Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Bianco e nero

By 26 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Scrivere dell’altrui modo di dare e ricevere piacere non è facile, soprattutto quando si è uomini senza le giuste cognizioni di ciò che realmente accade quando due donne si donano l’una all’altra. Non me ne vogliano, perciò, le amanti di Saffo se vi sono inesattezze. Non pretendo di avere tutte le conoscenze necessarie per descrivere esattamente le loro sensazioni e, solamente per questo, la mia interpretazione potrà apparire molto maschile.

L’ingresso in ufficio di Alex quel lunedì mattina sembrò più traumatico del solito, la sua incapacità cronica di svegliarsi in tempo era acutizzata ad ogni inizio settimana da week end di follie a cui non soleva rinunciare. Anche l’ultimo era stato simile a tanti altri, partenza per la montagna il venerdì sera, subito dopo aver lasciato l’ufficio si era trasferita con il suo ragazzo a Livigno dove aveva passato le giornate a sciare, le serate in discoteca e le notti a fare l’amore.
Anche il traffico non sembrò dalla sua parte quel giorno e inevitabilmente giunse in ritardo sotto l’occhio vigile del suo capo, un uomo grasso, di mezza età, che pensava che il lavoro doveva avere il primo posto nella vita di una persona e non perdeva occasione per rimarcare tale concetto.
≪ Signorina Alessandra, ancora una volta ci degna della sua presenza, seppur in ritardo su quanto convenuto dal suo contratto di lavoro ≫.
≪ Mi scusi dottor Alfieri, ma il traffico di questa mattina era impossibile ≫.
≪ Io faccio almeno 20 chilometri più di lei eppure arrivo sempre in anticipo. Basterebbe alzarsi qualche minuto prima … o forse lei aveva di meglio da fare?≫.
≪ Non so cosa intenda e non voglio nemmeno pensare che lei faccia delle allusioni su quello che faccio nella mia vita privata. Ma se così fosse … ≫ stava per finire di rispondere quando lui la interruppe.
≪ Nessuna allusione, non si preoccupi. Ma questa sera lei dovrà recuperare il ritardo e lo farà ogni volta che questo accadrà. Lei ci deve 8 ore di lavoro ogni giorno e non tollererò più che non lo faccia ≫ commentò lui e, senza attendere una risposta, uscì dall’ufficio.
Alex rimase senza parole di fronte alla reazione del direttore per il ritardo, conosceva i motivi del suo astio nei suoi confronti, come altri elementi che lavoravano in quei corridoi anche per lui era arrivato, tempo prima, il momento in cui aveva fatto delle avances nei suoi confronti. Era successo un venerdì sera in cui si era fermata per finire la solita pratica dell’ultimo momento, lui era entrato nel suo ufficio e, senza tanti giri di parole, l’aveva invitata a una cena che lei aveva immediatamente rifiutato. Non pago, l’uomo aveva riprovato un’altra volta elencandole i vantaggi che avrebbe avuto sul lavoro se si fosse dimostrata più disponibile, ma fu la reazione di lei che lo sorprese. Stanca dei numerosi tentativi lo aveva attirato in una trappola che aveva filmato per poi annunciargli che, se non avesse smesso nei suoi propositi, lo avrebbe denunciato. Da quel momento erano iniziate le sue vendette. All’inizio si trattava di pratiche sempre più urgenti e impegnative che lei assolse senza lamentarsi, poi arrivarono gli incarichi più assurdi, ma anche quelli venivano svolti in silenzio. Per lei rimaneva un unico obbiettivo nel suo lavoro, finire entro il venerdì sera e sfuggire a quella realtà che iniziava a odiare sempre di più.
Era assorta nei suoi pensieri quando udì il telefono squillare, il cicalino annunciava che era una chiamata sulla linea interna, la spia rivelava che si trattava di lui.
≪ Mi dica dottor Alfieri ≫ rispose sicura che si trattasse di lui.
≪ Alessandra, venga nel mio ufficio. Ho un incarico per lei ≫ ordinò lui prima di riattaccare il telefono con la solita arroganza che lo contraddistingueva.
Dopo un minuto Alex bussò alla sua porta.
≪ Avanti ≫ udì prima di entrare.
≪ Mi dica ≫ disse fermandosi di fronte alla scrivania.
≪ Venerdì arriva un rappresentante della nostra consociata francese, Andrea Laporte, voglio che si occupi di tutto lei. albergo, ristorante, accoglimento all’aeroporto e ogni necessità possa avere. Chiaramente ogni desiderio deve essere soddisfatto. Per fare questo potrà usare la carta di credito aziendale ≫.
≪ Ma io avrei altri programmi per il fine settimana ≫ azzardò lei in segno di protesta.
≪ E quali? Se posso sapere … cercarsi una nuova occupazione?≫ chiese lui in tono di sfida.
≪ Sa benissimo che non mi può licenziare per questo motivo ≫ ringhiò Alex visibilmente contrariata.
≪ Vero, per questo non posso, ma ho un dossier con decine di altri motivi ed ora ho anche questo ≫ annunciò lui mostrandole la cassetta che conteneva il filmato dei suoi rozzi tentativi di sedurla.
≪ Lei è un bastardo ≫.
≪ Signorina cara, magari lei non me la darà mai, ma d’ora in poi dovrà avere un atteggiamento diverso se vuol continuare a lavorare qui ≫.
Alex abbassò la testa in segno di resa, ormai non le restava alcuna arma per difendersi da quell’essere spregevole, si voltò e stava per uscire quando lui richiamò la sua attenzione.
≪ A proposito signorina Alessandra, ricordi che il nostro ospite è il presidente di quella società quindi ogni suo desiderio è un ordine ≫ aggiunse ghignando soddisfatto.
La settimana di lavoro si trasformò in un incubo, ogni giorno lui tornava alla carica e lei era costretta a respingerlo senza poter far nulla per difendersi veramente. Alfieri sembrava essersi organizzato per bene, la insidiava il luoghi sempre diversi ma mai nel suo ufficio. Il giovedì pomeriggio era arrivato a tenderle un agguato nell’ascensore dove aveva tentato, rudemente, di accarezzarle il seno e solo una inattesa sosta intermedia ad uno dei piani l’aveva salvata.
