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Racconti di Dominazione

Silvia ..i primi passi

By 4 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Non era una ragazza come le altre, Silvia, i suoi 24 anni si nascondevano dietro a un abbigliamento da donna in carriera gonna al ginocchio, giacca abbottonata. Seduta a quel tavolo, sola, lo sguardo perso nella tazzina del caff&egrave, la mano che gira il cucchiaino, le dita continuano a farlo girare senza il minimo interesse…..I suoi pensieri sono altrove ed Io lo so…so a cosa pensa. Poche ore prima ha letto la mia Email, ha indossato gli abiti che le ho ordinato, uscita di casa ha preso l autobus ed &egrave arrivata qui, durante il viaggio sarà stata attenta che nessuno si accorgesse che sotto la giacca, sotto la gonna non indossa nulla, ha ordinato il caff&egrave e ora aspetta, persa dentro il vorticare del caff&egrave. E’ una canzone che parte all’ improvviso a svegliarla, una canzone Metal di quelle che piacciono a Me a lei..ma non &egrave la radio del locale ė la suoneria del suo cellulare che la riporta alla realtà, si guarda intorno per vedere se qualcuno degli avventori sta usando il telefono…No non vede nessuno ma nn può perdere tempo….il suo telefono sta ancora suonando la canzone prosegue… deve rispondere lo cerca nella borsetta, ora si sta agitando lo trova ma &egrave troppo tardi la musica si interrompe.
Sullo schermo appare il simbolo della CHIAMATA PERSA inutile guardare il numero lo sa…ma deve provarci… NUMERO PRIVATO.
Il suo sguardo preoccupato il telefono tra le mani..
“Era Lui..l’ho perso …al primo semplice compito ho fallito…nn so se avrò altre possibilità… ”
i suoi pensieri si facevano tristi.
Alza lo sguardo si guarda ancora intorno incredula di aver sbagliato così stupidamente bastava appoggiare il cell al tavolino averlo a portata di mano, non in quella stupida borsa piena di cose inutili ma ormai &egrave andata, guarda inutilmente le persone cercando un viso che nn conosce.
Seduto al mio tavolo la osservò riflessa nella porta a vetro, non sa che sono io che l ho voluta qui.. sta per alzarsi rassegnata, ha perso la sicurezza di quando &egrave arrivata ora con le mani tiene ben chiusa la giacca non per il freddo, il gioco si &egrave spezzato, così senza intimo si sente esposta, nessuno se ne &egrave accorto ma si sente tutti gli sguardi addosso si sente nuda …..
la lascio così solo per un momento perché prima che lo rimetta in borsa il cellulare suona ancora un suono breve ..non &egrave una chiamata &egrave una Email….la vedo trafficare, il suo volto cambia espressione quando vede chi l ha scritta..”Padrone” così ha salvato il mio nome sul cellulare…
“Stupida, ingenua schiava, per cercarMi nel locale per riuscire a vedermi hai perso la Mia chiamata …sapevi che non avrei fatto più di tre squilli, sapevi che se non avessi risposto poteva finire tutto, senza nemmeno cominciare…non perdere tempo a scrivermi scuse nn servono a nulla Schiava se vuoi rimediare….e so che lo vuoi, lo leggo sul tuo viso adesso mentre ti guardo, nn alzare lo sguardo per cercarmi se non vuoi che me ne vada, fai solo ciò che ti scrivo. Ora alzati e vai in bagno socchiudi la porta dietro di te, abbassi la gonna togli la giacca ti siedi sulla tazza, per terra troverai una borsa dentro ci sono una benda e un vibratore, bendati non dovrai vedere nulla mi raccomando, solo allora inizia a usare il vibratore come vuoi tu sul clitoride, fra le labbra del tuo sesso premuto a fondo come piace a te l importante &egrave che continui a farlo finché non vieni senza mai fermarti QUALUNQUE cosa succeda. ORA VAI “.
Il suo sguardo tradiva l’eccitazione la frenesia del gioco, sembrava una bambina a cui avessero ricomprato il gelato caduto per terra, anche per lei c’era una altra possibilità, poteva ancora essere SCHIAVA , poteva godere ancora, la sua testa era piena di emozioni pensieri da quando lo scambio di Email era iniziato i suoi orgasmi erano sotto il mio controllo ed ora era una settimana che non provava un orgasmo, molte volte era arrivata al limite e si era dovuta fermare ma …oggi no…
“oggi nella Email mi &egrave stato ordinato di godere!!” così pensava Silvia
…si alza di scatto, un secondo misto di eccitazione paura, in effetti potrebbe ancora scappare lasciar perdere non sa dove la porterà tutto questo, ma sono dubbi inutili il sua sguardo &egrave già rivolto alla scritta “toilette”..attraversa il locale, non si guarda intorno, davanti alla porta si ferma l’istinto la porterebbe a guardare se qualcuno la segue &egrave sicura che la sto guardando, ma ha già sbagliato una volta, con la sua curiosità aveva appena rischiato di perdere tutto non poteva permettersi altri errori.
Silvia apre la porta del bagno, entra la socchiude guarda quel bagno stretto un lavandino sulla sinistra uno specchio, poco più avanti il gabinetto, non troppo pulito come immaginava
“nei bar e sempre così” pensava
era sempre stata così schizzinosa prima nn amava i bagni dei locali, perfino a scuola provava un certo disgusto
“Almeno c &egrave la carta igienica” pensava guardando il rotolo appeso al muro.
Riveste la seduta del gabinetto con la carta, così era stata abituata a fare, si slaccia la giacca…il suo seno inizia a intravedersi, una seconda non &egrave grande ma &egrave un bel seno sodo tondo, lo guardava orgogliosa,molti sguardi erano caduti nelle sue magliette scollate, l areola dei capezzoli &egrave piccola nn troppo scura, sono le punte dei capezzoli che sono grandi e ora svettano come de chiodi dure, eccitate, sfila la giacca l’ appoggia al lavandino, la gonna scivola per terra, si sporcherà pensa di si ma nn le era stato detto di toglierla solo abbassarla.
Si volta verso lo specchio, si guarda, sorride
” ė depilata come vuole Lui ”
tradita dai suoi pensieri la mano scivola fra le gambe accarezza le labbra del suo sesso, sente il suo corpo fremere la pelle &egrave liscia come nn lo era mai stata prima.
Da quando ha iniziato lo scambio di Email con Lui molte cose erano cambiate l aspetto della sua intimità era una di quelle, sparito il cespuglio che aveva prima ora le labbra del suo sesso erano esposte ben in vista.
Anche il suo corpo era cambiato in queste settimane &egrave diventato così sensibile ad ogni parola del Suo Padrone, ad ogni Email che arrivava, sentiva le labbra della sua figa bagnarsi, schiudersi….ma mai come ora, mai si era spinta oltre le mura della sua stanza, ora la sente pulsare da sola schiusa morbida e piena di succo, gli umori stanno già bagnando la pelle delle interno coscia.
Guarda per terra, una borsa di plastica scura, si siede sulla tazza del gabinetto, apre la borsa, la benda nera, un vibratore..
” non &egrave troppo grande per fortuna”
la sua figa era ancora stretta aveva avuto sempre paura delle dimensioni, ora teneva quel oggetto a forma di cazzo tra le mani prova ad accenderlo .. vibra …lei trema… le sue gambe si schiudono come se lo cercassero…
“oddio cosa mi succede mi sento così Troia..lo voglio lo voglio dentro….”
Questi pensieri la riportano alla realtà ora si rende conto di dove &egrave, queste emozioni la fanno entrare in un mondo tutto suo come in trance, ma ora &egrave lì quasi nuda seduta sulla tazza di un bagno in un bar con un vibratore fra le mani, vede la porta schiusa sa che potrebbe entrare chiunque, la cosa la terrorizza, la eccita, vuole fare presto, prende la benda la gira intorno agli occhi …BUIO…….non ha molto tempo, spera solo che visto quanto &egrave eccitata la cosa duri poco nessuno deve arrivare.
Prende il vibro lo passa fra le labbra premendo appena dentro cerca il clitoride lo stuzzica con la cappella fredda e dura …vuole fare presto accende il vibro..una scossa al clitoride, le vibrazioni la fanno gemere …il rumore…il rumore del vibratore sembra così forte in quel bagno …..
“oddio si sentirà da fuori …..no non posso non voglio spegnerlo devo solo fare presto…”
