpo di Angelica, Lui allora capì che non stavanos cherzando e incominciò aleccare, sentì il suo sapore sulla lingua a discapito dell’odore non era male. Allora leccò con più vigore l’anziano non gli dava tregua lo teneva li, leccava e leccava provò anche a succhiare come gli avevano insegnato nei mesi della sua preparazione con un mango, Succhiò e sentì un coagolo lungo e fine arrivargli in bocca gli venne un conato di volmito ma cercò di buttarlo giù lo stesso (ovvio che non aveva il sapore del mango).

Angelica non capiva che stava succedendo con la coda dell’occhio si srese conto che cera un terzo uomo vicino aglia ltri due, quando le presero le gambe si preparò mentalmente a delle altre succhiate. Si accorse della titubanza di qesto e quando lui le avvicinò il naso senti il suo respiro e provò un brivido, poi le leccate lievi un altro brivido e non capiva come mai non era successo mai con glia ltri, forse perchè più decisi? POi sentì la forzatura coi denti di lui che si ffondarono unpo’ tra le sue carni, trattenen il fiato, ora lo sentiva più sicuro leccare con più decisione e aspirare.

Quandola litania cessò il sacerdote lo alzò ancor ape ri capelli lui si rimise buono in ginocchio seduto sui talloni testachina, mento sporco di rosso alla prescelta vennero appoggiate le gambe per farla riposare.

Dopo qualche decina di minuti sempre assolutamente in religiososilenzio, la prescelta venne di nuovo messa in posizione e luii invitato a succhiare, non fecero partire i canti questa volta la cos adoveva svolgersi senza colonna sonora si dovevano sentire bene i rumori delle succhiate.

Incominciò con una lunga leccata in profondità, durante la quale Angelica ebbe un brivido, quando sentì il sapore del sangue cominciò asucchiare forte tanto che la prescelta cominciava sentire un po’ di male, durante le sessioni precedenti non sentiva male nel sentirsi succhiare, solo le davano fastisio i menti barbuti o i baffi, ma questo che evidentemente era quasi rimasto asecco rispetto agli altri per prendere il suo sangue doveva succhiare forte, forte, strinse i denti. Lui succhiava sentiva dei coaguli filamentosi salirgli in bocca alcuni rimanevano appesi alle labbra e con la lingua doveva mandarli in giù. doppo interminabili momenti di fatica per entrambi, i sacerdoti decisero che poteva bastare. Lgi alzaronola testa e lui siposizionò di nuovo seduto sui ltalloni ela testa china, appogiaronole gambe della ragazza, e la fecero riposare qualche minuto. Poi prima dell’inizio della terza ed ultima sessuione di succhiate del nuovo adepto, i sacerdoti, fecero dei cenni alle vestali, le quali portarono loro un vassoio di argento sul quale cerano alcuni oggetti, erano due coltelli da bistecca seghettati, i sacerdoti che si accorsero che il sangue scarseggiava ne presero uno a testa, e unirono di nuovo le punte a”V” mormorarono litanie sommesse, L’adepto si preoccupò , Angelica distesa aspettava ignara di tutto. Si sentì penetrare di nuovo dalle lame fredde, epiù piccole, cercò di stare immobile presa dal panico sentì qualcos apungere nel suo profondo andò in panico e cercò di urlare ma le vestali le misero un amano sulla bocca cercando di rassicurarla con le carezze sulle braccia, le lame continuavano il loro cammino, Angelica perse i sensi.

Quando rinvenne era sempre li con i due sacerdoti che avevano affondato tutta la lunghezza delle lame, dentro di lei, almeno era ancora viva, ma sentiva bruciare, le lame venenro estratte sempre larghe a “V” stracolme di sangue, di nuovo le leccarono, uscì un rivolo di sangue, la cerimonia poteva riprendere. Di nuovo le nenie iniziarono e di nuovo cacciaronola testa dell’adepto asucchiare. Dopo una bella sorsata, di nuovo faceva fatica i sacerdoti se ne accorsero e fecero sengo alle vestali di portare qualcosa, anche questa cosa fu infilata dentro la Prescelta che sentì l’intrusione di un qualcosa di rigido fastidioso e bruciante, era una canula rotonda e cava una cannuccia lunga che arrivava di sicuro oltre la vagina fino all’utero, e l’adepto succhiò da li come se fosse una bibita. Siccome c’era stata una interruzione fecero ripartire leleitanie da capo, finchè l’adepto fini il sangue.

