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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Una coniglietta esibita al bar…

By 13 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Un giorno per il mio compleanno, riuscì a convincere mia moglie a vestirsi un po’ più sexy del dovuto.
Le avevo comprato gli stivali che si usano adesso, con un bel tacco alto che la slanciano, e lunghi, oltre il ginocchio, quasi fino a metà coscia.
Sopra lei stava per indossare dei jeans, ma la fermai subito ricordandole che tutte le ragazze come minimo indossavano i leggins, almeno neri, luccicanti, belli aderenti che seguivano molto bene le curve, e che logicamente sopra al massimo poteva mettere un tanga, in modo che il culetto disegnato da Giotto non venisse rovinato. Lei sopra voleva indossare una gonna, o al massimo un maglione lungo in modo da coprire il fondo schiena.

Allora io ero contento per gli stivali, ma sopra volevo vederla forse con dei collant velati, anzi velatissimi, neri, oppure trasparenti od anche color panna e sotto senza niente e coperta da un maglione lungo od una mini. I collant erano più sexy perché il velo, lo strato era molto più sottile e trasparente dei leggins, ma era ben difficile che lei li indossasse senza una mini, senza niente perché altrimenti si sarebbe visto tutto.
Trovai alla fine dei collants molto sexy, che indossati senza slip, non si sarebbe visto sotto, attraverso, quindi non sarebbe risultata volgare, ma erano il massimo.
Dopo vari drink, quindi tanto alcool, e tanti sensi di colpa che gli feci provare, puntando che fosse il mio compleanno, che non mi volesse vedere felice, che altre ragazze erano più disinibite e quindi più divertenti, ecc, riuscì a farle indossare gli stivali, i collant neri, velati, e quindi si vedevano le belle gambe, ma scure quanto bastassero per non far vedere la patatina, però seguivano bene le curve dei suoi glutei ma purtroppo indossò un perizomino minimo che non si notava ma c’era.
Sopra portava un maglione che agiva da gonnellina veramente inguinale.

Così lei si sentì il sedere coperto’..ma per mè sarebbe stato l’inizio, un passo avanti, per poi cercare durante la serata, di andare avanti, di accorciare il maglione, di toglierle le mutandine.
Uscimmo e subito appena lei si sedette in auto, il maglione si accorciò da morire, io le feci il predicozzo tutta sera dicendo che se avesse messo i collant trasparenti era meglio e che quindi non mi faceva felice, ecc, andai avanti imperterrito perchè ero su di giri e la volevo portare in giro con le sue grazie in bella vista, almeno le gambe, trascurando i suoi bei seni
Alla fine dopo mezz’ora d’auto, perché la stavo portando lontano da casa, con la scusa che saremmo andati in un bel posto, ma in realtà il motivo era di non trovare nessuno che conoscessimo.

Dopo quindi la mia pressione psicologica, lei si mise a piangere, dicendo che gli dispiaceva di non farmi felice, che lei stava facendo il massimo per soddisfare le mie richieste, che si sentiva male, ma se proprio quello che io le chiedevo era così importante lei per farmi felice l’avrebbe fatto. Io incalzai e le dissi che le volevo bene e che non le stavo chiedendo niente di così strano, quindi alla fine lei cedette e mentre stavamo andando, io tirai fuori un coltellino svizzero e le tagliai le mutandine, in modo che così non dovesse spogliarsi, in realtà era una scusa per poi buttarle, in modo che non potesse cambiare idea.
Ci fermammo quindi ad un autogrill, e lì le tolsi le mutandine e scendemmo per andare a bere qualcosa al bar, così per farla rilassare.
Ci mettemmo al banco e lei tutta timorosa, la convinsi, le feci capire che era inutile sentirsi male, nessuno sapeva che lei non portava le mutandine.
Notai un paio di signori che la guardavano già dal primo momento che eravamo scesi dall’auto , i quali signori, ci avevano seguito, e tenuto sempre sott’occhio le gambe di mia moglie, io li puntavo con orgoglio, facendogli capire che apprezzavo il loro interesse verso di lei.
Quando fu il momento di andare , passammo al gabinetto e quando entrai, uno dei due venne anche lui e quindi trovandoci ad urinare uno affianco all’altro, lanciai il sasso.
Eee le donne, come sono belle ma anche complicate’
Lui non perse tempo e cogliendo la palla rispose dicendo: lei è proprio fortunato, sua moglie è bellissima e capisco che lei ne vada fiero, anche io se fossi al suo posto sarei felice di mostrarla a tutti, ogni parte, a proposito, se non si offende..devo dire che ha proprio delle belle gambe, poi vestita così rimarca ancora di più’certo ci fa venire una curiosità’ci da largo spazio alla fantasia per il resto.
Io: sii? Infatti io l’ho costretta a vestirsi così perché voglio condividere le sue bellezze con gli altri’anzi ..le voglio confidare un segreto’tanto adesso ci salutiamo, le lascio un regalino, anzi’secondo lei mia moglie porta oppure no le mutandine?
Lui: uhmmm, wow la cosa si fa interessante, secondo me’uhmm, no non le porta.
Io:bravo, ha indovinato, perché le sue sono qua. Le estrassi e le mostrai a lui, dandogliele in mano.
Io:eccole sono sue, così ogni volta che le annuserà e sentirà il profumo da bambola si ricorderà di lei.
Lui: uhmm, sniff, più che di bambola’sa di fica’.la sua mogliettina’non dico altro’ahahah
Io:vuol dire che le piace esser guardata, ok dai che devo andare’se le gusti ben bene’
Usciti dal bagno vidi l’amico del signore che si stava gustando le grazie di mia moglie tranquillamente e lei, un po’ imbarazzata faceva finta di niente.
Riprendemmo il viaggio e subito in auto entrai tra le sue gambe per tastare la situazione e constatai che lei era un po’ bagnata.
La mia eccitazione aumentava,i suoi collant volevo che diventassero i suoi legging , e dopo un breve viaggio uscimmo dall’autostrada perché il posto era su una collina, ma mancavano ancora una ventina di chilometri, purtroppo dopo un po’ mi accorsi che avevo bucato perché l’auto era sempre più difficile da governare.
Mi fermai, ed infatti era così, purtroppo avendo il gpl, non avevo la ruota di scorta e quindi dovetti usare la bomboletta , la ruota si gonfiò ma non troppo quindi presi in fetta e furia e ripartì cercando di arrivare in uno spiazzo, in un bar, riuscì a percorrere 5 o 6 km, ma ad un certo punto sentì proprio il cerchione toccare la strada, allora tirai ancora un km, sapendo di distruggere la ruota, finchè non vidi un bar, con uno parcheggio. Chiamai immediatamente il soccorso e mi dissero che erano pieni ma appena si sarebbero liberati, sarebbero venuti a prenderci.
Io ero incazzato nero perché la serata stava prendendo una piega sbagliata.
Mia moglie era dispiaciuta e vedendomi su tutte le furie e demoralizzato perché il la serata stava andando male, decise di cercare di calmarmi, di farmi tornare felice, come ero prima ‘e allora mi disse: amore cosa posso fare per farti tornare felice? Chiedimi qualsiasi cosa ed io la farò, se questo può farti rasserenare.
Allora io sentendo questo le dissi: be, qualcosa ci sarebbe, il maglione tiralo su, adesso andiamo nel bar e tu anzi lo togli e rimani con la magliettina, dopotutto i tuoi collant sembrano dei legging, quindi non fai niente di particolare, e poi vediamo cosa posso chiederti.

