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Racconti Erotici Lesbo

LA MIA MIGLIORE AMICA

By 28 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

A volte mi capita di credere di non avere idee…
A volte mi capita di voler cercare l’ispirazione nei posti più assurdi, nelle chat depravate, cercando qualcuno in grado di farmi vivere, raccontando, le stesse emozioni provate da lui o lei…
A volte mi capita di ascoltare molte storie…
Ma poi mi fermo a pensare…Penso a me stessa, alla mia vita, alle mie emozioni, alle mie sensazioni…Chi mi fa sognare? Cosa scatena i miei istinti?
Improvvisamente, mi accorgo che &egrave inutile cercare lontano ciò che vivo dentro, inutile sentire ciò che gli altri hanno da dirmi se posso vivere certe cose…
Elisa…&egrave lei che mi fa sognare, adesso…&egrave lei che risveglia i miei sensi…Elisa, la mia migliore amica.
La nostra amicizia dura da 17 anni. Ci siamo consciute alle elementari, avevamo 6 anni, e dal giorno della prima gita scolastica, siamo state inseparabili.
Abbiamo litigato, abbiamo discusso, non ci siamo parlate per qualche periodo, ma il rapporto che ci unisce &egrave come il cielo che si oscura ma non ha mai fine.
Siamo cresciute insieme, con i nostri caratteri diversi eppure così simili, con le nostre personalità, a volte forti, a volte fragili come il vetro, con le nostre passioni , con i nostri sogni, con le nostre esperienze…
Lei &egrave tutto ciò che si può desiderare in un’amica.
Per me, &egrave sempre stato difficile agganciare un rapporto sincero con una donna. Ho sempre pensato che gli esponenti del mio stesso sesso fra loro non fossero così complici come si dice,anzi…sempre pronte a competere, sempre pronte a pugnalarti alle spalle o a spettegolare su tutto e tutti.
Con lei questo non c’&egrave mai stato…ci amalgamiamo, ci completiamo, come il bianco e il nero, il sole e la luna, il latte e il miele…
“Se foste lesbiche vi sareste già sposate”, ci hanno sempre detto tutti, ed &egrave vero…Elisa &egrave davvero la mia anima gemella…
Dopo 17 anni di amicizia, mi resi conto che non mi bastavano più i suoi abbracci, non mi bastava più passeggiare mano nella mano con lei per strada…la desideravo con tutta me stessa, desideravo il suo corpo, magro come il mio, desideravo accarezzare i suoi capeli biondi, desideravo veder godere i suoi occhi color dell’ambra.
Io, sessualmente, ero molto più emancipata di lei, avevo fatto molte esperienze e spesso gliee parlavo. Lei, curiosa, mi ascoltava a bocca aperta, affascinata dalle mie storie ma timorosa e forse, poco coraggiosa per farne. Accettava le mie perversini, anche se non le condivideva, ma vedevo una luce strana nei suoi occhi quando le confidavo che mi sarebbe piaciuto avere un rapporto con una donna dopo tanti maschietti.
“Sei tu quella donna con cui vorrei farlo”, avrei voluto dirle, ma la paura di rovinare la nostra amicizia mi bloccava.
Un sabato pomeriggio, dovevamo vederci alle 17. Avevamo appuntamento davanti la sua palestra e poi saremmo andate in giro per negozi a cercare qualche capo a buon mercato.
Ero rimasta inquieta tutto il giorno pensando a lei…ormai non potevo più nascondermi, dovevo dirle che ero attratta da lei che la desideravo e che desideravo l’intimità con lei. Ero sicura che, anche se mi avesse dat una risposta negativa, avrebbe capito e l’imbarazzo iniziale sarebbe andato scemando con uan risata e forse una carezza.
Finalmente, la vidi uscire con lo zaino a tracolla, in ritardo come sempre.
-“Pensa che uno che conosco ci &egrave invecchiato aspettando che l’amico uscisse dalla palestra…”- dissi, prendendola in giro.
-“Lo so, scusa…mi sono fatta tardi la doccia.”-
-“Tanto ci sono abituata. Ma sei sicura di voler andare in giro con tutto questo peso?”-
-“A dire il vero no ma non posso lasciarla qui.”-
-“Portala da me a casa e la prendi al ritorno, no?”-
-“Buona idea, mi faresti un favore, grazie.”-
-“Figurati”- risposi soddisfatta…il mio piano prendeva corpo. L’avrei portata a casa e saremo rimaste sole…
Una volta dentro le chiesi se potevo offrirle qualcosa e, fra una frase e l’altra, le dissi:”Sai che con la web cam mi sono fatta un video?”-
-“Davvero? Me lo fai vedere?”-
-“Non credo proprio…&egrave un video un pò…diciamo…spinto.”-
-“E da quando ti vergogni di me?”-
-“Da sempre..Un conto &egrave andare in bagno insieme, un conto &egrave farti vedere un video in cui mi spoglio e mi masturbo…”-
-“Pensi che io non lo faccia?Magari non lo filmo, ma ti assicuro che mi masturbo..dai fammi vedere”-
Accesi il pc dove avevo il video. Ci sedemmo sul divano e partirono le immagini.
Rossa in viso, osservavo la mia amica che con gli occhi sgranati seguiva i lenti movimenti del mio corpo davanti alla camera.
