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Racconti di Dominazione

Tutto suo padre

By 16 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti lettori e lettrici,
il presente racconto, di pura FANTASIA, è ispirato da un post letto in un forum dove uno schiavo racconto di aver scoperto che i suoi genitori giocano sadomaso con la madre dominante ed il padre slave. Tra i commenti ricevuti ci sono parecchi apprezzamenti su come sarebbe bello se lui, restio dal venire allo scoperto con i suoi, fosse dominato dalla madre ed entrasse nei loro giochi con le dovute precauzioni sull’incesto.
Da quando ho letto il post la mia mente continua a frullare immaginandosi tale situazione dovuta anche al fatto che, da master virtuale, vivo il problema di alcuni miei slave che vorrebbero esporsi col partner per vivere ancor di più il loro stato di sottomessi,
Avrei gradito trasformare lo slave in una slave (risulterebbe più eccitante per un etero come me), ma la mia natura di master mi porta a non discriminare gli slave e quindi gli attori principali mantengono il loro sesso mentre i personaggi da me aggiunti saranno come piace a me.
Veniamo alla descrizione dei personaggi che ripeto INVENTATI (anche nei nomi)  nonostante la base reale:
–    Marco: il protagonista. Un giovane di 25 anni felicemente fidanzato e dominato dal Stefania. Fisico atletico e grande resistenza fisica al dolore. Molto ben dotato sessualmente e vergine di culo (almeno all’inizio). Tendenzialmente etero ed abbastanza riluttante a ricoprire ruoli sessualmente passivi (anche con la bocca), ma molto sottomesso alla sua padrona per cui accetta tutto quello che lei ordina.
–    Stefania: fidanzata e padrona del protagonista. Bella donna slanciata ed amante del vestire bene e provocante (quale arma migliore per tenere un uomo al guinzaglio?). Di anni 23 ed una terza di seno molto ben portata. Non ama gli abiti in pelle ma il suo guardaroba è ricco di biancheria provocante con gonne e pantaloni attillati che lasciano ben poco alla fantasia e patte di maschietti ben gonfie. I suoi tacchi raramente scendono sotto i 6 cm.
–    Ludovica: madre di Marco e moglie e padrona di Giovanni. Donna di 45 anni molto ben portati. Quasi nessuna ruga solca il suo viso e l’attività fisica svolta le impedisce di avere cellulite suo  culo perfetto e le gambe molto ben tornite. Quarte di seno ed imponenza da far invidia ad una regina. Il suo abbigliamento molto più severo di Stefania ma non per questo meno sexy. La sua professione (professoressa di matematica) l’aiuta a darle quell’aria di superiorità per cui tutti gli umani con carattere non deciso sono impossibilitati a non ubbidire ad una sua richiesta.
–    Giovanni: padre di Marco, marito e succube di Ludovica. Dirigente di una grande azienda molto duro sul lavoro ma nullo al cospetto della moglie. Molto severo con Marco da cui pretende impegno nello studio e nella vita. Come il figlio mostra un fisico invidiabile ed un’attrezzatura sessuale da poter far felice molte donne. A differenza del figlio è violato anche nell’ano pronto a ricoprire anche ruoli passivi qualora la moglie e padrona lo dovesse desiderare.

Altri personaggi saranno aggiunti durante il racconto e descritti man mano che ce ne sarà necessita. A beneficio dei lettori nella parte sottostante saranno aggiunti in breve descrizione:
–    Lele e Luisa: amici dei miei genitori. Entrambi trentenni. Luisa è anche l’estetista parrucchiera di Ludovica e spesso si reca a prestare le proprie opere a casa della cliente. Entrambi molto attraenti con Lele leggermente panciuto e Luisa praticamente priva di seno ma con delle gambe ben tornite ed abbigliamento sempre provocante.

Dopo la dovuta premessa aggiungo solo i miei ringraziamenti ai lettori da cui accetto suggerimenti e critiche via mail mastervirtulae@gmail.com

Un giorno come tanti mi ritrovo solo in casa (i miei a lavoro ed io liberò dall’università intento nella stesura della mia tesi). Come ogni giorno, quando sono solo, i miei primi doveri sono quelli verso la mia fidanzata e padrona Stefania.
Non essere sotto il suo sguardo severo non mi esime dal mio allenamento per diventare quello che lei vuole da me (un perfetto slave pronto a tutto per soddisfare ogni suo capriccio). Il rapporto tra me e Stefania è nato circa un anno fa dove per gioco, all’università, mi offrivo a portarle i libri, sbrigare le pratiche burocratiche, accompagnarla a casa (a volte spettando che lei si preparasse per poi accompagnarla a divertirsi), accontentando ogni suo capriccio anche prenderle il caffè mentre seguivamo una lezione o cederle il pranzo rimanendo digiuno. Tutto questo, circa 2 mesi fa si è concretizzato nel mio sogno: Dopo averla accompagnata a casa lei mi chiede (meglio dire ordina) di salire su da lei poiché dobbiamo discutere di cose che non sta bene farlo per strada.
