Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

La decisione

By 12 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Confesso di essere rimasta molto sorpresa.
Molti lettori mi hanno scritto per dirmi che gradivano lo stile del mio racconto e invitandomi a proseguire la narrazione della mia storia. Quello che era stato il divertimento di un pomeriggio libero mi accorgo che ha coinvolto una quantità sorprendentemente elevata di persone.
Quindi eccomi qua a scrivere la seconda parte della mia storia, benché – vi confesso sin da ora – non ho idea se e quante altre ne comporrò ancora. Per me il racconto &egrave un gioco nel gioco, una variante di una fase della mia vita che &egrave arrivata inaspettatamente e, ne sono abbastanza certa, altrettanto inaspettatamente un giorno si concluderà.

Regalatemi ancora il tempo per fare una piccola premessa al secondo racconto, in quanto in molti mi hanno posto le stesse domande.
SI, la storia &egrave integralmente vera e si &egrave svolta a gennaio esattamente come ve l’ho raccontata.
SI, la mia amica esiste e sta vivendo questa avventura insieme a me (o meglio, io insieme a lei).
SI sono una bella donna, fine e ricercata. Amo vestire elegantemente, mi piacciono le griffes che però combino con cura per evitare di diventare l’equivalente di una vetrina di uno shopping center. Sono realmente molto alta, sono castana di capelli e di occhi. Ho una reale passione per le scarpe e – a dispetto della mia statura – indosso sempre tacchi importanti.
SI, sono davvero laureata in legge e ogni tanto esercito la mia professione, benché – grazie al fatto che mio marito guadagna molto bene – posso permettermi di lavorare solo quando ne ho voglia e su temi che mi interessano.
NO, non mi chiamo Anna e Barbara non si chiama Barbara. Così come non ho indicato nessuno dei miei amici con il suo vero nome.
NO, non chiedetemelo: &egrave totalmente inutile chiedermi in quale città viviamo, perché non lo dirò.
NO, mio marito non sa nulla, né il marito di Barbara &egrave a conoscenza di nulla, n&egrave nessuna di noi due vuole che il proprio partner lo sappia.
Mi ha fatto molto piacere ricevere emails ma non voglio incontrare nessuno “perché… non si sa mai”: sto bene così come sono e non sto scrivendo per allargare il cerchio delle mie conoscenze o delle mie esperienze.
Bene, fatte le doverose premesse, adesso proseguiamo nel racconto.

**********************
Non ho visto né sentito Barbara per vari giorni. Peraltro non sapevo minimamente se e come affrontare l’argomento con lei quando l’avessi incontrata. Tutto era stato semplicemente pazzesco. Avevamo fatto sesso in modo sconvolgente in un luogo pubblico con sconosciuti. Barbara mi aveva baciato e io non solo non l’avevo respinta ma le avevo riservato un lungo e appassionato lingua-in-bocca. Era stato tutto davvero pazzesco.
Non volevo ammetterlo ma non riuscivo a non eccitarmi ogni volta che ci pensavo: un misto incredibile di imbarazzo e di perverso desiderio. Era come se dentro di me si svolgesse uno scontro tra la parte adulta e razionale e la parte selvaggia ed impulsiva.
“Basta!” mi trovai a pensare “proprio adesso che con mio marito tutto &egrave tornato come prima! Non posso, non voglio, non DEVO far scoppiare un altro casino dopo tutto quello che ha combinato lui!!!”.
Già… quello che ha combinato lui…
Alla fine una parte della verità era anche che non riuscivo ad evitare di pensare a quante me ne aveva combinate lui e al fatto che – alla fine – non eravamo nemmeno lontanamente vicini ad essere paragonabili nelle bugie, nelle omissioni e nei tradimenti.
“Non DEVO. Io sono superiore e basta. E poi come potrei guardare in faccia le mie figlie?”
Diavolo… anche le mie figlie…
Ricordo che, a differenza di quello che immaginavo, quando sono tornata a casa quella sera Elena, mia figlia maggiore 18enne, era ancora sveglia per preparare un test scolastico. Sono entrata in casa e mi sono fermata sulla soglia con un’espressione incredula ripensando a quello che era successo.
“Ciao mamma! ……. Cavolo …. Sei bella sconvolta stasera! Ma non andavi al cinema con la tua amica??? Non oso immaginare che schifezza siete andate a vedere!!!”
Effettivamente cara… non puoi proprio immaginare!!!
Vi assicuro che in quel preciso istante avrei voluto morire: il solo pensiero di tutte le ramanzine che le avevo fatto sul vestire, sul non conciarsi in modo che la gente pensi di lei che &egrave una mignotta, sul non parlare sboccato, sul sedersi composta, sul “gestire” gli ormoni del suo fidanzato … Se mai sospettasse quello che ho fatto io in quel cinema…
Mamma mia che vergogna!!!

