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Racconti Erotici LesboTrio

intercity notte

By 28 Maggio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Milano Centrale. Sono le 8 di sera, di un’afosissima serata d’agosto. Mi preparo psicologicamente ad affrontare uno di quei viaggi della speranza che odio.
Da nord a sud. Tutto in una notte.
Cose che capitano, quando sei una studentessa squattrinata che organizza all’ultimo minuto una vacanza dalle parti del proprio ragazzo, giù in calabria. E la cosa peggiore è che il signorino è partito una settimana fa ed è già lì, quindi devo pure viaggiare da sola.
Con una certa fatica carico la mia valigia rosa sul vagone, percorro gli scompartimenti e raggiungo quello indicato sul mio biglietto, continuando a ripetermi che non solo sono talmente scema da non aver preso la cuccetta, ma me ne sono accorta ora, a 10 minuti dalla partenza.

Apro la porta dello scompartimento, attualmente vuoto. Per quanto tempo sarà ancora così?
Senza rompermi la schiena riesco a sistemare la valigia sulle grate in alto, sopra i sedili. La mia borsa invece la metto sul sedile al finestrino, e la uso come cuscino dato che con busto e gambe vado a occupare anche gli altri due. La fila intera. Con la speranza di non dovermi spostare.
Niente trucco, i miei capelli castani sono legati in una coda alta, e indosso degli abiti piuttosto succinti: una canotta nera con scollo a v, una minigonna di jeans, e converse ai piedi. Ho una felpa leggera nella borsa, ma se non si decidono ad accendere l’aria condizionata, potrei non averne bisogno.
Resto a fissarmi le cosce, con la porta dello scompartimento ancora aperta, e mentre mi perdo in noiosi pensieri su quanto sarà infernale passare la notte chiusa qui dentro, una voce mi riporta alla realtà.

‘ciao’ è una voce femminile
‘ciao’ rispondo io, distrattamente. Dio, ora non chiedermi di spostarmi, ci sono tutti i sedili di fronte liberi.
‘ti sei messa comoda’ prosegue lei
‘si.. finchè si può’ rispondo, mentre l’unica cosa che spero è che non ci sia altra gente al suo seguito
‘hai fatto bene’ risponde lei, e io tiro un sospiro di sollievo. La sua voce sembra trafelata, ora che ci rifletto, e capisco presto anche il motivo: il treno sta partendo proprio ora. Deve aver fatto una corsa per raggiungerlo.
La sento sollevare la sua valigia, probabilmente sta facendo la stessa cosa che ho fatto io per metterla in quei cosi infernali.
‘serve una mano?’ le chiedo. E giro appena la testa per guardarla. In effetti non ho nemmeno visto che faccia abbia.
‘no.. grazie.. ho fatto’ risponde tranquilla. Sembra leggermente più alta di me, e a giudicare dal fisico è anche più robusta. E più formosa, tra l’altro.
Sandali marroni, legati con laccetti alla caviglia. Una gonna lunga in lino, nera, con uno spacco laterale fino a metà coscia. Un toppino monotinta sotto una giacchetta sportiva. I capelli sono una massa di ricci neri, due occhioni color nocciola da cerbiatta. Trucco leggero, in tonalità rosa e marrone; piercing al naso, braccialetti alle mani, unghie corte, senza smalto. Avrà più o meno la mia età.

Ok, direi che l’ho squadrata abbastanza, posso tornare a fissarmi le gambe e trovare mille modi per morire di noia stanotte.
A differenza di me, lei sembra non voler occupare l’intera fila di sedie.
Chiude la porta dello scompartimento, e si siede su quello centrale, di fronte a me.
‘tu dove scendi?’ mi chiede
‘Vibo.. e tu?’
‘anch’io.. pronta a queste 13 ore?’ mi chiede con un sorriso un po’ rassegnato
‘cazzo. Non ricordarmelo o potrei suicidarmi subito per risparmiarmi l’agonia’
Ride, e cominciamo a chiacchierare, parlando un po’ del più e del meno.
Non mi dispiace la sua compagnia, e almeno mi aiuta a trascorrere il tempo.
Si chiama Anna, ha un anno più di me, calabrese emigrata a Milano per studiare. Sembra simpatica dai.