&egrave troppo presa, eccitata &egrave preoccupata per sentire la porta aprirsi, non faccio nessun rumore la guardo in silenzio, sta trattenendo i gemiti a fatica, il vibratore sparisce nel suo sesso..lo preme a fondo, spinge forte, si sta scopando le mani sul vibratore sono due adesso presa dalla eccitazione dalla frenesia del suo piacere sembra sul punto di godere…..
All improvviso si ferma forse ha capito che c &egrave qualcuno, prima che possa dire qualcosa “SCHIAVA , non fermarti sono qui davanti a te…”
….il suono della Mia voce calda deciso la tranquillizza, la sua mano riprende a muoversi
“Si …Padrone “…le sue uniche parole escono dalle sue labbra tra i suoi ansimi.
Mentre il vibro continua a sparire dentro di Lei.
Mi avvicino slaccio i pantaloni e sfilo il cazzo,turgido col sangue che pompa nelle vene e lo tiene dritto duro, lo avvicinò alle sue labbra, può sentirne il profumo lo sfiora con le labbra ..lo bacia … con la mano libera lo vorrebbe prendere, la blocco e premo la cappella alla sua bocca, senza dir nulla le sue labbra si schiudono e dalla punta avvolgono la cappella succhiandola tutta nella bocca, non si ferma la sua bocca scende lungo il cazzo fino a che le labbra si scontra col bacino, il cazzo in gola, sa come deve fare, nello scambio di Email ero stato chiaro su come deve usare la bocca..rimane così senza riuscire a respirare, finché resiste, finché non si libera di colpo per riprendere fiato.
Abbasso lo sguardo, un filo di saliva lega le sue labbra alla mia cappella, un breve attimo di respiro e poi la sua bocca riprende a cercarlo, lo sento come succhia la punta come stuzzica il buchino del cazzo con la punta della lingua, lo sa che mi piace sa cosa voglio da lei, le labbra scivolano ancora avvolgendo tutto il cazzo, lentamente si gusta ogni centimetro del cazzo che invade la sua gola, succhia sente la cappella gonfia scivolarle in bocca, in gola, la testa si muove ancora lungo tutto il cazzo ..nn smette di succhiare, pompare quando le labbra si liberano dalla cappella un gemito esce dalla sua bocca….la mano sul il vibro non si ferma continua a farlo scorrere nella figa, il ritmo &egrave dettato dalla sua bocca sul mio cazzo…nn resiste più i brividi del orgasmo si fanno più forti aumenti il ritmo vuole godere da troppo tempo nn lo fa, ..&egrave il punto di non ritorno nn può più trattenersi neanche se glielo ordinassi IO…la sento tremare la sua testa perde il ritmo le gambe spalancate tremano..le vorrebbe stringere le sento scontrarsi stingere le mie.
L orgasmo esplode improvviso,la bocca si stacca dal cazzo …vorrebbe urlare dal piacere ..il suo corpo e attraversato da una scossa che dalla figa si diffonde al cervello ai piedi,.. un solo attimo un gemito che s’interrompe di colpo quando la mia mano afferra la sua testa e la spinge ancora contro il mio cazzo, la bocca aperta si riempie invasa dalla cappella, la spingo premendola con forza contro di me…trema la sento gemere ancora soffocata dal cazzo in gola, non può urlare come vorrebbe..ma può godere ..e lo fa ..gode ancora, la figa sembra impazzita pulsa di vita propria anche quando il vibro si sfila, il piacere dell’orgasmo si ripete ad ogni pulsazione.
Inizio a scopare con forza la sua bocca, le spinte si fanno più veloci ….profonde, il cazzo pulsa…vorrei assaggiasse il mio sapore senza perderne neanche una goccia, ma oggi mi ha già deluso, ha sbagliato e ancora non merita tanto onore, non ha diritto a bere il MIO seme, il cazzo appare e scompare dalle sue labbra spingendo con la testa e il bacino lo vedo sparir fino alle palle, la sua lingua le lecca ogni volta , sento il cazzo pulsare…riempirsi di sbora, sfilo il cazzo dalla bocca giusto in tempo..il primo schizzo arriva liberatorio colpendola in viso…nn smetto di schizzare puntando la cappella al suo seno, pulsa e schizza fino a che le palle sono vuote.
La guardo ė sfinita dagli orgasmi, si &egrave lasciata andare su quella tazza da bagno senza più remore, mai avrebbe pensato di trovarsi così in un bagno pubblico .. la mia sbora cola dalle guance lungo il mento, gocce che cadono sul suo seno già ben dipinto dai miei schizzi, appoggio il cazzo alle sue labbra, e… come il bacio del principe azzurro la fa risvegliare da quella trance, con dolcezza cerca la punta del cazzo, con le labbra lo bacia, lo lecca ripulendolo dalla sborra, quel sapore che desidera tanto sentire, gustarsi fino in fondo lo può solo degustare in quelle poche gocce rimaste sul cazzo, lo pulisce con cura ed io la guardo …
“diventerà una brava schiava….”
La lascio godere del mio sapore per qualche momento.
Mi sposto ora mi posso rivestire….
” brava Schiava. Adesso rivestiti senza pulirti, dovrai portare il mio profumo finché non arrivi a casa.lasciami uscire da questo bagno, aspetta un paio di minuti poi esci anche tu, torna a casa presto avrai nuovi ordini”
Esco lasciando dietro di me la porta schiusa.
Rimasta sola nel bagno, Silvia si alza a fatica le gambe tremano ancora, si riveste con la sbora che si fa appiccicosa sul suo seno, le gambe bagnate dai suoi umori ora che in piedi li sente colare sulla pelle lungo le gambe…si toglie la benda….si guarda allo specchio, gocce di sbora sono rimaste sul mento…d’impulso apre l’acqua del lavandino, vorrebbe togliere almeno quelle gocce dal viso, il loro profumo &egrave una tentazione costante sotto al suo naso, nn può lasciarle li…
Si guarda riflessa nello specchio sul suo viso appare un sorriso, un sorriso nuovo diverso come non l aveva mai fatto, passa un dito sul mento, lo appoggia alla bocca lo spinge piano fra le sue labbra..succhia ..nello specchio il suo viso ..pulito
“ecco la goccia ora non c’&egrave più” ..lo pensa ad alta voce…e guardandosi allo specchio dice..
“Silvia sei davvero una gran troia…”
Adesso può chiudere l’acqua, che poi nn &egrave servita a nulla esce dal bagno, cammina fra i tavoli pieni di gente, la sbora QUELLA sul seno &egrave ancora lì la sente che piano piano scende ancora ..sorride da sola … chissà se la vedranno se qualcuno sul autobus ne sentirà la puzza …la figa &egrave sempre così calda bagnata, esce dal locale …
..Ora ha un solo pensiero per la testa….”SCHIAVA”.
Esausta, entrata in casa si appoggia, con la schiena, alla porta appena chiusa, la stanza &egrave illuminata dalla luce dell’acquario, basta quella. Silvia adesso non ha bisogno di troppa luce, non ha bisogno di vedere, vuole solo “sentire”..sentire quello che il suo corpo le dice….sentire tutti i colori delle sue emozioni, ciò che sente dentro la terrorizza, cio che sente &egrave piacere, pace, completezza….libertà.
Le sembrava assurdo ma …..si, si sentiva così completa …completa e libera come non lo era mai stata, proprio ora che era una SCHIAVA ..la SUA schiava.
Durante il tragitto per tornare a casa, la sua mente era come in trance una tempesta di emozioni .. troppa gente per strada, troppa confusione su quel autobus per far luce sul suo stato d’animo, il viaggio era stato pervaso da dubbi, paure, eccitazione ..gli umori che sentiva bagnare le labbra della sua figa, le gocce del suo piacere che colavano sulla sua pelle, il suo corpo fremere ogni volta che il pensiero tornava a quel bagno, ogni volta che gustava quel sapore lì.. nella sua bocca…ogni volta che nella sua mente riecheggiava quella parola…”SCHIAVA…”…quel tono di voce, QUELLA voce…la Sua …calda, sicura,autoritaria.
Nel buio ceco di quel bagno, era stata quella voce a placare le sue paure ..a renderla libera di lasciare vivere tutte le sue emozioni.
Non era la prima volta che la sentiva, dopo le prime Email, una sera aveva ceduto e aveva dovuto lasciargli il suo numero, era stata costretta, da diversi giorni nn provava piacere si era sempre dovuta fermare …..questa volta doveva chiederlo…doveva chiedere al Padrone il permesso di godere…e quella sera Silvia voleva godere.
Aveva adorato subito quella voce il Suo tono, si era lasciata trasportare dalle Sue parole in quel orgasmo, ora nn ne poteva più fare a meno, ora era la Sua schiava.
Erano passati ormai diversi minuti da quando si era appoggiata alla porta, i pensieri, le sensazioni sembravano più nitidi, la nebbia che li avvolgeva finalmente si era alzata.
Silvia sapeva cosa fare.

