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Racconti Erotici Lesbo

L’idea di Vanessa 2a Parte

By 20 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ venerdì sera e finalmente rientro a casa con Ingrid dopo una giornata di lavoro lunga,ma non pesante. Più che altro ho pensato a quelle che ormai sono diventate le palline di Vanessa e non vedo l’ora che anche lei provi le stesse sensazioni.
Prendiamo qualcosa da mangiare per strada e finalmente arriviamo a casa.
Appena dentro ci baciamo,se in ufficio ci tratteniamo nelle effusioni,nel nostro nido non ci sono limiti per il nostro amore.
“Facciamo la doccia insieme ?”
“Certo Laura non vedo l’ora.”
Andiamo in camera per toglierci gli abiti da lavoro e c’infiliamo insieme sotto i gettiti caldi della doccia. Incominciamo a insaponarci a vicenda la schiena,ma presto le mani corrono sui seni e i capezzoli tradiscono subito l’eccitazione. Quando però lei scende sulla mia passera la blocco con una mano.
“Non adesso,ho in serbo per te una sorpresa.”
“Dai dimmela,lo sai che non resisto.”
“Non ci penso neanche,sennò che sorpresa &egrave ?”
Accenna una faccina imbronciata,ma basta un bacio per farla tornare sorridente.
Finiamo di lavarci e dopo una veloce asciugata,usciamo dal bagno in accappatoio.
“Allora questa sorpresa ?”
“Vieni al pc,ti devo far leggere qualcosa.”
Apro il file con la storia “L’idea di Vanessa” e lei inizia a leggerlo.
Quando non capisce qualcosa glielo traduco subito,ma la lettura scorre veloce nonostante l’italiano non sia la sua lingua.
Appena finito mi guarda con un’aria severa ma che lascia spazio all’ironia.
“Ma sei proprio una porcella,non posso mancare un giorno che ne combini di tutti i colori, addirittura te ne vai dall’ufficio fingendo un malore solo per tornare a casa e masturbarti.”
“Lascia stare l’ufficio,tanto non c’era molto da fare,che ne dici del resto ?”
“Dev’essere eccitante,solo che da sola non lo farei mai.”
“E in due ?”
“Tu sei pazza,però lo sai che non so dirti di no.”
Le do un lungo bacio,poi la porto sul letto.
Prendo le sue palline,sono cinque sfere in legno più piccole delle mie,ma in grado lo stesso di donare molto piacere.
Lei si mette a carponi mentre prendo il gel lubrificante e inizio a ungere le palline.
Le faccio entrare piano,facendogliele sentire bene una dopo l’altra fino a farle sparire nel suo culetto.
“Allora come te le senti ?”
“E’ strano,ma piacevole,ora ti rendo il servizio.”
Prende le mie e fa le stesse operazioni che ho fatto io prima,solo che come inizio a sentirle dentro l’eccitazione mi sale subito.
“Ti stai già bagnando Laura,voglio proprio vederti uscire messa così.”
Scegliamo cosa metterci,ma la scelta &egrave quasi obbligata,gonna sopra il ginocchio nel caso una non resista,un maglione ampio e intimo aderente,ma comodo.
Le chiedo se ha qualche idea su dove andare.
“Non di certo a ballare,possiamo fare due passi e andare a sentire un po’ di musica al Garden.”
“Si &egrave una buona idea prendo i cappotti.”
Solo che come inizia a camminare le palline fanno il loro dovere e lei comincia ad eccitarsi.
“Cazzo Laura non pensavo fosse così,non riesco quasi a camminare.”
“Scommetto che sei un lago ?”
“Non mi dire che si sente perch&egrave torno subito a casa.”
“No solo che cammini come una scema.”
Ci mettiamo a ridere solo che ad ogni risata corrisponde una stretta al culo e le sfere sembrano quasi esplodere in noi.
Arriviamo finalmente al Garden,in fondo c’avremo messo cinque minuti,solo che sembrava non passassero mai.
Troviamo un tavolo in un angolo un po’ buio e prendo due birre al bancone.
Quando arrivo al tavolo Ingrid ha la faccia sconvolta.
“Che ti succede ?”
“Mi sono seduta e me le sono sentite entrare ancora di più,sto morendo di voglia.”
“Ma il bello deve ancora venire.”
Mi siedo a l suo fianco e inizio a muovere il culo contro il suo.
“Laura ti prego stai ferma,così impazzisco.”
Io non le do retta e le metto una mano sulla gamba.
“Che fai sei pazza,così ci vedono tutti.”
“Non penso guarda com’&egrave lunga la tovaglia.”
La tovaglia infatti arriva fino quasi a l pavimento e nessuno può vedere quello che facciamo sotto il tavolo.
Facendo finta di parlare tranquillamente faccio risalire la mano sulla coscia fino ad arrivare alle sue mutandine. Come le sfioro le sento fradice di umori.
“Se continui bagno anche la gonna.”
“La cosa mi eccita e non poco,però se vuoi che smetta basta inizi a strusciare il culo sul divano.”
“Ma così le sento ancora di più !”
“E’ quello che voglio se non l’hai ancora capito.”
Mi toglie la mano da sotto la gonna e andando a tempo di musica inizia a muovere il sedere.
Sembra rapita dalla musica,ma in realtà sta godendo,solo che nessuno può pensare che quella donna così tranquilla abbia cinque palline di legno nello sfintere.
Però io non posso stare a guardarla senza fare niente e inizio a fare come lei.
Sento le sfere che si muovono ad ogni mio piccolo spostamento sul divano e presto inizio a godere di ciò. Avrei voglia di tirarmi su la gonna e piantarmi un paio di dita nella fica,ma non posso spingermi fino a quel punto.
Ingrid si sposta con la testa verso la mia e fingendo di parlarmi in un orecchio lo prende a mordicchiare mandandomi in estasi. Lei riesce a venire alla fine di una canzone e sembra quasi naturale che poi non si muova più. Solo che adesso sono le sue mani a farsi strada sotto la mia gonna.
“Sei bella bagnata anche tu.”
“Dai fammi venire,non resisto più.”
“Va bene anche se non te lo meriti.”
Senza farsi vedere mi sposta un lembo degli slippini e posso finalmente sentire le sue dita sulla passera ormai in fiamme. Non perde tempo e inizia a masturbarmi con due dita dentro.
Inutile dire che vengo quasi subito,nascondendo a fatica l’orgasmo.
Non ci parliamo neanche,ma finiamo in fretta le birre e ci dirigiamo verso casa.
Questa sarà una notte di sesso di quelle da ricordare,con queste premesse non &egrave difficile immaginare come finirà.

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