‘ma’ l’aria condizionata?’ dice ad un tratto, interrompendo la nostra conversazione che dura ormai da più di mezzora
‘sopportare un viaggio lungo non è abbastanza. Pure il caldo ci si mette. Vogliono proprio torturarci’ rispondo io
La vedo togliersi la giacca, e restare solo con quel toppino, leggermente più accollato rispetto alla mia canotta, ma che di certo rende giustizia al suo prosperoso davanzale.
E mi ritrovo a fissarle le tette, lasciandomi sfuggire un ‘complimenti’
‘mh’?’ mi guarda perplessa. In effetti non è nella mia testa, per poter sapere a cosa stessi pensando.
E il tramonto fuori probabilmente ha nascosto il mio sguardo da mezza ebete e mezza pervertita.
Le rispondo in maniera silenziosa, toccandomi il seno con i palmi. Lei scoppia a ridere
‘non mi sembra che tu hai molto da invidiare’ risponde. E in effetti non ha tutti i torti.
‘ho detto che sono belle, mica che te le invidio’
E finiamo col parlare di tette, di ragazzi, di sesso. Decisamente un ottimo modo per passare il tempo.
Mi metto seduta, per poterla guardare direttamente mentre parliamo.
Ha le gambe accavallate, le cosce parzialmente visibili per effetto dello spacco sulla gonna. Le mie ginocchia quasi sfregano contro le sue. Questi treni li fanno a misura di nano.
Ci raccontiamo le nostre prime volte, le ultime, le follie non fatte e quelle desiderate.
Siamo ancora sole, e fuori è notte. E nella mia testa ho dei pensieri abbastanza interessanti su di lei. E’ carina, e mi ci sto trovando bene.
Mi lancio.
‘mai fatto in luoghi tipo questo?’ le chiedo, nel tono della nostra conversazione.
Sembra arrossire un po’, mi guarda con i suoi occhioni da cerbiatta ‘in effetti, no.. e tu?’
In tutta risposta, da me riceve un bacio.
Ho disteso la schiena in avanti, e poggiato le mie labbra sulle sue, muovendole appena.
Un bacetto leggero, non proprio a stampo, ma dalle chiare intenzioni.
‘e con una donna?’ le chiedo, mentre l’unica cosa che spero in questo momento è che non scappi via. Il cuore mi batte all’impazzata, forse sono stata troppo avventata.
Ma ora sono le sue labbra a posarsi sulle mie.
Sanno di fragola. Buonissime.
Rispondo al bacio muovendo le labbra sulle sue, mentre poggio le mani sul suo viso.
Ci scambiamo un lungo e appassionato bacio, e con le labbra ancora sulle sue, sussurro ‘lo prendo per un si’
Mi sorride.