Ci fu silenzio l’adepto fu fatto alzare, di nuovo in pedi, sempre atesta china, le vestali srotolarono la veste sul corpo della ragazza le slegaronole mani, la girarono prona, lelegarono di nuovo le mani, vennero posizionati altri due ceppi ai suoi lati anchessi con aunamanetta ciascuno. Gli anziani si avviciarono all’adepto in piedi, presero i coltelli dal pavimento, e poi uno davanti e uno dietro gli strapparono la veste per la lunga sino al collo, allargò le braccia e glela sfilarono dalle maniche, rimase nudo, gli venne tolto anche il capuccio.

Angelica ancora non sapeva chi fosse, sapeva che questa era l’ultima notte, e non vedeva l’ora che finisse, Lui, in questo momento er alontanissimo dai suoi pensieri, si sentiva abbandonata e triste.

Venne di nuovo avvicinata dalle vestali per prepararla, le arrotolarono la veste fino alla nuca, poi la riempirono di nuovo di pomata, le gambe erano allungate sul monolite, bianco sporcato del suo sangue. Lo fecero inginocchiare in terra e mentre le litanie iniziarono lui come gli era stato insegnato incominciò aleccarle i piedi, per bene con la lingua tra le dita, quando ebbe finito coi piedi dovette salire sulle gambe, sempre con l laingua su su fino alla chiappa, poi dovette ricominiare daccapo con l’altra gamba. Quando ebbe finito, dovette leccare l’ano nel suointerno per fortun ala pomata era insapore, poi lo fecero alzare, divaricaronole gambe dell aprescelta in maniera che la potesse penetrare, la sua verga era già bella dura merito anche della pasticca azzurra che gli somministrarono un oretta prima dell’inizio del cerimoniale.I due anziani prima però presero di nuovo i lunghi coltelli e sempre con le punte a “v” infierirono anche nella’ano, per divaricarlo uscì un po’ di pomata, le divaricarono anch ele gambe ma non di molto, poi indicarono all’adepto la posizione che doveva ssumere come gli era stato insegnato nei giorni della sua preparazione, lui posizionò le sua gambe al di fuori diquelle di angelica e si sdraiò quasi sopra di lei il gande puntava nell’incavo formato dai due coltelli, gli anziani le tenevano brutalmente divaricate le chiappe brandendole amo di pizzicottone, come se lei fosse di gomma, poi misero l’alta mano sui glutei d lui e spingendo lo accompagnarono dentro attraverso lelame, le lame vennero sfilate e lui rimase li sdraiato su dilei a gambe larghe, lei sotto di lui a gambe chiuse, le mani di lui venenro posizionate sui ceppi a lato ed ammanettate.

Sembravano la rappresentazione dell’uomo vitruviano.

Angelica quando sentì le lame di nuovo dentro di lei fu colta dal panico, cercò di spingere fuori ma ottenne soltanto di sputare la pomata, poi sentì questa cosa strana che , solo quando le furono tolte le lame sentì il calore del pene sentro dilei, sentì che era grosso e lungo sentì che non le dava fastidio come gli altri, ma non lo riconobbe perchè lui prima d’or anon l’aveva maipenetrata da dietro, solo la prima volta a casa sua ma aveva un piercing che gli aveva aplicato per cui all’epoca sentì solo male. Ora oltre asentirlo dento, lo sentiva anche sopra, sentiva il suo alito lui le diede un buffetto tra i capelli, lo riconobbe al volo, ora si sentva di nuovo viva. Ci fu di nuovo silenzio, i due sull’altare erano completamente all’ oscuro di ciò che si stava preparndo per loro, durante la sua preparazione a lui venne spiegato che dopo la penetrazione anale ci doveva essere un tempo morto nel senso che li avrebbero lasciati soli…Forse.

