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Racconti Erotici Lesbo

La mia prima esperienza saffica

By 5 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Giuditta, ho 38 anni, sono sposata con due figli e lavoro presso uno studio notarile come impiegata.
Io e Anna ci conosciamo dai tempi della scuola, si può dire che siamo amiche anche se ci siamo perse di vista dopo il diploma e fino a due mesi fa.
Anna si &egrave sposata con un industriale del mobile 13 anni fa e non ha figli. Ciò ha significato per lei una vita agiata, senza problemi se non quello di far passare il tempo.
Ci siamo riviste per caso, suo marito &egrave un cliente del notaio per cui lavoro e un pomeriggio lei l’accompagnò nello studio vedendomi seduta al computer. Mi riconobbe subito.
Fu lei a chiedere direttamente la notaio di accompagnarla un’ora per prendere qualcosa assieme e parlare dei vecchi tempi. Il notaio acconsentì, certo non voleva dispiacere alla moglie di uno dei suoi maggiori clienti, e così uscii con Anna sotto lo sguardo invidioso delle altre impiegate.
Sedute al bar, sorseggiando qualcosa, rinverdimmo l’amicizia raccontandoci aneddoti e scambiandoci il numero di telefono.
Da quel giorno Anna cercò sempre più spesso la mia compagnia, e anche a me non dispiaceva frequentarla anche se dovevo fare salti mortali tra il lavoro e la famiglia per trovare tempo da passare con lei. Per fortuna i miei ragazzi, di 14 e 12 anni, sono grandi abbastanza da poterli lasciare soli qualche volta e quindi mi sono divertita molto a accompagnare Anna a fare shopping, a teatro, a cena. Anna ha un carattere spigliato, divertente, mai arrabbiata, sempre con qualche idea in testa. Mi confessò che ormai viaggi, vacanze e feste non la divertivano più come un tempo e si annoiava. Io ero la novità interessante per lei e mi riempì di regali. Non cose molto grandi o costose, rifiutai quando volle comprarmi un capo di alta moda simile ai suoi, non avrei saputo quando e dove metterlo, però erano tante piccole attenzioni che mi facevano piacere.
Mio marito era tranquillo. Mi diceva che questa amicizia non poteva durare a lungo ma che facevo bene a godermela finché potevo visto che solitamente ero tutta casa e lavoro e riuscivamo raramente a andar fuori a divertirci.
Domenica scorsa mio marito ha portato i figli allo stadio e io ho accettato l’invito di Anna di passare il pomeriggio da lei, nella villa in collina poco fuori città.
Una villa veramente bella, su due piani più seminterrato, con un ampio colonnato che dà su un grande giardino e sulla piscina ora coperta per la stagione. Dentro &egrave enorme e ci volle tempo a visitarla tutta, soffermandoci soprattutto in quella che lei chiama ‘la piccola spa’. In pratica &egrave un’ala della villa in cui c’&egrave la palestra che usa per tenersi in forma, con diverse macchine e attrezzi, una sauna e, m’incantò, una jacuzzi sprofondata nel pavimento che pareva più una piscina interna che una vasca. Dentro avrebbero potuto trovarci posto comodamente dieci persone.
Vedendo la mia meraviglia Anna mi propose di provarla, rigettando i miei dinieghi su tempo e mancanza del costume. Risolse prestandomi uno dei suoi e così entrai nella vasca crogiolandomi nell’acqua calda al punto giusto e godendo dei getti rigeneranti.
Di fianco l’una all’altra ci mettemmo a chiacchierare del più e del meno e poi il discorso virò sul sesso.
Ci raccontammo a vicenda le nostre vicende coniugali. Lei non era troppo soddisfatta del marito da quel punto di vista: troppo preso dal lavoro, probabilmente un’amante da qualche parte, veloce, troppo, quando facevano l’amore. Io non potevo lamentarmi del mio, per quanto stanco del lavoro non smetteva ancora di cercarmi un paio di volte la settimana in media, e ogni volta mi soddisfaceva in pieno.
‘Sei fortunata’ mi disse
‘Però lo capisco, guarda che bei seni che hai’
I miei seni, una terza abbondante, strabordavano quasi dal top di una misura almeno più piccolo e si mostravano più di quanto fossi abituata al mare.
La consolai ricordandole che i suoi erano senz’altro più sodi dei miei, specie dopo due gravidanze e che erano belli così, proporzionati al suo fisico.
Mi sorprese prendendomi una mano e portandosela al seno.
‘Secondo te sono abbastanza sodi? Tocca, dimmi cosa ne pensi?’
La toccai come mi chiedeva, e in effetti erano sodi così come parevano alla vista.
‘T’invidio un po” mi disse ancora
‘I tuoi sono così grandi, belli, tutti da accarezzare’
e me li carezzò, allungando una mano, da sopra il costume, stringendo il capezzolo che s’inturgidì in risposta.
Restai immobile, non me l’aspettavo. E nemmeno mi aspettavo che accostasse le labbra al mio viso, poggiandole sulla guancia, vicinissima alle mie.
