Skip to main content
Racconti di Dominazione

Sotto il loro controllo

By 7 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

DOM
La rossa con l’enorme strapon spingeva a fondo il membro nel culo del ragazzo. Lo teneva schiacciato sul letto, affondando completamente il dildo senza consentirgli di sottrarsi alla spinta. Il ragazzo gemeva dal dolore senza che la sua fottitrice accorciasse il movimento o rallentasse la spinta. Poi la ragazza estrasse il lungo membro, gli fece sollevare il culo e lo fece inginocchiare ai piedi del letto, con tutto il corpo steso sul materasso. Affondò in un solo colpo il dildo nell’ano arrossato e slabbrato e cominciò a spingere ad un ritmo sostenuto. Il ragazzo aveva in viso il dolore misto al piacere. La ragazza gli afferrò il cazzo e cominciò a masturbarlo da dietro, come un cane, senza smettere un istante di scoparlo selvaggiamente. Ben presto il ragazzo venne, ma senza orgasmo. La rossa gli aveva procurato un orgasmo rovinato, e come smise di eruttare il suo seme, la donna riprese a masturbarlo velocemente. Il giovane lanciò un urlo cercando di divincolarsi, ma la rossa non accennò a fermarsi, continuando a sbatterglielo nel culo e a mungerlo. Ora era dolore puro e il ragazzo si agitava cercando di sottrarsi a quel piacere insopportabile.
Io ero terribilmente eccitato. Ero completamente nudo, steso sul divano di casa con Eleonora che mi massaggiava dolcemente il cazzo duro. Aveva voluto legarmi le mani dietro alla schiena, dicendo che sarebbe stato eccitante. Così, seduta al mio fianco, completamente vestita, mi massaggiava lentamente il cazzo mentre guardavamo il film sul mega schermo al plasma. Mi sussurrava all’orecchio:
‘Sei arrapato come un porco, hai il cazzo durissimo come non lo hai mai avuto, scommetto che ti piacerebbe essere al posto di quel ragazzo vero? Ti piacerebbe se ti scopassi in culo e ti trattassi come una troia, vero?’ una stretta alla base del cazzo e un rallentamento del suo movimento mi fecero gemere ed inarcare.
‘Guarda, non osi ammetterlo ma che ti piacerebbe avere un bel cazzone che ti allarga il culo, il tuo cazzo non mente, &egrave in tiro come non mai’.
Aveva ragione, il mio cazzo era un blocco di marmo che le sue mani massaggiavano con abilità. Sentivo le palle friggere e riempirsi di sperma.
‘Sei proprio una puttana, hai una voglia matta di prenderti un cazzone in culo come una puttanella, la mia puttanella vogliosa di cazzo’. Mentre mi sussurrava questo all’orecchio aveva ulteriormente rallentato il movimento della mano. Non voleva farmi venire, voleva tenermi sulla corda, al limite dell’eccitazione, in quello stato di pre orgasmo infinito che mi mandava fuori di testa. L’ordine che mi aveva impartito era di non venire assolutamente, pena una settimana in più in ‘gabbia’. E già, erano 2 mesi che il mio cazzo era rinchiuso in una cintura di castità, e quella era una vera e propria tortura.
Ora il ragazzo del filmato urlava dal fastidio provocato da quella tortura, ma la rossa era implacabile.
‘Guardalo, &egrave proprio una puttanella come te, penso che dovremmo provarlo qualche volta, cosa ne dici?’ Un brivido mi corse lungo la schiena, era un mese che non avevo orgasmi, nelle ultime 3 settimane solo 2 mungiture, e questa settimana ci speravo proprio.
Squillò il telefono, Eleonora, senza interrompere la lenta masturbazione rispose.
‘Ciao mamma’. Sì, sono qui con Stefano, lo sto tirando matto, &egrave mezz’ora che lo sto masturbando mentre stiamo guardando un porno, con delle bellissime Dom che si fottono i loro maschietti, gli sto facendo strippare il cervello, (risatina)” certo, nelle sue condizioni &egrave un tormento terribile, una vera tortura, d’altra parte con un pisellino patetico come il suo (risatina sadica)’. . Tu, cosa stai facendo?……….. Perch&egrave non vieni qui da noi che ci divertiamo un po’, potresti farti dare anche qualche leccatina, lo sai che &egrave bravo in questo”’. un buon orgasmo non fa mai male ‘ voltando lo sguardo verso di me- a noi donne naturalmente (ridendo e schiaffeggiandomi il pene).’
