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Racconti Erotici Lesbo

Galeotto fu il bikini

By 8 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Abito in una piccola palazzina, un paio di famiglie di anziani che non mettono mai la testa fuori casa e qualche coppia che appena arriva la bella stagione passa i fine settimana nelle case di villeggiatura.
Ho la fortuna di avere il giardino e molto tempo a disposizione per sfruttarlo.
Uno degli appartamento &egrave vuoto. I meglio informati dicono che sia stato venduto e che a breve vi si trasferirà qualcuno. Per ora io non ho ancora visto nessuno.
Oggi fa caldo, sono sola. Mia figlia &egrave in vacanza al lago dalla zia e mio marito, come al solito, relegato in ufficio. Potrò godermi tutta la giornata libera. Mi dedicherò al mio passatempo preferito: leggere racconti erotici in giardino stesa al sole.
Musica fusion alle orecchie, mi metto a leggere dal tablet.
&egrave un attimo e un formicolio inizia a farsi sentire. Ultimamente mi eccito così facilmente.
La mia mano inizia a giocherellare con i capelli poi, seguendo il ritmo della lettura, scende verso un un seno. Lo stuzzica. Lo accarezza. Nel frattempo stringo le gambe, contraggo il culo e spingo il bacino in avanti e indietro, come se un tocco invisibile mi stesse coccolando. La mano scivola in basso inizio ad accarezzarmi da sopra il bikini.
La frenesia aumenta e decido di togliere anche quel minimo pezzo di stoffa. Sono sola e un’alta siepe mi protegge dal resto del mondo.
Nuda, sento la brezza estiva soffiare sulla farfallina rasata di fresco. L’eccitazione raggiunge livelli altissimi e mi masturbo ferocemente. Sento il clitoride gonfiarsi, il bacino muoversi sempre più velocemente, tiro le gambe e le punte dei piedi, con la mano libera stringo il bordo del lettino e poi esplodo nell’orgasmo.
Mentre il flusso del mio piacere inonda il mio corpo, un tocco leggero mi sfiora il viso. &egrave una vestaglietta di seta bianca e profumata.
Mi guardo in giro per capire da dove proviene e scorgo una donna al balcone dell’appartamento vuoto. Che pensavo fosse vuoto!
Mi saluta e si scusa per la biancheria caduta. Dice che scende subito a prenderla.
Mi ricompongo in fretta, senza avere il tempo per essere imbarazzata di quello che la donna potrebbe avere visto. Indosso la mia vestaglia da camera e vado alla porta.
Una strana corrente mi ha percorso nel breve istante in cui ho incrociato il suo sguardo.
Una tensione delicata ed eccitante.
Sulla porta vedo una donna di 30, 32 anni, fisico tonico bel lavorato in palestra.
‘Ciao, sono Giada. Mi sono trasferita oggi nell’appartamento del secondo piano.’ dice allungando una mano verso di me. ‘Scusa ancora per la biancheria.’
Sorrido. La biancheria &egrave l’ultimo dei miei pensieri ma anche l’aggancio per attaccare un discorso più spinto dei soliti convenevoli.
La invito ad entrare, a bere un caff&egrave, a fare conoscenza da buone vicine.
Indossa un paio di shorts color kaki e una canottiera a costine verde. Sembra una sexy marine USA con una coda alta sopra la testa. La mia mente va in panne. L’unica cosa che vorrei &egrave averla tra le mie braccia e succhiarla dalla punta dei piedi ai capelli.
Non resisto più.
‘Complimenti per la biancheria. Davvero sexy.’ le dico mentre siamo sedute sul divano. ‘Il tuo corpo si merita davvero di essere valorizzato.’
Giada sorride imbarazzata e si morde un labbro. Io mi sento pervadere dal desiderio sfrenato.
‘Ti mostro i miei. Se vuoi, puoi provarli.’ mi alzo vado verso di lei e le allungo una mano per condurla in camera. Sono eccitata come una scimmietta. Non so come faccio a non saltarle addosso e limonarla senza pietà.
Giada non risponde subito. La sento rimuginare. Immagino stia pensando a me che mi masturbo sulla sdraio. A quello che ha visto. Mi chiedo se le sia piaciuto o meno. Se la lingerie caduta sia stato uno sbaglio o qualcosa accaduto di proposito.
La invito ancora spingendo la mano e questa volta la afferra. Si alza dalla poltrona e ci dirigiamo in camera.
Apro il cassetto delle meraviglie e inizio a mostrarle la mia biancheria sexy: autoreggenti, corpetti, reggiseni, tutine. Principalmente nere ma anche di altri colori.
‘Sono fantastiche.’ mi dice, ‘Ne hai davvero tante. Io mi limito a quattro.’
‘Sono tutte tue. Provale.’ e mi avvicino aiutandola a sfilarsi la canotta.
Ha un piccolo seno, coi capezzoli che guardano in su. Mi devo trattenere dal baciarli immediatamente.
Giada fa cadere anche gli shorts e noto con piacere che non indossa slip.
Inzia con delle vestagliette semi trasparenti, una che lascia i capezzoli a vista, alcune autoreggenti, poi una tutina a rete con buchi ovunque.
Ho gli occhi a forma di cuore. Mi viene l’acquolina solo a guardarla. Sono sicura di essere già fradicia in mezzo alle gambe.
Vuole che anche io indossi qualcosa. Opto per una vestaglietta a rete con delle righe più fitte. Un bel gioco di vedo/non vedo.
