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Racconti di Dominazione

UN INCONTRO INATTESO

By 27 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Pensavo che fosse una tra le giornate peggiori della mia vita e non sapevo invece quanto mi stavo sbagliando.
Il fatto è che era iniziata veramente male: dei tre appuntamenti che avevo, due erano saltati.
Il mese stava per finire ed il mio fatturato era quanto mai lontano dal risultato che il direttore mi aveva richiesto.
Giravo praticamente a vuoto per la città non sapendo come far passare le ore per l’unico incontro rimasto fissato solo per il tardo pomeriggio, la mia ultima opportunità.
La giornata era splendida, il cielo luminoso e il sole era caldo ma senza esagerare.
Parcheggiai la macchina vicino ad un bar, proprio nelle vicinanze di un parco, ordinando un caffè. Ad un tratto vedo passare una ragazza’ una gran bella ragazza.
Man mano che si avvicinava si distinguevano sempre meglio le sue forme: alta all’incirca sul metro e mezzo, indossava una minigonna non vertiginosa ma con uno spacco laterale che era un invito ad intrufolare una mano per scoprire quanta grazia si celava al suo interno.
Un paio di calze bianche, capelli biondo scuro poco sotto il collo e, mentre si avvicinava, vedevo un paio di tette, forse di una terza misura, niente male.
Orami era a circa 4 o 5 metri da me e distinguevo chiaramente il suo volto regolare, un nasino sbarazzino leggermente all’insù, grandi occhi marroni e vispi di chi sa cosa vuole e sa come fare per arrivarci.
I suoi seni sembravano sfidare la forza di gravità e il reggiseno, che certamente indossava, era certamente ininfluente allo scopo.
Eccola a 2 metri.
Lo spacco della gonna ora era ben visibile e faceva intravedere le calze autoreggenti e, quando portava la gamba in avanti, anche la sua coscia era generosamente mostrata ben tornita e proporzionata alla sua statura’ l’insieme era uno spettacolo.
E’ ad un metro da me’ apro la bocca per dirle qualcosa e mentre lei mi guarda di sfuggita resto senza parole perché solo a quella distanza avevo potuto notare che i capezzoli erano sodi e diritti, appuntiti come se fosse eccitata’
Quella visione mi sconcerta’ eccola è davanti a me’ è bellissima, sexy, giovane e fresca’ provocante, ha tutto per farmi impazzire pensai.
‘ Prendi un caffè?’ chiesi e subito mi resi conto che dal tono della mia voce non era partito un gentile invito a sedersi ma quasi un ordine perentorio a farlo.
Lei fa ancora due passi e poi di colpo si ferma aspetta qualche attimo e poi gira la testa bionda e mi guarda fisso con intensità.
Io già mi aspettavo di essere ripreso per il tono che involontariamente avevo usato.
‘Dici a me?’ ed io di rimando ‘Beh siamo soli’ a chi altre avrei potuto dirlo’ risposi.
Mi aspettavo ancora una sua reazione sdegnata e invece lei con un leggero sorriso ma senza girare il suo corpo, fa due passi indietro e si posiziona davanti a me.
In quegli istanti in cui è rimasta ferma con il volto girato verso di me ed il corpo in avanti ho avuto modo di vedere anche uno splendido culo a mandolino, pronunciato quanto basta, ben tornito, proporzionato al suo corpo e, avrei giurato, molto sodo.
‘Siediti’ dico senza cambiare volutamente il tono della voce e lei, scansando una sedia per farsi posto, si accomoda vicino a me.
‘No, non qui da questo lato ma da quest’altra parte’ accomodati’.
‘Perché qui?’ mi chiede ‘perché voglio vedere bene lo spacco della gonna e quello che c’è sotto’ rispondo.
E lei, accontentandomi gira dall’altro lato e si siede.
‘Ciao sono Antonio’ dico mentre lei ‘ciao Pamela’.
Avrei voluto scusarmi per il tono usato ma poi preso dalla sua vicinanza ripresi ad osservarla con più attenzione.
Gli occhi donavano una luce intensa ad un volto già solare di suo, le labbra erano ben disegnate provocanti e carnose ma non procaci’ insomma era tutta roba di madre natura.
‘Mi hai chiamata per studiarmi?’ mi disse ad un tratto, ‘no’ risposi ‘ti ho chiamata per un caffè’ ma guardarti è uno spettacolo’però sappi che le domande le faccio io’ ok?’ terminai quasi scherzando.
‘Ok’ mi disse seria ‘allora chiedi”.