Mi sfuggì un lamento e un gemito. Eleonora mi guardò con uno sguardo compassionevole ‘Lo senti, sta frignando come una femminuccia, con tutto quello che facciamo per lui’!! Senti, cerca di fare presto, che così ci divertiamo. Mi raccomando, mettiti giù da battaglia che al piccolino piace guardare’. Sì, ciao, ti aspettiamo’.
‘Mamma sta arrivando, penso che questa sera ci divertiremo un sacco con te. Ti faremo schizzare il cervello e riempire le palle come non mai, vedrai, sarà divertente vederti contorcere e supplicare per un orgasmo’ penso che domani al lavoro avrai qualche problema a stare seduto”. ‘(ridacchiando sadicamente ed accelerando il movimento della mano).
Ero fritto, mi sentivo scoppiare, non riuscivo a resistere, l’ho implorata di fermarsi che non riuscivo a resistere senza venire, e lei allontanò la mano per qualche secondo. Se stava arrivando anche sua madre, le cose per me si mettevano veramente male, quelle 2 insieme erano una macchina da guerra, ed io ero la vittima predestinata. Inoltre erano solo le 19.30 e la serata era ancora lunga e si preannunciava incandescente.
Finalmente il film finì, Eleonora si alzò e andò in cucina lasciandomi così com’ero, immobilizzato e con il cazzo teso. Ritorno dopo breve tempo con il sacchetto del ghiaccio, che gettò direttamente sul mio cazzo.
‘Facciamo una tregua in attesa di mamma’ sentenziò Eleonora, ‘Vedi di calmare i tuoi bollenti spiriti che ti rimetto in gabbia!’
Un urlo mi uscì spontaneo, sia per il freddo che per il colpo sui miei testicoli gonfi. In breve l’erezione sparì e il mio cazzo si ridusse a un accumulo di pelle di pochi centimetri. Dopo qualche minuto, Eleonora rimosse il sacchetto del ghiaccio ed applicò abilmente la gabbia. Ebbe qualche difficoltà a inserire l’anello, le palle erano veramente molto gonfie, e mise la gabbietta piccola, quella da 2,50 cm, quella che riempio già completamente in qualsiasi condizione. Una volta ingabbiato, cominciò a giocare con le mie palle gonfie, strizzandole, tirandole, leccandole e succhiandole, poi con il polpastrello cominciò a correre lungo il mio pene imprigionato. Fu un attimo vederlo riprendere consistenza e sbattere dolorosamente contro le pareti della gabbia, vedendo frustrato il disperato tentativo di erezione. Ci passò la lingua, poi le unghie, mentre con l’altra mano continuava il suo lavoro sulle palle, poi se lo ficcò in bocca completamente succhiandolo con vigore. Con l’unghia dell’altra mano aveva cominciato a stuzzicarmi l’orifizio anale, solleticandomi ulteriormente. Le gambe avevano cominciato a tremarmi in modo incontrollato e lottavo con tutte le mie forze per trattenere il mio sperma. Poi di colpo mollò tutto, si alzò e si diresse verso la nostra camera facendomi segno di seguirla.
Io la seguii, con le mani sempre legate dietro la schiena.
‘Sdraiati sul letto’ mi ordinò, poi, si avvicinò all’armadio, dove tenevamo i nostri ‘giochini erotici’ ed estrasse la ‘scatola magica’. Prese il Magic Wand, lo collegò e si sedette a cavalcioni sulla mia faccia. Sapevo cosa voleva fare, aveva bisogno di un orgasmo, tutto quel giocare l’aveva eccitata e io ora dovevo fare la mia parte.
