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Racconti di Dominazione

Una donna matura 2°

By 11 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Al mare
Andai in vacanza con un gruppo di amici ed amiche, ma la mia mente era presa da ben altri pensieri. Anche la presenza di donne belle e disponibili mi attirava poco: la loro disponibilità non era quella che avevo cominciato ad assaporare con Roberta. Mentre me ne scopavo una (avevo cominciato a lavorarmela prima di conoscere Roberta)mi chiedevo come avrebbe reagito se io avessi iniziato a comportarmi senza freni inibitori’.
Intanto ricevevo messaggi di Roberta in cui sottolineava la sua sottomissione e faceva promesse circa una sua completa disponibilità. Nel primo messaggio mi ringraziava per averla presa dietro (‘mi hai dato la possibilità di donarti una mia verginità’) e mi diceva che era costretta ad indossare un costume intero per non far vedere i segni della frusta: avere però quei segni sul corpo la faceva sentire più vicina a me. Le risposi che se voleva, alla prima occasione l’avrei marchiata come sai fa con le bestie, e mi rispose: ‘Se così vuole il mio signore’lo farò’. In un altro mi prometteva che avrebbe ubbidito a tutto: anche avere rapporti con altri uomini o donne.
Quando rientrai, andai in un sexi-shop e acquistai alcuni prodotti da usare su Roberta.
Per il fine settimana successivo al mio rientro trovai una stanza libera nell’albergo dove stava trascorrendo le vacanze Roberta e così la raggiunsi. Le comunicai il numero della stanza e l’ora del mio arrivo.
Mi ero appena sistemato, che sentii bussare alla porta: era lì. Entrò velocemente (la paura di essere vista!). Aveva un costume a due pezzi , nero, con una copricostume trasparente che non faceva altro che mettere in risalto le sue curve e degli zoccoli con un tacco di alcuni cm. Appena entrata si strofinò contro di me, mi baciò appassionatamente e poi prese a camminare avanti e dietro, come in una sfilata, spogliandosi lentamente fino a rimanere completamente nuda a braccia e gambe aperte in posizione di offerta e con il capo chino, in segno di sottomissione. Non avevamo ancora detto una parola. Le presi il mento con una mano e l’obbligai a guardarmi:

‘Brava. Meriti un premio.’ E cominciai a baciarla e masturbarla. Cominciai a carezzarle e a torturarle anche i capezzoli: era una pratica che mi piaceva particolarmente ed a cui non sapevo fare a meno. La sensibilità della zona ed il poter passare dalla piacevole carezza al terribile dolore in un attimo erano un binomio perfetto. Cominciò subito l’altalena di eccitazione e sofferenza che tanto le piacevano. La stavo portando rapidamente all’orgasmo. Se si aspettava che mi fermassi, rimase delusa: continuai fino a farla arrivare. Era bello e piacevole poter disporre e decidere se far godere o meno l’altro! Arrivò come un treno: cominciò a colare dalla fica tanto da sentire le gocce che cadevano sul pavimento!! Quando si calmò si strinse a me’ La costrinsi ad inginocchiarsi: si apprestava ad aprirmi il pantalone, ma la bloccai: ‘No’lecca a terra, pulisci completamente il pavimento”. Mi guardò interdetta. Avrebbe voluto protestare, ma si fermò un attimo prima e con molta esitazione abbassò la testa e cacciando la lingua iniziò a pulire’prima molto titubante poi prendendo maggiore coraggio, in modo più deciso. Io restai lì a guardarla, dandole dei consigli ‘Alza bene il culo” ‘Mantieni le gambe aperte’mostrati’ ‘ ‘Sii più decisa’ ‘. ‘Guarda, pulisci un po’ meglio a sinistra” ed a scattare foto. Mi accorsi che più insistevo più ci prendeva gusto!!! Pertanto posai la macchina fotografica, mi spoglia rapidamente e la penetrai a fondo. Immediatamente cominciò a gemere e più acceleravo più gemeva. Non volevo arrivare per cui rallentai. Uscii completamente’si fermò come a chiedersi perché, ma come mi appoggia al buco del culo capì e si irrigidì, ma poi, com’era evidentemente sua abitudine, riprese il controllo e cercò di rilasciarsi. Piano piano iniziai a forzare. Ad ogni mia spinta c’era un mugugno di Roberta, non sapevo se di piacere o di dolore. Finalmente con un’ultima spinta arrivai fino in fondo e sentii sbattere le palle contro il suo perineo. Se ne accorse anche lei e cominciò a rispondere alle mie spinte venendomi incontro. Con una mano iniziai a carezzarle-stringere il seno e con l’altra a masturbarla. Ero sul punto di arrivare, ma Roberta non era molto più indietro di me! Con un’ultima spinta entri il più possibile e stringendo un capezzolo e infilando un secondo ed un terzo dito nella fica, arrivai abbondantemente. Nel sentirsi riempire dallo sperma caldo superò la soglia del piacere ed arrivò anche lei. Mi appoggia contro di lei e rimasi a riprendere fiato. Il suo retto si contraeva, come a volermi succhiare all’interno. ‘Avevo dimenticato quanto era bello sentirti dentro di me!’ . Improvvisamente realizzai che erano le sue prime parole da quando aveva messo piede nella stanza!
Uscii da suo culo e l’ano rimase un po’ aperto. C’era un filo biancastro che le colava: lo fotografai’ Avevo ancora una certa rigidità. Mi inginocchiai davanti al suo viso, la presi per i capelli, obbligandola ad alzare la testa: realizzò che volevo essere pulito, per cui cercò di allontanarsi ‘No’ti prego”. Ma bastò tirale i capelli con più decisione: aprì la bocca per gridare ed io le infilai il cazzo e cominciai a parlarle: ‘Non puoi dirmi di no’Impara a succhiare, che non sei brava. Ora iniziamo le lezioni! La lingua falla scorrere lungo tutto il cazzo, brava così’adesso entra fino in fondo e con la lingua massaggiami’Brava, vedo che apprendi facilmente’sei portata per i cazzi!!!’ In una fase iniziale fu rigida (immagino che il sapore del mio sperma frammisto alle sue feci non doveva essere dei migliori’), ma seguendo le mie indicazioni Roberta si dava da fare e se lei si rilasciava il mio cazzo riprendeva vigore. Continuò a lungo e seguendo le mie indicazioni era sempre più precisa ad andare a stimolare i punti giusti, facendo riprendere vigore al mio cazzo. Imparò subito a leccare le palle e tutto il perineo. Cercava di spingere la lingua verso il mio culo, ma la posizione non gli permetteva di raggiungerlo. Allora cominciò ad accarezzarmelo con le mani. Iniziò a salire e scendere lungo l’asta con una certa regolarità. Sentivo il profondo della sua gola ogni volte che affondava la bocca! La regolarità piano piano aumentava il ritmo. Mentre continuava a lavorare, mi stesi per terra e la feci venire sopra di me: inizia a laccarle la fica, il culo e con le mani la aprivo e introducevo ora due ora tre alcune volte anche quattro dita’ Passammo non so quanto tempo così: alla fine arrivammo insieme, con molta dolcezza. Io bevvi tutto. Lei continuò a succhiare fino all’ultima goccia, come un assetato nel deserto. Prese a baciarmi lungo tutto il corpo salendo piano piano e venendo a sistemarsi al mio fianco: ‘Grazie amore mio. Ora devo andare. Stasera c’&egrave una festa al locale dell’albergo’ci vedremo lì.’.