Stefania, figlia di genitori divorziati ma straricchi, non volendo scegliere con chi dei due genitori vivere (li odia entrambi), raggiunta la maggiore età di è fatta comprare una casetta isolata dove vive da sola godendo anche di due ottimi vitalizi concessi di genitori. In casa, oltre le persone addette alla pulizia non c’è nessuno.
Salito in casa rimango sbalordito dallo sfarzo e lo splendido gusto con cui è arredata. Stefania mi fa accomodare nel salotto dove rimango in piedi  pervaso anche dal timore di sedermi (convinto di non meritarlo). Stefania liquida in pochi minuti la signora addetta a governare la casa dicendole che avrebbe pranzato e cenato fuori casa e che preferiva trascorrere la giornata in pieno relax. La signora, senza obiettare, quasi fosse abituata a vedere la sua datrice di lavoro (il termine padrona potrebbe portare in inganno poiché usato per identificare altri ruoli nel racconto), che le chiede di lasciare “campo libero”.
Orami soli, Stefania si avvicina a me ancora in piedi nel salotto e, con aria maestosa mi dice:”Che ci fai imbambolato in piedi? mettiti pure in ginocchio comodo mentre mi cambio”.
Mentre le si allontana lasciandomi solo, resto sorpreso e sento il cuore battere all’impazzata. Mi aveva letteralmente spiazzato. Sentendomi osservato da lei (anche se fuori dal mio sguardo, mi inginocchio ed aspetto la sua venuta.
Passa un tempo per me interminabile dove i miei pensieri si inseguono senza avere lucidità, le mie sensazioni sono varie e piene di paura lasciando prevalere la maggiore di tutte: eccitazione immensa che rigonfiano la patta fino a sentirmi scoppiare. Con i sensi a mille il primo a farmi vibrare e sussultare ancora di più è l’udito nel sentire il rumore di tacchi avvicinarsi al luogo dove mi trovavo inerme. Erano i passi di Stefania che, appena giunta in salotto si diede su un divano di fronte a me. Era bellissima, una vera dea,Indossava un vestito nero che arrivava poco più su del ginocchio, attillatissimo con uno spacco mozzafiato sul lato destro da cui si intravedeva il ricamo delle calze autoreggenti a rete (proprio rete in modo da disegnare la tela di un ragno)  La parte alta del vestito stringeva i seni in modo supergo e lasciava immaginare tutto, trucco scuro non volgare e stivali al ginocchio con tacco spillo da 12 completavano la visione celestiale davanti a me.
Con aria quasi superficiale e parlando di un discorso che per lei sembrava scontato comincia a parlarmi: “Mio caro Marco, ormai è giunto il momento di smettere di giocare. E’ palese il tuo desiderio di sottometterti a me e, dopo averti messo alla prova più volte, penso di poterti  esaminare per verificare se accettarti o meno come mio schiavetto. Vuoi che proceda?”.
Marco imbarazzatissimo ed eccitatissimo:”Si Stefania, sono io che te lo chiedo”
Stefania con aria seccata:”Vedo che c’è molto da lavorare. Cominciamo dalle basi: Chi ti ha concesso di chiamarmi per nome, chi ti ha autorizzato a darmi del tu? Per cominciare rivolgiti a me con rispetto dandomi del lei e chiamandomi Padrona”
Marco: “mi scusi, Padrona”, mentre accennava un inchino
Stefania: “Va meglio e già che ci troviamo continuiamo con l’educazione; ritengo che tu debba baciarmi i piedi ogni volta tu ne abbia possibilità come riverenza e, comunque, ogni volta che ci incontriamo e siamo soli. Ogni mio desiderio dovrà essere esaudito sempre anche in presenza di altre persone. Se non necessario non ti è concesso usare la parola e dovrai sempre essere vestito o nudo secondo le mie volontà. Ogni disubbidienza sarà giudicata e punita a mio insindacabile giudizio e piacere. Accetti?”
Marco: “Si, Padrona” e si abbassa a baciarle lo stivale
Stefania: “Cominciamo con l’esame. In piedi e spogliati”
Marco si affretta a rimanere in mutande e si pone davanti la sua dea con le mani a coprirsi il bozzo che si vede dalle mutande.
Stefania: “Vedo che sei duro di comprendonio, nudo significa via tutto e togli le mani dal tuo coso, anzi MIO. Le tue mani, a meno di ordini diversi dovranno sempre stare dietro la schiena come se possero legate.”
Denudato, Stefano mostra un pene notevole sia in larghezza che lunghezza in piena erezione.