‘Fammi sentire come usi la tua lingua’ mi ordinò con voce profonda. Ho allungato la mia lingua e ho cominciato a leccare la sua figa già fradicia di umori. Scorrevo lungo le labbra e infilavo la punta all’interno, mentre Eleonora martoriava il suo clitoride con il vibratore, la sentivo premere le sue labbra quasi volesse farmi entrare tutto con la testa. Da quella posizione la vedevo in tutta la sua bellezza. Troneggiava sopra di me con quel suo seno candido, pesante e ballonzolante, in mezzo al quale si muoveva la chiave del mio piacere, quella del lucchetto della mia cintura di castità. Con la lingua la lavoravo da dentro, cercando di muoverla come per una penetrazione, sentivo le sue contrazioni che mi avvolgevano e il suo respiro farsi più pesante. Prese a dondolare il bacino per accrescere la frizione della lingua sulle labbra, mentre accelerava la velocità del vibratore. Il suo ventre cominciava a contrarsi ritmicamente, e con la mano mi pressava il viso con sempre maggior forza. Non ci volle molto per raggiungere l’orgasmo, spense il vibratore e si accasciò sopra il mio viso. Io non potevo muovermi, la lingua ancora schiacciata dentro di lei raccoglieva gli umori del suo piacere. Finalmente si alzò e andò verso il bagno, lasciandomi steso nudo sul letto.
‘Resta lì e non muoverti’ mi ordinò perentoria.

L’ARRIVO DI MIA SUOCERA
Di lì a poco sentii suonare alla porta. Era Silvia (mia suocera) che era arrivata per avere la sua parte di divertimento. Sentivo le voci al piano di sotto che confabulavano, senza comprendere quello che si stavano dicendo, poi sentii il suono dei tacchi delle 2 donne che salivano le scale.
Lo spettacolo che mi si parò davanti era da infarto: mia suocera si materializzò davanti ai miei occhi in bustino nero in pelle, con reggiseno che fungeva solo da appoggio a 2 magnifiche ed enormi tette dai larghi capezzoli scuri ed irti, calze nere, stivali in pelle nera con tacco a spillo. La sua figa nuda e completamente glabra, risaltava come incorniciata in quel contorno scuro, e la sua siluette era decisamente valorizzata in tutte le sue curve. Bisognava ammettere che portava decisamente bene i suoi 52 anni, in un corpo che era ancora in grado di fare concorrenza a molte 30enni. Eleonora non era da meno, aveva scelto di indossare il suo bustino in latex rosso e nero, con calze nere e stivali a mezza coscia. Anche lei con tette generosamente scoperte e figa rasata in mostra. Loro si erano messe da ‘battaglia’, io rischiavo seriamente di perdere la guerra’!
‘Mamma ti ha portato un regalino, avrai un fine settimana da impazzire’ Eleonora ghignava sadicamente.
Silvia mi si avvicino, guardandomi negli occhi con il suo sguardo più ammaliante, giocherellando con la copia della sua chiave, che gli dava il controllo della mia prigione e del mio desiderio, che portava sempre in bella vista al collo. Mise le labbra a cuoricino sussurrandomi con voce calda e profonda ‘Povero piccino, sempre rinchiuso in gabbia, senza possibilità di alzarsi e di esplodere’ Nel frattempo con la mano destra aveva cominciato a massaggiarmi i testicoli, affondandomi le unghie nella pelle. Senza interrompere la sua azione, avvicinò la mano sinistra al mio viso, mostrandomi la pillola che tratteneva tra le due dita ed invitandomi ad assumerla. ‘Vediamo se questa ti aiuterà a liberarti, e a dare sfogo alle tue voglie. L’hai riconosciuta? Magari con un aiutino che gli dia un po’ di forza riuscirà a rompere la gabbia!’ Mentre parlava mi spingeva la pillola in bocca costringendomi ad ingoiarla. Maledizione, certo che l’avevo riconosciuta, era Cialis, questo significava che avrei avuto 3 giorni di inferno, con il cazzo che avrebbe continuato a cercare di erigersi senza alcuna possibilità, ma con un gran dolore assicurato.
Eleonora mi scherniva ‘Vedi che cara la mamma, pensa sempre al tuo bene, non vuole che tu ti ammosci così, senza provarci’ Dovresti ringraziarla come si deve, dopotutto ti ha fatto un bel regalo no’ Su dai, fagli un bel lavoretto di lingua che almeno con quella sei bravo!’