Circa una settimana dopo il cinema ricevo un sms da Barbara “Hai voglia di un aperitivo insieme? Mi sa che dobbiamo parlare…”
Confesso che non sapevo cosa risponderle aveva indubbiamente ragione: dovevamo parlare. Siamo due donne adulte e Barbara mi era piaciuta molto fin dal primo giorno che l’avevo conosciuta. In fin dei conti, non mi ha certo obbligato lei a comportarmi come mi sono comportata e quindi era troppo comodo darle la colpa.
“Sono contenta che tu mi abbia scritto. Certo, un aperitivo &egrave una grande idea. Stesso posto dell’altra volta, questa sera alle 19.00?”
“OK, fatto”.

*********************

Mancano pochi minuti alle 7. Sono arrivata un po’ in anticipo come mi capita quasi sempre data la mia mania della precisione. Mi sono vestita ricercatamente: camicetta di seta chiara con una piccola fantasia arabescata, un poncho in cachemire color tortora, bigiotteria sobria, un pantalone nero non troppo attillato, l’immancabile decolté con 8 cm di tacco che mi fa svettare sulla folla. Mi sono truccata leggermente: non voglio certo sembrare una cacciatrice di uomini dopo quello che &egrave successo: poco trucco agli occhi e un rossetto pallido pallido. Insomma: nulla &egrave lasciato al caso.
Aspetto qualche minuto e poi scendo dalla macchina per andare all’appuntamento. Con mia grande sorpresa Barbara &egrave già lì: strano! Normalmente ha sempre un bel quarto d’ora di ritardo!!! Evidentemente anche lei come me non sta più nella pelle dalla voglia di parlare.