La sua schiena si stacca da quella porta, i passi sicuri,decisi la conducono verso la sua stanza, e lì quello che cerca, arrivata in stanza la borsa sul letto, si toglie le scarpe. Lascia cadere la gonna a terra, sfila la giacca, sulla sua pelle righe lucide e appiccicose disegnano il seno scendendo fin sotto l’ombelico, il regalo del Suo Padrone, il profumato ricordo di quella giornata.
Era sicura che la gente su quell’autobus se ne fosse accorta, per quanto volesse nasconderle la giacca nn copriva tutto, l’odore era forte, le parole di quella signora prima di scendere nn lasciavano dubbi
“signorina…ha un ottimo profumo, il ragazzo che gliel’ha regalato deve avere proprio un buon gusto..”
A quelle parole il colore del suo viso era cambiato., vergogna si..ma dentro di se era più forte l’orgoglio. L’orgoglio di appartenere al Suo Padrone, di indossare il Suo seme.
Ma quella di oggi era solo un prova, ne era consapevole, non sapeva nulla di ciò che l’aspettasse percorrendo quella strada.
Però una cosa adesso la sapeva.
Sapeva che avrebbe fatto QUALSIASI COSA pur di percorrerla.
Lo specchio del comò riflette la sua immagine, nuda, chinata, mentre apre il cassetto del comodino.
Dentro una scatola, un regalo del Suo padrone, arrivato per posta molti giorni prima, non l’aveva ancora aperto, il biglietto che l accompagnava era stato chiaro
“NON APRIRE. Lo capirai da sola quando sarà il momento ”
Sul momento era rimasta male, la curiosità era tanta.
Doveva aspettare.Sapeva che il momento sarebbe arrivato.

Il momento &egrave questo .

Si siede sul bordo del letto, accende la luce dell’abat-jour, apre il comodino, la scatola &egrave li come l’aveva messa, ancora incartata, le dita si muovono togliendo la carta regalo, non sono frenetiche nn c’&egrave ansia, Silvia si sta godendo quegli attimi unici.
La scatola &egrave li ora, anonima, senza scritte, appoggiata alla pelle delle sue gambe, un attimo un attimo ancora poi le dita sollevano piano il coperchio, man mano lo alza si scopre una medaglietta inciso il suo nome, medaglietta legata ad un collare di pelle nera.
Lo toglie dalla scatola, non &egrave un collare volgare, non &egrave di quelli da cagna, ma non &egrave l’ oggetto in se che conta perché ai suoi occhi ha un valore immenso, &egrave il simbolo della sua schiavitù.
Sotto il collare un biglietto, lo apre, scritto a mano un numero di cellulare.
“Oddio….era qui….questo..questo &egrave il numero del mio Padrone…”
Non poteva crederci, gli occhi lucidi, i capezzoli turgidi…le gambe che si sfregano per dare sollievo a quella nuova eccitazione, vorrebbe posare le dita su quel clitoride gonfio, vivo, pulsante ma la sua testa guida le sue mani verso la borsa, prende il cellulare ..le dita premono sullo schermo…3…4…7…..3…8….8….tutti i numeri vengono digitati manca solo la chiamata.
Si blocca…riflette..
” no…non &egrave questo che vuole LUI non ora ”
Silvia, lo sapeva,si era fermata in tempo.
Le notti insonni davanti allo schermo del Pc chattando con Lui erano state di lezione, sa cosa &egrave meglio fare. Salva il numero, alla richiesta del nome le dita nn hanno esitazione
“Il mio Padrone”
Si alza dal letto, pochi passi e si vede riflessa nello specchio, sul collo sente la fredda pelle nera, le mani dietro al suo collo la stringono fissandola.
“&egrave così….perfetto..aderisce alla mia pelle, stringe, senza soffocarmi..”
…per come si sentiva ora nn l avrebbe mai tolto…
Col cellulare in mano si guarda in quel piccolo schermo, scatta una foto, nuda, solo quella fascia di pelle nera intorno al suo collo.
..cerca tra i nomi della rubrica ..”Il mio Padrone”…invio..appoggia il cellulare al comò…
“Ora anche Lui sa, sa che sono la Sua SCHIAVA ”

Ora…molte cose sarebbero cambiate nella sua vita..Silvia lo sapeva…lo voleva.

Il suo corpo stava fremendo, tutte quelle emozioni stavano prendendo il sopravvento, le gambe si sono schiuse, le mani passano sul suo seno, le dita cercano i capezzoli, li stringono forte, sempre più forte, neanche le mollette, le pinzette stringevano così…le dita tirano…. i capezzoli si allungano portandosi dietro il suo seno. Li tira più che può, il dolore si fa insopportabile, sente i capezzoli pulsare sotto la stretta delle dita, come scosse fitte di dolore scorrono dai capezzoli alla sua testa, si lascia cadere sul letto, le luci spente ha tutto ciò che serve lì vicino a se.
Stesa, le gambe appena aperte, i capezzoli turgidi, doloranti, le mani accarezzano il seno ..lo stringono sente ancora l’appiccicarsi sbora, oramai asciugata sulla sua pelle, con la mano cerca le pinzette, le avvicina al capezzolo, lascia che i piccoli dentini di metallo si stringono piano piano, il dolore si acuisce, il bacino si muove. La sua figa ha ripreso a pulsare, la sente bagnarsi ancora riempirsi di umori.
Ora i suoi capezzoli sono vestiti da quelle pinzette, la mano scende, le gambe si allargano si piegano…la mano aperta scende dal monte di Venere, preme sulle labbra fradice, le dita arrivano a toccare il suo culetto, a sentirlo pulsare, risalgono fra le piccole labbra accarezzano il clitoride, lo cerca con le dita..lo sente i movimenti sono lenti, circolari il respiro via via più profondo, ansima, geme. Si sente in fuori dal mondo, afferra un altra pinzetta sa che farà molto male….ma vuole e deve ripetere tutto ciò che ha imparato dal suo Padrone, con le dita apre le grandi labbra, la pinzetta avvolge il clitoride, lascia di colpo la pinzetta.
“Ahhh……”
La voce di Silvia, rompe quel silenzio..Un grido…un grido secco breve, il dolore lancinante, nn accenna a diminuire, la figa &egrave un lago di piacere….i suoi umori sono colati sulle lenzuola, prende il vibratore, regalo odierno del suo Padrone, lo avvicina alla bocca lo lecca, lo bacia. In quel buio ricorda il cazzo che oggi ha riempito la sua gola, così lo spinge piano fra le labbra, in bocca, lo,sente,sulle tonsille, spinge …giù ..fino a sentirlo tutto. Le dita si muovono fra le sue gambe, fra le labbra della sua figa, il cazzo in gola, l eccitazione cresce non resiste, nn riesce a trattenersi spinge due dita dentro di sé, le affonda, le muove dentro, si accarezza dolcemente..mi uti ancora minuti…ora vuole di più, sfila il vibro dalla gola, ecco cosa vuole …sentirsi piena, la punta del vibro scorre fra le piccole labbra della sua figa…si muove percorrendola più volte ….
“Mmmm adesso ….lo voglio tutto …Padrone …vorrei Lei…”
Le mani assecondano i suoi pensieri….lo affonda piano per gustarlo tutto …e poi forte poi ancora piano, una danza che le sue mani eseguono diligentemente ..trascinate dai fremiti del suo corpo, dai sogni della sua mente.
Col tempo Silvia era diventata brava ad arrivare al limite del piacere..rimanere così su quel filo labile che la divideva dall’orgasmo, il dolore che provava, il vibro che premeva a fondo bastava nulla per farla esplodere di piacere. Il tempo scorre, Silvia nn se ne rende conto, &egrave in estasi in quel limbo che la tiene sospesa, non può lasciarsi andare …nn può godere..non vuole.
Il telefono s’ illumina, la canzone scelta come suoneria riempie il silenzio, Silvia apre gli occhi…un solo pensiero…
” oddio &egrave Lui”
…il ritorno alla realtà &egrave pura frenesia, la mano lascia il vibro cerca il cellulare, lo prende le dita premono sullo schermo…lo porta l orecchio…risponde
“Pronto….”..le sue parole fluiscono dalla bocca tra respiri affannosi…
“……”
“Pronto…..”
“…..”..ancora silenzio, Silvia sa che &egrave Lui ma perché nn risponde….
“Padrone…..”
Un breve silenzio poi, finalmente, la Sua voce
“Era ora che Mi chiamassi come devi schiava, un altro Pronto e avrei riattaccato”