Ma Silvia aveva altri piani, voleva tirarla un po’ per le lunghe. Continuava il suo massaggio alle mie palle, estendendolo al mio cazzo e all’area intorno allo sfintere. Usava le unghie per accentuare la stimolazione, facendo movimenti lenti e intensi. Mi sentivo le palle friggere, e lo sperma che sembrava volesse sommergermi tanto ne avevo. Silvia era implacabile. Mi allargò le gambe e si mise a cavalcioni sul mio cazzo ingabbiato. Con le labbra della figa mi massaggiava il cazzo ingabbiato e le palle, il movimento del bacino era lento, avanti e indietro, inumidendolo con i liquidi del suo desiderio. Il cazzo premeva disperato contro la gabbia senza possibilità alcuna di liberarsi, era una vera e propria tortura. Vedevo il suo clitoride gonfio sfregarsi sul metallo, la sentivo gemere dolcemente di piacere. Si piegò su di me sfregandomi il seno sul viso, oscillando il busto a destra e sinistra schiaffeggiandomi con le sue maestose tette. Poi con una mano ne afferrò uno portandolo alla mia bocca ‘Succhialo! Su piccolino succhia bene’ mi ordinò con voce ferma. Non me lo feci ripetere, lo circondai con le labbra e cominciai a succhiarlo.
Mentre ero impegnato dalla madre, Eleonora si era allontanata ed era uscita dalla mia visuale, la sentivo trafficare con qualche cosa ma non riuscivo a cogliere cosa. Silvia gemeva e accentuava il movimento del bacino, schiacciandomi le tette in bocca. Non riuscivo a muovermi, con le mani ancora legate dietro la schiena il peso del suo corpo mi schiacciava al letto bloccandomi.
‘Ti piacerebbe farci un giro dentro, senti come &egrave eccitata, sta grondando dal desiderio, ma con il tuo pisellino non saresti in grado neppure di farmi il solletico, ho voglia di un vero maschio, non di una femminuccia come te’.
Lo strofinamento della sua figa, il suo ansimare, la sua voce calda e sensuale, quello che mi diceva, tutto contribuiva ad aumentare la mia eccitazione, sentivo il mio cazzo pulsare disperatamente contro la mia prigione, ed era abbastanza sicuro che il cialis non avesse ancora cominciato a fare il suo effetto devastante. Quella donna mi faceva impazzire di desiderio, emanava sensualità da ogni poro, e, seppur fisicamente Eleonora fosse più attraente, sua madre mi intrigava da impazzire, e lei se ne era resa conto fin dal primo momento. In più, come tutte le donne mature, sapeva giocare, conosceva l’arte della seduzione e sapeva usarla in modo devastante. Io ero la sua vittima perfetta. Si girò sopra di me appoggiando la sua enorme figa alla mia bocca. ‘Su piccolino, lecca, succhia bene tutto, voglio venirti in bocca’. Era un sussurro ma con un tono che non ammetteva replica. Si era seduta a cavalcioni del mio viso, offrendomi i suoi buchi da leccare, e coprendomi completamente la visuale. La sentii impugnare la base delle mie palle e cominciare a massaggiarle, mentre con la lingua stuzzicava il mio cazzo attraverso la gabbia. ‘Povero piccolino, hai già le palline piene di sborra, e queste due cattivone non ti lasciano svuotarle. Ma tu non te lo meriti, non hai fatto ancora il tuo dovere, su, datti da fare con quella lingua che &egrave l’unica cosa con cui puoi dare piacere a una donna’. Mi tormentava fisicamente e mi eccitava intellettualmente, mi faceva impazzire, mi sforzai di intensificare il mio lavoro di lingua per portarla presto al piacere, e dare un po’ di sollievo al tormento che mi stava dando. Con la lingua passavo dalle grandi labbra al suo ano, cercando di infilarla dentro. Sapevo che era molto sensibile, e cercavo di affrettare il suo piacere. Silvia infatti cominciava ad ansimare sempre più, ma mi afferrò con una mano la base delle palle stringendo forte. Lanciai un urlo di dolore. ‘Ehi piccolino, ho capito il tuo gioco, non puoi fare le cose di fretta, fai un lavoro come si deve!!’. La troia mi aveva colto in flagrante, e aveva subito ribadito chi comandava il gioco e dettava le regole. Ripresi a leccare con più calma, anche se la mia eccitazione non aiutava.