Il venerdì, alle 10, era in attesa allo scalo internazionale di Malpensa dell’arrivo dell’ospite d’oltralpe con in mano un cartello con scritto il suo nome. Erano, oramai, passati tutti i passeggeri del volo da Parigi quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
≪ Buongiorno ≫ le disse una voce dietro di lei, ≪ credo stia aspettando me ≫.
Alex si girò e per alcuni istanti rimase basita di fronte alla persona che vedeva di fronte a lei.
≪ Vous ‘tes Andrea Laporte?≫ chiese nel suo miglior francese.
≪ Oui, ma possiamo tranquillamente parlare in italiano se per lei va bene ≫ rispose l’ospite dimostrando una perfetta padronanza della nostra lingua.
Alex impiegò qualche momento per riprendersi, fasciata in un tailleur color avorio, sicuramente firmato da qualche grande stilista, c’era una donna di colore molto bella.
≪ Mi scusi … ma io … ≫ tentò di dire Alex.
≪ Lo so ≫ l’interruppe lei, ≪ si aspettava un uomo. Succede spesso ma mi creda, sono io la persona che aspettava ≫.
≪ Non lo metto in dubbio, anzi … mi scusi ancora per la figuraccia ≫.
≪ Non ti devi scusare, una bella ragazza non lo fa mai ≫.
≪ Facile a dirsi ≫ pensò ad alta voce Alex mentre cercava il carrello per i bagagli che qualcuno le aveva sfilato.
Raggiunsero insieme l’uscita, per fortuna la donna non aveva valige pesanti e riuscirono a portarle senza l’uso di altri mezzi.
≪ Cosa desidera fare?≫ si informò Alex.
≪ Prima di tutto vorrei andare in albergo, poi vorrei che ci dessimo del tu e infine vorrei un buon ristorante per la cena ≫.
≪ Per l’albergo non c’è problema, ho prenotato proprio in centro. Per il ristorante nemmeno, già fatto e il mio nome è Alessandra, Alex per gli amici e per lei … per te ≫ aggiunse scusandosi.
≪ Ok Alex, allora che si fa a Milano per divertirsi?≫ chiese la donna.
≪ Tante cose, ma dopo il venerdì sera, prima c’è il lavoro ≫.
≪ Lavoro? Telefona al tuo capo e digli che rimani a mia disposizione per tutto il fine settimana, tanto non lo devo vedere fino a lunedì mattina, poi decideremo il da farsi ≫.
Alex accolse felice la proposta, quella donna iniziava a piacerle fin dal primo momento e dopo la telefonata la informò che non ci sarebbero stati problemi, fino al lunedì sarebbe stata a sua disposizione.
Passarono la giornata insieme, girando per negozi dove la donna acquistò regalarle alcuni capi di intimo firmati e volle regalarne un paio anche a lei, poi andarono a cena. Entrambe vestite in modo informale fecero il loro ingresso al ristorante catturando immediatamente gli sguardi dei presenti. Andrea indossava un pantalone chiaro aderente, a vita bassa, con una camicia bianca che metteva in risalto il fisico e il colore della pelle. Alex indossava una minigonna nera con una maglietta che lasciava scoperto l’ombelico. Sembravano due giovani amiche che passavano una serata da sole anche se tra le due c’erano 15 anni di differenza d’età.
Dopo cena raggiunsero un locale tipico, della movida milanese, dove le raggiunse Gianluca, il ragazzo di Alex, che passò un paio d’ore con loro prima di lasciarle.
≪ Ora cosa vorresti fare?≫ domandò Alex.
≪ Non so tu, ma io sono stanca e vorrei rientrare in albergo ≫.
≪ Va bene, allora ti accompagno ≫ si offrì lei.
≪ Non preferisci raggiungere Gianluca?≫.
≪ No. Deve andare a dormire presto perché domani ha un impegno di lavoro ≫.
≪ Ok, allora andiamo ≫.
Quando giunsero in albergo Andrea propose ad Alex di salire per un ultimo drink prima di andarsene, cosa che la ragazza accettò senza pensarci due volte. Erano sedute nella camera, Alex sul letto e Andrea su una poltrona e i loro discorsi si erano intavolati sul suo lavoro.
≪ Il lavoro mi piace ≫ ammise Alex, ≪ ma è il mio capo che lo fa apparire orrendo ≫.
≪ In che senso?≫ domando Andrea incuriosita.
Alex le raccontò tutto, delle proposte e delle minacce subite. Di come lui la costringesse a fare lavori sempre all’ultimo momento e del filmato che lei aveva fatto per difendersi. Ultimò il racconto con le lacrime agli occhi, sotto lo sguardo sgomento di Andrea.
≪ Mi spiace per te. In Francia un tipo così sarebbe già stato cacciato ≫.
≪ Lo so, ma qui se non hai delle prove non puoi nemmeno denunciarlo e lui mi tiene in pugno a causa dei miei ritardi ≫.
≪ Non so cosa potrò fare, ma se ti può sollevare l’animo sappi che parlerò con il titolare e che gli esporrò il problema, magari riesco a ottenere un trasferimento per te o per lui ≫.
≪ Te ne sarei grata ≫ la ringraziò Alex alzandosi per andarsene.
≪ Aspetta ≫ disse lei trattenendola per una mano, ≪ vorrei che tu rimanessi ancora un po’ con me ≫.
Alex comprese il motivo di quella richiesta, ma nelle parole di Andrea non c’era forzatura e, anche se lei non aveva pensato a un finale di quel tipo, apparve chiaro che sarebbe rimasta volentieri.
≪ Ma io … ≫ disse cercando le parole.
≪ Se non vuoi non cambia nulla ≫ la rassicurò Andrea.
Alex non rispose, si avvicinò a lei tremando per il senso di curiosità e eccitazione che la coglieva ogni volta che desiderava la persona di fronte e, anche se questa era una donna, sentiva che in fondo lo desiderava anche lei.