Rideva, ogni tanto mi prendeva in giro per le mie pose da gatta, da puttana, da femmina vogliosa, ma non perdeva il minimo dettaglio.
Dopo circa 8 minuti, il video finì. Rimasi in silenzio, ancora visibilmente imbarazzata, cercando di chiudere il programma.
Elisa mi bloccò la mano, mi guardò dritta negli occhi e mi disse:-“Sei bellissima, Ale!”-
Un’emozione forte mi riempì il cuore. Ovviamente, non era il primo complimento che ricevevo…mi avevano già detto che ero bella, lei stessa lo aveva fatto, ma mai dopo una situazione del genere e il suo sguardo su me, non fece altro che far aumentare la mia timidezza.
Rsposi con un lieve accenno di sorriso e lei mi baciò.
Quando le sue labbra si posarono sulle mie, le mie difese e i miei timori, scomparvero improvvisamente, e ricambiai quel bacio con tutta la passione che avevo in me. Il divano non era il posto più comodo del mondo, ma non c’era tempo per andare in camera. Non volevo staccarmi da lei, non volevo interrompere quel contatto, come se avessi paura che, facendolo, saremmo tornate alla realtà, e la magia del momento avesse potuto dissolversi come una bolla di sapone.
Le mie mani cominciarono a frugare sul suo corpo e sotto la sua maglietta. Accarezzai i suoi piccoli e sodi seni, accorgendomi che i capezzoli le si erano inturgiditi, mentre lei mi accarezzava l’interno coscia, facendomi vibrare.
Continuando a baciarci, ci spogliammo, e solo quando fummo entrambe completamente nude, ci guardammo sorridendo.
Non servivano parole fra noi, erano sempre state superflue, e ancora di più in qul momento. Con gli occhi mi diceva”Sono sicura, voglio farlo, lo voglio”, ed io non persi tempo e ripresi a baciarla.
Ogni secondo in cui non la toccavo era un secondo perso…dopo averla tanto desiderata volevo goderla fino in fondo, volevo viverla…
Ci stringemmo forte e la sentii tremare. Con le dita le toccai la vulva, scoprendola sorprendentemente bagnata, e la mia eccitazione fu senza freno.
Leccandole il corpo in tutta la sua lunghezza e in gni parte, mi soffermai solo quando giunsi sul clitoride.
Lo sfioravo con la punta della lingua e lei si sdraiò sul divano per permettermi di proseguire ad assaporare il suo fiore. Allargai leggermente le labbra e vidi la sua rosea carne, così pura e così morbida, così inviolata e fresca.
Leccai ai lati dell’inguine, sentendola ridere per il solletico che le facevo, leggero fastidio misto a folle piacere.
Leccai le labbra, facendomi strada all’interno. Affondai il viso nei suoi peli pubici, bevendo i suoi umori che colavano, dissetandomi del suo piacere.
La sentivo ansimare il mio nome, la sentivo gemere, la sentivo impazzire sotto i colpi della mia lingua.
Ardente e sconvolta, iniziai a toccarmi, penetrandomi con le dita che scivolavan dentro con facilità per quanto ero bagnata.
Dare piacere alla mia migliore amica era il mio desiderio più grande e ci stavo riuscendo…il mio piacere derivava dalla consapevolezza che lei godeva e godeva grazie a me, per me e con me.
Tirandomi indietro i capelli, mi staccò la bocca dal suo sesso, mi spinse verso lo schienale e si inginocchiò fra le mie gambe, bloccandomi i moviementi e emulando ciò che un secondo prima facevo io. Chiusi gli occhi per concentrami sulla sua lingua, chiusi gli occhi per concentrare le sensazioni sul clitoride che succhiava avidamente. Le presi la testa, spingendomela addosso, mentre lei succhiavae leccava il mio clitoride come si succhia il membro maschile, ben sapendo che era il punto che mi dava più piacere.
Mi dimenavo strusciando il mio sesso sulla mia faccia, ansimavo, quasi urlavo per i brividi che si rincorrevano sul mio sorpo. Mi strinse i seni e venni, sentendomi finalmente libera dalla tortura, libera dalla lussuia che si era impadronita di me, libera dalle mie paure, libera dai timori che fino a quel momento mi avevano inibito.
Smise di cucchiarmi, accorgendosi che ero venuta.
La guardai e la feci sedere sulle mie gambe. Mentre la fissavo la penetrai con le dita, entrando e uscendo dal suo tempio, avanti e indietro, sempre più velocemente, con una passione che sembrava non avere mai fine.
Venne anche lei urlando, con il corpo che si muoveva sul mio, permettendo alle dita di esplorare le pareti interne.
Ancora scosse per quell’esperienza, ci sedemmo una accanto all’altra, tenendoci per mano.
Un bacio lieve come una piuma concluse il nostro perverso gioco…
Poche semplici parole ci fecero capire che le nostre anime erano e sarebbero state sempre unite, adesso più che mai…
-“Ti voglio bene, Ale”-
“Ti voglio bene anche io, Eli”-

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