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Racconti di Dominazione

Vita cambiata

By 9 Marzo 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa:
Nel racconto ispirato ad una mia fantasia, non saranno menzionate qualità fisiche dei principali attori a meno che non sia richiesto dalla situazione ed i nomi dei protagonisti saranno puramente di fantasia così come le loro attività lavorative. Il lavoro si prevede lungo e sarà composto da diversi scenari, siccome ho un canovaccio in mente ma lo sto rendendo vivo di volta in volta vi chiedo di esprimere le vostre opinioni e fantasie al fine di renderlo migliore.

I personaggi:
Io, Marco benestante di famiglia e amministratore unico dell’azienda di famiglia che produce manufatti in legno
Irene: mia moglie appassionata di party e libera professionista attenta nelle organizzazioni di feste ed eventi
Claudia: carissima amica e collaboratrice di mia moglie sposata ad un mio dipendente (Renato) che si cura poco di lei tanto che ogni tanto si gode un triangolo con me e mia moglie all’insaputa di lui.
Renato: Mio dipendente e amico (per via della moglie) ma piuttosto rude e poco attento alle esigenze della moglie.
La commessa

Tutto comincia quando mia moglie e la collega Claudia ci chiedono di partecipare ad un colloquio di lavoro tenuta da una splendida signora sui 40 che commissiona un party particolare.
La richiesta è molto semplice: bisogna mettere a disposizione una ampia sala da pranzo addobbata con relativa cucina annessa. Il solo personale richiesto deve essere composto da Irene, Claudia ed i rispettivi coniugi in modo che nessuno possa rivelare quanto succede nel party. Noi saremmo solo dei supervisori al corretto svolgimento della festa. La festa serve per celebrare un matrimonio e ci saranno scene di violenza e sesso.
L’offerta economica era molto buona ma io e Renato eravamo molto perplessi e cercavamo di far desistere le nostre mogli ad accettare l’incarico ma alla loro promessa di un weekend particolare post party le nostre difese cadono in modo miserabile (‘Le donne sanno sempre come convincerci’).
Al fine di discutere dei particolari con la cliente ci raduniamo in una grande villa appena fuori città (luogo noto per i diversi party organizzati). La cliente si presenta con al seguito una giovane ragazza vestita in modo molto succinta e provocane: indossava calze nere con autoreggenti e gonna atta a coprire a stento un tanga nero che copriva a stento il pube. Camicetta bianca con reggiseno nero a racchiudere una terza soda. Ai piedi delle scarpe con tacchi a spillo da 12 ed al collo un collare di cuoio a cui è attaccato un guinzaglio.
Accogliamo le donne in un piccolo ufficio dove la signora si accomoda su un divanetto e la giovane si inginocchia ai sui piedi. Dopo averle baciato le calzature si rannicchia per permettere alla padrona di appoggiare le gambe sulla sua schiena.
Nel vedere una simile scena noi restiamo abbastanza sorpresi ma la padrona (Paola) ci spiega che è tutto OK e che la succube gode e desidera essere in quello stato (nel dire ciò lancia uno sguardo alla succube che annuisce).
Essendo ormai chiara la tipologia di festa da organizzare mia moglie conduce Paola ed il suo animale in giro per la villa al fine di mostrare come sarà organizzata la festa. Irene spiega nei minimi particolari come intende organizzare la sala ma Paola, terminata la presentazione chiede se può far preparare il tutto da sue persone e prendere le misure degli spazi.
Ricevuto il nulla osta si rivolge alla slave al quale, senza neanche le fosse detto esplicitamente si alza, prende gli attrezzi ed effettua foto e rilevamenti meglio di un geometra professionista.
Mentre la slave opera io inizio a dialogare con Paola la quale, entrata in confidenza mi comunica che vorrebbe darci una prova di quanto avverrà durante la festa affinché noi fossimo pronti e non ci scomponiamo. Ricevuto l’assenso si rivolge alle donne chiedendo loro di non essere gelose poiché noi maschietti avremmo avuto attenzioni da parte della slave. Le nostre donne, anche se perplesse accettano di buon grado e sono pronte a godersi lo spettacolo.
