Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

LAURETTA cap. 3 Perversioni

By 11 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Sabato Gianni è partito che erano appena le 5 del mattino facendo abbastanza piano, ma il rumore dell’avviamento del furgone mi ha svegliata e non sono più riuscita a riaddormentarmi; verso le 6.30 mi sono alzata per mettere al massimo il riscaldamento, ho fatto ordine nella casa in modo da avere il massimo del tempo a disposizione. Alle 8.30 sono uscita a fare le ultime compere per le feste e alle 10.30 ero di ritorno.

La temperatura della casa era piacevolmente calda, mi sono spogliata completamente e ho indossato la vestaglia sexy che abitualmente metto quando prevedo una serata speciale con il mio Gianni.
Ho fatto squillare il suo cellulare come convenuto con la mia piccola amica per dirle che il campo era libero; nell’attesa ho chiamato il mio uomo e ho appreso che contava di essere a casa per cena e che comunque mi avrebbe avvisato. Credo che dopo avermi vista in azione con alcune donne in quel club, sospetti ci sia qualcosa fra me e la ragazzina, ma so che non mi dirà nulla ed è anche per questo che lo amo.

Dopo un quarto d’ora eccola. Non ho aspettato che suonasse e ho aperto; appena in casa è volata fra le mie braccia, stringendosi contro di me ha capito che eccetto la vestaglia non avevo null’altro, allora me l’ha scostata, l’ha aperta e me la sono lasciata sfilare. ci siamo baciate nuovamente poi la sua bocca è scesa lungo la mia gola, i miei seni, giù lungo il mio corpo tutto, il mio ventre, poi in ginocchio ha applicato la boccuccia alla mia fica; l’ho agevolata divaricando le gambe, intanto che le sue mani palpavano il mio sedere.

Si scostò per chiedere come mai non avessi messo le palline e neanche il plug, le dissi che fra donne ci sono molti modi per godere. Siamo salite al piano superiore, io nuda, lei che entrando si era tolto il giaccone era in maglioncino e jeans. Mi sono presa il piacere di spogliarla, avrei voluto rotolarmi subito insieme a lei sopra il letto ma lei è andata al cassetto dove conservo i miei “giocattoli del piacere”, ha preso proprio quello che fino ad allora non avevo voluto farle vedere, era avvolto in un panno che lei ha svolto facendo cadere sul letto l’oggetto che conteneva.

Un oggetto che prima della notte in quel club non sospettavo neanche la sua esistenza, uno strapon molto particolare che Tania ha usato per penetrarmi e che a differenza degli altri non è attaccato a delle mutandine. Consiste in un fallo con una parte flessibile ricurva terminante con un bulbo da introdurre nella vagina oppure nell’ano così da permettere ad una donna (ma anche ad un uomo che non sia in erezione) di penetrare la sua partner. E’ fornito di vibratore che fa vibrare sia il membro che il bulbo, l’avevo indossato diverse volte (sempre con la stessa ragazza) ma l’effetto é talmente efficace per entrambe ma sopratutto per chi lo indossa che abbiamo convenuto di usarlo prevalentemente spento per prolungare il piacere.

Tutto questo l’ho spiegato a Lauretta, lei ha ascoltato pazientemente, aspettavo che dicesse qualcosa, lei semplicemente mi ha dato l’oggetto in mano con un sorriso particolare che mi ha messo una voglia pazza per quella sfrontatella. Ho spinto la porcellina sul letto alzandole le gambe, lei le ha afferrate alla piega delle ginocchia le ha tirate a se spalancandole, esponendo la fichina e il culetto alla mia libidine.
Non sto a spiegare la mia voglia, é la stessa che mi assale quando ho un cazzo a mia completa disposizione ma anche quando ho davanti a me una fica che so vogliosa e quella di Lauretta lo era, ed era bella da mangiare. Questo è il vantaggio della bisessualità, poter godere di entrambi i sessi!
 
Inutile dire che ho subito applicato la bocca a quella fichetta cercando con la lingua la durezza del suo clito, premendola e muovendola su quella durezza finchè la piccola ha cominciato a sospirare e  ad agitare il bacino; è stato allora che ho spinto un dito nel suo culetto dopo averlo bagnato di saliva, lei ha sussultato poi ha premuto il mio capo fra le sue deliziose coscette. Normalmente avrei continuato come facevo le altre volte, leccandola e masturbandomi io stessa fino ad avere insieme l’orgasmo; lo stesso faccio quando mi sollazzo con il membro di un uomo che mi piace; vengo insieme a lui, godo malmenandomi la fica, con la bocca piena di cazzo e lo sperma che cola lungo il mio mento fra i miei seni.

