La reincontro dopo almeno tre anni che non la vedo, la conosco da 30 anni, da quando eravamo liceali, lei due anni più giovane di me, sempre stata carina senza essere strafiga, la ho frequentata come amico ma quando lei era libera non lo ero io e viceversa. Poi le nostre strade si sono separate ma una dozzina di anni fa è venuta a vivere nel mio quartiere. Nonostante questo non la incrociavo mai.
Al liceo mi ero ammazzato di seghe per lei, la seguo sui social dove compare con le foto dei viaggi che fa o del mare ed ora che sono divorziato ho ripreso a segarmi per lei.
Il fatto è che per me è speciale, carina lo è rimasta i suoi look sono sexy senza scadere mai nel volgare ma soprattutto ha una verve incredibile, una mancanza completa di remore o tabù a parlare di sesso (ed anche a farlo in posti strani a sentire chi la ha frequentata).
La reincontro dopo almeno tre anni, scarpe di corda aperte con zeppa che la alzano di una decina di centimetri, capelli con tinta e mèche tendenti al rossiccio fatte di fresco, un vestito di lino blu una decina di centimetri sopra il ginocchio, trucco leggero occhiali da sole sfumati che le coprono gli occhi ed impediscono di vedere cosa pensa. Mi coglie un tuffo al cuore.
“Gianna ciao, come stai?” le dico avvicinandomi a lei, mi si accosta e mi bacia sulla guancia.
Parliamo del più e del meno e mi dice che è in partenza da sola per una settimana di riposo completo nella sua casa al lago. Le dico che anche io sono in ferie la settimana successiva, la ho buttata lì senza particolari speranze.
Lei lo sa che le sono sempre morto dietro e da ragazzi sono sicuro non le dispiacessi.
E succede quello che non mi sarei mai aspettato.
“Luciano ti andrebbe di venirmi a trovare qualche giorno? Però ad una condizione, ti arrangi da solo per pulizie cucinare ecc. voglio solo riposarmi e vivere quasi allo stato brado, esco a mangiare per non cucinare o prendo qualcosa da scaldarmi, solo piscina sole e riposo, ho avuto un periodo pesante col lavoro”.
Cosa posso risponderle? “Volentieri” qualsiasi condizione va bene, oltre al resto sta facendo tanto caldo qui ed una settimana al fresco, anche senza la sua presenza, la avrei gradita comunque.
“Vieni da me domani mattina alle 9 che andremo insieme”.
Alle 8:45 sono già lì, vedo che sta chiudendo gli scuri dal terrazzo, anche lei mi vede, mi sembra di intravvedere un sorriso un po’ beffardo.
Alle 9 mi da uno squillo di telefono: “visto che sei qui sotto che ne diresti di venirmi ad aiutare con i bagagli?”
“Salgo subito”.
Arrivato da lei mi accoglie sulla porta, indossa un copricostume di maglina sopra un due pezzi molto ridotto.
Mi indica le sue due borse e mi dice: “ho avuto un problema con la mia auto, mi porteresti tu?”
“Certamente non c’è problema”
Carico la macchina e saliamo, mi dice quale uscita dovrò prendere e che poi mi guiderà lei.
In autostrada chiacchieriamo ed io la sbircio ogni volta che posso, ha ancora un gran fisico, mi sa che vedendola live in costume mi farò un sacco di seghe come un ragazzino, mi faccio film nella testa in cui la spio mentre lei esce dalla doccia nuda e mi viene incontro oppure che mollemente adagiata sul lettino della piscina con il reggiseno slacciato mi chiede di spalmarle la crema solare poi si gira e mi mette le mani sui seni e mi dice di spalmarla anche lì. Lo so le mie immagini sembrano quelle di un film di Edvige Fenech ma mi eccitano tanto come ad una buona parte dei maschi italiani. Guido con il cazzo duro come il marmo e, dato che indosso un paio di pantaloncini corti e morbidi, la mia erezione si vede tutta.
Ad un certo punto mi accorgo che Gianna mi sta guardando lì, incrociamo gli sguardi per un attimo e lei naturale come sempre mi chiede “merito mio?” indicando la protuberanza nei miei pantaloni.
Orami la faccia la ho persa inutile negare sarebbe non solo ipocrita ma anche inutile.