A dire la verità non mi aspettavo tanta rinuncia da parte sua, tanta arrendevolezza, però decisi di continuare sul quel tono ed abbassando un pochino il tono della mia voce le chiesi ‘Sai che sei una gran fica?’ dissi tutto d’un fiato, senza preoccuparmi molto delle parole usate.
‘So che non passo inosservata”, ‘ma neanche lo vorresti’ aggiunsi io ‘ oh no, certo che non lo vorrei’ mi piace essere guardata” ”ammirata e desiderata”, conclusi io interrompendola di nuovo.
‘Anche tu non sei male’ disse ‘grazie ma mi piace più parlare di te’ ‘.
In me si fece largo il pensiero che mi trovassi davanti ad una di quelle ragazze a cui piace essere comandata e le richieste per quanto inattese, divengono ordini da eseguire senza alcun commento’ il gioco mi stava eccitando anche se avevo paura di fare o dire qualcosa che potesse modificare l’indubbio la situazione e il suo stato emotivo, tanto da farmi perdere quel vantaggio che sentivo di avere nei suoi confronti.
‘Dimmi’ mi incitò ancora.
‘Beh vedendoti arrivare o pensato che tu hai una terza di seno è esatto?’.
‘Si una terza di seno, una 42 di taglia, 37 di piede, ho 26 anni e non sono vergine”.
‘Beh questo lo immaginavo’ come potresti essere vergine’ significherebbe vivere in un mondo di ciechi”.
‘Senti cosa facciamo: adesso saliamo in macchina, ci addentriamo nel parco e ti mi fai vedere come sei fatta’ tutta’.
‘Ma veramente io non pensavo che” ed io interrompendola per l’ennesima volta dissi ‘dai non mi fare storie’ oggi è già una giornata complicata’ prendiamoci qualche minuto di libertà” e lei, finendo di bere il suo caffè rispose ‘Ok’andiamo..’.
Quasi non riuscivo a crederci ma Pamela mi stava dicendo di si a tutto e senza batter ciglio ormai ero certo che il suo ruolo fosse quello di essere una schiava, una a cui piace l’essere diretta e comandata che non obietta mai e se le chiedi di farti un pompino in auto non ti fa domande ma si inchina, apre la patta dei tuoi calzoni e poi, dopo aver tirato fuori il tuo cazzo, lo prende in bocca e ti porta in paradiso e si eccita solo perché tu non chiedi ma ordini e sa che il suo compito è ubbidire.
Così provai ad andare oltre dicendo ad un tratto ‘senti cosa facciamo; ora andiamo dentro ci scegliamo un posto appartato e ti spogli nuda davanti a me e poi mi fai vedere come ti masturbi la fica’.
‘Ma dai potrebbe esserci qualcuno” provò ad obbiettare mentre nella sua voce mi era parso di sentire un certo tremolio ed il suo corpo era stato visibilmente colto da un brivido ‘potrebbero vederci”.
‘Non fa niente se qualcuno ci guarda’ l’importante è che ti veda io’ e conclusi ”sei già bagnata?’ ‘Si’, fu la sua brevissima risposta.
”e allora mi farai anche un pompino’ voglio sentire per bene le tue labbra sopra la cappella e vedere la tua bocca scorrere lungo tutto il cazzo”
‘Va bene’ rispose facendo trapelare un filo di eccitazione per quello che aveva appena ascoltato cosa per altro resa molto evidente dai suoi capezzoli visibilmente duri ed eccitati come se li avessi palpati per ore mentre in effetti avevamo solo parlato ed io non l’avevo neanche sfiorata.
Raggiunta la macchina misi in moto e dopo aver inserito la terza posai la mano sulla sua coscia, scostando lo spacco della gonna così da vedere le mutande e quello che nascondevano.
Indossava un perizoma dalle dimensioni molto ridotte e i peli del suo pube e della fica, deliziosamente curati, erano ora liberi al mio sguardo.
Raggiunsi in breve una piccola radura appartata e scendendo dalla macchina presi un plaid e lo sdraiai sull’erba.
‘Ecco ora spogliati’ le dissi e lei, facendo un passo indietro iniziò a spogliarsi.
‘Ma sei fidanzata?’ le chiesi ad un tratto.
‘Si” mi rispose aggiungendo ” si chiama Luca’.
‘Che gran cornuto deve essere e magari gli piace anche’ dai chiamalo dille che sei qui con me ora e dille cosa stai per fare”.
‘Ma adesso forse non è il caso” provò ad obbiettare.