Mi alzo in piedi, chiudo la tendina dello scompartimento, e spengo le luci.
Rimangono solo quelle di emergenza, e quella della notte, fuori.
‘atmosfera romantica’ le dico con un tono a metà tra il sensuale e l’ironico, mentre mi siedo accanto a lei.
Ci avvinghiamo in baci profondi e appassionati, dove alle labbra si accompagnano le nostre lingue.
Ci accarezziamo, le nostre mani esplorano, tastano.
Mi percorre un brivido quando mi accarezza il seno, al di sopra della mia canotta.
Mi stacco appena dal nostro bacio, porto le mani dietro la mia schiena, sotto la canotta.
Ci metto un attimo a staccare il laccetto del reggiseno, e un altro a sfilarmelo via, poggiandolo su sedile accanto a me. Non è cambiato molto, il mio seno continua a star perfettamente su, stretto nel tessuto della canotta. Con la differenza che i capezzoli sono perfettamente visibili.
‘libere, finalmente’ commenta lei, palpandomi
‘ora anche le tue, però’ rispondo io, baciandola in bocca.
Lei sembra preferire non sfilarselo via, e si limita a spostare le coppe. Ma ora anche i suoi capezzoli risaltano contro il suo toppino.
Ci abbracciamo, sfregando il nostro petto l’una contro l’altra. è una sensazione così stimolante, e il profumo di fragola delle sue labbra mi sta inebriando. Le sue mani percorrono il mio corpo, e vorrei liberarmi del poco di stoffa che le separa dalla mia pelle, così come vorrei sentire la sua tra le mie dita.
Sento la mia eccitazione crescere, muovo le gambe, sfregando le mie cosce contro le sue, senza smettere di baciarla.
Le sue mani raggiungono il mio ventre, afferrano l’orlo della canotta, e la sollevano, arrotolandola sopra lo sterno, e scoprendo il mio seno.
Vi si avventa prima con le mani, stimolando i miei capezzoli già turgidi, e poi con la lingua, strappandomi un gemito che spero non si sia sentito da fuori.
Mi sta letteralmente facendo girare la testa, e sento una conosciuta e piacevole sensazione di umido tra le gambe.
Continuo a toccarla, e faccio per tirarle su il toppino, ma mi blocca. ‘dopo’ dice semplicemente, prima di riaffondare le labbra sul mio seno.
Afferro i suoi ricci neri, stringendo la sua testa a me, mentre il treno continua a correre spedito nella notte. Quanto vorrei essere altrove ora.
Mi succhia un capezzolo, mentre la imploro di non smettere, e con la mano scende lungo il mio ventre, solleva appena l’orlo della minigonna, e accarezza le mie mutandine, trovandole umide.
Alza appena lo sguardo, e mi ritrovo a fissare i suoi occhioni mentre è intenta a succhiarmi una tetta. Vedo un barlume di sorriso, mentre mi spinge la schiena contro il finestrino. Distendo le gambe, poggiandole contro i sedili, mentre lei si siede sulle ginocchia, accovacciata.
Le sue labbra lasciano il mio seno, scivolano lungo la pancia, mi baciano la coscia. Brivido.
Le sue mani ora spostano quelle mutandine umide, e sembra mi stia contemplando, mentre mi accarezza le gambe.
‘aspetta’ ora sono io a fermarla. Sollevo le gambe in alto, sopra la sua testa. Le chiudo, e alzando appena il bacino, sfilo via anche le mutandine, mettendole dietro la mia schiena, assieme al reggiseno.
Sistemo appena la minigonna, e ritorno a gambe aperte con la mia figa depilata e umida davanti al suo viso.
Accenna dei piccoli versi di piacere, mentre con la punta della lingua raccoglie una goccia dei miei umori, e io non reprimo un gemito.
Mi assapora piano, gusta il succo del mio piacere percorrendo le grandi labbra con la punta della lingua, mentre le sue mani sono fiamme sulle mie gambe.
Quando raggiunge il mio clitoride, inizio a toccarmi i seni da sola, cercando di mantenere solo un briciolo di lucidità, essendo l’unica che ha la vista sulla porta dello scompartimento.
Mi sta letteralmente divorando, le sue labbra e la sua lingua non danno pace al mio sesso, che inizia a grondare, mentre infila prima uno e poi due dita dentro di me.
Gemo più forte, muovo il bacino cercando di prendere lo stesso ritmo della sua lingua e delle sue mani, mentre torno ad accarezzarle i ricci neri. La premo a me, contro di me, incitandola mentre cerco di non urlare.
Vengo tra le sue labbra, travolta da un orgasmo che mi fa tremare e mi lascia sudata e senza fiato. Il mio bacino ondeggia come avesse vita propria, mentre le sue dita torturano il mio clitoride e le sue labbra non perdono una goccia dei miei umori.
Quando i miei tremiti cessano, torna a sedersi accanto a me. La bacio, piena di passione e col fiato corto.
Le sue labbra dal sapore di fragola ora sanno anche di me, e la cosa non fa che eccitarmi.
‘stai sudando.. sei venuta’ mi dice piano. Non è una domanda la sua
‘si’ rispondo mentre prendo il suo labbro tra i denti. ‘ora è il tuo turno’ continuo, sistemandomi la canotta a coprirmi il seno, mentre il treno rallenta. I capezzoli si notano in una maniera assurda, ma meglio che star con le tette al vento.
Le accarezzo il collo, esploro dall’alto il suo petto, mentre infilo l’altra mano nello spacco della gonna, accarezzandole le gambe. Ha una pelle liscia, e mentre sogno di averla completamente nuda tra le braccia, risalgo lungo l’interno coscia, utilizzando le unghie sulla sua pelle.
La vedo socchiudere gli occhi, e faccio lo stesso con l’altra mano, mentre il mio viso è tra i suoi ricci, la mia lingua sul suo collo.
E per poco mi viene un infarto quando sento la porta scattare.
Nel giro di un nanosecondo ritrovo tutta la mia lucidità, mentre sfilo le mani dal suo corpo. Nella posizione in cui sono non posso allontanarmi, così cerco di acciambellarmi per dare l’idea di essermi addormentata, e scatto non appena la porta si apre del tutto, fingendo di essere stata svegliata di soprassalto.
Sperando che le luci di emergenza non ci abbiano tradite.
‘oh, scusate, non volevo svegliarvi’ è una voce maschile. Prova superata. ‘immagino che accendere le luci vi dia fastidio’ prosegue lui, mentre entra all’interno dello scompartimento
‘decisamente’ rispondiamo noi quasi all’unisono. Cazzo! Ho reggiseno e mutandine buttate dietro di me. Arretro appena con tutta la nonchalance che posseggo, sperando di riuscire a nasconderle con la mia schiena. Pensa se vedesse che ho i capezzoli che quasi sfondano la canotta, e (sicuramente) la minigonna bagnata.
‘ce la faccio anche così” dice lui, mentre sistema la valigia e si siede sulla fila di sedie di fronte a noi. Dove prima c’ero io, ‘..e poi spero di dormire un po” prosegue, mettendosi seduto
Ecco bravo, dormi. Per fortuna è un gentiluomo, non ci ha fissate troppo. Dio, che imbarazzo. L’abbiamo scampata per un pelo!
Faccio un rapido cenno ad Anna, invitandola ad avvicinarsi a me. Si accoccola accanto a me, poggiando la sua testa vicino al mio seno.
”e ora?’ mi chiede con un sussurro bassissimo
‘tranquilla..’ le rispondo, baciandole la fronte ‘non ti lascio senza farti venire’
Restiamo abbracciate immobili per un po’.
Il treno è ripartito, io comincio a essere stanca, ma l’unica cosa che faccio è fissare il nostro poco gradito coinquilino. All’inizio si guardava intorno, osservava fuori dal finestrino, rendendomi impossibile muovermi.
Anna dal canto suo rimane buona acciambellata accanto a me, forse in attesa forse rassegnata.