La voce era seria, sicura, non mentiva, non transigeva sul rispetto nei Suoi confronti, Silvia lo sapeva

“Mi scusi Padrone ..”

” sempre a scusarti schiava, impara a non sbagliare!!…&egrave ora dimmi da quanto ti stai masturbando?”
“Ma ..Padrone come ….”…i suoi pensieri, le sue domande Silvia le tenne per se, avrebbe voluto chiedere come sapesse, ma certo.. la sua voce, il suo respiro avevano tradito quello che stava facendo.

Non aveva tempo per quei pensieri. Ora il problema era rispondere
“Oddio da quanto sono così?.”…Silvia non lo sapeva …si era persa in quell’estasi di eccitazione, il tempo era trascorso, senza che se ne rendesse conto..
Ma ora doveva per forza rispondere e rispondere in fretta, il Padrone nn amava il suo silenzio.
“Ecco.. la sveglia…” ….Silvia guarda l’ora..adesso le sue labbra possono parlare
“Un’ora Padrone …un’ora ma nn ho goduto Padrone, davvero…”
“Ci credo schiava so che nn sai mentirmi..e so anche cosa vuoi adesso…vuoi godere, vero schiava??…”
“Si …si…Padrone vorrei godere …ma solo se Lei lo vuole…godrò ora per Lei.. con Lei…”
” lo senti vero lo senti ancora il profumo della mia sbora sul tuo seno?….”
“..Padrone …si …” Sapeva sempre tutto di Lei di cosa voleva, cosa pensasse e soprattutto cosa sentisse, le prime volte se ne era spaventata..ora se ne era fatta una ragione…
” ..non ho avuto il coraggio di fare la doccia, volevo dormire col Suo sapore ”
“Schiava, non ho molto tempo ora…sfila il vibratore dalla figa, se vuoi davvero godere adesso godrai..col Culo…senza toccare la figa”

“Si sì Padrone come vuole Lei …grazie grazie “..
…freme ora…vuole godere per LUI….il vibro nella mano, la punta preme al culetto, non era la prima volta che il Padrone le faceva usare il suo culetto, ora però aveva un cazzo ..finto si ma sempre un cazzo, diverso dalle dita, dalle matite, dalle carote usate fin ora.
Spinge, sente la cappella premere al culetto, spinge più forte …
“Ahhhhhh …..Padrone….lo sento..lo sento.. dentroooo…”
Il vibratore aveva superato la resistenza dei muscoli del suo piccolo orifizio, era letteralmente sprofondato nelle viscere del suo corpo, il dolore intenso della penetrazione aveva subito lasciato posto al piacere….un piacere immenso..
“Hoooo siii Padrone ..vorrei fosse qui….Mi sto inculando per Lei….”
“….Si schiava, presto sarò lì con te…”
Ogni remora era scomparsa…il suo corpo era fuori controllo, la sua mano si muoveva stringendo quel vibro ..lo sentiva scorrere dentro di se, il clitoride i capezzoli erano ancora stretti nelle morse…nn avrebbe resistito …lo sentiva…
“Oddio ….Padrone sto per venire…..”
“Resisti schiava”
“Oddio Padrone no…non posso….la prego ……mi faccia godere ..”
“….”
Il silenzio la faceva impazzire …voleva godere…avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di lasciar esplodere quell’orgasmo..
“Sarò la sua schiava..la sua troia, la sua cagna…. ma la prego mi faccia godere adesso…”
“……allora fallo adesso, godi per Me …schiava ”
“……siiiiii ….Pa…..Pa….Padroneeeee……..”
Non aveva resistito un secondo di più…l’orgasmo era esploso incontrollato, un urlo troppo forte per quell’ora aveva rotto il silenzio della notte ..il corpo preso dagli spasmi, il respiro bloccato..il cuore che batteva forte nel petto…nella testa…nella figa..nel culo…pulsavano il clitoride i capezzoli….secondi….ancora secondi …e poi minuti..la figa aveva schizzato tutto il suo succo …le lenzuola bagnate dal suo piacere
Silvia era inerme stesa su quel letto, il cellulare sempre appoggiato all’orecchio…
“Schiava….”
La voce del Padrone, sembrava venisse da lontanissimo…
Quella voce la stava riportando nel mondo reale…mai risveglio fu così bello.
” Padrone…….grazie..”
“Sei una brava schiava, ora riposa, domani ti voglio in forma…..ah dimenticavo…ti dona molto quel collare”
con queste parole fini la chiamata…ora solo silenzio.
Silvia &egrave rimasta sola….il suo corpo un fremito via via sempre più tenue, il piacere lentamente si esaurisce..un senso di stanchezza la pervade..il sonno prende il sopravvento, le dita accarezzano quel collare, nn ha la forza di fare altro, solo abbandonarsi a quel torpore….che pian piano la fa addormentare.
Un tempo, non troppo lontano, le piaceva posare la testa sul suo cuscino… sognare …
Adesso invece, non vedeva l’ora di svegliarsi per vivere un nuovo giorno.
Non doveva più sognare …
….il suo “Sogno Spinto” ora era la realtà ….

.

“Maledetto semaforo…maledetta sveglia, perché non ti ho sentito…”

Silvia imprecava chiusa nella sua auto, ferma sotto quella luce rossa che non voleva spegnarsi, il tempo scorreva, lei stava rischiando di fare tardi e…non poteva tardare.
La stanchezza della giornata passata si era fatta sentire, il suo sonno era stato profondo, la sveglia aveva suonato, suonato ancora, quel fastidioso suono nn era riuscito però a interrompere i suoi sogni. Solo quando il suo corpo aveva ripreso tutte le forze, Silvia era riuscita ad aprire gli occhi, la luce filtrava dalle imposte, i raggi di sole illuminavano il suo letto, tutto era rimasto lì in ricordo di una lunga notte…il vibratore, ancora acceso, aveva perso quasi tutte le energie…le pinzette sparse sulle coperte…il cellulare lasciato sul cuscino, tutti segni della sua “battaglia” …vinta… persa.. nn era importante, le dita iniziarono ad accarezzare il suo seno, lì intorno al capezzolo, cerchi sempre più stretti fino a sentire un dolore pungente, le immagini, le emozioni della notte passata come diapositive scorrevano nella sua mente, i sui capezzoli stretti nei denti delle pinzette, tirati dalle sue mani… dolore,,,godimento. Per istinto si portò la mano al collo, trovando ciò che cercava
” si …..&egrave tutto vero….non era stato un bellissimo sogno..”
Le dita scorrevano lungo il suo collare…
“Sono la Sua schiava…”
Ormai sveglia, era ora di prepararsi, come ogni mattina aveva preso il cellulare, controllato l’email.
Eccola come sempre, puntuale, l’email del Suo Padrone….la Mia Email.
Quattro foto e un messaggio.
Il testo citava solo un indirizzo un orario.
” Via B……… 11:30….”
D’istinto guarda l’ora sul cellulare
“Oddio ma quanto cazzo ho dormito….sono già le dieci e mezza e c’&egrave almeno un quarto di strada …”
Le foto allegate rappresentavano, quattro capi d’abbigliamento, controlla nell’armadio ..
“Tutto qui, bene”
Nei primi tempi era lei che ogni mattina mi scriveva per dirmi cosa avesse indossato, mi ricordo di quelle email mandate in minuti rubati al suo lavoro, mi ricordo quanto si eccitasse nello scegliere i vestiti ..nell’indossarli per Me..sopratutto le calze o i collant, mi scriveva che spesso, guardandosi nello specchio, ripetesse più volte quei gesti, lì in fondo al letto, pensando di farlo, davanti ai Miei occhi. Le mutandine che allora, ancora portava con regolarità, prendevano subito il suo sapore, un sapore destinato a rimanere e a rinnovarsi più volte lungo la giornata.
Fu lei una mattina a chiedermi come dovesse vestirsi per Me, ne fui particolarmente contento Silvia iniziava ad affidarsi a Me, in ogni cosa avrebbe lasciato che decidessi IO per lei. Impiegò una giornata a fotografare ogni suo vestito e a mandarmi tutte le foto, da allora ogni mattina riceve un email con le foto dei vestiti che voglio indossi per me.