Non aveva mai baciato una donna e quando sentì le labbra di Andrea posarsi sulle sue comprese che la cosa era molto più bella di quanto potesse immaginare. La sua bocca era morbida e il bacio fu di una tenerezza incomparabile con qualsiasi uomo avesse baciato fino a quel momento. Andrea la trattava come una fidanzatina vergine con la quale ebbe tutte le precauzioni del caso. Fu dolce e paziente, attese che fosse lei a dischiudere le labbra prima che la sua lingua potesse incontrare quella di Alex in un bacio che trasformò l’aria compassata della stanza in un ambiente carico di erotismo puro. Le mani di Alex la cinsero teneramente mentre le sue accarezzavano il suo viso infilando le dita tra i lunghi capelli biondi della ragazza, poi cercò con calma i bordi della maglietta di lei tirandoli verso l’alto, assecondata dalla ragazza che lasciò che le venisse sfilata.
≪ Hai un bel seno ≫ osservò Andrea accarezzandola da sopra la stoffa dell’indumento che lo racchiudeva.
Alex emise un gemito per quel contatto, sembrava una gattina che faceva le fusa alla padrona che l’accarezzava, poi ruppe gli indugi e iniziò a sbottonare lentamente la camicia della francese che sfilò lasciandola cadere a terra.
Non ci volle molto perché anche il resto dei vestiti facesse la stessa fine e le due donne si ritrovassero stese sul letto, abbracciate, vestite solamente con l’intimo. Bianchissimo sulla pelle eburnea di Andrea, nero sulla pelle chiara di Alex, l’intimo sembrava studiato apposta per contrastare con il colore delle loro pelli mentre le bocche sembravano non saziarsi mai dei baci che si scambiavano. Le mani di Andrea cercarono il gancio che teneva chiuso il reggiseno della ragazza liberando il seno che subito dopo iniziò a baciare, anche Alex fece la stessa operazione ma rimase a godere dei suoi baci in attesa di poter contraccambiare il gesto della donna. L’occasione arrivò quasi subito, la donna aveva allargato le gambe per poi richiuderle, a forbice, sulla gamba di Alex e aveva iniziato a strofinare il suo pube sulla pelle di lei. Questa operazione le causò un aumento dell’eccitazione che le fece lasciare la presa sul seno di lei permettendo a Alex di gettarsi sui suoi capezzoli. Le labbra di Alex sui suoi capezzoli provocarono nella donna lo stesso effetto di una scarica elettrica, il suo corpo si inarcò ulteriormente facendole schiacciare ancor di più il pube sulla gamba mentre gli umori del piacere iniziavano a bagnare, copiosamente, il minuscolo perizoma bianco. La giovane segretaria percepì l’umido del piccolo indumento che le bagnava l’arto e iniziò a muoversi per aumentare il contatto e lo sfregamento sul sesso bagnato. Il primo orgasmo per la donna di colore giunse inatteso ma liberatorio, un piccolo grido annunciò che aveva raggiunto la prima soglia di un piacere immenso, preludio a giochi d’amore più raffinati da scambiare con la giovane amante.
≪ Non mi era mai successo così, sei stata bravissima a cogliere il momento ≫ ansimò Andrea.
≪ Per la verità devo confessare che non so, nemmeno io, come ho fatto. è stato naturale muovermi così quando ho percepito la tua eccitazione ≫ ammise Alex.
≪ Ok, ora basta parlare … voglio assaporare il tuo corpo ≫ mormorò la donna di colore.
Le mani della donna scivolarono sul giovane corpo della ragazza fino ai laccetti che reggevano il perizoma, con due dita sciolse i nodi e lasciò il suo pube nudo nella penombra della stanza. Rimase per un attimo a rimirare la forma del frutto proibito che stava per gustare poi, con studiata lentezza, affondò il viso su di esso assaporandone i profumi afrodisiaci emessi dagli umori copiosi che la bagnavano. La lingua di Andrea fece capolino tra le labbra, all’inizio discreta, senza fretta sfiorava ogni piccola piega cercando nelle reazioni della giovane i punti di maggior piacere. Con calma aprì le labbra vaginali e iniziò a succhiare i nettari che sgorgavano da quella fonte di eterno piacere. Piccole leccate fugaci sostituite a vere penetrazioni con la lingua si alternarono fino a quando non furono sostituite dalle dita che penetravano profonde nella carne di Alex. Mentre simulava la penetrazione con due dita, Andrea cercò il clitoride e quando lo trovò, completamente ingrossato dall’eccitazione, se ne impossessò con le labbra succhiando e leccando. A quel punto fu Alex a godere, il corpo iniziò a tremare sempre più forte mentre, arrembante, il piacere si impossessava del suo corpo e del suo cervello. Esplose così, piccoli spruzzi di piacere uscirono dalla sua vagina, che si contraeva, raggiungendo la lingua di Andrea posta a raccolta sotto al suo sesso fremente.
Alex rimase così, stesa sul letto in preda ai residui dell’orgasmo si beava di tanto piacere che non ricordava mai di aver provato.
≪ Tutto bene?≫ si informò Andrea accarezzando il suo giovane viso.
≪ Non lo so. Mi chiedo se ciò che è accaduto è reale o se sia stato solamente un sogno ≫.
≪ Lo prendo come un complimento ≫ accennò sorridendo.
≪ Non credo di conoscere un complimento adatto per farti capire quello che mi hai fatto provare. Per me è stata la prima volta con una donna, ma non credo che esista qualcosa di meglio per iniziare ad avere questo tipo di rapporti ≫.
≪ Sei un amore piccola ≫ le sussurrò Andrea baciandola, ≪ spero solamente che tu voglia continuare ≫.
≪ Si, voglio provare a darti lo stesso tipo di piacere ≫ rispose Alex lasciando che il suo corpo scivolasse sopra a quello di Andrea.
Ancora una volta le loro labbra si incontrarono, le lingue si intrecciarono, le mani sfiorarono i corpi e, per la prima volta, Alex sentì il contatto con il sesso di Andrea gonfio di desiderio quando, con la bocca, strappò il piccolo indumento che si frapponeva tra lei e l’altrui piacere.