“Ciao”
Barbara mi accoglie con un gran sorriso “Ciao Anna, come stai?”
La guardo un momento in silenzio. La fisso dritta negli occhi per decidere come affrontare la discussione e scelgo di andare per la pura verità.
“Sono molto confusa. Non riesco a non pensare a quello che &egrave successo. Una parte di me se ne vergogna da morire perché &egrave contro a tutto quello in cui ho creduto fino ad oggi. Un’altra parte di me &egrave eccitata come non mi era mai successo prima al solo pensiero di quello che abbiamo fatto in quel cinema. Il problema &egrave che non so quale delle due parti abbia ragione. E tu?”
“Anch’io ci sono stata di merda tutta la settimana. Poi ieri sera ho capito che non dovevo essere ipocrita e guardare in faccia la realtà: mi sono eccitata da morire e ho fatto forse la migliore scopata della mia vita. Questa &egrave la verità, che mi piaccia ammetterlo o no. E sai una cosa? Non &egrave vero che mi dispiace per mio marito, per i miei figli, per la mia morale e quant’altro. No. Ho capito che l’unica cosa che mi interessava era che nessuno lo venisse a sapere e basta. Non sopporterei l’idea che la cosa diventasse pubblica, ma questa si chiama paura delle conseguenze e non pentimento. SI, mi &egrave piaciuto un casino e ho goduto come non mi succedeva da secoli”.
“Certo, fai in fretta a dirlo tu. Mi hai detto che tuo marito &egrave impotente e quindi non devi affrontare il sesso coniugale dopo quello senza-limiti che abbiamo fatto”
“Hai ragione, ma allora dimmi, perché ti sei lasciata andare?”
Sono diventata tutta rossa e mi sono venute le lacrime agli occhi. Erano mesi che avevo bisogno di parlarne con qualcuno ed &egrave stato come un argine che si rompeva. Ho parlato quasi 1 ora di quello che era successo con mio marito, dei suoi tradimenti, della mia rabbia, del nostro riavvicinamento, del perdonare-non-dimenticare, dell’INVIDIA che provavo per il mondo che LUI aveva esplorato senza di me.
“Sono contenta che tu mi abbia raccontato cose così personali” mi ha detto Barbara. “La mia vita non &egrave certo più semplice della tua: mi sono innamorata perdutamente di mio marito quando avevo 33 anni e lui poco meno di 50. Allora tutto era perfetto: lui era bello, ricco, affascinante, divertente, sportivo. Facevamo sesso a ripetizione e lui sapeva farlo con l’esperienza di un uomo maturo. Non ero mai stata così bene in vita mia e mai più sarò felice come lo sono stata in quegli momenti. Poi sono passati gli anni e sono arrivati i figli. Già… gli anni sono passati. Adesso sono io ad avere 50 anni e sono come era lui: ancora bella, benestante, disincantata, sessualmente esperta. Lui ne ha 65 e…”
“E…”
“E lo amo infinitamente, &egrave l’uomo della mia vita. Ma ho bisogno di sesso e non voglio ferirlo con un amante che – prima o poi – diventerà ingombrante. L’altra sera abbiamo fatto insieme quello di cui IO ho bisogno e che IO sto cercando. Sesso senza tabù, che mi faccia realizzare le fantasie che sono rimaste nella mia mente per decenni, provare le cose che sogno quando mi masturbo. Mi masturbo molto sai? Quando sono sola in casa, tranquilla, rilassata. Godo meravigliosamente vivendo un mondo di fantasie erotiche che mai avrei pensato che potessero diventare reali. Ma dopo l’altra sera… perché no?”
Un attimo di silenzio e poi Barbara mi guarda dritta negli occhi e mi chiede “Tu ti masturbi?”
“Che razza di domande sono???”
“Senti stiamo parlando senza resistenze delle cose più personali. Parlare del sesso tra di noi non deve essere un tabù. Sei d’accordo?”
“Si, mi masturbo frequentemente. Mio marito viaggia in continuazione e quando sono da sola nel letto resto sveglia anche 2 ore a masturbarmi. E’ il modo in cui riesco a venire più volte, con orgasmi lunghi, intensi, bellissimi. Mi piace da morire masturbarmi. E’ un momento tutto mio”
“Hai fantasie?”
“Si, varie.”
“Sai ho tenuto il biglietto da visita dell’Ingegnere. Mi sono sembrate persone di un certo tipo, non so se mi capisci: non erano volgari né dei matti da legare. E poi non hanno certo il physic du role per avere la pretesa di fare l’amante fisso…”
“Lo sapevo che sei una demente! Ma che cazzo dici!?!?”
“Dico che sei un’ipocrita. Ti ho vista mentre ti sei fatta infilare un cazzo nella figa e uno nel culo. Ho visto che sei venuta come una matta. Ti ho visto sconquassata dagli orgasmi. E’ vero o no?”
“Si &egrave vero” risposi con lo sguardo basso seguendo con gli occhi le mie mani che si muovevano nervose in grembo.
“Non ci credo che non ti sei masturbata ripensando a quel cazzo di cinema. Io l’ho fatto sai? Mi sono messa sul letto, ho aperto le gambe e chiuso gli occhi. Mi pareva quasi di sentire il sapore dei due cazzi che mi venivano in bocca. La sola idea di quei due che mi scopavano sulle poltroncine mi fa bagnare. Dì la verità… sei bagnata adesso?”
Non c’era nulla da fare: Barbara metteva continuamente a nudo quello che io non volevo ammettere a me stessa. Si, anch’io mi sono masturbata freneticamente ripensando a quella doppia penetrazione. Anche a me sembrava di risentire quei due cazzi dentro di me.
“Si, sono fradicia. Qui, adesso, in un Bar seduta al tavolino. Sono così bagnata che se mi sfioro il clitoride vengo”
“Perché non proviamo a vedere una volta cosa potrebbe accadere? Io e te. Il nostro segreto. Realizziamo le nostre fantasie e lo facciamo in modo discreto, senza che nessuno, NES-SU-NO lo venga a sapere. Non voglio problemi con mio marito. Non voglio che tu ne abbia con il tuo.”
“Non lo so… ci devo pensare…”
“No Anna, se ci pensi mi dirai di no e basta. Ci ho pensato io per tutte e due. Ho rimosso i sensi di colpa. Prendiamoci per mano e proviamo”.
Così dicendo ha intrecciato le dita della sua mano con la mia. Ho avuto un fremito in tutto il corpo perché in quel preciso momento ho capito che sarei tornata a godere con quegli uomini. Si, lo volevo anch’io e Barbara aveva deciso per tutte e due.

