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Racconti di Dominazione

Violenta Complicità Perversa!

By 15 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Di Master E.
e-mail: master_master_40@yahoo.it
Il mio blog: www.lecatenedellamente.blogspot.com

Passo dopo passo verso ciò che sei, sempre più
Grazie a chi vorrà inviarmi commenti o ‘ critiche

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Passi verso quell’Hotel, il vostro Hotel, ora che antichi fantasmi sono svaniti dalla mente di Lui.
Passi fieri questa volta,
stavolta non hai commesso errori, sei come Lui ti vuole, e vuoi che sia fiero di te
L’insegna in fondo al viale, pochi passi ancora; resti lievemente stupita nel non vederlo attenderti come al solito davanti al’hotel,
le porte scorrevoli, entri e’.
Ti manca per un attimo il respiro vedendolo comodamente seduto nella hall accanto a ‘ lei ‘
Un sorriso sul volto di lei, quasi a rincuorarti, farti forza, mentre ti avvicini lentamente, imbarazzata nell’essere con quegli abiti da lavoro, sentendo il sudore appiccicarti la camicetta alla pelle per aver quasi corso per raggiungerlo, sudore accentuato dalla tensione improvvisa per quella presenza inattesa, seppure desiderata.
Ti siedi accanto a loro, i tuoi occhi negli occhi di Lui, attenta ad ogni parola, e non importa se parla di nulla
Guardi lei per un attimo e le leggi dentro la tua stessa tensione, attesa forse, desiderio e timore.
Poi la vedi alzarsi, prenderti la mano invitandoti in silenzio a seguirla verso quell’ascensore, vorresti dire mille cose, mostrarti spigliata, rilassata, ma non riesci; la gola secca, il respiro affannoso, le porte dell’ascensore che si aprono, pochi passi, lo scrocchio della serratura elettronica e siete in quella stanza. Tensione e silenzio tra voi, senti gli occhi di lei osservarti, la sua voce, leggermente forzata tradisce tensione,
si avvicina e lentamente inizia a spogliarti.
La testa colma di mille sensazioni mentre senti le sue dita muoversi su te, imbarazzo non sentendoti ‘in ordine’, eccitazione improvvisa al tocco di quelle dita di donna, mille domande nella testa mentre l’ultimo capo scivola a terra e resti in intimo.
La sua voce che ti dice semplicemente ‘sistemali, sai che Lui ama l’ordine’ e già stai raccogliendo i tuoi abiti sentendo quegli occhi non abbandonarti mai.
Ancora davanti a lei ancora le sue dita a togliere quegli ultimi indumenti, a prenderti per mano, nuda al suo fianco, verso il bagno, aprendo la doccia, lasciando che acqua tiepida lavi quel sudore e quella tensione, avvolgendoti in un caldo asciugamano e dolcemente asciugandoti, porgendoti quelle coulotte in pizzo nero ed invitandoti ad indossarle di nuovo per poi riprenderti per mano e tornare verso la camera.
Ti blocchi di colpo vedendoLo, seduto sulla poltroncina, osservarvi uscire dal bagno, il cuore manca un battito, il respiro si fa apnea.
D’istinto abbassi il capo e ti copri il seno, ma &egrave un attimo, solo un attimo e già raddrizzi le spalle e sollevi il mento
Sei la Sua slave, fiera d’esserlo
Fa un cenno e lei che prende quella fascia di seta nera, te la stringe sugli occhi
Buio ora
Ma ora i loro occhi su te
A frugarti
Li senti dentro, quasi trapassarti l’anima, e li vuoi, li gusti, li ami, oltre ogni imbarazzo.
Silenzio intorno a voi ora, poi lo stridere di una sedia strisciata, i Suoi passi che riconosceresti ovunque, il fruscio di altra seta, intuendo che ora anche lei &egrave al buio.
Attendi, attendete
Le Sue mani sulle tue
A guidarle attraverso il buio, a scoprire lei, i suoi abiti, a muovere le tue dita sui bottoni che lentamente slacci, sentendoti goffa, ancora le tua mani, guidate dalle Sue a far scivolare quella camicetta sforandole la pelle sentendola calda, cogliendo il ritmo più rapido del suo respiro
Si muovono piano le tue dita ora, sulla sua pelle, imparandola, il gancio del reggiseno che cede alle tue dita
Quel seno generoso tra le tue mani che lo avvolgono, cogliendo l’inturgidirsi dei capezzoli, il rabbrividire dei suoi sensi.
