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Racconti di Dominazione

Ti meriti una punizione

By 11 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Anna lo sapeva, era consapevole che il suo comportamento non era stato quel che un Padrone definisce da brava slave, Andrea le aveva detto che ci sarebbero state conseguenze.
Quella sera, inaspettato, le arrivò un messaggio su whatsapp…

– Ore 22.30 viale Mozart al solito bar attendi fuori.

Non era necessario rispondesse, conosceva il posto, era distante poche centinaia di metri dalla sua casa, istintivamente guardò l’orologio da muro bianco che aveva di fronte a lei, ‘cazzo ho pochissimo tempo’; fece la sua riflessione a voce alta e si diresse verso il bagno.

La doccia fu veloce, evitò di lavarsi i lunghi capelli ricci mori, non avrebbe avuto il tempo necessario per asciugarli ma decise che non poteva non mettersi la sua crema per il corpo che meticolosamente spalmava dopo essersi asciugata su ogni centimetro del corpo insistendo maggiormente sulle lunghe cosce come se volesse prepararle al contatto. Il suo corpo alle soglie dei 40 anni era ancora molto tonico, teneva alla sua linea, aveva un seno piccolo ma ben tornito ed un culetto non esagerato ma ben fatto.

Scelse un completo intimo rosso di cotone, normalissimo, inguainò le gambe in un collant grigio fumo ed un abito lungo nero di maglia, con la gonna larga a pieghe che arrivava fino alle caviglie quindi giunse il momento delle scarpe. Era una fanatica del tacco 14, asseriva nelle chiacchiere serali con le sue amiche che le desse una maggior femminilità mentre le rimbombavano in testa le parole di Andrea ‘una femmina senza tacco &egrave come un uomo senza cazzo’.

Aveva una vera collezione di décolleté e tronchetti che meticolosamente sceglieva nei negozi della sua piccola città, ne provò diversi davanti allo specchio ma nessuno le sembrava appropriato, alla fine decise di mettere uno stivaletto di tessuto nero.

Si guardò con attenzione cercando di focalizzare ogni minimo particolare girò su se stessa per vedere l’effetto d’insieme e si diresse verso la porta.

– …il profumo!

Velocemente tornò sui propri passi, si infilò in bagno e spruzzò la sua fragranza preferita sull’abito… l’aroma di Opium la avvolse.

Uscì di casa dimenticando di inserire l’allarme, scese la rampa di scale che la separava dal portone esi diresse a passo svelto con il cellulare in mano verso il luogo indicato, ricevendo degli apprezzamenti molto volgari da una macchina di passaggio piena di ragazzini ventenni.

Quando arrivò vide che il bar era chiuso, notò che una macchina scura, una bmw, era ferma dall’altro lato della strada, l’uomo che era seduto al volante stava parlando al cellulare, lo capì dalla posizione del braccio, cerco di guardarlo con più attenzione ma a causa del buio non riusciva ad identificarne il volto.

– Girati verso il bar dai le spalle alla strada rimani ferma qualsiasi cosa accada

Mentre leggeva il messaggio ebbe la chiara sensazione che Andrea la stesse osservando, ruotò gli occhi velocemente cercando di scorgerlo senza alcun risultato poi, esegui.
Sentì lo sportello di una macchina aprirsi e dei passi cadenzati avvicinarsi non riusciva a capire quando fosse giunta, era stata troppo assorta nei suoi pensieri per accorgersene, di colpo il buio! Le venne infilata sulla testa una fascia elastica nera aderente probabilmente di lana, la fitta trama del tessuto non le permetteva di intravedere nulla, non si mosse….

– Si &egrave qui con me adesso la faccio salire partiamo.

Rapidamente ricollegò i pezzi del puzzle, l’uomo della bmw…lui era in contatto con Andrea, probabilmente gli aveva appena comunicato al telefono quanto stava accadendo; la sua mano destra venne afferrata con decisione costringendola a voltarsi ed a seguire quella presa decisa, venne spinta sul sedile anteriore di pelle nera della macchina, l’uomo o qualcun altro -non poteva immaginare se fosse solo o in compagnia di altri- le infilò un paio di cuffie che emettevano musica lounge ad alto volume impedendole in questo modo di ascoltare i rumori circostanti, le voci… si affidò all’olfatto, il forte odore di sigaro alla vaniglia le colpì le narici, cosa le aveva riservato? Il motore si avviò percepì il movimento della macchina e decise di spegnere il cervello.

