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Racconti Erotici Lesbo

Movie

By 16 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Capita, a volte, che l’interesse reciproco sia tangibile già dal primo saluto. Capita anche che l’interesse tangibile trasudi un evidente desiderio. Anche al primo sguardo.
Così pagare qualcosa al supermercato diventa un esercizio di display ostentativo e di sguardi. Così incontrare una splendida cassiera, diventa qualcosa di diverso dal semplice pagare.
Quella divisa blu mi ha sempre incuriosito, ho sempre avuto una certa curiosità riguardo a quello che c’era sotto.
Non intendevo perdere questa tensione, e alla seconda occasione ti ho offerto l’assist perfetto per iniziare un dialogo educatamente sopra le righe. Hai raccolto l’assist e con una disinvoltura inaspettata mi hai portato tu, dove volevo arrivare. E’ stato confortante sentirti per telefono e scoprire che le nostre aspettative erano molto simili, è stato confortante sapere che anche a te piace giocare, così è stato meno complicato dirti chi ero, cosa facevo, e dov’era il nostro appuntamento. Al cinema.
La domenica mattina quella grande multisala è semideserta, aperta solo per le poche famiglie che hanno voglia di affrontare il primo freddo autunnale. La programmazione diversa da quella infantile, è disertata dal pubblico, intento a fare altro. Con queste premesse, scegliendo il film giusto è possibile avere quasi tutta la sala libera.
Per ragioni che ho intuito, e che non abbiamo avuto necessità di approfondire, mi hai chiesto di entrare in quel luogo in tempi diversi. Ci saremo sistemati nell’ultima fila, e nel remoto caso le condizioni non fossero state favorevoli avremmo cambiato sala. Ma quella mattina, alle 10.30, tutto è andato come doveva andare.
Entrai, notando che in sala c’erano solo altre quattro persone, tutte disposte nelle file a metà altezza. Mi accomodai alla tua sinistra, tu mi salutasti cordialmente, con un sorriso che non lasciava trapelare alcuna particolare emozione, ma sapevo già che con le luci spente le cose sarebbero cambiate.
Come dei ragazzini stavamo aspettando solo che si spegnessero le luci, che il buoi facesse da cornice a qualcosa, qualcosa che io avevo già chiaramente in mente.
Non dicemmo niente, ma non fu un’attesa lunga, avevo aspettato di proposito l’ultimo momento per entrare, così da evitare imbarazzi e inutili convenevoli. E poi fu buio.
La prima cosa che feci fu avvicinare il mio viso al tuo, sfiorando le tue labbra con le mie in senso orizzontale, un breve passaggio, giusto per saggiare il calore del tuo respiro, giusto per saggiare la tua tensione. Mi allontanai, e tu, come legata da un invisibile elastico, mi seguisti saggiando con delicatezza la punta della mia lingua, per poi allontanarti. Questo inseguirsi e assaggiarsi poco alla volta mi piaceva molto, ed io, a mia volta ti inseguì, baciandoti appena più profondamente. Al quarto passaggio era evidente che aveva preso il sopravvento qualcos’altro. Ci baciammo profondamente, a lungo, mentre la mia mano sinistra cercava un varco sotto al tuo maglioncino, mentre le tue erano intente a stringere il mio viso. Sentivo chiaramente il tuo respiro farsi più rapido, sentivo chiaramente il sangue richiamato nel mio basso ventre. Era evidente che i nostri corpi stavano chiedendo qualcosa di più.
Presi per la base il tuo maglione e tu mi assecondasti alzando le braccia, ben presto la tua camicetta era aperta e io stavo baciando avidamente il tuo seno, concentrandomi sul capezzolo, gustando il sapore della tua pelle, gustandone il turgore mordicchiandolo. Intanto tu, mentre ti contorcevi, con la mano sinistra cercavi di sbottonare i miei pantaloni. Li lasciai scendere alle caviglie e agevolai il tuo movimento verso di me. Lo stringesti con forza alla base, mentre con la lingua ne seguivi profilo prima di iniziare con sapienza ad accoglierlo in bocca, lasciando la lingua ben aderente. I tuoi mugolii tradivano il piacere nel farlo, ma non intendevo lasciare che le cose finissero così.
Non vidi la tua faccia, ma presumo fosse perplessa mentre ti allontanavo. Con le mani ti feci capire che avevo l’intenzione di abbassare anche i tuoi pantaloni, e una volta liberata una delle gambe da quel fastidioso legame, portai la mia mano alla tua bocca perché inumidissi le dita.
Portai la mano lentamente fra le tue gambe e verificai che eri già più che pronta ad accogliermi, la portai nuovamente alla mia bocca per sentire il tuo sapore e poi ti presi per le braccia per metterti a sedere sopra di me.
Vista la scomodità delle poltrone lasciai che fossi tu ad accomodarti, e senza troppi indugi lo presi. Scivolai dentro di te gustando il calore che dalla punta arrivava alla base, gustai il tuo inarcarti verso di me ad ogni centimetro di spazio che conquistavo nel tuo corpo, mentre con una mano stringevo con forza un seno e con l’altra ti tenevo chiusa la bocca.
Iniziasti lentamente il tuo sali e scendi, poi trovata la posizione, afferrando le poltrone davanti a noi dettasti un ritmo sempre più forte, mentre le mie mani ingorde cercavano appiglio negli spazi di pelle nuda che i tuoi vestiti lasciano trapelare, mentre tu trattenevi i tuoi gemiti.
Ben presto le poltrone iniziarono a vibrare a causa delle tue contrazioni, che dapprima andavano e venivano e che infine si trasformarono in un orgasmo che ebbi difficoltà a controllare.
Ti aiutai a tornare al tuo posto e dopo averti baciata ti riportai ancora vibrante con la tua bocca sopra di me.
Pennellasti con cura tenendolo saldamente con la mano destra, seguendo il ritmo dettato dalla mia mano sulla tua testa, mentre con la sinistra sul mio petto intuii che cercavi di capire a che punto ero percependo i miei battiti cardiaci. Faticai non poco a non fiatare. Fu un orgasmo forte, il cui piacere fu aumentato dalla voracità con la quale eri rimasta sul posto.
Ci ricomponemmo, ti bacia nuovamente ringraziandoti, e com’ero venuto, me ne andai uscendo dalla porta posta in fondo alla sala.
Di quel film di un noto regista italiano, non so niente e fare la spesa non sarà più la stessa cosa.

http://lordpreputio.weebly.com

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