Stefania, dopo averlo scrutato: “Vedo che sei ben armato, bene ma ricorda sempre che non ne hai più tu il controllo e dovrai usarlo solo con il mio consenso o sotto miei ordini. Mi divertirò con lui. Ora, visto che non voglio vederlo così, recati in bagno e riempi il bidet con acqua fredda, immergi il tuo pene finché non torna nella posizione di riposo. Ricorda che, in questa casa non ti è concessa privacy e quindi ti è vietato chiuderti dentro sia nelle stanze che in bagno”
Marco si precipita in bagno dove si lava con acqua fredda ma la sua mente non riesce a limitargli il controllo e, mentre armeggia per lavarsi non riesce ad impedire l’eiaculazione. La sua dea vede tutto ma …….
Tornato in ginocchio al cospetto della dea, baciato gli stivali si ferma con le mani dietro la schiena ed un pene a riposo (che comunque mostra la sua imponenza).
Stefania sempre più seria: “Bene, ispezione proficua ma ora vediamo di mettere alcun cose in chiaro prima di lasciarti scegliere del tuo futuro.
Quello che ti propongo è si fidanzarti con me. Si hai capito bene, fidanzarti con me. Io sarò la tua fidanzata e PADRONA. Come hai avuto modo di vedere io ci tengo molto alle MIE cose e non ho alcuna voglia di rovinarti per cui avrò molta cura di te ma sarò io a decidere tutto e tu dovrai solo obbedire. Essere il mio fidanzato non significa che ti appartengo ma SOLO che tu appartieni a me per cui io decido per me e per te. Il mio decidere significa anche che io decido se fare sesso solo con te oppure anche con altri uomini o donne a mio piacere e decido anche se tu hai diritto di fare sesso sia con me che con altre. La tua vita privata sarà salva in apparenza e, in presenza di altri, a meno di ordini diversi ti comporterai da fidanzatino modello rispettando i miei capricci ma con la dignità di una persona apparentemente normale.”
Mentre Stefania parla si reca dietro il povero Marco e gli infila un dito nell’ano molto stretto e continua:” A quanto pare il tuo culetto è inviolato e la cosa mi fa piacere, dopo vediamo quanto sei bravo con la bocca ma ora terminiamo le formalità con la risposta che ormai mi aspetto: VUOI ESSERE IL MIO FIDANZATO?”
Marco, sempre più imbambolato: “Si, padrona, non desidero altro che ubbidire ai suoi ordini.” Nel frattempo il suo membro riprende vita.
Stefania:” anche il tuo pene lo dice hahahahaha. Cominciamo con i primi ordini: Da oggi dovrai chiedermi il permesso per tutto, anche per uscire con amici, masturbarti, giocare con i videogiochi ed altro. Dovrai controllare la mail tre volte al giorno e darne prova in modo da sapere della mia volontà, rispondere al telefonino senza alibi o scuse, confessarmi ogni tua mancanza. ”
Detto questo  si prende un pochino di pausa nel discorso e poi sentenzia: “Bene, vedo che sono costretta a punirti ancor prima di terminare il preambolo. Mettiti in ginocchio con l’addome sul divano ed il culo esposto.”
Marco, quasi sbalordito ubbidisce senza controbattere e si inginocchia aspettando Stefania che nel frattempo si era allontanata.
Appena rientrata Stefania si avvicina a Marco mostrando un cane e ordinando: “Conta implorandomi di perdonare la tua mancanza.”
Primo colpo e Marco:”uno, voglia perdonarmi per la mia mancanza”
Secondo colpo:”due, voglia perdonarmi per la mia mancanza”.
Al decimo colpo il sedere di marco era bello rosso e Stefania gli chiede:”Bravo il mio servetto, ma di quale mancanza mi stai chiedendo di perdonarti?”
Marco, avendo rimosso i suoi errori:”Il suo misero schiavo non lo ricorda e la implora di perdonarlo comunque.”
Stefania:”Il mio schiavo ha la memoria corta o crede che sia stupida? Nel dubbio mi accerto che in futuro confessi tutte le sue mancanza anche se fatte in bagno”
A Marco si accende la lampadina ed implorante ai piedi di Stefania”Mia Padrona, mi scusi per essere venuto ma non è dipeso dalle mie volontà, il mio corpo ha reagito per me” e bacia i piedi della dea.
Stefania:”Il tuo corpo e mio e risponde ai miei ordini, chiaro. Voltati e conta di nuovo”.
Dopo altri 15 colpi come i precedenti Marco è impossibilitato a sedersi senza dolore e la padrona lo  rimette in ginocchio ad ascoltare il resto delle sue volontà:”Ora mio caro schiavetto, sei mio ed è mia volontà che ti occupi di me e della mia casa. Da domani e tre volte a settimana starai qua a pulire e rassettare tutto in compagnia della governante che tra un mese sarà licenziata poiché sarai tu ad occuparti di tutto oltre che dello studio e del tuo futuro lavoro. Ora vienimi vicino”. Detto questo, prende un collare con guinzaglio e lo lega al collo di Marco conducendolo gattoni a conoscere la casa.
