Skip to main content
Racconti di Dominazione

una serata normale

By 14 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Eravamo seduti sul divano, io e mio marito, una serata come tante passata a rilassarci godendoci la serena intimità domestica data dal dolce far niente di fronte alla tv. Programmi noiosi, come sempre, ma mi godo la presenza rassicurante e dolce del mio uomo di fianco a me, la tenerezza del suo abbraccio, delle sue carezze tra i capelli.

Lo guardo, lo bacio e gli chiedo se mi ama. 

Certo che ti amo, risponde, ma la sua voce è fredda, il suo sguardo impassibile, il suo volto privo di espressione. Mi chiedo cosa significhi, ma non ho coraggio di parlare, mi sento bloccata; i suoi occhi mi fissano, mi scrutano e cominciano a guardarmi dentro, mi sento invasa da lui, penetrata. Mi sto lentamente svuotando da me stessa, mi sta riempiendo di lui, pian piano comincio a sentirmi come un’estensione del suo corpo e soprattutto della sua mente.

Continua a scrutarmi, impassibile e muto, la sensazione di essere posseduta aumenta, sento dei brividi lungo il mio corpo, partono dal collo e scendono lungo la schiena, sui seni, i miei capezzoli si stanno irrigidendo, i muscoli si rilassano, sento mancarmi le forze, le cosce si allargano un po’ e tra le gambe sento un fremito che mi accarezza le labbra della figa. Non mi sta tocando, ma è come se lo stesse facendo, è come se le sue mani esplorassero il mio sesso. Mi sto bagnando, non sta succedendo nulla, ma mi sto bagnando. Mi eccito al pensiero di essere completamente posseduta dalla sua mente. Mi sta scopando il cervello, mi sta penetrando in tutto il corpo.

Improvvisamente percepisco un leggero movimento dei muscoli del suo viso, ha uno sguardo duro, possessivo, ancora un secondo e mi dice di spogliarmi. Io non so cosa dire, non so cosa fare, il mio cervello è in tilt, completamente svuotato da ogni volontà e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo nuda. Mi sono spogliata senza nemmeno volerlo, in modo automatico. Sono sua, di più, sono lui. Può fare di me tutto quello che vuole, sono la sua cagnolina.

Mi dice:”brava, adesso alzati e mettiti davanti a me”

Lo faccio, non ho alcuna possibilità di oppormi, mi lascio ammirare. Mi dice di girarmi e di piegarmi un po’ in avanti, sono bagnatissima e lui se ne accorge. Allunga una mano e mi passa due dita tra le labbra, adesso sono intrise del mio umore. Me le mette davanti alla bocca e le succhio. Lo fa di nuovo e le pulisco ancora con la mia lingua. Pochi secondi e le sue dita sono dentro di me, nella figa ormai fradicia e larga, mi sta scopando con le dita, non so quante ne abbia infilate, io mi spingo contro la sua mano per spingerle sempre più in fondo, spingo sempre più forte, credo di avere quasi tutta la mano dentro, mi fa quasi male ma non riesco a fare altro che desiderare di farmi aprire e sfondare con tutta la sua mano.

All’improvviso mi fa girare e scopro che è nudo, non mi sono nemmeno accorta che si è spogliato, il suo cazzo durissimo. Vorrei dire qualcosa ma non riesco, sono completamente bloccata, voglio solo essere la sua troia. Mi mette in ginocchio, mi prende la testa con le mani e me la avvicina con forza alla cappella. Provo ad oppormi per scoprire che mi è impossibile farlo. Apro la bocca e comincio a succhiarlo. Lui mi preme la testa, ce l’ho spinto in gola, lo voglio, non posso fare a meno di volerlo, lo succhio avidamente, lo succhio così forte che ho l’impressione di strapparli lo sperma a forza. Ho una voglia pazzesca di essere inondata dal suo seme, di sentirmi la bocca riempita, di ingoiarlo. Sono il suo giocattolo, la mia bocca è un buco dove scaricare i suoi schizzi. Sento che sta per venire e improvvisamente mi tira indietro la testa, si avvicina e mi bacia. La sua lingua mi scopa brutalmente la bocca, non mi sta baciando, mi sta scopando.

Mi fa mettere a quattro zampe, spero che voglia scoparmi, sono lì con le gambe aperte che dentro di me imploro il suo cazzo, lo supplico di scoparmi. Non ce la faccio più, gli chiedo di scoparmi. Le mie parole lo bloccano, resta lì a guardarmi e mi dice: “stai zitta, ti scoperò se e quando ne avrò voglia, troia”.

