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Racconti di Dominazione

Un piano diabolico per le vacanze porche di Luna

By 28 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Quell’anno le ferie di Luna e del marito non coincidevano, ma lei aveva lo stesso bisogno di un po’ di riposo. Così decise di prendere un bungalow in un villaggio del Sud.

Appena arrivata decise di farsi una bella doccia.

Appena uscita, trovò un biglietto sotto la porta. “Benvenuta Luna. Faremo di tutto per farti passare una piacevole vacanza. Tuo, D.”

Chi poteva conoscere il suo soprannome? Era appena arrivata..

Nella busta c’era anche un biglietto omaggio per un trattamento nella Spa del villaggio.

Luna decise di approfittarne. Trovò ad accoglierla una ragazza con i capelli raccolti in una lunga coda nera, occhi azzurri e un fisico impeccabile ben in vista.

La ragazza la fece accomodare, le dette un minuscolo perizoma da indossare e iniziò un lento massaggio. Luna era così stanca che si lasciò completamente andare in una specie di dormiveglia. Quando riprese conoscenza sentì le dita della ragazza che scivolavano in modo seducente sulla pelle della sua schiena, indugiavano sulle sue spalle e in corrispondenza del suo senso, scendevano sempre più in basso.

Con perizia la ragazza faceva roteare le palme e i polpastrelli sul fondo schiena, ottenendo un piacevole effetto di divaricazione delle natiche. Luna si sentiva completamente in balìa di quelle mani, sentiva i suoi buchi oscenamente aperta e in vista. Iniziò a mugolare e a rabbrividire dolcemente di piacere.

Molto lentamente, la ragazza continuò a scendere, massaggiandole la pianta dei piedi.

Nella sua semiincoscienza, a Luna a un certo punto sembrò di sentire la lingua della ragazza che le leccava prima un piede, poi l’altro, poi si portava un dito del piede in bocca per succhiarlo morbidamente. Poi, sempre più nitidamente, percepì che la lingua risaliva lungo le sue cosce. Quando arrivò sulla sua fica già umida, Luna era pronta ad accoglierla con il gusto pieno dell’abbandono più lascivo. Quando la lingua arrivò a lambire il suo buco del culo, e soprattutto quando prese a infilarvisi dentro ritmicamente, Luna non riuscì più trattenersi e fu scossa da un orgasmo profondo.

“oh’sì’leccami il culo’non avevo mai provato nulla del genere’.non smettere ti prego’sto godendo come una porca'”

La ragazza le porse un accappatoio e le indicò l’area relax. Luna si diresse verso il bagno turco.

Si spogliò completamente ed entrò in una nuvola di aria umida.

Dopo alcuni minuti si accorse che c’erano altre due persone sedute dall’altra parte, probabilmente una coppia. Entrambi indossavano solo un asciugamano. Lei era una bionda ricciolina e lui un tipo asciutto ma muscoloso. Lei era quasi sdraiata vicino a lui, che invece stava seduto. Luna sentiva il calore umido depositarsi sulla sua pelle. A un certo punto notò uno strano movimento. La donna stava frugando sotto l’asciugamano dell’uomo, che a un certo punto si sfilò completamente. Ne uscì un cazzo notevole e già completamente scappellato. La donna si protese per prenderlo in bocca. Iniziò un lento e rumoroso pompino, il gorgoglio rimbombava in tutta la stanza. L’uomo guardava fisso avanti, dalla parte di Luna che faceva il possibile per evitare il suo sguardo. Ad un certo punto la donna si voltò verso Luna, e poi indirizzò all’uomo uno sguardo malizioso prima di dare un’altra succhiata al cazzo. I due si mossero all’unisono e si spostarono sulla stessa panca di Luna. Lei provò ad alzarsi di scatto, ma i due la fermarono con decisione. L’uomo iniziò a leccarle le tette mentre la donna le frugava in mezzo alle gambe. Poi fu la donna a spingere la testa di Luna fino a imboccare il cazzo dell’uomo.

“Cazzo, hai visto che troia che abbiamo trovato'”

“Fattelo succhiare per bene, voglio vederla prendertelo tutto in bocca'”

Il contatto tra quei corpi madidi di sudore aveva ormai travolto le resistenze di Luna, che sbavava copiosamente saliva nel tentativo di ingoiare per intero il cazzo dell’uomo.

“Scopatela, adesso, voglio che te la scopi qui davanti a me'”

“No, vi prego'” protestò Luna “non vi conosco, io'”

“Zitta zoccola, ti conosciamo noi, e tanto basta'”

La stesero a pancia in giù sulla panchina di marmo. Luna urlò per il contatto del suo petto con la panchina bollente. La donna la teneva ferma e le allargava oscenamente la fica con entrambe le mani. Per l’uomo fu agevole penetrarla da dietro.

“Faglielo sentire tutto” incitava la donna “voglio sentirla guaire come una cagna'”

Ad ogni colpo dell’uomo le assestava potenti sculaccioni.

In effetti Luna aveva nuovamente perso il controllo e mugolava di piacere mentre il cazzo le scivolava dentro in tutta la sua lunghezza.

“Scopami, sì’così’.ti prego, scopami ancora'”

“Aspetta a venire” interruppe la donna “voglio farle assaggiare un bel ripieno'”

Scivolò prontamente a fianco di Luna e accolse gli ultimi colpi dell’uomo.

“Schizzo’.ahhhh'”

“Sborrami dentro’tutta la voglio’.e tu cagna vieni qui, che mi devi ripulire.”

Spinta a forza dall’uoma, Luna dovette raccogliere con la lingua il liquido che fuorusciva copioso dalla vagina della sconosciuta.

I due si dileguarono, e la lasciarono spossata nel bagno turco, con il culo rosso e le labbra impastate di sperma e liquido vaginale. La vacanza era appena iniziata (continua)..

