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Data l’ipereccitazione del momento, colsi l’occasione di andare ulteriormente oltre certi limiti: ebbene, la sfida della vasca era stata persa, per cui potevo fare e far fare ciò che mi pareva in onore del pegno da pagare.
“Ok, luride troie! Avete ufficialmente perso la scommessa! Non siete riuscite a svuotare la vasca in tempo! Per cui, pagherete pegno e farete ciò che vi comanderò!” ufficializzai.
“Oh, sì…la cosa ci eccita! Non siamo mai state così felici di pagare pegno!” dissero euforiche le mie sorelle abbracciate.
“Questo lo vedremo, eheheh!” risposi ghignando malignamente.
“Per cominciare, svuotate la vasca! Fatevi pure aiutare da tutte le altre troie! Nel frattempo io ed Andrea studieremo un piano d’azione…” aggiunsi.
Presi Andrea per mano, e mi diressi in casa al piano di sopra a confabulare il da farsi.
Quando scendemmo circa 1 ora dopo, la vasca era vuota e mia madre e le mie sorella col culo (ormai sfondato) in aria in bella mostra, stavano leccando gli ultimi rimasugli di umori misti.
Tutti gli altri si erano buttati in piscina per rinfrescarsi.
“Attenzione, attenzione! Chi ha voglia di superare i limiti della depravazione più turpe?” richiamai l’attenzione di tutti.
In seguito al coro di “Io” che si levò da tutti i presenti, proseguii:
“ho delle belle idee a tal proposito! E mia madre e le mie sorelle saranno le protagoniste ed al centro dell’attenzione!”
“Agli ordini, padrone!” esclamarono all’unisono mia madre e le mie sorelle.
Scesi nella vasca assieme ad Andrea, mentre tutti gli altri astanti si addossarono ai bordi ad osservare.
Mi feci passare da Andrea un mattarello enorme che i nonni usavano per produrre pasta fresca in quantità industriali maneggiandolo in 4.
“Adesso, voi 2 mettetevi a 4 zampe, culo contro culo inserendovi ognuna un vertice di questo mattarello, e poi inculatevi infilandolo in profondità facendo avanti e indietro coi vostri culoni ormai sfondati!” ordinai alle mie sorelle.
“E tu, madre degenere! Avrai l’onore di infilarlo nel culo delle tue figlie! Tieni! E sii rude!” porsi il mattarello a mia madre.
“Mmm, dai mami! Infilacelo tutto dentro! Spaccaci il culo ancora più di quanto non sia già!” disse Sara anche a nome di sua sorella.
Mia madre si frappose fra i culoni delle 2 figlie, sputò prima in uno e poi nell’altro, ed infilò brutalmente e senza preavviso buona parte del mattarello nel culo di Sara; poi spinse anche Anna contro l’altra estremità facendo scomparire l’intero mattarello di 150 cm.
“Oh, siiiì…che dolore assurdo! E che goduria! Guardaci mami, mentre ci inculiamo! Siamo brave? Dicci che siamo delle puttanelle senza più onore!” disse infoiata ed ansimando Anna, muovendosi assieme alla gemella avanti e indietro e roteando i culi per meglio sentire l’enorme palo di legno.
“Sì, siete 2 puttanelle da sfruttare e schiavizzare! Adesso non è più necessario nascondere le vostre porcate! Pensate non sappia che vi siete scopate l’intera scuola, professori e preside inclusi? E che vi siete fatte inculare dal parroco e dal dottore di famiglia? Avete proprio preso dal puttanone di vostra madre! Anch’io, con la scusa di fare volontariato ed opere caritatevoli, mi son fatta tutti i componenti della chiesa, maschi e femmine!” rispose mia madre mentre si trastullava il figone bagnato!
Mio padre si fece spazio tra gli astanti, calandosi anch’egli in vasca.
Aveva il cazzone inalberato e pulsante, ormai prossimo all’ennesima eiaculazione; e mentre seguitava a segarsi davanti a moglie e figlie, prese la parola:
“Bene! È un piacere sapere che siete sempre state delle troie consumate! È nel DNA della famiglia, a quanto pare! Sappiate che anch’io non son stato con le mani in mano! Mi son dato da fare con le professoresse di Anna e Sara e anche di Gianni.
Per non parlare dei culi che ho sfondato ad alcuni frocetti, amichetti di Sara e Anna, compresi i vostri fidanzatini, eheh!”
“Papiiii! Sei un porco! Ecco perché al mio moroso piaceva il dito in culo!” esclamò Sara.
“Già, anche al mio!” si aggiunse Anna.