E’ in piedi e io messa come una cagna, mi gira intorno, mi mette un piede sulla schiena e preme, faccio fatica a non piegarmi, alla fine cedo e mi trovo stesa per terra. Ora lui è di fronta a me, mi mette un piede davanti alla faccia e io senza sapere perché mi trovo a leccarglielo, la mia lingua scivola sulle sue dita, gliele lecco tutte piano, pensando al suo cazzo, il suo alluce è la sua cappella turgida nella mia bocca, lui capisce a cosa sto pensando, comincia a muovere il piede e mi scopa la bocca.

Andiamo avanti così non so per quanto, potrebbero essere secondi o mezze ore, sono completamente in trance, posseduta, privata di me stessa. Alla fine si sposta e si siede sul divano, dietro di me. Allunga una gamba e con le dita del piede ancora umide della mia saliva comincia a scoparmi la figa. Le sento penetrare sempre più in fondo, provo dolore, ma desidero che continui, voglio che mi fotta con i piedi. Lui li muove avanti e indietro e la voglia di essere scopata dal suo cazzo adesso è alle stelle, sto per godere. Mi scappa un urlo e gli dico che sto godendo, l’orgasmo arriva improvviso, inaspettato e mi lascia ancora più vuota di prima, se possibile. 

Ma lui fa finta di nulla, continua ad usarmi, adesso il suo alluce sta sondando il mio culetto, accarezza lo sfintere delicatamente, lo bagna per bene con l’umore della mia figa e poi con un colpo secco me lo infila. Mi sta fottendo anche il culo, come ha appena fatto con la mia figa. Io ho appena goduto, vorrei un po’ di pace, ma non posso fare nulla, sono la sua cagna. Questo pensiero riaccende in me il desiderio, forte e intenso come prima e così mi ritrovo a spingere il mio culo contro di lui, per spingere il suo alluce sempre più in fondo. Dopo un po’ di questo trattamento sento che si alza e si mette dietro di me.

Il suo cazzo adesso è appoggiato alla mia figa, penso che finalmente si sia deciso a scoparmi spingo indietro per averlo, ma lui si ritrae e me lo nega. Non ce la faccio più, lo voglio più di ogni altra cosa, ma lui continua a ritrarsi. Si sta eccitando, lo diverte vedermi soffrire in attesa del suo uccello. Me lo strofina tra le labbra, è una tortura. Finalmente trovo la forza di parlare e con un filo di voce gli sussurro:” ti prego scopami, ti supplico, non ne posso più, fottimi, più forte che puoi”. 

Nemmeno questa richiesta viene esaudita, si alza in piedi e mi dà una leccata alla figa; è così fradicia che gli bagno mezza faccia. Mi lecca ancora un po’ e poi mi si mette davanti e mi ordina di pulirgli la bocca con la lingua. Lo faccio finché all’improvviso si rimette dietro a me e finalmente mi sfonda. Un colpo secco e il suo cazzo è dentro di me, non ha fatto nessuna fatica e sta cominciando a sbattermi forte. I suoi fianchi sbattono contro il mio sedere, mi sento aprire in due dal suo membro grosso e duro come la pietra. 

Non ho la minima idea di quanto duri questa scopata, credo di avere goduto almeno un paio di volte, ma forse anche di più. Sembra instancabile, sembra voglia distruggermi, non si preoccupa minimamente che io possa essere stanca, mi tratta come il suo gioco per godere, sono la sua troia da usare e poi buttare. Dentro di me penso che non voglio che finisca, ma allo stesso tempo mi eccita l’idea che alla fine mi lascerà lì dolorante come un giocattolo rotto da buttare, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo, facendomi sentire inutile, solo carne e umori per il suo cazzo.

Scopiamo così, in silenzio, non c’è bisogno di parlare, io gli sto urlando con tutto il mio corpo quanto voglio essere la sua bambola, lui mi sta sussurando col suo cazzo quanto non gli interessi di me, ma solo del suo piacere. 

Siamo un corpo unico, mai provato una sensazione di annullamento così totale, non esisto. Sono sospesa nel vuoto, finché all’improvviso vengo riportata alla realtà. Non mi sta più scopando, la mia figa è vuota del suo cazzo, metto una mano tra le gambe, mi infilo le dita e sento il suo sperma colare, ne raccolgo quanto riesco e mi infilo le dita in bocca, mentre con l’altra mano mi massaggio convulsamente il clitoride. Vengo così un’altra volta, con la sua sborra in bocca e le gambe rigate di un filo umido che scende ancora per un po’ dalla figa ancora spalancata. Chiudo gli occhi e mi addormento stesa sul pavimento stanca, vuota e appagata.

Mai così appagata. Dopo un po’, non so quanto, vengo svegliata da un bacio sulla guancia. L’unica cosa che riesco a dire è:”lo faremo ancora?”

 

Leave a Reply