Quando tornò al bungalow Luna trovò un pacchetto sul tavolo.

Lo aprì. Conteneva un dischetto con numero e il disegnino di un ombrellone, il suo posto in spiaggia.

C’era anche una busta, con un costume da bagno e un paio di ciabattine da mare col tacco alto.

Infine un biglietto, con una sola lettera come firma, la solita: “D.”

Luna lo indossò e andò a guardarsi allo specchio. Era davvero provocante.

Il reggiseno sembrava fatto apposta per esaltare le sue forme e il tanga era una minuscola striscia che metteva oscenamente in evidenza il solco tra le sue cosce e quello tra le natiche.

D’altra parte non aveva molte alternative, anche perché i suoi bagagli si erano persi nel viaggio in aereo e stava ancora aspettando che glieli riconsegnassero.

Si mise gli occhiali da sole e si incamminò verso la spiaggia, un po’ a disagio ma anche innegabilmente eccitata dalla situazione.

In spiaggia occupò il suo posto, si spalmò un po’ di crema solare e si sdraiò sul lettino a leggere una rivista.

Sotto l’ombrellone alla sua destra c’era una signora di una certa età con un giovane sui vent’anni, probabilmente il figlio. Il ragazzo era steso sul lettino vicino a lei e leggeva un libro voluminoso.

Luna sentiva dentro di sé sensazioni contrastanti: da un lato timore, dall’altro una sorta di misteriosa aspettativa per qualcosa di imprevisto che poteva succedere da un momento all’altro.

Ogni tanto incrociava lo sguardo del ragazzo. Il costume a pantaloncino di lui si tendeva visibilmente sotto la pressione del suo sesso in erezione. A Luna sarebbe bastato tendere di pochi centimetri la mano per accarezzarlo. A quel pensiero la sua fica si inumidì. Gli sguardi del ragazzo si facevano sempre più insistenti, li sentiva sul suo inguine in vista e sulle gocce di sudore e di eccitazione che le bagnavano sempre più le cosce. Provò a coprirsi con la rivista, mentre la sua mano scendeva in mezzo alle gambe. Prese dolcemente a muovere il filo del costume in mezzo alle labbra della fica, si sentiva le dita come pilotate dallo sguardo del ragazzo ormai fisso su di lei.

Venne silenziosamente, mordendosi le labbra. Una chiazza bagnata sul costume del ragazzo tradiva anche l’orgasmo di lui, il viso paonazzo vanamente nascosto dal libro.

Luna si assopì sul lettino.

Al risveglio, decise che era il momento di fare un tuffo in mare.

Attraversò la fila di ombrelloni sotto una selva di sguardi vogliosi e si tuffò in mare.

Sul bagnasciuga, il ragazzo di prima stava giocando a pallavolo con altri tre giovani.

I quattro avevano bei fisici abbronzati, scherzavano e si spruzzavano d’acqua.

Luna passò oltre e si concesse una piacevole nuotata. Sentì l’acqua del mare correre benefica sulla sua pelle, ma senza riuscire del tutto a placare quel senso di vaga eccitazione che quel posto e quella situazione le procuravano.

Uscì dall’acqua passando di nuovo davanti ai giovani e si diresse verso il proprio ombrellone.

Prese l’asciugamano e andò verso la cabina, sentiva il bisogno di farsi una bella doccia rinfrescante prima di tornare al bungalow.

Stava per richiudere la porta della cabina, quando improvvisamente si sentì spinta con forza da dietro.

Vide delle figure entrare nella cabina e udì il rumore della porta chiusa a chiave.

Nella penombra della cabina riconobbe i quattro ragazzi che giocavano vicino a lei durante il bagno.

“E brava la nostra bella signora che si masturba in spiaggia davanti a tutti'”

“Ti sei dovuta accontentare di strofinarti col costume ma avevi voglia di un bel cazzo, vero?”

“Lasciatemi, io’.sono una donna sposata'”

“Ah sì, e allora perché ti presenti in spiaggia agghindata da zoccola?”

“Vieni, qua, forza, non ti conviene fare storie, lo sai'”

Uno di loro si era tirato fuori il cazzo dal costume mentre l’altro le spingeva con forza la testa.

Sentì sulla labbra e sulla lingua il contatto con quel cazzo che sapeva di mare, senza poter nascondere l’eccitazione alla mano di un altro giovane che le frugava in mezzo al costume.

“Senti come è eccitata questa puttana, non le è mica bastato sditalinarsi..”

“Adesso ci sbocchini tutti, forza, mettiti qua'”

La costrinsero a inginocchiarsi in mezzo a loro.

Luna succhiava e segava i cazzi uno dopo l’altro, leccava le palle turgide e le cappelle che le spingevano in gola, sgocciolava copiosamente saliva, si sentiva completamente in balìa della situazione.

Ogni tanto qualcuno si abbassava a sculacciarla e infilarle uno o più dita nella fica attraverso il costume ormai slabbrato.

Il primo cazzo le schizzò abbondantemente in faccia e sul mento, seguito a breve distanza dal secondo. Il terzo eruttò così copiosamente da colarle lungo il seno dentro le coppe del costume.

Restava l’ultimo, il giovane che era venuto guardandola masturbarsi sul lettino.

“Zoccola, vieni qua’lecca il costume del mio amico’senti il sapore della sborra? Ti sei divertita a farlo tirare? Adesso ti facciamo divertire noi'”

Alternava leccate al costume e al cazzo del ragazzo che si masturbava davanti a lei.

Il giovane le venne sulla punta della lingua mentre un altro le teneva la bocca ben aperta.

“Così, brava, non sprecarne neanche una goccia’che maiala, ragazzi.. e ringrazia che non ti facciamo il culo, per questa volta te la sei cavata con qualche pompino..”

Si rimisero il costume e la spinsero fuori dalla cabina buttandole dietro l’asciugamano.