Ora Silvia era corsa in doccia, l’acqua calda bagnava i suoi capelli, la sua pelle, le bolle di sapone sul suo corpo scivolavano giù….le sue dita si soffermarono a lungo nello scorrere il solco del suo
culetto, massaggiando il suo buchino e permettendosi persino di violarlo nella sua intimità.
Oramai si sentiva in perenne stato di eccitazione, la frenesia di un nuovo incontro faceva sì che i suoi umori si mischiassero all’acqua che bagnava le sue gambe. Il tempo nn era molto, non poteva rilassarsi e godere di quei momenti. Un attimo per sciacquarsi, uscire dalla doccia, una veloce asciugata ai capelli, i vestiti, almeno per quelli era libera dall’impaccio di sceglierli, davanti allo specchio si compiaceva guardando la sua immagine riflessa. La camicetta ..la gonna corta ..autoreggenti che a malapena sparivano sotto l’ orlo della gonna…si…era pronta, era pronta nel corpo e nella mente….quello che voleva, quello che sentiva da sempre, ora era realtà.
Ora finalmente era arrivata, scese dall’auto, il rumore delle scarpe sulla strada..l’indirizzo era quello, una porta, un campanello..
“Silvia ..oramai sei qui”
Silvia si faceva forza, non sapeva cosa sarebbe successo oltre quella porta, si sarebbe affidata a Me, al suo Padrone.
Prima che che le sue dita premessero il campanello, la porta si aprì.
“Entra SCHIAVA”
La stanza era buia, Silvia entra percorre pochi passi.
“Fermati schiava”
La porta si chiuse alle sue spalle, una luce si accende.
“Ferma non voltarti” il tono era fermo, autoritario ” che ore sono schiava?”
Silvia lo sapeva “cazzo tutta colpa di quel semaforo, della sveglia…”
Con un filo di voce rispose
” sono le 11:42 minuti Padrone ”
“Lo so sono in ritardo…mi perd….”
Non riuscì a finire la frase
“ZITTA ..schiava ti ho solo chiesto che ore sono, non m’ interessano le tue stupide scuse”
Silvia sapeva di avermi fatto arrabbiare, sapeva che sarebbe stata punita..
“Avvicinati al divano, solleva la gonna e scopri il culo, Schiava, poi appoggia le mani e la faccia al divano, culo in alto ”
Silvia esegui tutto senza voltarsi, vicina al divano sollevò la gonna, le gambe scoperte le autoreggenti ben in vista…il culetto sodo, che veniva offerto nella sua nudità, le mutandine anche oggi erano rimaste nel comodino. Le mani unite appoggiate al divano, sente il rumore di una cintura che si sfila dai pantaloni
“me lo merito, stupida che nn sono altro”
….i suoi pensieri, la tormentavano, la eccitavano, l’idea di essere punita dal Suo Padrone per davvero, la prima volta, le gocce che sentiva colare sulla pelle nell’interno coscia tradivano la sua eccitazione.
“12 minuti di ritardo, 12 colpi di cintura, 12 colpi per natica per iniziare e ora conta Schiava”
Il primo colpo arrivo subito sentì la cintura battere sulla natica destra, il dolore era forte più di quando potesse provocarselo da sola, più di tutti i colpi che si era data nelle settimane passate.
“1 Padrone”
” E ringraziami che punendoti ti aiuto a diventare una brava schiava”
Un altro colpo esattamente sopra al primo..
“2 Padrone …e grazie per volermi migliorare”
…”3..Padrone….4..Padrone..”
Sul suo bel culetto ora si dipingevano le righe rosse dei colpi di cintura..
Silvia sentiva la natica bruciare, i colpi si susseguivano ben ritmati dalla sua voce
“..10…Padrone…….11…Padrone…..12..Padrone….grazie…sono pronta per l’altra natica Padrone”
Il culetto era metà rosso, metà ancora bianco Silvia aveva resistito, il dolore nn l’aveva fatta ancora cedere anzi non le sembrava vero di essere lì, sentiva un piacere immenso tra le gambe, le labbra della figa erano schiuse, era piena di umori, li sentiva colare lungo la pelle delle gambe, sparire sulle calze.
Nn la feci aspettare molto, la cintura fischiò nell’aria per finire la sua corsa su quella parte di culetto ancora bianca.
“1 Padrone …grazie “..Silvia, soffriva trattenendo le urla, i lamenti, sapeva che meritava tutto questo.
“&egrave’ solo colpa Mia, grazie Padrone che mi stai educando ad essere la schiava che vuole Lei”
..era questo i suoi pensieri, mentre ad alta voce contava
“4 Padrone….5….Padrone…”
Nonostante il numero di colpi, la Mia mano non perdeva la forza, il culo di Silvia ora appariva rosso, i segni della cintura si sovrapponevano.
“11..Padrone…..12 Padrone…”
Il dolore era forte, Silvia nn sapeva per quanto tempo avrebbe faticato a sedersi, ma si sentiva contenta per essere arrivata in fondo, per non essersi mai lamentata, si stupiva solo che tutto quel dolore si fosse trasformato in eccitazione, i capezzoli durissimi, la figa pulsante, si sentiva fradicia.
“Schiava allargati le natiche con le mani”
Silvia nn sapeva cosa aspettarsi, il Padrone dietro di lei, le sue mani si posarono sulle natiche le sentiva calde, al tocco delle mani un fitta di dolore più intenso, si fece forza allargò le natiche, le sue intimità ora erano così esposte…offerte…lo sapeva il Padrone avrebbe visto quanto era eccitata.
Ed Io lo vidi, la sua figa morbida, gonfia le labbra vive, fradicie, sembrava respirassero.
Silvia ora aveva solo voglia di essere riempita, non sapeva dove, nn importava, voleva solo sentirsi piena, era quello che si aspettava, sentire la Mia cappella appoggiarsi lì sulle sue intimità e affondare dentro, di colpo presa fino in fondo.
Ciò che sentì invece fu una scarica di dolore che dalle labbra della figa, dai muscoli del suo ano arrivò dritta al suo cervello, la sua bocca si aprì lasciando uscire un grido di dolore, le gambe si piegarono cadde sulle ginocchia, la cintura aveva colpito li, nel solco delle sue natiche, all’improvviso.
Ci volle un po ma alla fine il suo urlo si spense, nella stanza tornò il silenzio.

“Non ho sentito contare schiava”

A quelle parole Silvia si rese conto di cosa l’aspettasse…era quello che voleva..

“….u..uno…Padrone….mi scusi”

…si rialzò…sulle gambe…tremava…le mani tenevano le natiche aperte..

..il rumore della cintura che fendeva l’aria ..si spense sulla sua figa…

“Ahhhhh ……….du….du….due…. Padrone”

Silvia faceva fatica a tenersi in piedi, sentiva la figa gonfia, bruciare, pulsare….ciò che nn capiva era perch&egrave la sentisse così piena di umori, viva, oramai sentiva le gambe, le calze inzuppate del suo piacere….