Pensò a quei mesi, dopo che aveva accettato quella volta a S morritz quando uno dei due scerdoti aveva visto la scena di loro con gli scozzesi, e l’avvcinò dicendo che la sua ragazza sarebbe stata perfetta per il solstizio di primavera. Lui non sapeva bene ma ne fu eccitato e interessato perciò accettò all’istante. Qualche settimana più tardi ricevette una telefonata, dove una donna lo invitava a passare da lei in montagna alcuni giorni. Lui accettò pensando che era una rsiposta ad un annuncio che aveva messo anni prima per passare una notte di sesso sfrenato, fino adall’ora non ottenne risposte, poi conobbe Angelica e non si ricordò più nemmeno di qvere un annuncio di quel genere che girava in rete. Non era la risposta all’anuncio ma bensì l’ingresso ufficiale come nuova adepto alla setta del sesso, non erano satanisti, ne apprendisti stregoni, erano dei tali che per noia avevano inventato questa cosa anni prima, dapprima lo fecero con le loro mogli o tra di loro,poi iniziarono ad invitare altre persone al di fuori della cerchia ristretta e ne convennero che era più divertente specialmente quando inuovi arrivati erano all’oscuro di tutto.

Si recò a quell’indirizzo sicuro di divertirsi un po’ suonò il campanello e ad aprirgli fu l’uomo che conobbe in montagna. Gli spiegò cosa volevano fare e perchè, e se lui accettava prima della sua compagna doveva sottomettersi ad alcune regole e purificazioni.

Prima di accettare disse che ci doveva pensare, ma loro che non ammettevano repliche e sopprattutto avevano una sola regola se oltrepassi la soglia sei dentro, e lui suo malgrado l’aveva oltrepassata specialemte quando aveva accettato di ofrire Angelica al sacrificio.

Le venne offerta la tisana, che bevve, e subitò capì di essere drogato, si sentiva alla mercè di chiunque pur rimanendo lucido. Venne fatto sistemare nella stanza dove cera un letto che al posto del materasso aveva un asse di legno, alcun uomini lo spogliarono e misero via le sue cose, nudo venne posizionato su quell’alcova coperta da una cerata e un plaid.

Un uomo sicuramente medico, gli fece una visita accurata, gli ascoltò il cuore, i polmoni, gli tastò il ventre, gli allargò le gambe egli tastò i testicoli, bene bene facendogli male perchè strinse forte ad ogni pasaggio. Poi lo posizionarono prono e il medico gli ispezionò l’ano, ma aveva molti peli, si decise di rinviare la visita al giorno dopo, prima doveva essere depilato. uscirono dalla stanza e lui sentì freddo, era spaventato a morte. si rigirò su di un fianco per esser epiù comodo.Ritronarono con un carrellino dove era posato un contenitore che assomigliava a un pentolino, lo fecero girare supino, da quel pentolino con una spatola tirarono su qaulcosa di fluido e caldo, per mezzo di quell spatola gli venne applicata quella roba sul torace e poi una striscia di carta solo allora lui capì strapparono con vigore dove era passata la ceretta il suo torace era glabro e rosso, lui mugolava dal dolore. Con pazienza quelle persone lo delpiarono dappertutto, sul torace sul pube sui linguini, sulle gambe, poi lo girarono e ripartirono dalle gambe, poi salirono sulle chiappe, e sulla schiena, per ultimo lasciaronole parti nascoste dal sole, lui deglutì spaventato, mormorava- no nooo – ma non l’asoltarono dapprima gli divaricaronole chiappe, spalmarono la ceretta dalla parte destra applicaronola striscetta, e lo fecero contare anche per non farlo pensare-1 ..2…3..- straaaap…si inarcò dal dolore, poi fecerolo stesso con la parte sinistra divaricaronola chiappa, spalmaronola ceretta applicaronola striscia e di nuovo : 1…2…3..straaapp- Sperava fosse finita li, ma di peli ne aveva anche sul perineo e sotto ai testicoli.

Quando finirono lo avvolsero nel plaid e lo lasciarono li, a passare la notte.

Ebbe paura e si fece la pipì addosso, non poteva urlare perchè nonriusciva oppure credeva di non riuscirci. Ilmattino dopo tornarono gli uomini della sera prima più altri, dissero che erano medici e infermieri che eranoli per assicurarsi che fosse in buone condizoni di salute.