A un certo punto sentii Eleonora avvicinarsi, sentivo le sue mani sulle mie palle, ma cosa stava facendo? Mi stava passando qualche cosa intorno alla base, ‘me le stava legando. Ora sentivo distintamente la corda girare intorno alla base delle palle, poi passare incrociando un testicolo per volta. Man mano che la corda veniva avvolta, sentivo le palle sempre più strette e separate. La sentii annodare strettamente. In questo modo erano completamente esposte, e gonfie com’erano, le sentivo ancor di più scoppiare. Mi colpì con un buffetto facendomi sussultare e lanciare un urletto di dolore. ‘Non ti muovere femminuccia, e continua a fare il tuo lavoro’. Silvia e Eleonora si alternavano colpendomi leggermente sui testicoli, imboccandoli completamente per succhiarli, leccandoli e carezzandoli. Mentre mi facevano tutte queste cose scherzavano e ridevano tra di loro. Silvia mi afferrò la base delle palle e con l’altra mano le sfregò violentemente, procurandomi un dolore acuto, Eleonora aveva cominciato a ravanarmi in culo con le dita, aumentando a dismisura la mia eccitazione. Meno male che il mio lavoro su Silvia cominciava a dare qualche effetto. La sentivo sempre ansimare e gemere con maggior intensità, mentre anche il suo bacino cominciava a muoversi assecondando le mie leccate. Accelerai l’azione della lingua insistendo sul clitoride gonfio e sporgente. Finalmente raggiunse l’orgasmo, fu scossa da sussulti e contrazioni, mi schiacciò la figa sulla faccia quasi soffocandomi, lanciò un gemito lungo e gutturale e si accasciò soddisfatta sul mio corpo.
Lentamente scivolò di lato lasciando il posto a Eleonora. ‘Non penserai di cavartela con mammina, dopo tutto sono sempre io la tua mogliettina, su dai datti da fare con me ora’.
Si era messa a cavalcioni su di me, come fino ad un attimo prima c’era stata sua madre. La figa di Eleonora era meno grande e con le grandi e piccole labbra meno evidenti. Anche i profumo era diverso, più delicato e dolce. Ripresi a leccare, la mascella mi faceva male, la lingua era un po’ intorpidita, ma non avevo scelta, ero il loro boy toy, un giocattolo con cui divertirsi. Silvia nel frattempo si era allontanata, mentre Eleonora stava riprendendo completo possesso di me. Mi stava facendo u pompino attraverso la gabbia, mentre con le mani mi mungeva delicatamente le palle. La sua azione si interrompeva quando sentiva che mi avvicinavo troppo pericolosamente al limite. Nel frattempo sfregava il suo pube sulla mia lingua alla ricerca di piacere. Dai passi sentii che Silvia era tornata. ‘Adesso ci divertiamo sul serio, ho voglia di una vera scopata, e vediamo cosa possiamo fare’. ‘Brava mamma, mi sembra un’ottima idea’. Eleonora si era tolta dal mio viso continuando a carezzarsi la figa fradicia e desiderosa. ‘Cosa ne dici se lo liberiamo?’ mi disse Silvia con un sorriso malizioso. Non mi sembrava vero, forse finalmente avrei avuto il mio piacere. Era passato 1 mese dall’ultimo orgasmo e Eleonora mi aveva svuotato le palle solo 2 volte nel frattempo. Si era chinata su di me, mettendo in bella mostra le sue magnifiche ed enormi tette, ed impugnando la piccola chiave che trovava dimora tra di esse. ‘Vuoi che ti liberiamo, vero piccolino?’ ‘Si, Si”’ Ma ti comporterai bene quando non sarai più in gabbia?’ ‘Si, si ‘ ‘ Lo sai che non puoi venire se non ti diamo il permesso vero’ ‘ Si, si’. ‘Bene, allora possiamo divertirci un po”. Eleonora mi massaggiava dolcemente le palle, mentre Silvia si era chinata per aprire il lucchetto. Vedevo il mio cazzo strabordare dalle spire della gabbia in cui era costretto. Con una lentezza estenuante Silvia sfilò il lucchetto, rimosse la parte superiore della gabbia carezzandomi dolcemente il cazzo raggrinzito e tolse l’anello alla base. Nel frattempo Eleonora aveva sciolto il nodo della corda alla base delle palle e l’aveva avvolta intorno alla base del cazzo per tenerla meglio ancorata. Ora il mio cazzo era finalmente libero e bastarono 2 carezze per portarlo al massimo della sua erezione. Silvia ed Eleonora si scambiarono uno sguardo d’intesa e avvicinarono le loro bocche al mio pene. Cominciarono un lento su e giù all’unisono che mi mandò in estasi. Lottavo con tutte le mie forze supplicandole di fare adagio perché altrimenti sarei venuto. ‘Questo ragazzaccio non ha proprio controllo, ha un cazzetto da niente e non sa neppure tenerlo sotto controllo’ Mi schernì Silvia. Intanto era passata a succhiarmi le palle, lasciando ad Eleonora la possibilità di ingoiarlo tutto fino alla base. Mi sentivo impazzire. Si alternarono per circa 10 minuti tormentandomi fino al limite, e con un grande sforzo ero riuscito a non venire.