Dopo un tempo indefinito, forse qualche minuto forse mezz’ora, la macchina decelerò e da come sobbalzava Anna capì di essere su di una strada sconnessa, poi si fermò. Rimase avvolta dalle note della musica senza aver ulteriori contatti con il mondo esterno fino a che due mani forti non la afferrarono per le spalle trascinandola fuori; venne fatta camminare per qualche metro e poi spinta verso quello che ritenne essere un muro. Le vennero alzate le braccia e si ritrovò ad abbracciare qualcosa di ruvido, circolare, era la corteccia di un grosso albero, i polsi le vennero cinti con del metallo freddo capì che avrebbero potuto essere delle manette, poi le caviglie le furono legate con delle corde in modo tale che le gambe risultavano essere completamente divaricate, presuppose che dovevano essere ancorate ad una sbarra di metallo che le impediva di chiuderle.

Aveva freddo Anna, il vento le spettinava i capelli e sentiva i capezzoli indurirsi per l’aria fresca, non sapeva dove si trovava ne con chi, era indubbiamente in una posizione d’inferiorità senza alcuna possibilità di scampo. Di colpo avvertì una mano fredda che con decisione prese a sollevarle la gonna, arrotolandola all’altezza delle reni, non emise una parola ne fece un gesto. La stessa mano le raccolse i capelli all’altezza della nuca e li tirò con forza costringendola ad alzare la testa ed a reclinarla all’indietro nello stesso momento qualcuno le strappò le mutande e sentì la punta di un cazzo duro farsi strada tra le grandi labbra….una spinta decisa ed il cazzo la penetrò fino in fondo, percepì le palle che le sbattevano addosso ed il basso ventre dell’uomo che a causa del vigore della spinta si appoggiò sul culo, con un’unica pressione le era entrato tutto dentro.

L’uomo iniziò a scoparla muovendosi velocemente e la forza con la quale la penetrava fece si che la cuffia posta sopra la benda cadesse in terra, non udiva più la musica ma solo il respiro veloce di quello sconosciuto che la stava scopando.

– Ti sei gia bagnata, ti do qualche colpo veloce per allargarti meglio, poi mi gusterò la tua fica. Aveva ragione, valeva la pena fare tutta questa strada per fotterti.

Anna non diceva una parola ne muoveva un muscolo, non aveva scampo! L’uomo stava facendo di lei quel che voleva; i colpi profondi, la facevano andare in avanti, ad ogni spinta dell’uomo corrispondeva uno strattone ai capelli. Le pompate rallentarono fino ad interrompersi ed il cazzo durissimo uscì dalla sua fica, lo sconosciuto mollò i capelli e con entrambe le mani le allargò le natiche esponendo anche il culo alla sua vista. Controllò l’effetto che aveva avevo quel principio di scopata notando che la fica di Anna era gonfia e piena di umori,

– No Anna, non &egrave ancora il momento di riempirti di sborra, adesso passiamo al culo!

L’uomo si ritrasse, estrasse dalla giacca una piccola bacchetta di bambù ne estese gli elementi che la componevano ed iniziò a colpire le natiche della donna con dei colpi lenti non troppo energici ma che comunque si facevano sentire, lasciando ad ogni impatto sulla carne chiara un piccolo segno rosso.

– Posso disporre di te come voglio e per tutta la notte, fino all’alba, quindi ho tutto il tempo che mi serve per soddisfare le mie voglie, dovrai essere molto disponibile, perché questo, ed io lo so bene, &egrave quello che ci vuole per te.

La bacchetta iniziò a colpire in modo diverso il culo di Anna, i colpi si avvicinavano sempre più all’incrocio delle sue cosce quindi con precisione millimetrica colpendo dal basso verso l’alto centrò il clitoride rimanendo fermo sul punto colpito per qualche secondo. iniziò a strusciare lo strumento tra le grandi labbra picchettando con la punta della bacchetta il clitoride, alternando delle serie di colpi veloci a delle pressioni.

– Non va bene quel che hai fatto, devi essere più attenta ed educata in futuro, ma adesso questo &egrave quello che ti meriti.

Terminato l’invito, pose la mano tra le cosce e come una coppa avvolse la fica di Anna; la lasciò ferma a premere sul quello spicchio di corpo. La pressione del palmo della mano pian pian diminuì e nello stesso momento le dite strusciarono verso l’alto arrivando fino al culo ci girarono intorno ed un dito venne spinto dentro fino a metà e poi più volte ruotato prima in senso orario poi antiorario.