Lei rimase senza parole, un po’ poteva pensarlo, ma per non rovinare la sua parola data disse a malincuore va bene e si tolse subito il maglione.
La magliettina che portava era di un tessuto morbido, sottile, trasparente ed aderente, in più era un po’ scollato. Sotto ..ormai si era abituata, non aveva più gli slip, ed i collant erano parte integrante della sua pelle, e comunque non permettevano di vedere sotto, perché in modo armonico nei punti salienti era più scuro.
In pratica era proprio una ragazzina sexy, ma l’alcool aveva neutralizzato l’inibizione, lei si era già pentita ma ormai me l’aveva promesso e sapeva che se fosse tornata indietro ci sarei rimasto male ed avrei fatto una scenata.
Allora decidemmo di entrare nel bar, aspettando il carro attrezzi. Io aprì la porta e lei dietro di me, vedemmo subito uno di quei tipici bar di paese, vecchi, dove l’arredamento lascia molto a desiderare e dove ci sono solo mariti, anziani, comunque solo a bere bianchini , a giocare a carte.

Entrammo e ci guardammo in giro, ma subito tutti ci notarono, anzi notarono la bella figa che stava con me.
Appena entrati sentimmo un odore un po’ di fumo, e capimmo che anche se ormai era vietato, lì si poteva.

Davanti a noi si vedeva un bancone , con sotto degli specchi in corrispondenza del sostegno del bancone, abbastanza alto, e sotto un tubo color bronzo che normalmente viene usato per poggiare i piedi.
Io mi feci avanti e tenendo la mia amata con una mano la tirai con me sentendola un po’ frenata.

Passata la paura iniziale, mi risalì una vampata di eccitazione, sentivo le attenzioni di tutti e capivo benissimo che non erano per me, ma erano per il corpo della mia coniglietta, si perché sembrava una coniglietta di playboy in una gabbia di leoni.
Il rumore non si interruppe ma capì che stava cambiando. Più si avanzava e maggiore era l’energia che sentivamo, questo perché le attenzioni si concentravano sempre più sulle gambe, e sul suo bel culo.
Il fatto di averle tolto il maglione, aveva dato i frutti voluti, perchè spesso, quasi sempre le ragazze mostrano le gambe, ma anche se il sedere è perfetto cercano di nasconderlo, non perché sia volgare, ma perché loro si sentono come se ti spiattellano, ti regalano, ti offrono , ti donano gratuitamente le loro curve, insomma il bel culo ed essendo una zona erogena soggetta alle attenzioni dei maschi, cercano di coprirla.
Io ero riuscito invece a metter mia moglie nella condizione di lasciarlo, di concederlo , per me farmi felice era concederlo al giudizio assetato di chi normalmente non poteva ammirarlo.

Gli stivali poi le davano quell’aria da vacca, che la schedava, la rendeva inequivocabile alla bollatura che gli altri le avrebbero dato, e questo perché eccitava, eccitava da morire.
Ogni metro che lei faceva in avanti, verso il bancone, dava la possibilità ad ognuno di vederle meglio il suo bel culo ben definito, questo pensiero, questa curiosità bramosa da parte di tutti aumentava ed era palpabile, anche io lo sentivo e con piacere pian piano la tiravo verso il suo destino, sempre con maggior piacere, lei era mia, la mia cagna e ci volevo giocare, volevo godere, approfittarmi della sua dolcezza e del suo altruismo che traspirava dal suo bel corpo.

Quindi delicatamente e con convinzione la traevo verso il suo destino, lei sentiva l’energia sprigionata da tutti gli uomini concentrarsi sul suo corpo, infatti tentennava, faceva fatica ad avanzare, le veniva da contrarre le sue belle gambe, da incrociarle, istintivamente voleva proteggersi, nascondere le sue natiche che normalmente mai mostrava, o quasi a nessuno, aveva sempre dei collant più una gonna che nascondeva le curve e le mutandine.
Invece adesso, per colpa dei momenti vissuti un ora prima, si trovava senza alcuna protezione, con in più dei collant particolari che seguivano benissimo il suo sedere.

