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Trovate la prima parte del racconto

Zerbino parte 1

Arrivati alla casa di Gianna resto sorpreso, è una bella villetta con un giardino di qualche migliaio di metri quadri, è cintata da una siepe alta più di due metri. Sul retro, nel punto più assolato esposto a sud, c’è una piscina con dei lettini intorno ed un ombrellone chiuso. Non è molto grande, è di quelle fuori terra, ad occhio è alta un metro e mezzo, lunga una decina e larga quattro metri. Non ci nuoti ma è sufficiente per rinfrescarti nei giorni di calura, in più ha una conca con dei getti idromassaggio.
Scarico la macchina, Gianna mi accompagna alla mia stanza, mi porge il plug anale, un tubetto di gel e la gabbietta oltre ad un grembiule con i bottoni davanti.
“Questa è la tua divisa, la devi indossare sempre, null’altro quando sei in casa, solo quando ti do libertà per andare a dormire ti puoi cambiare”.
Ha cominciato subito a mettermi sotto o meglio non ha smesso fin dal negozio.
Lei si ritira in camera sento che disfa la valigia e ridacchia.
Mi spoglio nudo, sono molto eccitato e per calmarmi un momento e mettermi la gabbietta di silicone devo farmi una sega. Gianna entra nella stanza proprio mentre sto venendo.
“Ah il mio schiavo è un porcellino” mi dice, quindi aggiunge “ripulisci subito”.
Per obbedirle mi lecco le mani dalla sborra, lei mi indica che ne è caduta per terra, non voglio leccare per terra mi chino per tirare su con un dito ma non le basta, mi spinge la testa verso il basso “pulisci bene, tira fuori quella linguetta”.
Sono già completamente succube, eseguo senza oppormi nemmeno un pochino.
“Ora vai in bagno, pulisciti, sciacquati la bocca e mettiti la gabbietta che ho un lavoretto per te”.
Quando ho finito sto per uscire dal bagno ma lei mi ferma. “Resta e sdraiati a faccia in giù”. Non capisco cosa voglia fare ma ovviamente obbedisco.
Gianna si siede e fa pipì, mi allunga una salvietta e mi dice di coprirmi gli occhi e di girarmi restando sdraiato.
“Puliscimi la passera” mi dice accovacciandosi sopra di me. “E tieni le mani a posto”.
Inizio a leccarla con un certo disgusto, sa di urina ma quasi subito sento che emette qualche versolino di piacere e me la spinge più forte sul viso. Mi dice come vuole essere leccata ed io da bravo schiavo obbedisco, la sento esplodere in un orgasmo pochi minuti dopo. Il cazzo nella gabbietta mi scoppia.
“Bravo, devo dire che sei un buon leccapassere, terrò presente”.
Si alza, si fa un bidet esce dalla stanza e mi dice che mi posso alzare.
Gianna va in cucina, sono le 1130 e mi chiede di prepararle uno spritz. “vediamo come te la cavi come barman, sono venuta per rilassarmi e voglio andare in piscina, portami là l’aperitivo. Aggiungi qualche oliva e delle patatine che trovi in quel mobile”.
Cerco su internet per fare qualcosa di carino dopo aver visto cosa c’è nel frigo. Trito il ghiaccio anche se nello spritz non andrebbe così, lo faccio abbastanza grossolano poi prendo due coppette ed un vassoio e la raggiungo in piscina. Lei è sul lettino, di fianco ha un tavolino e poggio lì il vassoio.
“Come non ti sei fatto nulla per te? Vai in cucina e preparati qualcosa da bene, non voglio certo farmi l’aperitivo da sola”.
Quando torno la trovo al telefono, “si Michela non sono sola, mi sono trovata uno schiavetto, anzi se devo essere sincera si è offerto lui. Come? Lo ho già messo sotto? Certo, mi sono già fatta ripulire la passera e mi sono fatta fare un cunnilingus, non è male ma con un po’ di addestramento può migliorare. Vuoi venire a vederlo? Non è pronto per i tuoi standard, poi mi scappa se te lo presto, dammi un paio di giorni che lo sfondo per bene poi puoi venire con il tuo cannone” Li scoppia in una risata e termina la chiamata.
“Cin cin” mi dice mentre muove il bicchiere verso di me, Ricambio e mi siedo su una sdraio di fianco ma il plug nel culo mi dà fastidio da seduto. Gianna se ne accorge.
“Se ti dà fastidio puoi sempre metterti a pancia in giù, la gabbietta te la ho presa morbida apposta. Adesso vieni qui che mi devi mettere la crema sulla schiena. Mi raccomando fai le cose per bene senza fretta e fammi un bel massaggio. Intanto togliti il grembiule”.
Passo dietro di lei che allunga una mano mentre passo e controlla che il plug sia al suo posto.
Le spruzzo la crema e la spalmo per bene fino a che non è completamente assorbita. Gianna è di schiena e si è slacciata il reggiseno per farsi spalmare meglio. Si alza senza riallacciarlo anzi se lo toglie del tutto.