Renato, da buon cafone, chiede di andare in bagno prima di cominciare ma Paola lo ferma e gli dice che la cosa si può risolvere meglio; chiama la slave (Cristina) per la prima volta per nome e le chiede di salutarci e provvedere ai bisogni fisiologici di Renato.
La slave si avvicina a noi e ci bacia le scarpe poi, senza scomporsi chiede si avvicina a Renato e gli apre la patta, gli abbassa lo slip e si abbassa indietro tirandosi sapientemente in bocca il membro che nel frattempo stava irrigidendosi. Paola si rivolge a Renato inebetito da quanto accaduto e dice: ‘Allora? Non dovevi liberarti?’. Renato balbetta un ‘su su subito’ ed inizia ad urinare in modo goffo. Cristina ingoia tutto e poi pulisce il membro di Renato oramai in erezione usando la bocca prima di riporlo nello slip (dopo aver avuto l’assenso di Paola).
Paola a questo punto le ordina di finire il lavoro, sciacquarsi la bocca in bagno e raggiungerli ben preparata e con gli attrezzi giusti nella sala accanto.
Raggiunta la stanza accanto si comincia a commentare di quanto accaduto ritenendo Cristina una vittima ma Paola ci interrompe garantendoci che lei è la prima a godere di tale situazione e che ‘Lei vuole essere schiava’.
Dopo circa 15 minuti di attesa si presenta Cristina con le caviglie legate da una catena e le mani ammanettate dietro la schiena ed una frusta in bocca. Mentre avanzava con modi sensuali tirava un carrellino con sopra una specie di sacca per attrezzi.
Giunta al centro della sala si inginocchia, lascia il carrello e si dirige, marciano in ginocchio verso Paola la quale le fa cenno di avvicinarsi verso di me. Giunta la mio cospetto mi porge la bocca affinché io possa prendere la frusta e si dirige verso una colonna posta al centro della sala fermandosi faccia alla colonna ed attendendo il da farsi.
Paola si alza e le libera le mani dopodichè Cristina bacia i piedi della padrona e di denuda nella parte superiore, si avvicina alla sacca e prende una cinghia con attaccate un paio di manette, posiziona e lega la cinghia alla colonna ad una altezza tale da raggiungerla solo in posizione eretta. Fatto ciò si dirige verso di me, si inginocchia, mi bacia le scarpe e pronuncia le seguenti parole:’Signore, marchi il mio corpo con la sua frusta finché ne ha voglia, la prego’. Si dirige in ginocchio verso la colonna, si alza e lega i suoi polsi alle manette posizionate prima.
Tutti noi, tranne Paola, ci guardiamo perplessi e Irene mi fa cenno di proseguire. A questo punto mi avvicino e comincio a frustare Cristina senza decisione e con paura di farle male. Vedendo il mio imbarazzo, Paola si alza, prende la frusta e comincia a colpire con molta forza. Cristina sotto tali colpi ansima con passione e non emette alcun lamento di dolore. Renato, visibilmente eccitato, prende la frusta dalle mani di Paola e comincia a colpire la malcapitata con molta violenza e frequenza al punto tale che Cristina comincia ad emettere qualche lamento di dolore anche se visibilmente eccitata.
Paola, sapientemente si avvicina a Renato e prende la frusta porgendola a me. Non molto timore riprendo l’opera di fustigazione incrementando l’intensità dei colpi finché Irene non mi fa segno di smettere. Terminata la fustigazione Paola porge le chiavi delle manette ad Irene che si avvicina per liberare Cristina che si pone in ginocchio e si precipita a ringraziarmi baciandomi i piedi e chiedendo il permesso di prendere il mio membro, visibilmente ingrossato. Irene acconsente e Cristina mi libera il membro dalla patta e dagli slip e comincia sapientemente una fellazio ponendo le mani dietro la schiena e lavorando sapientemente con la bocca. Sotto i colpi sapienti di Cristina il mio membro assume la posizione eretta in tempi brevissimi e Paola, dopo avere strattonato Cristima mi invita ad andare oltre. Mi volto e vedo Cristina a terra appoggiata sui gomiti che mi offre i suoi orifizi pronti per essere penetrati. Irene ci fa cenno che può bastare e Paola, un po’ delusa ordina a Cristina di rivestirsi e prepararsi ad andare via.