“….tre….tre..Padrone ..”

Sentiva quelle fitte di dolore, come scosse nella sua testa, scosse nella sua figa, ora ne era certa nn avrebbe resistito oltre….

“….qua…quattro…Paaadrone….”

..le sue urla nn erano più solo di dolore….
Con le mani ora cercava di aprire ancor di più quelle natiche, Silvia voleva sentire quella cintura battere ancora….
Non dovette attendere molto, la cintura disegno un cerchio e sibilando nell’aria finì tra le labbra della figa lì dove il clitoride oramai gonfio sporgeva.
Silvia sentì quel colpo ..era come se avesse innescato una bomba, una bomba che esplose nella sua figa..nella sua testa….
“Padroneeeeeeee………..ahhhhhh …”
…le gambe cedettero cadde sulle ginocchia..respirava a fatica..gemeva….godeva…
Era a terra tremante, la figa pulsava Silvia ansimava, il suo respiro assetato di aria…ci volle un po’ di tempo perché si riprendesse dall’ orgasmo..ma da brava schiava si rialzò
“..ci ci …cinque Padrone”

La guadavo, lì con le mani che spalancavano ancora quelle natiche rosse, la figa gonfia ..ancora piena di succhi, le gambe tremavano, stava soffrendo, aveva goduto, e adesso era ancora lì pronta.
Silvia stava aspettando, aspettava di sentire quella cintura, senti solo una mano fra i capelli un respiro vicino al suo orecchio
“Brava schiava, può bastare credo che da oggi sarai più puntuale”
“Si Padrone lo sarò…”
“Bene ora stai ferma così ”
Mi allontanai un attimo, al mio ritorno era ancora lì, il respiro ora era più naturale, le gambe nn tremavano più, le mani tenevano sempre quel culo aperto. Mi avvicinai appoggiando la punta del plug al suo ano, spingendolo bene fino a farlo sparire tutto nel suo culo,sola la base piatta rimaneva fuori nascosta tra le natiche per tenerlo fissatole,le mie dita scesero fra le labbra della figa, accarezzandola, sentendola così morbida,succosa, non era ancora finita ancora un piccolo regalo per lei, un piccolo ovetto che spari dentro il suo sesso.
Silvia si sentì riempirsi il culo, il plug non era grandissimo ma si sentiva….e quella cosa nella figa ci sfregava contro, guardando sotto le gambe aperte vedeva solo una cordina penzolare dalla figa.
“Bene schiava ora sei pronta. Finalmente potremo fare ciò per cui sei venuta qui, seguimi che usciamo a pranzo”
Silvia si rimise in piedi, sentiva i due oggetti fissi nei suoi buchi, i primi passi e li sentì subito sfregarsi dentro dandole sensazioni di piacere, non sarebbe stato facile trattenersi, nn sarebbe stato facile neanche stare seduta a tavola..oltre a sentirsi piena aveva ancora il culo che bruciava.
Era certa, sarebbe stato un pranzo molto lungo.

…Silvia apre gli occhi…BUIO…..
i muscoli delle gambe doloranti, prova a stenderli non riesce…le gambe sono legate, sente freddo, nuda, umida, anche le braccia sono bloccate dietro la schiena, all’improvviso una vibrazione …dentro di lei, un gemito, l’ovetto che il suo Padrone le aveva infilato nella figa era ancora lì, lo sente non capisce se si sia acceso adesso o non abbia mai smesso di muov&egraversi infilato e stretto nella sua vagina come fosse oramai parte di se, lo sentiva sfregare nel plug che stava, sempre comodo, al suo posto.
I ricordi riaffiorano, come un film scorrono nella sua mente, l’arrivo a casa del Padrone, la sua cinghia …dolore…piacere, sensazioni, emozioni che si mischiano e poi l’ uscita per il pranzo, le immagini si fanno più nitide e con loro anche tutto ciò che aveva provato fisicamente e mentalmente, all inizio la difficoltà a camminare, il plug e l’ovetto che ad ogni passo sentiva muoversi e sfregarsi dentro di se, le labbra che troppo spesso si mordeva per non gemere. Quando era arrivata al ristorante oramai aveva imparato e camminare in modo quasi naturale e riusciva a nascondere il suo piacere, solo mentre il cameriere li stava accompagnando al tavolo senti per la prima volta l’ovetto vibrare, un gemito improvviso dalle sue labbra, il passo incerto, le mani che cercavano e trovavano il braccio del suo Padrone evitando di cadere …si ricorda molto bene come il suo Padrone la guardò in quel momento e quanto l’avesse eccitata, aveva un bel sorriso….un sorriso di soddisfazione …il ricordo di come sentisse i Suoi umori colare, interminabili gocce che bagnavano la sua pelle nuda dall inguine lungo le cosce ..fino a scomparire sull’elastico delle calze.
“Tutto bene signorina?”….le parole del cameriere ….imbarazzata, rossa in viso, sentiva lo sguardo di tutta la gente su di lei, non &egrave che la stessero davvero guardando ma lei si sentiva così e, certo, non aveva il coraggio di alzare lo sguardo per controllare.
” Si sì tutto bene, &egrave solo inciampata, grazie “…il Padrone aveva risposto per lei, Silvia ne era grata, troppo imbarazzata, troppo eccitata per poter parlare, sentiva ancora il suo corpo vibrare, non aveva mai smesso di farlo, era pronta a esplodere, la figa pulsava non sapeva se aver più paura che l’ovetto scivolasse fuori o di non riuscire a trattenersi, l’arrivo al tavolo fu la sua liberazione, lì seduta non era certo gradevole, il culo le bruciava ancora troppo redenti le frustate del Padrone, troppo viva la carne che sosteneva il suo peso ma almeno così non rischiava ne di cadere, ne che l ovetto scivolasse fuori…ecco il pensiero che a forza torna lì, sentiva la vibrazione aumentare…diminuire….smettere per poi riprendere…non riusciva a tenere ferme le gambe, le accavallava…le teneva dritte…non riusciva a trattenere il piacere che sentiva sempre più forte….anche quando la vibrazione cessava e il fisico aveva un po’ di tregua, la sua mente non le dava pace era sempre in attesa …aspettava e desiderava il momento in cui il suo corpo avrebbe sentito ancora quella scossa …e questa attesa la teneva ancor più in eccitazione. Ora sentiva davvero che il suo piacere il suo corpo non erano più sotto il suo controllo…ogni attimo che passava col suo Padrone la faceva capire e sentire che il suo piacere era in mano Sua, che tutto di lei era un mano sua ….ed era quello che voleva…. Voleva sentirsi Sua…solo Sua.
Il resto pranzo era passato tra l’eccitazione sempre più forte e l orgasmo che a stento tratteneva, il respiro irregolare, ansimi, gemiti soffocati e il Padrone davanti a lei che la fissava cogliendo ogni sfumatura delle sue emozioni. Poi iniziarono le domande..avrebbe voluto rispondere bene attirare l attenzione e interesse con le sue risposte, ma non riusciva a pensare, faticava a trovare le parole per rispondere..più cercava di impegnarsi e più sentiva la sua figa colare non c era frase che non fosse interrotta da un suo gemito da un respiro sempre più profondo e più faticava ..e più le domande s incalzavano.
Di colpo la luce, improvvisa, come nella sala di un cinema la proiezione dei suoi ricordi s interrompe, il ritorno alla realtà.
“Buongiorno schiava vedo che finalmente ti sei svegliata”
“Si Padrone….mi sono svegliata poco fa….”
Il Padrone, si avvicina sfila il vibro dalla figa
“per questa volta può bastare così”
Anche le mani e le gambe ora non erano più legate, Silvia distende finalmente le gambe, le sente intorpidite e allungarle le da finalmente un po’ di sollievo.
“Vestiti &egrave ora che torni a casa, tra non molto dovrai andare a lavoro, qui ci sono i tuoi vestiti, ti aspetto stasera dopo il lavoro, verrai direttamente qui da me”
“Si Padrone”
Sono le uniche parole che riesce a di dire, i vestiti sono quelli del giorno prima, calze gonna..camicetta. Indossando quei vestiti si accorge che sono ancora umidi dei suoi umori, una strana sensazione, il calore era passato ora li sente freddi, si sente davvero umiliata, schiava e la sua mente torna in un flash al giorno prima…il pomeriggio, la sera, come e perché fosse finita legata in quella cantina… un calore cresce dentro di lei, non c’&egrave tempo per goderselo il Padrone le sta facendo strada verso la porta.
” a stasera e non fare tardi ”
“Si Padrone”

‘Silvia….Silvia….oh mi senti..hai finito quelle pratiche?’