Dovette incamminarsi verso il bungalow così, senza ave potuto fare la doccia con la pelle e il costume impregnati di sperma e dei suoi umori.

Travolta e confusa, pensò a come uscire da quella situazione, a fuggire da quel posto.

Appena dentro la porta del bungalow, trovò una busta.

Dentro c’erano foto di lei che scopava con la coppia di sconosciuti nel bagno turco. Firmato “D.”

Ora era davvero in trappola. (continua..) Arrivata al bungalow Luna potè finalmente concedersi lunga una doccia ristoratrice.
Uscendo, sentì bussare alla porta.
Aprì, ma non vide nessuno.
Ai suoi piedi, l’ennesimo pacchetto, stavolta più voluminoso del solito.
Luna lo aprì con un brivido di impazienza.
Conteneva un vestitino bianco e un paio di sandali con il tacco molto alto, oltre al solito biglietto con le istruzioni: “Tavolo 25, ore 20,30. Le sconsiglio di indossare mutandine. Non le serviranno. D.”
Esitò a lungo ma finì ancora una volta per eseguire. Indossò il vestito senza mutandine. Le stava alla perfezione e pareva fatto apposta per sottolineare le sue forme in trasparenza. L’avesse indossata in pieno giorno, l’avrebbero fermata per oscenità Ma anche con la penombra sarebbe stato difficile non notarla.
Indossò i sandali e si diresse verso il giardino in cui si teneva la cena.
Il tavolo che le era stato assegnato era sotto un gazebo, protetto con molta discrezione da siepi ed alberi, debolmente illuminato da torce e candele.
Notò subito tra i commensali alcune figure familiari. Alla sua sinistra sedeva la ragazza del centro benessere, sempre più bella e altera con i suoi occhi azzurri e i lunghi capelli neri raccolti in una coda. Più in là, il giovane con cui si era eccitata in spiaggia. Dall’altra parte, alla destra di Luna, sedevano la donna dai ricci biondi e l’uomo che aveva incontrato nel bagno turco. Di fronte, una donna castana molto vistosa, dal seno prorompente e dalle labbra rosso fuoco.
Luna si sedette nell’unico posto libero, e provò subito una sensazione sconcertante. La sedia infatti aveva due piccole protuberanze, una più grande in corrispondenza della vagina e una più piccola in corrispondenza dell’ano. Quanto bastava per metterla in uno stato di eccitazione e lieve piacere.
Intanto la conversazione al tavolo procedeva come se lei non esistesse. Pian piano, mise a fuoco con stupore l’argomento di cui stavano amabilmente discutendo la donna del centro benessere e la biondina: i lubrificanti migliori per la penetrazione anale. La biondina sosteneva di preferire di gran lunga il burro. La bruna con la coda magnificava invece le proprietà di una certa crema per massaggi, grazie alla quale sosteneva di essere riuscita a prendere anche un cazzo particolarmente voluminoso.
Luna non riusciva a proferire parola. La bruna si divertiva a vedere la sua faccia stravolta. “Ma scusa” sbottò alla fine rivolta alla biondina “allora se va bene il burro, va bene anche la maionese o la margarina'” La biondina sembrava poco convinta. “Proviamo, no?” E così dicendo la bruna intinse il dito nella ciotola della maionese e poi fece scorrere la mano dietro la schiena di Luna. Luna sentì il suo vestito sollevarsi e la mano dell’estetista che le scivolava sul culo, finché un dito non le si insinuò per almeno metà nell’ano. Fece un lieve sobbalzo. La bruna continuò impassibile “Secondo me la maionese va abbastanza bene'”. “Fa’ provare”. Luna vide con terrore anche la biondina intingere il dito nella ciotolina. Adesso erano due le dita che le frugavano nel buco. Si ritirarono solo quando arrivò in tavola la prima portata.
“Assaggia, senti che buono'” A turno la bionda e la bruna le infilarono in bocca il dito da succhiare.
Luna non capiva più se aveva fame o no, il cuore le batteva all’impazzata, si sentiva il culo impiastrato di maionese e la fica sempre più bagnata sotto la sollecitazione della sedia.
“Vuoi un po’ di vino?” le chiese l’uomo del bagno turco. Luna annuì confusamente. “Aspetta” intervenne la biondina. “Diamoglielo per bene il vino, a questa zoccola”. Si denudò i seni e ne cosparse uno di vino bianco, porgendolo a Luna da succhiare. Ormai travolta, Luna si inebriò di quel sapore di vino e di sesso e leccò a lungo quel capezzolo turgido. Qualcuno, intanto, stava frugando tra le sue cosce, sentiva dita che le vellicavano il clitoride e lingue che suggevano il liquore ormai copioso della sua fica. Il cazzo dell’uomo del bagno turco le veniva spinto in bocca, mentre qualcuno era scivolato tra lei e la sedia, forse il giovane della spiaggia e l’aveva penetrata brutalmente da sotto. Tra una succhiata e tra una spinta e l’altra Luna mugolava rumorosamente, mentre intorno a lei captava frammenti di frasi oscene. “Facciamole il culo, a questa bella signora..” disse una voce femminile. “No, non possiamo’il suo culo vergine spetta a D.” (continua)
I camerieri continuavano imperterriti a passare con le portate mentre Luna restava al centro di quell’orgia furibonda. Seduta sulla sedia, aveva un cazzo piantato nella fica da sotto e uno in mano. La biondina del bagno turco le leccava i seni mordicchiandole i capezzoli, mentre una lingua, probabilmente della bruna del centro benessere, la leccava in mezzo alle cosce da sotto il tavolo.

Luna era scossa da ripetuti orgasmi e sentiva la sua fica sgocciolare copiosa in bocca alla massaggiatrice.

