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Racconti Erotici Lesbo

In gita scolastica

By 24 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ultimo anno di scuola, in 5a, andammo in gita scolastica a Madrid; eravamo tutti eccitati all’idea di questo bel viaggio in una delle capitali piu belle d’Europa; prima di partire decidemmo come dividere le camere, con chi saremmo state e io e la mia amica nonché compagna di banco Sara decidemmo subito che saremmo state assieme in camera. Del resto già tante volte lei aveva dormito da me e io da lei, eravamo abituate a vederci nude anche se non era mai successo niente tra di noi, forse più per timidezza o timore di rompere un’amicizia cosi bella che non per altro.
Il giorno stabilito andammo a Milano Malpensa per prendere l’aereo che ci avrebbe portati a destinazione; arrivati a Madrid prendemmo il pulmann e iniziammo subito le visite alla città, dove saremmo state per 4 giorni; Plaza Mayor, Puerta del sol, Plaza Castilla.
Quando finalmente stavamo per tornare al pulmann per anadare all’hotel, Sara inciampò cadendo rovinosamente a terra; la aiutammo subito ma le faceva male la mano; allora io e una insegnante l’abbiamo accompagnata subito ad un pronto soccorso che era li vicino dove le diagnosticarono lo slogamento del polso destro, per fortuna niente di rotto; così le misero una benda elastica con la raccomandazione di non bagnarla. Tutte dispiaciute per l’accaduto tornammo all’hotel e finalmente, stanche per la giornata pesante, ci chiudemmo nella nostra stanza.
Abbracciai Sara per farle coraggio, mentre le scendeva qualche lacrima dagli occhi.
-Dai, le dissi, che non &egrave niente! Ora ti apro io la valigia così ci possiamo cambiare.
Era una situazione un po particolare, avevo aperto la sua valigia, le stavo prendendo i suoi vestiti per metterli nell’armadio e la sua biancheria intima, slip, perizoma, reggiseno push up, lei ha sempre avuto un seno piccolino ma molto grazioso; poi la borsa del bagno e quella del trucco.
-Vai tu per prima in bagno? Le dissi.
-Ok.
Passarono cinque minuti nemmeno, quando lei mi chiamò
-Ari, puoi venire un momento?
-Eccomi..dimmi
-Scusa ma non ci riesco con questa mano..puoi aiutarmi a spogliarmi?
-Certo!
Presa da un improvviso batticuore, le sbottonai la camicetta e gliela tolsi, poi le slacciai le scarpe, le tolsi le calze da ginnastica, e mentre le stavo abbassando aprendo il jeans i nostri sguardi si incrociarono per un momento, lei rossa in viso, io pure, e sorridendo appena, le abbassai i jeans posandoli sullo sgabello del bagno; mi misi dietro di lei, le slacciai il reggiseno, posandolo delicatamente come se avesse potuto rompersi, e le mutandine; rimase cosi nuda di fronte a me; già altre volte avevo potuto ammirare il suo corpo cosi bello, magro ma non troppo, con un seno cosi bello, con un culetto tondo e sodo e una patatina con le labbra appena disegnate e una peluria poco folta, il classico triangolino sul monte di Venere mentre ai lati era completamente depilata.
Presa dall’emozione del momento le chiesi se voleva un aiuto per farsi la doccia; Sara annuì con la testa.
-Entra nella doccia dai che ora mi spoglio anche io.
Rimasta nuda anche io, entrai nella doccia, aprii il getto d’acqua calda e iniziai a bagnarla davanti e dietro; lo stesso feci poi a me. Poi presi il doccia schiuma e, siccome non avevamo la spugna, iniziai con le mani a lavarle la schiena, scendendo poi a lavarle il culetto che toccai per la prima volta; era sodo, duro, dalla pelle liscia e vellutata. I battiti del mio cuore erano a mille in quel momento; passai lentamente il dito fra le sue chiappette fino a toccare il buchino che, a detta di lei, era vergine, per insaponarlo; scesi poi lungo le gambe fino ai piedi.
La feci voltare; ci guardammo negli occhi; le feci un sorriso e per sdrammatizzare la situazione le dissi:
-Non farci l’abitudine eh??
Presa sempre più da questa situazione, cercando di simulare l’eccitazione che mi stava sempre piu prendendo, iniziai a lavarle le braccia, le ascelle, arrivai al seno e toccandole i capezzoli mi resi conto che li aveva turgidi e che il contatto con le mie dita contribuiva ancora di piu a donarle piacere. La cosa fece crescere in me quell’ansia che sentivo sempre di piu, quel desiderio fino ad allora soffocato di baciarla e toccarla, ma nello stesso tempo avevo timore, forte timore. Scesi lungo il suo stomaco, la sua pancia, l’ombelico, fino ad arrivare ai peli che, quasi inconsciamente, mi trovai a massaggiare bene impregnandoli di sapone. La situazione cominciava a sfuggirmi di mano; la guardai un attimo in viso, Sara era rossa in viso un po per la vergogna ma soprattutto per l’eccitazione; la stavo guardando ma nello stesso tempo con la mano stavo continuando a lavarla fino a che il mio dito medio arrivò al clitoride; era duro, turgido; iniziai un soffice massaggio, sentendolo sotto al mio polpastrello indurirsi sempre di piu; il respiro di Sara era piu veloce e affannoso e anche il mio, anche se non me ne rendevo conto. Ormai la situazione ci era sfuggita di mano. Col dito cominciai a scendere tra le sue piccole labbra, divaricandole delicatamente,e passando il dito ripetutamente avanti e indietro per poi tornare sul clitoride; sentivo il suo umido che si mescolava con l’acqua della doccia, ma non ne potevo più..dovevo baciarla! Mentre la stavo masturbando cosi, mi avvicinai alla sua bocca e le diedi un bacio, prima a stampo, poi aprii la bocca; Sara fece lo stesso e le nostre lingue finalmente si incontrarono’

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