MI SCOPO MADRE E FIGLIA MA VADO IN BIANCO
‘Adesso ho voglia di scopare’ disse Silvia ad Eleonora. Fu a quel punto che vidi la mia mogliettina prendere un grosso strapon trasparente ed avvicinarsi a me. Un brivido mi corse lungo la schiena, e devo ammettere che non so dire se di spavento o desiderio. ‘Ti piace la sorpresina di mamma, vedi com’&egrave cara e come pensa sempre a te’. Me lo spinse in bocca per inumidirlo per bene. Era grosso e faticavo a prenderlo. Con la mano la mia mogliettina me lo spingeva in gola, provocandomi uri di vomito. ‘Dai succhia bene, guarda mamma come spompina bene questa fighetta’ ‘A giudicare do come ce l’ha duro direi che gli piace anche e che ne ha voglia’ Rispose Silvia continuando a succhiare il mio. Ma poi vidi che si avvicinava al mio cazzo, mentre Silvia lo teneva saldamente in pugno, e ve lo infilò sopra. Era uno strapon con dildo cavo da usare su un cazzo vero per aumentarne le dimensioni. Era trasparente in modo da far vedere le dimensioni del cazzo originale a confronto con quelle del dildo. Il confronto per me era umiliante, era il doppio del mio, sia in larghezza che in lunghezza. Lo fissarono al mio bacino con le apposite cinghie e fui pronto. ‘Non avrai creduto che ci saremmo accontentate del tuo pisellino’ mi schernirono, ‘ora capisci perché dobbiamo cercare dei veri uomini per divertirci, il tuo cosino non ci farebbe neppure il solletico’. ‘Dai tesoro, comincia tu che devi ancora venire’.Eleonora si posizionò su di esso calandosi sopra. In pochi affondi era scomparso per intero nella sua figa, dilatandola al limite. Me la vedevo davanti agli occhi, la vedevo andare su e giù sul mio cazzo, ma non sentivo niente. Forse perché non era il mio cazzo che stava scopando. Era molto frustrante sapere di non essere all’altezza, ma come sempre, la frustrazione per me era equivalente ad eccitazione. Eleonora aveva cominciato ad accelerare il ritmo della sua scopata. Silvia si era messa a cavalcioni sulla mia bocca offrendomi nuovamente la figa da leccare. Mi stavano godendo in 2. Eleonora gemeva sempre più ad alta voce, mentre Silvia sfregava il suo bacino sulla mia bocca. Nel frattempo si era chinata verso Eleonora, impugnandole un seno e cominciando a succhiarne il capezzolo, mentre con la mano si era portata al clitoride cominciando a sollecitarlo con frenesia. ‘Dai femminuccia, scopami come farebbe un vero maschio, sbatti quel cazzo in fondo alla mia figa ‘ Eleonora mi incitava a darmi da fare, e io la ascoltai, accelerando il movimento del bacino. I gemiti aumentarono come i mugolii di sua madre. Eleonora si sollevò e si mise a pecora, chiedendomi di prenderla da dietro. Mi liberò le mani e mi posizionai alle sue spalle infilandoglielo in un sol colpo e cominciando subito a pomparmi. ‘Mamma, ti prego,’ leccamela’ ‘. Era la prima volta che la vedevo così coinvolta, avevamo già fatto altre volte giochini insieme, qualche volta si erano anche carezzate, ma non erano mai arrivate a tanto. Silvia non sembrò per nulla sorpresa, forse era quello che si aspettava già da tempo, si stese sotto di lei e cominciò a leccarla, mentre con una mano mi stringeva le palle. Per un attimo sentii Eleonora gemere, poi la vidi dapprima frugare con le dita, poi tuffarsi sulla figa della madre e cominciare a leccarla avidamente. Stavano facendo un 69 con me che nel frattempo scopavo Eleonora. La situazione era straordinariamente eccitante, e come al solito io avevo solo il ruolo di comparsa. ‘Dai mettimelo in culo’ mi intimò. Era un cazzo enorme, glielo avrei sfondato, ma Eleonora insistette ‘Cosa aspetti frocetto, vuoi prendertelo tu?’. Silvia prese in mano la situazione, mi allontanò e cominciò a leccare il culo della figlia per inumidirlo, poi ci infilò dapprima un dito, rigirandolo più volte, poi un secondo ed un terzo per allargarlo un po’e prepararlo. Mentre lei stava facendo questa operazione, io passai davanti a Eleonora per farle succhiare il cazzo, ma questa lo impugnò e lo diresse in un sol colpo alla figa della madre, fradicia di umori.