Approfitto della penombra per infilare furtiva una mano nel suo toppino, e palparle un seno.

Movimenti lenti, delicati, a palmo aperto, mentre sfrutto l’unghia per stimolare il suo capezzolo.
Dopo qualche istante, il suo fiato più pesante sul mio collo mi testimonia che non è indifferente a questa piccola attenzione.
Continuo a scaldarla, mentre si avvinghia a me, ricercando il contatto del mio corpo. Il mio sguardo indifferente è fisso davanti a me, al nostro sconosciuto, attenta ad ogni sua mossa.

Ha gli occhi chiusi ora, così rendo le mie palpate più decise, passando da un seno all’altro e stimolando con maggiore intensità i suoi capezzoli turgidi.
Anna quasi si contorce, espira rumorosamente e la sento reprimere a fatica un gemito.
‘sshhhhh..’ le sussurro piano, dandole dei piccoli baci sulla fronte.
Le palpo il sedere con l’altra mano, lei piega la schiena per avvicinarlo di più a me e rendermi il compito più facile.

Sembra apprezzare le mie attenzioni, dato che struscia su di me, preme le sue dita contro le mie cosce, per sfogare i gemiti che vorrebbe far uscire. Lo sento dal suo respiro.

La faccio girare, sistemandola con la schiena contro di me, e i piedi sul sedile. La accarezzo, e infilo entrambe le mani nel suo toppino, strizzandole i seni
”’ la sento mordersi le labbra, e premere la sua nuca contro di me. Solleva una mano all’indietro, cerca contatto con il mio viso. Continuo a fissare davanti a me, allo sconosciuto con gli occhi chiusi (che spero stia dormendo) mentre lecco le sue dita, ficcandomele in bocca una per una e passandovi la lingua attorno.
Muovo i miei palmi in modo circolare, stringendo con le dita attorno ai suoi capezzoli, e con la coda dell’occhio noto il suo bacino muoversi.

Sfilo via una mano, afferro la sua gonna dal lato della spaccatura, e la sollevo appena. Torno a torturarle la coscia con le mie unghie. Si contrae ancora, mordendosi il labbro.