‘Come non è il caso?’ risposi ‘certo che lo è’ chiamalo’.
Si chinò verso la sua borsa e prese il cellulare e mentre componeva il numero mi guardò fisso dicendomi ‘oggi non pensavo di incontrare un porco come te”.
Mi alzai di scatto e le afferrai un seno ma senza stringerlo con troppa forza ‘Io non sono un porco’ sono il tuo padrone e tu la mia schiava’ almeno per la prossima ora’ poi decideremo insieme’ ‘Va bene’ rispose senza accennare a volersi divincolare dalla mia stretta.
La sentivo fremere alle mie parole e più le ordinavo qualcosa e più ero certo che lei si stava eccitando.
Sentivo il telefono squillare e dopo poco una voce maschile rispose ‘Pamy’ come va?’ sentii dire.
‘Bene come stai” e senza attendere la sua risposta continuò ”sai sono qui con un ragazzo che desidera farti sapere che io tra poco mi spoglierò per lui”, ‘Ma no dai’ ma che fai’ mi avevi promesso che mai più” cercava di dire la voce al telefono ‘Lo sai’, rispose Pamela ‘è più forte di me’ non l’ho cercato io’ mi ha fermato’ insomma sono qui’ tutta bagnata”.
‘Ma no dai’ ma che fai’ torna indietro’ non posso non ce la faccio’ e detto ciò aggancia il cellulare.
‘Richiamalo’ dissi
‘Eh?’ fu la sua laconica risposta.
‘Richiamalo e digli che deve sentire ciò che facciamo’ non deve chiudere la comunicazione”
‘Ma perché?’ mi chiese Pamela, ‘perché mi piace sapere che mentre ti scopo il tuo ragazzo sta sentendo’ voglio umiliarlo così come lo hai fatto tu’ dille che non deve riagganciare altrimenti lo lascerai’.
Ricompose il numero e come Luca rispose, riferì ciò che le avevo ordinato di dire.
‘No questo non puoi chiedermelo” provò ad obbiettare lui ”se riattacchi non mi vedrai mai più”.
A queste parole non sentii alcuna risposta segno che aveva ceduto ed era pronto, pur di non perderla, ad ascoltare la sua ragazza fare sesso con uno sconosciuto.
‘Bene’ dissi ‘ora spogliati ma mentre lo fai non ti dimenticare di dire ciò che stai facendo’.
Tornò indietro ed iniziò con lo slacciare la gonna facendo nel contempo una chiara descrizione dei suoi movimenti.
La gonna piano piano cadde in terra.
Il perizoma era veramente molto piccolo e il filino che avrebbe dovuto coprire la sua fica in realtà le era finito dentro; istintivamente allungai la mano e lo tirai affinché potesse entrare ancora di più dentro.
Certamente il mio gesto procurò a Pamela un po’ di dolore che però mi parve darle anche un certo piacere, così lasciai l’elastico per permetterle di continuare il suo show.
Sempre parlando anche al cellulare, prese ad aprire la camicetta, e facendolo con estrema lentezza un bottone alla volta; la tolse e mi mostrò il seno in tutta la sua bellezza; un reggiseno a balconcino trasparente che faceva vedere bene le aureole e i capezzoli duri che spingevano per uscire fuori.
Poi piano Pamela passa con forza le su mani sulla fica quasi a massaggiarla e d’un colpo sfila il perizoma mostrando finalmente la sua fica bella, curata e visibilmente eccitata.
Le feci cenno con la mano di avvicinarsi e appena fu a portata affondai la mia bocca dentro la sua fica; la sentii bagnata ed eccitata ed iniziai a leccarla con forza allargando le labbra ed inserendo a fondo la lingua.
I suoi gemiti intanto giungevano agli orecchi di Luca e sentivo i suoi lamenti che mi parvero in parte di disapprovazione e in parte di eccitazione.
Leccai e assaporai la sua fica, non tralasciando il clitoride spinto all’esterno, lo presi in bocca ed iniziai a succhiarlo con delicatezza fino quasi a farla venire ma appena la sentii fremere sotto i colpi della lingua mi fermai e le ordinai di spogliarmi, facendogli segno di iniziare dai calzoni. Contrariata ma ubbidiente e senza mai smettere di riferire tutto al suo ragazzo, subito iniziò a slacciare la cintura, facendo calare i pantaloni fino alle ginocchia e poi tirò giù gli slip facendo uscire il mio cazzo ormai duro.
Gli ordinai di prenderlo in bocca e vidi che subito si inchinò a leccare prima la cappella gonfia e poi scendere piano lungo tutta l’asta fino alle palle.