Ancora le Sue mani sulle tue, a guidarle a far loro compiere gesti pretesi, anche se vorresti perderti sulla seta di quella pelle di Donna. Gesti lenti ma decisi che lentamente la spogliano lasciando su lei solo quel minuscolo slip elegante a velarla
Davanti a te
Immobile
Le braccia lungo il corpo, abbandonata a pensieri e desideri
E improvvise le sue mani su te, mani di Donna, sognate e desiderate, le senti sfiorarti, accarezzarti, toccarti per un attimo cogli anche il tocco di Lui, che guida le sue; &egrave così che volevi, che sognavi, davanti a lei, tra le sue mani, ma guidate da Lui.
Cercano quelle mani
Toccano quelle mani
Scivolano indecenti sulla pelle fino alle cosce
Risalgono appena, premono
Sentono
Lo sai, sai che sentono quella voglia indecente infradiciarti l’intimo, sai che il tuo odore e sapore sono sulle sue dita
Le senti muoversi abili, su te, non serve più la Sua guida ora lei sa cosa le &egrave stato chiesto
Ed ecco Lui torna a prendersi cura di te, della tua mano, torna a muoverla su lei, sai, capisci, vuoi’
E già la tua mano &egrave tra le sue cosce, già le tue dita son sporche di lei e lei di te; rubi i movimenti, li segui e li assecondi, la bocca si schiude e un gemito ti sfugge
Davanti a Lui
Questo &egrave il punto di tutto, non voi a godervi, ma voi a donarvi a Lui, ognuna di voi estensione delle Sue mani per possedere e Guidare l’altra.
Vi abbandonate alle vostre mani, vi cercate, vi prendete, vi offrite
Ma la Sua mano severa &egrave tra i tuoi capelli, stringe, ti allontana da lei, ti guida attraverso la stanza verso una poltroncina su cui ti lasci cadere
Ancora ansante per le emozioni provate, ancor più eccitata per ciò che sarà, e non importa cosa sarà.
Mani, le Sue, decise e severe, che strappano quasi quelle coulotte,
mani che stringono i tuoi polsi e le caviglie in corde severe, bloccandoli a quella poltroncina
Le cosce spalancate, il busto eretto, la bocca spalancata che a fatica cerca aria
E ti senti splendida ed oscena
Passi, davanti a te
Mani che si appoggiano alle tue, bloccate su quella sedia, un respiro lievemente ansimante davanti al tuo volto e il profumo di Donna che ti fa capire che lei &egrave li, davanti a te, china su te, a respirare la sua voglia sul tuo volto.
Non serve vedere per sapere che sono le Sue mani a guidarla verso te, che &egrave Lui a scegliere come e quando, a farla avvicinare ancora quasi a sfiorarti per poi allontanarla, Lo senti sussurrare qualcosa e la lingua di lei sfiora le tue labbra, si allontana, torna a sfiorarti e ancora si allontana, mentre cerchi di arcuare il corpo per seguirla, cercarla, trovarla, ma sai che non dipende da te, ne da lei.
Ancora sussurri mentre il desiderio quasi ti fa lacrimare sotto quella benda e vorresti urlare la tua voglia, chiedere di baciarti, di toccarti, di leccarti, di fotterti
Ma non puoi, non devi, non vuoi
Ancora quel viso davanti a te, lo senti, schiudi la bocca aspettando ancora il tocco di quella lingua, ma’ solo saliva scivola dalle sue labbra nella tua bocca, sul tuo viso, rabbrividisci e il tuo ventre pulsa impazzito, Dio come ami sentirti così,
sporca, perversa, fradicia e puttana.
Tenti di avvicinare il tuo viso al suo, la senti li, vicina, per un attimo le vostre labbra si sfiorano ma Lui bruscamente la allontana da te e questa volta non sai trattenere un ‘no, vi prego no’ di cui subito ti penti, ma &egrave troppo tardi. Uno schiaffo improvviso ti segna la guancia e subito dopo quella gag ball forza le tue labbra, stringe dietro la nuca, ti ruba la parola.
E tutto si ferma. Immobile. Persa in quel buio e in quel silenzio.