A un certo punto fu annunciato il dessert. La tettona dalle vistose labbra rosse si avvicinò a Luna vestita con un grembiule e con un vassoio su cui spiccava un’enorme meringata con la panna.

Liberati i seni dal grembiulino, se li spalmò di panna e li offrì alla bocca sempre più famelica di Luna, che passava dall’uno all’altro slinguando come una forsennata. Ma la sorpresa doveva ancora venire. Scostando vassoio e grembiule la tettona esibì davanti allo sguardo allibito di Luna e tra le risate degli altri un cazzo liscio e lungo. Luna non aveva mai visto un trans dal vivo. “Ti piace il mio cazzo?” chiese il trans. Ormai si sentiva travolta dalla depravazione “Sì, è bellissimo, fammelo assaggiare..”

Lo prese in bocca, le mani del trans e della biondina sulla testa ad aiutarla a scorrere lungo il cazzo.

Il giovane dietro di lei iniziò a spingere sempre più forte, tirandola per i capelli.

“Sto per schizzarti dentro, troia, mi senti?”

“Sì, bravo, vienile dentro” lo incitò la massaggiatrice “voglio sentire il tuo sperma che mi cola in bocca dalla sua fica'”

Luna riuscì brevemente a sfilarsi dalla bocca il cazzo del trans “No’aspetta’io'” ma fu subito zittita dal cazzo che le fu premuto in bocca. Accolse con un urlo soffocato l’orgasmo dell’uomo.

Nel frattempo i camerieri avevano steso un tappeto rosso circolare sul prato lì vicino, disponendovi attorno le candele. In quella luce rossastra quasi da sabba, Luna fu sollevata in braccio e appoggiata sul tappeto, ormai completamente nuda a parte i sandali.

Subito la bionda si sedette sulla sua faccia. “Fammi un bidet puttana, che ne ho proprio bisogno, sono già tutta bagnata..” Luna obbedì leccando la fica e sentendo il clitoride della donna farsi sempre più duro sotto i colpi della sua lingua. “Forza, qualcuno la scopi, questa zoccola’E tu vieni qua” ordinò sempre la biondina al giovane che aveva appena eiaculato dentro Luna “ho voglia di sentire il tuo cazzo in bocca”.

Il trans si diresse verso le gambe aperte di Luna e la penetrò in un colpo solo.

Per quanto smorzati dalla fica che le premeva sulla bocca, i gemiti di lei si sentivano distintamente.

L’uomo del bagno turco appoggiò il suo cazzo allo sfintere del trans che stava scopando Luna.

“Sì’.inculami mentre mi scopo questa troia'”

I tre si muovevano a un ritmo lento ma costante, le spinte dell’uomo si trasferivano dal trans a Luna come in un’onda sismica che spazzava via ogni sua resistenza residua.

Fu allora che la massaggiatrice si confermò una vera maestra del piacere, insinuandosi sotto ai tre e leccando con generosità. L’estetista passava con la lingua e le labbra sulle palle e la base del cazzo che l’uomo stava spingendo in culo al trans, poi faceva lo stesso con quello del trans, infine versava copiosa saliva sui bordi della fica di Luna.

Luna aveva perso ogni percezione del tempo e dello spazio, si sentiva bagnata e piena nella fica e nella bocca: il trans si dimenava nella sua fica, ululando sotto i colpi dell’uomo e la lingua dell’estetista; la fica della biondina e il cazzo dell’altro uomo si strofinavano sulla sua bocca bagnata di umori. Il trans ebbe un sussulto e si spostò in alto, seguito dall’uomo. “Vengo, senti come vengo, puttanella”. Luna si sentì schizzare sulle tette, una serie di getti prima, poi un’altra, più copiosa, dell’uomo che aveva inculato il trans. Anche i due che ormai si stavano scopando davanti alla sua bocca erano ormai prossimi all’orgasmo, Luna sentì la donna tremare e riversarle altri e più abbondanti umori. “Stai venendo amore mio?” chiese la biondina “preferisci venire nella mia fica o godere direttamente in bocca a questa troia?” “Mmm'” Luna tentò di spostare la testa sottraendosi ma la biondina la bloccò con le gambe. “Sborrami in fica, gliela piscio io in faccia a questa bella signora..aahhh’sìììì’cosììì” Con la bocca sempre più affondata nel sesso della donna, Luna sentì il denso schizzo dell’uomo inondare la fica e colarle addosso, mescolandosi con gli umori della donna.

Madida di sudore e di sperma, Luna fu presa e rovesciata a faccia in giù, le ginocchia sul tappeto.

Sentiva le braccia forti degli uomini tenerla ferma e mani di donna che le allargavano le chiappe, mentre una lingua, poi due e tre lingue le passavano sul buco del culo riempiendoglielo di saliva.

“No, il culo no, vi prego. Non ho mai'”

“Peggio per te” la zittì la biondina “ma ti farà un po’ male solo all’inizio'”

“Tienila aperta, D sta arrivando”

Luna cercò inutilmente di liberarsi, mentre sentiva dita e lingue penetrare sempre più a fondo nel suo sfintere.

D’un tratto sentì qualcosa di più grande che si appoggiava e poi si ritraeva e infine urlò più di paura che di dolore, mentre quel tronco si faceva spazio dentro di lei. Man mano che avanzava e si spingeva più a fondo, Luna sentiva l’abbandono del piacere invaderla in una maniera che non aveva mai sentito prima e che la spaventava forse più di ogni altra cosa. Con quel cazzo nel culo, stretta in quell’abbraccio dei suoi carnefici, si sentiva finalmente e pienamente appagata, ogni fibra del suo corpo pervasa dall’estasi del godimento. Senza nemmeno accorgersene, cominciò ad accompagnare con mugolii e oscillazioni quella penetrazione devastante.

“Ti piace nel culo eh, maiala? Sei fortunata a poter assaggiare il cazzo di D” le sussurrò una donna.