Gli ricordai che doveva dirlo anche al cellulare affinché Luca non si perdesse nulla di ciò che la sua ragazza mi stava facendo.
Ritornò su ed ingoiò il cazzo facendolo scomparire dentro la sua bocca.
Sentivo la sua lingua giocare con il cazzo e girare intorno al cazzo e premere sulla cappella, assaporando li prime gocce che stavano uscendo.
Gli chiesi di muoversi con più rapidità giacché desideravo venirle dentro la bocca e Pamela, senza farselo pregare, iniziò ad agitarsi in un velocissimo pompino che ben presto mi portò all’orgasmo schizzandole dentro due tre getti di sperma che lei ingoiò senza alcun sforzo.
‘Ti piace’ vero?’ ‘Si” mi disse visibilmente soddisfatta. ‘, mentre sentivo dei suoni provenire dal telefono.
‘Vieni’ inginocchiati davanti a me’ e subito le presi tra le dita i capezzoli iniziando a stringerli prima piano e poi con sempre più forza, anche perché la sentivo gemere per il piacere che il dolore ai capezzoli le procurava.
D’altra parte del cellulare sentivo i lamenti di Luca ma ormai non sapevo più se godeva di ciò che stava sentendo o piangeva sapendo per ciò che stavamo facendo.
Le girai le spalle, mettendo il suo culo proprio in direzione della mia bocca ed iniziai a leccarla nel culo mentre Pamela con le mani si allargava le chiappe per permettermi di entrare a fondo nel suo buchino scuro e profumato.
Inserivo la lingua fino a che potevo mentre con il dito della mano destra le masturbavo la fica ormai molto bagnata; sapevo che la cosa era per lei eccitante sentendola fremere sotto i miei colpi e in breve venne anche lei lasciando cadere sul palmo della mano una discreta quantità del s uo sperma che prontamente portai alla sua bocca, facendogliela leccare tutta.
Poi notando che il mio cazzo era di nuovo duro e pronto, mi ha guardato e ridendo si è seduta sopra esso in uno smorza candela che le faceva danzare il seno davanti ai miei occhi.
‘Luca’ me lo sono messo dentro la fica’ mi sono seduta sopra lui e volutamente mi sono infilata il suo cazzo dentro la fica’ proprio come piace a te’ è bellissimo’ disse, mentre dal cellulare uscivano dinieghi e lamenti.
Lei sembrava impazzire sopra il mio cazzo e io mi prendevo cura dei suoi seni, toccandoli e torcendo i capezzoli; sapevo di procurarle dolore ma ero certo che stava anche godendo per il trattamento che stava ricevendo.
‘Che troia che sei” dissi ad un tratto.
‘Si sono una troia’ sono una puttana’ ma ora voglio essere la tua troia’ hai sentito Luca? Voglio essere la troia di quest’uomo’.
Dal cellulare non venne alcuna risposta per cui sussurrai all’orecchio di Pamela una frase.
‘Luca’ lo chiamò
‘Si sono qui’, disse la voce.
‘Sei a casa vero?’
‘Si’
‘Bene allora tirati fuori il cazzo e fammi sentire che ti stai masturbando sapendo che sono qui a fare l’amore con uno sconosciuto”.
‘No dai” provò ad obbiettare l’uomo.
‘Ricorda che non hai possibilità di dire no ma devi solo ubbidire’ altrimenti non vorrò più vederti”
Sentimmo attraverso il telefono il muoversi della stoffa e il leggero rumore che faceva la sua mano sul suo cazzo mentre si masturbava.
La cosa ci eccitò da matti ed iniziammo a muovercio come forsennati fino a che un orgasmo ci sconquassò nello stesso istante.
Dall’altra parte anche Luca aveva raggiunto l’apice del desiderio e lo sentivamo gemere attraverso il microfono.
Noi ci stringemmo forte nel momento in cui io venivo nella sua fica e lei imbrattava dei suoi umori il mio cazzo e fu in quel momento che prontamente si tolse dal cazzo e prese a pulirlo con la bocca mentre con sua mano cercava di raccogliere quanto più succo le usciva dalla fica portandolo alla mia bocca.
Io pulivo lei mentre lei puliva me e Luca pensava a pulirsi da solo.

P.S. ringrazio ancora la mia amica che chiamerò Maria per l’ispirazione che mi ha dato e la sua collaborazione mentre invito voi che avete letto di mandarmi i vostri pensieri a: pisolo55@email.it

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