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Racconti Erotici Lesbo

Due amiche e un pomeriggio d’estate

By 13 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo è il racconto di una delle prime esperienze che hanno contribuito allo sviluppo della mia identità bisex. Il fatto mi capitò nell’adolescenza, periodo in cui ero legatissima ad Arianna, la cara amica con cui in seguito condivisi le prime indimenticabili esperienze di piacere saffico. Arianna aveva la mia stessa età, ci eravamo conosciute il primo anno di ginnasio, e veniva da una famiglia alquanto agiata. I suoi genitori erano una coppia moderna e giovanile e avevano trasmesso alla figlia quel modo di fare decisamente aperto che faciliterà le nostre esperienze. Arianna viveva un una distinta villetta con piscina fuori città, e quell’anno attendemmo con ansia l’arrivo della bella stagione per poter trascorrere i torridi pomeriggi a bagno parlando del più e del meno. Quel giorno giunsi come al solito a casa sua in motorino, in un attimo mi liberai di canottierina, pareo e infradito e mi tuffai con lei in acqua. Dopo qualche tempo fu lei a la prima a mettersi in topless, io subito la imitai e si faceva il bagno felici a seni nudi. In seguito fu sempre lei a proseguire il gioco: ‘senti Sonia, io e te ci siamo già viste nude vero?’ risposi affermativamente perché era gia successo qualche volta. Quindi lei: ‘allora ti andrebbe di levarci anche gli slip?’, io seppure un po’ timorosa feci scendere le mutandine e le sfilai e anche lei in un attimo fece lo stesso mostrandomi con naturalezza il suo pube liscio e nudo. La situazione di confidenza e intimità che si era stabilita fra noi in quei momenti mi rendeva confusa e felice, e ancor più lo fui quando decidemmo si salire entrambe su un piccolo canotto gonfiabile. Per agevolarle l’accesso alla precaria imbarcazione ridendo la spingevo prima per i fianchi quindi per i suoi bei glutei sodi mentre lei, nell’ilarità di entrambe, mi mostrava da vicino la sua intimità. Un istante dopo le mie mani scivolarono sulla carne bagnata delle sue chiappette che si scostarono facendomi finire con le dita fra i glutei e con l’indice involontariamente appoggiato all’apertura del forellino anale. Arianna fra le risa emise uno strilletto ambiguo ed io mi affrettai subito a chiederle scusa mentre finalmente lei sia accomodava nel canotto. Quindi salii io stessa, con lei che mi dava la mano, rendendomi conto come lo spazio a disposizione fosse assai esiguo. Ridendo felici ci adattammo ed io fui costretta a sedermi di fronte a lei a gambe aperte, con i miei piedi a cingerle i fianchi e le cosce divaricate che le palesavano la mia intimità. I suoi piedi erano premuti di necessità al mio interno cosce, a non molta distanza dalla mia patatina e devo dire che il contatto così intimo della pelle dei polpastrelli delle sue dita e delle sue piante mi generava una sensazione strana ed inattesa. Mi resi conto che la posizione e la sua pressione aveva dischiuso le mie labbra vaginali da cui emergeva, bello roseo, il bottoncino clitorideo. Le chiesi se la situazione le dava fastidio, ma lei, quasi offesa dal fatto che avessi dubitato della nostra totale assenza di pudori, alzò una gamba e, messala fuori del canotto con il piede a bagno mi mostrò la sua vagina anch’essa aperta. ‘Dimmi tu se dovremmo vergognarci di due patatine belle così!’ fu il suo spiritoso commento. Così passammo del tempo, a parlare di tutto e ad abbronzarci. Ogni tanto cambiavamo posizione per non indolcirci ma si finiva per essere sempre a strettissimo contatto fisico, quando io tirai fuori le gambe dalla barchetta lei appoggiò i suoi piedi al mio addome ed in quel momento mi accorsi che il tocco delle sue piante nude, il movimento delle sue dita non lontano dall’attaccatura dei miei seni ed il fatto di vedere i nostri corpi nudi e ostentati l’un l’altro mi generava una autentica sensazione fisica di piacere. Fu in quel momento che decise d’un tratto di uscire dall’acqua e di andare a farci una doccia. Se dapprima ci rimasi male, poi mi adeguai e sempre correndo festosamente uscimmo dalla piscina ed entrammo in casa. Ovviamente non ci passò neanche per l’anticamera del cervello di indossare qualcosa e giravamo allegramente per casa nude e scalze, allagando il tutto. Sorseggiammo un’aranciata fresca direi oscenamente stese sul divano, mostrando tutto quel che di intimo c’è da mostrare, poi ci alzammo e ci avviammo a fare la doccia. Fu in quell’istante che udimmo un rumore dall’ingresso e la voce di Simona, la mamma della mia amica, che la chiamava. Agitate ci guardammo, nude come eravamo e con la casa praticamente allagata. ‘Cos’è questo lago, Arianna?’ fece Simona con l’aria di chi la sa lunga. ‘Ah si Mà, c’è Sonia, ci siamo fatte un bagno’. ‘Dove sei Ari, fatti un po’ vedere!’ da queste parole capii che Simona, notati i bikini e le ciabattine abbandonati a bordo piscina, voleva beccare la figlia nel pieno dell’atto ‘osceno’. ‘Vedi mamma, veramente” ‘Veramente avete fatto il bagno con le passerine all’aria, ho capito tutto sapete?’. Nella sua voce c’era una vena scherzosa e Arianna, rinfrancata, uscì dal bagno e si mostrò a sua madre. ‘Ah eccoti! E dov’è quell’altra naturista?’ ovviamente si riferiva a me: ‘scusaci Simona, sono qua, adesso arrivo eh!’ e nel mentre tentavo di arraffare un asciugamano per coprirmi almeno il pube. ‘No no fatti vedere in quello stato che sei!’. Simona ci si avvicinò ed inevitabilmente mi vide completamente nuda a fianco a sua figlia. ‘Con le tettine all’aria vi avevo già beccate una volta, ma il nudo integrale mi mancava!’ e così Simona si sciolse in una bella risata che ci fece piacere. ‘Non vi chiedo tanto, ma almeno mettetevi le infradito, a piedi nudi si cade’ e così dicendo ci mise davanti le ciabattine raccolte fuori che subito calzammo, io le sue lei le mie. ‘E ora sotto la doccia, forza!’ e ci spinse verso il bagno; noi, docili, eseguimmo l’ordine e con naturalezza ci infilammo insieme sotto la doccia. ‘Ma perché insieme! Ma sarete mica lesbiche?’ la battuta ci fece sorridere e, scambiato uno sguardo d’assenso con Arianna uscii dal box. Attendendo il mio turno continuai a parlare con Simona, come al solito estroversa e aperta con quel suo cameratismo tutto femminile. ‘Lo sai, voi due siete venute su proprio su bene, due belle patatine carnose, siete donne ormai!’ ascoltavo queste parole in piedi davanti a Simona, imbarazzata per la mia nudità ma anche ammirando i suoi modi moderni, quasi da coetanea, di affrontare certi argomenti. Arianna uscì dalla doccia, mostrando la bellezza del suo giovane corpo nudo, ed in quel momento decisi che l’avrei fatto. Entrata nella doccia, finalmente sola nel bagno, lasciai che le mie dita soddisfacessero il mio bisogno di piacere. All’epoca non mi masturbavo ancora molto. Lo facevo in genere quando ero tesa, senza fantasie erotiche esplicite, alla sera prima di dormire. Ricordo che quella volta tutto fu molto naturale, e forse non realizzai neppure la stranezza di farlo pensando ad un’altra ragazza. Le immagini di Ari nuda, del suo culetto aperto del suo ventre piatto e della sua vagina tranquillamente ostentata ai miei occhi mi condussero in breve all’apice del piacere. Esplosi al pensiero di avere la mia amica là con me, e aprii le cosce e spinsi in fuori il bacino come a volerle offrire il frutto turgido del mio piacere.
Dopo qualche minuto indossavo di nuovo il pareo e le infradito con cui ero giunta. Ari mi aveva prestato un suo completo intimo. Me ne stavo andando e sulla porta salutai Simona; un istante prima che uscissi mi fermò: ‘Sai Sonia, a parte gli scherzi, quando si fa il bagno nude bisogna fare attenzione a due cose: primo, a che non ci sia qualche guardone che vi sta spiando. Secondo, a non scottarvi le patatine! Sono parti sensibili, se le ustionate sono dolori.’ E poi mi disse, sottovoce: ‘e poi se vi ustionate là per un bel po’ non potete nemmeno più accarezzarvi!’. Rimasi sbalordita dai suoi modi: ‘Simona, che dici?!’ e lei, tagliando corto: ‘non c’è nulla di male a farsi ogni tanto qualche ditalino, lo faccio anch’io. Ma credo proprio che mia figlia se ne faccia ben più di uno ogni tanto! E spero bene che tu non sia da meno”. E così me ne andai, frastornata ed eccitata da queste inattese parole e nei giorni che seguirono dovetti ripetutamente ricorrere all’autoerotismo per placare la mia eccitazione.