Spiccano nella visita una stanzetta piccola con un lettino ed un piccolissimo guardaroba che Stefania chiama la camera di Marco dove riporre le sue cose da schiavo quando non sarà in casa e le sue cose da ragazzo quando sarà in casa. Rimasta nel mistero una porta misteriosa che Stefania mostra come la stanza della maturità il cui accesso sarà concesso solo quando il fidanzamento diventa cosa matura per tutti.
Terminata la vista, Stefania si siede sul divano e tira il collare di Marco ordinando:”Ora fai godere la tua padrona, vienimi tra le gambe ed annusami prima di togliermi le mutandine e leccarmi il sesso. Mostrami che sei un buon amante, orami sei il mio fidanzato e mica vorrai che si dica che non sai far godere la tua ragazza hahahahahahaha”
Marco, frettolosamente ubbidisce ma la sua inesperienza rende la cosa quasi goffa al punto che Stefania gli ordina: “Devi imparare per cui tutte le sere, prima di andare a letto lecca una spugna parzialmente imbevuta e mettici vero impegno, sarà come leccare una figa, la mia figa” ed allontana il povero Marco con un calcio prima di cominciare a masturbarsi
Marco inebetito ed eccitatissimo si affretta a leccare gli stivali della dea che, dopo aver goduto ordina: “Ora pulisci con la spugna che sta in bagno, non meriti ancora di bere il mio nettare, ti aspetto in cucina”
Terminata la pulizia, marco si reca dalla sua dea e si pone in ginocchio l suo cospetto che ordina:”Siccome sei inesperto, ed io non voglio essere cattiva col mio ragazzo, scegli 5 cose da questa lista che saranno considerati i tuoi limiti momentanei a cui non ti sottoporrò . Affronteremo ogni limite ad ogni evento saliente del fidanzamento:  primo bimestre, primo trimestre, primo anno, secondo anno, terzo anno”.
Marco prende la lista composta da 10 clemenze e sceglie: “Verginità anale, rapporti con altri uomini, CBT, mangiare feci, prestito ad estranei”
Stefania molto divertita commenta:”Bene bene, vedo che ci tieni al tuo culetto. Ti tranquillizzo su due punti: non mi piace farti mangiare feci per cui non credo lo farò spesso ma non posso  escludere quando sarai in prestito, il CBT lo uso sol per torturare e non per divertirmi. Ora rivestiti e vai a casa, controlla la mail che ci sono i primi ordini di addestramento”.
Marco si riveste e bacia i piedi della sua fidanzata prima di congedarsi e tornare a casa.

Trascorsi i primi due mesi di indottrinamento in cui Marco esegue gli ordini di Stefania che lo sta facendo diventare uno slave provetto, ritorniamo all’inizio del racconto dove il nostro eroe si trova solo a casa ad eseguire ordini di ammaestramento.
L’ammaestramento attuale è quello di indossare scarpe col tacco 12 e sostenere tutte le posizioni che uno schiavo deve tenere nel servire la sua padrona “in ginocchio, in piedi a gambe divaricatissime,piegato a 90°, in posizione di ispezione, pronto alle legature e quant’altro”. Nel momento in cui, dopo aver fatto gli scatti, deve mandare le immagini alla sua padrona via mail, scopre che il suo PC non riesce a connettere ad Internet. Unica possibilità è violare lo studio del padre ed usare il suo PC. Dopo vari tentativi scopre la password di accesso (la data del matrimonio) e si precipita ad inviare le mail alla sua padrona.
Prima di staccarsi dal PC, Marco viene incuriosito da una cartella portante come nome una data che coincideva con l’anniversario di matrimonio. Visto che i genitori hanno sempre espresso il desiderio di festeggiare l’anniversario con un fine settimana fuori casa e mai nulla è stato raccontato, la curiosità di Marco gli impone di aprire la cartella e scoprire le immagini in essa contenute.
Con grande sorpresa Marco scopre che i genitori si dilettano in giochi sadomaso dove la madre domina il padre. Marco si eccita moltissimo nel vedere sua madre sexy e vera dominatrice provando anche una grande invidia nei confronti del padre. Ancora con le scarpe col tacco Marco non riesce a non masturbarsi e godere di quanto visto ma, conscio del suo ruolo di slave manda una mail alla sua padrona in cui dice:”Mia dolcissima e severissima padrona, il suo slave deve confessarle di esser venuto meno ad un suo ordine e si è masturbato godendo. Conscio di meritare una punizione severa per quanto fatto, mi rimetto alla sua clemenza attendendo con angoscia il supplizio”
L’ordine di Stefania non tarda ad arrivare via mail:”Comunica ai tuoi genitori che stai fuori per il fine settimana e recati venerdì sera a casa mia, pulisci tutto ed aspetta il mio rientro inginocchiato sul riso crudo e dopo aver bevuto 2 litri d’acqua senza andare in bagno”
Era di venerdì ed il nostro Marco a pranzo nel pieno mutismo (dovuto anche al suo imbarazzo nel vedere i genitori con occhi diversi), comunica ai genitori che vorrebbe trascorrere il fine settimana fuori a casa di amici, “o della fidanzata hihi” sogghigna il padre dandogli una pacca sulla spalla. Mentre Marco arrossisce, la madre risponde“Divertiti figlio mio, vuol dire cha anche io e tuo padre andremo in campagna con Lele e Luisa”. Marco imbarazzato: “Divertitevi e portate qualche fungo”, controbattuto dalla madre: “divertiti e non portare bambini per ora hahaha. Vedi che si vede che sei innamorato, quando ce la farai conoscere?”, “Al momento giusto” ribadisce arrossendo Marco.