Giuro che lo avrei fatto anche questa volta ma avevo nell’altra mano quell’aggeggio osceno. Allora facendo forza su me stessa mi sollevai, presi dal cassetto il tubetto del gel e ne prelevai un po con il dito e con questo ne spalmai il bulbo, lo stesso feci con il suo buchino. Lauretta guardava meravigliata e un po impaurita quel simulacro di membro maschile realisticamente simile ad un membro vero, percorso da vene sporgenti e dalla cappella gonfia, solo che era. . . nero, a me il cazzo nero mette i brividi anche se fin’ora non ho avuto nessuna esperienza con un uomo di colore.

Si vedeva anche che era molto eccitata, come lo ero io del resto, e così non esitai; lentamente, in modo che capisse pienamente quello che stavo per farle, avvicinai quel membro al bel culetto e strofinai l’estremità del bulbo sul suo buchino, mi fermai interrogandola con gli occhi, lei fece si con il capo allora lentamente ma con decisione lo spinsi. Il vantaggio e lo scopo dei plug è quello di rendere l’ano elastico e pronto ad essere allargato, emise un piccolo grido più di sorpresa che di dolore quando il bulbo entrò ma “l’nnesto” era fatto.

Aspettai qualche istante durante il quale la porcellina si toccò provando anche a muovere quel trapianto innaturale, poi mi sorrise, allungò le gambe e scese dal letto rifiutando il mio aiuto. Mi fronteggiò ridendo poi si giro verso lo specchio quardando curiosa e compiaciuta l’essere che era diventata, non fosse che il membro che inalberava era nero, sembrava una giovane trans (o un trans?) dalle belle tettine, si girò per guardarsi dietro come dal suo culetto usciva un qualcosa di nero che spariva fra le sue coscette.

Si girò ancora e fece un saltino, poi un altro, ora era nervosamente che rideva. Guardò nello specchio quel membro oscillare su e giu, si toccò la parte piantata nell’ano accertandosi che non si muovesse, saltellò ancora poi lo fece oscillare di qua e di la ma con un risultato minore. Divenne rossa in viso. Io che ho provato diverse volte quello strapon particolare conosco le stimolazioni che quei movimenti trasmettono all’ano di che lo indossa, difficili da descrivere ma piacevolissime. La strinsi contro di me muovendo il ventre per sentire la cosa dura che mi separava dalla porcellina, lei le mani aggrappate alle mie natiche ancheggiava voluttuosamente strusciando contro di me le sue tettine.

Mi chinai sul quel’insolito cazzo e vi feci scorrere la bocca come faccio con gli uomini ai quali mi concedo, mi staccai quasi subito e salii sul letto allungandomi e la guardai salire. . . Aveva una luce particolare negli occhi mentre avanzava ginocchioni fra le mie gambe, fra le cosce che spalancai per lei. Lauretta il viso accaldato venne sopra di me senza ancora toccarmi veramente, sfiorando prima con le labbra poi con i capezzolini eccitati e tesi il mio ventre poi su, lungo il mio addome, su, su, solo allora la sua bocca si aprì sul mio seno, titillò appena il capezzolo, poi passò all’altro seno.

La libidine è una cosa che non si insegna, viene naturale a chì è predisposto, penso che sia un dono e Lauretta quel dono lo possedeva; quando la sua boccuccia fu sulla mia era aperta, addirittura spalancata e la sua lingua si muoveva cercando la mia per accarezzarla e poi lascivamente succhiarla. Portai la mano al “suo membro”, non furono necessari altri stimoli, lei capì e si sollevò ritraendosi quel tanto da consentirmi di cercare con il glande l’ingresso della mia vagina, di puntarlo poi le mie mani furono ad afferrare il suo culetto per attirarla in me.

Inaspettatamente resistette, credo che nei miei occhi leggesse una disperata invocazione perché ebbe uno strano sorriso poi: “Dopo sarai tu a scopare me promesso?” Ero infoiata come una cagna in calore, sentivo le labbra della mia fica gonfie, i seni che mi dolevano da farmi male, feci più volte “si” con la testa, solo allora la porcella si lasciò attirare, ricevetti il “suo” cazzo con un profondo sospiro. La trattenni dentro di me per lunghi istanti assaporando quella presenza che mi riempiva. 