“Sì’.sto godendo’.non credevo che mi piacesse anche nel culo’.”

Sentì le palle dell’uomo sfiorarle il pube a un ritmo sempre più veloce, il cazzo ormai dentro fino alla radice. Quando si sfilò improvvisamente si sentì come dolorosamente svuotata ed emise un gridolino di disappunto.

“Avresti voluto che ti sborrasse dentro, eh, troietta? Lascia qualcosa anche per noi..”

Le bocche della biondina e dell’estetista bevvero copiosamente il seme di quel cazzo che l’aveva riempita e poi generosamente gliene sbavarono un po’ nel culo e infine gliene passarono un po’ in bocca. Con il culo ancora oscenamente aperto e lo sperma che le colava dal buco del culo e sul mento, Luna capì di essere ormai definitivamente in balìa del godimento’

(continua) Luna si svegliò nel letto del suo bungalow che era quasi ora di pranzo. Per qualche minuto ebbe l’impressione che l’orgia furibonda della sera prima fosse stata solo un sogno. Poi sentì l’odore di sperma e di sesso ancora presente sulla sua pelle, alzandosi si sentì la vagina e l’ano ancora un po’ dilatati ed ebbe un brivido di piacere ricordando quello che era avvenuto.

Sul tavolo di cucina trovò il solito pacchetto. Conteneva una mascherina per gli occhi di quelle che si usano in aereo per dormire e una busta chiusa. Nella busta c’era un cartoncino che la invitava a una gita in barca per quel pomeriggio, sempre con la solita sigla ‘D.’ e un altro foglio. Luna lo lesse e impallidì. Erano due dichiarazioni da firmare. La prima era una specie di liberatoria in cui lei dichiarava di aver partecipato alla gita in modo consenziente, accettando tutto quello che sarebbe successo a bordo. Con la seconda prometteva di bere ogni tipo di ‘bevanda’ che le sarebbe stata ‘offerta a bordo’.

Indossò il solito costume ‘osceno’ e un prendisole, preparò in fretta la borsa con un costume di ricambio e poche altre cose.

Poco dopo sentì bussare alla porta. Aprì e si trovò davanti un giovane di colore dal fisico atletico. L’uomo l’indicò una macchinina di quelle che si usano per spostarsi nei villaggi turistici o nei campi da golf. Prima di salire fissò la mascherina agli occhi; evidentemente non doveva vedere il percorso.

Subito dopo la partenza Luna sentì la mano dell’uomo che le scorreva lungo la coscia sinistra e poi in mezzo alle gambe. Tentò di fermarlo usando entrambe le mani ma l’uomo era più forte di lei e la mano si faceva sempre più strada, finché riuscì a scostarle il minuscolo slip e a farsi largo nella sua fica prima con un dito, poi con due. “Sei bagnata, troietta bianca”.

L’uomo guidò per circa un quarto d’ora senza smettere di sditalinarla, poi si fermò in un vialetto laterale non asfaltato. Luna si sentì afferrare per i capelli e spingere la testa verso il basso, costretta a imboccare il cazzo dell’uomo.

“No, mi lasci, la prego, siamo in pieno giorno”.

“Stai zitta puttana sennò mi faccio leccare anche il buco del culo. Forza, leccalo bene, mi hanno detto che sei brava”.

Era un cazzo voluminoso soprattutto come circonferenza e Luna ne aveva la bocca completamente riempita, si sentiva quasi soffocare mentre cercava faticosamente di succhiarlo e poi di leccarlo con la lingua per prendere almeno un po’ di fiato. Intanto l’uomo aveva abbracciato il suo culo con la mano destra e continuava a sondarle la fica e anche il buco del culo.

“Ti hanno aperto per bene ieri sera, eh, bella signora? Dai che sto per godere e poi dobbiamo ripartire..ahhh, brava così'”

Luna ebbe un sussulto mentre sentì l’intero contenuto dei coglioni dell’uomo riversarsi nella sua bocca togliendole il fiato. “Mmmhhh’.”

La macchinina ripartì mentre Luna cercava a tastoni un fazzoletto con cui asciugarsi dallo sperma che aveva sul collo e sul viso, poi dopo poco si fermò di nuovo. L’uomo la fece scendere dandole una pacca sul culo. Luna sentì altre braccia che la guidavano mentre si arrampicava faticosamente con i suoi alti tacchi su una specie di passerella in legno. Era arrivata sulla barca.

“Benvenuta puttanella” riconobbe una voce femminile, probabilmente dell’estetista.

Si sentì spingere e fu fatta adagiare su un lettino lungo e stretto. Qualcuno fece scattare una chiusura metallica, forse un paio di manette ai suoi polsi. Una mano esperta le passò qualcosa di umido, forse una crema, lungo le cosce e tra gli inguini. Quando sentì il freddo di una lametta, Luna ebbe un sussulto e tentò di liberarsi.

“Lasciatemi, cosa volete farmi, lasciatemi subito, vi prego.”

Braccia e manette le impedivano di scendere dal lettino.

“Sssh’.stai calma, vedrai che se fai la brava non ti succederà nulla di brutto. Anzi, vedrai, ti faremo godere come una porcellina.”

Nel giro di pochi secondi Luna capì che le stavano depilando la fica. Il rasoio passò per qualche interminabile minuto vicino alle labbra della sua vagina, poi le fu spalmata una crema profumata. Luna si sentiva nuda e alla mercé di quelle dita che adesso iniziavano dolcemente a esplorarle la fica.

“Senti come le si gonfia il clitoride, fammela leccare questa maiala”

Prima una, poi due lingue si spinsero dentro la sua fica lambendone i bordi e risucchiando il clitoride. Poi una delle due lingue si insinuò anche nel buco del culo, spingendosi dentro come un piccolo cazzo e scatenando in Luna orgasmi a ripetizione.