CONTINUA …
Per commenti o altro: filodiluce@gmail.com

Durò per almeno due ore quello scambio di piacere reciproco tra la giovane segretaria e l’importante presidente della multinazionale francese, nessuna delle due si risparmiò nel cercare di far raggiungere, all’altra vette di lussuria mai raggiunte. Alla fine giacquero, entrambe, sul letto, stanche ma soddisfatte delle sensazioni provate. Dopo un po’ fu Andrea a rompere il silenzio che le circondava.
≪ Dormi?≫ chiese senza muoversi.
≪ No. Stavo pensando … ≫.
≪ A cosa pensavi?≫.
≪ A quello che è successo questa sera … non aveva mai fatto l’amore con una donna e, devo ammettere, che mi è piaciuto molto ≫.
≪ Mi fa piacere. Anche a me piace farlo ogni tanto ≫.
≪ Quindi tu non sei … ≫.
≪ Lesbica? No, al massimo mi definisco bisex, ma ho un marito che amo molto e con cui sto bene. Per la verità era molto che non mi accadeva ma tu mi sei sembrata diversa … speciale ≫.
≪ In che senso?≫.
≪ Nel senso che non sembri una disposta a andare a letto con una persona solo per fare carriera. Se lo fai è perché desideri farlo ≫.
≪ Questo è vero, anche se era la prima volta che mi accadeva ho desiderato subito fare l’amore con te ≫.
≪ Perché?≫.
≪ Non lo so. Sicuramente il fisico è stato importante, il tuo portamento, il tuo corpo, il modo che hai avuto fin dall’inizio nel rapportarti con me. Mi sei sembrata speciale fin da primo momento in cui mi hai parlato ≫.
≪ Non è che mi stai mettendo su di un piedistallo che non merito?≫.
≪ No. Penso che meriti molto di più ≫ affermò sicura Alex girandosi verso di lei per baciarla.
≪ Anche tu meriti di più ≫ rispose Andrea rispondendo al suo bacio con passione.
Si addormentarono così, abbracciate, in quel letto muto testimone della passione che le aveva unite quella notte.
Il giorno successivo un filo di luce che entrava dalla finestra le strappò, quasi contemporaneamente, dalle braccia di Morfeo per restituirle alla vita. Alex aveva i suoi soliti giri del week end e Andrea voleva approfittare della giornata per fare un po’ di shopping.
≪ Cosa vogliamo fare questa sera?≫ le chiese Alex dopo aver consumato la colazione che si erano fatte portare in camera.
≪ Non so io, ma tu dovresti stare con il tuo fidanzato ≫ la rimproverò Andrea.
≪ Possiamo benissimo stare insieme, tutti e tre, andiamo a ballare o in qualche locale alternativo ≫.
≪ Non lo so. Magari ci telefoniamo alle 7, così decidiamo ≫.
≪ Ok. Ti lascio il mio numero e aspetto la tua chiamata, ma dammi il tuo. Se non chiami ti cerco io … non ti lascio sola ≫.
≪ Sei molto cara … prometto di chiamarti ≫.
Si scambiarono un ultimo bacio prima che la ragazza uscisse per tornare a casa. Dopo essere rimasta sola Andrea si infilò sotto alla doccia, la calda carezza dell’acqua sul suo corpo le riportò alla mente le carezze di Alex, decise di lasciare che quel languore si impossessasse di lei, la sua mano scese verso il suo inguine e, come se fosse stata dotata di vita propria, lentamente la accarezzo fino a quando non si accasciò sul piatto della doccia.

Alex era rientrata a casa da poco quando il suo cellulare squillò.
≪ Signorina Alessandra … sono Alfieri. è arrivato il nostro ospite? Ha provveduto a tutto?≫.
≪ Certo dottor Alfieri, ho fatto come mi ha detto lei ≫.
≪ Bene. Veda di non combinare casini. Io sono fuori Milano e non voglio essere disturbato per colpa sua. Ci vediamo in ufficio lunedì e veda di essere puntuale ≫.
Stava per rispondere in modo affermativo quando udì il clic che la informava che la telefonata era stata interrotta.
≪ Brutto pezzo di merda ≫ pensò ad alta voce, ≪ chi cazzo ti credi di essere … ≫.
Le servì un po’ di tempo prima che riuscisse a sbollire la rabbia per la telefonata, poi decise di fare un bagno caldo prima di cambiarsi per uscire.
Era già in strada quando un beep del cellulare le annunciò l’arrivo di un sms, lo lesse e scoprì che fino a sera non avrebbe rivisto Gianluca a causa di un lavoro urgente che lo avrebbe trattenuto per tutta la giornata. Decise di rispondergli fissando un appuntamento per la sera in un noto ristorante poi inviò lo stesso invito a Andrea che le rispose subito affermativamente.
Malgrado la solitudine, la giornata volò via veloce, alle 6 era a casa per cambiarsi, voleva farsi bella per entrambe le persone che avrebbe incontrato di lì a poco. Dopo una doccia iniziò la scelta del vestiario. Come intimo scelse un dei due completino che le erano stati regalati il giorno prima dalla donna francese. Era un coordinato color prugna formato da un reggiseno a balconcino, che evidenziava il seno tonico, e un perizoma semitrasparente con ricamata una bocca color oro. Si infilò sopra una minigonna in pelle con un gilet, anch’esso dello stesso materiale, calze autoreggenti color carne e rifinì il tutto con un giaccone per ripararsi dal freddo. All’ora stabilita il taxi la lasciò di fronte al ristorante dove vide arrivare quello che accompagnava Andrea fermarsi per farla scendere.