Non aggiungiamo altro. Senza una parola usciamo dal Bar e andiamo verso le nostre macchine. La mia &egrave più vicina di quella di Barbara e le offro un passaggio fino al parcheggio alberato in cui ha lasciato la sua. Mi fermo giusto dietro la Mini blu di Barbara.
“Beh, allora ciao”
“A presto Anna” mi dice Barbara sporgendosi per un bacio sulla guancia.
Poi si ferma a pochi centimetri dal mio viso guardandomi negli occhi. Mi bacia di nuovo ma questa volta sulla bocca.
Sono pietrificata così come lo ero stata la prima volta, ma dopo un secondo ricambio il tocco della sua lingua.
In un attimo il nostro bacio si trasforma in un frenetico groviglio di bocche e di lingue.
Sento la sua mano sfiorarmi il seno attraverso la seta della camicetta. Ho i capezzoli dritti e duri come due chiodi. Faccio un piccolo salto sul sedile ma mi basta un secondo per sentire il calore risalire tutto il mio corpo.
Barbara mi bacia e mi tortura un capezzolo: ha sbottonato la camicetta e ha preso in mano la punta del mio seno. Lo sfiora intorno, lo tocca con le unghie, lo strizza forte tra il pollice e l’indice. Cazzo sono allagata.
Barbara mi prende una mano e mi lecca la punta delle dita. Io con l’altra mano inizio a toccarmi la figa attraverso i pantaloni. Cazzo, ma proprio i pantaloni mi dovevo mettere stasera???
Sento che Barbara ha iniziato a ingoiare le mie dita fino in fondo alla bocca. La sua saliva calda mi fa impazzire e quando lei inizia a far scendere la mia mano tra le sue gambe mi viene naturale accarezzarle la figa. Sento che &egrave così bagnata che ha allagato le mutandine. Le sposto il perizoma e le metto due dita nella figa.
Ha la figa sorprendentemente stretta e la sento avvolgermi le dita in un caldo umore.
“Mmmmmmm” le esce dalle labbra.
Barbara si lascia scivolare un po’ sul sedile per aprire meglio le gambe e far si che la possa scopiare con le dita fino in fondo.
Continuo a baciarla e lei continua a strizzarmi i capezzoli.
Non mi rendo nemmeno conto di essere in auto, in un parcheggio semibuio e fortunatamente deserto.
La guardo: sotto la gonna ha le calze con il reggicalze. Cazzo… &egrave bellissima.
Le faccio aprire le gambe in modo osceno. Saranno vent’anni che non scopo in macchina e non sono più abituata a fare i conti con il cambio e il volante quando ho voglia di sesso.
Ha la figa completamente depilata e le faccio scorrere dentro indice e medio mentre con il pollice le accarezzo il clitoride. Barbara si appoggia alla portiera e si gira verso di me per agevolarmi la penetrazione.
Con le mani si prende i seni e inizia a strizzarseli. Ho anche io una voglia da morire ma in quel momento il sesso di Barbara ha un effetto ipnotico su di me. E’ da quando facevo l’università e abitavo con la mia amica Chiara che avevo voglia di toccare una donna ma non l’avevo mai fatto.
Barbara inizia a mugolare piuttosto rumorosamente respirando a bocca aperta.
“Toccati da sola” le dico.
Faccio un rapido contorsionismo e mi tolgo i pantaloni
Barbara mi guarda con un sorriso malizioso “Dai… fammi vedere la tua figa…”
