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XXXtina 7 – Lo psicoterapeuta pt.2

By 22 Dicembre 2023No Comments

(continuazione di XXXtina 6 – Lo psicoterapeuta pt.1)
“Iniziai a piangere e gridare mentre un altro ceffone mi fece rovesciare la faccia. Pensavo che l’estraneo fosse violento e gridai il nome del mio uomo perché facesse qualcosa e ma non accadde nulla.

Dopo qualche minuto, sentii che qualcuno mi stava abbracciando da dietro.
Istintivamente la considerai un’altra aggressione, e cercai di mordere e scalciare via lo sconosciuto, ma mi strinse ancora più forte, facendo qualcosa di inaspettato: iniziò a darmi lenti baci sul collo.

Dissi, o forse gridai, che non volevo più quel gioco e che mi doveva liberare, ma come risposta con una mano iniziò ad accarezzarmi con calma i capelli, a consolarmi.
Pensai che il mio fidanzato doveva aver cacciato l’estraneo e ora stava prendendosi cura di me, sentii dei piccoli baci sulle orecchie, e poi sempre più vicino alla mia bocca.
La cosa mi rassicurò e ricambiai il bacio, ma non era il mio fidanzato chi mi stava consolando.
Lo capivo da come mi baciava, dalle grandi mani che mi massaggiavano le spalle e adesso scendevano sui miei seni. E soprattutto, dal pisello che, con le mani ammanettate dietro la schiena, potevo toccare e non aveva niente a che spartire con quello del mio fidanzato, sia per le dimensioni, sia perché era ben protetto con un profilattico.

Restando dietro di me mi fece rialzare in ginocchio e iniziò ad accarezzarmi la figa.
Ero tesa, ma quei tocchi inaspettatamente dolci mi fecero sciogliere.
Mi fece chinare in avanti, guidando i miei movimenti e, appena pronta, con le dita mi bagnò lo sfintere. Con calma iniziò a penetrarmi il culo. Era porco, era dolce, era magnifico: mi faceva il culo con calma e maestria, nonostante il profilattico, mentre con la mano continuava a accarezzarmi davanti.
il suo cazzo era perfetto, nè troppo grosso, nè piccolo, duro.
Venni di nuovo.
Era un orgasmo che veniva dalla mia testa, non dal mio culo o dal mio clitoride.
Continuò a pomparmi con calma, mentre urlavo per il piacere e quando smisi di urlare mi premiò con un bacio deciso e dolcissimo.”

Mentre diceva queste cose mi stava menando lentamente il cazzo, si fermò un istante e mi disse “Per un istante pensai che fossi tu il mio misterioso amante. E continuai la serata pensando che fossi tu a scoparmi.”
Chinò la testa per succhiarmelo, ma le dissi di aspettare e di finire il racconto.

“Cos’altro vuoi sapere che tu non possa immaginare?
Se gliel’ho succhiato?
si, me l’ha messo in bocca dopo avermi fatto il culo e ho succhiato tutto da amante riconoscente.

Se mi ha scopato?
Si, mi ha scopato a lungo, alla pecorina, a smorzacandela e come gli pareva… e ho goduto tanto.

Se ha scopato le mie tette?
Certo, la prima volta è venuto proprio così, levandosi il profilattico, mentre io con la lingua tutta fuori, pregavo che qualche schizzo la raggiungesse per assaggiare il suo sperma.
Poi nemmeno lo so, sentivo che il suo cazzo era sempre duro, credo sia venuto due, tre volte almeno, io invece nemmeno ricordo quante.
Mi ha fatto di tutto, come fosse la cosa più naturale del mondo. Poi mi ha abbracciato, mi ha dato un ultimo dolcissimo bacio e scostandomi il tappo da un orecchio, mi ha detto “Sei una dea, quello stronzo non ti merita”.
E mi ha lasciata lì.
Devastata da tutte le emozioni.

Stavo cercando di elaborare cosa fosse successo, ma dopo lunghissimi minuti sentii che qualcuno mi stava levando le manette, improvvisamente mi resi conto di avere male alle spalle e alle braccia, tanto da non riuscire a muoverle. Delle mani mi aiutarono a levare le bende: era il mio “amore”.

Probabilmente era d’accordo con lo sconosciuto che l’avvertisse quando aveva finito, o forse avevano concordato un orario entro il quale avrebbe dovuto finito di “fare i suoi comodi”.
Prima che avessi modo di chiederglielo mi disse piagnucolando che era stato lui a colpirmi, perché vedermi desiderare un altro uomo era stato un colpo troppo duro per la sua gelosia, che si era incazzato e che aveva detto al tipo di farmela pagare.

Implorò il mio perdono, pensando che il tipo mi avesse trattata come un puttana da strada, senza sapere cosa era realmente successo.
Velocemente pensai come rispondere: gli avevo chiesto dolcezza e complicità e mi aveva dato ceffoni e lasciato nelle mani di uno sconosciuto, che avrebbe potuto farmi qualunque cosa.
E ora stava lì a piagnucolare del suo orgoglio ferito, di quanto mi voleva bene e che dovevo capirlo. La voglia di mollarlo subito era tanta, ma decisi che un uomo così non meritava una reazione immediata.”

Annuivo con la testa. Conoscevo bene Cristina e sapevo che non era il tipo di persona che si faceva maltrattare senza reagire.
Ma soprattutto che in quella situazione, dove non aveva modo di proteggersi da quella violenza, e si era fidata completamente del suo uomo, era il peggiore tradimento possibile, più di qualunque questione di corna.

“Mentii, piagnucolando, che fare sesso in quel modo era stato terribile e che avevo capito che amavo solo lui.
Ovviamente non era vero, non ne volevo più sapere della sua possessività, delle sue insicurezze, del suo cazzetto a cui bastavano 2 leccate per farlo schizzare, del suo chiedere fiducia per poi tradirla.
Voleva mi fidassi di lui come terapeuta ma alla fine voleva solo scoparmi, voleva che mi fidassi di lui come amante ma non era in grado di soddisfarmi, voleva che mi fidassi di lui come uomo, ma aveva tradito la mia fiducia.

Per non fargli capire quello che stavo pensando, gli dissi che aveva ragione e che per premio morivo dalla voglia di scoparlo.
Coglione com’era, non aspettava altro.
Glielo succhiai fingendo fosse la cosa che più desideravo al mondo, poi mi montò da dietro mentre io fingevo mugolii e gridolini di piacere. lui sborrò abbondantemente sulla mia schiena e io ricambiai con un sorriso.”

In realtà in quel momento avevo il voltastomaco e l’odore della sua pelle mi disgustava.
Ma visto che fino a poche ore prima ero stata così diligente nel soddisfarlo, finsi lo stesso comportamento, in attesa dell’occasione buona per fargli più male possibile.”

“Io non ti farei mai una cosa del genere” le dissi.
Ero sincero, ma anch’io, mentre dicevo queste cose, mi rendevo conto di non dire tutta la verità.

Parlare di queste cose mi eccitava e mi preoccupava allo stesso tempo.
Come avrei reagito io a vederla scopare da altri? O
venendo a sapere di un suo tradimento?

Nelle prime settimane eravamo una coppia felice, ma anche con lo psicologo le prime settimane erano passate serenamente.
“Non promettere cose che potresti non mantenere” rispose, dando ennesima prova di una certa telepatia.
Poi si leccò le labbra, come sua abitudine, e si tuffò a succhiarmi il cazzo senza pietà.

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