Dalla coscia raggiungo le sue mutandine. ‘toglile..’ le sussurro, a un passo dal suo orecchio. Tolgo le mie mani dal suo corpo, per permetterle maggiore movimento. Le vedo quando raggiungono le sue caviglie.
‘guarda..’ mi fa, piano, portandole vicino al mio viso. Sono bagnate, anche più delle mie. Le mettiamo via, vicino alle mie e al mio reggiseno.

Ci baciamo, e riversa sulle mie labbra tutta la sua passione ed il suo desiderio, mentre non smetto di accarezzarla. ‘piano” le sussurro mordendole il labbro, ‘vieni” continuo, invitandola a tornare alla posizione precedente, poggiata di spalle contro di me.
Ha un piede sul sedile, l’altro a terra, quindi le sue gambe sono abbastanza divaricate da permettere alla mia mano di insinuarsi nello spacco della sua gonna, e raggiungere la sua fica.
”’ di nuovo trattiene un gemito, quando le mie dita scorrono sulle sue grandi labbra bagnate, mentre io uso il tatto per conoscerla.

Ha della peluria folta sul monte di venere, a triangolo. Il clitoride è gonfio, le grandi labbra allargate.
I pensieri che mi passano per la mente mentre la tocco mi stanno facendo bagnare di nuovo.

Infilo il medio dentro di lei, ed inizio a muoverlo mentre con il pollice non smetto di torturarle il clitoride.
‘..hhhh” trattiene con maggior fatica un gemito, espirando rumorosamente.
Le bacio la testa, mettendole un dito dell’altra mano sulle labbra. Lo morde, mentre il suo bacino quasi si muove da solo, all’unisono con la mia mano.
Infilo un altro dito dentro di lei, e ora porta entrambe le sue mani al ventre, sopra la gonna. Le sento stringersi sulla mia mano, e spingerla a sé, accompagnando i movimenti delle mie dita ed enfatizzando il suo bacino.
Mi sta facendo impazzire, mentre al tempo stesso cerca di trattenersi e di lasciarsi andare.
‘ti prego” mi sussurra, con il fiato corto, ”andiamo in bagno. Annuisco.

Ci alziamo, facciamo piano mentre usciamo dallo scompartimento, e tenendoci per mano raggiungiamo di corsa il bagno. E ci chiudiamo dentro.
Qui il rumore del treno è più forte, nasconderà i nostri rumori.
Ci slinguazziamo con foga, con le mani sul viso. Il bagno è ovviamente sporco e con un cattivo odore, ma la cosa non sembra importarci.
‘il posto più romantico per farlo’, commento, divertita, mentre tiro su il suo toppino, liberando il suo prosperoso seno.
‘non ce la facevo più..’ mi dice lei, ancora con il fiato corto.

Mi avvento sul suo seno, leccandole quei capezzoli così turgidi, e lei non reprime un gemito. ‘ti prego non resisto’ mi dice mentre si abbassa la gonna e si siede sul wc.
Mi inginocchio, e finalmente la vedo, esattamente come la stavo immaginando. Bagnata, invitante. Percorro tutte le labbra con la lingua, lappando i suoi umori, e un suo primo, liberatorio gemito, mi fa eccitare così tanto che sollevo la mia canotta, e tiro su anche la minigonna sopra il mio sedere.

Inizio a toccarmi, una mano sul seno e l’altra tra le gambe, mentre non smetto di leccarla, e la cerco con la coda dell’occhio.

Ondeggia il bacino, mi guarda con i suoi occhioni, mentre respira affannosamente, in modo rumoroso.
Porta la sua mano al suo sesso, la mia lingua accarezza dita e clitoride. Tiene le grandi labbra divaricate, mentre muovo la lingua frenetica, facendomi largo dentro di lei.
‘sto per venire..’ mi dice con un filo di voce, rotta dai suoi ansiti.

Mi alzo, infilo una gamba a incastro tra le sue, e ci avvinghiamo l’una all’altra.
Il bacino a forbice, il mio seno contro il suo, le sue mani sul mio corpo.
Ci baciamo, e muoviamo frenetiche il bacino.
Sento il suo piacere crescere, e con esso il mio. E’ all’apice, il suo corpo immobile si stringe al mio, mentre il suo bacino sembra dotato di vita proprio. Il suo corpo è caldissimo.
Sento dei brividi percorrere il mio basso ventre. Gemiamo, forte, mentre i tremiti dell’orgasmo ci travolgono, lasciandoci senza fiato.