Lasciata casa propria Marco si dirige a casa della sua dea dove, appena giunto, rimane in mutande ed indossa il collare (la sua divisa da schiavo per il momento) e si reca a pulire tutta la casa. Terminato i lavori, come da ordini di inginocchia sul riso in prossimità della porta ed aspetta Stefania.
Stefania rientra in tarda serata con in mano un pacchettino ed un’aria severissima.
Marco le bacia le bellissime scarpe decolté tacco a spillo da 12 ma lei con un calcetto lo fa arretrare facendogli segno di seguirlo. Giunti in camera da letto Stefania si fa spogliare rimanendo in un bellissimo intimo nero di pizzo, ordina di farsi togliere le mutandine con la bocca e di denudarsi.
Lega le mani di Marco dietro la schiena e gli ordina di farla godere senza che a lui sia concesso. Molto umiliato Marco esegue come sa fare e fa godere la sua padrona per ben 2 volte. Dopo essere stato costretto a bere gli umori della padrona, senza che lei si riveste comunico al suo slave che ha fame.
Marco bacia i piedi della padrona con un pene strapieno e sofferente “Padrona, mi scusi l’ardire ma ho impellente necessità di recarmi in bagno”.
Stefania:”Non credo sia più urgente della mia piccola fame per cui sbrigati che tra 5 minuti sono in cucina a mangiare”.
Marco dolorante si reca in cucina e prepara per la sua padrona  una buonissima cena con vino ed acqua minerale poi si inginocchia ai piedi del tavolo con la sua ciotola attendendo il suo arrivo.
Stefania, vestita con il solo reggiseno e scarpe si siede al tavolo e lascia che il suo schiavo la serva. Mentre si siede a mangiare chiede allo schiavo (come ama fare), di leccarle le scarpe. A metà della cena versa circa mezzo litro di acqua nella ciotola dello schiavo ed ordina di bere. Marco, oramai esausto dai dolori alla vescica implora:”la prego padrona, sto scoppiando”. Incurante dei lamenti fa segno allo schiavo di bere e di farlo con le mani legate porgendogli delle manette che lui subito indossa.
Dolorante e lentamente Marco consuma il suo supplizio mentre Stefania termina la cena e si dirige in salotto ordinando allo slave di seguirlo.
Sedutasi in salotto guarda fisso lo slave e gli ordina di sdraiarsi sul tavolino (stando sempre con le mani legate). In quella posizione Stefania si stende sulla faccia di Marco ordinando gli di leccare mentre lei lo masturba con l’ordine perentorio di non venire e che gli sarà concesso di andare in bagno solo se riesce a trattenersi. Il pene del malcapitato si fa subito durissimo, aiutato anche dalla vescica piena per cui la padrona consuma la sua umiliazione:”Ora vai in cucina e prendi la tua ciotola”.
Marco si rialza dolorante e porta la ciotola con la bocca (le mani sono sempre legate). Ora in ginocchio con la ciotola in mezzo alle gambe e chiedi perdono per quanto fatto. Marco ormai rosso dal dolore, si inginocchia, bacia i piedi della padrona e:”Padrona, mi perdoni per la mancanza, la punizione che subisco è dovrò ancora subire è nulla rispetto al dispiacere che provo nell’averle disubbidito”.
Ridendo Stefania ordina:”Libera pure la tua sudicia urina nella tua ciotola e non farne cadere neanche una goccia”.
Avendo le mani legate e non potendo dirigere il getto, inevitabilmente Marco fascia cadere qualche schizzo fuori dalla ciotola e la padrona lo obbliga a pulire con la bocca. Terminato il tutto, con aira severa la padrona si siede sulla poltrona ed ordina a Marco di avvicinarsi:”Caro Marco, sono molto delusa dalla tua mancanza anche perché non avevi motivo per eccitarti ma lo hai fatto solo per disubbidire per cui la punizione non sarà solo quella fisica che hai subito ma seguirà anche una punizione psicologica molto forte a cui dovrai sottostare”.
Marco:”Mi perdoni padrona ma………” si interrompe.
Stefania prende il pacchettino che aveva con se e libera le mani allo schiavo. “Aprilo” ordina.
