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Racconti di Dominazione

Storia di Barbara ( sesto capitolo )

By 17 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Terrorizzata e tremante come un cerbiatto alle prese con un predatore, aspettavo il contatto reale della carne: il tocco leggero del glande sul mio pertugio, mi diede una scossa elettrica, la prima spinta decisa, mi fece urlare, più per la paura che per il dolore fisico, infatti, Matteo, si trovò un orifizio rigido e stretto che non gli lasciò il passo;
– Credevo mi prendessi in giro quando dicevi che non l’avevi mai fatto!
Io zitta e ansimante, non risposi, continuavo a stare in quella posizione anomala con i seni poggiati sul freddo legno del tavolo;
– Ci vuole qualcosa per fare scivolare il cazzo, non vorrei spaccarmelo!
Il bastardo pensava al suo dolore, non aveva minimamente valutato quello che avrei provato io, dava tutto per scontato;
– Non ti muovere , rimediamo subito’
Lo sentii andare in cucina e farcercare tra i cassetti, alla fine lo vidi tornare, girai la testa e notai che aveva la bottiglia dell’olio in mano, il sorriso sadico che leggevo sul suo viso, mi fece ancora una volta tremare, avrei voluto scappare o ribellarmi, ma in quel momento, quel ragazzo, era veramente il centro del mio mondo, avrei fatto qualsiasi cosa per averlo vicino e infatti lo feci.
– Adesso rilassati e partecipa, voglio sentirti dire che mi vuoi!
Ero li aperta e esposta a tutti i suoi piaceri e ancora non gli bastava?
– Dimmelo’
Sapevo cosa voleva sentire dire, ma il mio pudore non faceva uscire le parole;
– Dimmelo’
Questa volta mi diede uno schiaffo deciso su un gluteo, facendomi uscire un lamento;
– Ti prego’già &egrave difficile farlo’
Uno schiaffo ancora più forte;
– Dimmelo’
– Voglio essere tua, prendimi come non ha mai fatto nessuno’
– No! Devi dirmi che lo vuoi nel culo’mi piace quando mi dici certe cose.
Un altro schiaffo;
Cercai di resistere, ma Matteo diventava sempre più violento, alla fine cedetti;
– Lo voglio nel culo’ma ti prego’fai piano’
– Così mi piaci, tira fuori quella troia che &egrave dentro di te: quando sei con me, ti devi dimenticare della brava mammina, io vengo qui per scoparti e mi aspetto una quarantenne vogliosa e disponibile:
Mentre mi parlava, aveva cominciato a spalmare l’olio sulla mia parete anale e poi,stranamente, con delicatezza, aveva usato un dito per oliarmi la parte interna, sentivo un pizzichio stimolante e questo, m’illuse che non sarebbe stato poi così doloroso, ebbi modo di ricredermi di li a poco.
Matteo finì di prepararmi con cura, poi, mise le mani sui miei fianchi e li prese saldamente;
– Si comincia a ballare piccola, ricordati di rilassarti, sarà tutto molto più semplice.
Un attimo dopo, urlavo come una pazza, alla prima spinta, mi sembrò di essere squartata, il membro era entrato solo in parte, ma io stavo sbuffando e urlando per scaricare il dolore, mi sembrava che mille spilli mi entrassero dentro, cercai di scappare, ma Matteo aveva previsto tutto;
– Calmati, il più &egrave fatto’
E spinse ancora.
Sentivo il sudore scivolare dal viso insieme alle lacrime, le mie richieste di fermarsi, erano cadute nel vuoto, una nuova spinta mi fece gemere ancora, poi, il contatto delle palle contro le mie natiche, mi fece capire che Matteo aveva raggiunto il suo scopo;
– Adesso muovi il culo, voglio che sia tu a scoparti da sola’
Mi venne in mente una giumenta montata da uno stallone, mentre, impercettibilmente cercavo di accontentarlo ancora una volta;
– Mi fa troppo male, non ci riesco’
Matteo tornò in parte indietro sfilando una parte del suo sesso e poi spinse deciso di nuovo dentro facendomi urlare ancora una volta;
– Fidati, &egrave meglio se ti muovi tu!
Quell’ultima stoccata, mi aveva letteralmente fatto vedere le stelle, le unghie si erano scalfitte contro il ruvido legno, nel tentativo disperato di lenire il dolore, non sentivo nessun piacere e per quella prima volta, fu così e basta;
Muovi il culo, dammi retta, &egrave meglio!
Cercai di accontentarlo, ma con quel palo di carne tra le natiche, ogni movimento, era dolore puro;
– Ti prego Matteo, basta per oggi’
– Decido io quando basta!
Questa volte, uscì e rientro con cattiveria, solo per farmi capire chi comandava, poi, spostando le mani dai fianchi alle spalle, cominciò a scoparmi analmente;
– Mi piace molto fare sesso in questo modo e, mi piace anche sborrarci dentro ai culi delle mie ragazze.
Usava un linguaggio diretto, scurrile e giovanile.
Io non parlavo più, ansimavo e gemevo cercando di resistere ai suoi attacchi, ormai assuefatta al dolore, aspettavo il momento del suo sperma nel mio intestino, rassegnata, ma ancora una volta ebbi modo di apprezzare la resistenza del ragazzo: infierì sul mio non più vergine sedere per altri dieci minuti, facendomi letteralmente impazzire, tutti i tentativi fatti per diminuire il dolore, furono inutili, sperai che accarezzarmi il clitoride mi aiutasse, ma non ci fu nulla da fare, il dolore, era troppo forte, aspettai rassegnata il momento del suo orgasmo, infine sentii di nuovo il suo respiro cambiare e per la seconda volta, Matteo venne dentro il mio corpo e, per la prima volta, mi riempì del suo sperma, dove mai nessuno aveva potuto’
Sentivo il suo corpo inerte sopra il mio, il membro, piano si stava sgonfiando, l’unica cosa che non si placava, era il bruciore che sentivo, era un dolore inaudito, incredibile da spiegarsi;
– Sei proprio una gran fica e hai un culo che parla, mi hai fatto veramente morire, molto meglio di tutte le ragazzine che mi sono fatto fino ad oggi, sarà veramente un piacere stare con te le prossime volte’molto divertente’ho in mente alcune cose da fare’
Quelle ultime parole, mi avevano fatto rabbrividire, cosa c’era ancora da fare che io non conoscessi? Quale era il limite della decenza? cosa mi aspettava ancora? Avrei avuto il coraggio di seguirlo nelle sue perversioni?

continua

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