Le paure iniziavano a passare per il suo corpo: e se tutti si accorgono che indosso dei collant? Cosa penseranno? Non si indossano senza niente’e se si rendono conto che non porto sotto niente?.mamma mia’

Io capendo quello che provava, sia per sbloccarla sia per non lasciarla lì le diedi uno strattone più forte portandola fino al banco; ormai il più era fatto.
Lei non sapeva cosa fare, comunque si fosse messa, gli altri le avrebbero visto le sue bellezze, quindi era meglio guardare verso il barista e cercar di far finta di niente.
Ordinammo due negroni, così per allentare le tensioni, ma le persone li affianco rimasero senza parole nel vedere lei che beveva un superalcolico.
La mia magliettina le teneva caldo ma senza esser troppo spessa, infatti le si vedeva il reggiseno a balconcino che le spingeva i seni in su, ma era nera, aderente e poco trasparente.
Brindammo al mio compleanno, ed il barista sentendolo, mi disse auguri allora, ad alta voce, ridisse poi: ragazzi facciamo un augurio di buon compleanno ai forestieri.

Facendo così tutte le persone presenti, alzarono il proprio bicchiere, chi con l’amaro, chi col bianchino, chi con la birra, nessuno li era astemio, e fecero tutti auguri, in coro, io e la mia mogliettina ci girammo

Allora vidi che tutte le persone presenti erano solo ed unicamente uomini, dai 20 anni in su, e che tutti fino a pochi minuti fa erano girati ognuno verso il proprio tavolino per parlare, giocare a scopa o leggere la gazzetta, adesso invece erano girati verso il bancone, ma girati proprio con la sedia e bene, anzi, girati con l’inclinazione giusta per poter degustare con lo sguardo il bel corpo di mia moglie, anzi le gambe ed il culo.

Adesso si vedeva che spesso neanche la guardavano in faccia, ma le puntavano le tette e soprattutto la bella figa che aveva tra le gambe.

Infatti notai che lei continuava a muoversi, cambiava angolazione del bacino, cambiava la gamba su cui si poggiava, segni tipici di sensazioni di vergogna, che una persona può provare, di difficoltà, di paura, e quindi di fragilità.

Era eccitante, vedere una bella ragazza, che normalmente sa che con la bellezza si ottiene tutto, che col proprio bel corpo si può tener in pugno qualsiasi situazione, qualsiasi uomo, anche più di uno, calibrando l’esposizione del proprio corpo, l’atteggiamento, trascinando così gli occhi, lo sguardo dove si vuole mettendo in difficoltà i maschietti, facendoli sentire schiavi suoi, imbambolati,vederla invece in difficoltà, in balia degli sguardi loro, vederla in netta minoranza numerica, e vestita in modo chiaramente sexy, svestita, concessa a tutti senza distinzione e senza possibilità di scelta alle loro attenzioni, interessi, curiosità, sentirsi regalata, svenduta, concessa , come una perla ai porci.

Un dono a cui mai avrebbero potuto aspirare e neanche col pensiero di mantenerla con cura perché lei altrimenti se ne sarebbe andata, perché capivano che lei voleva andarsene, che lei non voleva loro, non li cercava, non li aveva neanche scelti per sbaglio, non voleva stare lì per mantenere una promessa a loro, lei con loro non centrava assolutamente niente e non voleva aver niente a che fare come normale che sia, ma lei stava lì solo per volontà mia, e capivano che la mia volontà fosse di metterla in difficoltà grazie al branco, il mio desiderio era di vederle tolta la dignità , di offrire, di sprecare , di sfruttare , di punire una donna di classe con loro.
Allora visto così loro capivano che pian piano seguendo me, le mie volontà potevano sfogare le loro voglie, i loro desideri, le loro fantasie, ma in più, cosa che non avrebbero potuto fare con una prostituta, avrebbero potuto sfogare la loro voglia di rivalsa, la loro occasione di usare, sfruttare anche solo con lo sguardo una ragazza fine, di classe che normalmente non li degna neanche con lo sguardo e che normalmente sono le mogli, le figlie, le amanti, dei loro capi, di chi li comanda, di chi conta, oppure direttamente sono loro le direttrici a cui devono portare rispetto.

Magari loro fanno lavori umili e duri e fan fatica a tirare a fine mese, e poi si vedono queste fighette improfumate che gli passano davanti e vanno sempre a mangiar fuori, e tutto alla faccia loro.
E chissà quante volte vedevano quelle femmine fare i capricci, viziate, e si sentivano trattati male da loro o per colpa loro, solo ed unicamente per un semplice capriccio, e loro dovevano per forza rassegnarsi ed ingoiare e dire sempre si e scusarsi.
Per tutti questi svariati motivi, ognuno nel proprio subconscio, in pochi secondi, dietro alle fantasie erotiche, anzi porno, che faceva in quel momento ammirando, degustando ogni sua parte del corpo, delle espressioni e degli atteggiamenti, si celavano quei sensi, quelle situazioni di rivalsa che da una vita sognavano.
Capite che tutto questo generava un’energia incalcolabile che sprigionata da tutti, si univa e si focalizzava nei punti salienti della mia mogliettina. Questa energia unita, senza dissapori,
Come era possibile che normalmente si sono fatte guerre scoppiate per colpa delle donne, moltissimi uomini anno perso la vita per conquistarsi, per contendersi una donna ed invece in questo caso tutti erano solidali, tutti erano uniti, tutti volevano scambiarsi, condividere la stessa cosa, con fratellanza , amicizia, altruismo e spirito di squadra tra di loro, ma col pensiero comune di negare qualsiasi dono, qualsiasi segno di pietà, qualsiasi possibilità di scampo dal destino già scritto per l’unica femmina presente
La mia femmina avrebbe dovuto scontare tutte le pene delle altre donne, fino all’ultima, senza sconti, senza pena, senza riduzione, ma anzi con gli interessi.
Tutti capivano che io comprendevo loro e che seguendomi gli avrei dato quello che desideravano.
Il pubblico aveva capito che io ero il loro complice, che attraverso me lo avevano la possibilità di gustarla e che quindi mi dovevano rispettare e coltivare e creare un legame con me di fiducia e rispetto reciproco, perché altrimenti, quella possibilità che io stavo dando loro, mai più gli sarebbe capitato nella loro vita così tranquilla, così monotona, così noiosa.
Quindi il gruppo, il branco che si stava creando , senza parlare, che solo noi maschi riusciamo a fare, avrebbe dovuto seguirmi perché io gli avrei portato il loro desiderio.