Intanto due, poi tre e infine quattro dita si muovevano forsennate avanti e indietro nella sua fica senza che la lingua smettesse di sondarle il buco del culo.

“Ah, basta, mi state facendo godere troppo'”

“Ha ragione, basta, sennò la stanchiamo subito'”

Una mano le tolse finalmente la mascherina e riconobbe subito l’estetista mora dal fisico mozzafiato e la biondina dai capelli ricci, entrambe con le labbra umide del suo succo vaginale.

“Portiamola di sotto, dài” fece la biondina.

Completamente nuda a parte i sandali col tacco, Luna fu condotta in coperta. Era una barca di gran lusso, legno a acciaio luccicavano dappertutto come in un salone nautico. Prima ancora di scendere l’ultimo scalino, Luna percepì sospiri e urletti di godimento.

Sul pavimento, il trans dalle grandi tette e dalle labbra rosso fuoco stava succhiando il cazzo del ragazzo che Luna aveva conosciuto in spiaggia il primo giorno. Intanto l’altro uomo stava inculando il trans da dietro.

“Mmm’.sì, sfondatemi, sono la vostra vacca'” mugolava il trans nelle rare pause che si concedeva dal pompino.

“Dai che siamo pronti per dare un aperitivo alla nostra bella signora’vieni qua puttanella”

Luna fu spinta dalle due donne verso quel perverso trittico. L’uomo che stava inculando il trans dette un ultimo paio di spinte imperiose ed estrasse il cazzo dirigendolo con sicurezza verso la bocca di Luna, che si sentì esplodere un fiume di sperma in gola. Pochi secondi e il ragazzo venne nella bocca del trans.

“aspetta, non ingoiare, dallo alla nostra amica'”

Ancora intenta a deglutire il primo carico, Luna dovette accogliere il resto dalla bocca del trans.

“Se ne lasci cadere una sola goccia, ti facciamo leccare il pavimento” la minacciò l’uomo.

Ma Luna pur sforzandosi non riuscì a ingoiare tutto senza lasciarne colare una parta sul suo corpo e per terra.

“Incapace di una troia, adesso vedi’Sonia, prendi un cucchiaino”

“No, vi prego, basta'”

L’estetista usò il cucchiaino per raccogliere parte dello sperma che colava sul corpo di Luna e glielo infilò in bocca.

Non contenti, le spinsero la testa verso il pavimento.

“Lecca, avanti

“Basta, vi prego, non ne posso più'” Luna singhiozzava

“Non ne puoi più? Ma se abbiamo appena cominciato. Tira fuori quella lingua da puttana, sappiamo quanto ti piace lo sperma’e poi hai firmato un contratto, ti ricordi?”

Luna dovette tirare fuori la lingua e leccare le gocce di sperma sul pavimento.

“Brava puttanella, e adesso fila in cucina che è quasi ora di cena e abbiamo fame dopo tutto questo esercizio.”

La biondina l’accompagnò in cucina, e le fece indossare un grembiule. Nuda con i tacchi e il grembiule, Luna pensò a che cosa avrebbe detto suo marito se l’avesse vista.

Seguendo le istruzioni della biondina, si mise a lavorare in cucina, tagliando le verdure e preparando le pentole.

La biondina prese in mano una carota e lo mostrò all’estetista.

“Guarda un po’ che cosa abbiamo, che dici, ci mangiamo anche questo stasera?”