Persa nel suo mondo, alza lo sguardo, &egrave la sua collega..con poco interesse quasi sbuffando risponde.

‘Si sì le ho finite..’

Aveva fatto tutto si, ma che fatica…i suoi pensieri non erano sempre lì, fissi sul suo lavoro anzi doveva concentrarsi per pensare a quello che stava facendo…i suoi pensieri erano sfuggenti non erano facile da trattenere ..in ogni momento appena li lasciava un po’ più liberi tornavano al Suo Padrone …ed ogni volta doveva mordersi il labbro e stringere le gambe per l eccitazione.

‘Per fortuna che la giornata &egrave finita, ora sono libera di andare..di lasciare che i miei pensieri vadano dove vogliono….verso la Sua casa…pensieri che ..presto saranno la realtà..’
..si adesso non aveva altro per la testa..
Era dal mattino che non sentiva più il Suo Padrone, troppo…ora non aveva solo voglia di Lui, aveva sete…fame…era diventato un Bisogno.. …fisico..mentale ..emotivo …doveva stare con Lui.

La sto aspettando, non manca molto, la sede del suo lavoro dista pochi km da casa mia, seduto al tavolo della cucina guardo tra le mie mani, sorrido ..l ultimo intaglio ..ecco pronto .. ho finito…..mi alzo controllo in sala tutto &egrave al suo posto…il tavolino non &egrave più al centro del tappeto davanti al divano, adesso non porta più i soliti soprammobili, avevo passato la mattina a sistemare e preparare tutto ciò che potesse servirmi, tra queste cose un bicchiere acqua ghiaccio…ci lascio cadere dentro quello che ho in mano, ecco ora non manca più nulla, solo il tempo di pulire il tavolo della cucina, eliminare gli scarti dello zenzero… riempire il calice di buon vino rosso e accomodarsi sul divano ……ed eccola….si sente il suono del campanello.

‘Entra schiava, la porta &egrave aperta’….seduto sul divano, volgendo le spalle alla porta
‘Chiudi la porta, spogliati e solo quando sei nuda vieni qui davanti a Me ‘

Non la vedo ma sento che esegue tutto, il rumore della porta che si chiude ..Lei che appoggia la borsetta a terra, certo non era questo che Silvia aveva pensato tutto il giorno, era stata ore a fantasticare su come spogliarsi davanti a Me ..per farmi eccitare, per farmi vedere quanto fosse bella la Mia schiava..essere orgoglioso di Lei…….ed invece non la degnavo neanche del mio sguardo….si sentiva umiliata, mortificata, si stava spogliando come fosse ad una visita medica.. sfila la giacca..la maglia..la gonna cade a terra…si guarda le gambe belle ..velate dalle calze quanti sguardi si giravano ad ammirarla quando camminava…quanti avrebbero voluto vederla mentre se le sfilava per loro….ed ora lo stava facendo per l’unico a cui avrebbe permesso di guardarla, l’unico per cui l’aveva fatto indossandole e togliendosele in mille modi diversi davanti allo specchio della sua camera …ma sognando di essere davanti a Me ..
….ed io …non la stavo nemmeno considerando..

‘Sbrigati schiava non ho tutta sera per aspettarti!!!’

..’stronzo….mi spoglio ..non mi caghi…e vuoi pure che faccia di fretta..’…lo pensava…era sempre stata ribelle ..e lo sarebbe stata sempre
…ma il tono della Mia voce le faceva sempre lo stesso effetto…non riusciva a ribellarsi ..le sue mani iniziano a muoversi più veloci..via le scarpe.. le calze..via il reggiseno..i capezzoli turgidi…le labbra della figa che brillano tradendo la sua eccitazione ..

Cammina e si mette davanti a Me…la guardo ..in viso…al collo sempre il Mio collare..

‘A 4 zampe cagna…sono giorni che dici che vuoi esserlo…allora dimostralo..’

..si mette in ginocchio…si stende appoggiando il palmo delle mani a terra….mi guarda..

‘Sono la Sua cagna … Padrone…’

Non aspetto che finisca la frase..mi alzo e prendo dal tavolino le pinzette, mi avvicino e mi abbasso come lei….. le dita sul suo seno..stringo il capezzolo..la guardo negli occhi…stringo sempre più forte..non cede….STRINGO……

‘..La prego Padrone…basta….’..pronuncia con un filo di voce….

‘Hai detto qualcosa schiava…??..’…le mie dita ora iniziano a tirare quel capezzolo…

‘…basta basta Padrone ..la prego…la prego..’

La guardo negli occhi….soffre…ancora uno…due …tre…cinque secondi e lascio il capezzolo…
…un sospiro..il tempo di riprendere fiato…
‘…Grazie ….grazie….Padrone’

le dita sulla sua schiena…accarezzano leggere seguendo la colonna vertebrale….le sente scendere nel solco del sul culetto tra le natiche…sfiorare l ano…accarezzare le labbra della sua figa…così aperta… sente due dita premere …e di colpo affondare …geme …e già si sfilano ..
Le ritrova davanti ai suoi occhi…bagnate ….si allargano lentamente….non semplici fili di umori che le legano..ma un velo continuo …come fossero palmate …

‘Basta sfiorarti il capezzolo che sei fradicia cagna..’

Appoggio le dita alle labbra della sua bocca…inizia a succhiarle, apre la bocca … le succhia muovendo la testa per spingerle tutte in gola…..gusta i suoi umori…le pulisce bene bene…

‘Sono davvero fradicia’….pensava…
‘ si bastano le Sue dita …anche solo la sua voce, la Sua presenza ‘

Guardo l orologio….
‘Tra poco devo uscire…’

‘Come deve uscire ??? Io vengo qui ..nuda ..sono la Sua cagna..e Lui deve uscire???’..fatica a trattenere i pensieri a comprendere, si sarebbe perfino arrabbiata….se ne avesse avuto il tempo……..

‘…AHHHH…’…morde subito le labbra per non urlare
….i dentini delle pinzetta si sono stretti di colpo sul suo capezzolo, oggi avevo scelto le pinzette delle tende hanno una presa migliore… ideali se sottoposte a sforzo ….le avevo legate a due a due da un elastico….tiro l elastico in basso verso le sue gambe …guardo compiaciuto il capezzolo che si allunga..seguito dal suo seno ..osservo il suo viso contrarsi dal dolore …quando la tensione &egrave quella che voglio fisso la pinzetta al tappeto….

‘Stai Ferma cagna …adesso mi occupo dell’altro…non che poi si lamenti e diventi geloso….’

‘..ma Padrone ..non &egrave geloso…davvero…ne basta uno……fa già troppo male ..’

Non ascolto neanche la pinzetta morde già il secondo capezzolo….la sento lamentarsi ..non m interessa…tiro e fisso anche questo capezzolo come il primo

‘E ora vediamo di non farti muovere…’

L’ultima coppia di pinzette….mi guarda…ha già capito..

‘No no no…Padrone..La supplico…starò ferma così….non serve …davvero …..nooooooooo….’

La pinzetta si &egrave stretta sul suo clitoride…lascio che sfoghi il suo dolore…

Cerco il suo sguardo….

‘Nessuno ti obbliga…quella &egrave la porta…se vuoi esci e non tornare più…’

Stringe le labbra le morde….una frazione di secondo le basta….&egrave una scelta che ha già fatto…

‘Padrone…sono la Sua cagna….&egrave l unica cosa che voglio…’

Tiro l’elastico stavolta verso le sue mani, lo blocco li col clitoride ben tirato……non può più muov&egraversi ne in avanti ne indietro, ad ogni movimento sente qualcosa tirare… troppo…

La guardo ..sorrido…..e sorride anche lei…nonostante il dolore….contenta…eccitata….prendo una bacinella di un metallo ..l appoggio fra le sue gambe aperte..giusto sotto la sua figa…

‘Sei fradicia cagna…non voglio macchie sul Mio tappeto…’

E’umiliata….trattata come una cagna….soffre…capezzoli..clitoride….eppure sente già un rumore….