Il colpo di scena ce lo offre Renato che, preso il coraggio a due mani chiede a Paola se ci può presta Cristina per il week end. Paola, che non si aspettava tale richiesta invita Irene a trattare sulla riservatezza e perfetta riuscita del party e ci offre Cristina per il fine settimana successivo al party.
Cessato l’incontro Paola fissa la data in cui vuole accedere ai locali per preparare il party alla settimana successiva accertandosi della nostra disponibilità alla supervisione.
L’attesa
La settimana passa tra dubbi e discorsi su cosa ci possa capitare durante il party. Diverse fantasie si sono fatte strada tra noi 4 su come fosse il master e futuro marito di Paola e su cosa sarebbe state costrette a fare Cristina e le altre slave durante il party. La parte più eccitante dei nostri discorsi si basa su cosa avremmo fatto fare a Cristina durante il periodo di sottomissione presso di noi.
Nel discutere su questi argomenti le donne si sono più volte confessate eccitate nel ragionare sul mondo sadomaso e ci chiedevano come le avremmo trattate da schiave ma, soprattutto hanno iniziato a pizzicarmi e legarmi le mani durante i nostri incontri clandestini a tre.
La sera prima del giorno in cui si attendevano coloro che avrebbero preparato la sala, Claudia approfitta con una scusa di passare la notte da noi. Era uno dei nostri soliti incontri ma con sorpresa, mi hanno chiesto di farle comandare e, nonostante abbia provato ad oppormi mi hanno convinto.
Dopo avermi legato le mani e posto in ginocchio ai piedi del letto le 2 troie hanno cominciato a baciarsi ed accarezzarsi ridendo della mia pronta eccitazione. Mentre impegnate in un eccitantissimo 69, Claudia che stava sopra Irene mi fa segno di avvicinarmi. Afferratomi il pene lo graffia e tira in gemiti di piacere finché mi mette a tiro la figa di mia moglie e mi fa segno di entrare. Una volta dentro mi fa segno di fermarmi, scende dal letto e prende un paio di manette che prontamente lega ai piedi di Irene legandoci in una posizione eccitantissima.
Irene, accortasi della mossa astuta dell’amica prova a liberarsi ma lo stato di eccitazione la privava delle forze.
Claudia allora, prende un altro paio di manette e lega le mani di Irene dietro la schiena legando le manette con un cordino al mio busto costringendola ad inarcarsi. Godendo del buon lavoro fatto, Claudio mi si avvicina e mi sussurra: ‘Se provi a venire adesso, maledirai questo giorno’.
Passata davanti a noi, Claudia comincia a baciare Irene ed io, essendo fatto di carne sfogo il mio piacere all’interno di mia moglie. Irene subito ridendo si gira verso l’amica dicendo:’Hai visto che non avrebbe resistito?, ora slegami che tocca a me’.
A questo punto, scoperto il loro accordo non mi resta che assecondare il loro gioco. Una volta slegata Irene si gira verso di me e dice:’adesso sono io la tua padrona, va in bagno a lavarti e prepara la cena. Tra 30 min entrerò in cucina e voglio vedere la tavola apparecchiata per due, una ciotola a terra vicino alla cucina con te in ginocchio davanti alla porta che ci accogli come si deve e con le mani legate con queste’, nel mentre mi tira un paio di manette.
Come un cane bastonato mi reco in bagno, mi lavo e faccio per rimettere la biancheria intima ma subito sento Claudia che parla con Irene:’Il verme si riveste’. Irene, infuriata, arriva davanti al bagno e mi tira un calcio ai girelli di famiglia urlando:’Chi c’ ti ha detto di rivestirti?’. Mi inginocchio dal dolore prostrandomi praticamente ai suoi piedi, questo la rende orgogliosa e ridendo torna in camera da letto dove c’è Claudia che aspetta.
Mi rimetto nudo e preparo un aperitivo a base di campari e biscottini. Come cena ordino 2 pizze e qualche fritto per contorno con consegna a domicilio (unica possibilità per fare qualcosa di decente per cena).
Preparo la tavola con tre piatti, birre ed aperitivi, mi ammanetto e mi inginocchio all’ingresso della porta della cucina.