Invece ci vedemmo prima sulla spiaggia dell’albergo. Ero al bar a prendere un aperitivo, quando arrivò il marito (Ernesto) che immediatamente mi riconobbe. Dopo i soliti convenevoli mi invita ad accompagnarmi al loro gruppo. Inizialmente mi ritraggo, ma dietro le sue insistenze accetto. Ci avviciniamo e vengo presentato. Sono una decina di persone, abbastanza omogenee per età, compresa tra i 40 e 50 anni. Roberta stava tranquillamente stesa su un lettino, parlando con una donna più o meno della sua altezza ed età, con i capelli corti biondo scuro, ben fatta con le curve al posto giusto, che poi scoprii essere Gloria, la sua migliore amica. Quando mi vide rimase con la mano a mezz’aria e si fece rossa: l’amica girò lo sguardo per capire cosa aveva visto la sua interlocutrice e mi guardò con uno sguardo indagatore. Il marito mi presentò a tutti ”Roberta ti ricordi di Gianluca, l’intermediario finanziario che hai conosciuto qualche giorno fa”. Roberta mi porge la mano, e con un sorriso un po’ tirato ‘Che piacere, anche lei qui Signor” ‘Qui ci diamo tutti il tu, il suo nome &egrave Gianluca’ intervenne il marito. Io feci finta di disinteressarmi a lei e mi dedicai a parlare con gli altri del gruppo, facendo conoscenza, ma mi misi in posizione di poterla guardare. Era agitata. Probabilmente non aveva preso in considerazione che il marito arrivasse a coinvolgermi! La vedevo parlare fittamente con l’amica, che ogni tanto mi guardava, ma subito distoglieva lo sguardo. Ad un certo punto quasi tutti erano al mare e Gloria si allontanò, lasciandomi campo libero. Mi accomodai vicino a Roberta: ‘Tuo marito mi ha invitato a sedermi al vostro tavolo a pranzo e cena’ Chiaramente tu siederai vicino a me’ Per stasera avrai una sorpresa”. ‘Vorrei che sparissero tutti’. Ho paura di questa situazione’ ma mi eccita’. ‘Chi &egrave questa Gloria? Perché mi fissa?’. ‘E’ la mia più cara amica. Sa di noi due’ Lei &egrave una che ha tradito diverse volte il marito ed io l’ho sempre coperta’sai diceva di uscire con me. Io non l’ho mai voluta imitare, anzi la criticavo fortemente. Oggi non le sembra vero che anch’io sia passata dalla parte delle donne che tradiscono il marito’. ‘Si’ma sicuramente non le hai detto la puttana che sei!’. ‘Abbassando lo sguardo e facendosi rossa ‘No’non ne avrei il coraggio’. Dovemmo interrompere perché arrivarono alcuni ragazzi ed io ne approfittai per andare a farmi un bagno.
A pranzo eravamo seduti ad un lungo tavolo rettangolare: mi ritrovai seduto fra Roberta ed una bruna tutta ‘guardatemi quanto sono bella’ non male cui cominciai a dedicarmi corteggiandola, tanto per vedere la reazione di Roberta, che non si fece attendere. Nonostante il marito fosse seduto al suo fianco faceva di tutto per attirare su di lei la mia attenzione: si agitava, si muoveva, mi chiedeva di passargli ora una bottiglia ora il sale’poi iniziò a farmi piedino’ Approfittando della confusione generale e della tovaglia che scendeva a coprirci le gambe, mentre parlavo con la mia vicina iniziai ad accarezzare le cosce di Roberta, scoprendole sempre di più ed arrivando a carezzarle la fica, che come le avevo ordinato fin dalla primo incontro, era libera da biancheria intima. Iniziai a masturbarla. Allargò di più le cosce per facilitare la penetrazione delle dita. In un primo momento cercò di portare avanti la conversazione con gli altri commensali, poi rinunciò e si concentrò sulla mia mano ed a cercare di soffocare i gemiti che le salivano dalla gola. Ci fu un momento in cui fu sul punto di arrivare: un poco per paura delle conseguenze se ci avessero notato, un poco per farla soffrire’tolsi bruscamente la mano con cui la stavo masturbando e la guardai: era rossa in viso, con il respiro corto, come se avesse corso. Con un gran sorriso e ad alta voce, per farmi sentire anche dai vicini, attirando l’attenzione su di lei: ‘Roberta, mi sembra che tu non ti senta molto bene” ‘No’&egrave il vino’.credo di averne bevuto troppo” rispose con voce rotta, guardandomi con odio ed avvampando di vergogna, sentendosi improvvisamente al centro dell’attenzione in un momento in cui avrebbe voluto essere sola con me! Sicuramente se avesse potuto in quel momento credo che mi avrebbe ucciso!