La vista della donna, di colore, la lasciò senza fiato. Indossava un miniabito bianco che sembrava dipinto direttamente sulla pelle, tacchi altissimi e un paio di calze dello stesso colore della sua pelle che si notavano solamente per la riga dorata che scendeva dietro alle lunghe gambe. Alex rimase per qualche istante ad ammirarla, non dimostrava sicuramente i suoi 40 anni e più, al massimo si poteva pensare che avesse passato la trentina da poco e la sua apparizione aveva creato un certo scompiglio tra gli appartenenti al genere maschile. Molti dei presenti si erano girati e la stavano ammirando mentre lei si avvicinava, con passo sicuro, all’ingresso del ristorante prima che il richiamo della ragazza la inducesse a fermarsi.
≪ Alex, carissima … ≫ disse andandole incontro.
≪ Andrea … sei semplicemente splendida ≫ accennò lei scambiando un bacio sulla guancia.
≪ Devo dire che anche tu non scherzi ≫ ammise la donna osservando il look della giovane.
≪ Difficile essere alla tua altezza, ma faccio del mio meglio ≫ si schernì lei.
≪ Direi che non manca molto. E Gianluca? Quando arriva?≫.
≪ Non ho sue notizie da questa mattina ma direi che sta arrivando altrimenti mi avrebbe avvisata. Intanto entriamo e prendiamo un aperitivo … se ti va … ≫.
Presero posto al tavolo che Alex aveva riservato, gli occhi della sala erano quasi tutti puntati su di loro mentre sorseggiavano due flute di prosecco in attesa del fidanzato. Bastarono i 10 minuti di ritardo del giovane perché iniziassero ad arrivare un paio di bottiglie di champagne accompagnate da bigliettini ricchi di complimenti e di inviti a varie attività post-cena che le due donne declinarono cortesemente.
La cena si svolse con toni sereni, Andrea raccontò delle sue esperienze lavorative e affettive, incluse quelle omosessuali ma senza scendere in particolari. Il racconto turbò Gianluca che non si aspettava tanta apertura mentale da parte di una donna che non conosceva affatto, ma ancor di più si stupì quando Alex, incalzata da Andrea, fece lo stesso tipo di resoconto che terminava con una piccola descrizione delle sue capacità amatoriali.
≪ Allora devo concludere che hai trovato un buon amante ≫ osservò Andrea strizzando l’occhio verso di lei.
≪ Si, è un amante instancabile e con una buona dotazione. è attento alle mie esigenze e sufficientemente fantasioso anche se in alcune cose pecca ancora un po’ ≫ rispose Alex ridendo mentre lui si dibatteva sula poltroncina come un pesce fuor d’acqua.
≪ E dove pecca secondo te?≫ domandò cercando di dimostrare meno della curiosità che invece la spingeva a fare quella domanda.
≪ Nel rapporto orale. Lui la lecca come se fosse un gelatino. 2 minuti e poi cambia posizione perché si stanca. Dovrebbe imparare da una donna … ≫ disse senza accorgersi che implicitamente aveva appena ammesso quello che non aveva mai detto in precedenza.
≪ E tu cosa ne sai di come lo fa una donna?≫ chiese prontamente lui.
≪ L’ho detto così per dire ≫ mentì lei.
≪ Capisco ≫ disse Gianluca con un tono che confermava che nutriva dei sospetti su di lei.
Fu Andrea a toglierla dai guai, le propose un rapido passaggio alla toilette per un ritocchino al trucco che la aiutò a interrompere il discorso senza dare a lui la possibilità di insistere.
≪ L’ho fatta grossa ≫ ammise lei davanti allo specchio da toeletta.
≪ Un po’, ma non è grave. Devi solamente attendere di essere sola con lui e raccontargli che lo hai fatto con una donna. Se saprai cogliere il giusto momento vedrai che verrà tutto a tuo vantaggio ≫.
≪ Allora farò così. Appena possibile gli racconto tutto ma senza dirgli che quella donna sei tu. Non vorrei che si ingelosisse ≫.
≪ Fallo questa sera. Tra un po’ mi riaccompagnate il albergo e ve ne andate per i fatti vostri ≫.
≪ Ma così rimani sola ≫.
≪ Vorrà dire che riposerò un po’. Magari riesco a recuperare un poco del sonno che ho perso ieri ≫.
≪ Ne sei sicura?≫ chiese Alex riflettendo sul fatto che avrebbe voluto passare la notte con lei.
≪ Sicurissima. Se vuoi mi puoi raggiungere domani mattina. Lascerò detto in portineria che quando arrivi ti diano un duplicato della chiave per entrare ≫.
≪ Va bene. Faremo così ≫.
La riaccompagnarono in albergo poco prima di mezzanotte e insieme i due fidanzatini si dileguarono nel buio della notte alla ricerca di un luogo dove rimanere soli. Optarono per l’appartamento di lui dove si scambiarono teneri baci mentre lei raccontava a Gianluca della sua unica esperienza a letto con un’altra donna. Alla fine lui sentenziò che non vi era nulla di male, non riusciva a sentirsi geloso di quell’unico momento di trasgressione ma ammise di avere il dubbio che lei gli nascondesse qualche cosa e sperava che fosse lei a dirglielo e non lui a doverlo scoprire.
Fecero l’amore con passione, lui fu molto più attento nel cercare di soddisfare le sue esigenze e quando si ritrovarono avvinghiati in un 69 infuocato chiese e seguì attentamente le sue istruzioni donandole quasi lo stesso piacere che aveva provato la notte precedente.
≪ Devo andare ≫ annunciò Alex dopo un po’ che giacevano sul letto.
≪ Non rimani?≫ le chiese lui.
≪ No. Ho promesso a Andrea che domani sarei passata da lei presto. Se torno a casa ora guadagno almeno una mezz’ora di sonno ≫.
≪ Come preferisci, tanto io domani esco presto per andare a vedere la partita di calcio ≫.
≪ Giocano in trasferta?≫ gli chiese sapendo che la cosa era programmata da tempo.
≪ Si. Tornerò tardi. Ti chiamo io così decidiamo cosa fare ≫ le propose Gianluca.
≪ Va benissimo ≫ gli rispose lei baciandolo prima di uscire.
Il taxi che aveva chiamato la aspettava sotto al portone ma non gli diede l’indirizzo di casa ma chiese di essere portata all’albergo dove Andrea dormiva già da un paio d’ore.