“Usate le vostre boccucce per qualcosa di utile, invece di parlare! Tu, Anna, soffocati col mio cazzone, ed infilaci anche le palle pelose! E tu, Sara, lecca e scopa con la lingua il figone consumato della vacca di tua madre!” ordinò mio padre alle figlie.
Marito e moglie si misero l’uno di fronte alla bocca di Anna e Sara.
Mia madre, in stile granchio porse il figone peloso sollevando il bacino, mentre mio padre in ginocchio, prese per i capelli Anna e le cacciò con violenza il cazzo fino in gola.
Le figlie seguitarono ad incularsi con movimento regolare e nello stesso tempo a soddisfare i genitori oralmente sbavando come delle cagne in calore.
“Brava, piccola di papà! Solleticati le tonsille con la mia cappella! Oh sì, cazzo! Più a fondo! Di più…di più…ecco, eccoooo! Sì! Anche le palleeeee!” urlò mio padre in estasi colpendo la nuca della figlia con la sua manona come fosse un martello al fine di farle imboccare anche le palle. Poi prese a strofinare il cazzo all’interno delle guance, gonfiandogliele a sproposito e facendolo fuoriuscire producendo il classico rumore di una bottiglia che viene stappata.
La moglie non fu da meno, dato che schiacciò con violenza il viso di Sara contro il figone, strofinandoglielo.
Vennero entrambi allo stesso tempo.
“Tenete tutta la nostra sbroda genitoriale! Ingoiate, che vi fa crescere ancora più troie, eheheh! Godoooo!” disse mia madre squirtando sulla bocca spalancata di Sara.
Mio padre, invece, sborrò direttamente nella gola di Anna mentre aveva ancora il cazzo e le palle piantati in bocca.
“Ingoia tutto, sporcacciona! Ti faccio la lavanda gastrica a base di sborra, eheheh! Sborrooooo!”
Anna cominciò a soffocare, essendole andato lo sperma di traverso.
Il suo volto diventò paonazzo.
“Non ti fermare! Continua ad incularti col mattarello!” urlai in faccia a Sara mentre si scostava per soccorrere la sorella.
“Mamma, papà…ci penso io! Piuttosto pisciate in bocca all’altra puttanella, che ha osato interrompere l’inculata per qualche secondo! Ma dico io! Sta solo soffocando! Eheheh!” aggiunsi crudele.
“Hai sentito tuo fratello? Obbedisci al padrone e apri di nuovo la bocca, che ti pisciamo dentro!” disse mia madre obbediente.
“Glaglaglaaa!” fu il rumore dei gargarismi di Sara col piscio dei genitori.
Nel mentre, io attesi il limite dei segni vitali di Anna, ovvero, un’attimo prima che perdesse i sensi.
Feci stendere Andrea con un vibratore enorme al massimo della velocità per farle lavorare la figa di Anna…e tagliai: ebbene sì, tirai con forza la testa di Anna indietro per esporre il più possibile la sua gola ed incisi la trachea di mia sorella, praticando una tracheotomia.
Poi infilai una cannuccia larga per consentirle di respirare, cosa che la ridestò immediatamente.
Fu travolta da un’orgasmo sconquassante, esplosivo. Mai vista una cosa del genere! Quasi la sollevò da terra!
Mio padre ed Andrea si misero dietro a Sara ed Anna, e le incularono nonostante l’avessero già abbondantemente occupato dal mattarello. I loro cazzi erano ormai più duri del mattarello stesso! Le incularono a sangue, nel vero senso della parola, dato che creparono le pareti anali per la violenza dell’atto e per l’estrema doppia intrusione.
Mia madre, invece, si sdraiò sotto alle 2 figlie infilando nella figa di ognuna una mano fino al polso, con rapidi movimenti rotatori come stesse sbattendo delle uova.
Io non resistetti alla scena, e mentre sentii addosso i primi schizzi degli astanti che ci circondavano masturbandosi, tolsi la cannuccia dalla trachea di Anna e cominciai a sputarci dentro. Poi ci infilai il cazzo e le scopai la trachea facendolo fuoriuscire dalla bocca e riportandola in debito di ossigeno. La scena era surreale, quasi fantascientifica: un cazzone che sbucava dalla bocca di una ragazza. Sembrava la tipica scena da fumetto erotico! Mia madre, golosona quale era, accortasi della bella cappella violacea e pulsante che sbucava dalla bocca spalancata grondante di bava della figlia, si attaccò spompinandola e, nello stesso tempo, limonando la bocca che la ospitava. Quando mia sorella arrivò nuovamente al limite, le sborrai dentro, presi per i capelli la sorella Sara, e la obbligai ad attaccarsi con la bocca sul buco ormai slabbrato della trachea.
“Succhia ed aspira ogni liquido, troia! Altrimenti muore!”