Faccio cenno di si con la testa ed aggiungo: “lo sai che ho sempre avuto un debole per te”
“Caspita ma mi sa che non è solo per il costume ed il copricostume, dimmi a cosa stavi pensando”
Sbraco completamente e le racconto della doccia e della crema.
“Non è che hai poi molta fantasia, mi sembra uno dei film porcellino degli anni 70 con cui gli adolescenti si ammazzavano di seghe” e ride a crepapelle.
Io sono imbarazzato e divento rosso.
“Abbiamo 50 anni, le schermaglie non servono, il fatto che tu mi voglia e che mi pensi in situazioni sexy non mi da fastidio alcuno, mi farebbe anche piacere se non fossero così banali”.
Chiara e diretta come sempre.
“Ascoltami” prosegue “io vado al lago per fare una vacanza, se devo pensare a stare attenta per non farti eccitare, sempre che ci riesca, puoi anche portarmi indietro e tornare a casa tua, noleggerò un’auto per una settimana e andrò per conto mio”.
“No dai ci mancherebbe, prometto che non ti darò fastidio” le rispondo.
L’erezione però non si è calmata.
“E a lui cosa dici?” mi risponde indicando il mio basso ventre.
Decido di essere sincero e trasparente.
“Mi farò delle seghe guardandoti e pensandoti, non ti darò alcun fastidio purché la cosa rimanga fra noi”.
La sento rimuginare.
“Troppo facile così, quelle te le faresti anche a casa senza starmi fra i piedi, ti propongo un patto.
“Sono tutto orecchi” è la mia replica.
“Allora, da quando mi sono separata, e sono tre anni, non ho più scopato con nessuno, certo mi sono masturbata con dei cazzi di gomma e con dei vibratori ma ho una gran voglia di essere leccata senza dover per forza fare un pompino in cambio. Quello che ti propongo è che tu, in questa settimana al lago, sia una specie di schiavo per me. Mi farai da domestico, cuoco, lavandaio e la sera, bendato e se ti sarai comportato bene, mi leccherai la passera fino a farmi godere senza però poterti toccare. Poi potrai andare in camera tua e farti tutte le seghe che vuoi. Potrai anche spiarmi mentre farò la doccia visto che sembra essere un tuo desiderio. Ho frequentato per anni spiagge nudiste con il mio ex marito, abbiamo anche scopato in spiaggia per cui di uomini che si segano guardandomi mentre faccio sesso e non, ne ho visti a decine. Per la crema spalmata ok sulla schiena ma scordati di toccarmi le tette. Alla fine della settimana, a seconda di quanto sarò soddisfatta del tuo comportamento, ti farò un pompino o ti farò scopare. Se sarai stato molto valido ti darò anche il culo. Che fai accetti?”
Ci metto un nanosecondo a rispondere positivamente, a momenti mentre mi racconta quasi vengo.
Raccolto il parere positivo mi mette una mano sul cazzo sopra i pantaloncini e ne saggia consistenza e dimensioni.
“Volevo sincerarmi se sceglierò di scopare che tu sia sufficientemente attrezzato, sono esigente anche se è tre anni che non ne prendo non è che mi accontenti del primo che passa. Con mio marito abbiamo frequentato anche club privé e ho perso il numero dei cazzi che ho preso”.
Smette di segarmi ma è troppo tardi e le quattro carezze che mi ha dato sono sufficienti per farmi venire, una macchia compare sui miei pantaloncini.
“Eiaculazione precoce? Mi sembri un adolescente, 4 smanettate e sei venuto, non va bene, se deciderò di farmi scopare prima dovrai segarti”. E mi ride in faccia.
Siamo quasi arrivati all’uscita dell’autostrada, “esci alla prossima mi servono delle cose per rendere il soggiorno più divertente”.
Seguo le sue indicazioni ed arriviamo ad un grosso capannone, l’entrata è sul retro e la scritta con l’immagine è inequivocabile, è un sexy shop.
“Entriamo, tieni le mani a posto, non voglio comprare abiti sexy ma qualcosa che userai tu” me lo dice con un sorriso beffardo.
Appena entrata saluta calorosamente la persona che è al bancone sembra lo conosca bene.