La sera prima avevo indotto il mio uomo a fare all’amore, vi era poca differenza fra il suo membro e quello che avevo in vagina in quanto a grossezza e consistenza, l’unica differenza era il calore, quello che Lauretta aveva cacciato nella mia fica era quasi freddo mentre quello del mio Gianni e anche quello di E. . . sono . . . per il resto la vista dei movimenti del corpicino che mi sovrastava, dei piccoli seni che rimanevano fermi malgrado l’agitarsi della porcella erano di una bellezza impagabile e accendeva la mia fantasia oltre che incendiare la mia fica.

Con le mani dietro la sua nuca l’attirai e mentre ci baciavamo famelicamente e le nostre bocche si fondevano le mie mani scendevano carezzevoli lungo la sua schiena premendo il suo corpicino sopra il mio. Ora che lo strapon aveva preso calore, era come avere in grembo il membro di un uomo e quest’uomo da perfetto amante lo muoveva adagio avanti e indietro ed era quello che stava facendo la mia porcella flettendo lentamente le reni, le mie mani scesero leggere a seguire il loro movimento sinuoso, salirono la bombatura del culetto ondulante mentre io stessa ancheggiavo adagio assaporando quello che per me era un cazzo vero.

La consapevolezza che stavo compiendo con Lauretta un’azione considerata riprovevole dalle persone comuni acuiva la mia eccitazione, credo che anche la mia porcella fosse eccitata ma non come lo ero io. Stavo godendo molto più rapidamente che se fosse stato un amante a scoparmi, era sconvolgente la rapidità con la quale il piacere saliva partendo dalla mia fica invadendo l’intero mio corpo, lo strisciare di quel corpicino dalla pelle così liscia e delicata, di quelle tettine pressochè inesistenti ma dai capezzolini così graffianti faceva aumentare ad ogni istante il mio piacere tanto che capii che stavo per venire.

“Oh scopami, scopami!” Supplicai quasi gridando. Lei si sollevò e prendendomi sotto le reni che avevo inarcato, a grandi colpi di cazzo mi penetrò violentemente fino in fondo. Mi agitai sollevandola come un fuscello quasi disarcionandola e venni, e mentre l’orgasmo mi sommergeva ebbi la visione del suo sguardo, della sua espressione di soddisfazione, innaturale per una ragazza così giovane, espressione come ho visto nel viso del peggiore dei miei amanti, rideva la troietta, felice di vedermi alla sua mercé e in quel momento mi sentii umiliata, la detestai e ancora in pieno orgasmo l’attirai violentemente sopra di me, una mano scese nel solco delle sue natiche, le dita trovarono la parte esterna sotto il bulbo conficcato nel suo culetto, quella che contiene il pulsante, lo premetti fino al secondo scatto. . . 

Il ronzio si udì appena quando lo strapon prese a vibrare ma l’effetto fu immediato e inatteso per la ragazza. Le lettrici che hanno provato cosa significano le vibrazioni di un dildo usato analmente sanno di cosa parlo; all’inizio un sorriso di beatitudine illuminò il suo viso, poi lunghi fremiti percorsero il suo corpo, il suo respiro accelerò, divenne affannoso e prese a lamentarsi sempre più forte; anch’io ne subivo l’effetto ma in modo non paragonabile al suo in quanto le vibrazioni coinvolgevano solo parzialmente il mio clitoride, ma prolungò sensibilmente il mio orgasmo che godetti fino alla fine sollevando e ondulando il ventre con la bocca a soffocare i gemiti di quella perfida ragazzina prendendomi così la mia rivincita.

Durò soltanto una ventina di secondi poi presa da compassione feci cessare le vibrazioni, tremava tutta la porcellina e respirava forte, la strinsi fortemente sopra di me deponendo piccoli baci sul suo viso, era emozionatissima ma appena ebbe preso respiro con un filo di voce disse “Ancora, si ancora!” Premetti nuovamente il pulsante fermandomi questa volta al primo scatto, il ronzio riprese ma più debolmente e qualche istante dopo lei si sollevò sulle braccia, una espressione estasiata e dolcissima si dipinse sul suo volto, il culetto nelle mie mani si sollevò, sentii il ritrarsi del membro, anche se avevo avuto il mio orgasmo sapevo che con le giuste sollecitazioni potevo averne un altro e forse un terzo e la mia giovane goditrice faceva ben sperare. 