Si era tolta le scarpe prima di entrare nella stanza, non voleva svegliarla quindi non accese nemmeno la luce, lasciò scivolare gli abiti che indossava insieme all’intimo che si fermarono senza rumore sul pavimento ricoperto di moquette. A piedi nudi, come il resto del corpo, si avvicinò lentamente al letto, nella penombra poteva vedere il suo corpo straiato sulla pancia che contrastava nettamente con il colore bianco delle lenzuola. Con calma salì sopra a lei ponendosi a cavalcioni sopra ai suoi glutei, come se volesse scoparla e iniziò a muovere lentamente il bacino strusciando il suo sesso all’interno dell’incavo naturale formato dalle due rotondità.
≪ Cosa succede?≫ chiese Andrea risvegliata dalla sua presenza.
≪ Nulla ≫ le sussurrò, ≪ ti sto solamente scopando ≫.
≪ Lo sento … odori di maschio ≫ mormorò Andrea sospirando mentre con la mano cercava il suo sesso.
Continuarono in quel modo fino a quando non udirono l’orgasmo che si impadroniva loro corpi, poi Alex si afflosciò sulla sua schiena, con i suoi bianchi seni appoggiati sulla pelle nera della donna. Un tenero bacio venne scambiato senza cambiare posizione e alla fine si addormentarono.

La domenica mattina vide il risveglio delle due donne in tempi diversi, la prima fu Andrea che aprì gli occhi e subito incontrò lo sguardo di Alex che dormiva accanto a lei. rimase ferma per un tempo indefinito ad appezzare le fattezze della giovane. I lineamenti regolari del viso facevano da sfondo alle morbide labbra marcate dai residui della matita rimasti la sera precedente. Il collo e le spalle descrivevano una curva morbida come quella dei seni che svettavano verso l’alto, preludio del ventre piatto che precedeva il pube e l’attaccatura delle belle gambe.
Scese piano dal letto e raccolse le cose sparse, sul pavimento, che appoggiò su di una poltrona prima di avviarsi verso il bagno. In quegli istanti Alex aprì anch’essa gli occhi e vide subito il corpo flessuoso dei Andrea che si aggirava nella stanza in silenzio. La vide piegarsi in avanti di fronte a lei esponendo il suo sedere e la vagina proprio nel mezzo della sua visuale. Su uno dei glutei era ancora visibile il segno del suo piacere notturno. ‘Forse c’è anche un po’ di Gianluca’ pensò mentre osservava in silenzio i movimenti di Andrea. Ella appariva ai suoi occhi come una gazzella, nera, con la pelle lucida del sottile strato di sudore che imperlava la pelle scura, il fisico longilineo scolpito da anni di attività fisica, il seno leggermente più piccolo del suo, a coppa di champagne, e i 5 centimetri di altezza erano le uniche differenze fisiche veramente evidenti, oltre al colore della pelle a all’età. Attese che lei scomparisse dietro alla porta del bagno poi si alzò e decise che desiderava raggiungerla sotto alla doccia.
≪ Posso lavarti la schiena?≫ le chiese aprendo la porta del box semitrasparente.
≪ Ti prego … ≫ le rispose allungandole la morbida spugna.
≪ Alza le braccia e appoggiale alla parete ≫ le ordinò mentre lasciava colare il doccia-schiuma profumato sul suo corpo.
Con la spugna passò ogni angolo di quel corpo, sfiorandone ogni angolo, con un lento movimento circolatorio che si spostò gradualmente dalla schiena ai suoi glutei per poi risalire sul davanti mentre la abbracciava da dietro. Sinuosi movimenti ripassarono sul seno scendendo sulle gambe per poi risalire dietro, poi la mano libera dalla spugna si insinuò tra le sue gambe, dita agili e irrispettose ripassarono la sua vagina e il suo ano usandole la dolce violenza delle piccole intrusioni che avevano lo scopo di ripulire ogni taccia della notte precedente. Come un ladro d’amore sembrava determinata a cancellare ogni piccolo segno ma ogni suo tentativo sembrava vanificato dai copiosi umori di lei che sgorgavano ripetutamente sotto l’impeto delle sue carezze.
≪ Come posso lavarti se tu continui a … ≫.
≪ Eccitarmi?≫ domandò Andrea girandosi e baciandola.
≪ Si ≫ rispose Alex in modo incomprensibile mentre la donna si impossessava della sua lingua e iniziava a succhiarla.

CONTINUA …
Per commenti o altro: filodiluce@gmail.com
Avevano fatto l’amore a lungo, sotto allo scroscio d’acqua calda che avvolgeva i loro corpi. Per prima fu Alex ad adoperarsi per far raggiungere il massimo piacere alla donna. Le bastarono pochi ma sempre più appaganti colpi di lingua che, uniti alle dita che aveva piantato in profondità dentro alla vagina, consentirono a Andrea il raggiungimento del primo orgasmo. Poi lei volle ricambiare e lo fece pagando con la stessa moneta fino al momento in cui la giovane si accasciò sul piatto della doccia.
≪ Credo che sarà difficile scordare questa mia visita aziendale in Italia ≫ ammise Andrea dopo che si era ripresa.
≪ Anche per me sarà impossibile farlo ≫ ammise la giovane stesa accanto a lei.
≪ Io credo che la prossima settimana mi avrai già sostituita con una ragazza più giovane ≫.
≪ Difficile, ma non impossibile ≫ ammise lei, ≪ ma dovrebbe avere la tua bellezza, il tuo fascino, la tua capacità di amare. Sicuramente se la trovo così potrò pensare di farlo ancora con una donna altrimenti aspetterò che sia tu a tornare in Italia ≫.
≪ E se fossi tu a venire in Francia?≫ domandò Andrea.
≪ Corro a casa a fare la valigia appena me lo dicono ≫ affermò sicura Alex.
≪ Allora tienila pronta. Potrebbe accadere presto. Il tuo capo dovrà venire a Parigi tra due settimane e io chiederò che tu faccia parte del gruppo ≫.