Passati circa 5 minuti Irene si affaccia in cucina e mi vede pronto, si avvicina ed aperte le gambe mi mette la figa in faccia ridendo:’Bene il mio maritino, non si aspettava di doverci fare da schiavo stanotte, vero? Lecca e fammi godere bevendo tutti i miei umori’. In un attimo mi precipito eccitatissimo ad assolvere i desideri della mia padrona (ora ero uno schiavo). Dopo pochissimi minuti però Irene si tira indietro e mi ferma ridendo. E’ il momento: ‘Chiara! è il tuo momento’.
Stupito, mi vedo davanti agli occhi Claudia in una eccitantissima divisa da cameriera sexy con gonnellino e cuffietta bianca con un paio di calze nere autoreggenti. La cosa più sconvolgente è che Claudia indossa un paio di manette e porta una chiave in bocca. Giunta vicino a me, si inginocchia, posa la chiave a terra e mi bacia appassionatamente dicendo:’Sono la sua serva e faccia di me quello che vuole. La chiave è per renderla libero di agire’.
Guardo Irene che prende la chiave e mi libera delle manette facendomi capire che i ruoli sono di nuovo cambiati.
Vado in bagno ad indossare biancheria intima mentre Irene comincia a sgranocchiare biscottini e bere il suo aperitivo. Entrato in cucina mi accomodo a bere l’aperitivo preparato per me (e non per Claudia come credevo) mentre la nostra schiava resta inginocchiata ad osservarci.
Nel frattempo squilla il citofono (era la cena), Irene fa cenno a Claudia di alzarsi e voltarsi affichè possano essere rimosse le manette. Claudia la guarda terrorizzata (doveva aprire ad uno sconosciuto vestita in quel modo), ed Irene, senza scomporsi le ordina:’Mi raccomando quando lo paghi apri le gambe e non opporti se vuole toccarti hehe!. Marco, godiamoci la scena’.
Claudia si reca ad aprire il portone ed attende il suo destino senza proferire parola. Suona il campanello Claudio si gira verso Irene come per chiedere pietà ma Irene la fulmina con lo sguardo e non le resta che andare incontro al suo destino. ‘Chi è?’ chiede Claudia in modo retorico, ‘Quick pizza, signora!’ e la porta si apre. Il ragazzo delle consegne resta a bocca aperta nel vedere Claudia e non proferisce parola. ‘Quanto le devo?’ Claudia aprendo le gambe, ’35 ‘ ma potrei anche permettermi di offrire io’. Claudia, ormai paonazza in viso: ‘In che senso?’, ‘Lei si prende l’aperitivo da me’, toccandosi il pacco, ‘con la bocca si intende, ed io me ne vado’.’ Aspetti, vado a prendere il denaro’ e si volta per venire in cucina col ragazzo che aspetta.
Irene, categorica dice:’Allora si cena gratis, giusto Claudia?’, ‘Non chiedermi questo ti prego ‘..’ rispose Claudia, ‘Non chiedo, ORDINO!!!’ categorica Irene. Claudia si volta e si dirige in ingresso, chiude la porta, si inginocchia, abbassa la patta all’incredulo ragazzo che, eccitatissimo le viene in bocca in pochissimo tempo mentre Irene, eccitata dalla situazione mi prende il pene e me lo drizza in pochissimo fermandosi saggiamente prima di farmi venire di nuovo per preservalo.
Dopo aver goduto il ragazzo balbettando ringrazia e va via. Claudia si precipita in bagno a lavarsi e poi prende le pizze, ci serve e si inginocchia ai bordi del tavolo con la sua ciotolina vuota davanti.
Io ed Irene discutiamo amabilmente mentre consumiamo la cena commentando la nuova esperienza come qualcosa da ripetere e, magari chiedere consigli a Paola su come trarre maggiori piaceri dalla situazione. Ogni tanto buttiamo pezzetti di cornicioni nella ciotola di Claudia che si china mangiando come una cagna nella ciotola.
Terminata la cena Irene ordina a Claudia di alzarsi e voltarsi in modo da poterle liberare le mani e poi:’Pulisci tutto per bene, ti aspettiamo in salotto. E non metterci una vita’ dandole uno schiaffo sul culo.