Mia moglie aveva solo me, ero la sua sola via di scampo, ma non voleva vedere la situazione così, bensì io ero suo marito e si era ripromessa di farmi felice, e comunque anche se non voleva ammetterlo a se stessa, dentro sentiva l’energia che la stuzzicava, che non riusciva a governare che le dava piacere, troppo da farla venire, voleva coprirsela ma non sapeva come, io cercavo sempre con una scusa od un’altra di farle tener in mano sempre il bicchiere, con l’altra cercavo di tenergliela impegnata.

I collant che indossava sembravano dei leggins, comunque erano lo stesso più aderenti e quindi si erano create le linee tra le gambe e la patatina.
Tutti guardavano le sue gambe e il punto, allora lei si girò di nuovo verso il bancone, pensando così di star più tranquilla, ma la curiosità bramosa dei maschi si concentrò sulle sue natiche, belle, scolpite, sode, disegnate da Giotto, sembrava che ridessero, con sotto le gambe.
Le curve si vedevano benissimo, senza ostacoli, senza niente che le coprisse.
Tutti adesso, seduti sulla propria sedia, con una sigaretta, o chi un sigaro nella mano, in posizione comoda, chi invece che sorseggiava il vino, l’alcool, scendeva dritto dritto e il calore che il whisky come un fuoco se sentiva passare per l’intestino, si trasformava in eccitazione sino alla cappella.
Tutti i maschi erano con le gambe in posizione comoda per dar libero spazio al proprio cazzo di estendersi, di tirarsi su, di diventare bello duro.
Le schiene erano a 60 gradi, come fossero su una poltrona, l’immaginazione che si aveva guardandole il culo e le gambe si sprigionava sempre sui propri cazzi.
Le mani libere si appoggiavano involontariamente sui propri membri, intanto nessuno guardava gli altri, tutti guardavano incessantemente lei, inoltre lo specchio sotto il bancone permetteva di vederle anche la patata, quindi lo spettacolo era completo.

Mia moglie di nuovo si sentiva le vampate tra le gambe, adesso oltre che nel clitoride, le sentiva anche nel secondo canale, il quale involontariamente si contraeva .

Lei faceva sempre più fatica, il cuore le batteva a mille, sentiva come se le gambe le cedessero, il piacere stava diventando incontrollato, un signore iniziò a parlare con noi, e il barista ci offrì da bere dell’altro negroni, mia moglie non perse tempo e si mise a berlo, pensando che potesse alleviarle la sensazione che provava, di riuscire a calmarsi, ma invece così i suoi freni inibitori e il controllo di se stessa si ridusse ancora.

Lei per evitare di sentire le contrazioni iniziò a girare il bacino, il sedere a destra ed a sinistra, e cercò di abituarsi e di convivere con quelle sensazioni che sentiva tra le gambe.
Quindi dentro lei, si rilassò, aprì anche un po’ le gambe, non tenendole più così strette, così facendo, la visione per gli spettatori si allargò, anzi, si addentrò, perché lei per riposarsi un po’ si appoggiò sul banco, inclinandosi cosi a 60 gradi, riducendo la fatica delle sue gambe nel sorreggerla, così facendo, i maschi potevano vedere ben dentro, il collant dopo tutti i movimenti che lei aveva fatto, delineava perfettamente la passerina, si vedevano le labbra emergere in modo evidente, dato dal fatto anche del piacere che lei stava provando e un minimo i collant iniziavano ad addentrarsi nel mezzo della figa di mia moglie.
Il pubblico adesso si trovava uno spettacolo ancor più eccitante, ed anche il culo era perfetto, di poco non si vedeva il buco.
Mia moglie per cercare di non pensarci, si lasciò trasportare dal signore affianco a noi che si era messo a parlare.

Era un sabato sera e quindi tutti il giorno dopo non lavoravano, tutti erano spensierati e non avevano intenzione di tornare a casa presto a rintanarsi, ma di fare in modo che quella serata non finisse subito, ma si allungasse, nessun uomo voleva tornare a casa e sapere che poi non avrebbe consumato, rientrando nella monotonia, sapendo già che non avrebbero scopato con la propria moglie, magari anziana, ma sicuramente non giovane e fresca, e con vestiti come quelli della ragazza che avevano davanti ai propri occhi.

Mia moglie era pervasa dall’alcol, i pensieri proibiti incominciavano a passarle nelle vene, si stava rilassando sempre più, era più disinibita, incominciava a sculettare con più armonia, e a parlare col signore in modo più malizioso, il caldo del negroni la indusse a sbottonarsi il top ulteriormente e a sentire che il reggiseno a balconcino con l’imbottitura le dava fastidio e incominciava a desiderare di toglierlo, ma il coraggio era ancora lontano.
Il signore prese occasione e chiese infatti come stesse e come poteva aiutarla ‘.., lui le soffiò nel suo decolté, e lei fece proprio scherzando la ragazza contenta dell’attenzione ricevuta.

Anche io ringraziai il signore per averle soffiato, per averla rinfrescata, a quel punto le dissi che quel reggiseno era di troppo, e che se l’avesse tolto almeno avrebbe respirato.
Anche il signore disse la stessa cosa, mia moglie dopo un sorriso smaliziato iniziale, ascoltò l’ulteriore consiglio nostro: dai guarda che tutte le ragazze stanno senza reggiseno, poi intanto non sei mica nuda, hai la magliettina’..
Dai leggins le si vedeva bene tutto , e dal top si intravedevano quei bei seni naturali , ma proprio bene e dopo varie insistenze a qualche bicchiere di alcolici e molta insistenza da parte mia aveva ceduto.
Indossava solo i leggins senza tenere alcun maglioncino in vita per coprire il suo bel sederino.
Davanti le si vedeva il reggiseno coprirle i capezzoli e questo era estremamente eccitante.
Finalmente ero riuscito dopo anni ad ottenere quello che volevo, almeno un primo passo, poterla esibire parzialmente a tutti, ai maschi, in un bar , in uno di quei bar sconosciuti, frequentati solamente da gente del posto e qualche forestiero di passaggio, magari qualche camionista, in uno di quei baretti dove c’è sempre la stessa gente, frequentato solo ed unicamente da uomini, da ragazzi, da signori e da anziani, dove si gioca a scopa e si beve il bianchino e dove ancora si fuma anche se non si potrebbe, dove il tavolo da bigliardo attira i ragazzi dai 20 ai 40 anni, dove le slot machine si sentono in sottofondo perché qualche anziano si gioca la pensione o qualche lavoratore la tredicesima, dove c’è un unico giornale, la gazzetta e si discute delle partite e dove in qualche parete c’è attaccato almeno un calendario con qualche bella figa totalmente nuda.