≪ Fantastico ≫ strillò Alex felice mentre la baciava in segno di riconoscimento.
≪ Ora basta baciarmi. Poi lo so come va a finire. Rivestiamoci e usciamo ≫.
≪ Ti spiace se passiamo a casa mia? Vorrei cambiarmi ≫ si giustificò.
≪ Va benissimo, prima o dopo pranzo?≫ chiese mostrandole l’orologio che indicava che era quasi l’una.
≪ Anche dopo ≫ rispose Alex con un sorriso simile a quello di una bambina sorpresa con le dita nel vaso della marmellata.
Arrivarono a casa di Alex dopo le 3 e la ragazza impiegò poco tempo a cambiarsi ma molto di più a preparare una borsa con gli abiti per il giorno dopo. Avevano deciso che lei avrebbe dormito in albergo con Andrea e quindi era necessario portarsi il necessario anche per lei. Passarono il resto del pomeriggio a passeggiare in una città semideserta, solamente in piazza Duomo incontrarono alcuni gruppi di turisti e un gruppo di ragazzi che fecero un tentativo piuttosto maldestro di abbordarle. Decisero allora di andare in un parco per godere del tenue sole ma anche da lì dovettero fuggire quando si sentirono prese di mira da ogni elemento del genere umano, insano portatore di pene. Decisero, allora, di tornare in albergo dove si prepararono per uscire a cena. Alex rimase vestita come nel pomeriggio sostituendo solamente il maglioncino con una camicia bianca semi trasparente su cui spiccava evidente il reggiseno bianco, sopra ad una mini nera in pelle. Andrea opto anche lei per una minigonna nera in tessuto, anche lei con una camicia bianca in lino, con il collo alla coreana, ed una piccola sciarpa in seta nera. Uscirono presto e decisero di prendere l’aperitivo in un bar, attirando l’attenzione degli avventori presenti di entrambi i sessi, poi andarono al ristorante dove Alex aveva prenotato un tavolo a spese dell’azienda.
La cena era stata ottima, il menù tipico della cucina toscana sembrava fatto apposta per suscitare i piaceri della carne. Da un po’ Andrea si era sfilata di nascosto la scarpa e stava accarezzando il piede della ragazza sotto al tavolo quando la loro intimità venne scossa da una voce stridula alle loro spalle.
≪ Vedi cosa significa fidarsi delle persone?≫ stava dicendo il dottor Alfieri, ≪ a questa ragazza avevo chiesto di occuparsi di un importante ospite dell’azienda e lei che fa? Va a cena con l’amichetta negra ≫.
≪ Mah … dottor Alfieri ≫ cercò di dire Alex riprendendosi dalla sorpresa.
≪ Niente mah, domani mattina facciamo i conti in ufficio. Spero avrà la cortesia di portarmi le sue dimissioni e il rimborso delle sue spese fatte con la carta di credito aziendale fino ad ora. E già che ci siamo me la dia subito, non vorrei che le venisse in mente di fare altre spese inopportune ≫.
≪ Ma lei non sa chi sono io?≫ disse Andrea cercando di interporsi tra i due.
Lui le mise un dito sotto al mento e fissandola negli occhi emise uno sbuffo di disappunto.
≪ E cosa cazzo me ne può fregare di sapere che sei. Puoi essere anche la più bella troia di colore che esista sulla faccia della terra ma per quello che mi riguarda sei solamente una negra e basta ≫.
Le due donne rimasero basite, come era arrivato l’uomo si era allontanato dopo aver preso la preziosa tessera.
≪ Ora come facciamo?≫ chiese Alex con lo sguardo mortificato.
≪ Come facciamo cosa?≫ le domando Andrea accarezzandola sul volto.
≪ Quel coglione si è preso la carta di credito e io non credo di avere abbastanza soldi per pagare ≫ ammise sconsolata.
≪ E dov’è il problema … ≫ rispose lei estraendo la sua carta di credito, ≪ paga l’azienda ≫ aggiunse sorridendo.
Rientrarono in albergo in silenzio, Alex era ancora un po’ scossa dall’accaduto e Andrea aveva avuto molto da fare per convincerla che avrebbe risolto lei la situazione.
≪ Ora pensa a rilassarti ≫ le sussurrò alle spalle.
≪ E come?≫ chiese lei con un filo di voce.
Alex sentì dietro di lei i movimenti della donna, senza voltarsi sapeva che la gonna era caduta a terra e con lei anche la camicia mentre la sciarpa calava davanti ai suoi occhi chiudendole la visuale a ciò che sarebbe accaduto. Le mani di Andrea cercarono con calma ogni singolo bottone, per slacciarlo, poi le sfilarono la camicia che fini in un angolo che lei non poteva vedere dove finì anche la minigonna in pelle. Poteva sentire il tessuto del reggiseno di Andrea che sfregava sulla sua schiena mentre, tenendo le mani a coppa, si aggrappava al suo seno incrociando le braccia e infilando le mani sotto al tessuto. Indice e medio, di entrambe le mani, catturarono i suoi capezzoli strappandole un sospiro di piacere, poi anche gli ultimi indumenti caddero e lei rimase nuda al centro della stanza.
Alcuni rumori attirarono la sua attenzione.
≪ Cosa fai?≫ chiese timorosa.
≪ Aspetta, presto lo scoprirai ≫ rispose dolcemente Andrea che nel frattempo si era denudata completamente.
Alex si sentì prendere per mano e accompagnare fino a letto, poi fu costretta a piegarsi in avanti con le gambe larghe, vittima sacrificale di un gioco che non sapeva come sarebbe proseguito.
Una mano della donna accarezzava il suo pube mentre con la lingua iniziava ad esplorare il suo sesso, rimanendo in ginocchio dietro di lei. Il ronzio classico emesso da un vibratore ruppe il silenzio nella stanza pochi istanti prima che Alex lo sentisse appoggiare sul suo clitoride, reso turgido dalla sapiente lingua di lei.
≪ Così è troppo ≫ annunciò mentre le gambe faticavano sempre di più a mantenerla in quella posizione.