L’estetista ammiccò maliziosa.. (continua ‘Hai sete, vuoi un po’ di vino?’
Luna fece segno di sì
‘Vieni a prendertela, allora”
L’estetista versò lentamente l’intero bicchiere sul
corpo nudo della biondina che era appoggiata al bancone della cucina.
Ormai come in stato di trance, Luna si chinò per lappare il vino che colava sui seni, sull’ombelico e fin dentro la fica della biondina. Con la testa premuta dalle mani della donna, Luna si inebriava di quel sapore misto di vino bianco e umori vaginali, la sua lingua scendeva sempre più veloce
sulle cosce della donna che mugolava’
‘voglio sentirmi qualcosa dentro, passami qualcosa, ti
prego”
L’estetista si accovacciò davanti a lei con la carota in
mano, scostò leggermente Luna appoggiò la carota sul
pube della biondina.
‘tu continua a leccare puttana, lasciami solo un po’ di
spazio..’
Luna sentì la pelle della biondina rabbrividire al
contatto con il freddo della carota, poi con la lingua
sfiorò la carota che entrava sempre di più nella fica
della donna.
‘Così, dammene di più, ti prego, avanti”
Il movimento della carota nella vagina faceva colare copiosi succhi sulla lingua e la bocca di Luna che continuava a leccarla.
‘Ti piace la dieta vegetariana, eh? Sentiamo se piace
anche a questa troia”
L’estetista estrasse la carota dalla fica dell’amica che
lanciò un gridolino di godimento
‘Assaggiala, senti com’è buona la carota che è stata
nella fica della mia amica”
Mise in bocca a Luna la carota e questa iniziò a
succhiarla come un cazzo
‘Mettimela nel culo, adesso, la voglio nel culo’
ordinò la biondina e si voltò di schiena con il viso
verso il lavello.
‘Di sicuro è ben lubrificata” osservò
l’estetista e cominciò a spingere lentamente la carota
nel culo della donna, sotto gli occhi esterrefatti di Luna.
‘Uuuuhhh’.dài’.spingimela tutta nel culo’sapessi
come mi piace’.’
Il culo della biondina risucchiava la carota con voracità,
guidata dalle sapienti mani dell’estetista’
‘Adesso assaggiala di nuovo, sarà ancora più
saporita”
Luna provò a rifiutarsi ma le due la strinsero ancora una
volta, dovette succhiare e lucidare con la lingua la carota appena uscita dall’ano della biondina.
‘Senti com’è calda’pare un cazzo, vero?’
La bocca di Luna era ormai un crogioulo di sapori osceni.
‘Adesso tocca a te, forza’non aver paura, non ti
lasciamo mica a bocca, anzi’a culo asciutto..’
La biondina costrinse Luna ad appoggiarsi al lavello
sollevando una coscia.
Poi le aprì oscenamente le chiappe con le mani mentre
l’estetista armeggiava con qualcosa sul tavolo di cucina.
Luna sentì il dito della biondina che le penetrava senza
riguardo l’ano.
‘No, ferme, vi prego, lì mi fa male, no, farò tutto
quello che volete, vi leccherò quanto volete”
‘Stai calma, non sentirai male, è tutta roba sana’ti
piace il cetriolo?’
Stai zitta zoccola” la biondina aiutava l’amica a
tener ferma Luna ‘sennò ti infiliamo qualcosa di più
grande’vuoi qualcosa di più grande? Che cosa possiamo
metterle dentro, tesoro?? Il manico di un mattarello?’
‘No, per favore, il mattarello no”
‘E allora girati e prendi questo cetriolo nel culo..’
‘Nel culo no, vi prego’mi fa male”
‘Va bene allora, prendiamo il matterello’.’
‘No! Va bene’il cetriolo”
Mentre la biondina le sollevava il grembiule e la teneva ferma aprendole oscenamente le natiche, Luna riconosceva ormai la lingua esperta dell’estetista che le preparava lo sfintere a quella penetrazione vegetale.
‘No, è troppo grosso, basta’ahhhhh”
Sentì una pressione sul suo sfintere, poi la pressione si
ritirò e subentrò una lingua, poi un’altra spinta e
qualcosa che entrava.
‘Ahhh’ piano” il cetriolo aveva cominciato a
spingere sul suo buchetto.
‘Ti piacerà, sentirai’.è proprio come avere dentro
un bel cazzo’
‘Sì’ma fate piano’mi fa ancora male”
L’estetista aveva ormai spinto una buona metà del
cetriolo nel culo di Luna e cominciava a muoverla avanti e
indietro, provocandole un misto di dolore e piacere.
‘Dai, mettiglielo dentro tutto’ la incitava la biondina
‘così si prepara a prendere i cazzi dopo. La senti
maiala? E’ tutta dentro”
‘Sì’la sento..’ Luna si sentiva mancare il fiato
quando il cetriolo si spingeva completamente dentro il suo culo.
‘Ha anche il coraggio di lamentarsi, questa zoccola, senti che bel culo elastico che si ritrova’.spingiglielo tutto dentro, senti come le piace”
Luna urlava di dolore ma effettivamente la fica che la
biondina le stava manipolando da sotto era bagnata da far paura.
‘Mi stai allagando la mano, eh, porcellina’brava, se ti
piace essere inculata qui non avrai di che lamentarti’
‘Adesso te lo facciamo anche mangiare, sai’sentirai che bello caldo”
‘No’.basta’non ce la faccio”
Ma le due la costrinsero prima a succhiare e poi a mangiare
il cetriolo appena uscito dal suo buco del culo.
Consumato quel perverso pasto, Luna dovette aiutare a
preparare la tavola.
Presto arrivarono anche gli uomini e il trans dalle grandi tette e dalle vistose labbra. Tutti si sedettero a tavola.
Erano tutti praticamente nudi. Luna li servì con un
vassoio, anche lei completamente nuda tranne il grembiulino,
i sandali col tacco e una collana di corallo.
‘Vieni qui con noi puttanella’ la chiamò la biondina
‘però siccome non ci sono più sedie, inginocchiati qui
vicino al tavolo. Sicuramente ci sarà qualcosa anche per te, quantomeno da leccare..’ e tutti scoppiarono in una risata maliziosa.
Luna dovette inginocchiarsi vicino al tavolo e a turno
gratificare con la sua lingua e la sua bocca i due uomini, le due donne e il trans. Ormai completamente sottomessa,
passava la lingua sui coglioni del ragazzo giovane, poi
sulla fica della biondina e poi su quella dell’estetista,
che le strinse le cosce attorno alla testa per costringerla
a infilare la lingua più a fondo.
‘mmm’.è davvero brava’.la stiamo educando proprio
bene, questa bella signora”
‘io voglio farmi leccare anche i piedi” allungò la
gamba e Luna dovette leccare le dita affusolata e smaltate dell’estetista.
‘apri la bocca, dai, te lo sei meritata” l’uomo dal
fisico atletico le versò direttamente in bocca un goccio
di vino bianco dalla bottiglia. Luna era ormai completamente inebriata.