Quindi oggi e solo oggi a tutti quelli presenti per caso o per costanza o come il barista per lavoro, era capitato questa fortuna di poter ammirare una femmina , una bella femmina.
E’ una ragazza, una donna ma è più giusto chiamarla nel dovuto modo, una femmina, una da far rizzare i cazzi anche quando lei non vuole. Una da scopare, da usare per sfogare i propri istinti.
Il reggiseno si vedeva sulla schiena attraverso quel top ed anche davanti, non era passato inosservato.
Lei avrebbe voluto sedersi, ma io insistetti per tenerla in piedi, al banco, in modo che il suo bel culo e le sue belle gambe venissero ammirate, apprezzate, degustate, sognate da tutti gli uomini presenti, i quali o girandosi dal tavolo da bigliardo o dai tavoli , si potevano girare e degustare oppure guardare in modo fisso e nascosto o i più vicini e i più sfrontati se la potevano gustare ben bene.
Io per ottenere questo ero riuscito a farle bere più bicchieri di super alcolici e poi inizialmente dietro tra noi e i tavoli non c’era praticamente nessuno e io cercai di non farla mai girare.
Ma lei percepì, sentì gli sguardi su di lei, sul suo bel sedere, ma non si girò, cercò di far finta di non pensare di girarsi. Era uno spettacolo, ero eccitatissimo ed io mi misi a scherzare col barista che era giovane ed aveva uno sguardo da porco, perché riusciva a gustarsi il suo culo dallo specchio ma inoltre poteva vedere il bel decolté, dato dalla magliettina aderente, trasparente e aperta davanti.

Ad un certo punto mi girai e vidi che era pieno di maschi, qualcuno che di nascosto la filmava, anzi le filmavano e fotografavano il culo, per potersi gustare quel bel sedere coi leggins aderenti e trasparenti .

Mia moglie iniziò a disinibirsi ed ad accettare la situazione ed a iniziare a scherzare, a fare l’emancipata.
Vidi che le gambe sempre più spesso le incrociava, il banco aveva uno specchio , il quale permetteva al pubblico, agli spettatori seduti ai tavolini, di ammirarle la patatina, si proprio così quel bel triangolo ben marcato con sotto una riga.
I leggins le seguivano bene i glutei e la patatina oltre che le gambe, erano lisci, veniva proprio voglia di saltarle addosso.

Iniziammo a parlare col barista, il quale si degustava le sue belle tette, le parlava con lo sguardo puntato verso il basso senza mai guardarla negli occhi, era proprio sfrontato e mia moglie dopo un iniziale emozione, inibizione, e dopo qualche bicchiere iniziò a rilassarsi ed addirittura ad eccitarsi a tal punto da aprirsi la magliettina, sbottonandosi.
Intanto uno di quarant’anni si avvicinò a lei, e in modo disinibito e spavaldo cercò di attaccare discorso offrendoci da bere.
Parlammo di cazzate e mia moglie sentiva le attenzioni dei due e dietro degli altri allora avendo tolto i freni inibitori, si mise ogni tanto a tirarsi su i leggins, come fossero i collant e questo non faceva altro che aumentare la vista della propria patatina, della propria fregna, lei si sistemava e tutti si eccitavano.
Io mi giravo ogni tanto e vedevo qualcuno che si toccava, facendo finta di niente e qualcuno che scattava foto o filmava.
Mi guardavano ed io li guardavo con complicità.
Intanto i due parlavano con lei e vidi che quello affianco le toccava la mano e poco dopo le tocco la schiena.
Io: vi piace mia moglie?
Quello affianco: cavolo e non sai cosa le farei
Io: come ti chiami?
Lui: Franco
Io: e tu (rivolto al barista):io Vincenzo.
Io: vi piace allora mia moglie? è bella vero?
La presi e le feci fare un giro completo
Io: le stanno bene i leggins vero? Sono così morbidi, aderenti, senti’
Franco non esitò ed allungò la mano sul gluteo, sulla chiappa,
Franco: uhmm , wow
Lei: amoreee che faiii?
Lei : amore devo andare un attimo alle toilet, arrivo subito, anzi mi accompagni’
Andammo in bagno e li lei mi disse che era tutta bagnata ed allora io la costrinsi a togliere il reggiseno, rimanendo senza niente, ma cercai di asciugargliela usando il reggiseno come straccio . Lei si incazzo ma dopo lo prese come una sfida quindi mi disse di uscire che si sarebbe sistemata.
Io allora tornai da franco e in modo confidenziale parlai con loro e dichiarai quanto fosse troia e che non nascondevo il mio desiderio di fare giochi particolari, questo dopo che loro mi chiesero le nostre intenzioni. Allora entrati in confidenza tirai fuori il reggiseno trasparente di lei imbevute di piacere e lo passai a lui, il quale da bastardo lo esibì a tutti. Lo tastò accuratamente per sentire quanto fosse fradicio e per gustare col tatto il piacere che mia moglie, che quell’unica femmina, quell’unica donna, quell’unica ragazza aveva provato nel sentirsi guardare da tutti loro, compresi i porci, i vecchi, gli schifosi. Si i viscidi porci che sempre non contano mai niente e non vengono considerati, le avevano dato piacere con lo sguardo con la loro attenzione verso di lei, anzi verso il suo bel corpo, verso il suo bel culo, le sue belle gambe, le sue cosce, la sua patata’, la sua fregna.