“Adesso spalmami anche davanti”.
Il suo seno è stupendo in assoluto ed ancora di più in rapporto all’età a goccia con la punta in su.
Inizio con delicatezza dal collo e poi scendo, mi sto bagnando moltissimo e lei se ne accorge e ridacchia.
“Su non essere indeciso, il seno ha bisogno di molta crema spruzzala e massaggiami”.
È una bastarda, eseguo con piacere e voluttà, lei se ne accorge e sorride.
“Ora basta, mettiti anche tu un po’ di crema”.
Sorseggiamo i nostri drink e poi iniziamo a chiacchierare come se quanto successo nelle ultime ore non fosse mai avvenuto ma il plug nel culo me lo ricorda.
È una piacevole conversatrice. È l’una e lei mi chiede cosa le preparo di buono, dice che gradirebbe qualcosa di leggero visto il caldo.
“Vai stupiscimi con quello che trovi in frigo”.
Vado ci sono degli splendidi pomodori, avevo visto nei pensili del tonno, le olive non mancano, aggiungo origano e due capperi oltre ad una manciata di rucola e condisco con olio. Non metto aceto perché non so se le piace.
Torno verso la piscina e le chiedo dove vuole mangiare, mi risponde dentro.
Ho anche apparecchiato la tavola dopo aver cercato in giro per la cucina il necessario.
“Sei un ottimo domestico ed uno schiavo promettente” quindi ricomincia a parlarmi come ad un amico.
Finito di pranzare si dirige verso la macchinetta del caffè, riempie il serbatoio e mi chiede come lo voglio quindi lo prepara per me e per sé. Io intanto ho sparecchiato, buttato gli avanzi e messo nella lavastoviglie quanto abbiamo utilizzato.
“Vieni” mi dice prendendomi per mano, indossa un paio di zoccoletti di legno con un tacco da una decina di centimetri, il pezzo di sotto del costume molto ristretto ed un copricostume corto trasparente. Le salterei addosso ma concio come sono non è il caso.
Mi porta in camera sua, mi toglie il plug dal culo e mi dice.
“Mi sono accorto che mi hai sentito parlare con la mia amica Michela. Lei è molto più cattiva di me, i maschi li sodomizza e basta, a me piace anche dare qualche soddisfazione. Però fra due giorni viene a trovarmi e se non ti allargo per bene il buchetto, ti farà male. Ora mettiti questa e mi porge una benda.
Eseguo quanto richiesto poi mi fa mettere a 90° appoggiato alla testiera del letto di ottone.
Sento una sostanza rinfrescante che mi penetra insieme a due dita poi tre quindi nel mio culo viene infilato qualcosa di molto più grosso di quanto fosse il plug. Sento Gianna prendermi per i fianchi e possedermi.
Poi si ferma un attimo e, sempre con il dildo infilato che suppongo essere uno strap-on infilato nel mio ano, mi toglie la gabbietta. L’uccello non aspettava altro per espandersi. Lei riprende a montarmi sempre con più foga fino a che la sento godere, in quel momento si attacca con una mano al cazzo e mi sega. Vengo in pochi secondi quando lei ha appena finito il suo orgasmo.
Sono sempre bendato, sento che toglie il dildo dal mio culo, poi sento la pressione sulla testa che mi fa inginocchiare, una sua mano mi tappa il naso così che spalanco la bocca e subito me la riempie con quanto era nel mio culo fino a poco prima. La mano che mi tappava il naso passa dietro la nuca e guida e spinge ad ingoiare quanto più cazzo di gomma posso. Mi sta soffocando e tossisco ed allora rallenta un poco.
Va avanti 10 minuti buoni incoraggiandomi con parole adatte alla circostanza: “succhia questo bel cazzone, frocetto schifoso”. L’uccello a sentirla torna a crescere più lo succhio e più mi piace più mi piace a più mi insulta, è un circolo vizioso.
“Segati finocchio e togliti la benda”
Eseguo entrambe le azioni, dati i due orgasmi della mattina duro una decina di minuti. Lei ha indosso lo strap-on che al suo interno ha un altro cazzo rivolto verso l’interno per cui ogni colpo che mi dà è un colpo che prende. Anche lei è ancora su di giri. Vengo mentre lei invece non ce la fa. Mi strappa il cazzo dalla bocca, si butta sul letto e se lo infila in figa masturbandosi furiosamente fino a che non raggiunge un orgasmo liberatorio.
“Voglio riposarmi ora, vai in camera tua e rimettiti il plug e la gabbietta poi più tardi vieni a pulire qui”.
Raccolgo le mie cose e me ne vado in bagno, mi do una sciacquata e vado in camera, chiudo la porta ma non c’è la chiave. Conto sul fatto che non si alzerà subito e faccio prendere un po’ di aria al mio buco del culo che è ancora dilatato ed arrossato nonostante la abbondante dose di lubrificante usata da Gianna per incularmi. Mi sdraio sul letto e mi addormento.

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