Lunghi minuti poi la Sua voce, che parla a lei ‘ di te, le dice di guardarti, di guardare come sei, lorda di saliva e fradicia di voglia
Di guardare come danzi con il bacino su quella sedia, per quando le corde te lo permettono, di come i tuoi umori colano indecenti a impregnare quella sedia e di come i tuoi muscoli si tendono quasi a spezzare quelle corde sperando e desiderando di poterti toccare, prendere, oltre pudori e limiti
E le sue parole non fanno che accenderti sempre più, segui quelle parole e quasi fossero ordini il tuo bacino danza, i tuoi muscoli si tendono i tuoi denti mordono quella gag ormai fradicia della tua saliva, ancor più eccitata dall’aver capito che ora la benda non &egrave più sugli occhi di lei, ma ti vede, e’. ami mostrarti a lei, a Lui, così.
Ancora parole sussurrate, poi mani di Donna a sciogliere quelle corde, a liberarti polsi e caviglie, ma non ti muovi, resti così, offerta, spalancata, oscena
E un brivido ti scuote quando capelli leggeri accarezzano il tuo seno, giocano sui tuoi capezzoli, quasi dolenti dal desiderio, scendono lungo il tuo corpo; il respiro di lei sul tuo ventre, la sua lingua a giocare tra le pieghe della tua pelle, le sue dita a schiuderti e al buio di quella benda immagini ciò che lei vede
Il tuo sesso aperto, fradicio di voglia ed umori, pulsante di desiderio, il clitoride che spunta e si offre, desidera, chiede, rabbrividendo a quel soffio, aspettando.
Un attimo di imbarazzo pensando a quella depilazione a rasoio, non perfetta come vorresti, ma subito ti perdi nell’eccitazione della mente.
E la voce severa di Lui che ordina ‘non muoverti’
Contrai i muscoli, trattieni il respiro e quasi obbedendo anche lei ad un ordine muto la sua lingua inizia ad impazzire sulla tua figa, a scivolare lenta tra quelle lebbra gonfie di voglia, a risalire piano verso il clitoride, a premerlo dolcemente, a muoversi con lenti movimenti circolari, a stringerlo tra le labbra succhiandolo
Ti manca l’aria, la mente si vuota, suoni incomprensibili sfuggono da quella gag ball intrisa di saliva che cola copiosa sul tuo mento, sulla gola e la Sua mano la spande sul tuo volto mentre lei non cessa di sfidarti, cercarti volerti
La lingua ora si contrae, scende, preme, spinge, entra in te’ a fotterti, e sai che esce da te piena del tuo sapore, la immagini mentre inghiotte golosa le tua voglia, e subito torna a giocare su quel clitoride ormai teso e sensibile come non mai.
Cerchi di arcuare il busto, di spingere lentamente in avanti il bacino di sentire ancor più la sua bocca
La sua bocca, dio come la ricordi bene, quelle labbra che ti hanno affascinata dalla prima volta che l’hai vista, e che ora sai piene di te,
come vorresti baciarle, leccarle ritrovandoci il tuo sapore, come vorresti affondare il viso tra le sue cosce e poi lasciare che lei ritrovi il suo sapore sulla tua bocca
Spinge quella lingua, fruga, cerca, sfida, &egrave abile e sa cosa vuole e cosa vuoi
Inaspettatamente le Sue mani sciolgono quella gag ball e nel contempo ti ordina ‘zitta’
E tutto &egrave più difficile, ora, ora che la bocca si spalanca e vorrebbe urlare, ora che vorresti chiedere e dirti, ora che lei unisce dita alla lingua, frugandoti sotto gli occhi di Lui
ma’ di colpo si allontana, strappata da te
e non sai trattenere un
‘no, no vi prego no’
mentre serri di colpo le cosce nel tentativo vano di imprigionare il suo capo contro te
‘.
E subito realizzi il tuo errore
Che si perde nel silenzio teso
Rotto solo dall’ansimare lento di lei, che testimonia la sua eccitazione
E sentendo, senza vederli, gli occhi di Lui farsi gelidi su di te
Abbassi il capo, schiudi le cosce, le spalanchi
Ma &egrave troppo tardi e lo sai
E in quel silenzio la Sua mano sui tuoi capelli ti fa alzare, ti spinge carponi
Immobile
In silenzio
E Lo senti rivolgersi a lei
Chiedendole quanti colpi meriti come punizione
Speri che lei sia clemente, o forse no, non lo sai, la mente &egrave un turbinio di sensazioni che si sovrappongono, si accumulano, si capovolgono
Paura, desiderio, umiliazione, eccitazione
E la senti sussurrare con voce incerta e interrogante ‘
‘Dieci colpi di cinghia’ !?