Era giusto che tutti lo sapessero, tutti dovevano sapere che mia moglie gradisse le loro attenzioni, non era giusto che lei mentisse, che lei facesse finta di niente, non dicesse a loro: ragazzi mi fa piacere che vi piaccia, che mi guardiate,’doveva esser riconoscente verso il suo pubblico’
Lui le aprì con una faccia fintamente meravigliata come per stare a dire: mamma mia ragazzi vedete anche voi quello che vedo io? Ma questa è proprio una puttana?!!
Le aprì con due mani e tenendole ben aperte all’altezza del suo sguardo , anzi poco sopra i suoi occhi, per mostrare a tutti davanti e dietro che erano trasparenti, non di pizzo ma in microfibra, un materiale più aderente morbido, come morbido era il suo corpo, le sue curve, i suoi atteggiamenti e dietro era inesistente, c’era un filo di nylon, che sicuramente doveva esser fastidioso, ma tutti capirono che lei le aveva indossate così sentendo pure un gran fastidio ma perché erano così sexy che le piacevano, quindi tutti capirono che era così zoccola dentro che anche se fastidiose, anche se soffrendo, voleva sentirsi a suo agio, ma agio non dovuto alla comodità , bensì alla linea sexy da puttana . Tutti dissero tra loro e tra di loro: mamma mia che bella zoccola abbiamo qua’

Il piacere Franco lo tirò su dal reggiseno con il pollice e il medio della mano destra e si mise a far scivolare le dita per sentirne la densità, proprio il piacere fresco, appena colto di mia moglie, appena prodotto grazie ai maschi. Lui avvicinò il reggiseno al suo naso per sentirne il profumo e poi con le dita imbevute del piacere le portò alla sua lingua per degustarne il sapore.
Questo reggiseno da troia in pochi secondi fece il giro di tutto il bar, ogni uomo, ogni maschio ne assaporò il profumo, c’era in sottofondo un profumo come di confetto, ma era così leggero che quasi nessuno l’avrà sentito, ma predominava un odore un profumo fresco, anzi caldo appena fatto, il quale faceva impazzire qualsiasi maschio. Era proprio un profumo particolare, fatto da mia moglie e il reggiseno era stato usato come spugna per assorbire il più possibile l’abbondante e generoso piacere che lei stava provando.
Quelle regiseno venne fatto girare a tutti, Franco godeva nel pensiero di sputtanarla, e l’abbondanza di piacere era tale che ad ognuno involontariamente rimaneva sempre un piccolo dono, quello che bastava per poter esser gustato con la lingua da veri intenditori come se si tenesse in bocca un po’ di vino.
Si riusciva a sentirne il gusto, si ogni maschio aveva in bocca il sapore, il gusto del piacere di mia moglie. Le donne vogliono la propria intimità, ma in questo caso, ancora a sua insaputa, tutti avevano assaporato parte del suo corpo, la parte più intima.