Con gran stupore dello schiavo dentro vi è contenuta un perizoma in pizzo da donna bianco. “Indossalo” ordina ”da stasera cominciamo il tuo processo di femminizzazione così, da donna, sarai meno tentato ad usare il tuo cazzetto senza motivi validi”.
Con gran fatica, Marco riesce a tenere dentro il triangolino il suo membro ed indossa quello che è la sua nuova divisa da schiavo. Tornato in ginocchio ai piedi della padrona Marco balbetta:”Padrona, io dovrei, nulla” e Stefania:”Cosa c’è amore mio, qualcosa ti tormenta? Non ti vedo nel pieno delle tue forze”
E Marco:”In verità mia padrona, l’eccitazione è stata stimolata da un evento improvviso ma non so se….”.
E Stefania:”sono o non sono la tua fidanzata, la donna con cui vorrai trascorrere e dedicare la vita? Apriti”
Marco:”Bè per inviare le mail alla mia padrona ho dovuto usare il PC di mio padre ed ho scoperto ………”
Stefania:”hahahahahahahaha e bravi i miei suoceri! Comunque la punizione che meriti non te la toglie nessuno, ora prepariamoci per dormire” e si dirige verso la camera da letto ordinando a Marco di prendere del riso crudo e seguirla.
Giunti in camera da letto Stefania pone del riso ai piedi di un tavolinetto posto alla fine del letto ed indica a Marco di inginocchiarsi e prontamente ubbidisce. Dopo aver legato le gambe di Marco ai piedi del tavolino Stefania si siede a gambe aperte davanti al suo uomo e si fa leccare mentre pensierosa vive nel suo modo.
Poco dopo Stefania si alza di scatto e versa altro riso sul tavolinetto dove vi lega Marco e, dopo essersi fatta leccare i piedini si mette a dormire.
Per Marco la notte è lunga con mille pensieri e il dolore fastidio di dover giacere in ginocchio col riso (soprattutto per le ginocchia) ma, esausto si addormenta a notte fonda.

Capitolo 3- Verso il fidanzamento ufficiale
La mattina seguente Stefania, abbastanza  eccitata, libera Marco e gli ordina di preparare la colazione e di portagliela a letto entro 15 minuti.
Marco, dopo aver baciato i piedi della sua padrona, corre in cucina e prepara latte caldo, caffè, biscotti e brioches calde per la sua padrona.
Messo tutto su di un vassoio, si reca nella camera da letto e, inginocchiato ai piedi del letto, porge la colazione alla sua dea.
Stefania sembra molto contenta e, mentre consuma la sua colazione, ordina:”Vestiti presto ed usa come intimo il tuo essere donna”. Marco si precipita mettendo a fatica il suo pene parzialmente carico nelle mutandine da donna ed indossando pantaloni, camicia e scarpe.
Torna in ginocchio ai piedi del letto giusto in tempo per prendere gli avanzi della colazione e mettersi al servizio della sua dea.
Stefania ordina al suo schiavetto di aiutarla a vestirsi con intimo di pizzo bianco, calze nere, pantalone nero a sigaretta, camicia di tulle bianca e scarpe decolté laccate nere tacco 12. Stefano era lieto di essere vestito perché, nell’aiutare la sua dea non ha potuto evitare un’erezione.
Terminata la vestizione, Stefania ridente ordina:”Non voglio indagare stamattina sullo stato del MIO membro maschile che porti nelle mutande ma ti garantisco che lo domeremo meglio. Oggi usciamo a fare spesa per te, contento amore mio?”
Marco:”Si mia padrona, lei è molto buona con me”.
Scesi in macchina Stefania ordina al suo Marco di recarsi ad un centro commerciale molto lontano dalla loro abitazione. Scesi in giro per negozi la bella Stefania stuzzica il suo marco davanti in ordine:
–    Una vetrina di scarpe dove mostro un bel paio di sandali da schiava tacco 12.
–    Abbigliamento femminile dove mostra una gonna nera poco sopra il ginocchio ed un camicetta bianca molto scollata
–    Abbigliamento intimo dove mostra un bel paio di calze nere a rete fitta mostrate con mutandine di pizzo molto succinte e reggiseno in tema
Esausti Stefania si reca presso un self service e si fa servire da pranzare da Marco lasciandolo a digiuno seduto accanto a lei. Mentre pranzava stuzzicava il malcapitato dicendo se gli avrebbe fatto piacere vedere quei capi indossati. Marco, avendo quasi la bava alla bocca e vittima di una possente erezione, reagisce con orgoglio immaginando la sua dea vestita in modo così sexy e non volgare al pubblico. Il suo commento fu esemplare: “Mia padrona, una donna non potrebbe essere vestita meglio senza essere volgare”.
Stefania ridendo:”Vedo mio porcellino, recati in bagno e svuota le tue palle o mi farai fare una figuraccia”.