Un lungo silenzio, mentre tremi al pensiero di quei colpi, conosci la Sua cinghia, quei dolore, ma quel pensiero fa fremere il tuo ventre in spasmi eccitati
E Lui risponde, con voce inaspettatamente glaciale
‘dieci colpi sono oggettivamente una punizione eccessiva per questo errore ma poiché questa &egrave stata la tua decisione’ contribuirai alla punizione’
ancora confusione nella mente
‘contribuirai?’ che significa? Che lei colpirà? Che sarà lei a punirti?
Senti il sibilo della cinghia che si sfila
E le mani di lei su tuo volto
Capisci che &egrave accoccolata davanti a te, ti tiene il volto tra le mani, quasi a consolarti, a darti forza, a scusarsi per quella punizione scelta da lei, forse troppo cattiva e’
Il primo colpo brucia le tue natiche, violento, cattivo
Sai che quelle strie rosse che poi ami guardare allo specchio iniziano a segnarti
E mormori ‘grazie Signore’
Ma già il secondo colpisce
Inarchi la schiena soffocando un urlo che non ti &egrave concesso e la stretta dolce delle braccia di lei si fa più protettiva
Il terzo, il quarto, il quinto colpo, in rapida successione, segnando entrambe le natiche, e le lacrime bagnano quella fascia e lei accosta il suo viso al tuo, ti bacia dolcemente le guance, per un attimo cogli una sua lacrima che le bagna la guancia e la cerchi con le labbra mentre lei ti sussurra ‘scusami’ stringendoti più forte a se
Lunghi attimi
Infinita attesa
Poi ancora colpi
Sei, sette, cadenzati
E ancora attesa mentre cerchi di riprendere fiato
Mentre appoggi il capo tra le sue braccia, mentre in silenzio la ringrazi d’esserci e non provi nessuna rabbia per lei.
Silenzio
Ancora silenzio
Ancora attese
Sai che mancano tre colpi
‘ passi ‘
la senti strappare da te, sciogliendoti dal suo abbraccio, senti movimenti affrettati e’l’odore della paura, della tensione, dell’eccitazione. Ritrovandoti inaspettatamente il suo viso ancora contro il tuo, ma non ti abbraccia ora, non può, capisci che anche lei &egrave carponi come te, viso contro viso e ti tornano alla mente quelle parole
‘contribuirai alla punizione’
e capisci, come sai lei ha già intuito, spingi il viso contro il suo, vuoi che ti senta vicina come tu sentivi lei
e la senti inarcarsi sotto il primo colpo soffiando aria e le sussurri all’orecchio ‘ringrazia’ baciandole la guancia mentre sussurra ‘grazie Signore’
il secondo colpo, sai che &egrave sempre il più cattivo e le strappa un lungo gemito e una apnea prolungata, sfreghi la guancia contro la sua, vuoi che ti senta vicina, che senta le tue lacrime per il dolore di lei mentre ancora ringrazia, parole che le vengono troncate in gola dal terzo colpo, che la fa vacillare, le braccia le cedono, il viso si appoggia a terra e tu sei pronta a chinarti a tua volta per rincuorarla, mentre il respiro rallenta e sai ciò che prova;
l’estasi del dolore che sfuma lasciando spazio a perversa voglia, ai come si sente, come ti senti tu.
Ancora fruscio di seta che ti dice come, di nuovo, anche lei sia ora a buio
Parole severe, ora, rivolte a lei, ordinandole di mettersi in ginocchio, seduta sui talloni
poi a te lo stesso ordine, chiedendoti ne contempo di avanzare un poco, ti guida stringendo i tuoi lunghi capelli, ti ferma.
Immobili, sapete d’esser l’una di fronte all’altra, riprendendo fiato, gustando il piacere perverso di quel bruciore alle natiche, finché le Sue mani tra i vostri capelli, vi costringono a sollevarvi dai talloni, raddrizzare la schiena fino a’ sfiorare l’una il seno dell’altra, sfiorarlo appena e restare li, come Lui vi vuole, in una sfinente eccitazione appena accennata, fatta del solo movimento del respiro.
La pelle che sfiora la pelle, cercandovi, attente a non premere troppo l’una contro l’altra per non esser subito riprese da Lui.
Sfinente ed eccitante quell’attesa fatta di nulla, i capezzoli che si toccano, li dove vorreste mani e bocche, ma solo la pelle dell’altra tocca, sfiora, eccita.