Gli cambiarono il plaid, aveva ripreso un po’ di forze, voleva ribellarsi ma gli uomini lo immobilizarono e gli praticarno un iniezione, cadde ancora nell’apatia indotta, lo visitarono di nuovo gli presero anche la temperatura anale, lui spinse fuori e gli scappò qualcosa, cos’ gli uomini decisero per praticargli un clistere, arrivarono con un trespolo con appesa una sacca piena di liquido giallastro non era liquido medico ma una tisana di erbe che lo avrebbe ripulito per bene, gli applicarono una lunga canula nell’ano con un rubinetto che una volta aperto svuotò la sacca tutt anel suo corpo.

Dopo venne spostato di peso nel bagno ma lui nonriusciva acontenersi e perse unpo’ diliquido per strada, poi raggiunto il water defecò. Aspettarono che si liberasse per bene di tutto, poi gli fecero fare un bagno e dopo averlo asciugato lo riportarono nella stanza, e disteso ancora su quello scarno e scomodo letto, lo girarono su di un finco e lgi aplicarono di nuovo il termometro la temperatura era decisamente alta, gli somministrarono una supposta di paracetamolo, e lo lasciarono tranquillo.

Finite quelle torture lo rivestirono con un pigiama, e gli cambiarono la stanza qesta volta iletto era con un materasso normale, era la buonanotizia la cattiva è che doveva stare li per una settimana legato a letto serviva per capire quanto potesse sopportare. Nei giorni che seguirono si ritovò legato con le mani ai lati della testiera, lo imboccavano per mangiare, e gli aplicavano padelle e papagalli per defecare eurinare, ma non gli fecero null’altro.

La settimana passò, si ritrovò con qualche piccolo decubito sull’ossosacro che gli venne curato a dovere. poi iniziò l’iniziazione. Fu spogliato e portato un una stanza che poi era la cucina, e sul tavolo gli venen praticato da uno dei suoi aguzzini un pompino, damolle glelo tirò duro durissimo e poi quando venne lo bevve. Ogni girono per il buon giorno a turno uno dei tizi che passarono in quell’apaprtamento lo posizionavano sul tavolo e questa era la prima colazione di uno di loro a turno, poi preparavano il caffè e il latte e come se nula fosse facevano colazione attrono alui solo chi l’aveva bevuto non mangiava.oppure lo beveva mentr egli altri bevevano il caffè. Ogni volta gli facevano dei complimenti per il suo sapore. alla fine veniva dato da mangiare anche lui, un ottima colazione abbondante tazzona di caffelatte e frollini, lui per abitudine non aveva mai troppo appetito perciò mangiava per forza. Una volta avanzò metà tazza e altrettanti biscotti, dopo l’ennesimo rifiuto da parte sua, venne di nuovo rimesso sul tavolo a pancia in giù, gli vennero tolti i pantlaoni del pigiama e gli venne messo un imbuto dentro al sedere tutto dentro non fu nemmeno in grado di ribellarsi tanto furono veloci, fuori era rimasto solo la parte sopra dell’imbuto, quela larga, dove si versno i liquidi, silamentò per il male ma loro dopo aver fatto una pappetta con il caffelatte ei biscotti e aggiungendo un po’ di latte ancora perchè era troppo densa, lo colarono nell’ibuto e poi dentro di lui Dicendogli che gli conveniva collaborare, da llora lui non avanzò più nulla.

Passarono ancora sette giorni, questa volta il rito cambiò di nuovo, al mattino venne sempre riportato in cucina pe rla colazione ma amzichè praticargli unpompino a turno, lo sodomizzarono sempre aturno, la prima volta cercò dilribellarsi urlando ecalciando, ma loro erano in tanti almeno cinque cim isero niente ad imobilizzarlo, allora lui strinse, ma sentì solo un gran male perchè prima di entrare col pene gli infilavano ogni volta un pene finto e poi lo toglievano per far entrare il favorito del giorno e poi lasciandolo li a pancia ingiù gustavano la loro colazione, una volta finita, lo rivestivano e preparavano pe rlui.