Era un piacevole fine settimana di inizio settembre quando, dovendo trascorrere un paio di giorni sola in casa, decisi di invitare Arianna. Ricordo che dopo la cena in compagnia di amici e amiche in pizzeria ci ritirammo nella mia abitazione, liete finalmente di poter trascorrere una serata solo nostra, in cui poter parlare di tutto come solo due amiche come noi potevano fare. Ricordo intensamente quella sensazione di sottile eccitazione che mi pervadeva a quei tempi quando mi trovavo sola con lei. Giunte casa mia per nostra maggiore libertà ci spogliammo: via scarpe, calze, jeans e camicie, al loro posto due comode magliette bianche e due paia di zoccoli ai piedi. Solo così ci sentivamo in libertà. Comode sul divano iniziammo così a chiacchierare toccando i più svariati argomenti personali, soffermandoci sulle nostre esperienze erotiche, allora per la verità ancora piuttosto limitate, avute con Michele e Luca, due coetanei con cui più o meno sporadicamente avevamo qualche contatto. Già all’epoca ci piaceva, mentre ci scambiavamo le nostre confidenze, cercare un po’ il contatto fisico e ricordo che quel giorno ce ne stavamo stese sul divano vicine vicine, intrecciando gli stinchi e le caviglie mentre i nostri piedi nudi si strofinavano e giocavano tra loro. Ridevamo, parlavamo, giocavo a farle il solletico sulla pancia; poi le chiesi: ‘Ari, ti ricordi quando quel giorno a casa tua abbiamo fatto il bagno nude?’ ‘certo, e mi ricordo pure quando mia mamma ci ha beccate!’ ‘si vabbè, ma mica si è arrabbiata, penso che prima che finisca l’estate lo possiamo rifare, ti va?’ ‘certamente, anche a me è piaciuto molto, ti ricordi sul canotto che stavamo entrambe con le patatine aperte all’aria?!’. Risi ripensando a quel giorno e a quando Simona ci beccò ci rincorrevamo felici per casa, nude e grondanti acqua. Ma quando d’un tratto rivissi l’eccitazione che quel giorno improvvisamente mi pervase restai turbata. Ricordai che dovetti masturbarmi intensamente sotto la doccia per scaricare quella strana, violenta tensione. Un tocco indelebile di carnalità in quello che fino ad allora era stato solo un gioco tra amiche. Avevo improvvisamente perso l’ilarità ed un potente fremito pervadeva il mio corpo. ‘Sonia, che succede, ti sei intristita?’ provo a scuotermi Arianna. Le sue parole non fecero altro che aumentare la mia eccitazione, e realizzando di avere il suo corpo a pochi centimetri dal mio e le sue gambe nude intrecciate alle mie mi accorsi di essere bagnata. Riorganizzai in un attimo le idee e parlai: ‘no, non è nulla; stavo pensando” ‘a cosa?!’ mi chiese stupita e preoccupata dalla mia improvvisa serietà. ‘Ari, tu cosa provi quando sei con me?’ ‘che domande sono?! Cosa vuoi che provi, mi sento libera, felice, rilassata; lo sai, sei la mia migliore amica, ti voglio bene!’. Replicai con la voce rotta dall’emozione: ‘si, anch’io ti voglio tantissimo bene, ma ti sei mai chiesta perché ad esempio quando siamo insieme spesso ci spogliamo, ci tocchiamo, ci strofiniamo” ‘Sonia, se proprio ti dà fastidio possiamo non farlo più, ma credevo che fra noi fosse una cosa naturale, serviva a conoscerci, a sentirci più unite, e poi” ‘e poi?’ ‘e poi credo che due amiche del cuore siano tali perché tra loro fanno qualcosa che non farebbero con nessun altro al mondo!’. Questa sua originale teoria mi rese ancora più confusa ed eccitata. Eravamo ancora stese sul divano, io le cingevo il bel corpo coperto solo da una sottile maglietta. ‘Non dovremmo farlo, non è proprio normale” provavo a dire con voce vibrante, ma intanto la pianta nuda del mio piede sinistro correva famelica lungo le sue gambe tornite e affusolate mentre ormai il mio sesso doveva essere abbondantemente irrorato di umori. ‘Sonia, adesso però sei tu a cercare il mio corpo, è segno che non sono solo io la pazza!’ ‘ no hai ragione è colpa mia, solo mia, sono una sciocca ma quando sono con te sento” ‘cosa senti, dimmi’ a questo punto aderivo completamente a lei e la mia voce era un rantolio confuso, probabilmente al mio sesso bollente sarebbe stato sufficiente un minimo contatto per esplodere. Arianna non aveva certo bisogno delle mie parole per comprendere la natura delle mie sensazioni nei suoi confronti. ‘Ari, il tuo corpo è la cosa più bella del mondo, quando sei nuda davanti a me non ti rendi conto ma io guardando il tuo seno, la tua patatina, il tuo ventre mi sono accorta’ mi sono accorta che ti desidero Ari, non voglio solo il tuo affetto, voglio la tua carne!’