Prima che il membro uscise del tutto attirai il piccolo culo spingendolo contemporaneamente in avanti, questa volta il cazzo vibrante nel suo immergersi sfiorò il mio clitoride; si, sapevo che fra poco avrei goduto nuovamente! Sospirai guardando con gratitudine la mia porcellina, lei capì e continuò a scoparmi imprimendo al suo corpo un moto sinuoso e ondulante, le mie mani seguivano i suoi movimenti accarezzando la schiena liscia e un po (ma solo un po) ossuta, la caduta delle reni in movimento, il piccolo culo, le belle cosce, poi ancora su, fino alla sua nuca attirando a me la sua testolina per baciare la sua bocca.

Da quel momento fu soltanto piacere puro, Lauretta stimolata dalle vibrazioni che riceveva nell’ano sospirava in piena estasi, alle nostre narici giungeva il profumo della mia fica che colava il suo godimento, perché contrariamente alla mia giovane compagna io bagnavo abbondantemente, tanto che il mio piacere scendeva nel solco delle mie natiche bagnando anche la coperta del letto.

Il piacere è fatto di sensazioni ed è per questo che non è possibile descrivere completamente il godimento che provavo, le parole sono inadatte e troppo volgari per far capire ad un’altra persona sensazioni che sono intime e pure, si anche quando mi concedo a più partners sia uomini che donne mi sento pura, purificata dal piacere che trasmetto con tutta me stessa, con le mani, con la bocca, con la fica, e sì, anche con il mio culo, un piacere che coinvolge sia il mio corpo che la mia mente. Siete shoccati? Non importa, volevo dirlo e l’ho detto!

Riuscii a far durare abbastanza il nostro piacere da riemergere dall’orgasmo appena avuto e salire nuovamente i gradini del godimento, in quanto alla porcellina, almeno un paio di volte dovetti spegnere le vibrazioni per permetterle di riprendersi ma lei quasi subito alitava nella mia bocca: “ancora, ancora” e godeva, godeva lamentandosi mentre non cessava di strusciarsi sopra di me. Furono sensazioni veramente sublimi, stavo nuovamente per venire, allora stringendo a me la giovane goditrice feci fare il secondo scatto al vibratore.

“Lisa. Lisa, Lisa! ! !” Invocò, era tutto un fremito ebbe il suo orgasmo insieme al mio, malgrado cercasse di divincolarsi la tenni stretta soffocando i suoi gemiti insieme ai miei lamenti, baciandoci perdutamente, salivando una nella bocca dell’altra, le mie mani aggrappate al suo culo, le sue mani strette alla mia nuca. Dopo un ultimo guizzo spensi le vibrazioni. La ragazza si mosse ancora poi giacque inerte sopra di me calmandosi a poco a poco ma era esausta, priva di forze con gli occhi chiusi. La rovesciai dolcemente di fianco coprendo il suo viso di piccoli baci.

Finalmente scesi dal letto e aiutai la mia giovane amante a rimettersi in piedi; con delicatezza estrassi dal suo culetto lo strapon e con quello in mano scendemmo di sotto, la doccia la facemmo insieme strette una all’altra. Sotto il getto tiepido Lauretta si lasciò coccolare, insaponarci fu il pretesto per accarezzarci ancora facendo scivolare le nostre mani lungo i corpi che la schiuma aveva reso piacevolmente lisci, scivolosi, lavai il suo corpicino tutto, le sue tettine, la sua fichina, il suo culetto . . . lei fece con me altrettanto attardandosi a passare le mani nel solco delle mie natiche, le dita a sfiorare il mio ano poi giù ad accarezzare la mia fica.

Quando uscimmo ad asciugarci mi accorsi che a Lauretta era ritornata la voglia ma era mezzogiorno passato e entrambe avevamo bisogno di una pausa, le diedi da mettere la prima cosa che mi venne sotto mano, indossai la mia vestaglietta e apparecchiai tavola. Avevo preparato per il cenone (l’indomani era capodanno) e quindi dovetti solo riscaldare qualcosa. Durante il pranzo la nostra conversazione fu quasi normale, dissi che io e Gianni avremmo aspettato l’anno nuovo a casa cenando davanti alla televisione e dopo il tradizionale brindisi saremmo andati a nanna, e tu? Chiesi.

Disse che aveva ottenuto il permesso di andare ad una festa in casa di una sua amica, i genitori di questa sarebbero stati nei paraggi aggiunse quasi con tristezza. Quella sera voleva essere a casa per le 19 in modo di potersi preparare con calma. Mi aiutò a sparecchiare, asciugò i piatti che avevo lavato e appena finito mi rivolse i suoi occhioni apparentemente ingenui. “E adesso?” chiese. La spinsi gentilmente in bagno, mi sbarazzai del poco che avevo addosso e nuda entrai dopo di lei.