Ci sciogliamo a fatica da quell’abbraccio in cui siamo avvinghiate, scambiandoci ancora qualche bacetto.
Respiriamo entrambe a fatica, sudate e col fiatone. Ci guardiamo allo specchio in quello stato, e quasi scoppiamo a ridere.
Qualche minuto per sistemarci in maniera appena più presentabile, e prima di uscire Anna mi chiede ‘ora, si va a dormire?’
Sarà l’adrenalina per averla conosciuta, saranno gli ormoni che ora mi hanno mandato in pappa il cervello, saranno i due orgasmi che Anna mi ha donato, ma ora io di dormire non ne ho per nulla.
‘avrei un’idea..’ le rispondo con un sorrisetto malizioso. Mi avvicino al suo orecchio, e le racconto la mia idea su come procedere nella nottata.
Lei sgrana gli occhi, ma il suo stupore è palesemente recitato, dato che i suoi occhi mi dicono che ne è alquanto interessata.
E, infatti, la sua risposta è: ‘mi sembra un’ottima idea’ Rientriamo in scompartimento, e richiudiamo porta e tendine dietro di noi. è completamente buio fuori, e all’interno c’è solo la fioca luce d’emergenza.
Ci rimettiamo sedute, di fronte allo sconosciuto, che ora è rannicchiato su un fianco e sembra dormire.
Ci guardiamo, scambiandoci un sorriso malizioso e divertito. E prendiamo le nostre mutandine, nascoste nell’angolo assieme alla mia roba e al mio reggiseno. Sono impregnate dei nostri umori.
All’unisono distendiamo il braccio in avanti, portando le nostre mutandine a un palmo di naso dal nostro compagno di viaggio, e sventolandogliele davanti, contro il viso.
Ci mette un attimo a svegliarsi e a guardarci con l’aria di chi non capisce cosa stia succedendo.
‘sshhh’ lo anticipiamo, portandoci il dito indice alle labbra.
Sono io a farmi avanti, letteralmente, dato che mi inginocchio davanti a lui, ‘mentre dormivi ci siamo divertite un po”
Allo stesso tempo anche Anna fa lo stesso, inginocchiandosi, e mi fa eco ‘e ora pensavamo di giocare un po’ con te’
Gli lanciamo le mutandine, e usiamo le mani libere per accarezzargli le cosce, fino al basso ventre.
‘sembri irrigidito” dico con voce suadente, tastandolo, ”dovresti rilassarti un po”
‘lascia fare a noi’ continua Anna, iniziando a sbottonargli i pantaloni
‘ma..’ fa lui, impietrito
Sollevo la mia canotta, esponendo i miei seni. I capezzoli sono ancora turgidi. Li strizzo, lanciandogli il mio miglior sorriso malizioso, mentre Anna gli tira fuori il cazzo dai pantaloni.
‘ragazze non posso, sono fid..’ ma le sue parole si strozzano in un gemito, nel momento in cui glielo prendo in bocca.
è Anna a rispondergli ‘andiamo dolcezza, dopo questa notte non ci rivedrai mai più, mentre io inizio a succhiarlo.
Anna gli massaggia i testicoli, e con l’altra mano dedica lo stesso trattamento al mio seno.
Lo sento pulsare tra le mie labbra, è già in piena erezione mentre muovo la bocca su e giù. Questa situazione mi sta facendo impazzire. Porto una mano tra le mie gambe e inizio a toccarmi.
Mi stacco dal suo cazzo, lo prendo in mano. Anna fa lo stesso con la sua, e a due mani iniziamo a toccarlo, lentamente. Il suo respiro si fa pesante, e noi ci baciamo vogliosamente a vicenda.
Tiro su il suo toppino ‘scommetto che non vede l’ora di metterlo tra le tue tette’ le dico tra un bacio e l’altro.
Anna segue il mio consiglio, lo prende tra i seni, tenendoli ravvicinati con le mani, e inizia a muoverli.
Io mi alzo in piedi, davanti a lui, e inarco il busto in avanti.
Prende il mio seno tra le labbra, mi succhia i capezzoli avidamente. Sento la mia voglia crescere, alzo una gamba e la appoggio al ripiano del finestrino. La minigonna sale, esponendo alla penombra la mia fica depilata e bagnata, su cui subito lui porta la sua mano.
