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Racconti Erotici Lesbo

Esperienza Sensoriale

By 22 Novembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero tornata da poco nella mia città, per le vacanze. La solita storia: amiche di vecchia data che vogliono rivederti, uscite con il fidanzato per i posti che hanno dato inizio alla vostra storia, ristoranti, mare e escursioni. Ricevevo telefonate in continuazione per andare da qualche parte o forse solo per rivedermi e farsi un po di fatti miei. Un giorno, da poco ritornata a casa per una pausa caff&egrave con delle amiche, suonò per l’ennesima volta il telefono.
“Pronto”- dissi io, cercando di intuire chi fosse la persona al di là della cornetta.
” Vediamo se ti ricordi di me…” Disse una voce femminile, suadente e melensa.
Ricordavo quella voce, era LEI. Io mi sono sempre considerata etero, mi piacciono gli uomini, i loro corpi, la voce ma LEI &egrave sempre stata la mia donna ideale, la mia cotta adolescenziale, un amore che probabilmente mi sono portata dietro in tutte le mie relazioni con uomini, sentendomi insoddisfatta ed incompleta.
LEI si chiama Irene Martelli , o meglio la prof. Martelli, insegnante di francese in una delle scuole medie della mia città, quella che ho frequentato.
“Professoressa… E’ un piacere sentirla ” lo era davvero, immenso.
” So che sei tornata in città, vorrei vederti dopo tutto questo tempo!”
“Certo, sarebbe bello!Quando vuole incontrarmi e dove?”
“Senti, io sono libera oggi pomeriggio…ti va bene alle 5? Ti vengo a prendere, devo fare una cosa e poi un caffettino a casa mia, ci stai?”
“Perfetto! Allora l’aspetto”. Il mio indirizzo lo sapeva già, era una lontana amica di mia madre e mi ricordo che qualche volta si sono incontrate a casa nostra per un pranzo o una cena della loro organizzazione di beneficenza.
Credo di essere mai stata cosi eccitata ed ansiosa in vita mia, non credevo possibile che lei volesse vedermi, parlarmi. Il rapporto che si crea tra professore ed alunna &egrave quasi sempre difficile soprattutto se il suddetto professore ha contatti con i propri genitori. Mi sentivo sempre sotto sorveglianza, non sono mai stata me stessa con lei e ne lei ha mai capito il desiderio che provavo nei suoi confronti, anche solo a sfiorarla o sentendo il suo profumo.
Quel pomeriggio curai il mio look più del dovuto, misi in risalto i miei punti di forza, una bella scollatura a V che mettevano in risalto i seni sodi, una gonna abbastanza corta sopra il ginocchio ed un bel completo in pizzo come intimo. Volevo stupirla, questa volta volevo andare oltre. Quelle poche ore che passarono dalla telefonata allo squillo del citofono mi sembrò eternità. Il citofono suonò, scesi subito… Attraverso i vetri del portone vidi lei, non la vedevo da almeno 7 anni. Era bella come sempre, forse più di prima. Bionda, alta con gli occhi che cambiano dal mare più chiaro al profondo oceano. Credo di essermi fermata almeno 5 secondi , attaccata alla maniglia della porta, osservando quell’angelo vestita con una maglietta attillata bianca ed un normalissimo jeans. ” Claudia, che bello rivederti!” Mi corse incontro, abbracciandomi. Ricambiando l’abbraccio sentii il profumo dei suoi capelli e le sue mani poco più sopra dei mie fianchi creandomi un brivido che mi passò per il collo fino ad arrivare giù, lì.
” Il tuo viso &egrave diverso, sembri una donna adesso”
” Lo sono!” Esordii io, guardandola negli occhi.
Dopo aver aspettato dieci minuti buoni in macchina, ci dirigemmo verso casa sua.
La casa della prof. Martelli &egrave una delle più eleganti che io abbia mai visto.
Durante il celeberrimo caff&egrave, iniziammo a parlare del più e del meno fino alla domanda di circostanza:” Come va con il tuo fidanzato? E’ un rompi palle come tutti gli uomini?” Quella frase mi sconvolse, ce l’aveva con gli uomini. ” No il nostro rapporto &egrave abbastanza normale!” lei fece un sorriso sarcastico. Incominciò a raccontarmi della scuola e mi disse che mia madre le ha sempre detto che io provavo una vera adorazione per lei alle medie e i chiese ” Davvero l’avevi? Non lo sapevo ne l’ho mai sospettato!”
“veramente non era proprio adorazione”- la sentii sussultare-” Era proprio amore” Si girò verso di me e mi venne vicino era ad un centimetro da me, guardandomi profondamente, come per sapere di più. Non staccai un secondo gli occhi da lei, volevo che sapesse. ” E adesso? Adesso mi ami?” io la guardai negli occhi e le dissi .” Ti amo, ti desidero, ti voglio” Non ebbe il tempo di controbattere che la baciai, per impulso.