E così fece, ridestando nuovamente la sorella che, per ringraziarla, prese a slinguazzarla in faccia come una cagnetta.
Mio padre ed Andrea vollero fare lo stesso. Per cui, spostarono in malomodo Sara per concentrarsi sul foro della trachea di Anna come fosse un buco di culo o di figa.
Poi Andrea si spostò nella bocca di Anna, infilandoglielo in profondità e toccando, quindi, il cazzo di mio padre infilato in parte della trachea.
In pratica fecero una doppia.
Mia madre prese la testa di Sara con entrambe le mani, e le leccò tutti i rimasugli che aveva ciucciato dalla trachea, muco e sangue compresi.
Quando anche mio padre ed Andrea sborrarono, il buco della tracheotomia gorgogliava e produceva bolle di sperma. Mia madre volle chiudere in bellezza pisciandole dentro e soffocandola nuovamente.
Poi si attaccò con la bocca ad aspirare il suo stesso piscio e lo versò in bocca all’altra figlia.
“Assaggia il piscio di tua madre misto allo sperma di tuo padre ed Andrea e catarro di tua sorella!” le disse.
“Mmmm, gnammi!” esclamò golosa Sara.
Intanto, mentre tutti gli astanti terminarono di ricoprire i nostri corpi di altro carico di sperma, un altro dirompente orgasmo prese possesso di Anna, facendole perdere nuovamente i sensi.
Quando me ne accorsi, cominciai a prenderla a sberle e, appena riprese coscienza, le misi davanti agli occhi il gigante mattarello.
Durante il primo soffocamento, lo sfintere si era rilassato, rilasciando il suo contenuto che si era sparso per quasi tutta la lunghezza dello stesso e dei cazzi di mio padre ed Andrea, che l’avevano inculata proprio in quell’occasione.
Ce ne accorgemmo solo adesso.
“Ah ah ah! Io ed Andrea ti abbiamo riempito la trachea di merda, oltre che di sborra!” si fece beffe mio padre.
“Lurida troia! Mi hai fatto succhiare la tua stessa merda!” disse mia madre sputandole in faccia.
“Cosa hai da dire a tua discolpa? Ah, già! Non puoi parlare, ahahah!” misi il dito nella piaga, dato che potevo solo emettere suoni e gorgoglii non meglio identificati.
“Adesso, innanzitutto, ripulisci per bene i cazzi di papà ed Andrea e poi anche il mattarello!”
Mio padre ed Andrea le infilarono in bocca entrambi i cazzi, che furono accuratamente puliti da Anna.
“Ti piace, eh, la cioccolata! Eheheh! Tieni, lecca anche questo!” le porsi il mattarello.
Lei, da avida e depravata ninfomane, prese a leccare golosamente tutto il mattarello. Andò in suo soccorso anche la sorella.
“Avanti, infilatevi ognuna un’estremità in bocca! Fatemi vedere quanto larga è la vostra bocca da pompinare!” proposi.
Incredibilmente, riuscirono nell’intento! E se prima fecero un avanti ed indietro culo contro culo, adesso lo fecero bocca contro bocca, riuscendo ad infilare fino allo stomaco il mattarello. Avete presente i serpenti quando mangiano prede molto più grosse di loro? Ebbene, le loro bocche, le loro mascelle e l’esofago erano dilatati all’inverosimile! Sembravano di gomma! Inutile dire che vennimmo nuovamente tutti sui corpi delle mie sorelline.
“Adesso basta! Facciamo una pausa, così porto al pronto soccorso Anna e possiamo ricominciare ancora peggio di prima, eheheh!”
Mentre tutti si dispersero per una pausa rinfrescante, le mie sorelle seguitavano ad ingoiarsi e spompinare il mattarello.
Ormai era più lindo che da nuovo.
“Ho detto basta, luride troiaccie!” le rimproverai.
Inutile! Erano in completa estasi. I loro volti si guardavano con sguardo fisso e perso nella libine.
Le staccai a forza, e le portai alla realtà quando sentirono il mattarello contro i loro corpi.
Per la rabbia, avevo preso a picchiarle col duro oggetto prima sulle chiappe e poi un po’ su tutto il corpo.
Incredibile ma vero, squirtarono anche a seguito di questo duro trattamento! Interessante!
“Ok, adesso porto Anna all’ospedale, denunciando ignoti per una rapina finita male. Dopodiché, mi avete fatto venire in mente un’altra perversa idea!” dissi pensieroso.
“Mmm, ci piacciono le tue idee! Usaci come cavie, padrone! Faremo tutto ciò che vuoi!” ansimò Sara strusciandosi assieme alla sorella su di me come due gatte in calore.

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