≪ è solamente l’inizio ≫ rispose lei infilandolo lentamente nella vagina bagnata dei suoi umori.
Le dimensioni ragguardevoli dell’oggetto non incontrarono alcuna resistenza, nell’insinuarsi dentro di lei, e la giovane donna iniziò a ondeggiare lentamente avanti e indietro mentre l’amante francese lo muoveva simulando un rapporto sessuale.
Malgrado Andrea avesse provato a trattenerla, Alex crollò sul talamo d’amore quando l’orgasmo si impossessò del suo corpo e della sua mente.
Ma Andrea non dimostrò di essere ancora paga di ciò che le aveva fatto provare, la fece girare verso l’alto e ricominciò l’opera sul suo giovane corpo. Questa volta l’oggetto era diverso, Alex lo comprese bene quando lo sentì entrare in lei. Anche i gemiti di Andrea erano diversi, la donna sembrava struggersi dal piacere nel penetrarla. Fu a quel punto che Alex si tolse la benda. Andrea era sopra di lei, un grosso dildo a due punte era infilato nelle vagine di entrambe e lei si muoveva come se stesse scopandola ottenendo in quel modo di auto penetrarsi sempre più in profondità. Alex si sollevò quel tanto che le fu sufficiente per avvicinarsi ulteriormente a lei, spingendo il bacino ancor più vicino al punto che i due sessi si ritrovarono attaccati, uniti da quel membro di lattice che si sfregava sulle pareti vaginali. Iniziarono a strofinarsi l’una contro l’altra, traendo ancor più piacere da quella pratica e raggiungendo l’apice del piacere quasi contemporaneamente.
≪ è stato incredibile ≫ commentò Alex mentre giacevano con ancora il dildo infilato parzialmente.
≪ Anche per me ≫ ammise Andrea, ≪ l’ho acquistato ieri. Più per curiosità e dopo quello che hai fatto tu questa notte ho pensato che avrei voluto farlo anche io, ma più completo ≫.
≪ Direi che indubbiamente lo era … più completo ≫ ammise la ragazza.
≪ Ti è piaciuto?≫.
≪ Si, ma tra un po’ vorrei riprovarci … ≫.
≪ In che modo?≫ le chiese incuriosita Andrea.
≪ Indovina … ≫ rispose Alex accarezzando i suoi glutei color dell’ebano.
≪ Potrebbe essere piacevole, ma di solito lì è passata solamente carne viva ≫ obbiettò lei.
≪ Non ti preoccupare ≫ sussurrò Alex, ≪ vedrai che ti piacerà ≫.
Era passata più di un’ora quando Alex, dopo averla baciata su tutto il corpo, la fece sdraiare con la pancia sopra a due cuscini in modo che i glutei rimanessero esposti verso di lei. Con la lingua iniziò a leccare il forellino, stando attenta ad aggiungere abbastanza saliva su tutta la circonferenza prima di introdurre un dito. Quando infilò anche il secondo Andrea cominciò a muoversi dando segni evidenti del piacere che provava. Poi fu la volta del terzo, sempre rimanendo attenta a tenerli ben insalivati. Oramai sembrava pronta, Alex prese il gingillo e lo puntò sul forellino, poi spinse. Seguendo le contrazioni anali di Andrea, Alex alternò le spinte con colpi di lingua che aiutarono la donna a rilassarsi lasciando che una buona porzione del dildo penetrasse la sua carne. A quel punto Alex salì cavalcioni sopra di lei e lasciò che la parte rimasta fuori entrasse nella sua vagina e poi iniziò a muoversi.
Anche Andrea volle, in seguito, possedere la ragazza nello stesso modo, fino a quando non giacquero sfinite sul letto, bagnato dalle secrezioni del loro piacere, fino al mattino successivo.

≪ Oddio che tardi … ≫ gridò Alex svegliando bruscamente Andrea.
≪ Mon dieu … que se passe-t-il?≫ chiese lei nella lingua madre, corregendosi nella nostra lingua, ≪ Cosa succede?≫
≪ Sono già le 8 e tra mezz’ora devo essere in ufficio ≫ strillò lei correndo in bagno.
≪ Non ti preoccupare, tanto devi portarci anche me ≫.
≪ è vero, ma non conosci Alfieri. Dovrei fare entrambe le cose e poi mi aspetta per licenziarmi ≫.
≪ Questo è da vedere ≫ annunciò Andrea alzandosi dal letto.
Arrivarono in ufficio pochi minuti prima delle 10, Alfieri si aggirava come una belva in gabbia nell’ufficio chiedendosi dove fosse finita con il direttore francese quando lei comparve sulla soglia del suo studio.
≪ Brutta cretina … è questa l’ora di arrivare?≫ inveì contro di lei.
≪ Veramente io … ≫.
≪ Veramente lei cosa? Spero che sia passata almeno a prendere il nostro ospite ≫.
≪ Si … ≫.
≪ Allora non rimanga lì impalata. Lo faccia entrare e mi porti le sue dimissioni. Immediatamente ≫ gridò.
Andrea indossava un tailleur bianco, che aveva attirato l’attenzione di tutti gli impiegati presenti, quando entrò decisa nell’ufficio di Alfieri.
≪ Lei?≫ fu l’unica espressione che uscì dalla sua bocca.
≪ Si. La sporca negra ≫ annunciò Alex.
≪ Alessandra. Come si permette ≫ tentò di dire lui evitando di balbettare.
≪ Dottor Alfieri … Sono Andrea Laporte. Spero che sarà così gentile di preparami la documentazione relativa a questa succursale insieme alla sua lettera di dimissioni ≫ sentenziò lei prima di voltarsi e uscire dalla stanza seguita da Alex.
≪ Ora andiamo a fare shopping ≫ annunciò all’indirizzo della giovane impiegata.
≪ Shopping? ≫ chiese incuriosita.
≪ Certo. La nuova assistente della direzione deve avere abiti adeguati alla sua posizione ≫ annunciò sorridendo.

Per commenti o altro: filodiluce@gmail.com

Leave a Reply