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Racconti Erotici Lesbo

Marina e Monica

By 17 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto di fantasia &egrave principalmente opera del mio amico Mauro che gentilmente me lo fa pubblicare a mio nome.
E’ la sua prima esperienza come scrittore,ma io penso che sia sulla buona strada per diventare uno veramente bravo.

Marina &egrave entrata nel nostro ufficio come una forza destabilizzante: alta, mora, capelli neri cortissimi fisico quasi androgino
L’esatta antitesi mia che sono bionda, capelli lunghi, curve ben in evidenza.
Tra noi due si era subito instaurato quel rapporto di attrazione ed antipatia che ti tiene sempre sulla corda, non ti dà tregua.
Io credevo di essere etero ma giorno dopo giorno mi sentivo attratta irresistibilmente da quella donna, non perdevo occasione per guardarle di nascosto le gambe o per frugare con gli occhi nella sua camicia spesso generosamente aperta.
Però non riuscivamo ad entrare in sintonia finché, un giovedì sera, mi viene incontro con un sorriso dei suoi e dice:
“Monica, andiamo a cena assieme domani sera?…così vediamo di smussare un po’ gli angoli”
Sono colta di sorpresa ma accetto,lei m’intriga sempre di più e non posso rifiutare l’invito.
Il giorno dopo le ore in ufficio sembrano eterne finché , uscendo, lei mi dice:
“Ci vediamo alle 8 da Mario…conosci?”
Annuisco e ci salutiamo.
A casa mi preparo come se dovessi uscire con un uomo, voglio stroncarla…gonna nera, autoreggenti velate scarpe anch’esse nere con tacco 12, camicia bianca generosamente aperta, sotto perizoma nero, trasparente e reggiseno uguale.
Sulla porta mi guardo allo specchio: sono uno schianto.
Arrivo davanti al ristorante e la vedo che sta camminando verso di me, ci guardiamo e sbottiamo a ridere: siamo vestite praticamente uguali.. solo che lei non porta il reggiseno.
Entrate ci sediamo ed iniziamo la cena, la guardo e più la guardo più provo una sensazione di sottile eccitazione, di desiderio del suo corpo, posso vederle il seno attraverso la camicetta aperta, piccolo ma con un capezzolo che se ne sta li dritto quasi a voler bucare il tessuto.
Chiacchieriamo del più e del meno, soprattutto dei nostri colleghi uomini, finché ad un certo punto lei se ne esce con:
“E a donne come stai?” contemporaneamente sento la sua gamba contro la mia e con la mano mi sfiora l’avambraccio.
&egrave una scossa elettrica!
La fica mi comincia a pulsare, i capezzoli iniziano ad indurirsi e sulla pelle compaiono i brividi. La tensione erotica che si era accumulata durante la cena ora esplode in me inarrestabile.
Marina, che ha capito, si avvicina e mi sfiora velocemente le labbra con le sue.
“Ho preparato tutto a casa, abito qui vicino”
Si era accorta che in ufficio la guardavo con maliziae stava realizzando il suo progetto di portarmi a letto.
Velocemente andiamo a casa sua,entriamo e chiude la porta e subito lei mi mette con le spalle al muro. Mi bacia con una forza ed una sensualità che quasi vengo,ma non mi tocca, volutamente tiene le braccia distese lungo i fianchi, il contatto &egrave solo tra i due corpi e le due bocche.
Le lingue si intrecciano lentamente, senza fretta finché mi prende per mano e mi porta in camera dove, su una parete campeggia una sua foto nuda,non riesco a staccare gli occhi da quel corpo splendido…
E’ lei a dirmi:
“Non preferisci l’originale?” ed inizia a spogliarsi,resta solo in autoreggenti e perizoma, i capezzoli sembrano quasi due piccoli cazzi duri pronti a scoparmi tanto sono grossi e duri!
Sono in preda ad un raptus erotico, mi spoglio restando come lei solo con le calze ed il perizoma che &egrave già umido e solo con un bacio.