Marco imbarazzatissimo sussurra:”Si padrona, mi perdoni” e Stefania:”Non preoccuparti, rimedieremo hihihi”.
In bagno Marco da sfogo a tutte le sue capacità per godere prima possibile e si reca in fretta dalla sua dea per non suscitare apprensioni.
Tornato al tavolo, trova la sua dea che gli ordina di prenderle un caffè.
Tornato col caffè ascolta il nuovo ordine:”Mangia anche tu e fa in fretta che abbiamo molto da fare”, mentre indica il piatto con gli avanzi.
Marco si precipita a consumare il suo pasto mentre la sua dea beve il caffè poi, Stefania, ridendo:”ora andiamo a soddisfare le tue fantasie erotiche hihi”.
Marco molto eccitato, stenta a trattenere la sua eccitazione e segue la sua dea pendendo dalle sue labbra.
Giunti davanti al negozio di intimo, Stefania indica l’indumento alla commessa mentre Marco si guarda in giro immaginando parecchi di quei capi indosso alla sua dea.
Stefania intanto, appartata con la commessa scrutano Marco ridacchiando.
Mentre la commessa sparisce nel magazzino, Stefania fa cenno al suo amore di seguirla vicino ai camerini vuoti.
Da lontano la commessa fa segno ai due di non recarsi nei camerini ma di mettersi più comodi all’interno del magazzino.
Marco, eccitato, segue la sua dea immaginandola stupenda dell’intimo scelto.
All’incrocio con la commessa Marco riceve in mano l’intimo agognato e segue la sua padrona e la commessa in un’aera del magazzino isolata. Tutti e tre entrano in una stanza per garantire la loro privacy e la commessa comincia a descrivere i capi: “Il completo mutandine e reggiseno è molto fine con tulle che coprono il pube lasciando intravedere poco alla parte coperta ma sufficientemente stretto per far comprendere cosa nasconde. Il reggiseno abbinato di pizzo con tulle che scendono dalla parte alta in modo da ondeggiare ed offrire sensualità ai movimenti. Le calze fini e delicate che nascono una pelle vellutata valorizzandone le forme grazie ad un’aderenza perfetta rafforzata alle cosce in modo da non cadere”.
Stefania sorridente ma severa:”cos’aspetti idiota, fammi vedere come ti stanno”.
Marco:”Scusa Stefania, ma stiamo acquistando per me questa lingerie?”
Stefania:”Certo amore mio, cosa credevi hihihihi”
La commessa irrompe in una fragrante risata insieme e Stefania.
Marco si spoglia in modo molto lento imbarazzatissimo e il mondo gli cade addosso quando rimasto in mutandine da donna mostra un’erezione da paura e la peluria sulle gambe e sul petto a mostrare il suo essere inutilmente, anzi dannosamente uomo.
Tra le risa la commessa suggerisce a Stefania di acquistare delle calze nere più spesse per coprire la peluria anche se rende il tutto meno sexy. Stupita dalla grandezza del sesso dell’uomo, la commessa chiede inoltre se può occuparsi lei a far rientrare l’eccitazione offrendo uno sconto del 50%.
Stefania accetta purchè lei resti presente e controbatte, ti concedo anche la penetrazione protetta se in cambio gli offri  una canotta bianca e due paia di calze in lana nere e grigie.
La commessa era una donna cinquantenne grassa e poco attraente che non esercitava attività con veri uomini ormai da tanto tempo e non vedeva l’ora di gustarsi un simile arnese.
Rivolto a Marco:”Dai porco, sfoga il tuo istinto animale. In ginocchio e leccale la figa”
La commessa mentre si alzava la gonna e toglieva le mutandine:” Togli quei capi o si sporcano e vienimi tra le gambe”
Marco, ormai abbastanza esperto con la lingua porta subito prossima all’orgasmo la grassa donna  la quale lo interrompe e, messasi sopra di lui si impala (mettendo prima il profilattico) fino al proprio orgasmo mentre il povero Marco eiacula dentro il profilattico.
Mentre il povero Marco si riprende, la commessa impacchetta i beni acquistati e regalati e si rivolge a Stefania:”con l’intimo acquistato ci vorrebbero un bel paio di scarpe ma, coi calzini che indossa potrebbe acquistarle larghe per cui aggiungo questi gambaletti in omaggio da indossare subito”.
Stefania:”visto com’è gentile la signora? Indossa i gambaletti e rivestiti, poi ringrazia e saluta come si deve ad una signora e non dimenticare di portare via i tuoi liquidi”.
Umiliatissimo, Marco segue gli ordini della sua dea e resta con il profilattico pieno di sperma in mano non sapendo dove riporlo. Stefania gli molla uno schiaffo mentre la commessa rideva divertita, e ordina:”bevi tutto e mettiti il vuoto in tasca, devo sempre dirti tutto?”.
Ancor più umiliato succhia il contenuto del profilattico e si avvia a seguire la sua padrona.