Mia moglie uscì dal bagno convinta che nulla fosse successo, ma appena superata la porta, tutti le guardarono la fregna, si vedeva che non aveva le mutandine e arrivata al banco rivolgendosi verso il barista chiese un altro bicchiere di grappa e facendo così e quindi girandosi verso il barista mostrò il suo stupendo culo verso il pubblico, il quale vide attraverso quei leggins, quei collant neri aderentissimi che era libera. Mamma mia sembrava non esser possibile che stesse succedendo, uno dei mie sogni di esibirla, si stava avverando.
Il collant non lasciava niente nascosto.
Il barista: cara, sei un candore, te lo offro io questo giro però ti chiedo un favore, sai sono qua solo al banco, mi potresti portare questi tre bicchieri di bianco a quei tre tavoli? Loro saranno felici di venir serviti da te’solo per questa volta’e..poi’ma sbaglio ho hai fatto qualcosa’
Lei: si’guardandolo con uno sguardo da semitroia ‘.cosa ho fatto?
Il barista: Dalla maglettina’non hai più il reggiseno?
Lei: ehmm,,, si
Arrossendo ammise quello che aveva fatto; le si intravedevano i capezzoli e le areole, ma bisognava guardare con molta attenzione.
Lei allora prende il vassoio e con le tette un filo cadenti si dirige verso un tavolino.
Facendo così il barista si degusta il suo bel culo e i clienti, al primo tavolo sono dei vecchi bavosi i quali senza rispetto le guardano, le puntano le tette, i capezzoli , le gambe e la patata.
Arrivata al tavolo c’è chi fa il serio, il cliente pretenzioso e chi fa le battute.
Uno le punta senza problemi la patata, continua a fissargliela a tal punto che lei si sente estremamente in difficoltà. Lei si china per dare il bicchiere e così facendo il rompicoglioni si trova a pochi centimetri dagli occhi le tette libere di mia moglie, libere dal reggiseno ed appena trattenute da una magliettina coi bottoncini in microfibra leggera ed aderente. Le vede in mezzo, vede tutto mentre dal banco noi e da un tavolo li vicino le vedono benissimo il culo. Quelli affianco sogghignano e con la scusa di richiamarla , un ragazzo sbruffone allunga una mano sulla gamba da dietro, partendo da poco sopra il ginocchio , quasi a metà coscia e salendo verso il bel culetto.
Lei sente un brivido percorrerle tutto il corpo su entrambe le gambe, sul cuore, sulle tette e sulla patata. Saltando su va a sbattere con le tette su un altro fortunato che ringrazierà a vita per quel momento.
Lei spaventata chiede quasi scocciata cosa vuole e il ragazzo da stronzo le dice: portami da bere..
Lei: ehh..sii’subito.
Riprende il suo vassoio e cerca prima gli altri clienti che aspettavano il proprio vinello.
Non li trova più, ha perso la concentrazione e il barista le indica dove andare e passando e fermandosi in mezzo ai tavoli per servirli, si china nuovamente e presa dal gioco tiene le gambe belle distese e questa volta per allungarsi lascia sbattere i propri seni sul viso di un porco.
Quelli affianco a lei allungano le mani in modo delicato e le accarezzano le gambe, le cosce da dietro per qualche secondo e lei fa finta di niente ma accelera a dare il bicchiere e poi sorridendo cerca di allontanarsi retrocedendo anche se trova una leggera resistenza da parte delle mani di quei due vecchietti.
Uno di fronte intanto si era visto bene la patata e aveva visto il cespuglietto curato, come una riga, che vedeva in trasparenza sotto i collant.
Io intanto eccitatissimo mi gusto la scena .
La porca si stava bagnando nuovamente, i collant lo stavano mostrando, a quel punto le mancava l’ultimo vinello da consegnare ma doveva passare in mezzo ad un gruppo di tavoli e non sapeva chi l’avesse ordinato.
Passando tra due ricevette una leggera sculacciata ed una manata , una palpata da un altro. Tutti guardavano le mie reazioni e vedendo che oltre che esser eccitato non dicevo niente, si lasciarono andare. Era in mezzo a loro, a 5 tavolini, tutti la guardavano, e le puntavano le parti più belle, lei non poteva neanche coprirsi perché aveva nelle mani il vassoio con l’ultimo vinello.
Si creò un silenzio, era guardata da ogni lato, da dietro, da davanti, ognuno le puntava la parte che più l’eccitava, lei diventò rossa e scappò verso il banco per restituire il vino e trovar protezione da me e da Franco.
In quel momento un ragazzino appena 18 enne la chiamo:CAMERIERA’
Lei non si girò, fece finta di niente ma sentì nuovamente: CAMERIERA, venga che ho qualcosa che le interessa.
Lei si gira e vede lui che si sta sniffando qualcosa.
Il ragazzino: bello questo reggiseno da troia. Alza entrambe le mani e lo mostra bene a tutti.
E’ suo?
Lei si sente invadere da un fuoco, mi guarda ed io.
Amore dai’perché esser gelosi delle proprie cose, bisogna condividerle.
Il ragazzino: venga a prenderle se vuole, è ancora bello inzuppato!!
Lei arrossì, si sentì male, allora andò velocemente lì e lo stronzetto se le mise al naso e fece un respiro profondo.
Ragazzino: uuhmm che profumo, hanno proprio un profumo di intimo’
‘.di FIGA lo corresse un suo amico e gli prese il reggiseno ‘,uhmm si sente bene e forte il tuo odore intimo, l’abbiamo odorato tutto il bar, adesso tutti qua sanno il profumo della tua vulva, ti eri lavata prima vero? No sai era forte il tuo profumo di fica.
Mia moglie arrossì tantissimo, si sentì umiliata da un ragazzino e soprattutto che tutti i maschi che la desideravano sapevano il profumo di quel punto che mai nessuno aveva mai odorato.
Lei: adesso dammelo
Lui: e tu cosa mi dai? Vieni a prenderlo’
Lei si avvicinò e a quel punto lui allungò le mani sulle gambe.
Lui: uhm, belle
Lei: dammelo
Lui: cosa mi dai in cambio’
Intanto allungò le mani sul suo culo e all’interno coscia.
Lei: cosa vuoi?
Lui: immagina
Lei: no è troppo
Lui: va bene qualche palpata’
Lei: quanto e dove
Lui: tutta per 5 minuti
Lei: troppo
Lui: 2 minuti
Lei: va bene ma dammi il reggiseno
Lui: dopo
Lei: no subito
Lui: a metà
Lei. Ok, dai facciamo in fretta
Lui si alzò ed iniziò a palparle subito le tette, poi una mano la passò sul bel culo mentre quella sulle tette la stringeva quasi a farla scoppiare, la strizzava forte, andò dietro di lei e le agguantò entrambe le tette e ci diede dentro e poi la fece chinare a 90 sul tavolo in modo che le tette fossero penzolanti, a quel punto da dietro facendole sentire il cazzo duro sul culo e sulla figa si mise a palparle alla grande per poi metterle una mano sulla figa e cercando di impugnarle con la mano tutta la figa andò avanti finchè lei non rivendicò le mutandine ed il tempo terminato allora lui le diede un bacio, una linguata , un ultima spremitura di tette e una manata sulla figa dalla parte di quel bel culo.
Lei tutta esausta e spettinata tornò al bancone e arrivata da me ‘
Lei: sei uno stronzo’.e questo il gioco che vuoi? Vuoi esser cornuto? Ok, va bene
A quel punto cercò di rilassarsi e Franco le fece un sacco di complimenti e l’abbraccio in segno di comprensione, di protezione.
Il barista le regalò un altro bicchiere di vodka, probabilmente quella decisiva e a quel punto iniziò a non capire più niente. Franco allora vedendo che io lasciavo fare da un abbraccio passò ad una cosa diversa, la sua mano dalla schiena la fece scendere lentamente fino alla parte sopra del sedere e vedendo che lei non diceva niente passò a tastarle bene il culo, ad accarezzarlo.
Tutti guardavano la sua mano vicina a me che ben aperta si degustava la chiappa, prima dolcemente e poi pian piano sempre con più insistenza fino a che non vedendo nessuna resistenza Franco la girò verso di lui.
Mia moglie mi dava le spalle ed io vedevo in faccia Franco, il quale l’abbracciò, poi le mise in bocca un altro bicchierino di vodka dato dal barista.
Lei ridendo lo mandò giù tutto in un sorso e Franco a quel punto con una mano le teneva il viso e con l’altra che aveva usato per farla bere le prese la testa e l’avvicinò a lui di forza e si mise a limonarla.
Lei cercò di fare resistenza ma lui la teneva stretta e con una mano si mise a palparle bene il culo , in modo più carnale e deciso e con gli occhi mi guardava come dire: guarda che mi faccio tua moglie!!

Con la mano entrò tra le chiappe e sentì che era inzuppata e si avvicinò il più possibile alle labbra’ma della figa non quelle del viso.