‘Anna”. Io” che fai?’
‘Sssshhhhhh, &egrave da quando ti ho rivista che ne ho voglia. Lasciami fare’
Poggiò le sue labbra sulle mie, le leccò piano come un gattino che lappa il latte, la sua mano ancora a giocare con i miei capezzoli.
Mi sentivo strana: da una parte la sorpresa, mai avevo accarezzato o mi ero fatta accarezzare da un’altra donna, dall’altra”.. mi sentivo calda. Le sue dita sui miei capezzoli mi piacevano, mi piaceva sentire la sua lingua su di me. Quasi senza accorgermene aprii le mie labbra permettendole di entrare, picchiettarmi sui denti, toccare la mia per invitarla a un intreccio. Invito accolto e mi trovai a baciare una donna per la prima volta nella mia vita.
Le mani di Anna correvano sul mio corpo, scostato il costume i miei seni erano ora a sua disposizione, mi carezzava le cosce, le sue dita s’infilavano sotto la stoffa per toccarmi proprio lì, nel punto del mio piacere. Mi stavo scaldando sempre di più.
Gemetti sentendo le sue dita entrare in me, prima una e poi due, penetrarmi come un pene maschile, uguali eppure diverse, il pollice sopra il mio bottoncino a esporlo, spingerlo, carezzarlo.
Venni così, all’improvviso, immersa nell’acqua fin quasi al petto, abbracciata a Anna.
L’orgasmo arrivò inaspettato, come una frustata violenta e dolce insieme, facendomi sobbalzare, abbracciare Anna più forte, spingere la mia lingua nella sua bocca contraccambiandola, bere la sua saliva come fosse nettare.
Anna aspettò che mi rilassassi, la mano ancora poggiata sul mio pube.
‘Sei bella Giuditta, sei un frutto meraviglioso che aspetta solo di essere colto, e voglio essere io a farlo’
Le sue parole mi parevano strane e distanti, perse nell’intontimento che sempre mi pervade dopo l’orgasmo, eppure eccitanti, mi annunciavano che era solo l’inizio e io, io non sapevo dove mi avrebbero portato.
Immerse ancora le sue dita dentro di me, ricominciando l’eterno movimento del dentro e fuori che tanto mi piaceva.
‘Fallo anche tu, ti prego, accarezzami’
La mia mano si mosse quasi da sola, raggiungendo il suo ventre, scendendo sotto il costume.
Toccai per la prima volta un sesso femminile che non fosse il mio, mi parve più piccolo, più stretto. Istintivamente sapevo cosa fare e lo feci carezzandolo come fosse il mio, e fu Anna a gemere nella mia bocca.
Ci masturbammo a vicenda per alcuni minuti, l’eccitazione che tornava a crescere in me, Anna che ansimava. Mi aspettavo che volesse godere così e invece fu lei a voler cambiare. Si staccò da me con mio sommo disappunto e uscì dalla vasca. Grondante d’acqua, il costume scomposto, sembrava Venere che sorgesse dalla spuma.
Mi tese la mano e uscii anche io. Poco più in là c’erano degli asciugamani pronti, ne afferrò uno e lo stese per terra, mi spinse a sedere e mi baciò ancora sulla bocca, scendendo piano sul collo, sui seni, sul ventre, sciogliendo i lacci del costume mentre procedeva, fino a arrivare al mio sesso che sentivo pulsare di voglia.
Il primo tocco di lingua sul clitoride fu come una scossa elettrica per me, poi la delizia di sentire la sua lingua sulle mie labbra intime, dentro di me. Le afferrai la testa tirandola, quasi volessi farla entrare con tutto il corpo. Mi accorsi di gridare tanto forte era il piacere che mi regalava. Nemmeno mi accorsi che si era girata, che davanti a me avevo le sue gambe aperte, il suo fiore dischiuso. Non pensai nemmeno un secondo, l’afferrai per le cosce e affondai la testa tra le sue gambe cercando di ricambiare ciò che mi faceva, leccando dove sapevo avrebbe dato piacere a me, succhiandole il clitoride fino a farla urlare.
Sentivo il suo sapore sulla mia lingua e mi eccitava ancora di più invogliandomi a leccarla ancora, a affondare lingua e dita dentro di lei. Uno spruzzo di umori mi colpì il viso inaspettato, e io bevvi a quella fonte sentendo la testa girarmi, il mio corpo muoversi scoordinato in un nuovo esplosivo orgasmo.
Restammo intrecciate per diverso tempo, stanche e soddisfatte, assaporando le ultime stille di piacere che ci dava il reciproco contatto pelle contro pelle, poi lei si alzò e mi guidò ancora alla vasca dove ci lavammo con cura, l’una all’altra, senza parlare.
Eravamo tornate sul divano bevendo un fresco vino bianco, guardandoci negli occhi sempre in silenzio, ricordando ciò che era appena stato. Purtroppo arrivò una telefonata di mio marito che stava tornando a casa e dovetti andare via, però sapevo che la mia prima volta con una donna, con Anna, non sarebbe stata l’unica.
Un bacio di passione sulla porta, di quelli che non vuoi mai andar via, e salii sulla mia auto.

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