Chiudo gli occhi e mi godo questa splendida sensazione, mentre il mio bacino si muove da solo quando infila un dito dentro di me e spinge freneticamente.
‘sembra che sia pronto’ dice Anna
‘anch’io’ rispondo con voce affannata, staccandomi da lui. Mi giro, dandogli le spalle, e sistemo le mie gambe all’esterno rispetto alle sue. Sollevo completamente la gonna, esponendogli le mie natiche, e mi abbasso in avanti.
Anna è ancora in ginocchio, tiene il suo cazzo fermo e lo dirige dentro di me.
Sono così bagnata da questa notte che mi scivola dentro fino alla base, strappandomi un gemito di puro piacere. Anna gli lecca i testicoli, e con una profonda lappata risale fino al mio clitoride.
Faccio ondeggiare il bacino, mentre la lingua di Anna mi fa girare la testa. La punta della lingua stimola il mio clitoride, e affondo con movimenti sempre più decisi, roteando con il bacino. Sento le mani dello sconosciuto ghermirmi i seni, e strizzarli con foga.
Mi lascio sfuggire un gemito, mentre il mio bacino si muove in modo convulsivo e vengo travolta dall’orgasmo.
‘lasciane un po’ anche per me’ dice Anna, baciandomi sul monte di venere.
Mi sollevo in piedi, facendolo uscire da me, mentre i miei umori colano lungo le mie cosce. Anche Anna si alza in piedi, e ci scambiamo un profondo bacio con la lingua, premendo il nostro petto una all’altra, davanti al nostro nuovo amico.
Aiuto Anna a tirar su la sua gonna, le palpo il suo sedere ampio, mentre lei sale a cavalcioni frontalmente, facendosi penetrare fino alla base. I suoi grandi seni sono nella bocca di lui, che avidamente succhia e lecca i capezzoli. Mi siedo accanto a loro, sollevo le gambe sul sedile, e mi godo la scena.
Anna si muove furiosamente su e giù, gemendo ad ogni spinta, ed allunga una mano verso di me, dentro di me, toccandomi allo stesso ritmo con cui lui la scopa.
Aumentano il ritmo e i loro gemiti, io ed Anna ci scambiamo uno sguardo carico d’intesa e di passione. Il suo pollice tormenta il mio clitoride, due dita dentro di me.
Con una mano tocco il mio seno, con l’altra il suo, che sobbalza ad ogni sua spinta sempre più energica. Il treno procede la sua corsa nella notte, sussultando di tanto in tanto, a intervalli e intensità irregolari.
Anna smette di toccarmi, e si avvinghia al nostro sconosciuto ospite, mentre reprime a fatica i gemiti e raggiunge l’apice del suo piacere.
Si distacca da lui prima di soffocarlo tra i suoi grandi seni. Lo osservo, toccandomi, con aria soddisfatta. Ha il fiatone, e il suo cazzo umido in tiro mi lasciano pensare che stia per esplodere anche lui.
Smetto di toccarmi e afferro il suo cazzo, bollente e umido. Lo friziono lentamente, muovendo la mano su e giù, dalla base alla punta.
Mi inginocchio ai suoi piedi, Anna fa lo stesso. Ci sorridiamo, ci baciamo, mentre la sua mano raggiunge la mia, dedicandosi ai suoi testicoli.
osserviamo i gemiti di lui, sentiamo il suo piacere pulsare attraverso le vene, e ci prepariamo all’apice, all’epilogo.
Poggio le mie labbra sulla sua punta umida, così satura di quell’odore di sesso che mi fa quasi girare la testa. Anna accanto a me fa lo stesso, baciandomi le labbra e il suo cazzo allo stesso tempo. Le nostre mani non smettono di tormentare la base e i testicoli, mentre sotto di me sono un lago.
Lo sentiamo contrarsi, e un attimo dopo dei fiotti caldi invadono le nostre labbra.
Lo lecchiamo, lo succhiamo, le nostre labbra e le nostre lingue si incrociano e si avviluppano avide.
‘ora sono soddisfatta’, dico mentre mi rialzo, baciando Anna con la lingua.
Il nostro shockato sconosciuto non dice una parola, e noi lo stesso. Ci diamo alla meglio una sistemata, e ognuna riprende il proprio posto. Sarebbe ora di riposare un po’.

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