Passò ancor aun altra settimana. Ora in casa venne portata della frutta e gli venne spegato cosa doveva fare, Prsero dei manghi e delle arance, sarebbe stata meglio l’anguria ma non era il periodo. Gleli tagliavano ametà e lui doveva mangiarli in quella maniera, succhiandoli e aspirandoli, non gli fu spiegato il perchè lo capì mesi dopo seduto in un salone pieno di incappucciati a guardarli succhare la sua donna, che lui aveva contrbuito a regalare loro, e ora era pentito per quello che le aveva fatto passare soppratuttoperchè aveva subito su di se la dominazione forzata, e ora capiva Angelica e capiva anche la pover Consuelo. ebbe un moto di pietà per quella donna.

Ora era li sopra di lei dentro di lei, ormai il danno era fatto consolò come potè Angelica baciandole i capelli, non poteva saper che lei lo aveva già perdonato incondizionatamente, solo per il fatto di essere li.

Dietro di loro si prepararono gli adepti si alzarono le tuniche con le loro verghe belle alte (per via del viagra che si erano soministrati prima come le sere precedenti) un sacerdote si avvicinò a lui(alle vestali non era maipermesso di avvicinare gli uomini) lo riempì di pomata lenitiva e lubrificante, un lusso che lgi concedettero per il cerimoniale, perchè quando lo sodomizzarono in quell’apprtamento nonlo usarono mai, usarono solamente gli sputi. Deglutì preoccupato, iniziò uno degli anziani, non quello che gli mise la pomata l’altro, fu fortunato almeno conl lui non usaronole lame, sis entì divaricar ele chiappe che per rilfesso condizionato cercò di chiudere, ma glelo impedirono e velocemente l’anziano lo penetrò lui ebbe un sussulto ma non voleva fare del male ad Angelica e allora subì insilenzio e piangendo.

Passarono tutti, e tutti gli sborrarono dentro,ogni due gli venne aplicato un tubicino di pomata alla fine toccò anche il grosso omone sudato dal pene largo pe rlui misero dentro tre tubi di lubrificante, con questo ci fu un silenziopreoccupato come la ser aprecedente, il tale non è che era molto contento di metterglielo dentro a quello li, avrebbe preferito ripassarsi la ragazza dietro e davanti, ma queste eranole regole e sapeva che se non le accettava non finiva molto bene per lui. Lo controllò come era fatto, era già larghetto per via degli altri, ma si richiudeva in fretta, per cui doveva muoversi, gli aprì con forza le chiappe magre di Lui, che stoicamente nonsi scompose sempre per il bene di angelica, e lo penetrò, lui si sentì lacerare cacciò un urlo sommesso, Angelica avrebbe voluto consolarlo ma sapeva che poteva farlo dopo. Questo si mosse un po’ e per fortuna che aveva l’eiaculo precoce, finì infretta, poi uscì e tutti tirarono un sospiro. Ora toccò all’ultimo sacerdote che entrò ed eiaculò anche lui subito. Quando uscì l’altro sacerdote porse un tubo da inserire ancora nel povero ano di LUi, Gli venenintrodotta di nuovo dell’acqua come prima della cerimonia quando gli dissero che dovevanoprepararlo perchè quella era la sua serata, anche lui prima subì lo stesso trattamento di Angelica, anche alui furono introdotti i canettini nell’uretra per ben tre volte, unavolta per farlgi uscir ela pipì e due volte per introdurgli la sluzione salina, purificante, poi gli venne fatto un lungo clistere, nonsei perette uno soltanto enorme, per essere lavato bene. Anche adesso gli fu applicato quello ma invece di aspettare che fosse lui a buttare fuori, uno degli adepti il più giovane quello che la porima sera corse fuori a vomitare, venen chiamato, e indotto ad aspirare dalla canula, come di solito si fa per la benzina o pe ril vino in damigiana, quando sentì il liquido arrivare in bocca lo sputò e inclinò la canula dentro ad una bacinella e così lo svuotarono.

Poi tolsero tutto il trabiccolo, lo slegarono e lo fecero uscire dalla prescelta, e lo misero in piedi ai suoi piedi, le vestali si avvicianrtono alei e le slegaronole mani la girarono di nuovo supina con di nuovo la veste allugata sul suo corpo, questa volta non le legarono le mani ma glile posizionarono in grembo con in mano il mazzolino. Lui la guardò era bella Angelica, vestita come una sposa coi fiori intrecciati tra i capelli e distesa su quell’altare sembrava uscire da una favola per bambini.