“Ti prego, non possiamo farlo” Sapevo che era solo una frase di circostanza, le mi voleva, lo sentivo. “ti voglio, non ce la faccio più” La guardai negli occhi, lei mi guardo profondamente e mi disse ” Anche io…”
Dopo un attimo di esitazione, lei si sciolse, un bacio da casto si fece sempre più passionale, le nostre lingue si intrecciarono mentre le nostre mani esploravano i rispettivi corpi.
“Mi desideri davvero, anche se ho più del doppio dei tuoi anni?” prese fiato per un momento.
“Non mi importa dell’eta.” l’assalii sul divano: Incominciai a baciarla sul collo indugiando per qualche secondo, volevo il suo profumo tutto per me.Le tolsi la maglietta e notai che il suo respiro diventava sempre più corto, scoprii dei seni sodi , invitanti dentro ad un reggiseno che ne esaltava i capezzoli, che diventavano sempre più duri al passaggio della mia mano. Ci baciavamo come se fossimo assetate l’una dell’altra, lei mise la mano nella mia scollatura ed incomincio a toccarmi i seni che stavano per scoppiarmi dentro a quel reggiseno striminzito. Al passaggio della sua mano non potei far a meno di tremare dal piacere. Le tolsi il reggiseno ed incominciai a baciarle tutta la pelle che avevo a disposizione, i suoi capezzoli ero cosi duri da non poter evitare di indugiare nel leccarglieli fino a quando non ebbi più forza di farlo. Mentre le leccavo i capezzoli feci scivolare una mano nei suoi jeans, scoprii delle mutandine fradice, tanto da aver bagnato il jeans. Incominciai a toccarla da sopra gli slip, il suo clitoride era cosi gonfio da essere facilmente riconoscibile al tatto anche senza vederlo.
“Ti prego continua” Mi sussurrava all’orecchio, quasi senza fiato.
le stuzzicai il clitoride per qualche minuto fino a quando non mi implorò ” Ti prego, prendimi, non ce la faccio più! Prendimi tutta. ”
Le tolsi tutto , completamente nuda, con le gambe spalancate nel salotto della sua lussuosa casa. Mi inginocchiai per osservare quello spettacolo di femminilità : niente a che fare con un pene, un altro pianeta. Scoprii una sesso curato, languido, pieno di miele che si era creato al contatto con la mia mano. Era rosa ed invitante, le grandi labbra gonfie e le piccole semi aperte da violenti spasmi di piacere provocati dalle mie mani sui suoi seni. Avvicinai le mie labbra a quello spettacolo di profumi e sapori, e incominciare a leccare, succhiare e baciare tutto ciò che era a tiro della mia bocca. Venne in pochi minuti dal contato con le mie labbra sul suo clitoride, ansimando e urlando. Si riprese in meno di un minuto da un orgasmo che avrebbe destabilizzato anche me , si avvicino al mio orecchio e mi disse :” Adesso tocca a te”. Inizio a baciarmi di nuovo ma in modo diverso da prima, mi voleva far sentire quando mi voleva, incominciò a leccarmi i capezzoli ormai quasi intorpiditi da come erano duri, mi leccò e bacio come se fosse l’ultimo piacere della sua vita, mentre mi baciava strizzandomi un seno con la sinistra ma con la mano destra oltrepasso la mia gonna, facendosi spazio per accarezzare le mie gambe, fino a finire tra le mie cosce. Ero un lago li sotto, nessun uomo mi aveva mai fatto questo effetto. Al contatto con i miei umori lei si fermo e mi sorrise, compiaciuta del suo effetto su di me. Mi ritrovai senza gonna ne mutandine, ero totalmente in balìa di lei : Lei mi stava sopra ma quasi sul fianco, il suo viso sul mio ed i nostri seni che si sfioravano ad ogni movimento che facevamo. La sua mano continuava a stuzzicarmi il clitoride e la mia fessurina, oramai grondante di umori.
Credevo di aver raggiunto l’estasi fino a quando lei si fermò e mi guardo dicendomi :” Voglio vederti impazzire”. Si fece scivolare sul mio corpo fino ad arrivare alla mia vulva , gonfia e pulsante.
” Oggi sarai mia.” Disse prima di incominciare a leccare la mia fessurina, fino ad arrivare al clitoride, creando dei vortici con la lingua che mi fecero urlare più di una volta.
Tremavo dal piacere ma quando l’orgasmo stava arrivando, infilò un dito nella mia fica e continuo a leccarmi fino a farmi schizzare, urlare e quasi svenire dal piacere.
Ripresi conoscenza dopo due minuti buoni, lei era lì, affianco a me e tutto ciò mi rasserenò ,non era un sogno.
” E’ stato stupendo, mi sono persa il meglio in questi anni”. Mi disse sorridendo, e baciandomi.
” Questo dovrei dirlo io! ” ricambiando il bacio.
Ci rivestimmo con calma, soffermandoci su ogni cosa che ci fosse successa e accordandoci per un altro pomeriggio d’amore nei giorni successivi. Tornai a casa più eccitata di prima, più innamorata, più bagnata e sperando di incontrarla di nuovo il giorno seguente.

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