Qualche minuto dopo, mi alzai per andare ai bagni, dicendole di raggiungermi il più presto possibile. Trascorso qualche minuto, giusto il tempo di non seguirmi in maniera eccessivamente palese, mi raggiunse, rossa in viso e con il fiato corto: a metà tra la paura e l’eccitazione. Molto semplicemente le consegnai un pacchetto: ‘Contiene un dildo. Infilatelo profondamente. Dopo pranzo ti aspetto in camera: te lo devo togliere io’. Mi guardò scioccata. Non si aspettava questa novità! Non sapeva se sarebbe riuscita a tenerlo senza farsi scoprire. E come poteva venire in camera senza destare sospetti? Non le lascia tempo di rispondere. Con noncuranza, manifestando una sicurezza che ero ben lontano dall’avere, mi girai e me ne tornai al tavolo. Dopo diversi minuti (il pensiero della sua angoscia, della necessità di prendere una decisione rapidamente, l’essere dibattuta tra l’ubbidire ed il rischio di essere scoperta’ mi davano una sensazione di eccitazione ed esaltazione mai provata in altre mille esperienze sessuali!!!) la vidi avvicinarsi al tavolo. Nel guardarla non potetti trattenere un largo sorriso di incoraggiamento: mi aveva ubbidito anche in quest’occasione!!! Aveva il solito rossore al collo ed al volto, che avevo imparato a riconoscere come segno di forte turbamento e/o eccitazione, ma soprattutto camminava con un’andatura un po’ strana: come se non potesse tenere le gambe chiuse! Riprese posto al mio fianco. Parlando con la mora al mio fianco facevo finta di disinteressarmi completamente a lei, ma osservavo la sua reazione: si agitava e non era tranquilla: sicuramente aveva delle difficoltà a stare seduta!
Alla fine del pranzo mi alzai e dissi ad alta voce che sarei andato a riposarmi in camera, fissandola negli occhi. Il marito mi disse che ci saremmo incontrati più tardi sulla spiaggia o a cena. Comunque l’indomani avevano organizzato una gita in barca e si augurava fossi della partita. Ringraziai, promisi che la sera sarei stato con loro molto volentieri, ma l’indomani mi sarei riposato in albergo per poi tornare in città la sera.
Quando uscii dalla sala da pranzo notai che Roberta parlottava a bassa voce con Gloria.