Andò allo specchio del lavabo e attraverso questo mi fece boccacce e smorfie buffe; era veramente un incanto con quella camicia troppo grande per lei (quella di Gianni) che copriva solo metà del piccolo culo. E’ singolare come a volte una parziale nudità sia più eccitante della nudità completa ma Lauretta anche così aveva il potere di far salire al sommo grado la mia libidine. Nel bidé lavai con cura lo strapon coprendo poi di abbondante sapone il bulbo, mi sedetti come per fare i miei lavaggi e lo spinsi dentro il mio ano muovendolo per sistemarlo solidamente, poi insaponai la parte opposta cioè il fallo, operazione che non sfuggì alla porcellina che senza nulla dire si sbottonò la camicia e la lasciò scivolare a terra poi le mani sopra la vaschetta del lavandino divaricò le gambe e incavando le reni protese il culetto.

Mi ero spostata dietro di lei, dovrei dire che mi offri il culetto, lo fece volgendo verso di me il viso mentre mi gettava un’occhiata assassina. Non posso fare a meno di parlare delle mie sensazioni, una di queste era che mi sentivo “completa” nella mia bisessualità; quel cazzo nero che alla minima oscillazione mi sollecitava l’ano dal quale nasceva, quel cazzo che avevo ricevuto con piena soddisfazione nella mia fica, la vista della ragazzetta pronta a essere penetrata dal membro che ora faceva parte di me mi esaltavono, l’unico mio rammarico era che chiunque sarebbe venuto a conoscenza del modo con il quale soddisfavo la mia inesauribile voglia di sesso mi giudicasse una donnaccia tanto più che già sapevo che il mio ego mi avrebbe indotta a divulgare una volta di più le mie azioni.

In quel momento mi immedesimai nel mio ruolo maschile e veramente vidi le meraviglie che Lauretta mi offriva con disarmante candore come le avrebbe viste il mio uomo o come le avrebbe viste il mio amante, sopratutto quest’ultimo, che non manca mai di omaggiare il mio lato B, e proprio come E. . . immersi il viso nel suo culetto allargando con entrambe le mani quelle chiappette così invitanti e con piccoli colpetti della mia lingua. . .

No amici miei, che siate miei lettori o mie lettrici non giudicatemi male, sono sicura che avreste tentato anche voi di forzare il suo buchino prima, poi appena l’adorabile porcellina ebbe alzato la gamba poggiando il piede sulla barretta degli asciugamani, anche la vostra lingua sarebbe scesa a leccarle la fichina ricoprendola di saliva, poi ancora il suo buchino, poi ancora la sua. . .

“Basta Lisa mettimelo dentro, scopami!”. Quella voce divenuta supplichevole non era più la sua. Mi chinai sulla sua schiena, i miei seni erano divenuti duri, i capezzoli strusciando sulla sua pelle dolevano tanto erano tesi; alitai al suo orecchio: “Cosa vuoi amore?”. Non rispose, la sua mano scese dietro di lei e afferrato il “mio cazzo” lo tirò, io lo seguii, sentii che lo strusciava, lo puntava. Un uomo avrebbe percepito che quella morbidezza non poteva appartenere all’ano della porcella, ma il membro che ora mi apparteneva non aveva la sensibilità di un membro vero e appena spinsi, adagio per fortuna, la ragazza si irrigidì con un gridolino.

Subito mi ritrassi, lei mi afferrò immediatamente e mi attirò nuovamente, questa volta ero sicura che lo aveva spostato sopra il suo buchino perché la mia mano scesa sotto di lei incontrò la fichina libera che le mie dita cominciarono ad accarezzare. Lo strofinò lungamente prima di decidersi a puntarlo, infine lo lasciò e allungando le braccia all’indietro mi afferrò dietro le cosce invitandomi ad entrare in lei.

Spinsi lentamente ma con decisione, Lauretta emise un piccolo gemito appena si sentì aprire l’ano; malgrado lo strapon fosse stato reso scivoloso dalla schiuma saponosa e anche se la recente introduzione del bulbo lo avevano “elasticizzato” capii che le stavo facendo male ma poiché le sue mani continuavano ad attirarmi spinsi piu volte e ad ogni mia spinta rispondeva un gridolino, finalmente si quietò.