Tutti gli adepti si posizionarono ai loro posti e le vestali anche e diedero vita ad un canto nuovo più allegro dai toni più alti anch ele vestali stavolta cantaronole loro voci erano acute e donavano a quelle nenie armonie più suadenti.

La prescelta eil nuovo adepto adesso si guardarono, avevano gli occhi lucidi entrambi, a lui venne dato unsegnale e si chinò subito su dilei, a gattoni a baciarla a tempestarla di bacini come sapeva far e lui. Lei lo abbracciò e si lasciò trasportare, si sentiva unica si sentiva magica lui era di nuovo li con lei.

Incominciaronoa baciarsi a cercarsi, lui le strappò la veste per sentirsela meglio, quanto le era mancata, lei inarcò il corpo e allargò le gambe lo voleva lo voleva… I canti salirono di tono, lui le baciò le lacrime, la bocca scese sul collo fino ai seni, li si dedicò asucchiarli felice, e lei già si sentiva in paradiso, poi scese di nuovo e arrivò all’ombelico al pube glela baciò con uno schiocco sul clitoride dove lei sentì il diapason vibrarle dentro, scese sulle gambe poi risalì e questa volt anola fece molto lunga le entrò dentro e li che la cerimonia entrò nel suo culmine, le cellule dei loro corpi si fusero in un tuttuno, cera qualcosa di divino in tutto ciò, simosse come solo lui sapeva fare, e non passò molto tempo che lei sentì quel calore avvampare partire da li e arrivare fno alla punta dei capelli, pertire dali e arrivare finoallapunta deipiedi che inarcò, e intreccio sopra alle sue gambe i canti salirono di tono, come se volessero accompagnare il loro ingresso nel paradiso il loro paradiso…

Ecco che allora al culmine del piacere Angelica come presa d aun afrenesia urlò un acuto che non aveva dell’umano ma più del sovvranaturale, i canti lo accompagnarono alzandosi ancor a di tono…

– Questo è il mio uomo – urlò- io sono stata creata per lui, lui è stato creato per me- i canti calarono di tre ottave e continuavano sommessamente – Tu sei Mosè io il mar rosso che mi separo al tuo passaggio, ooooooooooooooooooohhhoohhhhhhhhhhhh…. Fuochi d’artificio sfrecciarono soloper loro, saette colorate girandole e coriandoli, oooooooooooooooooooooooooooohhhhhhhhh – urlò di nuovo la prescleta – nessuno mai ci separerà- aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh…

Passò di nuovo del tempo, e loro rimasero li fusi l’uno dentro all’altra per un bel pò non avevano propio voglia di stacarsi, Pianopiano gli adepti e le vestali uscirono dal grande salone guardandoli un con malcelata invidia, in effetti forse loro davvero erano dei prescelti, due mezze mele che si sono incontrate, chi è così fortunato tra sette migliardi di abitanti nel mondo da incontrare propio la sua mezzamela?

Quando si staccarono il sole era già alto, erano rimasti soli, andarono nella stanza dove fu stata preaparata angelica e sul tavolo ora cera un cestino di frutta invitante, mangiarono una mela ciascuno e si vestirono, poi uscirono da li il sole gli ferì gli occhi furono felici perchè entrambi avevano temuto di non rivederlo più. Tornarono con l’auto di Angelica e si fermarono un un mothel per lavarsi e farsi ancora unpo’ di coccole, lui volle provare asucchiare ancora d alei ma glielo impedì, lui si fece promettere che lo avrebbe lasciato fare al prossimo ciclo ( ma lei sperava incuor suo che se lo scordasse). Tornarono a casa lei accompagnò lui, che prima di scendere dall’auto la salutò con un bacino casto e gli disse che l’avrebbe contattata lui ( ma come? dopo tutto quello che avevanopassato?) Lei tornò a casa, aprì l aporta e andò incamera si buttò sul letto a pancia in giù… e stette li a riflettere sulla sua vita!

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