Silvia, presa alla sprovvista, lanciò un urletto e riprese a leccare il culo di Eleonora. L’enorme dildo si stava facendo strada facilmente nella figa fradicia di mia suocera. La vedevo enorme e gonfia, allargarsi ed inghiottire quell’enorme cazzone. Io lo infilai sempre più a fondo accelerando il ritmo, mentre Eleonora le titillava violentemente il clitoride. Eleonora, gemente per la lingua che la stava frugando, ormai era praticamente seduta sul viso della madre, mentre con le dita titillava la clito di Silvia, io ormai davo colpi come fendenti, tenendole le gambe allargate con i polpacci appoggiati alle mie spalle. Vedevo il suo ventre scosso dai sussulti sempre più veloci, fino ad arrivare al culmine del piacere. Una serie di getti di liquido femminile mi bagnò il ventre ed il dildo, lo estrassi per un attimo sbattendolo sul clitoride, poi glielo reinfilai immediatamente, dando subito altri 5 o 6 affondi in rapida successione provocandole un nuovo orgasmo con altri schizzi. La figa fradicia e gocciolante sembrava ancora più gonfia e grande. Lo spettacolo che si parava davanti ai miei occhi era fantastico. Vedevo quell’enorme cazzo penetrarla e darle piacere, facendola pulsare e schizzare. Silvia tentava di stringere le gambe a difesa, ma Eleonora gliele teneva allargate e mi invitava a continuare a fotterla. Io a questo punto affondavo i colpi buttandomi di peso, quasi a volerla sfondare. ‘Dai porco, scopala, fai godere questa troia di mia madre, la voglio vedere impazzire di piacere’. Io ho continuato ad affondare il grosso dildo con rabbia e la vedevo sempre più divincolarsi. Le sue enormi tette sbattevano come animate da vita propria. Io continuavo senza sosta, frustrato dal non poter partecipare al piacere, ma fiero di darne. Silvia fu scossa da tremiti ininterrotti di piacere. Anche lì Eleonora mi invitò a continuare a fotterla, fino a quando non la sentì urlare supplicando di smettere. Anche Eleonora era ormai vicina all’orgasmo, e solo quando lo raggiunse si buttò di lato liberando la madre. A quel punto mi sfilai e lascia cadere le sue gambe sul letto. Si abbandonò quasi a peso morto, sfinita dall’intensità del piacere provato.
Io girai intorno al letto, il grosso strapon era luccicante di umori e nella trasparenza vedevo il mio cazzo miseramente minuscolo e inadatto. La frustrazione della situazione mi stava eccitando ulteriormente. Sentivo di godere sempre più della mia profonda incapacità di soddisfare quelle due assetate di sesso.
Lanciai un’occhiata alla figa di Silvia, era stupenda così gonfia, fradicia, slabbrata e con ancora un’apertura enorme. Mi avvicinai alle spalle di Eleonora. Sapevo che non ne aveva abbastanza, l’avevo vista troppe volte alle prese con negri dai cazzi asinini venire sbattuta esageratamente. Ma aveva una capacità di recupero straordinaria. Così come i suoi buchi.