Prima di uscire bacia la mano della commessa che, rivolgendosi a Stefania: “Potresti fittarmelo ogni tanto, sai uscire con lui ai miei ordini  alzerebbe il mio status sociale”. “Vedremo, quando lo riterrò pronto, lasciami i tuoi contatti”, sorride Stefania prendendo il bigliettino da visita della commessa.
Ormai conscio del suo destino, Marco segue la sua padrona nel negozio di abbigliamento dove prova gonna e camicetta in modo deciso nel privato di un camerino con la sola supervisione di Stefania.
Tutto torna difficile quando si recano nel negozio di scarpe da donna. Due commessi, vedendo la bellezza di Sefania si precipitano per servirla ed il vincitore, fiero di averla fatta in barba al collega, si prodiga nel mostrare i pezzi più belli presenti in negozio. Stefania, gongolante dell’accaduto si fa mostrare un paio di decolté tacco 10 che si abbina alle calze di lana che fiera mostra al commesso (si immagini l’imbarazzo di Marco)  e dei sandali da schiava tacco 12.
Quando il commesso si presenta con le scarpe da misurare si inginocchia per calzarle ai piedi di Stefania la quale ridendo dice:”No grazie caro ma mi serve un 39 per la mia amica” e fa cenno all’imbarazzatissimo Marco di sedersi e togliere le scarpe. La commessa alla vista di ciò che sembrano due collant si alza e borbotta:”mi sono affannato per un culattone” aumentando l’imbarazzo di Marco e le risa di Stefania che, per divertirsi ancora di più fa misurare a Marco ben 7 paia di scarpe prima di scegliere quello che già aveva scelto, nel dirigersi alle casse per consentirgli di pagare conversa col collega:”quel frocietto  si gode quella strafiga e noi a pane e acqua, è talmente………., magari non la fa neanche godere, cammina con sotto le calze da donna (indicando i gambaletti che Marco indossava e che si intravedevano ancora sotto i pantaloni dopo aver fatto bella mostra mentre provava le scarpe).
Marco non vedeva l’ora di terminare quell’incubo e si sentiva una pezza da piedi ma il suo amico in mezzo alle gambe la pensava diversamente visto che aveva fatto di nuovo capolino sopra le mutandine e non riusciva a trattenerlo.
Giunti a casa, Stefania si adagia sul divano e, dopo essersi fatta baciare e massaggiare i piedi, ordina:”Dai amore, vediamo come ti sta quello che ti ho regalato oggi”.
Mentre Marco remissivo si spoglia fa capolino il suo pene bello duro e Stefania, finta spazientita osserva:”Ma quel coso non lo sai proprio tenere a bada!!”.
Terminata la vestizione, Marco sembrava proprio una travestita alle prime armi soprattutto col suo goffo camminare sui tacchi. Guardando il suo Marco gli ordina:”Vieni qua  ed inginocchiati”.
Appena al suo cospetto, Marco le bacia i piedi:”Padrona, mi sento veramente a disagio, sono pronto a servirla su tutto ma questo mi umilia”
Stefania:”Ti umilia essere simile ad una donna? Vedo che non capisci nulla ma ora bado io a te e tu obbedirai per cui da adesso, ogni volta che sarai in questa casa indosserai solo la biancheria da donna e le scarpe tacco 12 per imparare a sculettare e camminare bene. E’ cominciato il tuo processo di femminizzazione mio caro, perché io ti voglio sempre disponibile e pronto sia da uomo che da donna. Anzi, sarete in due ora a servirmi: tu Marco e la tua alterego Mercedes, chiaro!!!”.
Marco (Mercedes): “Si mia padrona e le bacia i piedi”.
Dopo 15 giorni di addestramento a camminare sui tacchi ed indossare biancheria intima, la nostra Mercedes comincia a sembrare una vera donna e Stefania, visto l’imminente compleanno di Marco una sera convoca il suo schiavo e, inginocchiato al suo cospetto ordina:”Mio caro, sono soddisfatta di te ma è arrivato il momento di ufficializzare il nostro fidanzamento per cui Venerdì, giorno del tuo compleanno, voglio invitare i tuoi genitori a qui casa e fammi fare bella figura!”.
Marco: “Ma padrona, non so la reazione dei miei, come potrò giustificare ……”
Stefania ridendo:”Stupido hihi, i tuoi genitori sono come noi e non potranno che apprezzare, tranquillo e, se poi non dovessero, poco importa, io sono in grado di ospitarti e godere di te se vorrai andartene di casa altrimenti, puoi anche andare via, QUELLA E’ LA PORTA” indicando la via d’uscita.
Marco quasi in lacrime:”Padrona, la prego, ………………………………… farò come lei ordina”
Stefania:”Bravo ora tieni questo foglietto poiché ci sono gli ordini da eseguire per il tuo compleanno, non ci vediamo più prima e ti accetterò solo se i tuoi genitori saranno con te!”

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