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Tu ed io
nude
sporche di sperma
imbrattate anche di noi,
soprattutto di noi.

Donde viene questa forza
che conduce le nostre lingue
a mondare la nostra pelle
ancora calda dei nostri succhi
ancora bagnata di tutti
ancora sporche di tutto?

Loro son lì,
addormentati
ansimanti
sfiniti.
Tutti e quattro
ignoti e vuoti.

Possiamo dire
che abbiamo vinto?
Possiamo affidarci
al ristoro del sonno?
Oppure ancora
ci serve una carezza
ci serve un morso
ci serve un grido
per lasciar schizzare libero
quel poco piacere
che ancora sappiamo
dimorare dentro di noi?

Abbiamo pietà
di quei cazzi mosci e inutili
mentre rotoliamo sole
e avvinghiate
lungo quest’erta e abissale
discesa verso il paradiso,
mentre ancora assaporiamo
questa zuppa di sapori
infami e sublimi?

Quest’alba che disegna
i bordi del Pelmo
che ci conduce calde
nel calore dei piumoni
c’immerge abbracciate
in luccicanti sorrisi
nello svanire umido del mondo.

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