Portando una mano al “mio” membro mi accorsi che era saldamente piantato nel piccolo culo, aspettai che il suo respiro diventasse regolare e lentamente spinsi fino ad avere gli inguini contro le sue natiche, la porcellina reagi spingendo anch’essa indietro il sedere. Portai le mani sotto il suo petto ad accarezzarle le tettine piccole ma con i capezzolini duri e talmente eccitati che mi bastò prenderli fra le dita per strapparle un lamento. Le sue mani lasciarono le mie cosce e si aggrapparono al bordo del lavabo. . .

“Si Lisa, si, si!” Invocò, incavando al massimo le reni, mi portai maggiormente sopra di lei e spostando le mani ad afferrarmi alle sue spalle, mi ritrassi e spinsi nuovamente sorpresa di come il “mio cazzo” scivolasse facilmente margrado conoscessi la strettezza del suo buchino, mi ritrassi e spinsi, mi ritrassi e spinsi sempre fino in fondo; da quel momento Lauretta non gridò più ma cominciò a respirare rapidamente, sempre più rapidamente, poi affannosamente, infine dopo alcuni minuti piccoli gemiti annunciarono che la porcella aveva cominciato a godere.

Ero consapevole che stavo compiendo un atto perverso e forse proprio per questo mi prese una esaltazione che mi fece pronunciare parole insensate, dolci e talmente oscene che non voglio riportare ma che inducevano la giovane porcella a rispondere venendomi incontro con il culo, infilzandosi lei stessa dapprima lentamente poi sempre più rapidamente, addirittura freneticamente, godeva e stava per entrare in orgasmo e io che avevo solo cominciato provare piacere. . . 

Portai la mano all’indietro, sotto la parte immersa nel mio culo e premetti al primo scatto la sporgenza che aziona le vibrazioni; se emise un ronzio questo fu soffocato dai lamenti della giovane goditrice che culminarono in un lunga invocazione “siiiiiiiiiiiiiiii!!!!” . Si immobilizzò, allora fui io a muovermi lentamente facendo compiere allo strapon-cazzo delle escursioni che volli brevi per godermi l’orgasmo della ragazza mentre il mio piacere partendo dall’ano soavemente sollecitato dalle vibrazioni che riceveva si trasmetteva a tutta me stessa.

Una sorta di tremito invase la mia amica che in pieno orgasmo ora gridava sommessamente, presa da infinita libidine spinsi il secondo scatto del vibratore e fu un delirio che mi accomunò alla porcella, abbracciai strettamente il suo corpicino e il petto sopra la sua schiena mi immobilizzai, il resto lo fece il singolare strapon, l’orgasmo sali rapidamente e quando scoppiò fu tremendo, presi anch’io a tremare e venni sbavando sul suo collo, credo che persi la nozione del tempo e dello spazio non mi rendevo conto di nulla solo che il secondo orgasmo quando giunse fu irresistibile. Lauretta gridava di smettere, riuscii a ritirarmi e alzarmi con il cazzo che vibrava.

Dovetti appoggiarmi al muro, mi ci volle un po prima di riuscire a connettere abbastanza da spegnere l’osceno aggeggio, finalmente ci riuscii e lo estrassi anche dal mio culo. Lauretta mi venne contro abbracciandomi e abbracciate scendemmo a fare la doccia.
Si era fatto tardi, la piccola dovette vestirsi rapidamente e frettolosamente tornare a casa per cenare e prepararsi per il veglione di capodanno.

Quella sera, proprio a quel veglione un imbecille insensibile colse la sua verginità. Questa forse (forse) sarà oggetto del proseguimento di questo mio diario.

 

Considerazioni finali:

Ho letto che non esiste l’orgasmo anale, devo contraddire chi lo ha affermato, esiste ed è più appagante di quello vaginale/clitorideo, per me e Lauretta è stato così. 
Una seconda cosa: ha cercato nei sexy shop chiedendo di uno strapon da indossare senza mutandine, per lungo tempo ho pensato che fosse un aggeggio russo, ucraino o altro; finalmente l’ho visto in un sito online. E’ come quello avuto in dono, solo che è di un colore impossibile e il bulbo anale ha la forma che ricorda una pigna mah! 

Ringrazio quei lettori/lettrici che mi hanno onorato con i loro apprezzamenti e farò tutto il possibile per non deluderli. Scrivetemi!

schwarzdame@hotmail.it

 

 

 

Leave a Reply