Ormai l’eccitazione &egrave alle stelle. Mi avvicino e la guardo intensamente negli occhi. Poi, finalmente, le nostre bocche si fondono in un bacio appassionato. Il suo calore mi avvolge mentre i nostri seni si uniscono. La stringo a me. Sento la sua pelle di seta. La accarezzo tra le maglie della rete.
Scivoliamo sul letto e siamo un tutt’uno. Le sono sopra. Mi sollevo e la guardo in tutto il suo splendore. Quindi mi tuffo sul suo fiore dischiuso e mi perdo nel suo delizioso sapore.
Giada ansima e mi accarezza la testa con una mano, mentre con l’altra si strizza un capezzolo.
Non vorrei mai lasciarla a bocca asciutta. Mi giro sopra di lei e la soddisfo con il mio nettare che scorre copioso ad ogni suo colpo di lingua. Sono talmente eccitata che resisto solo un paio di minuti prima di esplodere nell’orgasmo.
Ma non mi basta. Oggi sono in forma smagliante e Giada &egrave una bellezza stratosferica. Apro il cassetto segreto ed estraggo la mia collezione di dildo e vibratori.
Ne ho di tutte le fogge e taglie. Sono un’estimatrice di questi giocattolini, alcuni sono giocattoloni, mi tengono compagnia quando sono sola e non ho nessuno che soddisfi le mie voglie.
‘Ma sono tantissimi.’ esclama la mia compagna, ‘Fantastici!!!’
‘Sono tutti a tua disposizione’ A nostra.’ mi correggo.
Ne prendo uno bello grosso e black e lo avvicino alle labbra. Inizio una fellatio e invito Giada ad aiutarmi. Ci baciamo intorno a quel grosso attrezzo, lo succhiamo e ce lo dividiamo. Quando reputo sia abbastanza lubrificato lo accompagno all’entrata del suo sesso. ‘Oddio’ no” mi ferma Giada, ‘&egrave troppo grosso”
Sorrido. Forse un po’ diabolicamente. Avrei dovuto cominciare con qualcosa di più piccolo. Pensavo che l’avrei usato su di me ma il gioco mi ha preso la mano.
‘Non temere,’ la rassicuro, ‘questo non ha mai ucciso nessuna e andrò con calma. Vedrai che ti piacerà. Solo chi non ha mai provato il black dice che non apprezza il genere.’
Torno a lavorarla di lingua stuzzicandole il clitoride poi avvicino la cappella di lattice. Giada geme e inarca a schiena. Vedo la sua farfallina bagnarsi e aprirsi. Spingo piano e la cappella sparisce. Gioco un po’ con lei. Dentro fuori, leggermente rotato. La troietta inizia a godere.
Spingo ancora e ne accoglie un bel pezzo. Quando arrivo allo scroto Giada resta senza respiro. ‘Tolgo?’ le chiedo veneficamente.
Lei scuote la testa. Nononononononononoononononono’. mi vuol far capire che questo bel cosone le piace assai.
E allora via. Inizio a scoparla per bene. Il suo bacino segue il mio ritmo. Spingo ed estraggo. Lei geme in un delirio di piacere. Le lecco il clitoride la invito a venire. Lei obbedisce e mi allaga di lussuria.
Mentre si calma la bacio attorno alla patata. Muovo il dildo dentro di lei, lentamente, facendolo scivolare fuori.
Mi si accoccola vicino e riprende il respiro normale. Ci baciamo ancora senza parole. ‘Hai ragione.’ dice lei ‘Solo chi non ha provato il black non lo apprezza.’
Ormai l’ho traviata. E adesso &egrave il mio turno di godere.
La riporto su di giri e le chiedo se ha mai usato uno strap-on. Mi dice di no. ‘Buon momento per imparare.’
Le lego le cinghie alla vita e poi avvito un bel manzetto fucsia. M’inginocchio davanti a lei e inizio a spompinarla come se fossi una cagna in calore. Le stringo le natiche e a tiro a me. La faccio muovere come se fosse un uomo che mi scopa la bocca.
Sono eccitata e vacca. Sento il dildo bello bagnato e mi stacco. A pecorina davanti a Giada la invito a prendermi. ‘Senza paura e senza indugio. Fallo come vorresti essere scopata tu.’
Mi punta senza convinzione e il dildo scivola via. Fa un altro tentativo che va ancora a vuoto.
L’aiuto io e finalmente riesce ad entrare. &egrave una misura media, lo sento che mi riempie per bene.
Spingo il bacino contro Giada e le faccio prendere il ritmo. Prima con calma e poi in aumento. Mi piace questa sensazione. Essere posseduta da una donna mi manda in estasi. Infatti non ci vuole molto prima che venga per l’ennesima volta. Vengo ma non la faccio smettere. Ne voglio ancora e ancora.
Giada non si stanca e allora le chiedo di fare un giretto anche dietro.
Mi sdraio su un lato e le offro le mie natiche. Il buccheto &egrave inzuppato dagli umori del mio orgasmo così come il dildo dello strap-on. Accoglie il manzetto senza fatica e Giada prende ritmo senza bisogno di ulteriori aiutini
Mi stuzzico il clitoride mentre mi godo l’anale e finalmente vengo per l’ultima e soddisfacente volta.

Nude ci sediamo sotto il pergolato che porta in giardino. Ho preparato la caraffa di acqua e limone per raffreddare i nostri bollenti spriti.
‘Finalmente un po’ di vita in questo condominio di morti in piedi.’ dico sorridendo alla mia nuova amica. ‘Di solito alle 20 si spengono tutte le luci e di giorno arrivano solo le litanie delle vecchine.’
Giada ride e sorseggia la bibita. Si passa il bicchiere sul capezzolo che immediatamente schizza in su. ‘Non avrei potuto chiedere di meglio. E penso che con te questa estate sarà bollente non solo in termini meterologici.’

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