– Te lo lavoro un pochino così poi potrò utilizzarlo a dovere.

Appoggiò una mano sulla schiena della donna spingendola verso il basso, sfilando il dito che nel frattempo aveva spinto in profondità, la manovra obbligò Anna a tirare su il culo verso l’alto, appena l’uomo si accorse che aveva raggiunto il punto massimo, si aggrappò con entrambe le mani ai fianchi e con una spinta veloce gli infilò tutto il cazzo nel culo facendole allargare la bocca al massimo dalla sorpresa .

L’uomo le rimase piantato in fondo al culo, fermo ed in quel momento staccò una mano per fare un cenno in direzione del bosco come invitando qualcuno ad avvicinarsi; dall’oscurità uscirono un gruppo di uomini che sorridendo si avvicinavano ai due. Anna non poteva vederli ma comprese il loro arrivo dai passi del gruppo che si avvicinavano frantumando le foglie secche presenti sul prato. Il cazzo le uscì dal culo per essere spinto nuovamente in fondo ed il primo degli uomini le affondò il cazzo in gola.

– E’ giusto che anche questi miei amici approfittino di te, avevamo scelto con cura tutti i particolari adesso inizia a succhiarglielo troia

– Applicati per farlo al meglio che tra poco anch’io mi servirò del tuo culo

Anna ubbidì, non poteva far altrimenti, lo sapeva perfettamente, altrimenti sarebbe andata incontro ad ulteriori conseguenze, la sua condizione non le permetteva di far altro, sporse avanti la testa per accoglierlo fino in fondo cercando di fare del suo meglio, accarezzando con la lingua tutta l’asta mentre succhiava con forza.

– vediamo se riesci ad arrivare fino alle palle troia…ingoia tutto!

Anna ubbidì ma pur provandoci non riusciva, l’uomo aveva un cazzo molto largo e le dimensioni le impedivano di accontentarlo, lui se ne accorse, le prese la testa tra le mani e tenendogliela ferma iniziò a stantuffarle la bocca fottendogliela come se fosse un culo.

– Cari amici, credo che anche voi dobbiate approfittare di questi buchi, vedete com’&egrave mansueta? liberatele le mani così che possiate intanto utilizzarle, poi vedremo il da farsi

Gli altri uomini presenti non vedevano l’ora ed accolsero l’invito ad usarla mentre il primo riprese ad affondarle il cazzo nel culo. Le vennero tolte le manette e due uomini si misero ai suoi lati colpendole i polsi con i cazzi gonfi. Lei capì cosa volevano e li afferrò entrambi riempiendosi le mani, istintivamente iniziò a segarli con vigore sebbene fossero già pronti. Muoveva la mani velocemente, menandoli in tutta la loro lunghezza, scappellandoli cercando durante il movimento di stimolare i punti più sensibili, facendo dondolare le palle che andavano gonfiandosi di sborra.

Dopo qualche minuto quello che era nel culo chiese all’altro di scambiarsi di posto…

– Il culo gliel’ho aperto per bene, cosa ne dici di venire dietro e prenderlo anche tu ?
– Volentieri ha un bel culo e lo voglio provare
– Dai vieni che io ho voglia di sborrarle in bocca

I due uomini invertirono le posizioni e quello che si pose dietro, con fare esperto si portò due dita alla bocca bagnandole della propria saliva per poi inumidirle il culo, l’altro invece messosi esattamente all’altezza del viso le disse di muovere velocemente la lingua alla base del cazzo e di usare le labbra per massaggiargli i coglioni per far montare la sborra. Il contatto della saliva fece contrarre il culo di Anna e proprio in quel momento la cappella venne spinta dentro forzando l’apertura. L’uomo fece scivolare fuori il cazzo completamente con i pollici le allargò le natiche e lo spinse nuovamente dentro fino in fondo continuando ancora con questo trattamento per una po di volte, voleva renderlo totalmente elastico per usarlo meglio, infine il movimento dentro e fuori divenne costante. L’altro l’avvertì del come e dove voleva sborrare:

– Adesso Anna io ti sborrerò in bocca e poi lo faranno anche i miei amici, non ne dovrai far colare nemmeno una goccia ne dovrai inghiottirla, dovrai tenerla tutta in bocca.