. A questo punto esplosi in un pianto liberatorio. Sentii la mia amica sciogliersi dal mio abbraccio e sedersi sul bordo del divano, mentre continuavo a singhiozzare. Mi consolava quindi carezzandomi teneramente il collo, mentre piangevo silenziosamente. ‘Sonia, per favore, smetti di piangere’. Io cercai di seguire il suo consiglio. Quindi continuò: ‘non devi fartene un dramma, come ti ho detto prima penso che sia normale e bello che tra due amiche così intime ci sia una sorta di intesa ‘fisica’. Anche a me capita di sentirmi strana quando ti spogli nuda davanti a me. Però sinceramente io mi sento etero e dire che ti desidero carnalmente mi sembra un’esagerazione’. ‘Si, hai ragione ‘ replicai io ‘ è solo colpa mia ma quando mi prende questo desiderio è come se perdessi la testa’. Piansi di nuovo e la mia amica continuò a consolarmi: ‘Sonia, siamo ragazze molto giovani, sessualmente dobbiamo ancora raggiungere la nostra stabilità, può capitare a tutti una sbandata a quest’età. Tu ti sei invaghita del mio corpo, poteva succedere a me di invaghirmi del tuo’. Arianna continuava a parlare con tono calmo e rassicurante: ‘devi calmarti, Sonia, sennò non ti sentirai meglio. Ora segui il mio consiglio: masturbati per scaricare il desiderio, se vuoi me ne vado, sennò resto qua a farti compagnia, come vuoi’. Ero ormai fuori di me dall’eccitazione. ‘No Ari, ti prego resta’. Intanto mi ero tolta la maglietta ed i miei seni con i capezzoli incredibilmente turgidi palpitavano insieme al mio cuore. Indossavo ancora i miei slip, ormai fradici. Arianna era d’accordo: ‘si forse è meglio se resto: se lo farai davanti a me sarà più appagante. Devi sfogarti, devi masturbarti senza pietà. Ti eccito più se mi metto nuda o vuoi che indossi qualche intimo sexy?’ ‘No, oddio non resisto, nuda, completamente nuda come quel giorno in piscina!’. Arianna si spogliò e si adagiò in terra, io calai gli slip e ansimando iniziai la stimolazione autoerotica. Ben presto i miei gemiti divennero grida di piacere beandomi della vista della sua vagina che emergeva prorompente da dietro il suo interno-cosce. Con un filo di voce la implorai di voltarsi e lei mi regalò la prospettiva del suo monte di venere e del suo sesso aperto, come quel pomeriggio quando galleggiavamo insieme sul canotto gonfiabile. Volevo saltarle addosso, ma il timore di rovinare il nostro patto e di non seguire il suo consiglio mi indusse a desistere e ad aumentare ulteriormente l’intensità della mia masturbazione. Arianna capì che ero prossima all’orgasmo: ‘si Sonia, continua, sfogati, sono qui per te, guardami come sono nuda e aperta per te” così dicendo con le dita divaricò le sue grandi labbra. Per i miei sensi fu troppo: con un unico prolungato rantolo esplosi nell’orgasmo più intenso della mia vita, contrazioni spasmodiche scossero il mio ventre e dalla fessura slabbrata vidi uscire un piccolo fiotto di liquido trasparente. Ci volle del tempo perché potessi riprendermi e Arianna lo attese, ancora nuda, tamponando con un fazzoletto il frutto liquido del mio piacere che bagnava il pavimento. Ma non era finita: d’un tratto una nuova ondata di desiderio mi indusse a chiedere di nuovo il suo aiuto: ‘ho voglia di nuovo, rimani nuda ti prego’ ‘ok, quanto vuoi, sfogati pure, come vuoi che mi metta?’ ‘senti, mi piacerebbe farlo nella posizione di quel giorno sul canotto. Tu tienimi aperte le cosce con i tuoi piedi nudi, mentre io mi do piacere’. Come previsto il contatto dei suoi piedi a così poca distanza dal mio sesso fu un irresistibile fonte di godimento. In breve raggiunsi di nuovo l’orgasmo, che mi lasciò questa volta calma e rilassata. Dopo alcuni minuti di silenzio ci alzammo entrambe e, nude e scalze ci infilammo insieme sotto la doccia. Avevo recuperato serenità e pace interiore, e mentre mi rilassavo sotto il getto caldo Arianna, a pochi centimetri da me, dopo avermene chiesto il permesso, con molta naturalezza si concedeva anche lei un gustoso ditalino. Raggiunse il piacere in piedi emettendo un lungo sospiro, quindi rilassate e serene, infilammo due leggere camicie da notte sui nostri corpi totalmente nudi e ci coricammo vicine nel lettone, scivolando presto nel sonno.

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