Intanto se la limonava con ardore senza lasciarla quasi respirare ed io da buon cornuto porco mi lasciavo umiliare, vedevo Franco che la limonava alla grande e lei succube si lasciava fare opponendo una leggera resistenza ed intanto la sua mano le degustava ogni sua parte.
Poi proseguì sempre davanti a tutti dando uno spettacolo eccitante, mostrando a tutti come lui si degustava le sue belle cosce, il suo bel culo e la sua bella fregna ormai inzuppata.
Il barista allora allungò le mani sulle sue tette palpandole direttamente sulla microfibra aderentissima e trasparente.

Mia moglie era come tenuta ferma e poco poteva fare, quindi subì quella spremitura di tette da parte del barista.
A quel punto molti maschi si alzarono e si avvicinarono a noi, tutti volevano lei, allora il barista andò a chiudere le saracinesche del bar, in modo che qualsiasi cosa fosse successa, nessuno da fuori avrebbe potuto vederlo e neanche nessuno sarebbe potuto andare via.

Molti si avvicinarono e le mani iniziarono ad allungarsi su di lei, allora Franco decise di portarla via e di andare in bagno, io li seguì ma il barista precedendomi mi fermò. ALT tu resta fuori, con tua moglie andiamo solo io e Franco, vogliamo scoparcela per bene, tu resta fuori a segarti con loro ahahahah.
Chiusero la porta, sopra era aperto e quindi si sentiva tutto. Io ero il più vicino alla porta e dallo spioncino come si faceva da piccoli, da vero segaiolo potevo vedere quello che facevano.
Io tirai fuori il reggiseno e un altro paio di mutandine che lei portava sempre con se che sapevano di lei, del suo profumo e siccome le aveva già indossate, avevano una piccola macchia del suo liquido e questo fece impazzire gli uomini presenti. Tutti zitti per ascoltare quello che succedeva nel bagno. Le mutandine ed il reggiseno assieme alle foto che ognuno aveva fatto servirono per iniziare una masturbazione di massa.
All’interno misero lei in mezzo alla stanza e 4 mani si accanirono su di lei palpandola ovunque ed entrando dentro i collant. La spogliarono e i collant li buttarono fuori a noi poveri segaioli .
Ognuno fuori si mise a odorare e palpare i suoi leggins collant , le sue mutandine ed il suo reggiseno.
Vidi le mani dei bastardi che iniziarono a sgrillettarle la fregna e a strizzarle le tette, la fecero chinare e lei si trovò in bocca il cazzo di Franco.
Franco: dai, succhiamelo, bella figa’.
Il barista affezionato alle tette si mise a mungerle e poi le mise il cazzo dentro quella bella figa depilata.
Sentivo lei che gridava, non vedevo più bene ma capivo che la stavano castigando, se la stavano scopando alla grande ed io ero fuori. Sentivo lei che imprecava di smetterla’
Lei: no ti prego lì no, no, NOOOOOO
La sentii piangere e continuare ad imprecare’.le stavano sfondando il culo’

Un vecchio: senti come grida la troia’.eheheh le stanno sfondando il culo eheheh
Il ragazzino: ma è proprio puttana, quando escono me la voglio sbattere io tua moglie te la metto incinta’hai capito cornuto??, Le sborro dentro tutto ahah
Da fuori sentivamo: ZITTA TROIA, SUCA, CAZZO SUCA COSI’ahhahhahhaa, io te la tengo ferma aprila, aprile il culo
Lei: NOOOONONONON, AAAIIIAIAIAIAI, MI FAIII MALLEEE, TI PREGOOO OOOHOHO.
Avevamo tutti un’ adrenalina, sentivamo come fosserò li, le stavano sfondando il culo. Mi veniva voglia di sfondare la porta ed andare a riprendermela, ma invece rimasi li ed anzi annusati i suoi collant li passai in giro e vidi molti col cazzo fuori che ascoltavano quello che succedeva e intanto annusavano la sua biancheria e si vedevano le foto fattele appena prima e si segavano per poi sborrare sulle mutandine e sui collant’in modo poi alla fine da ridargliele indietro e costringerla ad indossarle inzuppate.

Ad un certo punto Franco le rimise il cazzo in bocca e raggiunse l’orgasmo costringendola ad ingoiarne una parte e con l’altra invece le battezzò il viso.

A quel punto la spostarono e la portarono affianco alla tazza del cesso e lì continuando a sfondarle il culo siccome la puttana continuava a gridare e poi avendo la bocca ed il viso sporchi di sborra aprirono lo sciacquone , in continuo e mentre lei cercava di opporsi, loro le immersero la faccia dentro.
Le slegarono i capelli lunghi e lisci e questi furono travolti dalla corrente dello sciacquone .
Lei gridava, castigata, cercava di tirarsi su, ma loro porci come erano e bastardi dentro si divertirono ad umiliarla’.tutta nuda in ginocchio sulle piastrelle fredde e sporche di sborra ormai fredda con la fregna inzuppata del suo piacere, con un cazzo enorme che le sfondava il culo e la spingeva verso la tazza del cesso, e con una mano grande che le teneva la testa immersa dentro il water, con l’acqua gelida che scorreva.
Il barista senza pietà la faceva godere e piangere dal dolore e lei faceva fatica a respirare, perché continuava a bere l’acqua del cesso’.
Il Barista: si, brutta troia ti lavo bene, sei sporca’sporca di sesso, sai di cazzo ahahha’.
Il gioco andò avanti per un po”le tette penzolanti dopo averle spremute come limoni le misero dentro il water e così vennero bagnate dall’acqua corrente e divennero gelide anche loro ed i capezzoli diventarono duri come chiodi.
Il barista: Bella figa, adesso ti sistemiamo noi, così la pianti di fare la zoccola ed andare seminuda in giro per ilmio bar ahahah quando ci saremo svuotati i ciglioni ti lascio al branco fuori’ahhaha

La femmina fu considerata come era giusto che fosse, solo ed unicamente un bel corpo da usare e castigare, punire per le tentazioni che aveva generato a tutti’

I due porci andarono avanti’e quando avrebbero finito’sarebe stato il turno degli altri’.comunque i due l fecero delle foto’.e questo sicuramente sarebbe stato utilizzato in futuro per non farla più scappare’

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