Mi tolgo le mutandine e apro le gambe di fronte a lei. Inizio ad accarezzarmi il clitoride e di tanto in tanto mi infilo uno o due dita nella figa.
La guardo. Lui ha aperto ancora di più le gambe.
Allungo una gamba e le infilo le dita di un piede in bocca. Barbara socchiude gli occhi, mi prende con la mano libera il piede e inizia a leccarmi le dita tirando fuori tutta la lingua per darmi uno spettacolo osceno.
Cazzo… che meraviglia!!!
I piedi sono sempre stati per me una zona ultra-erogena anche se non ho mai avuto il coraggio di confessare a mio marito il mio feticismo.
Barbara mi guarda di nuovo, si toglie una scarpa e mi porge il suo piede.
ODDIO… mi sembra di essere stata catapultata in uno dei mie sogni erotici dei momenti in cui mi masturbo.
Le prendo il piede e inizio a leccarlo e a succhiare le dita mentre con una mano mi masturbo sempre più velocemente.
“Così Anna, dai leccamelo”
“Si, parlami… mi eccita, parlami”
“Sento la tua lingua calda sui miei piedi. Mi fa godere, non l’avevo mai fatto e mi piace da morire. Guarda adesso mi metto tre dita nella figa…”
Socchiudo gli occhi e la guardo far scomparire tre dita nella fessura tra le sue gambe
“Adoro sentirmi riempire, sentire che la figa si allarga ogni volta al passaggio di un grosso uccello. Sai… mi piacciono i cazzi grossi e a te?”
Non riesco quasi a parlare dalla carenza di ossigeno…
“Non lo so… fino all’altra sera non avevo mai preso un cazzo veramente grosso… mio marito non ce l’ha molto grande…”
“Il mio aveva un cazzo superlativo… se ci ripenso… oddio che voglia di cazzo…”
Così facendo prende il mio piede, rompe la calza con i denti e si infila le dita nude in bocca.
“Ahhhhhhh….” sento la lingua di Barbara ancora di più
Mentre sto infilandomi le dita nella figa, Barbara prende il mio piede e se lo porta verso il pube. Dopo un secondo sento il mio alluce sfiorarle l’entrata della vagina e in un attimo si sporge in avanti e fa entrare varie dita del mio piede nella sua figa.
“Ahhhhh…” diciamo pressoché simultaneamente. Barbara sente la sua figa allargarsi all’ingresso delle mie dita e io non avevo neanche mai immaginato cosa potesse significare sentire gli umori di una vagina tra le dita.
Credo che mi siano bastati pochi secondi e sono venuta urlando di piacere.
Ricordo solo che mentre urlavo Barbara a sua volta &egrave venuta stringendomi il piede con gli spasmi della sua figa e ad ogni spasmo ne corrispondeva uno nel mio sesso.

E’ stato nuovamente un orgasmo intensissimo, di certo non meno forte di quello provato al cinema. Ci abbandoniamo al sedile e in pochi istanti sentiamo il tipico appagamento del corpo e della mente che segue l’essere venuta.
Non sono ancora lucida al 100% e guardo Barbara.
Lei sostiene il mio sguardo e dice “Hai ancora dubbi sul fatto di voler provare il sesso puro…?”
“No, nessun dubbio… sesso purissimo…”
Ci scambiamo ancora un bacio appassionato.
Questa volta non c’&egrave vergogna, non c’&egrave stupore, non c’&egrave imbarazzo.
C’&egrave solo la consapevolezza di essere fatte l’una per l’altra, pronte a scoprire cose che fino a poco tempo prima albergavano solo nella nostra mente…

Leave a Reply