‘Hai detto che lo volevi tutto in culo o sbaglio?’ Ele voltò lo sguardo malizioso verso di me e con voce suadente disse leccandosi le labbra ed infilandosi un dito in bocca: ‘Non aspettavo altro, però mi impalo io’. Si posizionò a pecora davanti all’enorme cazzo e lo puntò al suo forellino. Lentamente cominciò a spingere indietro, pochi centimetri per volta per poi ritrarsi leggermente. Vedevo il suo ano cedere e avvolgere il grosso cazzo. Lo stava facendo sparire tutto nel suo magnifico culo. Lo vedevo dilatato al limite della capacità, mentre avvolgeva in profondità il fantastico membro che indossavo. Alla fine arrivò ad appoggiare le sue chiappe sode sul mio ventre, l’aveva infilato tutto fino alla radice. Si fermò un attimo per adattarsi, mugolando di piacere, poi cominciò a rotearlo intorno al dildo per godersi ogni singolo centimetro. ‘Dai fighetta fottimi come una troia, o ti sei scordato come si fa. Una volta tanto che hai un cazzo tra le gambe almeno usalo’!!’ Anche quando era eccitata non perdeva occasione per umiliarmi. Frustrato ho cominciato a sbatterla a più non posso. Silvia, che si era ripresa, si era stesa sotto la figlia, con una mano mi massaggiava le palle gonfie, mentre con l’altra aveva cominciato ad infila re 2 dita nella figa di Eleonora, girandole e rigirandole per allargarle bene. Io la pompavo in culo, Silvia le stantuffava la figa con le dita. Non ci volle molto prima che il primo orgasmo la travolgesse, schizzando il suo piacere ovunque. Questa volta era Silvia ad invitarmi a non fermarmi e a continuare ‘Dai, non fermarti, sfondala tutta questa troia di mia figlia, squartale il culo”.
Non le avevo mai viste così infoiate, e la cosa mi stupiva. Ho continuato a pomparla e presto fu travolta da un 2′, poi da un 3’ orgasmo. Ormai anche Ele si aiutava sfregandosi la clito con 2 dita ‘ si dai porco, spaccami in due, non fermarti, fotti, fotti, fotti..’. Sembrava aver perso completamente il controllo, travolta solo dal piacere. Un ultimo urlo acuto determinò il 4′ orgasmo e solo a questo punto si sfilò dal grosso dildo. Il suo culo sfondato metteva in mostra un buco orrendamente dilatato, gonfio e slabbrato, lucido di umori e piacere. La sua vista mi eccitò e rimpiansi che non fosse pieno di sborra da succiare. Sotto di lei il lenzuolo era fradicio, tra gli orgasmi bagnati di mia suocera e quelli di Eleonora, era ormai zuppo di umori femminili. Si tuffò tra le cosce della madre cominciando a leccarle la figa. Silvia avvicinò a sua volta le labbra al sesso della figlia, iniziano un forsennato 69. Si frugavano ovunque, con dita e lingua, sfregando le loro stupende tette l’un l’altra. Ero eccitatissimo, sentivo il cazzo scoppiarmi nel dildo, senza poter dargli sollievo. Quelle 2 assatanate si erano completamente dimenticate di me, travolte dal desiderio di darsi piacere l’un l’altra. Vennero nuovamente entrambe, poi, finalmente sazie, si abbracciarono scambiandosi un voluttuoso ed infinito bacio saffico. Continuarono a scambiarsi tenerezze a lungo, mentre io restavo in disparte ai piedi del letto. Poi si alzarono e si diressero verso il bagno abbracciate. ‘Cambia le lenzuola e pulisci. Quando torniamo deve essere tutto in ordine’ ordinò perentoria Eleonora.’Stanotte dormiamo tutti insieme nel lettone’ Loro 2 forse avrebbero dormito, per me c’era sicuramente una notte in bianco piena di sofferenza e frustrazione. Dormire in mezzo a 2 donne nude, meravigliose ed eccitanti, con il cazzo disperatamente eccitato ma ingabbiato, sarebbe stata una vera tortura. Le palle erano gonfie da far male, ma sapevo che avrei dovuto aspettare a lungo prima di poterle svuotare.

Leave a Reply