‘vieni che ti do qualcosa anch’io’ Luna riconobbe il
cazzo lucido e affilato del trans, che gli spinse in bocca
la sua cappella.
‘che ingorda’forza, diamole qualcosa da mangiare’
propose la biondina. Afferrò una fetta di pane e la
strofinò prima in mezzo alle sue gambe, poi a quelle
dell’estetista.
‘ecco, senti questa tartina com’è saporita”
‘aspetta, le do qualcosa anch’io” il trans si stava
godendo il pompino sempre più intenso di Luna.
‘sto venendo’spostati, puttanella” con precisione
inaspettata il trans prese la tartina e riuscì a dirigervi
almeno parte della sua eiaculazione.
Lo sguardo stravolto, Luna si vide offrire quel pezzo di
pane bagnato di umori vaginali e cosparso di seme.
‘mangiala, sentirai com’è buona..’
‘no, non ce la faccio’.vi prego”
Fu nuovamente la biondina a forzarla. Luna addentò la
tartina e sentì di aver ormai varcato il confine senza
ritorno della depravazione.
‘guardatela com’è vorace’vieni, innaffiala con un
po’ di vino” e tra le risate degli altri l’uomo le
versò del vino in bocca, lasciando che buona parte le
colasse sul mento e sul collo..
‘E adesso forza, al lavoro, è ora di divertirsi un
po” propose l’estetista.
‘Che cos’hai in mente? La leghiamo di nuovo e ce la
spupazziamo un po’ tutti insieme?’
‘No, prima ho un’altra idea’facciamo il gioco del
cavatappi! Tu te la senti?’ chiese rivolta al trans.
‘Sì, se ce la faccio’sono appena venuta..’
‘Sai che cos’è il cavatappi, puttanella? Ti piacerà,
vedrai”
La bocca ancora intrisa di vino, sperma e succhi ficali,
Luna fu spinta su in divanetto dall’altra parte della
stanza. Sentì qualcuno scivolare dietro di lei. Era il
trans che poco prima aveva fatto godere con la bocca. Luna fu fatta appoggiare di fianco.
‘Dai, aiutiamolo”
Con le loro bocche e lingue guizzanti, leccando il culo e i coglioni del trans, la biondina e l’estetista cercarono di dare turgidità al suo cazzo. Luna lo sentiva strofinarsi
tra le sue chiappe. Pian piano il cazzo ritrovò il minimo
di consistenza necessaria per cominciare a penetrare
dolcemente nel culo di Luna. ‘Attenzione che non scivoli fuori’ raccomandava l’estetista.
‘Dai, adesso tocca a voi’chi comincia per primo?’
Il ragazzo si insinuò dietro al trans che stava inculando
Luna, anche lui di fianco, e lo penetrò senza
difficoltà.
‘Sì, bravo, così’ mettiglielo in culo”
Luna cominciò a capire che cosa significava
‘cavatappi’.
Sotto la spinta dell’inculata del ragazzo, il cazzo del
trans cresceva lentamente ma inesorabilmente nel culo di Luna. Era una sensazione inconsueta ma indubbiamente
piacevole, come se qualcosa le stesse crescendo dentro
riempiendola millimetro dopo millimetro.
‘Ti piace il cavatappi, maialina? Lo senti come ti si
gonfia dentro il cazzo?’
‘Sì’.lo sento’.ahhh’.’ ogni spinta del ragazzo
si trasferiva allo sfintere di Luna passando per quello del trans.
‘Sentite ma la fica non è che gliela lasciamo libera,
vero?’ incalzò la biondina mai sazia.
‘Ci penso io’ era la voce dell’altro uomo.
Con qualche difficoltà, l’uomo si inserì dall’altra
parte del divanetto e, aiutato dalle due donne, la penetrò in fica con il suo grosso cazzo.
‘Aspetta, anche noi abbiamo diritto a qualcosa,
però” la biondina e l’estetista si arrampicarono
sulla parte alta del divano per porgere, a turno, le loro
fiche madide da leccare a Luna.
‘Io voglio farmi leccare anche il culo” disse
l’estetista.
Inculata dal trans sotto le spinte del ragazzo, scopata
dall’uomo e con la bocca intenta a soddisfare le due
donne, Luna aveva perso ogni cognizione del tempo e dello spazio. Il suo corpo era ormai un’unica sensazione di piacere che si espandeva come un’onda in ogni direzione.
Era travolta e spaventata da quanto godimento le procurava sentirsi una cagna in grado di soddisfare contemporaneamente uomini, donne e trans.
Sentì i due uomini darsi il cambio nel culo del trans e il
ragazzo prenderla in fica. Poi il trans le scivolò fuori
dall’ano e il suo sfintere ormai dilatato accolse il
grosso cazzo dell’uomo. Sentì i due cazzi confondersi
nel suo ventre riempiendola completamente, mentre tutti le gridavano frasi oscene.
Dopo un tempo che le parve interminabile i due cazzi
uscirono da lei, sostituiti dalle lingue e dalle dita delle
due donne.
‘Hai mai provato una mano intera nella fica?’ le chiese
la biondina.
La bocca tappata dai cazzi dei due uomini e dal trans che si alternavano tra le sue labbra, Luna non aveva più la forza di ribellarsi. La sua fica accolse le dita della biondina, una, poi due, poi tre, poi quattro e forse l’intera mano, mentre le dita dell’estetista si facevano altrettanto spazio nel suo buco del culo. Penetrata completamente dalledue donne, Luna raggiunse il culmine del piacere, urlando un orgasmo parzialmente soffocato mentre anche l’ultimo cazzo
si staccava dalla sua bocca ingorda.
‘Senti come gode, questa puttana’adesso però godiamo anche noi”
Sdraiata a faccia in su sul divano, Luna dovette accogliere sulla sua pelle nuda, sul viso e sulla bocca, gli schizzi copiosi dei due uomini e del trans.
‘E noi completiamo l’opera”
La biondina si mise a cavalcioni del viso di Luna e
sgrillettandosi furiosamente le urinò in faccia.
L’estetista si sedette invece sul ventre di Luna e
mostrandole il culo si liberò anche lei di una vasta
quantità di liquido.
Ancora non sazie, si dettero a leccare e condividere con lei lo sperma che le colava sul viso e sul corpo,
spingendoglielo in bocca con le dita e con la lingua.

La mattina dopo, Luna si svegliò nel letto del suo
bungalow.
Sotto la porta, la solita busta. Era la conferma che non
aveva sognato. Un souvenir della gita in barca che la
ritraeva nelle pose più vergognose: sotto il tavolo
intenta a leccare e succhiare, sodomizzata nel gioco del cavatappi, coperta di sperma nel culmine dell’orgia.
Sentì bussare alla porta e si affrettò a far sparire le
foto.
Andò ad aprire la porta.
‘Sono io, cara’ la voce di suo marito
‘Come stai?’
‘Bene. Mi sei mancato’
Lo baciò morbidamente sulla bocca, riassaporando per
l’ennesima volta il sapore di sesso di quella travolgente
vacanza.

FINE

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