I respiri si uniscono, crescono all’unisono, il ventre pulsa indecente, le labbra schiuse, splendide puttane eccitate.
E all’improvviso la mente si perde cogliendo, insieme, l’odore di maschio, di Uomo, di Lui.
Il Suo sesso tra i vostri visi, a sfiorarli, a muoversi sulle guance, ad impregnarle di se, a concedersi per un breve attimo alle labbra dell’una o dell’altra, solo per un attimo, accendendovi ancor più, poi un inconfondibile suono ti fa stringere le labbra, sai, capisci che Lui ora si concede alla sua bocca, la sta usando, prendendo, scopandole la gola, sai ciò che prova, puoi vedere, senza vederla, la sua saliva sporcarla, senti quei suoni che sfuggono mentre soffoca sul Suo cazzo.
Invidia per un attimo, gelosia forse, ma &egrave un attimo, perché quei suoni ti cullano, ti coccolano, ti eccitano ‘ smettono all’improvviso e subito labbra di Donna son sulle tue, finalmente, finalmente le vostre lingua si incontrano, si conoscono, si imparano, nella sua bocca il tuo sapore mescolato al Suo. Frughi quella bocca, lasci che la sua lingua frughi la tua, mentre vorresti abbracciarla, stringerla, ma compostamente, come sai Lui pretende, le tue mani, come sei certa le sue, restano strette dietro la schiena.
Un lungo bacio che vi unisce sempre più, poi ancora la Sua mano a dividervi e finalmente il Suo cazzo a pretendere la tua bocca, a fotterti la gola, a farti soffocare e sai che ora lei vive e prova ciò che tu provavi.
Ti perdi in Lui, alle Sue mani, Alle Sue dita, al Suo cazzo.
La benda si scioglie, luce, occhi, corpi, davanti a te
Il tuo sguardo passa da Lui a lei, lei con quell’espressione eccitata, ancora la buio di quella fascia, la bocca schiusa, la mani compostamente allacciate dietro la schiena, sentendola vicina come non mai, vedendo sul suo viso mille emozioni sfumare l’una nell’altra e le sue mani sciogliersi da dietro la schiena, scivolare tra le sue cosce, cercarsi, muovendo dita ansiose su quel sesso che pretende.
E vorresti dirle ‘no’ non farlo, non puoi
Ma &egrave troppo tardi, Lui esce dalla tua gola e già la Sua mano severa afferra i suoi capelli, li stringe sollevandole il viso, apostrofandola con quel tono che ben conosci, chiedendole se &egrave così cagna da non saper resistere alla sua voglia, così puttana da masturbarsi davanti a voi al solo sentire i suoni della tua gola fottuta dal cazzo.
La vedi rabbrividire
La benda viene strappata dai suoi occhi e si perde nei tuoi, quasi cercando aiuto, che non puoi darle, sai ciò che la aspetta e lo sa anche lei.
Lunghi istanti mentre vi fissate poi la Sua voce che ti chiede ‘ ‘quale punizione le spetta’?
Sapevi che ti sarebbe stato chiesto, e lo temevi, la mente si confonde, non vorresti rispondere, ma DEVI, e memore di quanto accaduto poco prima sollevi lo sguardo nel Suo e sussurri ‘tre colpi’.
Vedi un sorriso strano sul Suo volto, un sorriso che conosci e subito le Sue parole te lo confermano chiedendoti se quei tre colpi son dettati da pietà per lei o dal timore di dover condividere quella punizione.
Non rispondi, non sapresti che rispondere mentre inghiotti a vuoto
Lo vedi aprire quella Sua borsa e’ estrarre quella bacchetta che ben conosci.
Guardi lei, quasi chiedendole scusa, ma la voce del tuo Padrone ti fa subito rabbrividire quando dice con gelida calma che oggettivamente tre colpi sono pochi e che ne merita almeno sette e quindi gli altri quattro spetteranno a te.
Trattieni il respiro, sai bene cosa significhino quattro colpi di quella bacchetta, e inaspettatamente &egrave lei a venirti in soccorso dicendo che l’errore &egrave suo ed &egrave pronta a ricevere lei quei sette colpi.
La guardi ringraziandola, ma anche con un misto di tristezza, sai che non sarà quello ad evitarti quei colpi, e lo imparerà anche lei, come subito la Sua voce conferma annunciando che per non far torto a nessuna saranno cinque i colpi’ a testa.
