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Racconti di Dominazione

Sogni, cap 7: Elena la cagna, la sorellina di Bella

By 12 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Lasciata Bella in macchina, tornai a vedere, forse anche un po’ preoccupato, come se la cavava Elena.
Se la cavava alla grande, da gran porcona: se ne stava a quattro zampe come una cagna, controllava gli incassi e metteva addirittura all’asta i suoi buchi; proprio mentre stavo arrivando discuteva il prezzo di un’ammucchiata a 5: ‘Quello in bocca senza preservativo, 50 euro, le 2 seghe 30 l’uno, gli altri 2 col preservativo, la fica a 150 e il culo a 200. Nessuno offre di più? Pensateci, e quando vi ricapita? Queste sono cose di cui potrete vantarvi per i prossimi 50 anni! Pensateci,se uno offre 300 euro, me lo mette in culo per solo 6 euro l’anno!”
Cazzo, la bimba! Consumato l’ultimo dei 50 preservativi, rissò un attimo con il tipo che gestiva gli incassi trattando sul suo spettante, mi porse 2 banconote da 500 bofonchiando ‘la tua parte’, avvolse il resto delle banconote in forma cilindrica e se le cacciò nella fica. Gesto forse non molto distinto, ma d’altra parte era nuda, l’unica alternativa era cacciarsele nel culo!
Montò in macchina senza neanche tentare di rivestirsi. Le luci dei viali scorrevano su quelle tette marmoree, i capezzoli ritti e turgidi svettavano orgogliosi,sopra alla fica aveva un lungo ciuffo biondo perfettamente curato. ‘Perché ti tingi i capelli di nero?’ ‘Mi piace distinguermi dalle altre mie gemelle!’ TRE! 3 gemelline di fuoco! Mi sembrava un sogno. Bella l’ho già conquistata, con Elena sono a buon punto ‘ (Il mio cazzo ebbe una così violenta erezione da andare a intrecciarsi col volante, poi anche lui capì che non sarei mai riuscito a gestire tre fiche così splendide e assatanate e ricadde con un tonfo sfondando la carrozzeria). Ma chi cazzo voglio prendere di pe’ i’ culo, me stesso?. Sto, forse, gestendo a malapena Bella, ora è arrivata Elena e già penso alla terza! Mah, posso sempre sognare alla grande, perché no? ‘Proprio di economia te non ci capisci un cazzo, vero? Ho tirato più su io in mezz’ora con soli 50 preservativi che te in un pomeriggio intero e con 250 preservativi. Svendere così il culo di Bella! Vergognati! Va bene che lei è stata felice ‘.. BLA BLA BLA’ Decisi di farla tacere, così gli tirai giù la testa e gli infilai il cazzo fino alla gola. Funzionò, non so se era perché la cosa le piaceva o se aveva solo finito gli argomenti, ma la cosa funzionò ed alfine tacque.
Sotto casa, prima di scendere dall’auto, la obbligai a rivestirsi ‘Non voglio che il portiere o qualche condomino ti veda girare nuda. Magari stasera stessa il portiere ti tromberà e t’inculerà, ma questo è un condominio di bacchettoni, l’unica cosa che conta è l’apparenza, non la sostanza. Prendemmo Bella che continuava a dire di volere altri cazzi e, un po’ sostenendola e un po’ spingendola, entrammo nell’edificio. Ovviamente Gerpongo, il portiere, schizzò fuori dalla guardiola e venne a farsi un po’ di cazzi altrui ‘Buonasera signori, già di ritorno?’ ‘Buonasera Gerpongo. La signorina Bella già la conosci, lei è Elena, sua sorella. Starà un po’ con noi ‘.’ ‘Piacere signorina’ ‘Piacere Gerpongo, mi chiamo Elena la cagna’ ‘Signorina La Cagna …’ Elena si sporse dall’ascensore: ‘ Non hai capito: cagna di fatto, non di nome!’ Morivo dalle risate e mi immaginavo la faccia di Gerpongo: doveva avere un’espressione simile a quella che avevo io quando, poco tempo fa, ricevetti una simpatica mail. Gerpongo sapeva del pokerino del venerdì e, conoscendolo, mi aspettai visite da uno dei tre partecipanti, se non addirittura tutti e tre insieme.
Intanto Elena e Bella erano infilate nella iacuzzi e stavano limonando che era un piacere: si insaponavano l’un l’altra tette e culo, qualche ditino vagava curioso e si stavano baciando con trasporto. ‘Che fai, non vieni con noi?’ Mi si bloccò il cuore, me lo sentivo: quelle due mi avrebbero ucciso! Ma che bella morte! Non capivo più niente, stavo per entrare in vasca vestito, ma per fortuna Elena mi bloccò: ‘ E se ti levassi almeno le scarpe?’. Ritornai parzialmente in me, mi spogliai e mi tuffai a pesce su tutto quel popo’ di bendiddio. Cominciai a palpare, smanacciare e inzuppare il biscottino. Ero indeciso come un bambino con troppi giocattoli: mi piaceva di più infilarlo nel culo di Bella o in quello di Elena? E di chi erano le tette più slinguabili e rollabili? E i baci migliori? Chi me lo leccava meglio?.
Il campanello trillò e Elena, vestita solo di quel ciuffetto biondo, corse ad aprire: la inseguimmo sia io che Bella, ma prima che arrivassimo nell’ingresso, aveva già aperto e un eccitatissimo Gerpongo con in mano 2 rose rubate, con vero sprezzo del pericolo, dal giardino della Sora Gertrude (la Sora Gertrude è famosa nelle vicinanze per gli insulti, gli inseguimenti e le matterellate che mena sulle spalle e sui capoccioni di quelli che osano rubarle le rose) stava balbettando: ‘Due be .. belle rose per 2 be .. belle donne’. L’arrivo di Bella, anch’essa nuda, fece ulteriormente alzare l’afflusso del sangue in un ben preciso organo di Gerpongo. Elena fece un balzo indietro: la punta dell’uccello dell’uomo spuntava dalla camicia sbottonata, ma la meraviglia durò un solo secondo: ‘FERMI tutti: Gerpongo è mio, tutto mio e solo mio! Prima, da brava cagnetta, me lo lappo tutto, e poi da brava fanciulla un po’ troia, me lo infilo dappertutto!’ . Bella, una volta resasi conto delle dimensioni dell’oggetto, cominciò a sbattere gli occhioni e a leccarsi le labbra: ‘Eh, no! Da brave sorelline ce lo dividiamo, ci mettiamo a pecorina e ci facciamo un’inzuppata per uno’ Elena piagnucolò: ‘ma l’ho visto prima io!’ ‘Ma ti rendi conto: prima spacca il culo a te, poi lo ritira fuori tutto e spacca il culo a me, lo ritira fuori e verga a rispaccare il culo a te. Perché non facciamo il giochino e vediamo quante volte ci spacca il culo prima che gli bruci troppo?’.

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