Mi accomodo sul divano mentre Irene prepara la scena. Posiziona un tavolo basso al centro del salotto e vi appoggia sopra delle palline di diversa grandezza legate tra loro ed una benda. Claudia, terminata la pulizia in cucina, ci raggiunge mentre sia io che Claudia siamo accomodati sul divano. Con le mani legate dietro la schiena si inginocchia davanti a noi ed attende ordini.
Claudia comincia ad aprire le danze, apre le gambe e ‘Vediamo se sei brava al leccare e vedi di bagnarmi bene che devo godere’. Claudia comincia a leccare ma subito entro in gioco io e mentre mi tolgo le mutande le urlo: ‘Cosa cavolo fai, prima lo stantuffo e poi il buco, ti devo insegnare tutto, Irene falle capire come funziona’, ‘subito caro’ mi asseconda Irene che mi capisce al volo. Claudia passa davanti a me e comincia a succhiare, è sempre stata bravissima con la bocca ed è una tortura per me resistere. Irene nel frattempo prende la benda e la pone sugli occhi di Claudia ancora intenta nella sua opera e la spinge indietro con le cosce in modo che resti esposta col culo.
Alzatole il gonnellino inizia a batterla con le mani ‘Finché il padrone non sarà soddisfatto eviterò che tu possa provare piacere’. Come mi sento pronto per Irene, tiro indietro Claudia che si accovaccia tra le gambe di mia moglie ma, come un forsennato la scosto e mi tiro Irene addosso per scoparla come mai era successo prima. Claudia, eccitatissima si limita a mugolare cercando di raggiungere la figa con le mani legate senza riuscirci. Tale situazione mi porta una eiaculazione abbondante all’interno di Irene che, essendo venuta contemporaneamente con me si scosta ed apre le gambe guardando Claudia. ‘Forza puliscici, che aspetti?’ urla Irene e Claudia si fionda in mezzo alle gambe di mia moglie leccandola tutta per ripulirla dallo sperma.
Quando mia moglie, soddisfatta, la scosta Claudia si rivolge a me: ‘Padrone, le dispiace far godere anche me prima di ripulirla?’; ‘Lurida troia, pretendi che mi stanchi per una come te, pulisci bene che voglio dormire’.
Rassegnata lecca e pulisce bene il mio pene che, stuzzicato dalla sapienza di Claudia riacquista un po’ di erezione ma mi giro verso Irene chiedendole di dormire.
‘Come sei crudele, in fondo è stata la nostra troia’, ‘Non mi va e lei deve essere soddisfatta di averci servito e non deve richiedere premi se non soddisfarci’ verso Irene, ‘Va a prendermi un po’ d’acqua’.
Come esce dalla stanza mi giro verso Irene ‘la scoperò domattina all’alba prima che ci prepari la colazione’ e lei ‘Fallo in salotto che devo lavorare domani’.
Come rientra, bevo e mi giro nel letto abbracciando Irene e dicendo a Claudia ‘Puoi pure stenderti e dormire, domani ti liberiamo’.
Claudia, rassegnata di dover strozzare l’orgasmi si sdraia con le mani ancora legate e prova a dormire.
Come mia abitudine, mi sveglio alle 5:00 per andare in bagno ma quella mattina avevo anche altro da fare. Prendo Claudia per i capelli che si sveglia di botto e mi segue inginocchiata strisciando.
Giunto in bagno, le ordino di leccarmi la cappella e, appena pronto mi giro per pisciare.
Senza scrollarlo lo piazzo in bocca a lei che lo succhia avidamente cominciando ad eccitarsi: ‘vuoi ancora scopare?’, ‘si, padrone la prego’. Detto questo la conduco in salotto e la appoggio al tavolino infilandole il pene nella vagina ormai fradicia. Lei viene subito sotto i miei colpi ed io la rigiro orinandole di farmi venire con la bocca. Appena soddisfatte le mie esigenze le slego le mani e le ordino di pulire tutto e portarci la colazione alle 8:30.
Soddisfatta e col volto sereno risponde ‘Grazie, padrone’ ed io torno a letto ad accarezzare la mia Irene che pian piano si sveglia.
Ore 8:30 Claudia ci serve la colazione e tra la soddisfazione di tutti parliamo di quando avremo Cristina e saremo in 4 a comandare. Ci alziamo, vestiamo e prepariamo per la giornata di lavoro.

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