..PLIC…….PLIC…….PLIC…..PLIC…PLIC…PLIC…

.il rumore di un lavandino che perde, gocce che cadono incessanti ……
..la sua figa…che gocciola nella bacinella…

…appoggio l’ovetto alle labbra schiuse fradice …un piccolo sforzo ..basta quello e il suo sesso lo richiama da sola dentro di se….affamato e avido di piacere….

‘Sei sempre così troia …sei la Mia cagna in calore’

‘Ohh si Padrone…me lo ripeta..la prego..adoro sentirmelo dire..me lo dica ancora che sono la Sua cagna….la Sua cagna…’
..andava via di testa ogni volta che lo sentiva…e avrebbe fatto di tutto per continuare a sentirselo dire..

La mia mano accarezza i Suoi capelli…di colpo le dita si stringono a pugno stringendoli e tirandoli….sollevo la sua testa ..a pochi centimetri dal mio viso i miei occhi fissi sui suoi..adesso se lo merita…

‘Sei la Mia cagna’

Sente il mio respiro sulle sue labbra…ansima….allento la presa..lascio che la sue testa cada di peso…..non ho ancora finito…..sento il suo respiro..la sento ansimare

Sul tavolino &egrave rimasto l ultimo regalo per lei..lo tolgo dall’acqua …sono dietro di lei

‘L’ho fatto apposta per te ..cagna…ho finito giusto in tempo…spero che ti piaccia ..

Cerca di girare lo sguardo non riesce, sente i capezzoli tirarsi troppo ….con la mano le allargo un po’ le natiche……appoggio il plug appena intagliato al Suo ano…..lo spingo forzando il suo orifizio..lo affondo ..finche si blocca ….
.lo lascio lì….mi sposto cercando il suo viso …la guardo dall’alto ……aspetto…..mi godo il suo volto l espressione che improvvisamente cambia …

‘..oddio…Padrone…..cosa..cosa mi ha messo in culo………..??????….’

Sente un calore propagarsi dal suo ano…il sangue scorre affluisce abbondante ..amplifica le sensazioni di piacere…tutte le viscere a contatto col plug iniziano a bruciare…..contrae i muscoli….si agita..ma più si agita e più il clitoride si allunga…

E’ l’effetto dello zenzero…4 ..5 minuti per raggiungere l’apice…poi 20 .30..minuti…e l effetto inizia a sparire…ma lei questo ancora non lo sa….e certo non glielo dirò io…

Prendo il telecomando dell’ovetto..lo accendo…..non ho tempo lo spingo subito al massimo della vibrazione….lo appoggio..sul tappeto davanti a lei…poco oltre le possibilità delle sue mani…

Suona il mio telefono…..mi stanno aspettando..

…prendo il mio calice..ancora colmo di vino…ne gusto solo un poco…..lo appoggio sulla sua schiena…
…la guardo…
‘ora esco cagna ..vedi di fare la brava…stai ferma..e non far cadere il calice…dimostrami che vali più del Mio tavolino’

‘Vaffanculo ..stronzo…’….ecco cosa pensa ..cosa vuole dire….ma dalle sue labbra.. solo due parole .

‘ Si Padrone….’

..PLINK…
…cosa faccio qui…
….non riesco a muovermi, se provo a spostarmi una fitta di dolore ai capezzoli o al clitoride m’impone di stare ferma…
…PLINK
….senza contare questo cazzo di calice sulla schiena che rischia di cadere anche solo se sospiro..
…PLINK..
..&egrave buio…se non fosse per quel led che lampeggia, che illumina a intermittenza le mie mani appoggiate su questo tappeto, una luce troppo lontana per afferrarla, per spegnere questa vibrazione…
..PLINK
..sento il culo bruciare…nelle viscere…un bruciore che mi fa impazzire..
….PLINK..
……e quest’ovulo nella figa che non mi da tregua..tremo…e non dovrei…la figa cola…
..PLINK..
…..ma che cazzo ci faccio qui, perché non me ne vado..vaffanculo a questo calice… che cada, la porta &egrave li…..mi alzo e vado….
…PLONK…
…..plonk???
…perché &egrave cambiato…il rumore continuo ritmico che mi faceva compagnia …le gocce del Mio tanto …troppo piacere…..
…la bacinella…..oddio…si sta riempiendo…
..PLONK…
.perch&egrave …perch&egrave il mio corpo reagisce così…non &egrave ‘normale’….sono sola qui …ridotta ad un oggetto ..un tavolino…e forse davvero non ne sono neanche all’altezza…forse dovrei davvero andarmene..
PLONK…
…si ..si ..mi alzo e che il calice cada..e chi se ne frega…..stacco le pinzette…sfilo lo zenzero dal culo…l’ovulo…mi rivesto..ed esco….basta..basta …torno alla mia vita…
..PLONK…
…….la mia vita…??
…PLONK..
….
…PLONK..

Guardo l’orologio, quasi mezz’ora che sono fuori &egrave ora di tornare, non so neanche se la troverò ancora, la sto mettendo a dura prova, non sono mai stato così duro ..esigente..o meglio non lo sono mai stato così presto…ma Lei….Silvia…lei &egrave diversa…ho bisogno di sapere ..di capire..
…forse &egrave davvero Lei, quella che sto cercando da così tanto tempo, l’unica degna del Mio seme…del Mio marchio.
M’incammino verso la porta d’entrata, &egrave ancora chiusa, appoggio la mano alla maniglia, &egrave ora di togliersi i dubbi.

..’Padrone ?.?.’..un filo di voce

E’ ancora qui ..

Sorrido..

Ha resistito, la voce trasmettete tutta la sua sofferenza.
Mi avvicino a Lei, il calice di vino ancora lì sulla sua schiena, lo prendo e appena la pressione del suo peso svanisce, il suo corpo si muove rilassando i muscoli, era davvero allo stremo, appoggio il bicchiere a terra, la mia mano si posa sui suoi capelli..accarezzo..una ..due volte…sento il suo respiro..le sue labbra si muovono disegnando sul suo viso un sorriso di soddisfazione, compiacimento.

Le dita fra i suoi capelli si stringono all’improvviso.
‘Ahahhh….Pa..Padrone…’
Tiro alzando il suo viso, la guardo negli occhi, lucidi, sulle guance le lacrime che scendono.

I capelli tirati così all improvviso una scarica di dolore acuto, apro gli occhi …i Suoi..qui davanti a Me così vicini, mi perdo in quell’azzurro, le gambe, le braccia mi tremano sento il Suo respiro, lo sento sulla pelle del viso, lo sento sulla mia pelle umida, lo sento avvicinarsi alle mie labbra, i miei occhi si chiudono, le mie labbra …le Sue…sono secondi o minuti..sembrano ore ..non ho più la cognizione del tempo quelle labbra sono tutto ciò che desidero, le Sue ..le mie .una cosa sola ..vorrei che fosse così per sempre.

Un brevissimo bacio … e appena un filo d’aria torna a separare le nostre labbra la mano lascia i suoi capelli, il suo viso fermo, le labbra immobili in un bacio che ancora vive dentro di lei.
Stacco le pinzette dai suoi capezzoli, dal suo clitoride..pochi secondi e si lascia cadere sul tappeto.

‘ Sei stata brava schiava ‘..

‘..grazie…grazie ….Padrone ‘..lo voce e flebile ..fa fatica a rispondere.

Gli occhi chiusi.. il respiro che si sta facendo sempre più regolare, stesa su quel tappeto si &egrave addormentata in pochi istanti, esausta, provata, contenta, soddisfatta….sfilo il plug di zenzero e l ovulo.
Guardo la ciotola, &egrave piena ben oltre la metà..
il suo viso sereno ….non so sente la coperta che sto appoggiando sul suo corpo vestito solo del Mio collare, non so cosa stia sognando..ma sorride..

E’ ora di andare a dormire anche per Me, la giornata &egrave stata intensa e domani non &egrave così lontano.

Le prove per lei sono appena cominciate

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