Lei si avvicina e abbassandosi me lo sfila lentamente, cercando subito il mio clitoride con la bocca,inizia così un percorso verso l’orgasmo che mi annebbia il cervello,mi sembra di essere solo una fica e lei solo una lingua, lecca e succhia mentre con le dita sta torturando i miei capezzoli che sono duri come chiodi.
Sposta una mano e inizia a far scorrere le dita tra le piccole labbra sempre più vicina all’ingresso del mio vulcano che sta eruttando lava di piacere, con l’altra si &egrave aperta la strada e mi sta accarezzando il buchetto…
Sono esplosioni di piacere, vedo piccoli soli esplodere davanti ai miei occhi quando quasi simultaneamente mi infila due dita nella fica ed uno nel culo,l’orgasmo che mi travolge mi fa perdere il senso del tempo e dello spazio.
Quando mi riprendo non sono più in piedi ma stesa sul letto tra le sue gambe aperte.
Si &egrave tolta il perizoma e poso ammirare la sua fica accuratamente depilata con un clitoride uguale ai capezzoli grosso e duro, non indugio e mi precipito a succhiarlo ma le mi ferma…
“No, non così…aspetta”
Si sporge e dal cassetto del comodino tira fuori un filo con sei palline lucide, sembrano quasi di vetro…
Languidamente le lecca ad una ad una poi me le porge e dice:
“Ecco prima infilamele nel culo e poi occupati del mio clitoride.”
Sono praticamente in sua balia, avvicino la bocca alla sua rosellina contratta ed inizio a leccare, a lubrificare con la saliva fino a che non le sfugge un gemito.
Quando mi pare che sia pronta inizio a spingere le sfere nel suo culo,entrano facilmente,la porcona c’&egrave abituata,lentamente, tutte e sei dentro lasciando fuori solo la cordicella con l’anello per estrarle…
A questo punto inizio al leccarle il clitoride, come mi aveva detto tenendo i suoi capezzoli fra le dita, la mia fica &egrave impazzita dalla voglia,non resisto,qualcuno deve scoparmi.
Lei capisce e di nuovo dal suo cassetto magico tira fuori un vibratore anch’esso di un materiale trasparente che non ho mai visto,ma non &egrave importante, me lo porge dopo averlo inumidito e con un’espressione che &egrave erotismo puro mi dice che vuole godere con me.
Mi preme sulla spalle e mi fa stendere supina, si mette su di me nel più classico dei sessantanove ed inizia a scoparmi con quel giocattolo…,per un attimo si ferma e con il viso stravolto dal piacere mi intima:
“Ora tirale fuori, ma molto, molto lentamente….”
Afferro la cordicella ma non &egrave facile, il suo stantuffare nella mia fica mi porta rapidamente ad un nuovo orgasmo per il quale perdo di nuovo la cognizione di me…
Recupero e comincio ad estrarre le palline contandole ad alta voce.
Uno,lei geme e si dimena.
Due,inizia ad ansimare sempre più velocemente mentre mi scopa come un’ossessa.
Tre,ho un altro orgasmo mentre lei continua a scoparmi.
Quattro,lei si ferma, si gira, mi guarda leccando il cazzo di vetro si rimette in posizione e me lo punta sull’ano stimolandomelo come non mi era mai successo,poi la cappella trasparente inizia a entrare.
Cinque,&egrave dentro e comincia a pompare,il suo clitoride &egrave un piccolo cazzo duro che non smetto di tormentarlo con la lingua,e finalmente.
Sei,estraggo anche l’ultima pallina e contemporaneamente Marina, urlando si abbandona in un orgasmo che non avevo mai visto, sussulta e geme premendo la fica sulla mia faccia e intanto pompa nel mio culo provocando in me l’ennesimo e più intenso organo che ricordi.
Ho il viso fradicio del suo piacere che bevo come un’avida mentre lei fa lo stesso.
Non so quanto tempo passi prima che ci riprendiamo,nell’aria c’&egrave l’odore dei nostri corpi accaldati e delle nostre fiche ormai svuotate del loro nettare.
Alla fine ci sdraiamo una al fianco dell’altra per scambiarci i sapori che abbiamo in bocca.
Poi lei mi abbraccia dicendo semplicemente:
“L’avevo sempre saputo!”
Da quel giorno io e Marina passiamo un sacco di tempo assieme visto che gli angoli sono stati tutti smussati.

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