Le afferrò i capelli tirandole su la testa, mentre il ritmo di quello nel culo aumentava facendole sobbalzare le tette ad ogni affondo. Le venne ordinato di aprire la bocca l’uomo prese il cazzo in mano e con pochi sapienti colpi di mano iniziò a svuotarsi i coglioni con dei lunghi schizzi indirizzandoli dentro la bocca di Anna mentre gli appoggiava la cappella sulla lingua, gli spruzzi erano veloci uno dietro l’altro e fu difficile per lei fare quel che le era stato detto; poi l’uomo si strizzò bene l’asta facendo in modo che anche l’ultima goccia le colasse in bocca.

– Io ho preso tutto quello che volevo e mi sono scaricato, chi &egrave il prossimo?

Disse rivolgendosi ai presenti, un ragazzo sui trent’anni che si era segato lentamente alla vista di quello spettacolo si avvicino con passo deciso si mise di fronte ad Anna con il cazzo ben duro stretto in una mano ed accelerò il ritmo.

– Io sono pieno e voglio allagarle la bocca

Tutti risero e si avvicinarono per guardare meglio; le spinte nel culo di Anna la costringevano a fare molta attenzione alla sborra che aveva in bocca perché il suo oscillare poteva far fuoriuscire qualcosa.

– Ricordati che devi tenerla tutta in bocca troia adesso finisci l’opera e segami, poi pulisci tutto e tienilo in bocca fino a che non si ammoscia.

La donna lasciò i cazzi che aveva nelle mani , abbrancò con la destra quello che aveva di fronte e con la sinistra iniziò un massaggio alle palle, il movimento diede i suoi frutti ed appena sentì le contrazioni dell’uccello avvicinò la bocca ed appoggiò le labbra sulla cappella aspirando tutto, trattenendo la sborra in bocca che andò a mischiarsi con la precedente, roteando la lingua intorno alla cappella per pulirla. Il ragazzo accontentato si spostò per lasciare spazio agli altri..

– E sono due vediamo se riesce a tenerne un altro po’

Disse ridendo l’ uomo che la stava inculando…

– Adesso tocca a me, spostatevi e tu troia fai il tuo dovere

Sfilò senza cura il cazzo dal culo, si spostò davanti alla sua bocca e glielo infilò per metà, segando velocemente la parte che era rimasta fuori; dalla bocca di Anna si udivano dei rumori di sciacquettio provocati dalla quantità di sborra contenuta poi l’uomo si fermò ed iniziò ad eruttare. L’ uccello per tutto il tempo della sborrata rimase fermo nella bocca di Anna l’uomo diede solo dei lievi colpi su e giù sull’asta con la sua mano destra che facevano sbattere la cappella contro il palato. La sborrata era più corposa delle altre e malgrado tutti i suoi sforzi non riuscì a fare quello che le era stato chiesto…da un angolo della bocca iniziò a fuoriuscire un rivolo di roba bianca che seguendo il profilo del viso le colava sul mento, poi sul collo. Tutti commentarono la cosa ridendo del fatto che le avevano riempito la bocca e che era talmente tanta che non riusciva a contenerla tutta

– Te lo avevo detto che questa troia non sarebbe riuscita a tenere tutta la sborra in bocca. Quindi visto che l’ha fatta cadere adesso dobbiamo riempirgliela di nuovo.

– Ci pensiamo noi che siamo ancora carichi

Gli ultimi due rimasti, si fecero avanti, finalmente era arrivato il loro turno misero i cazzi nella mani di Anna e le ordinarono di segarli per portali in tiro, mentre con le mani si impossessavano del suo corpo esplorandolo ovunque…
Uno di questi la prese per i fianchi si avvicinò con la bocca al suo orecchio destro e con voce bassa le disse:

– Mettiti a pecora, adesso tocca a me, voglio infilarti il cazzo tutto nel culo ed anche se mi sembra abbastanza largo ed usato, voglio la mia parte ma prima apri la bocca voglio vedere quanta sborra hai dentro.

Anna girò la testa ed aprì la bocca facendo vedere a tutti che era piena di sborra, l’altro approfittò e mettendosi in ginocchio davanti a lei le sventolò il cazzo duro davanti…

– Avanti troia prendilo!

Anna non se lo fece ripetere due volte, facendo attenzione a non far colare la sborra prese la cappella tra le labbra iniziando a succhiare in modo vigoroso.

– No puttana non succhiare…. lecca la cappella.

L’altro inzuppò il cazzo nella fica e poi tenendole il culo aperto con le mani, lo spinse dentro; in quel momento Andrea apparve dal nulla, era compiaciuto di ciò che aveva visto, guardò i due rimasti all’opera e lanciò una sfida….

– Chi viene dopo sarà il primo ad entrarle nel culo la prossima volta…ci state?………

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