Arrivato in camera mi spogliai e mi feci una rapida doccia. Ero appena uscito da sotto l’acqua che sentii bussare alla porta. Entrò e mi baciò. ‘A tavola sei stato un vero bastardo! Mi hai fatto ingelosire con quella troia di Antonella e poi ‘ e poi” e riprese a baciarmi. Ed io: ‘E poi cosa?’ Per tutta risposta scostandosi da me si alzò la gonna e mi mostrò la fica da cui usciva il dildo che riluceva dei suoi liquidi! A questo punto si abbassò la gonna ed iniziò la sfilata-spogliarello a mio esclusivo beneficio rimanendo rapidamente nuda ed in posizione di offerte: testa piegata, gambe allargate, braccia lungo il corpo, in attesa che io le comunicassi i miei desideri. Le ordinai di sedersi a cosce spalancate sul letto e non se lo fece dire due volte. A questo punto mi avvicinai, mi inginocchiai davanti a lei ed iniziai a lavorarle il clitoride con una mano mentre con l’altra faceva andare dentro e fuori il dildo. I suoi gemiti subito riempirono la stanza. Allora piano piano estrassi il dildo e cominciai a carezzarle la fica con la lingua mentre con le mani iniziavo il lavoro di carezze-torture dei seni. Ad un certo punto mi staccai bruscamente e le ordinai di continuare a masturbarsi da sola. ‘Non l’ho mai fatto”. ‘Non ci credo!’ le risposi. ‘Non l’ho mai fatto davanti a qualcuno’.’ mi disse con voce bassa, senza guardarmi mentre avvampava. ‘Mi donerai un’altra verginità allora!’ e mi avvicinai al comodino dove presi la frusta. Come la vide cominciò a parlare velocemente e senza nessun contegno ‘No’ti prego’No’mi resteranno i segni’non farlo.. farò tutto’.si’si’mi masturberò davanti a te’non frustarmi’ti prego ‘i segni’li vedranno’ nel dire questo si mise in ginocchio ai miei piedi e mi stringeva le gambe. ‘Mettiti a cosce aperte sul letto. Ti frusterò sulla fica: nessuno vedrà i segni’. ‘No’ti prego’lì no’&egrave’&egrave’&egrave stato dolorosissimo!’ Poiché non accennava a muoversi la presi per i capelli e guardandola negli occhi la tirai verso il letto. Si lasciò cadere supina sul letto con le gambe leggermente divaricate, con un respiro affannato. Non aveva il coraggio di guardarmi. Mi misi ai suoi piedi e mentre iniziavo a leccarle il clitoride le parlavo: ‘Prima ti avrei dato una frustata sola, ..ma ora visto che continui a non ubbidirmi’ sono diventate tre’ tanto &egrave un posto dove nessuno può vedere. ‘ma tu continuerai a ‘.sentirle per tutta la serata!!!’e poi pensa’.se stanotte tuo marito vuole fare l’amore con te’proverai dolore anche con lui’ Ma se continui così’a fare i capricci’le frustate diventeranno’molte di più”. Improvvisamente, come se avesse raccolto il coraggio, si riscosse, tirò le gambe verso il torace, mantenendole tirate verso l’esterno con le mani, aprendosi completamente e, quasi singhiozzando, disse: ‘Hai ragione’scusami’sono tua’puniscimi’. Colpito da tanta dedizione cominciai a leccarla con impegno: la sentivo rigida. La paura del dolore era forte! Mi resi conto che non le potevo dare solo sofferenza. Dovevo riuscire a dosare sofferenza e piacere (o ancora meglio: aspettativa della sofferenza e piacere) se volevo che si legasse a me in modo sempre più indissolubile! Volevo che non fosse solo punizione, ma anche e soprattutto godimento. Non doveva sentire solo dolore, ma soprattutto piacere’quindi insistetti sul clitoride e sulle grandi labbra, affondando la lingua nella vagina, finché non iniziai a sentirla prima rilassarsi e poi gemere. Iniziò a dibattersi ed agitarsi cercando di venire incontro alla lingua e ad aprirsi di più per sentirla sempre più dentro. Inizia a introdurre un dito nella vagina, poi due ed infine iniziai a lavorarla con tre. ‘Si’.così’.mi piace’sono tutta tua ‘ aprimi’ leccami” Rallentai i movimenti poiché la sentivo pronta ad arrivare e volevo farla durare il più possibile: ‘Non arrivare, aspetta, respira lentamente e profondamente’non arrivare, sei mia’te lo ordino’. Sentii che si rilasciava, che respirava più lentamente, che si imponeva di rispettare i miei tempi ed ordini. Ma intanto insistevo, specialmente sul clitoride, mentre aumento il movimento dentro fuori con le dita. Quando fu al culmine del piacere mi staccai improvvisamente ‘Scusami, ma ti devo punire”. Lei mi guarda con occhi velati, non comprende molto, si rende conto solo di essere in mio potere e di non volere altro.