Chine carponi, una di fianco all’altra, le natiche sollevate, offerte, il capo a terra stretto tra le braccia, vicine quasi a darvi conforto l’un l’altra; e il primo colpo ti segna la pelle, cattivo, severo, non lo ricordavi così duro, gli occhi si colmano di lacrime mentre sussurri il tuo grazie, e già il secondo, sembra meno cattivo, poi il terzo, e il dolore ti strappa un lungo gemito, mentre le mani di lei cercano le tue par confortarti, e gli ultimi due colpi, ti tolgono il respiro, mordi le labbra, inarchi la schiena, e già il tuo pensiero corre a lei che dovrà subire la stessa punizione.
Senti fischiare quella bacchetta, colpire, un suono gutturale le sfugge e stringi più forte la sua mano
Una pausa
Il secondo, cattivo, lo intuisci dal suono sulla pelle, e le sfugge un gemito, la schiena si raddrizza, tenta di sollevare le gambe, quasi a sfuggire, ma subito torna composta; gli ultimi tre in rapida successione la fanno accasciare accanto a te, le accarezzi il viso, senti le sue lacrime ma subito sei strappata da lei, guidata dietro lei, il tuo viso spinto contro le sue natiche arrossate; non serve che ti venga detto nulla, le baci, le sfiori, le lecchi sperando di alleviarle il dolore e la Sua mano ti guida, spinge il tuo viso tra le natiche, la tua lingua scova quel buchino, lo lecca, con perverso piacere, la senti reagire a quel tocco, ancora Lui a guidarti a portarti sul suo sesso, a spingerti a darle piacere, a sentire l’eccitazione che nasce dal dolore e dall’umiliazione.
Finalmente il suo sapore sulle tue labbra, nella tua bocca, vuoi darle piacere, vuoi che senta la tua eccitazione, frughi tra quelle labbra gonfie di voglia, ecciti il clitoride turgido, senti il suo piacere crescere, l’orgasmo avvicinarsi, passi leggeri e di sfuggita vedi Lui davanti a lei, afferrarle il viso, muovere il Suo cazzo su quel volto rigato di lacrime sporco di saliva e trucco colato e di colpo fotterle la gola.
La senti tendersi nell’eccitazione, senti sotto la tua bocca e tra le tue dita gli spasmi incontrollabili del piacere che vuole esplodere, dentro di te preghi che lei sappia, capisca; ti ripeti nella mente ‘chiedilo, chiedilo, chiedilo’ e quasi inatteso senti la Sua voce sicura dire quella parola amata e odiata
‘SI’
la tua lingua impazzisce, mentre la senti sussultare sotto i Suoi colpi in gola, più decisi, profondi, succhi il clitoride mentre spingi le dita in lei, le muovi, la scopi seguendo il Suo ritmo e d’istinto la lingua torna a leccare quel buchino’ e l’orgasmo esplode, violento, totale, inarrestabile, sembra non finire mai sussultando sotto le tue dita e Lui che ti incalza, ‘ancora, non smettere, di più’, finche la vedi accasciarsi a terra, appagata, e ancora persa in sussulti incontrollabili, mormorando un grazie sussurrato.
Ma &egrave solo un attimo e già la Sua mano l’afferra, la spinge tra le tue cosce, la sua lingua impastata dall’orgasmo si muove abile, basta poco, così poco, sollevi lo sguardo negli occhi di Lui, implorando in silenzio, si china,la Sua mano sul tuo ventre, le Sue dita a premere, conosci bene quella sensazione mentre le ordina di fotterti con le dita, di incurvarle, di spingere fino ad incontrare le Sue attraverso la pelle.
La tua mente si perde nel piacere, la bocca si schiude, le parole sfuggono implorando, chiedendo, supplicando
Più forte quella pressione, più invadenti le sue dita e la Sua voce, che sembra giungere da lontano che ordina, ‘spingi, vuota la mente, ora cagna, come sai, come voglio’ e sfuma quella voce nel tuo urlo, sfuma nell’orgasmo che ti annebbia la mente, sfuma tra i sussulti del tuo bacino che spinge contro bocca e dita, sfuma ‘ in quel getto inatteso che le inonda il viso, ma il piacere così violento supera ogni imbarazzo, così come, ancora sussultando in quell’orgasmo infinito, non c’&egrave imbarazzo quando ti chini sul volto di lei leccando golosa quell’orgasmo sputatole addosso ‘
Mormori il tuo grazie, stretta a lei, guardandoLo e’. sapete che &egrave solo l’inizio’

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