“Mi servono un paio di manette, una gabbietta, ed un cuneo anale diciamo di misura media”.
“Certo Gianna vi accompagno”.
Arriviamo dove ci sono e gabbiette, ce ne sono di tutti i tipi, la persona che ci accompagna mi guarda, vede la macchia sui pantaloni, ridacchia e dice “tiralo fuori così capiamo che misura ti va bene”.
Divento rosso come un peperone, è cominciata la mia umiliazione, da un lato mi vergogno come un ladro, dall’altro mi eccita da morire. Mi abbasso i pantaloncini ed i boxer sotto, il mio cazzo è sporco di sperma e barzotto. Il tipo lo guarda e prende tre gabbiette, una spiralata in metallo, una in silicone ed una con delle punte verso l’interno.
“Credo che sia alla prima esperienza, quella con le punte la escluderei per stavolta, prendiamo quella di silicone”.
Mi ritiro su i pantaloni ed arriviamo al reparto manette, ce ne sono veramente tante, classiche come quelle dei poliziotti, imbottite e delle forme più strane.
Gianna ne sceglie un paio nere opache, mi fa mettere le mani davanti e me le blocca, quindi si siede su uno sgabello li vicino, mi fa inginocchiare e mi dice: “avvicina la testa come se dovessi leccarmi e prova a toccarti o toccarmi”. Non ci riesco mi avvicino a lei e il mio naso, spinto dalla sua mano finisce fra le grandi labbra, prende la mia testa e la fa andare su e giù per due o tre volte quindi si alza e mi fa alzare.
“Andiamo al reparto cunei”, dice al commesso.
Proseguiamo lungo il corridoio ed in fondo giriamo a destra, si apre una stanza colma di scaffali sia sui bordi che in centro, ci sono centinaia o più di cazzi finti, di gomma, di metallo, di plastica, perfino di legno.
Su uno scaffale periferico una serie di cunei anali con e senza coda, spero tanto che almeno quello mi sia risparmiato.
“Abbassati di nuovo i pantaloni, con le manette che mi bloccano le mani faccio un po’ di fatica.
Con pantaloncini alle caviglie e mani bloccate Gianna ed il suo amico commesso mi fanno mettere a 90°.
Gianna mi apre le chiappe e così, senza nemmeno lubrificare, mi infila l’indice nel culo.
Sono stato già alcune volte dall’urologo ma quello usa della vaselina, il dito di Gianna invece è secco e mi fa male, mi scappa un lamento. Gianna muove il dito dentro per saggiare l’elasticità del mio buchetto.
“Cede abbastanza, dammi una misura media ed una large, conto di fargli prendere quello grande prima della fine della settimana” e li ride insieme al commesso. Torniamo verso l’uscita, nel passare davanti agli scaffali dei cazzi vedo che ci sono degli strap-on, Gianna si ferma e ne prende uno, è abbastanza grosso, sicuramente più del mio cazzo che è di circa 20cm.
“ha il serbatoio questo modello?” chiede al commesso. Ricevuta risposta affermativa mette anche quello nel cestello della spesa.
Il commesso fa il conto e sono più di 300 euro, Gianna mi guarda e mi dice di pagare.
Il commesso estrae da sotto il bancone delle palline pelviche e le da a Gianna, un omaggio che facciamo a chi spende più di 200€ in un colpo solo. Prima di uscire mi liberano dalle manette. Il buco ha smesso di bruciare.
“Sei ancora in tempo a rinunciare se vuoi, sappi che tutto quello che abbiamo preso oggi al sexy shop lo useremo in questa settimana” mi dica Gianna mentre saliamo in auto.
La ragione mi direbbe di accompagnarla alla sua casa e salutarla rinunciando per sempre ad ogni idea di scoparla. E’ chiaramente una domina, mi aprirà il culo con il cuneo e con lo strap on mi scoperà come una bagascia, so a cosa vado incontro e non mi ribello e non me ne andrò.
Eppure sono tutti pensieri che mi fanno tornare duro l‘uccello, decido di seguire il bassoventre sperando di arrivare a fine settimana meritevole di scopare Gianna.
Zerbino parte 1
One Comment
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.
Magari un tantino fantasioso ma intrigante, attendiamo il seguito!