Si sente il sibilo della frusta che taglia l’aria e poi il colpo secco sulla sua vagina totalmente aperta ed esposta, che colava umori lungo il solco del culo e le cosce. Un mugugno ed un agitarsi del bacino seguono il colpo. Mi rendo conto che vorrebbe urlare e muoversi, ma si reprime e cerca di essere quella che voglio io: totalmente sottomessa e pronta ad accettare ogni mia azione annullando totalmente se stessa: imparando a trovare il piacere nel dolore e nella sottomissione! Riprendo a baciarla: insisto con la lingua sul clitoride che &egrave rosso per il colpo ricevuto. Dimena il bacino come non mai sotto i colpi di lingua. Interrompo, mi alzo, la guardo negli occhi e lascio partire un secondo colpo. Si sente nuovamente il sibilo della frusta che taglia l’aria e poi un altro colpo secco sulla sua vagina ancora aperta ed esposta, che continuava a colare lungo il solco del culo e le cosce gli umori. Un piccolo grido ed un ulteriore agitarsi del bacino seguono il secondo colpo. Ripeto la sequenza leccate, masturbazione e frustata per la terza volta e Roberta si mostra all’altezza della situazione.
Poso la frusta e mi stendo vicino. Appoggia la testa sulla mia spalla e comincia a parlare: ‘Grazie’amore mio’..ti amo sempre di più. Non puoi capire’vorrei fuggire il dolore’ma &egrave bello restare lì in attesa che tu mi faccia soffrire’&egrave come una prova d’amore’ti amo! Se adesso il mio padrone permette dovrei andare via. Per venire qui ho dovuto chiedere aiuto a Gloria! Mi ha detto che mi copriva solo per un’ora. Ha avuto molto da ridire: dice che lei &egrave la prima a tradire il marito, ma mai così scopertamente. Si &egrave accorta di quello che &egrave successo durante il pranzo! Mi sta aspettando in camera per scendere insieme sulla spiaggia. Le ho dovuto dire che mi hai stregato’e che per te farò qualunque cosa!’. ‘D’accordo: puoi andare, ma prima ti voglio scopare la bocca’. Nel dire questo la tiro per i capelli infilandole il cazzo nella bocca, che aveva prontamente aperto, fino in gola. Continuai alternando colpi violenti e profondi a colpi dolci. Lei voleva lavorare con la lingua, baciarmi, succhiarmi, ma la interruppi bruscamente: ‘No ti devo scopare” continuai così, facendole uscire delle grosse lacrime dagli occhi fino a quando non fui sul punto di arrivare. A quel punto uscii dalla sua bocca e cominciai ad eiacularle sul volto. Era bellissimo vedere il liquido biancastro che si stampava sui suoi occhi, sulle guance, e lei che con la bocca aperta cerca di cogliere quegli schizzi al volo.. e quando finirono cominciò a tirare al lingua fuori cercando di raccogliere le gocce che scendevano lungo il volto. Il tutto guardandomi attentamente negli occhi come a donarsi ed umiliarsi totalmente. Non potetti farne a meno: presa la fotocamera iniziai a fotografarla. Erano immagini più uniche che rare: una vera puttana che &egrave felice di esserlo! E più la fotografavo più iniziò ad assumere posizioni provocanti: a gambe aperte, con le dita dentro la fica, palpandosi i seni, mostrandosi in ginocchio, con il culo in alto bene esposto’.
Finalmente, dopo una rapida doccia, si rimise vestì ed uscì, con un sorriso sulle labbra ed uno sguardo felice ed appagato.

morlui@hotmail.it

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